DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO A MEDIO E ALTO
DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO A MEDIO E ALTO FUNZIONAMENTO: COME INTERVENIRE A SCUOLA Dott. ssa Stefania Senese
AGENDA § COMPRENDERE LE CARATTERISTICHE ED IL FUNZIONAMENTO DEI RAGAZZI CON DISTURBO LIEVE DELLO SVILUPPO § PROGETTARE L’ATTIVITA’ DIDATTICA § PROMUOVERE LE ABILITA’ SOCIALI § GESTIRE I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI
COS’è IL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO?
DISTURBO ORGANICO PREDISPOSIZIONE GENETICA (in FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALI particolare nel corso della gravidanza o del parto) ALTERAZIONE DELLO SVILUPPO DEL CERVELLO (che si esprime con diversi gradi di gravità) CORSO ANOMALO DELLO SVILUPPO COGNITIVO ANOMALA ORGANIZZAZIONE DEL COMPORTAMENTO
I disturbi dello spettro autistico disturbo neuro-evolutivo come il disturbi del linguaggio e disturbi dell’apprendimento Sono una classe di condizioni caratterizzate da anomalie precoci nell’organizzazione strutturale del cervello, che alterano in diversi modi lo sviluppo neuro –cognitivo
SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE DSM IV TR DSM V Approccio categoriale: autismo come categoria diagnostica con caratteristiche cliniche definite. Approccio dimensionale: spettro autistico in continuum dimensionale
DSM 5 definisce l’autismo in termini di : Diade sintomatologica si manifesta con : Deficit della comunicazione sociale comunicazione verbale e non verbale Avviare un’interazione e rispondere a un’interazione Deficit di «immaginazione Repertorio ristretto di attività e interessi Comportamenti ripetitivi e stereotipati
Criteri per la diagnosi unica di Disturbo dello Spettro Autistico - DSM V: • A. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi contesti, manifestato con Deficit nella reciprocità socio-emotiva, nei comportamenti comunicativi non verbali, nello sviluppo e mantenimento di relazioni • B. Comportamenti, interessi, attività ristretti e ripetitivi, manifestato con: Linguaggio, movimenti motori, uso di oggetti stereotipato e ripetitivo; eccessiva aderenza alla routine; Fissazioni; Iper-reattività e/o Ipo-reattività a stimoli sensoriali • C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma anche manifestarsi quando la domanda sociale eccede le capacità). • D. L’insieme dei sintomi deve compromettere il funzionamento quotidiano
Approccio Dimensionale per la diagnosi unica di Disturbo dello Spettro Autistico - DSM V: Il DSM V uniforma i criteri ma introduce i livelli di Severità: • Livello 3: Richiede supporto rilevante • Livello 2: supporto moderato • • Livello 1: supporto lieve • Livello 0: buon adattamento senza supporto (variante nella norma o disturbo sotto-soglia)
Autismo e disturbi associati
TERMINI DI USO COMUNE NON BASATI SU CLASSIFICAZIONI UFFICIALMENTE RICONOSCIUTE AUTISMO A BASSO FUNZIONAMENTO BAMBINI NON VERBALI E CON ABILITA’ COGNITIVE SOTTO LA MEDIA AUTISMO A MEDIO-ALTO FUNZIONAMENTO BAMBINI CON LINGUAGGIO E INTELLIGENZA NELLA NORMA TRATTI AUTISTICI BAMBINI CON ALCUNI COMPORTAMENTI CHE FANNO PENSARE ALL’AUTISMO
Principali modelli esplicativi dello Spettro Autistico Ø Deficit della teoria della mente (Tom) Ø Deficit primario nella relazione interpersonale Ø Deficit delle funzioni esecutive Ø Deficit di coerenza centrale Ø Teoria della simulazione mentale
DEFICIT DELLA TEORIA DELLA MENTE • E’ la capacità di attribuire ad altri stati mentali e di prevederne il comportamento sulla base di tali stati. • Capacità di riflettere sulle emozioni, sui desideri e sulle credenze proprie ed altrui e di comprendere il comportamento degli altri in rapporto non solo a quello che ciascuno di noi sente, desidera o conosce, ma in rapporto a quello che ciascuno di noi pensa che l'altro sente, desidera o conosce (Baron-Cohen et. al. , 2000)
COMPITO DELLA FALSA CREDENZA Ø il bambino che ha una teoria della mente rispondera’ che Sally cerchera’ la palla nella cesta, cioè dove l’ha lasciata Ø il bambino sarà quindi in grado di rappresentare lo stato mentale di Sally, cioè quello che Sally crede, anche se è sbagliato
DEFICIT DELLA TEORIA DELLA MENTE si manifesta: • • Mancanza del gioco di finzione Gioco simbolico assorbente Fuga dalla realtà Difficoltà nel leggere le emozioni Difficoltà a capire il doppio senso Incapacità di comprendere il punto di vista dell’ altro Difficoltà nel comprendere l’ ironia Incapacità a rappresentare le intenzioni
DEFICIT PRIMARIO NELLA RELAZIONE INTERPERSONALE La teoria socio-affettiva parte dal presupposto che l’essere umano nasce con una predisposizione innata ad interagire con l’altro. (Hobson, 1993) Si tratta di un bisogno primario non inferito dalle esperienze, né condizionato o dettato da altri tipi di bisogni, che è parte del corredo genetico di ogni bambino.
