DISTURBI DANSIA DEFINIZIONE Comprendono quei disturbi che condividono
DISTURBI D’ANSIA • DEFINIZIONE: Comprendono quei disturbi che condividono caratteristiche di paura e ansia eccessive e i disturbi comportamentali correlati. • Paura: Risposta emotiva a una minaccia imminente, reale o percepita. • Ansia: Anticipazione di una minaccia futura. • In generale si considera di rilevanza clinica la paura/ansia quando è eccessiva o persistente rispetto allo stadio di sviluppo
DISTURBI D’ANSIA L’ansia si può dividere in : 1) Primaria (specifica): Dimensione psicopatologica che è indipendente da altri disturbi Caratteristiche specifiche dell’ansia: vissuti soggettivi dominanti di paura, preoccupazione immotivata, ideazione monotematica su contenuti di minaccia, anticipazione apprensiva di un pericolo o di una disgrazia imminente. E’ una accentuazione patologica di uno stato normale che compare usualmente in ogni persona che si trova ad affrontare una situazione di pericolo reale. Si accompagna a sintomi somatici aspecifici senza base organica dimostrabile
DISTURBI D’ANSIA 2)Secondaria (aspecifica): Dimensione psicopatologica che appare essere un correlato o una conseguenza di altri disturbi Caratteristiche dell’ansia come fenomeno secondario: si intende l’ansia come manifestazione diretta o indiretta di altri disturbi Es. Ansia nel DOC; ansia nel DB, ansia nei quadri organici ( ansia/agitazione ) Indagare come la “dimensione ansia” entra a far parte di quadri sindromici risulta fondamentale nella prescrizione di una terapia farmacologica adeguata
AMIGDALA E NEUROBIOLOGIA DELLA PAURA • L’amigdala è una regione cerebrale a forma di mandorla localizzata vicino all’ippocampo. Il sentimento o la sensazione di paura sono regolati dalle connessioni bidirezionali che l’amigdala stabilisce con la corteccia orbitofrontale e la corteccia cingolata anteriore
AMIGDALA E NEUROBIOLOGIA DELLA PAURA • • Le risposte motorie alla paura possono comprendere attacco (fight), fuga (flight) e immobilizzazione (freezing). Esse sono regolate almeno in parte dalle connessioni tra amigdala e grigio periacqueduttale (nel tronco encefalico)
AMIGDALA E NEUROBIOLOGIA DELLA PAURA • Vi sono anche risposte endocrine alla paura mediate dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (aumento dei livelli di cortisolo)
AMIGDALA E NEUROBIOLOGIA DELLA PAURA • Altra risposta è l’attivazione del sistema autonomico (aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa) e l’aumento della frequenza respiratoria (talora tale da comportare dispnea)
DISTURBI D’ANSIA • IPERTONO NORADRENERGICO E ANSIA L’iperattivazione della via noraderenergica dal locus coeruleus può comportare la comparsa di manifestazioni periferiche di tipo vegetativo, ma anche provocare molti sintomi centrali correlati all’ansia come incubi, flashback, attacchi di panico.
DISTURBI D’ANSIA • GABA E ANSIA Afferenze GABA-ergiche sono capaci di modulare l’iperattività neuronale in uscita dall’amigdala. Questa ipotesi spiegherebbe perché i composti benzodiazepinici che potenziano il GABA sono efficaci come ansiolitici.
DISTURBI D’ANSIA • SEROTONINA E ANSIA La serotonina è un neurotrasmettitore chiave che interagisce con l’amigdala e con la corteccia prefrontale, lo striato e il talamo, ed è implicata nella regolazione della paura e della preoccupazione eccessiva. I neuroni serotoninergici possono esercitare un effetto inibitorio sull’attività neuronale in uscita dall’amigdala Gli antidepressivi che aumentano il tono serotoninergico bloccando il SERT sono efficaci anche nel ridurre i sintomi d’ansia.
