Formare per competenze valutare competenze Un approccio evidencebased
Formare per competenze, valutare competenze. Un approccio evidence-based. Roberto Trinchero Università degli studi di Torino roberto. trinchero@unito. it Slides disponibili su www. edurete. org/esp 1
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Esiti della formazione scolastica? Gardner (1991, ed it. 1993, p. 13 -14): n “Anche gli studenti meglio preparati e dotati di tutti i carismi del successo scolastico – regolare frequenza di scuole valide, valutazioni molto elevate, buoni punteggi nei test, riconoscimenti da parte degli insegnanti – n non mostrano una comprensione adeguata. […]. Posti di fronte a problemi elementari [tratti dal mondo reale] formulati in modo anche solo leggermente diverso da quello in cui li avevano affrontati a scuola […] n danno spiegazioni sostanzialmente identiche a quelle proposte da studenti che non si sono mai cimentati con quella disciplina. ” Gardner H. (1993), Educare al comprendere, Milano, Feltrinelli. 2
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Un esempio? n Domanda 1: la luce diurna: Quale tra queste affermazioni spiega perché sulla terra c’è alternanza tra giorno e notte? ¡ ¡ n A B C D la terra ruota intorno al suo asse il sole ruota intorno al suo asse l’asse della terra è inclinato la terra ruota intorno al sole Gli alunni italiani hanno risposto così: ¡ ¡ A 37, 6%, B 2, 4%, C 24, 00%, D 30, 5%. (Pisa 2006 - dati Invalsi) 3
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Ocse-Pisa 2009: Lettura Media OCSE: 493 4
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Ocse-Pisa 2009: Matematica Media OCSE: 496 5
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Ocse-Pisa 2009: Scienze Media OCSE: 501 6
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Ocse-Pisa 2012 – Risultati in Matematica 7
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Ocse-Pisa 2012 – Risultati in Lettura 8
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Ocse-Pisa 2012 – Risultati in Scienze 9
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Cosa rilevano gli item Ocse-Pisa? «Titoli di studio migliori non si traducono automaticamente in capacità migliori, lavori migliori e livelli di vita migliori. Con il Pisa cerchiamo di cambiare tutto questo […] e abbiamo trovato un punto di vista molto particolare: eravamo meno interessati alla capacità degli studenti di riprodurre quello che avevano imparato a scuola ma volevamo verificare se erano in grado di estrapolare da quello che sanno e applicare la loro conoscenza in situazioni diverse […] e qualcuno dice che è ingiusto perché esaminiamo gli studenti con problemi che non hanno mai visto prima. Ma se seguite quella logica dovete considerare ingiusta la vita stessa perché l’esame della vita vera non è nella nostra capacità di ricordare quello che abbiamo imparato a scuola, ma se siamo preparati per il cambiamento, se siete preparati a lavori che non sono stati creati, a usare tecnologie che non sono state inventate, a risolvere problemi che non possiamo anticipare oggi. » Andreas Schleicher (coordinatore del progetto OCSE-PISA)(2012), Use data to build better schools, 10 www. ted. com/talks/andreas_schleicher_use_data_to_build_better_schools. html
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Formare per competenze, valutare competenze Formare/valutare per Formare/valutare conoscenze/abilità per competenze Problemi “chiusi”: un solo modo di interpretare il problema Modo di affrontarlo Una soluzione univoca Problemi “aperti” a più interpretazioni Modo per valutare la propria azione Riflessione sulle proprie strategie “Lettura” del problema Feedback giusto/sbagliato Più strategie di soluzione 11
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Cos’è una competenza? n n “Competenza” indica la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; Le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. DM 139/07 (Normativa sul nuovo Obbligo di Istruzione): www. pubblica. istruzione. it/news/2007/allegati/obbligo_istruzione 07. pdf 12 EQF (Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli): http: //ec. europa. eu/education/policies/educ/eqf 08_en. pdf pag. 11
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Indicatori dell’agire con competenza: n n n MOBILITAZIONE n Risorse (conoscenze, capacità di base, atteggiamenti, …, dell’allievo) (R) Strutture di interpretazione (come l’allievo “legge” ed assegna significato alle situazioni) (I) Strutture di azione (come l’allievo agisce in risposta ad un problema) (Z) Strutture di autoregolazione (come l’allievo apprende dall'esperienza e cambia le proprie strategie in funzione delle sollecitazioni provenienti dal contesto) (A) 13 Trinchero R. (2006), Valutare l’apprendimento nell’e-learning. Dalle abilità alle competenze, Trento, Erickson, pp. 195 -229. Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, Franco. Angeli.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Valutare le competenze con il modello R-I-Z-A n n Performance assessment su problemi tratti dal mondo reale Item “competence-based” ¡ ¡ Non richiedono la semplice applicazione meccanica di procedure risolutive Esempio: indagini Ocse-Pisa 14
