ECOLOGIA SOSTENIBILITA EDUCAZIONE AMBIENTALE Prof ssa Anna Milvia
ECOLOGIA, SOSTENIBILITA, EDUCAZIONE AMBIENTALE Prof. ssa Anna Milvia Boselli
SCHEMA INTERVENTO • DEFINIZIONI DI SVILUPPO SOSTENIBILE • EVOLUZIONE DELLA POLITICA AMBIENTALE A LIVELLO INTERNAZIONALE • POLITICA AMBIENTALE EUROPEA • L’ESPERIENZA NAZIONALE • DALL’EDUCAZIONE AMBIENTALE ALL’EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE
Oggi, per la prima volta nella storia dell’Umanità, ci troviamo ad affrontare alcune crisi che riguardano tutti i Paesi e che accomunano il loro futuro: -emergenze ambientali, quali cambiamenti climatici conseguente impatto sugli ecosistemi, siccità al sud, scioglimento dei ghiacciai, aumento dei rischi da alluvioni e inondazioni al nord, crisi idriche, perdita di biodiversità, aumento degli inquinamenti; -flussi migratori, legati agli squilibri della crescita demografica ed economica; -esaurimento delle risorse energetiche
La crescente domanda di risorse naturali sta superando la capacità di carico dei sistemi naturali del nostro pianeta. Capacità di carico di un ecosistema ( carrying capacity) è la capacità di sostenere il consumo di una popolazione di organismi mantenendo la sua produttività, adattabilità e capacità di rinnovamento. Se non useremo le risorse naturali in modo sostenibile, adottando stili di vita e modelli di sviluppo che si muovano entro i limiti della natura, rischiamo di compromettere il futuro della Terra.
SVILUPPO SOSTENIBILE Nell’aprile del 1968, per volere dell’economista e dirigente industriale Aurelio Peccei, nasce il Club di Roma. Il primo rapporto (1972) indica come la crescita quantitativa e illimitata fosse in contrasto con l’ambiente (limiti dello sviluppo). Sottolinea la necessità di superare l’attuale modello di crescita economica, il cui indice di misura è il PIL, per giungere a un modello di equilibrio globale fra tutti i fattori che determinano la qualità della vita.
CONFERENZE INTERNAZIONALI Nel 1972, a Stoccolma, il I° Summit Mondiale delle Nazioni Unite su sviluppo e ambiente (113 Stati). Si conclude con l’adozione di un Piano di azione e una Dichiarazione di principi, documenti che costituiscono l’origine stessa del diritto internazionale dell’ambiente «la conservazione della natura deve avere un ruolo importante all’interno dei processi legislativi ed economici degli Stati» . Nasce il programma UNEP (United Nations Environment Programme), con il compito di adottare raccomandazioni e atti da sottoporre alla ratifica degli Stati.
Nel 1983, l’Organizzazione delle Nazioni Unite istituisce la Commissione Mondiale per lo Sviluppo e l’Ambiente, presieduta da Gro H. Brundtland, Prima Ministra norvegese. Nel 1987, viene pubblicato il rapporto ( Brundtland) “Our Common Future” in cui, per la prima volta, viene introdotto il concetto di sviluppo sostenibile. SVILUPPO SOSTENIBILE = «Sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri» .
1992 - Rio, II° Summit Mondiale delle Nazioni Unite La Conferenza di Rio, a cui partecipano 178 Stati, si conclude con l’approvazione di una Dichiarazione, di un programma, denominato Agenda 21, contenente obiettivi, percorsi, tappe per rendere l’impatto delle attività umane maggiormente sostenibile e la ratifica di due Convenzioni, una sui cambiamenti climatici, l’altra sulla biodiversità.
DICHIARAZIONE DI RIO Entra nelle convenzioni internazionali il concetto di sviluppo sostenibile. SVILUPPO SOSTENIBILE= «Miglioramento della qualità della vita delle popolazioni entro i limiti della capacità di carico ( di rigenerazione) degli ecosistemi»
PRINCIPI BASILARI PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA PROTEGGERE I SISTEMI DI SOSTEGNO ALLA VITA CONSERVARE LA DIVERSITA’ BIOLOGICA USO SOSTENIBILE DELLE RISORSE RINNOVABILI RIDURRE AL MINIMO LO SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE NON RINNOVABILI • PREVENIRE L’INQUINAMENTO • CREARE UN’ALLEANZA MONDIALE • • •
2002 - Johannesburg, III° Summit Mondiale delle Nazioni Unite Il Vertice, a cui hanno partecipato 189 Paesi, si è concluso con l’approvazione di una Dichiarazione politica che ha riaffermato i principi fondamentali dello sviluppo sostenibile e di un Piano di azione composto di 153 paragrafi, contenenti obiettivi e scadenze.