PTSD • IPPOCAMPO E RIPRESENTAZIONE DEL VISSUTO TRAUMATICO L’ansia può essere scatenata non solo da uno stimolo esterno ma anche da un ricordo dell’individuo. Ricordi traumatici immagazzinati nell’ippocampo possono attivare l’amigdala che, a sua volta, attiva altre regioni cerebrali generando una reazione di paura. Questo fenomeno è denominato del reexperiencing, cioè ripresentazione del vissuto traumatico (un aspetto particolare del PTSD)
• DISTURBI D’ANSIA DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE • • A. Paura o ansia eccessiva e inappropriata rispetto allo stadio di sviluppo che riguarda la separazione da coloro a cui l’individuo è attaccato, come evidenziato da tre o più dei seguenti criteri • 1. Ricorrente ed eccessivo disagio quando si prevede o si sperimenta la separazione da casa o dalle principali figure di attaccamento. • 2. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo alla perdita delle figure di attaccamento, o alla possibilità che accada loro qualcosa di dannoso, come malattie, ferite, catastrofi o morte • 3. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo al fatto che un evento imprevisto comporti separazione dalla principale figura di attaccamento ( per es. , perdersi, essere rapito, avere un incidente, ammalarsi) • 4. Persistente riluttanza o rifiuto di uscire di casa per andare a scuola, al lavoro o altrove per paura della separazione • 5. Persistente ed eccessiva paura di , o riluttanza, a stare soli o senza le principali figure di attaccamento a casa o in altri ambienti • 6. Persistente riluttanza o rifiuto di dormire fuori casa o di andare a dormire senza avere vicino una delle principali figure di attaccamento • 7. Ripetuti incubi che implicano il tema della separazione • 8. Ripetute lamentele di sintomi fisici ( es. , mal di testa, dolori di stomaco, nausea, vomito) quando si verifica o si prevede la separazione dalle principali figure di attaccamento B. La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti, con una durata di almeno 4 settimane nei bambini e adolescenti, e tipicamente 6 mesi o più negli adulti
• DISTURBI D’ANSIA DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE • • • C. Il disturbo causa un disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti D. Il disturbo non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale, come il rifiuto di uscire di casa a causa di un’eccessiva resistenza al cambiamento del disturbo dello spettro dell’autismo; deliri e allucinazioni riguardanti la separazione nei disturbi psicotici; il rifiuto di uscire in assenza si un accompagnatore fidato nell’agorafobia; preoccupazioni riguardanti la malattia o altri danni che possono capitare a persone significative nel disturbo d’ansia generalizzata; oppure preoccupazioni relative all’avere una malattia nel disturbo da ansia di malattia. PREVALENZA: • Adulti 0, 9 -1, 9% con prevalenza nel sesso femminile • Bambini 6 -12 mesi 1, 6% con rapporto sesso maschile-femminile 1: 1
DISTURBI D’ANSIA • MUTISMO SELETTIVO • A. Costante incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche in cui ci si aspetta si parli (per es. , a scuola), nonostante si sia in grado di parlare in altre • B. La condizione interferisce con i risultati scolastici o lavorativi o con la comunicazione sociale • C. La durata della condizione è di almeno un mese • • D. L’incapacità di parlare non è dovuta al fatto che non si conosce, o non si è a proprio agio con, il tipo di linguaggio richiesto dalla situazione sociale E. La condizione non è meglio spiegata da un disturbo della comunicazione (per es. , disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia) e non si manifesta esclusivamente durante il decorso di disturbi dello spettro dell’autismo, schizofrenia o altri disturbi psicotici.
