Elementi di Statistica descrittiva Lez 3 Gli Indici

  • Slides: 38
Download presentation
Elementi di Statistica descrittiva Lez. 3 - Gli Indici di VARIABILITA’ - Campo di

Elementi di Statistica descrittiva Lez. 3 - Gli Indici di VARIABILITA’ - Campo di variazione Scarto dalla media Varianza Scarto quadratico medio Coefficiente di variazione 1

Indici di Variabilità I valori medi sono indici importanti per la descrizione sintetica di

Indici di Variabilità I valori medi sono indici importanti per la descrizione sintetica di un fenomeno statistico Hanno però il limite di non darci alcuna informazione sulla distribuzione dei dati 2

Esempio In tre differenti prove di matematica 4 studenti hanno riportato le seguenti valutazioni

Esempio In tre differenti prove di matematica 4 studenti hanno riportato le seguenti valutazioni In tutte e tre le prove la media è 6, 25 ma i dati sono chiaramente distribuiti in modo diverso 3

Diagramma di distribuzione delle tre prove 4

Diagramma di distribuzione delle tre prove 4

 • nel caso della 1 a prova e 2 a prova sarà opportuno

• nel caso della 1 a prova e 2 a prova sarà opportuno fare un recupero per alcuni studenti • nel caso della 3 a prova l’insegnante può ritenere che gli obiettivi siano stati raggiunti dalla classe, anche se ad un livello solo sufficiente 5

In statistica è possibile valutare in modo sintetico la distribuzione dei dati mediante gli

In statistica è possibile valutare in modo sintetico la distribuzione dei dati mediante gli indici di variabilità (o dispersione) Vedremo i seguenti indici • • Campo di variazione (Range) Scarto medio dalla media Varianza e scarto quadratico medio Coefficiente di variazione 6

Campo di variazione E’ il più semplice degli indici di variazione: Si calcola facendo

Campo di variazione E’ il più semplice degli indici di variazione: Si calcola facendo la differenza tra il dato più grande e il dato più piccolo Campo variazione = x max – x min Rappresenta l’ampiezza dell’intervallo dei dati 7

Esempio Consideriamo le valutazioni della prima prova Xmax = 9; Xmin = 3 Range

Esempio Consideriamo le valutazioni della prima prova Xmax = 9; Xmin = 3 Range = 9 – 3 = 6 8

Calcoliamo il Range per tutte le tre prove Range 1 a prova = 6

Calcoliamo il Range per tutte le tre prove Range 1 a prova = 6 Range 3 a prova = 1 dati più dispersi, risultati più eterogenei dati più concentrati, risultati più omogenei Range 2 a prova = Range 1 a prova = 6 Stessa Distribuzione? 9

Vediamo graficamente 10

Vediamo graficamente 10

Osservazioni: 1. Il campo di variazione dà informazioni sulla distribuzione dei dati: • più

Osservazioni: 1. Il campo di variazione dà informazioni sulla distribuzione dei dati: • più R è piccolo più i dati sono concentrati; • più R è grande più i dati sono dispersi. 2. R è espresso nella stessa unità di misura dei dati 3. Tuttavia R tiene conto solo dei dati estremi della distribuzione e non di tutti i dati, pertanto distribuzioni diverse ma con gli stessi valori estremi hanno range uguali Es. Range 1 aprova = Range 2 a prova. ma distribuzione 1 a prova Distribuzione 2 a prova 11

Scarto medio dalla media aritmetica Un altro modo per calcolare la variabilità dei dati

Scarto medio dalla media aritmetica Un altro modo per calcolare la variabilità dei dati (tenendo conto di tutti i dati) consiste nel calcolare la distanza di tutti i dati dalla media e fare la media aritmetica di tali distanze Scarto medio = Distanza media dei dati dalla media 12

Esempio Consideriamo le valutazioni della prima prova x 1 = 3 – 6, 25

Esempio Consideriamo le valutazioni della prima prova x 1 = 3 – 6, 25 = 3, 25; x 2 = 5 – 6, 25 = 1, 25; x 3 = 8 – 6, 25 = 1, 75; x 4 = 9 – 6, 25 = 2, 75; Sm = 3, 25 + 1, 75 + 2, 75 = 2, 25 4 13