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Esempio: Problema del carpentiere Un carpentiere ha 32 metri di tavole. Quali di questi recinti può realizzare? 15
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Problema del carpentiere Risorse Conoscere il concetto di somma e di perimetro Conoscere le proprietà dei triangoli Saper effettuare una somma, … Strutture di interpretazione Saper cogliere il fatto che la soluzione del problema non sta nell’applicazione di un algoritmo, ma in un ripensamento delle figure Strutture di azione Saper ricondurre una figura geometrica non conosciuta ad una conosciuta Strutture di autoregolazione Saper valutare le proprie strategie confrontandole con gli obiettivi e con i dati a disposizione. 16
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Il Profilo di competenza associato al problema del carpentiere Allievo “abile” Risorse Conosce il concetto di somma e di perimetro, sa effettuare somme, … … Allievo “competente” Conosce il concetto di somma e di perimetro, sa effettuare somme, … Strutture di Si chiede “Quando interpretaz abbiamo trattato queste ione figure a scuola? ” Legge il problema come “Trasformare le figure irregolari in figure note” Strutture di Cerca, senza successo, azione di applicare una formula risolutiva nota Trasforma le figure irregolari in figure note Strutture di Rinuncia a risolvere il autoregola problema (“Non lo zione abbiamo trattato a scuola) Se la trasformazione non porta ad una soluzione, cerca trasformazioni alternative. 17
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Valutare competenze 18
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Valutare competenze n n n Costruire situazioni-problema valutative, mai viste prima dall’allievo in quella forma, in cui ci si aspetta che l’allievo eserciti un «agire con competenza» ; Osservare le strutture di interpretazione, autoregolazione messe in atto dall’allievo e confrontarle con le prestazioni attese definite sui profili di competenza; Formulare un giudizio sulla base di più prove di questo tipo, diluite nel tempo. 19
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Esempi di buone situazioniproblema (1) Sei con due amici e decidete di fare merenda con dei biscotti. Nella scatola sono rimasti quelli che vedi in figura. Come potete dividervi i biscotti in modo che tutti ne abbiano la stessa quantità [e qualità]? 20
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Profilo di competenza Livello A - Avanzato Livello B Intermedio Livello C - Base Livello D - Iniziale Strutture di interpretazi one Coglie la necessità di suddividere i biscotti in categorie. Coglie la necessità di utilizzare i numeri decimali. Manifesta difficoltà nel cogliere la necessità di suddividere i biscotti in categorie. Manifesta difficoltà nel cogliere la necessità di utilizzare i numeri decimali. Strutture di azione Suddivide correttamente in categorie i biscotti. Esegue in modo corretto divisioni decimali ed approssimazioni. Esegue in modo corretto le divisioni (con o senza decimali) solo se guidato dall’insegnante. Strutture di autoregola zione Giustifica le proprie scelte motivandole in modo opportuno. Autovaluta in modo corretto la sua prestazione sulla base di una griglia di criteri che gli viene fornita Manifesta difficoltà nel fornire giustificazioni plausibili per le strategie adottate. Compie errori nell’autovalutare il proprio operato. 21
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Esempi di buone situazioniproblema (2) Guarda questa figura tratta da una pubblicità. Secondo te cosa ci vuole dire? Da cosa lo capisci? Perché l’auto è gialla? Perché è girata proprio in quel modo? 22
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Profilo di competenza Livello A - Avanzato Livello B - Intermedio Livello C - Base Livello D - Iniziale Strutture di interpreta zione Coglie gli elementi chiave della comunicazione: ponte stretto e a curve, auto gialla orientata a tre quarti appena uscita dal ponte. Manifesta difficoltà nel cogliere gli elementi chiave della comunicazione, ma si limita a fornire una descrizione dell’immagine. elementi chiave della comunicazione. Strutture di azione Formula risposte pertinenti, utilizzando correttamente il lessico. Formula una descrizione adeguata, utilizzando correttamente il lessico. Formula una descrizione adeguata solo se aiutato dall’insegnante. Non usa correttamente il lessico. Strutture di autoregol azione Giustifica le proprie risposte motivandole in modo opportuno. Autovaluta in modo corretto la sua prestazione sulla base di una griglia di criteri che gli viene fornita Manifesta difficoltà nel fornire giustificazioni plausibili per le proprie risposte. Compie errori nell’autovalutare il proprio operato. Manifesta difficoltà nel fornire giustificazioni plausibili per le proprie risposte. Compie errori nell’autovalutare il 23 proprio operato.