ENEIDE AUTORE PUBLIO VIRGILIO MARONE COMPOSTA DA 12
ENEIDE AUTORE: PUBLIO VIRGILIO MARONE COMPOSTA DA 12 CANTI DIVISI IN DUE PARTI I PRIMI 6 CANTI PARLANO DEL VIAGGIO DI ENEA DA TROIA AL LAZIO ISPIRATI ALL’ODISSEA GLI ULTIMI 6 CANTI PARLANO DELLA GUERRA CHE ENEA FA CON I POPOLI LATINI ISPIRATI ALL’ILIADE
Publio Virgilio Marone nacque il 15 ottobre nel 70 a. C. ad Andes, un piccolo villaggio nei pressi di Mantova, da una famiglia di coltivatori. La sua formazione ebbe inizio a Cremona, poi si trasferì a Milano e successivamente a Roma dove si dedicò agli studi filosofici. Si trasferì poi a Napoli per completare la sua formazione. Qui divenne intimo amico di Vario Ruffo e Plozio Tucca. Dopo la morte di Cesare, nel 44 a. C. fece ritorno ad Andes dove le sue terre furono espropriate per essere assegnate ai soldati di Ottaviano. Virgilio non dimenticò mai il dolore causato dalla perdita delle sue terre, per le quali sentì sempre una viva nostalgia.
Trasferitosi a Roma, pubblicò le Bucoliche. Entrò a far parte del circolo letterario di Mecenate che insieme ad Ottaviano gli offrirono una casa all’Esquilino Il poeta spesso si ritirava a sud verso il mare e il sole mentre si dedicava alla composizione delle Georgiche gli diedero la fama. Nell’estate del 29 a. C. Ottaviano, tornato dall’Asia dopo la vittoria conseguita ad Anzio su Antonio e Cleopatra, si era fermato ad Atella. Là Virgilio gli lesse per quattro giorni di seguito i libri delle Georgiche. Dopo questo episodio Virgilio fu scelto quale cantore del nuovo impero. Da questo momento fino al termine della vita Virgilio scrisse l’Eneide.
Nel 19 a. C. Virgilio partì per un lungo viaggio attraverso la Grecia e l’Asia allo scopo di arricchire la propria cultura e, nello stesso tempo, verificare la topografia dei luoghi descritti nel poema. Ad Atene Virgilio incontrò nuovamente Augusto che, notate le sue precarie condizioni di salute, lo persuase a tornare in Italia. Sbarcato a Brindisi il poeta era in fin di vita, ma prima di morire chiese il manoscritto dell’Eneide, ancora incompiuta, per bruciarla. Vario Ruffo e Plozio Tucca, suoi amici del periodo napoletano, fortunatamente non gli obbedirono e successivamente pubblicarono il poema. Virgilio morì il 21 settembre a. C. a Brindisi. Il suo corpo fu trasferito a Napoli e sepolto sulla via di Pozzuoli.
ENEA a. ENEAS PROTAGONISTA CHE DÀ IL NOME AL POEMA FIGLIO DI ANCHISE E DELLA DEA AFRODITE –VENERE, SPOSÒ CREUSA DALLA QUALE EBBE UN FIGLIO, ASCANIO-IULO; POI SPOSÒ LAVINIA, FIGLIA DEL RE LATINO, DALLA QUALE EBBE SILVIO. Incarna i valori romani: CORAGGIO LEALTÀ CLEMENZA GIUSTIZIA PAZIENZA ELEVATO SENSO CIVICO DEVOZIONE VERSO GLI DEI LA PIETAS È LA QUALITÀ PIÚ IMPORTANTE CHE OGNI CITTADINO ROMANO DOVEVA AVERE: devozione verso gli dei, amore ed affetto, tanto per i genitori ed i figli quanto per la patria e gli amici, personale clemenza, giustizia e senso del dovere. DA ENEA NASCERÀ UNA NUOVA STIRPE: IL POPOLO ROMANO
Il proemio Canto le armi e l’eroe che per primo dai lidi di Troia giunse profugo per volere del fato in Italia e alle spiagge di Lavinio, sballottato a lungo per terre e per mare per la volontà degli dei, per l’ira ostinata della crudele Giunone, patendo molte sventure anche in guerra, finché fondò una città e stabilì nel Lazio i Penati, origine gloriosa della stirpe latina e albana e delle mura della gloriosa Roma. Musa, ricordami le ragioni (di tanto penare), per quale rancore e offesa l’inquieta regina degli dei costrinse un uomo famoso per la sua pietà a soffrire così tanto, ad affrontare tali fatiche. Di così tanta ira sono capaci i celesti?
