Fare lingua nelle classi plurilingui Alan Pona Il

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Fare lingua nelle classi plurilingui Alan Pona

Fare lingua nelle classi plurilingui Alan Pona

Il lessico Lessico del razzismo democratico: • Faloppa F. 2004, Parole Contro. La rappresentazione

Il lessico Lessico del razzismo democratico: • Faloppa F. 2004, Parole Contro. La rappresentazione del «diverso» nella lingua italiana e nei dialetti, Milano, Garzanti. • Faloppa F. 2011, Razzisti a parole (per tacer dei fatti), Roma -Bari, Laterza. • Faso G. 2008, Lessico del razzismo democratico. Le parole che escludono, Roma, Derive. Approdi. • Guadagnucci L. , Giornalisti contro il razzismo 2010, Parole sporche. Clandestini, nomadi, vu cumprà: il razzismo nei media e dentro di noi, Milano, Altra economia. • Pona A. , Ruolo F. 2012, Variazioni di voci. Facilitare l’italiano L 2: un percorso formativo, Firenze, Cesvot.

“Le parole parassite” Le parole sono tutt’altro che innocenti e neutre. Esse sono portatrici

“Le parole parassite” Le parole sono tutt’altro che innocenti e neutre. Esse sono portatrici di connotazioni potenti che “ci agiscono”.

Qualche esempio… Come chiamiamo queste bambine e questi bambini? Extracomunitari? Stranieri? Non italofoni? Migranti,

Qualche esempio… Come chiamiamo queste bambine e questi bambini? Extracomunitari? Stranieri? Non italofoni? Migranti, immigrati? Ma anche: Problema dell’immigrazione, emergenza

Alfabetizzazione Livello A 0 “Non sa nulla”, “Non conosce neanche una parola”, “Ha un

Alfabetizzazione Livello A 0 “Non sa nulla”, “Non conosce neanche una parola”, “Ha un problema grave”

Il senso comune Lingua come presupposto di integrazione Intercultura

Il senso comune Lingua come presupposto di integrazione Intercultura

MODELLI PEDAGOGICO-DIDATTICI DELL’ACCOGLIENZA 1) il modello tedesco di separazione: classi parallele o pre-classi; 2)

MODELLI PEDAGOGICO-DIDATTICI DELL’ACCOGLIENZA 1) il modello tedesco di separazione: classi parallele o pre-classi; 2) il modello francese di assimilazione: politica scolastica di tipo compensatorio ed assimilazionista; 3) il modello inglese/nederlandese del multiculturalismo: tolleranza e rispetto delle differenze culturali; 4) la via italiana per la scuola interculturale.

La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri La scuola

La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri La scuola italiana sceglie di adottare la prospettiva interculturale. Scegliere l’ottica interculturale significa, quindi, non limitarsi a mere strategie di integrazione degli alunni immigrati, né a misure compensatorie di carattere speciale. Si tratta, invece, di assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola nel pluralismo. Tale approccio si basa su una concezione dinamica della cultura, che evita sia la chiusura degli alunni/studenti in una prigione culturale, sia gli stereotipi o la folklorizzazione. Le strategie interculturali evitano di separare gli individui in mondi culturali autonomi ed impermeabili, promuovendo invece il confronto, il dialogo ed anche la reciproca trasformazione, per rendere possibile la convivenza ed affrontare i conflitti che ne derivano.

Ancora sul lessico Learning vs. Acquisition (Stephen Krashen) Imparare non è acquisire Insegnare vs.

Ancora sul lessico Learning vs. Acquisition (Stephen Krashen) Imparare non è acquisire Insegnare vs. facilitare Scrittura vs. linguaggio

L’acquisizione della lingua seconda: un modello Varietà degli apprendenti/ interlingue/ sistemi approssimativi/ competenza transitoria

L’acquisizione della lingua seconda: un modello Varietà degli apprendenti/ interlingue/ sistemi approssimativi/ competenza transitoria Ordine naturale di acquisizione Sequenze acquisizionali implicazionali

L’errore È fisiologico nell’apprendimento di una lingua seconda. Rappresenta una tappa di avvicinamento ad

L’errore È fisiologico nell’apprendimento di una lingua seconda. Rappresenta una tappa di avvicinamento ad un sistema target. Ci fornisce indicazioni preziose sul percorso di acquisizione. È una possibilità strutturale di altre lingue. Non è brutto, non è sbagliato, non è immorale.

La lingua a scuola: la lingua dello studio La cosiddetta “lingua dello studio” è

La lingua a scuola: la lingua dello studio La cosiddetta “lingua dello studio” è un insieme di varietà linguistiche, abilità linguistico-comunicative e tecniche sono specifiche del contesto scuola e delle discipline della scuola.