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Esempi di buone situazioniproblema (3) Colloca i seguenti oggetti/animali/personaggi sulla linea del tempo e spiega perché li hai collocati proprio in quel punto. Se non li conosci aiutati con la Rete. Dinosauri Re Artù Popolo Maya Indiani Apache Lupin III Lady Oscar Preistoria Età antica 7000 a. c. Medioevo 456 d. c. Età moderna 1492 d. c. Età contemporanea 1815 d. c. 24
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Profilo di competenza Livello A - Avanzato Livello B - Intermedio Livello C - Base Livello D - Iniziale Strutture di interpretazio ne Coglie il fatto che alcuni oggetti da collocare sono frutto della realtà storica, altri sono frutto di fantasia narrativa. Coglie gli elementi chiave di ciascun personaggio che consentono di collocarlo in una data epoca storica (es. l’abbigliamento, l’acconciatura, ecc. ). Coglie il fatto che alcuni oggetti da collocare sono frutto della realtà storica, altri sono frutto di fantasia narrativa. Coglie gli elementi chiave di ciascun personaggio che consentono di collocarlo in una data epoca storica. Manifesta difficoltà nel cogliere la distinzione realtà storica/fantasia narrativa. Coglie solo alcuni elementi chiave dei personaggi. Manifesta difficoltà nel cogliere la distinzione realtà storica/fantasia narrativa. Manifesta difficoltà nel cogliere gli elementi chiave dei personaggi. Strutture di azione Colloca in modo corretto gli oggetti sulla linea del tempo. Utilizza in modo opportuno gli strumenti informatici a propria disposizione per stabilire l’epoca relativa a ciascun oggetto. Colloca in modo corretto sulla linea del tempo solo alcuni oggetti. Non utilizza in modo opportuno gli strumenti informatici a propria disposizione per stabilire l’epoca relativa a ciascun oggetto. Colloca in modo corretto sulla linea del tempo gli oggetti solo con l’aiuto dell’insegnante. Non utilizza in modo opportuno gli strumenti informatici a propria disposizione per stabilire l’epoca relativa a ciascun oggetto. Strutture di autoregolazi one Motiva adeguatamente le proprie scelte di collocazione. Autovaluta in modo corretto la sua prestazione sulla base di una griglia di criteri che gli viene fornita. Manifesta difficoltà nel fornire motivazioni plausibili per le proprie collocazioni. Compie errori nell’autovalutare il proprio operato. Manifesta difficoltà nel fornire motivazioni plausibili per le proprie collocazioni. Compie errori 25 nell’autovalutare il proprio operato.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Esempi di buone situazioniproblema (4) Leggi questa opinione su una nota bevanda commerciale, trovata in un blog su Internet. Secondo te chi ha scritto questo testo? Quali sono i suoi scopi? Le informazioni che riporta sono vere? Prova a cercare fonti che le confermino con un motore di ricerca. Ragazzi non bevete la red bull!!!mai piu ok? ? LA VERITA' SULLA BEVANDA RED BULL Questa bevanda è in vendita in tutti i supermercati del nostro paese. I nostri figli e amici, quando vogliono, la possono provare. . . e può essere mortale. Red Bull fu creata per stimolare il cervello in persone sottoposte a un grande sforzo fisico e non per essere consumata come bevanda innocente o rinfrescante. Red Bull è la bevanda che si commercializza a livello mondiale con il suo slogan: 'Aumenta la resistenza fisica, facilita la capacita di concentrazione e la velocità di reazione, da più energia e migliora lo stato d'animo'. Tutto questo lo puoi trovare in una lattina di Red Bull, la bevanda energizzante del millennio (secondo i suoi proprietari) Red Bull è riuscita ad arrivare in quasi 100 paesi di tutto il mondo. La marca del Toro Rosso, ha come principali consumatori i giovani e gli sportivi, che la usano per gli stimoli che produce. PERO' LA VERITA' SU QUESTA BEVANDA E' UN ALTRA!! In Francia e Danimarca l'hanno appena proibita per essere un cocktail di morte, dovuto ai suoi componenti di vitamine mischiate a GLUCURONOLACTONE, agente chimico altamente pericoloso, sviluppato dal Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti, durante gli anni 60 per stimolare il morale delle truppe mandate 26 in VIETNAM, il quale era come una droga allucinogena che […]