DEFICIT DELLA COERENZA CENTRALE La capacita’ di sintetizzare in un tutto coerente, o di sistematizzare in un sistema di conoscenza, le molteplici esperienze parcellari che investono l’apparato sensoriale Il deficit di coerenza centrale nelle persone con autismo si traduce con forti DISPERCEZIONI e DIFFICOLTÀ SENSORIALI Si manifesta con : • Difficoltà a dare un senso alle relazioni interpersonali • Isole di abilità (attenzione centrata su particolari) • Pensiero in dettaglio
DEFICIT DELLE FUNZIONI ESECUTIVE PROGRAMMATORIE Le funzioni esecutive sono un insieme di processi cognitivi flessibili e necessari a programmare, mettere in atto e portare a termine con successo un comportamento finalizzato ad uno scopo.
FUNZIONI ESECUTIVE quando si usano • Apprendimento di nuove azioni • Azioni che prevedono pianificazione e decision making • Azioni in cui è necessario correggere errori • Comportamenti nuovi che prevedono l’esecuzione di una nuova sequenza di azioni • Attività difficili o pericolose • Attività in cui è previsto un costante monitoraggio del proprio comportamento
DEFICIT DELLE FUNZIONI ESECUTIVE si manifestano con difficoltà nel: • Modulare il proprio comportamento rispetto al contesto • Gestire l’ansia e la frustrazione • Riorganizzare il pensiero in modo flessibile e adattivo • Gestire il tempo e lo spazio in modo organizzato • Pianificare con anticipo • Concentrarsi • Imparare dai propri errori • Scarsa consapevolezza dei sentimenti altrui e delle convenienze sociali
TEORIA DELLA SIMULAZIONE MENTALE Porta a ritenere che i bambini con disturbo autistico non riescano ad entrare in relazione con gli altri perchè nel loro sistema nervoso è alterato il funzionamento dei cosiddetti ''neuroni-specchio'', ossia i circuiti nervosi che permettono di osservare e capire le azioni delle persone vicine
CARATTERISTICHE DEGLI STUDENTI SFERA COGNITIVO EMOTIVA • Prevalenza di pensiero visivo rispetto a quello verbale (Sono pensatori associativi non logici. cit. Temple Grandin 2001) • Buone abilità di memoria visivo-spaziale • Buone abilità di discriminazione visiva • Difficoltà di pianificazione e organizzazione del proprio comportamento (FE)
CARATTERISTICHE DEGLI STUDENTI SFERA COGNITIVO EMOTIVA • Difficoltà a modificare flessibilmente il proprio comportamento in base alle circostanze (FE) • Difficoltà inibizione risposte “impulsive” (FE) • Difficoltà Attenzione (tempi brevi, attenzione congiunta, spostare l’attenzione da uno stimolo a un altro, attenzione eccessiva a dettagli o stimoli non rilevanti, carenza uso sociale attenzione)
Caratteristiche degli studenti SFERA COGNITIVO EMOTIVA • Difficoltà a riconoscere le emozioni, i pensieri, opinioni, intenzioni degli altri e in generale a “mettersi nei panni degli altri” (To. M) • Difficoltà gestione ansia, stress ed emotività • Difficoltà di riunire informazioni per costruire una visione di insieme, cogliere un significato globale evitando di concentrarsi su dettagli (Coerenza Centrale) • Difficoltà di generalizzazione
Caratteristiche degli studenti Sfera della Comunicazione sociale: • Difficoltà con la pragmatica della comunicazione (cioè l’uso del linguaggio legato al contesto come iniziare e finire una conversazione, rispetto dei turni, interrompere o parlar sopra, commenti irrilevanti o inadeguati, adattarsi alle circostanze) • Interpretazione letterale (difficoltà comprensione metafore, doppi sensi, senso umorismo ecc. ) • Difficoltà comprensione gestualità e gesti comunicativi, espressioni del viso, posture del corpo… • Mancanza di ricerca spontanea condivisione gioie, interessi, obiettivi con gli altri