Enea tenta di raggiungere la terra degli avi; è nel Tirreno insieme ad alcuni compagni, quando Giunone li vede e convince Eolo a scatenare una tempesta. Nettuno calma le acque e la flotta sbarca sulle coste dell’Africa, a Cartagine.
I Cartaginesi accolgono benevolmente i profughi e la regina Didone offre ai Troiani un fastoso banchetto ed invita Enea a narrare le sue vicende.
Sfuggito all’incendio di Troia, Enea, con il padre Anchise, il figlio Ascanio e un gruppo di Troiani iniziano il viaggio. Vanno in Tracia dove seppelliscono Polidoro, trasformato in arbusto. Poi a Delo e a Creta, dove devono fuggire per una terribile pestilenza: non è quella la terra che il fato gli ha destinato. Alle Strofadi le Arpie li assalgono e li atterriscono con funesti presagi. In seguito giungono nell’Epiro poi, evitando Scilla e Cariddi, approdano ai piedi dell’Etna nel paese dei Ciclopi. Sbarcano a Drepano dove muore Anchise. Il racconto di Enea finisce.
Didone è ormai innamorata. Giunone e Venere trovano un accordo e così Enea e Didone, durante una battuta di caccia, si ritrovano da soli e si dichiarano il loro amore.
Giove manda Mercurio da Enea per ricordargli la sua missione ed il troiano decide di partire all’insaputa della regina. Didone si uccide per il dolore, maledicendo Enea e la sua stirpe.
Enea si dirige verso la Sicilia dove a Segesta si svolgono i giochi funebri in onore di Anchise. Giunone, però, vuole fermare il suo nemico e convince le donne a bruciare le navi per non far continuare il viaggio. I Troiani più deboli rimarranno in quei luoghi, gli altri riprendono il mare, ma durante la notte Palinuro cade in mare e muore.
A Cuma Enea incontra la Sibilla: “ I Troiani troveranno guerra e sangue nel Lazio”. Poi dopo il vaticinio accompagna Enea nel regno dei morti dove, fra gli altri, incontra Didone che non risponde alle sue parole e si allontana da lui per accostarsi a Sicheo, suo marito.
Nei campi Elisi incontra suo padre che gli mostra le anime che diventeranno i suoi gloriosi discendenti ed esalta la grandezza di Roma.
Sepolta a Gaeta la nutrice Caieta, Enea costeggia la terra di Circe e approda alla foce di un grande fiume: il Tevere
Giunone non è proprio contenta della situazione e manda la furia Aletto a fomentare discordia ed odio. Amata, come invasata, consacra Lavinia al dio Bacco e suscita l’ira di Turno.
Enea manda un messaggero a Latino, re del luogo. Latino lo accoglie con benevolenza perché un oracolo aveva predetto l’unione di sua figlia Lavinia con uno straniero e avrebbero generato una stirpe eroica e gloriosa. La regina Amata, però, ha già promesso Lavinia in sposa a Turno, re dei Rutuli.
Turno rompe i patti con Latino e si prepara a muovere guerra a Troiani e Latini. Giunone spalanca le porte del tempio di Giano : è GUERRA. Si preparano le armi, si stringono alleanze: Etruschi, abitanti di Tivoli, Fascemi, Falaschi, Sabini, Marsi, Campani, Greci… e poi c’è lei Camilla, forte guerriera, regina dei Volsci.
I Troiani vittoriosi si avvicinano alla città di Laurento. Enea affronta Turno in duello e lo uccide.
