FORMAZIONE DOCENTI NEOASSUNTI A S 2018 2019 BUONE
FORMAZIONE DOCENTI NEOASSUNTI A. S. 2018 -2019 «BUONE PRATICHE DI DIDATTICHE DISCIPLINARI» Prof. ssa Marta Scavolini
CARATTERISTICHE DELLA SOCIETA’ CONTEMPORANEA: • Difficoltà di previsione da qui a 5 -10 anni • Velocità di cambiamento • Fluidità del cambiamento • Insufficienza di un «corpus stabile» di conoscenze
Inevitabile necessità che la scuola affronti questa «svolta epocale» affiancando alla trasmissione delle conoscenze di base (strumenti per) e dell’insieme di valori (quadri di riferimento o di «senso» ) LA PROMOZIONE di COMPETENZE (come richiesto anche dalle normative, sia europee che nazionali) (vedi allegato)
In sintesi per competenze possiamo intendere: La «comprovata capacità» di utilizzare , in molteplici situazioni di vita, un insieme di conoscenze e abilità acquisite negli ambienti di apprendimento formali e informali Quindi Integrazione di conoscenze (sapere), abilità (saper fare), capacità metacognitive e metodologiche (sapere come fare, trasferire, generalizzare, acquisire e organizzare informazioni, risolvere problemi), capacità personali e sociali (collaborare, relazionarsi, assumere iniziative, affrontare e gestire situazioni nuove e complesse, assumere responsabilità personali e sociali …)
Gli assi principali su cui ruotano le competenze sono: • RESPONSABILITA’ • AUTONOMIA Al fine di poter giungere all’ «imparare a imparare» perché imparare» L’apprendimento sia permanente
A ciò aggiungiamo il PROCESSO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELL’EDUCAZIONE del quale uno dei principali obiettivi è Lo sviluppo della competenza interculturale
La UE il 22 maggio 2018 ha stilato un documento che contiene gli intenti delle politiche educative internazionali per giungere allo sviluppo di una «Competenza globale» The capacity to examine local, global and intercultural issues, to understand appreciate the perspectives and world views of others, to engage in open, appropriate and effective interactions with people from different cultures, and to act for collective well -being and sustainable development
In sintesi si tratta di elaborare il difficile rapporto tra: -capacità -conoscenze -competenze Nel quale le ultime scaturiscono dalla sinergia tra le prime due
STRUMENTI per «far emergere» le prime SCELTA delle seconde STRADA per ottenere le ultime
Strada suggerita quella delle BUONE PRATICHE Pratiche (dunque non teoriche) perché la scuola è una comunità di pratiche , in quanto chi vi opera dà forma organizzativa alle proprie idee Insegnare è una «cosa» altamente performativa
Buone perché ci aspettiamo che funzionino Ma cosa vuol dire «funzionare» in ambito didattico? Significa «scientificizzare» l’insegnamento, «scientificizzare» mutuando dal campo della medicina l’idea di costruire una cultura della documentazione delle pratiche , fatta di processi e risultati
La domanda di partenza sarà : Quale processo di apprendimento voglio processo di apprendimento promuovere? A. superficiale vs. profondo A. riproduttivo vs. produttivo A. passivo vs. attivo A. meccanico vs. significativo A. per accumulazione vs. per integrazione Memorizzazione vs. comprensione
Poiché abbiamo detto all’inizio che dobbiamo costruire una didattica nuova per una scuola nuova dovremo necessariamente puntare sulla seconda tipologia di caratteristiche al fine di ottenere un apprendimento che sia: • collegato all’esecuzione di attività e non il risultato di atteggiamenti passivi; • una attività non individuale ma collettiva; • un percorso attraverso “attività” reali mediate dalla comunicazione, dal dialogo, dalla negoziazione di significati, dalla riflessione; • non una semplice memorizzazione e ripetizione di contenuti.