Caratteristiche degli studenti Sfera della Comunicazione sociale: • Difficoltà nell’orientamento e nell’attenzione verso le altre persone • Difficoltà nel leggere e comprendere il comportamento delle altre persone, perché e cosa fanno gli altri (To. M) • Difficoltà comprensione usi e costumi sociali • Mancanza di comportamenti pro-sociali • Minore tendenza a iniziare scambi sociali (meno opportunità di imparare “dalle” persone e “sulle “persone)
Caratteristiche degli studenti Sfera della Comunicazione sociale: • Linguaggio espressivo fluente ma spesso caratterizzato da scarsa modulazione accento, ritmo, volume o registro, in adolescenza linguaggio iper-formale… • Uso di frasi bizzarre • Mancato uso della gestualità e scarsa mimica facciale • Difficoltà a cambiare argomento e/o a non parlare incessantemente del proprio argomento preferito • Perseveranza nel porre domande • Difficoltà turnazione e rispetto delle regole comunicative difficoltà ad iniziare, mantenere e terminare conversazioni)
Caratteristiche degli studenti Immaginazione e comportamento rigido o ripetitivo • Ristretta gamma di interessi • Rigidità e resistenza al cambiamento • Ripetitività e/o bisogno di aderire a routine • Comportamenti motori stereotipati • Abitudini rigide ” (orari, sequenze di azioni) • Linguaggio spontaneo monotematico • Problemi di comportamento ecc. .
Caratteristiche degli studenti ANOMALIE SENSORIALI iper-responsività: reazione comportamentale esagerata, negativa o di evitamento, di repentina insorgenza e/o di durata prolungata a stimoli sensoriali quali rumori, luci e odori presenti nell’ambiente ipo-responsività: mancata o ridotta risposta a stimoli sensoriali come dolore (frequenti cadute, tagli, ecc. ), temperatura (scottature, ustioni) e sapori (ridotte abilita gustative). ricerca compulsiva (sensory seeking/craving) e interesse insolito, assorbente ed eccessivo per una determinata esperienza sensoriale che risulta anomala per intensità o durata (luci, movimenti, odori e consistenze tattili specifiche).
Caratteristiche degli studenti ANOMALIE SENSORIALI Reazioni comportamentali: difesa ricerca La sensibilità sensoriale, inoltre, è uno tra i principali fattori che contribuiscono alla selettività alimentare nel disturbo dello spettro autistico
PUNTI DI FORZA • Abilità visuo-spaziali (attenzione ai dettagli…) • Memoria (visiva ecc. . ) • Capacita’ di analizzare e comprendere le regole che governano sistemi chiusi • Rispetto delle regole (routines…) • Applicazione (motivazione, costanza…) • Approfondimento (inusuali capacità di approfondimento degli argomenti motivanti…) • Precisione e tendenza al perfezionismo • Originalità nel problem solving
QUALI SONO LE DIFFICOLTÀ CHE I BAMBINI CON ASD INCONTRANO NEL VIVERE IL CONTESTO SCOLASTICO? • Difficoltà di interpretare i gesti e i segnali sociali emessi dai compagni e dagli insegnanti (espressioni del viso, gesti, tono della voce). • Difficoltà a comprendere le intenzioni degli altri (espresse e modulate dal parlato, dai gesti, dalle espressioni facciali). • Difficoltà di comprendere e interpretare il linguaggio parlato. Per i ragazzi con livello intellettivo medio o alto, con capacità linguistiche adeguate all’età cronologica, difficoltà di comprendere i modi di dire, le espressioni figurate, i proverbi. • Nei ragazzi con livello intellettivo medio o alto, con capacità linguistiche adeguate all’età cronologica, difficoltà a comprendere scambi comunicativi più complessi, quali gli scherzi, le battute, le barzellette, l’ironia, il sarcasmo (proprio per la difficoltà nell’interpretare i segnali sociali e ciò che avviene nelle interazioni sociali).
