Filologia classica V Bibliografia per la critica testuale
Filologia classica V Bibliografia per la critica testuale M. L. West, Critica del testo e tecnica dell’edizione, Palermo (L’Epos ed. ), 1991
Edizione critica • L’incertezza della tradizione: ricerca dell’identità di un testo. • L’apparato critico. Il lettore dipende dall’editore. • Esame dei dati esposti nell’apparato su cui si esercita il giudizio del moderno lettore di un testo • Vari tipi di apparato • La sezione dei Testimonia • La sezione dei loci similes
Tradizione manoscritta • La tradizione manoscritta non è un processo meccanico di accumulazione di errori • Lo scriba può correggere il testo che sta di fronte (antigrafo) senza far ricorso ad un’altra copia, senza cioè collazionare (confrontare). • L’apografo (il testo copiato) può essere più accurato dell’antigrafo. • Ma alcune correzioni dello scriba possono essere errate. Questo tipo di corruttela è più insidioso dell’errore di trascrizione per inavvertenza
Collazione • Il fatto che il confronto di diversi manoscritti evidenzi varianti non è una scoperta moderna (già nell’antichità e nel medioevo) • La variante poteva essere inserita nella nuova copia come una correzione o essere annotata a margine nel nuovo manoscritto o tra un rigo e l’altro • Il confluire di lezioni da più di un antigrafo è noto come contaminazione.
Emendamento • Gli errori della citazione mnemonica • La modernizzazione ortografica e la tendenza in età ellenistica a conservare forme dialettali originarie • Emendamenti più appariscenti nel medioevo e nel rinascimento piuttosto che nell’antichità • L’emendamento più recente rappresenta un problema più serio • Le congetture degli antichi sono ricordate a volte negli scolii, ma raramente influenzano la tradizione testuale
Medioevo • Quando le copie erano poche e la corruzione frequente, gli scribi emendavano quel che non riuscivano a leggere o che erano incapaci di comprendere, e certe volte quel che sembrava loro ametrico • Mutamenti semiconsci e inconsci apportati dagli scribi nella trascrizione. Non di origine visuale, ma fonetica o psicologica. Quando si scrive si tende a pronunziare tra sé le parole. Si può scrivere una parola che ha suono simile a quella che si ha in mente
Errori Ortografici • Metatesi: suscipit, suspicit • Semplificazione gruppi di consonanti • Sostituizione di una parola con un’altra per associazione mentale (pylai e thyrai sono spesso varianti) • Parola simile copiata poco prima • Reminiscenze di autori noti
Errori (segue) • Parte finale di versi e periodi (poesia lirica) più corrotti perché coincidono con la fine del brano che lo scriba ha in mente mentre sta copiando • L’amanuense può alterare l’ordine delle parole • La tendenza alla semplificazione nell’ordine delle parole= banalizzazione, eliminazione forme inconsuete • Asindeto eliminato con l’introduzione di una congiunzione
Errori (segue) • Esplicitazione dei sottintesi • Completamento costruzioni ellittiche • La glossa: parola inserita nell’interlinea che spiega una parola o una frase del testo. • Una glossa rischia di essere scambiata per una correzione (es. nome proprio al posto di una circonlocuzione) • Annotazioni marginali che penetrano nel testo
Errori (segue) • Assimilazione alla parola vicina (es. le desinenze) • Assimilazione in corpo di parola (Roman invece di Rome in un testo inglese, perché dopo c’era human) • Aplografia (semplificazione con caduta sillaba) defendum invece di defendendum • Dittografia (duplicazione sillaba) • Omissione (si verifica a proposito di parole brevi) • Errore di lettura: lettere scambiate per altre (capitale greca, onciale greca dal 300 d. C. , minuscola greca dal IX sec. coesistente dapprima con le capitali) • Abbreviazione causa di errore (con l’introduzione della minuscola e la sua prima forma corsiva): sostituzione di lettere desinenziali con segni di abbreviazione
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