COME OPERARE E SU COSA OPERARE PER OTTENERLO? 1)Con una collaborazione autentica tra insegnanti Perché solo così avremo: • sviluppo del sapere (pratico) • “qualità” didattica • innovazione autentica Quindi assoluta necessità di : -continuità didattica tra i vari cicli -lavoro di gruppo nei cc. -progettazione dipartimentale e interdipartimentale -condivisione di informazioni e risultati
2) 1. Spazio 2. Tempo 3. Tecnologie 4. Metodologie (tralasceremo l’analisi degli stili cognitivi e di quelli comunicativi)
VARIABILE SPAZIO • AULA 3. 0 • AULE LABORATORIO DISCIPLINARI • DENTRO/FUORI LA SCUOLA E A. S. L (SECONDARIA DI SECONDO GRADO)
SPAZIO FLESSIBILE (AULA 3. 0) PERCHE’ CAMBIARE: • Per superare una didattica orientata esclusivamente allo sviluppo di conoscenze e un modello di lezione solo frontale. • Per favorire e supportare attività didattiche centrate sullo studente. • Per sperimentare l’impatto di un setting e di arredi d’aula innovativi su piccola scala (un singolo ambiente) Prima di estendere l’innovazione su scala più ampia. • Per sviluppare pienamente le potenzialità delle tecnologie digitali creando un ambiente adeguato a supportare pratiche didattiche innovative. • Per assecondare la creatività dei docenti e degli studenti grazie alla possibilità di creare situazioni didattiche diversificate. • Per creare un primo esempio di ambiente di apprendimento moderno e flessibile senza dover progettare edifici/strutture nuove ma recuperando/ridefinendo l’utilizzo di ambienti già esistenti. E’ BENE SAPERE CHE…. . La realizzazione di un’Aula 3. 0 comporta una rivisitazione delle pratiche didattiche e delle attività tanto per il docente che per gli studenti. Il tipo di arredi e la progettazione dei setting saranno legati alle metodologie che verranno implementate nel nuovo ambiente.
AULE LABORATORIO DISCIPLINARI PERCHE’ CAMBIARE • Per superare la distinzione tra lezione teorica (funzionale allo sviluppo di conoscenze) e attività laboratoriale (funzionale allo sviluppo di competenze). • Per implementare una didattica attiva attraverso l’utilizzo di sussidi didattici appropriati. • Per rendere naturale e facile il lavoro sull’esperienza diretta o mediata dalle tecnologie digitali. • Per creare occasioni di apprendimento che facilitano il confronto tra gli allievi sullo sviluppo e l’esito di esperimenti concreti. • Per condividere asset/risorse ottenute attraverso uno studio mirato alla produzione di “oggetti”. • Per produrre esperienze di studio e di ricerca vicine a quelle esistenti in ambiti professionali. E’ BENE SAPERE CHE…. . Riorganizzare gli spazi comporta il considerare aspetti come la gestione degli spostamenti degli studenti (considerando le differenze di autonomia di ciascuno) e la programmazione degli orari delle lezioni, che deve tenere conto della dislocazione delle aule laboratorio nell’edificio scolastico e quindi dei tempi per il passaggio da un’aula all’altra. È necessario inoltre individuare uno spazio riservato agli studenti (ad es. armadietti) per la custodia dei loro oggetti.
DENTRO/FUORI LA SCUOLA -INVESTIRE SUL “CAPITALE UMANO” RIPENSANDO I RAPPORTI (DENTRO/FUORI, INSEGNAMENTO FRONTALE/APPRENDIMENTO TRA PARI, SCUOLA/AZIENDA, . . . ). -RICONNETTERE I SAPERI DELLA SCUOLA E I SAPERI DELLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA.
• Per ottimizzare l’utilizzo delle risorse (umane, finanziarie, strutturali) interne ed esterne alla scuola. • Per superare la frantumazione delle opportunità formative. • Per favorire l’approccio progettuale nei percorsi di formazione. • Per favorire la pratica laboratoriale nei percorsi di formazione. • Per contestualizzare i contenuti della formazione. • Per restituire alla scuola il ruolo di intellettuale sociale. • Per fare della scuola un luogo di elaborazione culturale ma anche di partecipazione civica e sociale, di cittadinanza attiva.