Calcoliamo lo Scarto medio per tutte le tre prove Scarto 1 a prova =

Calcoliamo lo Scarto medio per tutte le tre prove Scarto 1 a prova = 2, 25 Scarto 3 a prova = 0, 38 Scarto 2 a pr. Scarto 1 a pr. dati più dispersi, risultati più eterogenei dati più concentrati, risultati più omogenei “Le Distribuzioni Differiscono” 14

Diagramma degli scarti dalla media 15

Diagramma degli scarti dalla media 15

Osservazioni: 1. Lo scarto medio dalla media dà informazioni sulla distribuzione dei dati: •

Osservazioni: 1. Lo scarto medio dalla media dà informazioni sulla distribuzione dei dati: • più SM è piccolo più i dati sono concentrati; • più SM è grande più i dati sono dispersi. 2. SM è espresso nella stessa unità di misura dei dati 3. Non ha l'inconveniente del “Campo di variazione” in quanto SM tiene conto di tutti i dati della distribuzione 16

Varianza e Scarto quadratico medio Sono gli indici di variabilità più utilizzati, e tengono

Varianza e Scarto quadratico medio Sono gli indici di variabilità più utilizzati, e tengono conto della distribuzione di tutti i dati. Varianza Rappresenta la media aritmetica dei quadrati delle distanze dei dati dalla media M 17

18

18

Esempio - Varianza Consideriamo le valutazioni della prima prova ( x 1)2 = (3

Esempio - Varianza Consideriamo le valutazioni della prima prova ( x 1)2 = (3 – 6, 25 )2 = 10, 5625; ( x 2)2 = (5 – 6, 25 )2 = 1, 5625; ( x 3)2 = (8 – 6, 25 )2 = 3, 0625; ( x 4)2 = (9 – 6, 25 )2 = 7, 5625; 2 = 10, 5625+1, 5625+3, 0625+7, 5625 = 5, 6875 4 19

Calcoliamo la Varianza per tutte le tre prove Varianza 1 aprova = 5, 69

Calcoliamo la Varianza per tutte le tre prove Varianza 1 aprova = 5, 69 Varianza 3 a prova = 0, 19 Varianza 2 a pr. Varianza 1 a pr dati più dispersi, risultati più eterogenei dati più concentrati, risultati più omogenei “Le Distribuzioni Differiscono” 20

Scarto quadratico medio o Deviazione standard È uguale alla radice quadrata della varianza 21

Scarto quadratico medio o Deviazione standard È uguale alla radice quadrata della varianza 21

Esempio - Scarto quadratico medio Riprendiamo le valutazioni della prima prova 22

Esempio - Scarto quadratico medio Riprendiamo le valutazioni della prima prova 22

Calcoliamo lo Scarto quadratico medio per tutte le prove Scarto q. 1 aprova =

Calcoliamo lo Scarto quadratico medio per tutte le prove Scarto q. 1 aprova = 2, 38 Scarto q. 3 aprova = 0, 43 Scarto q. 2 a pr. Scarto q. 1 a pr dati più dispersi, risultati più eterogenei dati più concentrati, risultati più omogenei “Le Distribuzioni Differiscono” 23

Osservazioni: 1. La varianza 2 e lo scarto quadratico medio danno informazioni sulla distribuzione

Osservazioni: 1. La varianza 2 e lo scarto quadratico medio danno informazioni sulla distribuzione dei dati: • più 2 e sono piccoli più i dati sono concentrati; • più 2 e sono grandi più i dati sono dispersi. 2. Entrambi gli indici tengono conto di tutti i dati della distribuzione 24

3. Entrambi si basano sulla proprietà della media per cui la somma dei quadrati

3. Entrambi si basano sulla proprietà della media per cui la somma dei quadrati degli scarti dalla media è minima 4. La varianza è espressa mediante il quadrato dell’unità di misura dei dati 5. Lo scarto quadratico nella stessa unità di misura dei dati e pertanto viene preferito alla varianza 25

Il coefficiente di variazione CV Il CV è una misura relativa di dispersione (le

Il coefficiente di variazione CV Il CV è una misura relativa di dispersione (le precedenti sono misure assolute) ed è una grandezza adimensionale. E’ particolarmente utile quando si devono confrontare le distribuzioni di due gruppi con medie molto diverse o con dati espressi in scale differenti (es. confronto tra variazione del peso e variazione dell’altezza). 26

