Disturbi dello spettro autistico PROF MARIO G L
Disturbi dello spettro autistico PROF. MARIO G. L. DE ROSA
DISTURBI SPETTRO AUTISTICO (Disturbi pervasivi dello sviluppo) Si tratta fondamentalmente dell’Autismo deriva dal termine greco: authos che significa «se stesso» La persona affetta da autismo presenta come sintomo primario la chiusura in se stesso con deficit della relazione sociale. L’insorgenza è entro i due anni. Inoltre manifesta stereotipie nei comportamenti, nelle attività, negli interessi e una menomazione qualitativa del linguaggio e della comunicazione.
EPIDEMIOLOGIA Ha Il una prevalenza di 6/1000 rapporto M/F è pari a 4: 1
SPETTRO AUTISTICO: ALTRI SINTOMI CORRELATI Ricerca di immutabilità Rituali ossessivo-compulsivi Ritardo mentale (70% con Q. I. inferiore alla norma) Autolesionismo Sguardo obliquo Anomalie percettive: ipo-ipersensibilità Ecolalie Disarmonie motorie Iperattività-passività
RITARDO MENTALE ASSOCIATO IL 70% ha Q. I. inferiore alla norma e il 50% sotto a 50. Alcuni hanno capacità mnemoniche eccezionali, sono chiamati SAVANT: possono fare calcoli matematici complessi o imparare a memoria libri interi. Vivono però di dettagli e non riescono ad astrarre l’universale. Difficoltà nel gioco sociale
Spettro Autistico Si parla di spettro autistico perché esiste una diversa intensità sintomatologica del disturbo. Bleuler (1911) ha coniato il termine AUTISMO per caratterizzare i soggetti schizofrenici. Successivamente Kanner (1943) ha considerato la Sindrome Autistica un’entità patologica a se stante, differente dalla schizofrenia e dal Ritardo mentale
CAUSE IPOTESI NEUROBIOLOGICA: vi sarebbe una base genetica che determinerebbe un’alterazione congenita delle reti neurali. IPOTESI PSICODINAMICA: per una vulnerabilità del bambino o per una scarsa capacità relazionale della madre il piccolo non è in grado di sviluppare una sana separazione/individuazione dal caregiver (M. Mahler). In questa prospettiva l’autismo corrisponde a una Psicosi Infantile: la Psicosi Autistica.
CAUSE TEORIA DELLA MENTE: il soggetto non ha empatia col mondo esterno, non sente in sé l’altro, non lo comprende nelle sue attività. Ciò verrebbe ben spiegato dalla scoperta dei «neuroni specchio»
LE SINDROMI DELLO SPETTRO AUTISTICO IL DISTURBO AUTISTICO LA SINDROME DI ASPERGER IL DISTURBO DISINTEGRATIVO DELLA FANCIULLEZZA LA SINDROME DI RETT IL DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO N. A. S. (NON ALTRIMENTI SPECIFICATO)
SINDROME DI ASPERGER Sono soggetti bizzarri, distaccati emotivamente, con interessi circoscritti, egocentrici, idee originali, linguaggio normale anche se pedante e letterale con voce monotona. Manierismi motori stereotipati o ripetitivi, ritualistici. Sviluppo intellettivo normale, ma hanno difficoltà nel comprendere le metafore, i proverbi.
SINDROME DI ASPERGER 3/1000, in genere maschi Presenza di uno sviluppo intellettivo normale e interesse monotematico: possono diventare persone con un’abilità specifica superiore alla norma. In passato considerati una Personalità Schizoide o Schizotipica
SINDROME DI RETT Malattia neurodegenerativa che colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile e si caratterizza per uno sviluppo psicomotorio normale fino agli 8 mesi di vita. Colpisce Causata 1 bambina su 15. 000. da cromosoma X un’alterazione genetica del
SINDROME DI RETT Si ha una perdita delle funzioni acquisite e si manifesta in maniera conclamata tra il primo e il secondo anno. Interessa funzioni intellettive, relazionali, di linguaggio e prassiche. Sono presenti stereotipie e verso i 3 anni si evidenzia un quadro autistico con atassia e un ritardo mentale grave con crisi epilettiche
DIAGNOSI E INTERVENTO PRECOCE NELL’AUTISMO E’ importante fare una diagnosi precoce perché se si fa la diagnosi tra i 2 -4 anni di età un intervento intensivo può determinare un significativo aumento del QI, in media intorno ai 20 punti oltre a un progresso linguistico. I programmi devono coinvolgere insegnanti e genitori.
