Disturbi specifici dellApprendimento DSA PROF MARIO G L
Disturbi specifici dell’Apprendimento (DSA) PROF. MARIO G. L. DE ROSA
DSA Riguardano le abilità che si apprendono in ambito scolastico. I più importanti sono: 1) Disturbi della lettura (DISLESSIA) 2) Disturbi della scrittura (DISGRAFIA) 3) Disturbi del calcolo matematico (DISCALCULIA)
DSA Non sono presenti evidenti problemi neurologici e psichiatrici né deficit cognitivo-intellettivi (QI nella norma) Spesso c’è un ritardo del linguaggio pregresso Per la DIAGNOSI si usano test specifici
DISLESSIA: NEUROPSICOLOGIA Il Linguaggio è appreso dal bambino tramite l’Ascolto e l’Imitazione. A circa 2 anni il bambino inizia a parlare usando 20 -50 parole. A 6 anni raggiunge la conoscenza della grammatica. Tra i 6 -10 anni apprende il linguaggio scritto a scuola.
DISLESSIA: NEUROPSICOLOGIA Il meccanismo specchio è dunque fondamentale: si è visto che il neonato se la madre dice “A” apre la bocca come per dire la stessa vocale: sono i neuroni specchio. Fino ai 7 anni il linguaggio è appreso con maggiore facilità, successivamente diventa più difficile finchè dall’adolescenza in poi diventare un nativo linguistico è quasi impossibile.
DISLESSIA: NEUROPSICOLOGIA Per valutare la corretta acquisizione del linguaggio è importante rilevare i seguenti fenomeni: tra i 2 -5 mesi il bambino è attento alle conversazioni, tra i 6 -8 mesi comincia a balbettare, tra gli 8 -10 mesi pronuncia le parole “mamma” o “papà”, tra i 16 -24 mesi usa frequentemente la parola “No”.
DISLESSIA: NEUROPSICOLOGIA Il linguaggio è regolato dall’Area sensoriale di Wernicke per la comprensione sita nel lobo temporale soprattutto a sx, per l’espressione motoria dall’Area di Broca nel lobo frontale soprattutto sx.
DISLESSIA: NEUROPSICOLOGIA E’ stato Noam Chomsky del MIT di Boston che ha evidenziato come i neonati hanno dei programmi strutturati nel cervello geneticamente determinati per poter apprendere la grammatica. Tuttavia questo programma mostra variazioni soggettive che spiega la maggiore o minore velocità di apprendimento.
DISLESSIA: NEUROPSICOLOGIA Dopo aver imparato a parlare col linguaggio il bambino intorno ai 6 anni deve imparare a leggere e a scrivere, ciò però non è così naturale: deve apprendere che le diverse parole sono rappresentate da diversi suoni e che questi suoni possono avere un corrispettivo segno su una superficie. Dagli studi effettuati sembra che queste due capacità di apprendimento dipendono molto da quanto è definito il linguaggio parlato dei genitori.
DISTURBI DELLA LETTURA (DISLESSIA) 1) 2) 3) Visita neuro-psichiatrica, QI, valutazione abilità di lettura (prove MT di lettura), i mancini lo sono nel 30 -50% dei casi. Non si può parlare di Dislessia prima dei 7 anni e mezzo perché errori di lettura si possono avere normalmente prima di questa età. Colpisce il 5% dei bambini della scuola primaria Classificazione di Bakker: Dislessia linguistica Dislessia percettiva Dislessia mista
DISLESSIA LINGUISTICA Leggono con una velocità normale ma fanno numerosi errori sostituendo o omettendo lettere e/o parole Si ha spesso una confusione di grafemi simili: or-ro, a-an, p-q, d-b. E’ il 30% delle dislessie E’ stata ipotizzata una compromissione dell’analisi linguistica durante la lettura
DISLESSIA PERCETTIVA Leggono molto lentamente ma non commettono molti errori di lettura. E’ Si il 30% delle dislessie ipotizza una difficoltà di accesso alla rappresentazione lessicale delle parole.