QUALI SONO LE DIFFICOLTÀ CHE I BAMBINI CON ASD INCONTRANO NEL VIVERE IL CONTESTO SCOLASTICO? • Difficoltà nelle funzioni esecutive: difficoltà ad iniziare un’azione, a pianificare la sua realizzazione e a portarla a termine. In svariati casi, anche se hanno l’intenzionalità di fare un’azione non riescono a portarla a termine. • Capacità sensoriali alterate: possibilità di percepire alcuni stimoli in maniera particolare e di reagire di conseguenza, in maniera spesso non adeguata alla situazione (ad es. : urla a causa del fastidio per il rumore delle chiacchiere di compagni). • Difficoltà ad anticipare e prevedere gli eventi, sulla base di indizi sociali e non. • Confusione nella sequenzialità degli eventi e nell’associazione di eventi (guardare e ascoltare chi parla, … ecc. ).
CARATTERISTICHE DEL CONTESTO SCUOLASTICO CHE RENDONO DIFFICILE AI BAMBINI CON ASD L’ESPERIENZA SCOLASTICA • Presenza di molti bambini, lavoro prevalentemente in classe (20 -25 compagni). • Attività e compiti cognitivi proposti a ritmi serrati. • Modalità comunicativa di tipo prevalentemente verbale. • Richiesta di capacità di ascolto, di osservazione, di risposta verbale, molto spesso in modo alternato. • Molte informazioni sono date per scontato e non sono spiegate. • Presenza di molte interazioni tra pari (anche in contemporanea). • Molti comportamenti hanno spiegazioni implicite e socialmente condivise (che i ragazzi con sviluppo tipico imparano già nei primi anni della scuola dell’infanzia). • Ruoli e regole di comportamento non intercambiabili (es. : alunno vs adulto) che richiedono determinati comportamenti. • Molti momenti e situazioni caotici (es. : le pause): in questi momenti gli alunni con sviluppo tipico giocano e scherzano (anche con movimenti e spostamenti imprevedibili e urla). Questo può avvenire anche durante il cambio dell’ora (e di insegnanti), e durante le pause.
PRINCIPI DI BASE DELL’INTERVENTO EDUCATIVO A SUPPORTO DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA DA DOVE PARTIAMO Ø Sviluppare una relazione di fiducia con il bambino Ø Osservazione sistematica dell’alunno Ø Valutare le funzioni di base nelle diverse aree dello sviluppo (Il profilo di sviluppo) Ø Osservare le capacità e le modalità comunicative Ø Valutare le abilità sociali del bambino Ø Osservare l’eventuale presenza di comportamenti problema Ø Individuare i punti di forza e di debolezza del bambino Ø Individuare gli obiettivi ed elaborare il PEI Ø Strutturare lo spazio e il tempo (Prevedibilità) Ø Presentazione degli stimoli ( Uso di supporti visivi) Ø Didattica
INDIVIDUARE GLI OBIETTIVI ED ELABORARE IL PEI Ø Individuare le metodologie più utili Ø Individuare le strategie da insegnare Ø Programmare attentamente le attività Ø Individuare situazioni o compiti con cui valutare il raggiungimento degli obiettivi.
USO DEI SUPPORTI VISIVI I supporti visivi permettono di aprire canali comunicativi significativi, che sostengono processi di inclusione con i compagni Nello specifico permettono di: • Apprendere regole sociali • Favorire l’interazione • Rispettare le regole presenti all’interno dei diversi contesti • Fungere da contenimento durante i momenti di frustrazione o di difficoltà emotiva
USO DEI SUPPORTI VISIVI • Orientatori visivi ((foto, immagini, oggetti, icone, istruzioni scritte) • Mappe e schemi • Quaderno delle soluzioni
IMPARARE A GESTIRE I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI Funzione comunicativa del comportamento problema: Ø ottenere un oggetto o attività gradita Ø ottenere attenzione Ø ottenere un benessere fisiologico Ø evitamento e fuga Ø evitare stimolazioni interne
COMPORTAMENTI PROBLEMATICI • Difficoltà nel cogliere e interpretare i segnali sociali (mimica, espressioni del viso, tono della voce) • Difficoltà di regolazione emotiva e scarsa intenzionalità comunicativa • Difficoltà nella previsione degli eventi che generano paura e forte ansia • Sessualità emergente in adolescenza • Sovra caricamento sensoriale • Presenza di pensieri irrazionali.