DISTURBI D’ANSIA • MUTISMO SELETTIVO PREVALENZA Disturbo relativamente raro e non è stato incluso come categoria diagnostica negli studi epidemiologici di prevalenza dei disturbi dell’età evolutiva. Usando campioni scolastici varia dallo 0, 03% al 1%. Non ci sono differenze di prevalenza per quanto riguarda il sesso Si manifesta più frequentemente nei bambini che in adolescenti e adulti
DISTURBI D’ANSIA • FOBIA SPECIFICA • A. Paura o ansia marcate verso un oggetto o situazione specifici( per es. , volare, altezza, animali, ricevere un’iniezione, vedere il sangue) Nota: Nei bambini, la paura o l’ansia possono essere espresse da pianto, scoppi di collera, immobilizzazione o aggrappamento • B. La situazione o l’oggetto fobici provocano quasi sempre immediata paura o ansia • C. La situazione o l’oggetto fobici vengono attivamente evitati, oppure sopportati con laura o ansia intense • • D. La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifici e al contesto socioculturale E. La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente 6 mesi o più F. La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti G. Il disturbo non è meglio spiegato dai sintomi di un altro disturbo mentale, tra cui la paura, l’ansia e l’evitamento di situazioni associate sa sintomi simili al panico o ad altri sintomi invalidanti (come nell’agorafobia); oggetti o situazioni legate a ossessioni ( come nel doc); ricordi di aventi traumatici ( come nel ptsd); separazione da casa o dalle figure di attaccamento ( come nel disturbo d’ansia di separazione) o situazioni sociali (come nel disturbo d’ansia sociale)
DISTURBI D’ANSIA • FOBIA SPECIFICA Specificare se: 300, 29 (F 40. 218) animali (ragni, insetti, cani) 300, 29 (F 40. 228) Ambiente naturale (altezze, temporali, acqua) 300, 29 (F 40. 23 X) Sangue - Iniezioni-Ferite (gli aghi, trattamenti medici invasivi). 300, 29 (F 40. 248) situazionale (aeroplani, ascensori, luoghi chiusi) 300, 29 (F 40. 298) Altro (situazioni che possono portare al soffocamento o vomito: nei bambini, ad esempio, rumori forti)
DISTURBI D’ANSIA FOBIA SPECIFICA PREVALENZA Prevalenza a 12 mesi stimata per la fobia specifica è di circa 7. 9% negli USA Prevalenza in Europa circa 6% Rapporto femmine-maschi 2: 1 Tassi di prevalenza nei bambini 5%; negli adolescenti 16%
DISTURBI D’ANSIA • DISTURBO D'ANSIA SOCIALE A. Marcata paura o ansia rispetto a una o più situazioni sociali in cui l'individuo è esposto al possibile giudizio degli altri. Gli esempi includono le interazioni sociali (nel corso di una conversazione, conoscere persone non familiari), di essere osservato (mangiare o bere) e le performance di fronte ad altri (un discorso) Nota: Nei bambini, l'ansia deve manifestarsi con i coetanei e non solo durante le interazioni con gli adulti • B. L’individuo teme di mostrare i sintomi di ansia e che verranno valutati negativamente (umiliazione, imbarazzo) • C. Le situazioni sociali provocano quasi sempre paura o ansia • D. Le situazioni sociali vengono evitate o sopportate con intensa paura o ansia • • E. La paura o ansia è sproporzionata alla minaccia reale rappresentata dalla situazione sociale e al contesto socio-culturale. F. La paura, l'ansia o l'evitamento sono persistenti, di solito della durata di 6 mesi o più G. La paura, l'ansia o l'evitamento causano disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti del funzionamento • H. La paura, l'ansia o l'evitamento non è imputabile agli effetti fisiologici di una sostanza o di un'altra condizione medica • I. La paura, l'ansia o l'evitamento non sono meglio spiegati con i sintomi di un altro disturbo mentale, come il Disturbo di Panico, Disturbo da Dismorfismo Corporeo o da un Disturbo dello Spettro Autistico • J. Se è presente un’altra condizione medica (morbo di Parkinson, l'obesità o lesioni), la paura, l'ansia o l'evitamento è chiaramente non correlata o eccessiva Nota: Nei bambini la paura o l'ansia può essere espressa piangendo, con scoppi di ira, freezing o stare in disparte in situazioni sociali
DISTURBI D’ANSIA DISTURBO D'ANSIA SOCIALE PREVALENZA Negli USA è il 7% In Europa 2, 3% Tassi di prevalenza a 12 mesi nei bambini/adolescenti sono paragonabili a quelli degli adulti
DISTURBI D’ANSIA DISTURBO D'ANSIA SOCIALE Terapia farmacologica Escitalopram Paroxetina Venlafaxina
