Disturbi del movimento disturbi specifici dello sviluppo motorio
Disturbi del movimento: disturbi specifici dello sviluppo motorio PROF. MARIO G. L. DE ROSA
DEFINIZIONE Sono delle difficoltà nella coordinazione motoria complessa: DISPRASSIA EVOLUTIVA Presentano un ritardo dello sviluppo motorio: deambulazione, corsa, con alterazioni della motricità grossolana e fine sia agli arti che bucco-facciale e del linguaggio: lallazione, prime parole
DEFINIZIONE I soggetti hanno un QI normale (> 85), non presentano evidenti malattie neurologiche come PCI o Psichiatriche. Spesso il disturbo è associato a ADHD e/o Dislessia E’ presente nel 5 -10% della popolazione scolastica Rapporto M/F = 4/1
DEFINIZIONE Hanno difficoltà nell’esecuzione delle normali attività della vita quotidiana come vestirsi, allacciarsi le scarpe, mangiare e nelle attività scolastiche: scrittura (disgrafia), disegno, operazioni logico-matematiche e nelle attività sportive dalle quali viene emarginato.
DEFINIZIONE I bambini con questo disturbo risultano impacciati, scoordinati, lenti nel loro movimento. Hanno una seria difficoltà nell’ideazione del movimento, nella sua programmazione motoria o nell’esecuzione. Di conseguenza, già durante la scuola dell’infanzia, non sono attratti dall’esplorazione del corpo, si muovono poco e rifiutano di disegnare, diversamente dai loro coetanei.
DEFINIZIONE A 7 anni i bambini con Disturbo della Coordinazione Motoria si trovano alla scuola primaria con difficoltà importanti e già strutturate, oltre a disturbi secondari.
DEFINIZIONE Le difficoltà possono sfociare in scarsa autostima, inibizione del movimento per paura di sbagliare e, crescendo, in difficoltà di apprendimento e di scrittura. Un problema ulteriore è l’attuale mancanza di consapevolezza comune riguardo al Disturbo della Coordinazione Motoria, proprio perché si è portati a pensare che un semplice impaccio non possa avere grandi conseguenze quando invece tende a non migliorare spontaneamente durante la crescita.
CLINICA: Disprassie verbali e Disprassie gestuali DISPRASSIE VERBALI: difficoltà nell’articolare il linguaggio, nel muovere adeguatamente la mandibola, le labbra e la lingua. Non riescono a imparare l’articolazione motoria per produrre parole, frasi e discorsi. La Disprassia Verbale si differenzia dai Disturbi Specifici dell’articolazione del linguaggio perché è più grave e persistente.
CLINICA DISPRASSIE VERBALI: La terapia del linguaggio (logopedia) non risulta molto efficace. Il miglioramento dipende soprattutto dalla collaborazione tra la scuola, il riabilitatore e la famiglia. Nei casi più gravi vengono addestrati alla lingua dei gesti. Il livello cognitivo e sensoriale è nella norma
CLINICA DISPRASSIE GESTUALI: difficoltà ad esprimere gesti rappresentativi, ad es. : il gesto del saluto oppure gesti non rappresentazionali come quelli di imitazione di posture o prepararsi un panino. E’ utile la psicomotricità.
DIAGNOSI In genere il bambino viene portato a visita specialistica tra i 3 -6 anni Esecuzione del Movement ABC: un test per la valutazione motoria Si devono escludere: PCI, tumori, traumi cranici, epilessia, malattie degenerative tramite RMN, EEG, visita neurologica. L’esame neurologico è normale
EZIOLOGIA Le cause non sono note, si ipotizza il coinvolgimento dei gangli della base e del cervelletto a seguito di una nascita prematura o di sofferenze neonatali che determinano anossia.
EVOLUZIONE Col tempo soprattutto nella disprassia verbale si creano difficoltà nell’apprendimento e nelle relazioni sociali. Si possono determinare tendenze all’isolamento e molti studiosi considerano la possibile evoluzione a quadri clinici prepsicotici o francamente psicotici. La logopedia, la psicomotricità e la psicoterapia sono comunque necessari
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