VARIABILE TEMPO: • COMPATTAZIONE DEL CALENDARIO • APPRENDIMENTO INTERVALLATO
COMPATTAZIONE DEL CALENDARIO SCOLASTICO TOTALE-ASIMMETRICA DIFFUSA-LIMITATA PERCHE’ CAMBIARE • Per evitare la dispersione cognitiva dei ragazzi sollecitati da un numero eccessivo di discipline proposte in contemporanea. • Per superare la frammentazione artificiosa dei saperi. • Per ottimizzare la gestione del tempo scolastico. • Per sviluppare metodologie didattiche attive che richiedono tempi più distesi (un docente che dispone di tre ore consecutive è forzato a non impiegarle integralmente per la didattica trasmissiva). • Per sviluppare moduli interdisciplinari/ propedeutici con altre materie. • Per lavorare per classi parallele con momenti di lavoro condivisi. • Per consentire ai docenti di progettare interventi didattici mirati avendo la possibilità e il tempo di conoscere meglio lo studente, individuarne per tempo le difficoltà e intervenire per sostenerlo. E’ BENE SAPERE CHE…. • La pianificazione dell’orario scolastico presenta dei gradi di complessità. Occorre rivedere i criteri e le modalità di valutazione ed i sistemi di recupero. I «corsi compattati» non sono solo una diversa organizzazione dell’orario ma coinvolgono direttamente la ricerca di un nuovo modo di insegnare, più vicino e attento alle esigenze dello studente.
SPACED LEARNING (APPRENDIMENTO INTERVALLATO) TRE INPUT-DUE INTERVALLI PERCHE’ CAMBIARE • Per sviluppare una metodologia didattica attiva che superi il concetto di lezione frontale, mettendo gli studenti al centro dei processi di apprendimento. • Per acquisire un metodo che permetta di migliorare gli apprendimenti rilevabili tramite le prove oggettive somministrate ai ragazzi. • Per aggiornare la pratica didattica integrando il contributo della ricerca sul funzionamento del cervello umano • Per sviluppare un metodo che permetta di utilizzare in modo più efficiente il tempo scuola. • Per favorire l’integrarsi di differenti modi di apprendere e studiare (alcuni dei quali vicini a modelli e comportamenti dei giovani d’oggi). E’ BENE SAPERE CHE…. L’implementazione dello Spaced learning prevede un ripensamento dell’ambiente-classe con l’introduzione di una configurazione flessibile e una LIM o superficie interattiva condivisa. Agli insegnanti che seguono il metodo è richiesto un impegno maggiore in sede di progettazione delle lezioni (che solitamente diventano più articolate e complesse) e una particolare cura nella gestione della classe (soprattutto nei due momenti di “intervallo” previsti dal metodo).
TECNOLOGIE Prospettive «tecnologiche» per la scuola • 1. Educare, istruire, formare all'uso delle tecnologie • 2. Educare istruire, formare usando le tecnologie
1: I giovani ( «nativi digitali» ? )hanno un approccio povero e non consapevole alle tecnologie 2. Molti usi didattici delle tecnologie non hanno migliorato l’apprendimento QUINDI ci viene chiesto di fare «cose nuove» con strumenti nuovi
Infatti usare le tecnologie per distribuire informazioni non favorisce il miglioramento dell’esperienza dell’apprendimento Esse dovrebbero essere utilizzate dagli alunni per una attività di“costruzione” di un artefatto o di impegno cognitivo e metacognitivo I 3 fondamenti di una buona didattica con le tecnologie: • 1. Gli allievi svolgono la maggior parte • del lavoro; • 2. Gli allievi collaborano e costruiscono; • 3. Si ha una costante “presenza” • didattica.