DISTURBI D’ANSIA DISTURBO DI PANICO • A. Attacchi di panico inaspettati e ricorrenti. Un attacco di panico è un improvviso aumento di intensa paura o disagio che raggiunge un picco in pochi minuti, durante i quali si verificano quattro (o più) dei seguenti sintomi: 1. Palpitazioni, sensazione di cuore in gola o tachicardia 2. Sudorazione 3. Tremori o agitazione 4. Sensazioni di mancanza di respiro o di soffocamento 5. Sensazioni di soffocamento 6. Dolore o fastidio al petto 7. Nausea o disturbi addominali 8. Sensazione di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento 9. Brividi o sensazioni di calore 10. Parestesia (intorpidimento o formicolio) 11. Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi) 12. La paura di perdere il controllo o di "impazzire " 13. Paura di morire Nota: Potrebbero essere presenti segni culturali specifici (acufeni, dolori al collo, emicrania, urla o pianti incontrollabili). Tali sintomi non dovrebbero considerati tra i quattro sintomi richiesti. • B. Almeno uno degli attacchi è stato seguito da 1 mese (o più) di uno o di entrambi i seguenti: 1. Preoccupazioni persistenti relative al verificarsi degli attacchi di panico o alle loro conseguenze (perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, "impazzire ") 2. Un significativo cambiamento disadattivo relativo ai comportamenti legati agli attacchi (comportamenti atti ad evitare gli attacchi di panico, per esempio evitare l’esercizio fisico o situazioni non familiari)
DISTURBI D’ANSIA DISTURBO DI PANICO • C. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici di una sostanza o di un'altra condizione medica ('ipertiroidismo, disturbi cardiorespiratori) • D. Il disturbo non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale (es. gli attacchi di panico non si verificano solo in risposta a situazioni sociali temute, come nel Disturbo d'Ansia Sociale; in risposta a oggetti o situazioni fobiche circoscritte, come nella Fobia Specifica; in risposta a ossessioni, come nel Disturbo Ossessivo – compulsivo; in risposta a ricordi di eventi traumatici, come nel Disturbo Post-Traumatico da Stress; in risposta alla separazione dalle figure di attaccamento, come nel Disturbo d'Ansia da Separazione) Specificatore: Attacco di Panico Considerare i sintomi allo scopo di identificare un attacco di panico; tuttavia, l’attacco di panico non è un disturbo mentale e non può essere codificato. Può verificarsi nel corso di qualsiasi disturbo d'ansia e altri disturbi mentali (disturbi depressivi, disturbo post-traumatico da stress, disturbi da uso di sostanze) e di alcune condizioni mediche (cardiache, respiratorie, vestibolari, gastrointestinali). Quando è stata identificata la presenza di un attacco di panico, va specificata (es. «Disturbo da Stress Post-traumatico Specifico con Attacchi di Panico ")
DISTURBI D’ANSIA ATTACCO DI PANICO: 4 CLUSTER SINTOMATOLOGICI 1 - Sintomi cardiorespiratori (tachicardia, senso di oppressione al petto, di affogare, dispnea, ecc. ) 2 - Sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, mal di stomaco, tensione e/o dolori addominali, diarrea, ecc. ) 3 - Sintomi vestibolari (sensazione di instabilità, vertigini, sensazione di svenimento, ecc. ) 4 - Sintomi psicosensoriali (derealizzazione, depersonalizzazione, disorientamento, sensazione di camminare sulla gomma piuma o di gambe molli, ecc. )
DISTURBI D’ANSIA ATTACCO DI PANICO: % DI PZ CHE RIPORTANO SINTOMI DURANTE AP PREVALENZA DEI SINTOMI palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia 87 paura di perdere il controllo o di impazzire 82 sensazioni di sbandamento, di instabilita , di testa leggera o di svenimento 71 tremori fini o a grandi scosse 71 sudorazione 64 dispnea o sensazione di soffocamento 62 dolore o fastidio al petto 56 Derealizzazione o depersonalizzazione 49 brividi o vampate di calore 49 paura di morire 44 Parestesie 42 nausea o disturbi addominali 33 sensazione di asfissia 18
DISTURBI D’ANSIA • AGORAFOBIA A. Marcata paura o ansia in due (o più) delle seguenti situazioni: 1. Con i mezzi pubblici (automobili, autobus, treni, navi, aerei) 2. Trovarsi in spazi aperti (parcheggi, mercati, ponti) 3. Essere in luoghi chiusi (negozi, teatri, cinema) 4. Stare tra la folla 5. Non stare bene fuori di casa • • • B. L’individuo prova paure o evita queste situazioni al pensiero che potrebbe essere difficile fuggire o potrebbe non essere disponibile aiuto in caso di sintomi tipo panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti (paura di cadere degli anziani; paura di incontinenza) C. Le situazioni agorafobiche provocano quasi sempre paura o ansia D. Le situazioni agorafobiche sono attivamente evitate, implicano la presenza di un compagno o sono sopportate con intensa paura o ansia • E. La paura o l’ansia risultano sproporzionate al pericolo reale e al contesto socio-culturale • F. La paura, l'ansia o l'evitamento sono persistenti, di solito della durata di 6 mesi o piu