DIAGNOSI Test cognitivi: PM 38; WISC; Prova dei attenzione selettiva MF; Test delle Campanelle; Prova specifica di memoria a breve termine verbale Altri Test: Scale ADI-R (Autism Diagnostic Interview-Revised); Intervista semistrutturata KSADS; CBCL 6 -18 (Child Behavior Checklist for ages 6 -18), YSR 11 -18 (Youth Self Report) ADOS II -modulo 4
DIAGNOSI E INTERVENTO PRECOCE L’intervento più seguito è il TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children) che prevede uno specifico addestramento degli insegnanti e dei genitori. Si concentra sulle aree dell’autonomia, della comunicazione e della socializzazione. Si dà importanza alla strutturazione dell’ambiente, del tempo
SEGNI PRODROMICI Durante il primo anno non è presente il «sorriso del 3° mese» e l’angoscia di fronte all’estraneo all’ 8° mese. Non girano la testa se entra la madre, sembrano felici nel loro mondo, non tendono le braccia. Presi in braccio sono come un «sacco vuoto» …ipotonici.
SEGNI PRODROMICI Durante il secondo e terzo anno l’autismo diventa evidente: spesso la madre ha la sensazione di non essere riconosciuta, lo sguardo del figlio è vuoto e assente, spesso guarda l’adulto dall’angolo. Il contatto fisico è rifiutato, s’interessa solo di parti del corpo dell’adulto. All’allontanamento dei genitori non piange. Usa gli oggetti con manipolazioni ripetitive e stereotipate. Non ama giocare. Il linguaggio può essere del tutto assente: è ritardato a 4 -5 anni.
EVOLUZIONE DEL DIST. AUTISTICO Il soggetto può presentare un progressivo miglioramento. Nel 5% si è descritta un’uscita dall’autismo. Una complicanza dell’Epilessia. In casi gravi si è usato il Risperidone Nei casi gravi di disturbi dell’attenzione con iperattività è stato usato il metilfenidato (Ritalin) Nei disturbi depressivi: gli SSRI medica nel 30% è l’insorgenza
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO Adattare la voce alle caratteristiche uditive del soggetto: bassa e pacata oppure forte e incisiva se non presta attenzione alle parole o ai richiami verbali. Analisi del compito: indicare con precisione la sequenza motoria per farlo arrivare in un posto stabilito orientandolo con le mani sulle spalle e coprendo col nostro corpo eventuali oggetti che potrebbero distrarre la sua attenzione.
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO Associare alla richiesta verbale la richiesta scritta. Calendarizzare le attività giornaliere in modo preciso e sistematico: si usa solo la scrittura se i disegni e i colori interferiscono con la sua attenzione
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO Parcellizzazione della sequenza delle azioni per ottimizzare il raggiungimento di un obiettivo motorio, comportamentale e attentivo. Risposte attive: fare richieste a risposta aperta presentadogli richieste con risposte a scelta multipla (tre) come completamento di frasi. Le domande non devono contenere negazioni, risposte vaghe o troppo complesse che lo confondono e provocano ansia da prestazione o risposte di fuga o aggressive.
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO Non fare richieste o dare incarichi nei momenti di particolare ansia/eccitazione. Quando è euforico eliminare il più possibile il messaggio orale sostituendolo con quello scritto o fotografico e dare maggiore sostegno fisico.
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO A volte una comunicazione «cantata» lo tranquillizza. Non puntualizzare troppo certi suoi comportamenti come ad es. : «graffiare è male» , «non si picchiano gli insegnati» . E’ spesso controproducente perché genera nel soggetto un rinforzo del comportamento stesso in quanto la sua attenzione potrebbe cogliere solo la parola «graffiare» o «picchiare» e non il resto della frase. Se possibile è meglio proporre alternative con ironia evitando di usare il «non» ma affermazioni
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO A volte la ripetizione di frasi o parole non sono indicative dei suoi bisogni reali ma produzioni coattive che purtroppo determinano risposte spesso contrarie alle reali sue richieste innescando così reazioni di contrarietà che all’adulto risultano incomprensibili. Allora si scrive se si è capito ciò che vuole invitandolo a scrivere «SI o NO» .
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO Informarlo su eventi e/o cambiamenti in anticipo. Spesso si concentra e apprende di più se cammina e si muove, per cui rispetto allo stare seduto sulla sedia è bene programmare delle pause che gli vanno comunicate quando avverranno ma sono comunque decise dall’adulto.
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO A pranzo: i rumori interferiscono con la coordinazione delle sue azioni, soprattutto sulle abilità oculo-manuali per cui è importante fargli guardare la mano, dare pressioni sulla mano che impugna la posata per indurgli una maggiore percezione dell’oggetto e dello scopo dell’azione.
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO Le gratificazioni devono essere puntuali ma pacate, poco ridondanti perché possono evocare emozioni intense. Non programmare una partecipazione standard alle attività della classe, è necessario partire dalla conoscenza delle abilità del soggetto altrimenti si frustra e diventa insofferente risultandone comportamenti aggressivi e/o autolesionistici.
IL COMPORTAMENTO CON IL SOGGETTO AUTISTICO In alcuni momenti è importante distanziarsi fisicamente, psicologicamente e verbalmente dal soggetto autistico per lasciare che eventi, comportamenti e/o stimoli ed emozioni abbiano il tempo di decantarsi e ridursi. Sia la persona autistica che l’insegnante hanno bisogno a volte di recuperare uno spazio personale ed emotivo che riequilibri la relazione.
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