METODOLOGIE 1)APPRENDIMENTO AUTONOMO-TUTORAGGIO -PEER TO PEER E LAVORO COOPERATIVO 2)APPRENDIMENTO DIFFERENZIATO con autovalutazione 3)OLTRE LE DISCIPLINE Percorsi di UDA trasversale (con portfolio finale) 4)DIDATTICA LABORATORIALE (P 4 c) 5)DEBATE (dibattito guidato) 6)STORY TELLING(narrazione sintetica) 7)INTEGRAZIONE CDD/LIBRI DI TESTO 8)EAS 9)FLIPPED CLASSROOM (classe capovolta) o FLIPPED LEARNING (apprendimento capovolto) 10)COMPITI DI REALTA’ (o compiti autentici)
Perché il lavoro cooperativo? lavoro cooperativo Per la crescente condizione di ETEROGENEITÀ DELLE CLASSI che porta ad una maggiore diversità sia socioeconomica che culturale e ad un ampliamento del concetto di bisogno educativo speciale Per la necessità di apprendere a lavorare in GRUPPO
Le forme dell’apprendimento cooperativo Insegnamento Reciproco (Peer Tutoring): gli Studenti studiano in Coppia e assumono dei ruoli asimmetrici (CHE VENGONO POI SCAMBIATI ), uno fa da tutor all'altro: ne segue, incoraggia, guida l‘apprendimento Nell’ambito del lavoro cooperativo, l'insegnante diventa essenzialmente un facilitatore e un organizzatore delle attività di apprendimento. Il suo ruolo comprende le seguenti azioni: • Assumere le decisioni preliminari; • Spiegare il compito e strutturare il metodo; • Osservare ed intervenire durante i processi; • Verificare il rapporto tra obiettivi e risultati; • Guidare l’autovalutazione degli alunni e svolgere l’ eterovalutazione
APPRENDIMENTO DIFFERENZIATO UN ESEMPIO Nell’intento di valorizzare i talenti di ogni studente, una maestra di una 2 a della scuola primaria dallo scorso anno ha introdotto l’approccio dell’apprendimento differenziato. Ogni mattina entra in classe e insieme ai suoi alunni definisce le attività da svolgersi; un bambino annota il timetable della giornata su un cartellone appositamente predisposto. Dopo un input iniziale della maestra le attività in classe hanno inizio: su i grandi tavoli quadrati si posizionano gruppi di 6 -7 studenti che, dopo un tempo preciso, ‘ruotano’ , ovvero cambiano modalità di aggregazione e di esecuzione delle attività. La campanella non suona, ma il momento dell’intervallo arriva per richiesta dei bambini. Dopo una breve pausa le attività riprendono: ogni alunno lavora individualmente col suo device e, a conclusione della giornata scolastica, compila una scheda di autovalutazione sulla quale registra progressi e punti di debolezza del suo percorso.
PERCHE’ CAMBIARE • Per sviluppare e rafforzare l’apprendimento autonomo, i talenti individuali, il valore del vivere e dell’apprendere in gruppo. • Per fare della scuola un luogo di elaborazione culturale ma anche di partecipazione civica e sociale, di cittadinanza attiva. • Per sviluppare una metodologia didattica attiva che superi il concetto di lezione frontale, mettendo gli studenti al centro dei processi di apprendimento. • Per favorire l’integrarsi di differenti modi di apprendere e studiare (alcuni dei quali vicini a modelli e comportamenti dei giovani d’oggi). • Per ottimizzare l’utilizzo delle risorse (infrastrutturali, umane, finanziarie) interne ed esterne alla scuola.
E’ BENE SAPERE CHE…. . L’ «apprendimento differenziato» implica un profondo riesame del tipo di mobilio, dei tempi e degli spazi della scuola (arredi, timetable giornaliero, aule, giardino, sala docenti, ecc. ) e comporta un adeguamento (o la realizzazione ex novo) di materiali didattici e strumenti di comunicazione visuale. Le dotazioni ICT (LIM, tablet, ecc. ) e una connessione Internet sono funzionali allo sviluppo dell’idea. La didattica differenziata è una metodologia lunga e complessa: occorre quindi procedere per gradi, step by step, e sono basilari un’ottima sinergia e un perfetto coordinamento del corpo docente.