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Profilo di competenza Livello A - Avanzato Livello B - Intermedio Livello C - Base Livello D - Iniziale Strutture di interpretazi one Coglie gli elementi chiave del testo: pericolo mortale, stimolazione del cervello, slogan, diffusione mondiale, principali consumatori, divieto in Francia e Danimarca, presenza di glucuronolactone, collegamento con la guerra del Vietnam. Coglie gli elementi chiave del testo. Manifesta difficoltà nel cogliere gli elementi chiave del testo o ne coglie solo alcuni, se guidato dall’insegnante. Strutture di azione Trova su internet materiali affidabili che dimostrano/smentiscono gli elementi chiave del testo. Formula giudizi in modo corretto. Identifica in modo corretto il possibile autore del testo e i suoi scopi. Trova su internet materiali di dubbia affidabilità che dimostrano/smentiscono gli elementi chiave del testo. Formula giudizi minimali. Identifica in modo corretto il possibile autore del testo ma non i suoi scopi o viceversa. Manifesta difficoltà nel trovare materiali pertinenti su internet. Formula giudizi solo se guidato dall’insegnante. Identifica l’autore e i suoi scopi solo se guidato dall’insegnante. Giustifica le proprie risposte motivandole in modo opportuno. Autovaluta in modo corretto la sua prestazione sulla base di una griglia di criteri che gli viene fornita Manifesta difficoltà nel fornire giustificazioni plausibili per le proprie risposte. Compie errori nell’autovalutare il proprio operato. Manifesta difficoltà nel fornire giustificazioni plausibili per le proprie risposte. Compie errori nell’autovalutare il 27 proprio operato. Strutture di autoregolaz ione
Esempi di buone situazioniproblema (5) Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Leggi la seguente storia a fumetti e poi… 28
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Narrare partendo da un dato punto di vista 29
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Profilo di competenza Livello A - Avanzato Livello B - Intermedio Livello C - Base Livello D - Iniziale Strutture di interpretazi one Coglie gli elementi chiave della storia (la sequenza degli eventi, il fatto che Minni è socievole mentre l’uomo con il cappello è scorbutico; il fatto che sia anomalo portare il cappello in casa, il fatto che Minni esprima dubbi sull’aspetto dell’uomo e sulle sue maniere, ecc. ). Coglie gli elementi chiave della storia. Manifesta difficoltà nel cogliere gli elementi chiave della storia o ne coglie solo alcuni, se guidato dall’insegnante. Strutture di azione Formula correttamente le due narrazioni tenendo conto dei fatti di cui dispone. Dimostra di sapersi mettere nei panni del personaggio. Esprime ipotesi personali plausibili non strettamente legate alla realtà fattuale (es. il vero obiettivo di Minni non è quello di ottenere dello zucchero ma di conoscere i vicini; l’uomo con il cappello è un malfattore, ecc. ). Formula correttamente le due narrazioni tenendo conto dei fatti di cui dispone. Dimostra di sapersi mettere nei panni del personaggio. Formula narrazioni essenziali. Manifesta difficoltà nel mettersi nei panni del personaggio. Formula narrazioni essenziali solo se aiutato dall’insegnante. Manifesta difficoltà nel mettersi nei panni del personaggio. Strutture di autoregolaz ione Argomenta adeguatamente le scelte alla base delle due narrazioni e le ipotesi personali espresse. Manifesta difficoltà nell’argomentare in modo adeguato e scelte alla base delle due narrazioni. Manifesta difficoltà nell’argomentare in modo adeguato 30 e scelte alla base delle due narrazioni.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Certificare competenze 31
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Livelli di certificazione (scuola primaria e secondaria di primo grado) A– Avanzato L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli. B– L’alunno/a svolge compiti e risolve Intermedio problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite. C – Base L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese. Risolve in modo autonomo problemi che richiedono scelte molteplici e non banali (=originali, non convenzionali), in situazioni mai viste prima nella didattica. Sa argomentare efficacemente e consapevolmente le proprie scelte ed opinioni. Risolve in modo autonomo problemi che richiedono di scegliere le risorse da utilizzare nel bagaglio di quelle possedute, in situazioni mai viste prima in quella forma nella didattica. Competente con originalità e padronanza Risolve in modo autonomo problemi puramente esecutivi (che richiedono solo di applicare, non di scegliere), anche in situazioni non perfettamente analoghe a quelle didattiche. Esecutore autonomo D– Iniziale Risolve problemi puramente esecutivi (che richiedono solo di applicare, non di scegliere), solo se guidato, anche se in situazioni note. Non autonomo L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note. Miur (2015), Linee guida per la certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione, http: //www. istruzione. it/comunicati/focus 170215. html Competente 32