In natura il coeff. di variazione tende a rimanere costante per ogni fenomeno: i

In natura il coeff. di variazione tende a rimanere costante per ogni fenomeno: i valori normalmente variano dal 5% al 15% Se i valori di CV sono esterni a quelli indicati o si è in presenza di errori di rilevazione, oppure il fenomeno presenta aspetti particolari. • se CV è molto basso (2 – 3 %) bisogna sospettare l’esistenza di fattori limitanti la variabilità, • se CV è molto alto (intorno al 40% o più) è molto probabile l’esistenza di fattori che aumentano la variabilità 27

Calcoliamo il Coeff. di variazione delle tre prove CV 1 a prova = 38,

Calcoliamo il Coeff. di variazione delle tre prove CV 1 a prova = 38, 16% CV 3 a prova = 6, 93% CV 2 a pr. CV 1 a pr “Le Distribuzioni Differiscono” dati più dispersi, risultati più eterogenei dati più concentrati, risultati più omogenei 28

Un esempio: la distribuzione normale 29

Un esempio: la distribuzione normale 29

Le misure di Forma Sono indici sintetici utilizzati per evidenziare particolarità nella forma della

Le misure di Forma Sono indici sintetici utilizzati per evidenziare particolarità nella forma della distribuzione. Noi esamineremo: • l’asimmetria • la curtosi 30

Asimmetria Una distribuzione è simmetrica quando la sua curva di frequenza presenta un asse

Asimmetria Una distribuzione è simmetrica quando la sua curva di frequenza presenta un asse di simmetria In una distribuzione simmetrica media, mediana e moda sono coincidenti. In una distribuzione asimmetrica media, mediana e moda non sono più coincidenti media = mediana = moda e proprio la differenza (distanza) tra la media e la moda può essere considerata una misura della asimmetria 31

Sono state proposte diverse misure dell’ asimmetria, per esempio le più semplici sono: Dette

Sono state proposte diverse misure dell’ asimmetria, per esempio le più semplici sono: Dette rispettivamente: primo e secondo coeff. di asimmetria di Pearson Un altro coeff di asimmetria è il Coeff. di asimmetria (di Fisher) = scarto quadratico medio Se a = 0 distribuzione simmetrica Se a > 0 asimmetria destra Se a < 0 asimmetria sinistra 32

Asimmetria positiva (as. Destra) La distribuzione è asimmetrica quando non presenta nessun asse di

Asimmetria positiva (as. Destra) La distribuzione è asimmetrica quando non presenta nessun asse di simmetria. Si ha un’asimmetria positiva o destra quando il ramo destro della curva è più lungo di quello sinistro In questo caso si ha: moda < mediana < media=63, 65 moda = 48 mediana =58 33

Asimmetria negativa (as. Sinistra) Si ha un’asimmetria negativa o sinistra quando il ramo sinistro

Asimmetria negativa (as. Sinistra) Si ha un’asimmetria negativa o sinistra quando il ramo sinistro della curva è più lungo di quello destro In questo caso si ha: media < mediana < moda media = 85, 24 mediana = 90 moda = 100 34

Curtosi Se una distribuzione è simmetrica o quasi simmetrica allora può esser più o

Curtosi Se una distribuzione è simmetrica o quasi simmetrica allora può esser più o meno appuntita o più o meno appiattita rispetto alla distribuzione normale (o di Gauss) Se la curva è • più appuntita si dice curva Leptocurtica • più appiattita si dice curva Platicurtica Coeff. di curtosi di Pearson = scarto quadratico medio 0 K < + inf Se K = 3 distribuzione normale se K > 3 curva leptocurtica Se K < 3 curva platicurtica. 35

Curtosi leptocurtosi K = 8, 57 curva normale K=3 platicurtosi K = 2, 8

Curtosi leptocurtosi K = 8, 57 curva normale K=3 platicurtosi K = 2, 8 36

Curtosi Spesso il coeff. di curtosi viene indicato con b 2 che, come visto,

Curtosi Spesso il coeff. di curtosi viene indicato con b 2 che, come visto, nel caso della distribuzione normale è = 3 pertanto, talvolta, la curtosi viene indicata con (b 2 – 3) Allora: se la distribuzione è normale (b 2 – 3 ) = 0 se la distribuzione è leptocurtica (b 2 – 3 ) > 0 se la distribuzione è platicurtica (b 2 – 3 ) < 0 37

38

38