OLTRE LE DISCIPLINE Operando in un’ottica di verticalità viene condiviso un modello concettuale finalizzato a superare la parcellizzazione disciplinare per ritrovare, nell’intersezione e nella congiunzione delle materie, il senso profondo della conoscenza. Ma non solo: andando oltre il concetto di singola disciplina, la scuola progetta e realizza dei laboratori ad alta motivazione per interessare gli studenti e per metterli al centro del proprio percorso formativo.
PERCHE’ CAMBIARE: • Per superare la scuola dei contenuti a vantaggio della scuola attiva organizzata in ambienti motivazionali che permette l’acquisizione dell’habitus dello studio e della ricerca. • Per integrare l’orientamento nella disciplina, rafforzando il legame transdisciplinare e professionalizzante. • Per rivalutare l’attitudine in quanto dimensione della competenza spesso sottovalutata e invece fondamentale per la permanenza degli studenti nel percorso e nell’acquisizione dei titoli. • Per rivedere gli spazi come laboratori di mestiere (atelier) disciplinari. • Per costruire il curricolo trasversale intorno al concetto di competenza che permette di raccordare i livelli primario e secondario inferiore e superiore.
PERCHE’ IL LABORATORIO ? LABORATORIO • Il laboratorio è un atto di fiducia nelle capacità degli studenti: essi avvertono che l’insegnante crede in loro e pertanto si dispongono volentieri ad assumere le responsabilità • Il laboratorio è una sfida: non è una riproduzione di qualcosa di già fatto ed il suo esito non è scontato, gli studenti non sono né replicanti né osservatori • Il laboratorio mira a sollecitare il coinvolgimento degli studenti, così che mostrino la loro reale intelligenza. Esso rompe il gioco della negoziazione al ribasso e svela ciò che lo studente vale davvero • Il laboratorio introduce novità, interrompendo la routine scolastica, e si apre all’imprevisto che consente al cambiamento della vita Il laboratorio può essere costruito anche per discipline «non scientifiche» (vedi l’aula del pensiero)
SCHEMA –BASE DI PROCEDURA LABORATORIALE • Problem posing: proporre un quesito, anche tratto dalla realtà quotidiana, da risolvere. • Suddivisione della classe in gruppi di 4/5 alunni • Problem solving: studiare il problema e cercare la soluzione con propri metodi e procedure. • Relazione dei gruppi alla classe: riferire alla classe • Discussione tra gruppi • Sintesi del docente. PER LA P 4 C LO SCHEMA SI DIVERSIFICA IN: • Lettura(di gruppo in circolo) di un piccolo testo o esame di una serie di immagini • Stesura di una sequenza di domande • Confronto tra le possibili risposte • Sintesi del docente
Perchè il Debate? Debate Perché la caratteristica essenziale del dibattito è la possibilità di essere chiamati a sostenere opinioni in contrasto rispetto a quanto si pensa effettivamente: viene richiesta quindi allo studente una forma di flessibilità mentale e di apertura nei confronti di visioni diverse.