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Il DM 9 del 27 gennaio 2010: tre livelli → Esecutore, in situazioni semplici (problemi chiusi) → Competente, in situazioni note e complesse (problemi aperti, già affrontati in quella forma) → Competente, anche in situazioni non note e complesse (problemi aperti, mai affrontati in quella forma) 33
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Programmare per competenze 34
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino R-I-Z-A a scuola Risorse Acquisire informazione, sviluppare capacità di base e atteggiamenti (disposizioni) Strutture di Interpretazi one Insegnare a leggere la realtà e le realtà: cogliere, interpretare, decostruire Strutture di a. Zione Fornire strumenti per avere un impatto sulla realtà: costruire opinioni e artefatti, comunicare, cambiare il proprio mondo Strutture di Mettere in grado di riflettere sulle proprie Autoregolaz interpretazioni ed azioni: instillare il dubbio, ione mettersi in discussione, cambiare le proprie strategie, migliorare se stessi 35
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Strutture di interpretazione n Il soggetto competente: ¡ ¡ ¡ Ha un ricco repertorio di “modelli del mondo” utili per interpretare i problemi; Sa inquadrare il problema nella categoria corretta; Capisce se è il caso di riformularlo o meno; Capisce qual è la richiesta che gli viene fatta; Capisce quali sono i dati che gli servono e quelli che non gli servono. 36
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Strutture di interpretazione: possibili descrittori n n n n Cogliere … (elementi chiave, collegamenti e relazioni, …) Identificare … (dati e incognite, obiettivi, punti non chiari, …) Individuare … (elementi chiave, collegamenti e relazioni, risorse necessarie, …) Localizzare … (informazioni, concetti, …) Riconoscere …(situazioni problematiche, informazioni date e informazioni mancanti, …) Scegliere … (le risorse più opportune, …) Selezionare … (le risorse più opportune, …) 37 Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola , Milano, Franco. Angeli.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Strutture di azione n Il soggetto competente: ¡ ¡ ¡ Ha un repertorio ricco e flessibile di strategie, per cui se una si rivela inadeguata passa ad un’altra; Affronta il problema con una o più strategie efficaci; Affronta il problema con una o più strategie efficienti; 38
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Strutture di azione: possibili descrittori (1/2) n n n n Analizzare … (contenuti, processi, …) Attribuire … (punti di vista, posizioni di autori differenti, …) Calcolare … (applicando algoritmi, …) Classificare … (contenuti, processi, soluzioni, …) Confrontare … (contenuti, processi, soluzioni, strategie, …) Costruire … (prodotti, …) Descrivere … (oggetti, processi, soluzioni, …) Dimostrare … (soluzioni, …) Eseguire … (procedure, …) Formulare … (piani di azione, strategie, soluzioni, …) Ideare … (soluzioni, strategie, …) Ipotizzare … (soluzioni, strategie, …) Organizzare … (contenuti, processi, eventi, …) Pianificare … (sequenze di azioni, processi, strategie, …) 39 Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola , Milano, Franco. Angeli.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Strutture di azione: possibili descrittori (2/2) n n n n Produrre … (prodotti, …) Progettare … (soluzioni, strategie, …) Rappresentare graficamente … (contenuti, processi, problemi, soluzioni, strategie, …) Realizzare … (prodotti, elaborati, …) Riassumere … (contenuti, processi, …) Ricavare … (implicazioni, conclusioni, sintesi, …) Riformulare … (problemi, soluzioni, strategie, …) Spiegare … (fenomeni, processi, …) Tradurre da un formalismo ad un altro … (contenuti, processi, …) Trovare esempi di … (contenuti, processi, …) Trovare similarità e differenze in … (contenuti, processi, …) Utilizzare un modello per … (risolvere un problema, …) Utilizzare una procedura per … (risolvere un problema, …) 40 Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola , Milano, Franco. Angeli.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Strutture di autoregolazione n Il soggetto competente: ¡ ¡ Capisce quando è il momento di cambiare modello di interpretazione e/o strategie di azione; Si rende conto dei punti di forza del suo lavoro, soprattutto se lo compara con un altro o con un insieme di criteri di autovalutazione; Idem per i punti di debolezza; Sa argomentare per giustificare le proprie scelte (sa spiegare perché ha fatto così). 41
