Donne e sfera pubblica il lungo cammino delle
Donne e sfera pubblica: il lungo cammino delle italiane per accedere alla cittadinanza politica (3) M. Antonella Cocchiara mercoledì, 19 giugno 2013 - ore 15. 00 -17. 00
breve storia della conquista del diritto di voto in età liberale storia di una sconfitta, sconfitta ma la questione è presente nel dibattito politico e puntualmente registrata nelle fonti parlamentari e nella pubblicistica dell’epoca dopo la caduta del fascismo storia di una conquista, di un successo, successo di cui però si parla poco sia nelle fonti ufficiali che nei giornali del tempo…
Il primo paese europeo dove si riconosce il diritto di voto alle donne è la Finlandia: 1906 1893 Nuova Zelanda 1902 Australia 1906 Finlandia 1913 Norvegia 1915 Danimarca 1917 Russia 1918 Canada 1919 Germania 19201919 Olanda 19211919 Polonia 1919 Austria 1919 Lussemburgo 1920 USA 1920 Cecoslovacchia • Svezia • Birmania • Regno Unito • Irlanda 1928 Ecuador 1931 Spagna (repubblicana) 1934 Turchia • Filippine • Italia 1919 Giappone 19201946 Francia 1946 Brasile 1946 Albania 1947 1946 Romania 1948 1947 Argentina 1947 Bulgaria 1948 1947 Venezuela 1948 Corea 1949 1948 Israele 1950 1948 Belgio 1949 Indonesia 1949 Grecia 1950 1949 Cile 1949 Siria 1950 India 1953 Messico 1954 Colombia 1954 Pakistan 1955 Perù 1956 Costa d'Avorio 1956 Egitto 1956 Madagascar 1956 Vietnam 1959 Rep. S. Marino 1963 Iran • Kenia 1963 Libia 19461971 Svizzera 1948 Portogallo 19492005 Kuwait
…troppo importante per non avere il conforto della discussione in assemblea consultiva
Il diritto di voto alle donne italiane Ivanoe Bonomi Ø è varato dal 2° governo Bonomi, costituito da DC, PCI, Democrazia del Lavoro e PLI Ø è breve, sommario e incompleto…
v l’art. 1 si limita ad estendere il voto alle donne che fossero nelle condizioni previste dal T. U. della legge elettorale politica del 1919… v l’art. 2 ordina la compilazione delle liste elettorali femminili, «che saranno tenute distinte da quelle maschili» … v l’art. 3 pone dei limiti al suffragio femminile: ne restano escluse le prostitute schedate «che esercitano il meretricio fuori dei locali autorizzati» …
v sarà il d. l. lgt. n. 74 del 10 marzo 1946 a disporre che potevano «essere eleggibili alla Assemblea Costituente i cittadini e le cittadine che, al giorno delle elezioni, [avessero] compiuto il 25° anno di età»
Il d. l. lgt. n. 23 del 1° febbr. 1945… Ø viene emanato mentre l’Italia è ancora in guerra, manca una qualunque istituzione assembleare e non v’è traccia di discussione sul decreto… Ø ciò rende difficile l’analisi delle motivazioni politiche di tale provvedimento Ø il voto arriva senza neppure un’eco delle battaglie femministe di età liberale o dei dibattiti parlamentari… Ø chi lo ha voluto?
Pio XII concludeva il suo discorso, tenuto nel 1945 al raduno del CIF, con una vera e propria “chiamata alle armi” delle donne cattoliche: «La donna, veramente tale, non può altrimenti vedere né comprendere a fondo tutti i problemi della vita umana che sotto l’aspetto della famiglia. Perciò il senso affinato della sua dignità la mette in apprensione ogniqualvolta l’ordine sociale o politico minaccia di recar pregiudizio alla sua missione materna, al bene della famiglia. Tali sono oggi purtroppo le condizioni sociali e politiche; esse potrebbero farsi anche più incerte per la santità del focolare domestico e quindi per la dignità della donna.
Pietro Nenni Alcide De Gasperi “…abbiamo lottato perché venisse concesso alle donne il voto attivo e passivo… senza tenere nessun conto delle conseguenze che avrebbero potuto derivarne per il nostro partito” Palmiro Togliatti
Sia per Togliatti che per De Gasperi, il voto femminile è un voto ‘concesso’ in funzione delle strategie del proprio partito!