STRUTTURA: è un pubblico dibattito, svolto con tempi e regole precise, in cui due studenti o due squadre difendono opinioni opposte su un argomento assegnato, ponendosi in un campo (PRO) o nell’altro (CONTRO): è un’attività che viene gestita con autonomia, in relazione alla fascia d’età. Il docente (sostanzialmente un coach della squadra) interviene il meno possibile nelle attività di preparazione degli allievi, che devono documentarsi, suddividersi i compiti, prevedere una strategia di interventi, formarsi un’opinione (non necessariamente la propria) e difenderla. Per garantire che la discussione avvenga seguendo regole ben precise, alle quali tutti dovranno attenersi, sono previste due figure scelte all’interno della classe: il moderatore, che non prende parte al dibattito stesso e il garante del tempo prestabilito per gli interventi. Al termine, è l’insegnante che generalmente valuta la prestazione sotto vari aspetti (linguistico, logico, rispetto delle regole, interazione costruttiva con la squadra antagonista. . . ) e assegna un voto che misura le competenze raggiunte. Ma la valutazione può essere lasciata anche ad un «terzo»
Perché la narrazione sintetica? narrazione sintetica • Per il carattere fortemente gratificante proprio di un approccio narrativo; • Per il fatto che esso offre un accesso più semplice a concetti astratti e complessi, come già Platone, che faceva largo uso dei miti (racconti) nei suoi dialoghi, ben sapeva; • Per la capacità propria del meccanismo narrativo, supportato da elementi multimediali, di generare processi ermeneutico – interpretativi e correlazioni concettuali significative; • Per la facilità di memorizzazione del racconto sul piano cognitivo; • Per il notevole grado di coinvolgimento e il conseguente rafforzamento delle variabili motivazionali e dell’impegno che la narrazione offre; • Per la capacità di veicolare messaggi significativi e di forte impatto, strutturati secondo una logica di causa – effetto; • Perchè una storia genera altre storie, secondo il meccanismo della inter-testualità, favorendo lo scambio collaborativo delle conoscenze, il confronto dialogico, lo spirito critico e la ricerca di nuove interpretazioni e punti di vista su un problema e/o tema; • Per la capacità dell’approccio narrativo di favorire la conoscenza connettiva e la creatività combinatoria
SCOPI DELLO S. T. ● Comunicare le procedure per fare qualcosa ● Persuadere della bontà di un’idea ● Documentare i processi didattici durante un determinato percorso ● Metariflettere sul proprio atteggiamento durante le riprese
FASI DELLO S. T. 1. Pre-produzione 2. Produzione 3. Post produzione
1 -PRE-PRODUZIONE ● Progettazione ed individuazione di obiettivi e destinatari ● Progettazione soggetto: Si tratta di un breve testo o di una mappa che sintetizza la trama. Spesso si parte da un problema per mostrare a quali soluzioni si è approdati. Quando si sta per raccontare una storia, si effettuano delle scelte (consapevoli o meno) riguardo ad alcuni elementi di Narratologia, per esempio il rapporto fra fabula (ordine cronologico degli eventi) e intreccio (narrazione): farli coincidere oppure ricorrere a espedienti come analessi (flashback), prolessi (flashforward), ellissi? ● Progettazione e sceneggiatura story board: La sceneggiatura è generalmente un testo con una formattazione funzionale, contenente le battute dei personaggi e le indicazioni per la regia; lo storyboard è una sceneggiatura visuale: a seconda del prodotto che si intende realizzare. Si può ricorrere anche soltanto a una delle due tipologie di progettazione.
2 -PRODUZIONE: -creazione dei singoli media A seconda del tipo di prodotto che si è scelto di realizzare, cambia la combinazione di elementi che vi dovranno confluire. -montaggio
Fare attenzione a: ● Multimedialità (le persone apprendono meglio se i concetti sono presentati in maniera multimediale) ● Contiguità spaziale (immagini e parole vicine) ● Contiguità temporale (immagini connesse presentate nello stesso momento) ● Coerenza (abolire simboli e parole inutili) ● Modalità (immagini e narrazioni parlate e non scritte) ● Ridondanza (meglio animazioni e narrazioni piuttosto che immagini e testi)
POST-PRODUZIONE CONDIVISIONE attraverso i canali disponibili per una maggiore fruibilità ARCHIVIAZIONE
INTEGRAZIONE CDD/LIBRI DI TESTO PERCHE’ CAMBIARE: • Per superare la logica dello studio inteso come mero apprendimento mnemonico di testi scritti. • Per favorire l’approccio progettuale nei percorsi di formazione. • Per favorire la pratica laboratoriale nei percorsi di formazione. • Per contestualizzare i contenuti della formazione. • Per favorire l’integrazione degli strumenti digitali con quelli tradizionali. • Per sviluppare metodologie innovative di rappresentazione della conoscenza. • Per ridurre e ottimizzare la spesa destinata a libri di testo spesso in larga parte inutilizzati. E’ BENE SAPERE CHE…… Trattandosi di un utilizzo alternativo dei libri di testo si richiede al docente un particolare lavoro di ricerca e coordinamento
E. A. S. Acronimo di «Episodi di apprendimento situato» • Può essere visto come un oggetto di apprendimento , circoscritto e auto-consistente • Ha il fine di progettare esperienze di apprendimento situato • Propone compiti autentici e vuole promuovere apprendimento significativo • Idea del «montaggio di oggetti culturali»
Il metodo degli EAS deve essere considerato come un approccio integrale (e integrato) all'insegnamento che, certo, nel caso dell’utilizzo di dispositivi digitali mobili trova la propria applicazione preferenziale, ma che può funzionare a prescindere dalla loro presenza. Nel caso dell’utilizzo viene favorita la riconcettualizzazione della tecnologia come risorsa culturale "normale" per la didattica (è quanto avviene quando il cellulare, o il tablet, vengono usati in classe per svolgere attività di apprendimento).