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Strutture di autoregolazione: possibili descrittori n n n n Argomentare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Chiarificare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Criticare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Difendere … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Giudicare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Giustificare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Motivare … (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) Trovare errori … (nelle proprie proposte, nelle proprie soluzioni, nelle strategie applicate nella risoluzione di un problema, …) 42 Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola , Milano, Franco. Angeli.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino E i contenuti (le Risorse) dove sono? Nelle parentesi. Sono le rappresentazioni mentali (conoscenza fattuale, concettuale, procedurale, metacognitiva) su cui si applicano i vari processi mentali definiti dai verbi elencati. Classificare … (oggetti, concetti, procedure, saperi, …) Processo cognitivo Contenuti Anderson L. W. , Krathwohl D. R. et al. (2001), A taxonomy for learning, teaching, and assessing. A revision of Bloom’s taxonomy of educational objectives, New York, Addison Wesley Longman. 43
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Insegnare per competenze 44
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Partire da situazioni-problema vicine al mondo reale dello studente … Avete due schede telefoniche. Quella dell’operatore Megafone vi offre telefonate verso tutti gli altri operatori a 15 centesimi di scatto alla risposta e 9 centesimi al minuto per la conversazione. Quella dell’operatore Gim, per telefonate verso tutti gli altri operatori, vi offre uno scatto alla risposta di 5 centesimi e 12 centesimi al minuto per la conversazione. Con quale scheda vi conviene fare telefonate della seguente durata: - 1 minuto - 2 minuti - 3 minuti - 4 minuti - 5 minuti 45
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Tariffe cellulari 46
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Ciclo di Apprendimento Esperienziale (CAE): un esempio di applicazione in classe 0 Un problema aperto, sfidante, tratto dal mondo reale, proposto alla classe. 0 Problema 1 Gli studenti, da soli, a coppie (meglio) o gruppi di 3, “inventano” una soluzione sulla base delle loro conoscenze attuali. Le coppie sono formate in modo mirato dall’insegnante che sceglie il ragazzo che ha più difficoltà come relatore di coppia. 1 Esperienza 5 Applicazione 2 Comunicazione 2 Il relatore della coppia racconta la soluzione inventata dalla coppia alla classe, in un tempo limitato, e spiega come ci sono arrivati. 3 L’insegnante e i compagni individuano i punti di forza e i punti di debolezza della soluzione trovata. L’insegnante li riassume alla lavagna in una tabella a due colonne: «buone soluzioni» e «soluzioni discutibili» . 4 Generalizzazione 3 Analisi 4 La classe (aiutata dal docente) cerca di trovare una (o più) soluzioni ottimali attingendo alle buone idee emerse. Il docente integra quanto emerso con una breve lezione frontale. Le buone soluzioni (ma soprattutto le regole da seguire per trovarla) vengono scritte su un cartellone che viene appeso in classe. 5 La classe applica la soluzione ottimale trovata alla risoluzione di un problema analogo ma che presenta un piccolo livello di difficoltà in più. 47 Pfeiffer J. W. , Ballew A. (1988), Using Structured Experiences in Human Resource Development, San Diego, University Associates.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Esempio n n n 0. Problema: Con quale scheda telefonica mi conviene fare telefonate della durata di … ? 1. Esperienza: Gli allievi, organizzati in coppie «mirate» , propongono soluzioni al problema. 2. Comunicazione: A turno il relatore della coppia (scelto dal docente) racconta la soluzione proposta. 3. Analisi: Quali sono le “buone idee” emerse? E quelle “meno buone”? Quali “buone idee” può suggerire l’insegnante? 4. Generalizzazione: Mettendo insieme tutte le “buone idee” emerse (e quelle che proporrà l’insegnante, se non ne sono emerse a sufficienza…) cerchiamo di costruire una soluzione comune e di formalizzarla. 5. Applicazione: Con questa soluzione così costruita cercate di risolvere un problema analogo proposto dall’insegnante (es. costo di un viaggio). 48 Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola , Milano, Franco. Angeli.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Si fa didattica per competenze se: 1) Si propongono agli studenti problemi aperti (= che ammettono molteplici strategie di soluzione), che gli studenti non hanno mai affrontato prima in quella forma, chiedendo loro di «inventare» delle soluzioni per far emergere le loro attuali strutture di Interpretazione, Azione ed Autoregolazione (e le Risorse ad esse connesse); 2) si fornisce un feedback su «buone idee» e «idee da migliorare» ; 3) successivamente si propongono «buoni metodi» e «buoni esempi di soluzioni» , a partire da quanto è emerso; 4) si chiede agli studenti di applicare tali metodi e soluzioni su problemi nuovi con un livello di difficoltà in più, per consolidarli ed automatizzarli. 49