Le ostilità finalmente cessarono. Enea sposò Lavinia, sigillando così l’alleanza con i Latini. I Troiani avevano ora una nuova patria, e i loro discendenti avrebbero fondato Roma la più gloriosa delle città antiche. …
Drammatizzazione INDISCREZIONI DAL PALAZZO IMPERIALE Si dice che, Gaio Ottaviano Augusto imperatore di Roma, abbia convocato Publio Virgilio Marone e gli abbia commissionato un’opera Imperatore: - Caro Virgilio, apprezzo le tue opere, ma ora devi scrivere un poema epico che esalti la nobiltà e la grandezza di Roma! Virgilio: - Va bene mio imperatore, esaudirò il tuo desiderio. - Che mi invento ora? Roma è grande, potente! Ma come darle origini nobili? Lo sanno tutti che a fondarla sono stati pastori rozzi e ignoranti! Ho trovato! Il mio nobile eroe sarà Enea. Anche se Giunone non lo sopporta, lo salverò dall’incendio di Troia. Così Virgilio, amante delle opere di Omero, decise di “scopiazzare” il Cantore: un po’ dell’Odissea: un viaggio, e un po’ dell’Iliade: una guerra.
PROEMIO Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam, fato profugus …ma se non capite tutti, si legge in italiano che è più facile anche per noi Canto le armi e l’eroe che per primo dai lidi di Troia giunse profugo per volere del fato in Italia e alle spiagge di Lavinio, sballottato a lungo per terre e per mare per la volontà degli dei, per l’ira ostinata della crudele Giunone, patendo molte sventure anche in guerra, finché fondò una città e stabilì nel Lazio i Penati, origine gloriosa della stirpe latina e albana e delle mura della gloriosa Roma. Musa, ricordami le ragioni (di tanto penare), per quale rancore e offesa l’inquieta regina degli dei costrinse un uomo famoso per la sua pietà a soffrire così tanto, ad affrontare tali fatiche. Di così tanta ira sono capaci i celesti?
INVIATO DA TROIA Dopo 10 anni di assedio gli Achei, giocando d’astuzia con un cavallo di legno, hanno conquistato Troia: la città è in fiamme e solo uno sparuto gruppo di Troiani, guidati da Enea, è riuscito a mettersi in salvo. OLIMPO ( Antefatto) Perché Giunone è tanto arrabbiata con i Troiani? Per ben tre motivi! Il primo motivo è il fatto che Venere, la madre di Enea, in una gara di bellezza, aveva battuto ampiamente Giunone. Venere è Venere! Il secondo motivo: Giunone è adirata con i Troiani perché la città favorita dalla dea, Cartagine, un giorno, sarebbe stata distrutta dai Romani, discendenti dalla stirpe troiana. Terzo motivo: Ganimede, pastorello troiano, fu rapito da Zeus in forma di aquila per servire come coppiere sull’Olimpo, al posto di Ebe, la figlia di Giunone.
DAL MAR EGEO Giunone non si dà pace: Enea è vivo e così convince Eolo a scatenare una burrasca che investe le navi dei profughi. Interviene Poseidone e le navi superstiti approdano a Cartagine. DALL’AFRICA Venere protegge suo figlio Enea, amore di mamma! Didone raggiante fa da cicerone ai Troiani e si fa raccontare da Enea la sua storia. E COSÌ, SENZA SAPERLO, VIRGILIO INVENTA IL FLASHBAK Didone ne è già innamorata e ascolta il racconto di Enea. - Ci siamo diretti a Delo, poi a Creta dove una pestilenza ci ha costretto a fuggire. Non era quella la terra degli avi! In seguito una tempesta ci ha sospinti sulle Strofadi, le isole delle Arpie. Che orrore! Ripreso il mare siamo giunti in Epiro, abbiamo evitato Scilla e Cariddi, approdati ai piedi dell’Etna dove Polifemo urlante ci ha inseguito. A Dardano mio padre è morto e poi la tempesta ci ha sbattuto sulle coste dell’Africa. Giunone e Venere, che finalmente hanno fatto un’alleanza, fanno incontrare Enea e Didone in una grotta dove entrambi cedono alla dolcezza dell’amore.