SCHEMA –BASE • Momento preparatorio • Momento operatorio • Momento ristrutturativo Questo schema è valido sia per la metodologia F. C. che per quella dei Compiti di realtà
Nella nostra tradizione didattica il lavoro a casa è: • A posteriori • Scarsamente motivante • Favorisce la ripetizione • Fissa le routines
Con queste metodologie: • Svolge azione di recupero e rinforzo dei prerequisiti necessari ad affrontare la fase operatoria in aula • Mette in relazione il nuovo contenuto con le esperienze pregresse dei discenti e i relativi significati • Favorisce una prima ricognizione esplorativa sul tema
Tipologie di lavoro a casa (momento operatorio): • Lettura • Ricerca • Analisi • Esperienza
La fase iniziale del modulo (momento preparatorio): • Framework concettuale: elementi-chiave • Situazione-stimolo: provocare, mettere in discussione, enunciare una tesi • Consegna: piano di lavoro La fase finale del modulo (momento ristrutturativo): • L’insegnante svolge in classe il ruolo di facilitatore del lavoro dei gruppi • E «chiude» il percorso
5)CLASSE CAPOVOLTA PERCHE’ utilizzarla ? : • Trasferisce la titolarità dell’apprendimento dal docente agli studenti • Gli insegnanti diventano guide per comprendere piuttosto che dispensatori di fatti, e gli studenti diventano discenti attivi piuttosto che contenitori di informazioni
SCHEMA PROCEDURALE (simile a quello presentato per gli EAS ma incentrato sull’uso di risorse digitali): • Individuare un argomento • Scomporlo in segmenti significativi riproducibili in video di 8 -10 minuti • Fornire materiale di supporto e/o indicazioni per ricerche • Usare un archivio virtuale accessibile a tutti • Organizzare delle attività da svolgere poi in classe a gruppi per sciogliere i nodi concettuali • Monitorare e valutare
Con la FP è ovviamente possibile NON adottare testi scolastici, ma ciò è fattibile anche con altre metodologie «meno innovative» costruendo progetti (che possono anche diventare nella secondaria di II° grado percorsi di ASL)
6) COMPITI DI REALTA’ Perchè gli studenti possano: • TROVARE MOTIVAZIONE • SVILUPPARE PIU’ AMBITI COGNITIVI • UTILIZZARE MODALITA’ TIPICHE DEL LAVORO • LEGARE LA SCUOLA ALLA REALTA’ • «TOCCARE» IL PROPRIO APPRENDIMENTO • ESSERE MEGLIO VALUTATI
I c. di r. (che possono essere, nella secondaria di II° grado, pensati come percorsi di ASL) per essere efficaci devono essere: -ACCESSIBILI AGLI STUDENTI -FATTIBILI -SOSTENIBILI -ALLINEATI CON IL CURRICOLO
Esempi: -LAVORARE «COME» (GIORNALISTA, ARCHEOLOGO, SCIENZIATO…) -SFRUTTARE LE ATTIVITA’ ORDINARIE DELLA SCUOLA TRASFORMANDOLE IN COMPITI (ORGANIZZIAMO UNA GITA, …) -UTILIZZARE PROPOSTE CHE GIUNGONO DALL’ESTERNO In tutti i casi, comunque, l’obiettivo principale è coniugare l’apprendimento con la realizzazione concreta di un prodotto finale, valutandone l’intero processo