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Evidenze empiriche a favore del Ciclo di Apprendimento Esperienziale (CAE) Chi ci dice che le Attività strutturate con il ciclo di Apprendimento Esperienziale siano davvero efficaci nel promuovere apprendimento? Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, Franco. Angeli. Trinchero R. (2013), Sappiamo davvero come far apprendere? Credenza ed evidenza empirica. , Form@re, Numero 2, Volume 13, anno 2013, pp. 52 -67, http: //www. fupress. net/index. php/formare/article/view/13256/12512. 50
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino John Hattie (2009), Visible Learning Sintesi di più di 50. 000 ricerche (200 milioni di studenti) sui fattori che influenzano il successo scolastico Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 51
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Porre obiettivi «sfidanti» Problema di partenza nel ciclo di AE Effect Size= 0, 56 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 52
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Peer tutoring Lavoro a coppie con uno studente più «bravo» e uno meno (fase di Esperienza) Effect Size= 0, 55 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 53
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Autoverbalizzazione Chiedere di raccontare ciò che hanno fatto nella fase di Esperienza (fase di Comunicazione) Effect Size= 0, 64 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 54
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Reciprocal teaching Le coppie spiegano la loro soluzione alla classe (fase di Comunicazione) Effect Size= 0, 74 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 55
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Feedback studenti docente e docente studenti Far emergere ciò che i ragazzi sanno (fase di Comunicazione) e dare valutazioni (fase di Analisi) ed integrazioni (fase di Generalizzazione) Effect Size= 0, 73 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 56
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Valutazione formativa Analizzare la correttezza di ciò che i ragazzi sanno (fase di Analisi) e fornire ciò che manca (fase di Generalizzazione) Effect Size= 0, 90 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 57
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Strategie metacognitive Far riflettere i ragazzi sulla correttezza della propria soluzione (fase di Analisi) Effect Size= 0, 69 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 58
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Problem solving teaching Dare «buone strategie di soluzione» alla classe (fase di Generalizzazione) Effect Size= 0, 61 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 59
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Worked examples Dare esempi di «buone soluzioni» alla classe (fase di Generalizzazione) Effect Size= 0, 57 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 60
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Pratica distribuita Chiedere di utilizzare più volte e riprendere i concetti e strategie nei vari cicli di AE Effect Size= 0, 71 Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 61
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Programmi piagetiani Partire dal concreto per giungere progressivamente all’astratto. Indurre gli studenti a far emergere i loro schemi attuali (Activation) attraverso l’esperienza concreta (Concrete), guidare gli studenti ad assegnare un senso a questa, ad astrarre principi (Invent) e ad applicarli ad un nuovo problema (Apply). Effect Size= 1, 28 L’apprendimento è possibile nei limiti imposti dal livello di sviluppo del bambino/ragazzo nel momento in cui inizia l’insegnamento. Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 62
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Per approfondimenti… Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, Franco. Angeli. 63
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Domande frequenti … (e risposte) 64
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Come conciliare la formazione per competenze con l'esame di Stato (attuale e futuro) al termine del secondo ciclo? L’esame di Stato (presente e passato) non ha mai chiesto agli studenti di applicare pedissequamente delle procedure, ma di interpretare situazioni problematiche mai affrontate precedentemente in quella forma nella didattica (I), definire e mettere in atto strategie di soluzione (Z), argomentare la fondatezza delle proprie interpretazioni e strategie (A), utilizzando in situazione le risorse acquisite nella formazione scolastica (R). Il modello R-I-Z-A è quindi applicabile a tutte le prove presenti e passate (e future). 65