“Alle donne non interessa la politica perché non hanno posto nella vita pubblica; se lo avessero sarebbe diverso perché una congenita incapacità creativa femminile esiste solo in due campi: la filosofia e la musica”. (Panfilo Gentile)
A differenza della «lotta memorabile delle suffragette» inglesi, le donne italiane il voto «se lo sono visto offrire senza aver fatto nulla o ben poco per ottenerlo» e aggiunge, con paternalistico e diffidente dissenso «è un fatto indiscutibile che il voto alle donne non è stato chiesto dalle donne … Ora tutto ciò che è dato e non è chiesto, non voluto energicamente e imposto dopo una lunga lotta, non ha valore» (Mario Borsa, Corriere dell’informazione).
L’UDI (Unione Donne Italiane) è costituita il 12 settembre 1944, per iniziativa dei Gruppi di difesa della donna, composti da esponenti dei partiti del CLN
Angela Guidi Cingolani
Le consultrici erano 13: due DC, tre PSIUP, una liberale, sei comuniste e un’azionista A sinistra le consultrici Picolato, Floreanini e Noce (PCI) e, a destra, Caligaris (Merlin) e Maffioli (PSIUP), nel corso delle riunioni preliminari all’apertura della Consulta. aura Bianchini Adele Bei Ciufoli Ada Prospero Marchesini ved. Gobetti
ttra Pollastrini Ofelia Garoia Teresa Noce
“Quaranta giorni di libertà” di Luciano Codignola, con la regia di Leandro Castellani Gisella Floreanini della Porta
Per la prima volta nella storia d’Italia, anche le donne si siedono oggi sugli scranni di Montecitorio [. . . ] Dove sono le consultrici comuniste? - Eccole laggiù tutt’e cinque. - E quell’elegante signora che sta per uscire dall’Aula? - E’ la signora Minoletti, del partito liberale: è la consultrice più elegante. Si figuri che cambia abito per ogni seduta. Tutto l’opposto della sua collega comunista Picolato, che resta fedele alla sua camicetta rossa dal giorno dell’inaugurazione.
“tra le tante medaglie che ho ricevuto nel corso di questi quaranta anni, quella che porto più volentieri è quella della Consulta Nazionale, perché ricorda la liberazione delle donne, il modo come hanno combattuto, la serietà e la validità delle loro competenze” Gisella Floreanini della Porta
Elezioni amministrative a Cislago (Varese) 17 marzo 1946
Elette oltre 2000 donne nei consigli comunali!
Sibilla Aleràmo (Rina Faccio) (Alessandria 1876 – Roma 1960) Aveva 70 anni quel 2 giugno 1946…
Anna Garofalo (1925 -1965) “… lunghissima attesa davanti ai seggi elettorali. Sembra di essere tornate alle code per l’acqua, per i generi razionati. Abbiamo tutti nel petto un vuoto da giorni d’esame, ripassiamo mentalmente la lezione: quel simbolo, quel segno, una crocetta accanto a quel nome. Stringiamo le schede come biglietti d’amore. Si vedono molti sgabelli pieghevoli infilati al braccio delle donne timorose di stancarsi e le tasche gonfie per il pacchetto della colazione. Le conversazioni che nascono tra uomini e
Partecipazione al voto: 89% 89, 2% 52, 2% 47, 8%
smentendo altri stereotipi, le donne votarono: più nei paesi piccoli che nelle città più degli uomini al Sud e meno degli uomini al Nord più nelle elezioni politiche nelle amministrative
voti (%) deputati Democrazia Cristiana (DC) 35, 2 207 (9) Partito Socialista di Unità Proletaria (PSIUP) 20, 8 115 (2) Partito Comunista Italiano (PCI) 19, 0 104 (9) Unione Democratica Nazionale (liberali) 6, 8 41 Fronte dell’Uomo Qualunque 5, 3 30 (1) Partito Repubblicano Italiano (PRI) 4, 4 23 Blocco Nazionale della libertà (monarchici) 2, 8 16 Partito d'Azione (Pd’A) 2, 5 7 PARTITI Movimento Indipendentista Sicilia 4 Concentrazione Democratica Repubblicana 2 Partito Sardo d'Azione (PSd'AZ) 2 Movimento Unionista Italiano 1 Partito Cristiano Sociale 1 Partito Democratico del Lavoro 1 Partito Contadini Italiani 1 Fronte Democratico Progressista Repubblicano 1 556 deputati 21 donne = 3, 8%
I tre partiti di massa avevano presentato in tutto… 113 donne = 6, 5% dei loro candidati!