Lingua dello studio vs. lingua della comunicazione La lingua dello studio presenta delle caratteristiche

Lingua dello studio vs. lingua della comunicazione La lingua dello studio presenta delle caratteristiche diverse dalla “lingua della comunicazione” di base, cioè la lingua impiegata nei normali scambi comunicativi quotidiani.

I tempi Diversa è anche la tempistica per lo sviluppo di tali competenze ed

I tempi Diversa è anche la tempistica per lo sviluppo di tali competenze ed abilità: almeno 2 anni per il possesso della competenza e delle abilità comunicative di base e almeno 5/7 anni per la competenza e le abilità della lingua dello studio.

La facilitazione e la semplificazione testuale È auspicabile lavorare a classe intera sui testi

La facilitazione e la semplificazione testuale È auspicabile lavorare a classe intera sui testi di studio attraverso tecniche specifiche facilitanti, che prendono il nome di facilitazione e semplificazione linguistico-testuale.

La facilitazione linguistico-testuale Usiamo il termine facilitazione per riferirci a tutta una serie di

La facilitazione linguistico-testuale Usiamo il termine facilitazione per riferirci a tutta una serie di attività atte a favorire la comprensione del testo scritto: il testo, scritto nella lingua dello studio, è presentato nella sua veste originaria (quella del libro di testo) e l’insegnante/facilitatore linguistico stimola il gruppo-classe alla ricerca della decodifica di un messaggio di difficile comprensione.

La semplificazione linguistico-testuale Usiamo il termine semplificazione, invece, per indicare la riscrittura del testo

La semplificazione linguistico-testuale Usiamo il termine semplificazione, invece, per indicare la riscrittura del testo in microlingua (linguaggio specifico delle discipline) in un linguaggio più vicino alla comunicazione di base.

I linguaggi specifici delle discipline sono di difficile impiego da parte dei bambini/ragazzi che

I linguaggi specifici delle discipline sono di difficile impiego da parte dei bambini/ragazzi che apprendono l’italiano L 2 (ma non solo) e l’uso della semplificazione dei testi in una prima fase può essere di aiuto. In una seconda fase, i testi semplificati dovranno, tuttavia, essere sostituiti dai testi originali facilitati permettere agli allievi di ricevere input ed acquisire una familiarità con la lingua dei testi di studio.

La semplificazione testuale come attività della classe Facilitazione linguistica Educazione linguistica Sviluppo delle abilità

La semplificazione testuale come attività della classe Facilitazione linguistica Educazione linguistica Sviluppo delle abilità linguistico-comunicative primarie (ricezione e produzione orale e scritta) e secondarie (dialogare, riassumere, parafrasare, prendere appunti, sottolineare, etc. ) Comprensione e studio dei testi disciplinari Lavoro collaborativo di classe

La facilitazione dell’italiano L 2 avviene in classe, solo così può essere efficace e

La facilitazione dell’italiano L 2 avviene in classe, solo così può essere efficace e inclusiva. Occorre limitare i momenti di lavoro sulla facilitazione fuori dalla classe. Gli apprendimenti linguistici avvengono soprattutto attraverso le relazioni coi pari.

Percorsi educativi/Piani di studio individualizzati e personalizzati: la normativa Decreto del Presidente della Repubblica

Percorsi educativi/Piani di studio individualizzati e personalizzati: la normativa Decreto del Presidente della Repubblica 394/1999: Il Collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare l’apprendimento della lingua italiana Decreto Legislativo 59/2004: Diversificazione didattica e metodologica; l’organizzazione delle attività educative e didattica è nell’autonomia della scuola ed è affidata ai docenti anche attraverso la personalizzazione dei piani di studio. Documento Ministeriale 2007, La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri: Si rilevano i bisogni e si elabora un piano di lavoro individualizzato. MIUR Indicazioni nazionali per il curricolo (settembre 2012): Una scuola di tutti e di ciascuno. La scuola favorisce con specifiche strategie e percorsi personalizzati prevenzione e recupero dispersione scolastica e fallimento formativo (rinvio Documento Ministeriale 2007).

Bisogni Educativi Speciali Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 e Circolare Ministeriale 6 marzo 2013:

Bisogni Educativi Speciali Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 e Circolare Ministeriale 6 marzo 2013: La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 estende il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei bisogni educativi speciali (BES). Tutti gli studenti in difficoltà hanno diritto alla personalizzazione dell’apprendimento. È compito doveroso dei consigli di classe o dei team dei docenti delle primarie indicare per quali altri casi (oltre disabili e DSA) sia opportuna e necessaria la personalizzazione della didattica. Strumento privilegiato è il percorso individualizzato redatto in un piano didattico personalizzato (PDP). L’attivazione del piano personalizzato è deliberata dal Consiglio di Classe. Il PDP è firmato dal dirigente, dai docenti e dalla famiglia.