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Immaginando di rimandare alla quinta la preparazione contenutistica finalizzata all'esame di Stato, realisticamente quanti CAE posso fare in un anno scolastico intermedio, con due ore settimanali e quindi sessanta ore annuali? E’ sbagliato pensare che la preparazione contenutistica (R) sia slegata dalla costruzione di strutture di pensiero (I-Z-A) che consentono a questi contenuti di essere mobilitati (e quindi di uscire dal «contenitore» ). I quattro elementi devono essere costruiti di pari passo. Non vi è un numero fisso di CAE da somministrare in un anno scolastico. Potrebbe essere buona norma alternare lezioni tradizionali e CAE (es. 1 al mese) per consolidare la comprensione di quanto acquisito nelle lezioni tradizionali ed individuare le lacune. I CAE possono sostituire le prove di valutazione formativa in itinere. Con poche ore settimanali a disposizione è possibile utilizzare 66 il CAE nell’ambito di attività di flipped classroom.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Per le discipline prevalentemente procedurali come matematica, si può pensare di dare ai ragazzi tutte le abilità scolastiche richieste dagli esami finali tramite i CAE o anche qui occorre alternare e quindi usare un CAE ogni tanto per motivare lungo l'anno e poi uno a fine anno per certificare le competenze? E’ possibile strutturare TUTTO il percorso didattico di TUTTE le discipline con i CAE e fornire con essi le Risorse (conoscenze, abilità/capacità, atteggiamenti) e le strutture necessarie. Ovviamente per fare questo l’insegnante deve disporre di un repertorio esaustivo di buone situazioni-problema e i ragazzi devono abituarsi a lavorare in questo modo. Meglio partire quindi alternando CAE a lezioni tradizionali e in CIASCUN CAE (e non solo a fine anno) raccogliere informazioni sugli allievi utili per la certificazione delle competenze). Lo svolgimento dei CAE NON SOSTITUISCE le Prove di certificazione delle competenze, ma prepara gli allievi a svolgerle al meglio e fornisce informazioni integrative e complementari a quelle delle Prove. 67
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino E’ indispensabile che tutto il Collegio lavori per CAE o si può iniziare in ordine sparso? E’ preferibile che parta un piccolo gruppo di insegnanti motivati, sperimenti il CAE nelle proprie classi, acquisisca la necessaria esperienza sul campo di progettazione e gestione dei CAE in classe e successivamente ciascuno di questi «innovatori» potrà fare da tutor ad uno o più colleghi della medesima disciplina o di discipline analoghe. Particolarmente efficace è il lavoro a coppie tra insegnanti, sia nella fase di innovazione sia nella fase di messa a regime. 68
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Come si può ridurre la mole di lavoro aggiuntivo richiesta dalla certificazione delle competenze rispetto ai tradizionali voti decimali? Non considerando i voti decimali come un feticcio. E’ sbagliato ricodificare i voti in livelli di competenza, ma può essere corretto fare il contrario: si assegna all’allievo il livello di competenza definito dalle sue prestazioni nei CAE e nelle Prove di competenza e si ricodifica questo in voto, ad esempio, secondo la logica: livello base→ 6; livello intermedio→ 7 o 8; livello avanzato→ 9 o 10. E’ comunque errato fare la media aritmetica dei voti, dato che non rappresentano quantità cardinali. La mole di lavoro nella costruzione di buone situazioni problema si riduce con il lavoro in team e la divisione del lavoro: se a scuola abbiamo 10 insegnanti di matematica ed ognuno di loro progetta e sperimenta una situazione-problema in CAE su un argomento differente, a fine anno avremo in carniere 10 situazioni-problema 69 collaudate da utilizzare il prossimo anno.
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Se insegno e valuto curando lo sviluppo di tutto lo spettro delle abilità definite dalla tassonomia di Anderson & Krathwohl non sto insegnando per competenze? No. La competenza non è un somma di conoscenze ed abilità (per quanto complesse e di alto livello) ma è la MOBILITAZIONE COORDINATA di queste di fronte ad una situazione-problema mai affrontata prima in quella forma. Per questo non si può prescindere da un profilo di competenza che contenga descrittori delle dimensioni R-I-Z -A che non vanno attivate in modo slegato ma coordinato ed efficace all’interno di un’unica situazione problema, mai affrontata prima in quella forma (se la situazione fosse stata già affrontata prima in quella forma nella didattica non vi sarebbe MOBILITAZIONE ex novo di Risorse per Interpretare, Agire, Riflettere sulla situazione, ma semplice APPLICAZIONE esecutiva di procedure predefinite). 70
Roberto Trinchero – Dip. di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli studi di Torino Grazie … roberto. trinchero@unito. it Questa presentazione è disponibile su www. edurete. org 71
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