DISLESSIA MISTA Leggono lentamente e commettono molti errori di omissione e sostituzione di parole e lettere E’ una forma intermedia tra la dislessia linguistica e la dislessia percettiva Corrisponde al 40% delle dislessie
DISLESSIA: CAUSE Presente soprattutto nei maschi: M/F = 5/1 Si associa a una diminuzione della memoria a BT verbale, a una difficoltà a reperire le parole (deficit nell’accesso lessicale) Si ipotizzano anche deficit dell’attenzione e della visione La RM funzionale ha evidenziato un’attività ridotta della regione temporale posteriore sinistra Alla base si ipotizza un deficit genetico
DISLESSIA: TRATTAMENTO Attualmente non ci sono evidenze conclusive sulla superiorità di un trattamento rispetto ad un altro Col trattamento la maggior parte dei bambini può raggiungere un livello normale di accuratezza, ma non di rapidità, nella lettura di un brano L’utilizzo di brani piuttosto che parole o non parole come materiale per le esercitazioni al computer è sufficiente per ottenere cambiamenti significativi Non si osservano fattori predittivi per il miglioramento, ma si riscontrano ampie differenze individuali in risposta ai diversi tipi di trattamento
DISLESSIA: TIPOLOGIE DI TRATTAMENTO Trattamento sub-lessicale Trattamento neuropsicologico Trattamento lessicale Trattamento Davis-Piccoli Trattamento percettivo-motorio Trattamento metodo balance
DISLESSIA: TRATTAMENTO SUBLESSICALE Deriva da un modello neuro-linguistico in cui la letture deriva dal riconoscimento di gruppi di grafemi via sempre più estesi rilevanti da un punto di vista linguistico. Solitamente viene svolto con esercizi di lettura al computer per aumentare l’automatizzazione nel rilevare lettere e sillabe.
DISLESSIA: TRATTAMENTO NEURO-PSICOLOGICO Tratta soprattutto le componenti del sistema cognitivo come l’attenzione e le funzioni esecutive oltre alla lettura
DISLESSIA: TRATTAMENTO LESSICALE Parte dalla teoria che la Dislessia è dovuta a una difficoltà di riconoscimento globale delle parole per cui questo trattamento prevede un allenamento a leggere parole con presentazione rapida al computer per automatizzare la lettura.
DISLESSIA: TRATTAMENTO DAVIS -PICCOLI Origina dal modello di Davis e Piccoli (1998) per cui la dislessia sarebbe causata da problemi di attenzione visiva. Si fanno compiti volti a favorire lo sviluppo del focus attentivo con l’obiettivo di riconoscere velocemente le parole, allenamenti nella discriminazione spaziale dei grafemi e altri per lo sviluppo delle abilità di sintesi fonemica.
DISLESSIA: TRATTAMENTO PERCETTIVO-MOTORIO E’ conosciuto anche come Metodo Delacato e si basa sull’assunto che la Dislessia determinata da pattern motori grossolani
DISLESSIA: TRATTAMENTO SECONDO IL BALANCE MODEL Definito da Bakker nel 1992, considera la lettura un equilibrio tra i due emisferi cerebrali per cui la Dislessia sarebbe causata da questo sbilanciamento. Il trattamento consiste nella presentazione rapida di parole o brevi stringhe di testo in diverse posizioni spaziali in base a come viene interpretato il deficit di lettura
DISLESSIA: TRATTAMENTO I risultati dell’integrazione di queste terapie hanno dato risultati molto soddisfacenti, ma è importante l’assetto della classe e la disponibilità dell’insegnante.
DISGRAFIA: NEUROPSICOLOGIA Pochi bambini imparano a scrivere prima dei 4 anni per motivi legati al controllo e alla coordinazione dei movimenti delle dita, infatti la corteccia motoria responsabile di questi movimenti non si sviluppa prima dei 5 -6 anni e spesso prima nelle femmine che nei maschi.
DISGRAFIA: NEUROPSICOLOGIA Ostinarsi quindi a far scrivere il bambino prima di questa età non è adeguato. Invece è importante leggergli racconti, cantare canzoni con le rime o scrivere il suo nome a caratteri cubitali perché si abitui alla sua rappresentazione, ciò facilita l’apprendimento naturale.
DISTURBI DELLA SCRITTURA : DISGRAFIE Si associano quasi sempre alla Dislessia Difficoltà nelle prove di dettato, di velocità di scrittura e di scrittura spontanea DIAGNOSI: livello cognitivo (QI), visita neuropsichiatrica: entrambe sono nella norma, mentre la valutazione dell’abilità di scrittura e linguistica esprime dei deficit DUE TIPOLOGIE: 1) Disortografia Evolutiva; 2) Disgrafie Evolutive
DISGRAFIE DISORTOGRAFIA EVOLUTIVA: commettono errori di traduzione dall’orale allo scritto (ad es. : scrivono «binbo» invece di «bimbo» oppure «fino» al posto di «vino» ), ci sono inversioni e sostituzioni di parole scritte. DISGRAFIE EVOLUTIVE: ci sono rallentamenti nella velocità di scrittura, alterazioni del tratto scritto che non favoriscono le abilità scolastiche. I bambini non riescono a prendere appunti e a fare i temi.