C. M. n. 8, 6 marzo 2013 Percorsi individualizzati e personalizzati Per questi alunni,

C. M. n. 8, 6 marzo 2013 Percorsi individualizzati e personalizzati Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana - per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell’ultimo anno - è parimenti possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati…

C. M. n. 8, 6 marzo 2013 Strumenti compensativi e misure dispensative … oltre

C. M. n. 8, 6 marzo 2013 Strumenti compensativi e misure dispensative … oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio la dispensa dalla lettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto dettatura, ecc. )

Misure dispensative …avranno carattere transitorio e attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative

Misure dispensative …avranno carattere transitorio e attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi e misure dispensative.

La seconda lingua comunitaria Si rammenta, infine, che, ai sensi dell’articolo 5 del DPR

La seconda lingua comunitaria Si rammenta, infine, che, ai sensi dell’articolo 5 del DPR n. 89/2009, le 2 ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado possono essere utilizzate anche per potenziare l'insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non in possesso delle necessarie conoscenze e competenze nella medesima lingua italiana, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche.

Il PDP La prima sezione si compila con i dati personali dell’allievo. La seconda

Il PDP La prima sezione si compila con i dati personali dell’allievo. La seconda sezione comprende una breve ma significativa individuazione e descrizione delle competenze ed abilità in ingresso. La terza sezione individua gli obiettivi specifici disciplinari e gli obiettivi e le mete educative trasversali alle discipline. La quarta sezione individua le scelte metodologiche e didattiche. La quinta sezione prevede l’osservazione dei progressi e degli obiettivi raggiunti dall’allievo e la valutazione delle azioni del Consiglio di Classe. In questa sezione, il Consiglio di Classe può, inoltre, indicare quali ulteriori risorse mettere in atto all’interno della individualizzazione/personalizzazione dei piani educativi, come da normativa vigente.

Alcune strategie … utili per tutti Valorizzare codici comunicativi altri dal codice scritto Usare

Alcune strategie … utili per tutti Valorizzare codici comunicativi altri dal codice scritto Usare schemi e mappe concettuali Usare lo stampato maiuscolo Privilegiare l’apprendimento dall’esperienza e la didattica laboratoriale Incentivare la didattica di piccolo gruppo e il tutoraggio tra pari Promuovere l’apprendimento collaborativo Facilitazione/ semplificazione testuale Didattica centrata sui testi e non sulle frasi

Ma soprattutto… Uso della lingua in scambi relazionali autentici. Le attività comunicative (gli “esercizi”

Ma soprattutto… Uso della lingua in scambi relazionali autentici. Le attività comunicative (gli “esercizi” di lingua) sono utili solo quando rappresentano occasioni per scambi relazionali.

Una proposta di lavoro: la valutazione degli alunni neoarrivati “La valutazione non viene espressa

Una proposta di lavoro: la valutazione degli alunni neoarrivati “La valutazione non viene espressa in quanto l’alunna/o si trova nella prima fase di acquisizione della lingua italiana della comunicazione”. “La valutazione fa riferimento al PDP in quanto l’alunna/o si trova nella prima fase di acquisizione della lingua italiana della comunicazione”.

Osservazione in positivo

Osservazione in positivo

Una proposta di lavoro per le discipline: livello A 1 Lessico delle discipline: lavoro

Una proposta di lavoro per le discipline: livello A 1 Lessico delle discipline: lavoro sui termini della lingua della comunicazione che sono propedeutici all’acquisizione dei linguaggi specifici per lo studio delle materie curricolari.

Una proposta di lavoro per le discipline: livello A 2/B 1 Lessico specifico della

Una proposta di lavoro per le discipline: livello A 2/B 1 Lessico specifico della microlingua in testi ad alta comprensibilità Tecniche: facilitazione/semplificazione testuale

Un consiglio bibliografico Veronesi M. , Faso G. , Bianchi F. “Accogliere voci e

Un consiglio bibliografico Veronesi M. , Faso G. , Bianchi F. “Accogliere voci e sguardi venuti da lontano (ma neanche tanto)” in AA. VV. , NESSUNO ESCLUSO. Affrontare le complessità a scuola con strategie inclusive ed. Pearson, in corso di stampa

Per concludere… Ci sono grandi potenzialità e ricchezze nelle classi plurilingui: ricchezza di valori,

Per concludere… Ci sono grandi potenzialità e ricchezze nelle classi plurilingui: ricchezza di valori, di stimoli, di idee, di confronti. Se riusciamo a mettere in circolo, in modo virtuoso, questo fervore, la scuola può davvero contribuire alla formazione di una cittadinanza attiva e solidale. Patrizia Venturi, Scuola Primaria ‘Don Milani’

Grazie… alanpona@gmail. com

Grazie… alanpona@gmail. com