PIANO DI AZIONE • SCONFIGGERE LA POVERTA’ • CAMBIARE I MODELLI INSOSTENIBILI DI PRODUZIONE E DI CONSUMO ( ENERGIA, TRASPORTI, SOSTANZE CHIMICHE) • PROTEZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE NATURALI (ACQUA, OCEANI e MARI, CAMBIAMENTI CLIMATICI, INQUINAMENTO ATMOSFERICO, AGRICOLTURA, DESERTIFICAZIONE, MONTAGNE, TURISMO, BIODIVERSITA’, FORESTE, MINERALI) • SALUTE E SVILUPPO SOSTENIBILE
2012 -Rio , Rio + 20 - IV° Summit Mondiale delle Nazioni Unite la Comunità Internazionale riafferma il proprio impegno per uno sviluppo sostenibile. 25 -28 settembre 2015, a New York, nuovo Summit delle Nazioni Unite. Approvata l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030.
Sviluppo Sostenibile richiede interventi di carattere legislativo, economico e tecnologico, educativo. LEGISLAZIONE AMBIENTALE Al riconoscimento giuridico del bene ambiente, si è arrivati dopo un lungo percorso legislativo e grazie alla maggior sensibilità e consapevolezza attorno ai temi ambientali.
A livello europeo Nel Trattato di Roma del 1957 non era previsto nessun riferimento all’ambiente. Le conclusioni della Conferenza di Stoccolma furono assunte dal Vertice dei Capi di Stato e di Governo Europei a Parigi, sempre nel 1972, che viene indicato come l’atto di nascita della politica ambientale dell’Unione Europea. Il primo programma d’azione comunitaria in materia ambientale fu approvato dal Consiglio il 22 novembre 1973.
Il Trattato di Lisbona, del 2007, inserisce la materia dell’ambiente tra quelle di competenza concorrente tra Stati membri e l’Unione. I principi ispiratori dell’azione dell’UE nel settore dell’ambiente (art. 19 TFUE): • Principio di precauzione • Principio dell’azione preventiva • Principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni ambientali • Principio chi inquina paga
I principali settori di intervento: • La VIA e la VAS (valutazione di impatto ambientale e valutazione ambientale strategica) • Inquinamento atmosferico • La lotta ai cambiamenti climatici • L’inquinamento delle acque • I rifiuti e gli imballaggi • L’inquinamento acustico • La tutela penale dell’ambiente
In Italia Al riconoscimento giuridico del bene ambiente, si è arrivati dopo un lungo percorso legislativo e grazie alla maggior sensibilità e consapevolezza attorno ai temi ambientali. La Costituzione Italiana non contiene alcun riferimento esplicito alla protezione delle risorse naturali o alla difesa di queste dagli inquinanti; viene considerato indirettamente come diritto alla salute (art. 32) e tutela del paesaggio (art. 9).
Solo con la legge costituzionale n. 3/2001 la materia ambientale diventa oggetto di specifica disciplina. La nuova formulazione dell’art. 117 riconosce, infatti, la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali come materia espressamente riservata alla legislazione esclusiva dello Stato. Per molti anni la legislazione in materia ambientale è stata settoriale, dettata, quasi sempre, dall’emergenza per riparare ai danni dei dissesti e di contenimento degli inquinanti e, per lungo tempo, si sono registrate mancanza di leggi capaci di regolare lo sviluppo e i modi di produrre, marginalità del diritto ambientale, assenza di una cultura dell’ambiente.
La prima legge organica della materia risale al 1966, con la legge 13 luglio 1966, n. 615“Provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico» che individua l’aria come BENE GIURIDICO da proteggere. Si dovrà poi attendere il 1976 per il varo della normativa sull’inquinamento idrico. Legge 10 maggio 1976, n° 319 ( legge Merli)”Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento”, prima legge che prende in esame l’acqua quale risorsa naturale da proteggere.