IMPARARE A GESTIRE I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI Analisi Funzionale Metodo che permette di analizzare la relazione tra due variabili e la funzione comunicativa del comportamento, in altri termini cosa la persona voleva ottenere o cosa voleva evitare attraverso quella specifica condotta comportamentale
Scheda Analisi Funzionale A Antecedente B Comportamento C Conseguenza
STRUMENTI PER GESTIRE EMOZIONI E COMPORTAMENTO • Imparare a identificare lo spazio sociale e il comportamento adeguato per i vari livelli di rapporti sociali
STRUMENTI PER GESTIRE EMOZIONI E COMPORTAMENTO Imparare a collegare le emozioni con i pensieri e le azioni da compiere Cosa hai pensato? Come ti sentito? cosa hai fatto?
STRUMENTI PER GESTIRE EMOZIONI E COMPORTAMENTO • Uso del termometro emotivo
STRUMENTI PER GESTIRE EMOZIONI E COMPORTAMENTO Misurare e visualizzare l’intensità di un’emozione Identificare possibili reazioni a emozioni e comportamenti propri e altrui Riconoscere gli indicatori fisici delle emozioni
COORDINAMENTO SCUOLA FAMIGLIA SERVIZI
LA CLASSE COME RISORSA I compagni rappresentano una straordinaria risorsa per la realizzazione di aspetti fondamentali del progetto educativo, soprattutto nell’ area della socialità e della comunicazione. Permettono inoltre di generalizzare in contesti naturali abilità apprese in attività individualizzate STRATEGIE DI BASE Sensibilizzazione Tutoraggio Cooperative learning
SVILUPPARE LE ABILITÀ SOCIALI • Fare un invito • Fare e ricevere un complimento • Aprire e chiudere una conversazione • Scambiarsi manifestazioni d’affetto • Chiedere o offrire aiuto • Dare informazioni personali • Prendere l’iniziativa • Fare una rimostranza
SVILUPPARE LE ABILITÀ SOCIALI attraverso Uso storie sociali Role playing videomodeling
BUONE PRASSI PER GLI INSEGNANTI • Iniziare l’attività giornaliera esplicitando chiaramente quale tema verrà affrontato e ciò che verrà richiesto agli alunni • Riprendere brevemente insieme agli alunni ciò che essi già conoscono dell’argomento • Semplificare le istruzioni riducendo il numero di frasi o di parole • Ripetere le istruzioni complesse in modo semplice e conciso • Preparare e fornire all’alunno in anticipo se necessario schemi e mappe delle lezioni trattate • Sfruttare gli interessi dell’alunno • Sfruttare la tecnologia
BUONE PRASSI PER GLI INSEGNANTI • Prevedere se necessario una differenziazione in termini qualitativi o qualitativi dei compiti a casa • Concedere abbondante tempo per lo svolgimento delle verifiche • Mostrarsi pazienti rispetto ai tempi di latenza tra domanda e risposta • Tenere conto dello stile di apprendimento dello studente(visivo, uditivo. . ) • Offrire la possibilità di dimostrare le proprie conoscenze e le proprie competenze soltanto oralmente o viceversa • Comunicare i criteri che verranno adottati per la correzione del lavoro svolto
COSA FA LA DIFFERENZA § Due aspetti rendono difficile la vita di una persona neurodiversa: i vincoli biologici che rendono il suo cervello meno adatto all’apprendimento sociale e…l’ignoranza che ancora permane sullo Spettro Autistico § Comprendere la mente di un ragazzo neurodiverso al fine di imparare ad interagire in modo efficace e a trovare metodi di insegnamento validi § E’ vero che la disabilità del bambino è in parte sritta nei suoi geni, ma non è scritto nei suoi geni se la sua vita sarà felice o triste, o quanto svilupperà le sue potenzialità: è scritto soprattutto nella sensibilità, nella disponibilità e nelle opportunità che la società gli saprà offrire”. (Vivanti G, Colombi C: “La mente autistica” ed. Omega )
Grazie per l’attenzione Dott. ssa Stefania Senese stefysen@gmail. com
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