TRAGEDIA A CARTAGINE La regina Didone si è suicidata per amore. La sfortunata sovrana non ha retto al dolore per essere stata abbandonata da Enea. L’eroe, che le aveva promesso eterno amore, è stato richiamato da Giove al suo dovere e nottetempo ha lasciato la città con le sue navi. DAL TIRRENO Prosegue il viaggio dei profughi fino a Segesta in Sicilia dove vengono celebrati giochi funebri in onore di Anchise. Il viaggio riprende, i Troiani arrivano a Cuma dove Enea incontra la Sibilla che lo guida nel regno dei morti e nei campi Elisi per conoscere il futuro. Ma chi ti incontra nel girone dei suicidi? Didone! Enea le si avvicina e, piangendo, le rivolge parole affettuose, ma la regina non risponde e, guardandolo biecamente: Didone: -Io non ti conosco, io non so chi sei, so che hai cancellato con un gesto i sogni miei. Io non ti conosco io non so chi sei, so che hai cancellato con un gesto i sogni miei. Enea: – Non son degno di te, non ti merito più, ma quando la sera tu resterai sola ricorda qualcuno che ha amato te. E se ne va con la coda tra le gambe!
DAL LAZIO Regna, in quei luoghi, Re Latino con la moglie Amata e l’unica figlia Lavinia. Amata la vuole sposa di Turno, re dei Rutuli. Ma Latino non vuole perché crede nella profezia di un Oracolo: dovrà arrivare uno straniero la cui stirpe dominerà il mondo. Amata: - Tesoro mio, ma perché fai così. Tutti questi problemi non te li devi fare! Latino: - Enea, il nobile troiano è già arrivato, è lui lo straniero che sposerà nostra figlia! Amata: - Lo sai, ho promesso Lavinia a Turno! Latino: - Fattene una ragione, non possiamo opporci alla volontà degli dei! Enea capisce di essere arrivato nella terra degli avi, offre sacrifici agli dei e manda cento cavalieri e ricchi doni al re Latino.
MALUMORE DALL’OLIMPO – Giunone è a dir poco arrabbiata! Giunone: - Non ci posso credere! Maledizione, dopo tutto quello che gli ho combinato alla fine è arrivato lo stesso nel Lazio. Ah che nervi! Questo lo dovevano chiamare Superman! ALETTO DOVE SEI? E così manda Aletto a suscitar discordia. Che Furia!!! Amata è invasata e Turno dichiara guerra ai Troiani. Intanto i popoli italici si mobilitano: si preparano le armi e si cercano alleanze. Troiani, Rutuli, Latini, Etruschi, Fescenni, Falaschi, Equi, Sabini, Marsi, Campani, Greci e i Volsci con la guerriera Camilla, donna forte e gentile che guida uno squadrone di cavalieri. Tutti accorrono al suo passaggio per ammirarla. Turno inalbera sulla rocca di Laurento il vessillo che dà il segnale della guerra: da ogni parte accorrono schiere di guerrieri armati. È GUERRA! È GUERRA!
DALL’OLIMPO Iniziano gli scontri tra i Troiani e i Rutuli, ma ancora una volta Giunone e Venere si intromettono, così Mercurio chiama Giove: - Giove dove sei? - Sono qui, non mi dire che si tratta ancora di Enea! - E per forza, questa è L’Eneide , mica i Promessi Sposi! E così Giove ordina a Giunone e Venere di non parteggiare né per l’uno né per l’altro. Un’orrenda carneficina è compiuta da entrambe le parti finchè Turno ed Enea si sfidano a duello. E così il destino si compie ed Enea trafigge mortalmente Turno. Le ostilità finalmente cessarono! Enea sposò Lavinia sigillando l’alleanza con i Latini. I Troiani avevano ora una nuova patria e i loro discendenti avrebbero fondato Roma. Ma questa è un’altra storia!!! Insegnanti: Scaramucci Laura Veneruso Rosaria
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