Nel 1983 fu nominato, per la prima volta un Ministro con delega all’Ecologia. Un vero cambiamento si ha con l’approvazione di due provvedimenti che recepiscono il concetto di ambiente come realtà unitaria nella sua struttura (fattori chimici, fisici, biologici), nel suo funzionamento (rapporto tra specie), nella sua storia ( che abbraccia anche l’uomo come parte della natura e nuovo fattore ecologico attraverso la sua cultura e i suoi modelli di sviluppo) e non solo come paesaggio.
1) L. 8 agosto 1985, n. 431” Disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale” (nota come “legge Galasso” dal nome del sottosegretario ai beni culturali e ambientali). Sottoponendo a vincolo paesaggistico ghiacciai, bacini fluviali e lacustri, foreste, zone umide, vulcani e altre entità naturali, la legge Galasso afferma chiaramente il principio per cui è l’attività dell’uomo che deve uniformarsi alla natura e non questa alle esigenze produttive e abitative dell’uomo. Sul piano dell’evoluzione culturale e disciplinare, si considera il paesaggio “sistema di ecosistemi naturali e umani. ”
2) L. 8 luglio 1986, n. 349, «Istituzione del Ministero dell’ambiente e norme in materia di danno ambientale» . Istitutiva del Ministero dell’Ambiente. Introduce, anche, la compatibilità ambientale Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” Detto anche “Testo Unico Ambientale”, “Codice dell’ambiente” contiene le principali norme che regolano la disciplina ambientale.
1) Disposizioni comuni e principi generali 2) Procedure per la valutazione ambientale strategica, la valutazione di impatto ambientale e per l’autorizzazione ambientale integrata ( VAS, VIA, AIA) 3) Difesa del suolo, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche 4) Gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati 5) Tutela dell’aria e riduzioni delle emissioni in atmosfera 6) Tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente
Economia circolare 4 Direttive UE Sono entrate in vigore il 4 luglio 2018, e gli Stati membri dovranno recepirle entro il 5 luglio 2020, le quattro direttive del “pacchetto economia circolare. Economia lineare=la conversione delle risorse naturali in rifiuti, attraverso la produzione. Economia circolare= modello economico che mantiene prodotti, materiali, risorse quanto più a lungo possibile e riduce al minimo la produzione di rifiuti.
Nell’economia circolare riveste un ruolo preminente la gestione dei rifiuti. Tra gli obiettivi delle nuove direttive è previsto il riciclo entro il 2025 per almeno il 55% dei rifiuti urbani (60% entro il 2030 e 65% entro il 2035) e parallelamente si vincola lo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani (fino ad un massimo del 10% entro il 2035). Il 65% degli imballaggi dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Direttiva (UE) 2019/904 in materia di plastica monouso per ridurre l'incidenza di determinati prodotti di plastica monouso sull'ambiente, in particolare sull’ambiente acquatico, e sulla salute umana, nonché promuovere la transizione verso un’economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi. ogni Stato dovrà adeguarsi alle nuove regole entro il 3 luglio 2021.
Evoluzione del concetto di Educazione Ambientale L’Educazione ambientale si è sviluppata seguendo diverse tappe. 1972 - Conferenza di Stoccolma. Educazione ambientale come strumento “rivolto a giovani e adulti, essenziale per ampliare la base di una opinione informativa e per infondere negli individui, nelle società e nelle collettività il senso di responsabilità per la protezione e il miglioramento dell’ambiente”. L’educazione ambientale nasce a livello internazionale come educazione volta a conoscere, tutelare e conservazione l’ambiente naturale.
1975 - Seminario di Belgrado dell’UNESCO Viene affermata la assoluta necessità di una presa di coscienza diffusa intorno ai problemi ambientali, il bisogno di diffondere valori capaci di sorreggere comportamenti responsabili, l’importanza centrale della partecipazione, individuale e collettiva, quale strumento principale per il raggiungimento degli obiettivi. Educazione ambientale come strumento di presa di coscienza degli effetti della crisi ambientale
1977 - Conferenza di Tbilisi dell’UNESCO “ l’obiettivo principale dell’educazione ambientale è quello di mettere in grado la gente di comprendere la complessità dell’ambiente e la necessità per le Nazioni di adattare le proprie attività e di indirizzare il proprio sviluppo verso modalità che siano in armonia con l’ambiente» . L’educazione ambientale deve adottare un punto di vista olistico, che esamini tutti gli aspetti ecologici, sociali, culturali. Dagli effetti alle cause della crisi ambientale
1992 - Conferenza di Rio «L’educazione riveste una notevole importanza per la promozione di uno sviluppo sostenibile e per migliorare la capacità degli individui a interessarsi dei problemi dell’ambiente e dello sviluppo» Educazione ambientale imperniata sulla complessità, sui valori e i diritti, sottolineando i nessi imprescindibili che l’educazione ambientale ha con le tematiche dei diritti umani, dell’equità sociale, della pace e della salute. Dall’educazione ambientale all’educazione alla sostenibilità.