DISGRAFIA: PRINCIPI DI TRATTAMENTO Anzitutto è necessario stabilire col bambino un rapporto di fiducia per stimolare il desiderio di migliorare. Identificare le abilità da migliorare Imparare l’alfabeto. Possibilità di usare il processore Word per superare la componente muscolare richiesta per l’atto dello scrivere. Esercizio ripetitivo dello scrivere anche delle singole lettere per acquisire una maggiore abilità muscolare della mano. Altri esercizi specifici
DISCALCULIA: NEUROPSICOLOGIA Riguardo l’apprendimento della Matematica. Aritmetica secondo alcuni studiosi, tra questi Stanislas Dehaene del French National Institute of Health and Medical Research, esisterebbe nel bambino uno schema innato per apprendere i numeri per cui quando questo sistema viene compromesso il bambino può avere delle difficoltà aritmetiche e soffrire di Discalculia per cui si può intervenire precocemente cercando di dargli il “senso del numero”.
DISCALCULIA: NEUROPSICOLOGIA Questa tesi è opposta a quella di Piaget che invece concepisce il bambino una “tabula rasa” che deve apprendere con stimoli esterni e non ha niente di innato. Verso il quarto anno di età il bambino di norma riesce ad apprendere e a padroneggiare i fondamenti dell’arte di contare ciò che invece ignorano ancora è il calcolo che viene appreso più gradualmente.
DISCALCULIA: NEUROPSICOLOGIA La corteccia matematica sembra essere quella parietale sx. La Discalulia sarebbe dovuta a un difetto genetico nel programma innato di dare senso al numero che interessa la corteccia parietale sx o per lesioni della stessa. La Dislessia invece sarebbe dovuta a un deficit globale dell’emisfero sx.
DISTURBO SPECIFICO DEL CALCOLO ARITMETICO (DISCALCULIA) Manca la logica che è alla base delle operazioni matematiche Il soggetto non comprende il senso del numero e il riflesso che esso ha nella realtà: non capisce ad esempio che 5 mele sono in numero uguale a 5 porte e 5 uccelli E’ lento nei calcoli, non riesce a fare i conti alla rovescia Difficoltà a ricordare i numeri Secondo Brian Butterworth il bambino con discalculia ha una «cecità verso i numeri»
DISCALCULIA E’ un disturbo del calcolo aritmetico in un soggetto senza deficit cognitivi, linguistici, psichiatrici e neurologici evidenti. Spesso si associa ad altri disturbi dell’apprendimento come la Dislessia. E’ presente nell’ 1% dei bambini.
DISCALCULIA Per la diagnosi è necessario fare una valutazione cognitiva, neuropsichiatrica, del linguaggio, delle abilità di letto-scrittura (per escludere dislessie e disgrafie), batterie per valutare le abilità aritmetiche.
DISCALCULIA: CAUSE Le cause non sono definite. Si ipotizza un deficit genetico: spesso anche altri familiari ne sono affetti. Altre volte le madri hanno abusato di alcol in gravidanza. Il Neuro-imaging talora ha evidenziato alterazioni delle aree cerebrali che interessano la memoria Questo disturbo è stato associato con anomalie funzionali e anatomiche del «solco intraparietale sinistro»
DISCALCULIA: COSA FARE Può migliorare ma se non è seguito peggiora nelle capacità di calcolo…. ma non significa che non può avere successo nella vita!!!!!!!!! Si può far giocare il bambino con i numeri identificandoli ad esempio con oggetti. Sostenerlo psicologicamente nella fiducia e nell’autostima. I genitori possono partecipare a gruppi di altri genitori con lo stesso problema
DISFUNZIONE CEREBRALE MINIMA Si manifesta soprattutto nella scuola primaria quando il bambino deve sviluppare un apprendimento a scrivere, leggere, calcolare. Si caratterizza con lievi manifestazioni disgrafiche, dislessiche, discalculiche, talora lieve deficit cognitivo, modesti segni piramidali e cerebellari con incoordinazione, pratto-gnosiche, scarsa tolleranza alla frustrazione E’ un bambino timido, insicuro, dipendente con una madre in genere iperprotettiva e un padre punitivo che diventa il capro espiatorio e paziente designato della famiglia Cause: sconosciute, si ipotizza una sofferenza fetale
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