VALUTAZIONE Le nuove metodologie necessitano di nuovi strumenti di valutazione che dovranno necessariamente essere di tipo qualitativo ovvero RUBRICHE DI VALUTAZIONE Strumenti di non sempre facile formulazione ed utilizzo perché più complessi delle griglie ed implicanti prospettive teoriche obbligatoriamente interdisciplinari ed interculturali
MANIFESTO DI AVANGUARDIE EDUCATIVE La filosofia del movimento Avanguardie Educative, condivisa tra scuole partecipanti e l’Indire, ha preso la forma di un Manifesto per l’Innovazione articolato in sette punti chiave: 1) trasformare il modello trasmissivo della scuola 2) sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare 3) creare nuovi spazi per l’apprendimento 4) riorganizzare il tempo del fare scuola 5) riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza 6) investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti 7) promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile Da questi orizzonti di riferimento e partendo dall’esperienza delle scuole, ha origine la “galleria delle idee per l’innovazione” ovvero pratiche organizzative e didattiche innovative che incidono su tre dimensioni del fare scuola strettamente interconnesse tra loro: spazio, tempo e didattica. La didattica è il motore delle scelte che vanno ad impattare su tempo e spazio; il punto di partenza per innescare un cambiamento che superi le rigidità del calendario scolastico, l’orario delle lezioni e la parcellizzazione delle discipline (dimensione tempo), E i limiti strutturali dell’aula con i banchi allineati e gli arredi fissi che confliggono con la dinamicità dei processi comunicativi resi possibili dalle ICT (dimensione spazio).
ALCUNE INDICAZIONI BIBILOGRAFICHE E DI INDIRIZZI INTERNET: -PER LA P 4 C : WWW. FILOSOFARE. ORG (PERMETTE DI ENTRARE SUBITO NEL PORTALE DEL C. R. I. F. DOVE E’ POSSIBILE TROVARE QUALSIASI TIPO DI INFORMAZIONE ) ULTERIORI PUBBLICAZIONI: COLLANA «PICCOLI FILOSOFI» EDIZ. APE JUNIOR COLLANA DELLE EDIZ. LA NUOVA FRONTIERA DEDICATA AI GRANDI FILOSOFI (ES°: «LA CAVERNA MISTERIOSA» ) COLLANA «PICCOLE GRANDI DOMANDE» EDIZ. GIUNTI JUNIOR «IL LIBRO DEI GRANDI CONTRARI FILOSOFICI» DI O. BRENIFIERJ. DESPRES EDIZ. ISBN
WWW. AVANGUARDIEEDUCATIVE. INDIRE. IT OPPURE CERCARE SU YOUTUBE I FILMATI CARICATI DAL MOVIMENTO (CE NE SONO MOLTI PER OGNI TIPO DI PROPOSTA) UN INDIRIZZO SPECIFICO PER LA «CLASSE ROVESCIATA» è (IN INGLESE): WWW. FLIPPEDLEARNING. ORG UNO DEI MAGGIORI ESPERTI ITALIANI DI «CLASSE ROVESCIATA» è IL PROF. GRAZIANO CECCHINATO DELL’UNIV . DI PADOVA MENTRE PER UN APPROFONDIMENTO TEORICO SULLE «COMPETENZE» SONO INTERESSANTI PER ESEMPIO I LAVORI DELLA PROF. SSA GIULIANA SANDRONE DELL’UNIV. DI BERGAMO L’INDIRIZZO: INSEGNANTI 2. 0 CONTIENE SCAMBI DI ESPERIENZE SULL’UTILIZZO DELLE RISORSE DIGITALI Per la secondaria di II° grado interessante il sito del «Savoia. Benincasa» di Ancona
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