Educazione ambientale= rivolta principalmente alla tutela della natura, del paesaggio e della biodiversità. Le finalità dell’educazione ambientale sono, pertanto, quelle di difendere e conservare i beni presenti in natura. Educazione alla sostenibilità= comprende gli aspetti ambientali, sociali ed economici.
Si passa da una dimensione prevalentemente naturalistica e «conservazionistica» a una educazione che si pone come elemento chiave per la realizzazione di una società sostenibile. Una adeguata educazione e sensibilizzazione è riconosciuta come uno dei pilastri della sostenibilità insieme con interventi di carattere legislativo, economico e tecnologico» .
2002 - Vertice di Johannesburg (2002) viene inserita l’iniziativa ONU di un decennio sull’educazione per lo sviluppo sostenibile. Nel testo del documento, l’educazione allo sviluppo sostenibile viene vista come erede dell’educazione ambientale e viene definita come un processo permanente che interessa l’individuo lungo l’intero arco della vita.
2015 -Summit di New York Obiettivo 4: fornire una educazione di qualità Punto 7: «Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile»
A Livello Nazionale 1997 CARTA di Fiuggi per l'educazione ambientale orientata allo sviluppo sostenibile e consapevole Art. 4. L'educazione allo sviluppo sostenibile deve divenire un elemento strategico per la promozione di comportamenti critici e propositivi dei cittadini verso il proprio contesto ambientale. L'educazione ambientale forma alla cittadinanza attiva e consente di comprendere la complessità delle relazioni tra natura e attività umane. L'educazione ambientale si protrae per tutta la durata dell'esistenza, prepara l'individuo alla vita.
art. 10. Ogni individuo ha un ruolo importante e insostituibile per l'educazione ambientale e per il mantenere, salvaguardare e migliorare la qualità dell'ambiente, • quale cittadino singolo e protagonista di movimenti collettivi ed associazioni; • quale produttore di beni e di servizi, di rischi, inquinamenti e rifiuti; • quale consumatore di beni e servizi, di risorse esauribili in forme diseguali.
In ambito scolastico l'educazione ambientale non è circoscrivibile entro i confini di una nuova materia, né si può identificare con qualche contenuto preferenziale, l'educazione ambientale è interdisciplinare e trasversale, lavora sui tempi lunghi. Le Linee Guida Educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile, definite d’intesa tra il MIUR e il Ministero dell’ambiente(2014) Propongono otto percorsi didattici declinati per ordini e gradi di istruzione:
1. “Tutela delle acque e del mare” 2. “Tutela della biodiversità: Flora e Fauna” 3. “Alimentazione sostenibile” 4. “Gestione dei rifiuti” 5. “Tutela della biodiversità: servizi ecosistemici” 6. “ Green economy” 7. “La città sostenibile: inquinamento, consumo di suolo e rifiuti” 8. «Adattamento ai cambiamenti climatici»
Legge 20 agosto 2019, n. 92 La legge 20 agosto 2019, n. 92, entrata in vigore il 5 settembre 2019, ha introdotto l’obbligatorietà, a partire dall’anno scolastico 2020/2021, nelle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione, dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, che comprende anche l’educazione ambientale.
contenuti da trattare: • Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile • elementi fondamentali di diritto • educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del territorio • educazione al rispetto e valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni, • educazione a salute e benessere, • educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.
Intraprendere il cammino dello sviluppo sostenibile richiederà una profonda trasformazione del modo in cui pensiamo e agiamo. Per creare un mondo più sostenibile e impegnarsi sui temi concernenti la sostenibilità, gli individui devono diventare agenti del cambiamento verso la sostenibilità.
Grazie per l’attenzione
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