Fattori specifici e distribuzione del reddito 3 Il
Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
Il vincolo di bilancio in un’economia aperta è tangente alla frontiera delle possibilità produttive. Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
Con lo scambio può consumare qualunque combinazione lungo la linea di bilancio LS. . . Con lo scambio l’economia si può permettere di consumare un ammontare di stoffa e di cibo maggiore della quantità che l’economia può produrre. Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
Il vincolo di bilancio di un’economia aperta agli scambi internazionali e i guadagni dallo scambio Consumo cibo L 3 S Produzione cibo Produzione stoffa Consumo cibo 5 © 2019 Pearson Italia – Milano, Torino - Krugman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 1 Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
ED consumo di cibo AC consumo di stoffa Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
Importazioni cibo = consumo cibo – produzione cibo Esportazioni stoffa = produzione stoffa – consumo stoffa Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
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Abbiamo già visto che nel passaggio da A a B il profitto dei proprietari di capitale aumenta, mentre la rendita dei proprietari di terra diminuisce. Abbiamo anche visto che il salario reale aumenta in termini di cibo, ma diminuisce in termini di stoffa Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
o Il commercio internazionale modifica il prezzo relativo della stoffa rispetto al cibo, di conseguenza anche il prezzo dei fattori produttivi si modifica. o In ogni paese il commercio favorisce il fattore che è specifico nella produzione del bene esportato, ma danneggia il fattore che è specifico nel settore importatore. o Il commercio internazionale ha effetti ambigui sul fattore che è mobile fra settori. Il commercio crea dei vincitori (in questo caso i proprietari di capitale), dei perdenti (i proprietari della terra) e dei gruppi la cui posizione è intermedia (il lavoro, che si può muovere da un settore all’altro). Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
Qcibo Attenzione! Il modello prevede che i lavoratori che perdono il posto nel settore del cibo trovino un impiego nel settore della stoffa (ipotesi di pieno impiego). Se questa ipotesi non è verificata, perché i lavoratori che perdono il posto nel settore del cibo restano disoccupati, allora i benefici dello scambio non sono più scontati. Questo non vuol dire che si debba ostacolare il commercio internazionale, ma che i benefici del scambio siano redistribuiti in modo che tutti possano guadagnare. Ad esempio, se l’economia che si apre al commercio si specializza nella stoffa, il governo potrebbe imporre una sovrattassa sul reddito dei proprietari di capitale con cui indennizzare i proprietari terrieri, lasciandoli nella posizione precedente. Dato che il commercio è comunque benefico, i proprietari del capitale trarrebbero ancora un beneficio dallo scambio. Qstoffa I gruppi sociali che perdono dal commercio potrebbero essere contrari all’apertura commerciale se non ottengono compensazioni per le perdite subite Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
• Distribuzione del reddito e politica commerciale. o I mutamenti della distribuzione del reddito non sono dovuti solo al commercio internazionale. Qualsiasi cambiamento nell’economia di un paese, come per esempio il progresso tecnologico, le variazioni delle preferenze degli individui, l’esaurimento di una risorsa naturale, la scoperta di nuove risorse alternative e così via, produce effetti sulla distribuzione del reddito. o Tutte le economie industrializzate moderne mettono a disposizione qualche forma di “rete di sicurezza” attraverso programmi di protezione dei redditi (come sussidi di disoccupazione, finanziamenti per programmi di riqualificazione e di trasferimento), che possono ammortizzare le perdite dei gruppi danneggiati dal commercio. Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
Commercio e disoccupazione • L’apertura al commercio implica lo spostamento di posti di lavoro dai settori che competono con le importazioni ai settori esportatori. • Questo processo non è istantaneo e impone alcuni costi effettivi: alcuni lavoratori nei settori che competono con le importazioni perdono il lavoro e hanno difficoltà nel trovarne un altro nei settori esportatori in espansione. Quanta disoccupazione può essere imputata al commercio? • Le chiusure di impianti a causa della concorrenza delle importazioni o della rilocalizzazione dell’impianto stesso all’estero rappresentano una piccola proporzione dei licenziamenti involontari. o La disoccupazione è un fenomeno macroeconomico che risponde alle condizioni economiche generali: la disoccupazione raggiunge i suoi picchi durante gli anni di recessione. o Gli economisti raccomandano l’utilizzo della politica macroeconomica piuttosto che della politica commerciale per affrontare i problemi di disoccupazione. 14 Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
La deindustrializzazione degli anni ottanta del XX secolo è stata talvolta considerata una conseguenza del commercio che ha comportato la perdita di occupazione industriale a causa della concorrenza delle imprese straniere: quanto è convincente questa spiegazione? Il modello standard prevede che dopo l’apertura ogni paese si specializzi nel settore in cui gode di un vantaggio comparato. Questo comporta ridurre o smantellare il settore in cui ha uno svantaggio comparato. In questo semplice modello il commercio è comunque benefico perché i lavoratori che perdono il posto in un settore lo recuperano nell’altro a salari maggiori. Tuttavia il commercio è spesso ritenuto responsabile di modificazioni del pattern industriale di un paese che suscitano preoccupazioni. Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
Per visualizzare i diversi fattori in gioco possiamo fare riferimento ad un semplice schema macroeconomico commercio produttività domanda interna Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
La tabella mostra che in Europa, tra il 1970 e il 1994, la quota dell’occupazione industriale è diminuita di 10 punti (dal 30, 4 per cento al 20, 2 per cento). La tabella suggerisce che in Europa il 60 per cento della caduta della quota dell’occupazione industriale fu dovuta alla crescita della produttività, per il 20 per cento alla caduta degli investimenti, mentre il commercio, semmai, avrebbe avuto un effetto positivo. Per il Giappone l’effetto positivo del commercio è ancora maggiore. Per gli Stati Uniti sembra che il commercio abbia determinato meno del 10 per cento della caduta della quota dell’occupazione industriale Fattori specifici e distribuzione del reddito 3
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