Ø Laura Bianchini e Angela Maria Guidi Cingolani (DC) Ø Clementina Caligaris Velletri, Jole Tagliacozzo Lombardi e Claudia Maffioli (PSIUP) Ø Virginia Quarello Minoletti (liberale) Ø Adele Bei Ciufoli, Gisella Floreanini della Porta, Ofelia Garoia Antonelli, Teresa Noce Longo, Rina Picolato ed Elettra Pollastrini (PCI) Ø Ada Prosperi Marchesini ved. Gobetti (Pd. Az) Solo 5: le DC Bianchini e Cingolani;
Angela GOTELLI Laura BIANCHINI nata ad Albanto (Parma), 1905; nata a Castenedolo (Br), 1903; laureata in lettere e filosofia, insegnante, partigiana Elisabetta CONCI nata a Trento, 1895; laureata in lettere, insegnante Angela Maria GUIDI CINGOLANI nata a Roma, 1883; laureata in chimica; dal 25/09/1945, vice Presidente della Consulta Nazionale, moglie del costituente DC Mario CINGOLANI Maria DE UNTERRICHTER JERVOLINO nata a Ossana (Tn), 1902; laureata in lettere; moglie del costituente DC Angelo Raffaele JERVOLINO Filomena DELLI CASTELLI nata a S. Angelo (Pescara), 1916, laureata in lettere Maria AGAMBEN FEDERICI nata a L’Aquila, 1899; laureata in lettere, partigiana; fondatrice e prima presidente del CIF; socia fondatrice, insieme alla Merlin e ad altre, del CIDD Maria NICOTRA VERZOTTO nata a Catania, 1913; casalinga Vittoria TITOMANLIO nata a Barletta, 1899; insegnante
Adele BEI CIUFOLI nata a Cantiano (Pesaro), 1904; salariata agricola; dirigente sindacale Nadia GALLICO SPANO nata a Tunisi, 1916; responsabile delle donne comuniste della provincia di Roma; sposata con il costituente comunista Velio SPANO Nilde IOTTI nata a Reggio Emilia, 1920; laureata in lettere, insegnante Teresa MATTEI nata a Genova, 1921; laureata in filosofia, la più giovane costituente (25 anni) Angiolina MINELLA NOLINARI nata a Savona, 1920; laureata in lettere Rita MONTAGNANA TOGLIATTI nata a Torino, 1895; artigiana, sarta sposata dal 1924 con Palmiro TOGLIATTI Teresa NOCE LONGO nata a Torino, 1900; giornalista moglie di Luigi LONGO Elettra POLLASTRINI nata a Rieti, 1908; operaia Maria Maddalena ROSSI nata a Codeville (Pavia), 1906; laureata in chimica
Bianca BIANCHI nata Vicchio (Fi), 1914 Angelina MERLIN nata a Pozzonovo (Padova), 1881; laureata in lettere, insegnante
Ottavia PENNA BUSCEMI nata a Caltagirone (CT), 1907; casalinga
Teresa Mattei († 12 marzo 2013) ha ricordato: “Quando si votò per il ripudio della guerra, noi, tutte e 21, ci tenemmo la mano. Eravamo tutte per la pace, anche la collega qualunquista, che poi era monarchica. Fummo unite anche per rimuovere il divieto che avevano le infermiere di sposarsi. E ci riuscimmo”.
Maria Federici Agamben in quei giorni osservava: «Quando nei prossimi anni l’esercizio del voto femminile sarà entrato nel novero delle cose normali, ripensando alla fatica che si è fatta per … orientare favorevolmente sulla questione uomini di governo, opinione pubblica e attenzione femminile e maschile, ci verrà da ridere» .
- È soddisfatta di come vanno le cose? - Per niente. Vedo un eccesso di fiducia femminile che mi spaventa. C’è nel paese un brutto clima. Si può sempre tornare indietro, le giovani devono tenerlo a mente. Oggi, per esempio, le elette sono tutte delegate. - In che senso delegate? Tina Anselmi - Scelte dai partiti, messe nei collegi perché si pensa che prendano voti. Non vedo candidature che nascono da una loro Insertoforza “Diario diautonoma. Repubblica”, dedicato a “Voto alle donne”, in La Repubblica, 1°
Rivolta femminile (1970) Nato nell’estate del 1970, abbraccia una serie di gruppi autonomi e autogestiti, che mirano a superare ogni forma di autoritarismo e verticismo. Di primo piano, al suo interno, la figura di Carla Lonzi, autrice
Rivolta Femminile apre il suo «Manifesto» con l’appello straziato di Olympe de Gouges: «Le donne saranno sempre divise le una dalle altre? Non formeremo mai un corpo unico? » .
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