DISTURBI D’ANSIA AGORAFOBIA • G. La paura, l'ansia o l'evitamento causano disagio clinicamente significativo o menomazione nel sociale, lavorativa o di altre aree importanti del funzionamento • H. Se e presente un’altra condizione medica (infiammazione intestinale, morbo di Parkinson) la paura, l'ansia o l'evitamento sono chiaramente eccessivi • I. La paura, l'ansia o l'evitamento non sono meglio spiegati con i sintomi di un altro disturbo mentale, es. i sintomi non si limitano alla Fobia Specifica, tipo situazionale; non coinvolgono solo le situazioni sociali (Disturbo d'Ansia Sociale) e non sono correlati esclusivamente alle ossessioni (Disturbo Ossessivo-compulsivo), disturbi nella percezione dell’aspetto fisico (Disturbo da Dismorfismo Corporeo), ricordi di eventi traumatici (Disturbo Post- traumatico da Stress) o la paura della separazione (Disturbo d’Ansia da Separazione) Nota: agorafobia e diagnosticata indipendentemente dalla presenza di disturbo di panico. Se la manifestazione dei sintomi soddisfa i criteri per il disturbo di panico e agorafobia, devono essere fatte entrambe le diagnosi
DISTURBI D’ANSIA • DISTURBO D'ANSIA GENERALIZZATO A. Eccessiva ansia e preoccupazione (attesa apprensiva), che si verificano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, relative ad una serie di eventi o attivita (performance lavorative o scolastiche) • B. L'individuo ha difficolta a controllare la preoccupazione • C. L'ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o piu ) dei seguenti sei sintomi Nota: nei bambini e richiesto un solo un elemento. 1. Restlessness (irrequietezza/sindrome delle gambe senza riposo) 2. Facile Faticabilita 3. Difficolta di concentrazione o vuoti di memoria 4. Irritabilita 5. Tensione muscolare 6. Disturbi del sonno (difficolta ad addormentarsi o a mantenere il sonno o irrequietezza) • D. L'ansia, la preoccupazione, oi sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti
DISTURBI D’ANSIA DISTURBO D'ANSIA GENERALIZZATO E’ uno dei disturbi psichiatrici che più frequentemente giungono all’osservazione della medicina generale Prevalenza life time 2, 8 -6, 6% Prevalenza annuale 0, 9 -3, 6% Rapporto sesso maschile/femminile 1: 2 Esordio graduale ad andamento cronico
DISTURBO DA STRESS POST-TRAUMATICO A. Esposizione a morte reale o minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale in uno (o più) dei seguenti modi: 1. Fare esperienza diretta dell’evento traumatico 2. Assistere direttamente a un evento traumatico accaduto ad altri 3. Venire a conoscenza di un evento traumatico accaduto a un membro della famiglia oppure a un amico stretto. In caso di morte reale o minaccia di morte di un membro della famiglia o di un amico, l’evento deve essere stato violento o accidentale 4. Fare esperienza di una ripetuta o estrema esposizione a dettagli crudi dell’evento traumatico (per es. , i primo soccorritori che raccolgono resti umani; agenti di polizia ripetutamente esposti a dettagli di abusi su minori)Nota: questo criterio non si applica all’esposizione attraverso media elettronici, televisione, film, o immagini, a meno che l’esposizione non sia legata al lavoro svolto. B. Presenza di uno (o più) dei seguenti sintomi intrusivi associati all’evento traumatico che hanno inizio successivamente all’evento traumatico 1. Ricorrenti, involontari e intrusivi ricordi spiacevoli dell’evento traumatico Nota: Nei bambini di età superiore ai 6 anni piò verificarsi un gioco ripetitivo in cui vengono espressi temi o aspetti riguardanti l’evento traumatico 2. Ricorrenti sogni spiacevoli in cui il contenuto e/o le emozioni del sogno sono collegati all’evento traumatico 3. Reazioni dissociative ( per es. , flashback) in cui il soggetto sente o agisce come se l’evento traumatico si stesse ripresentando. ( Tali reazioni possono verificarsi lungo un continuum, in cui l’espressione estrema è la completa perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante) 4. Intensa e prolungata sofferenza psicologica all’esposizione a fattori scatenanti interi o esterni che simboleggiano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico 5. Marcate reazioni fisiologiche a fattori scatenanti interni o esterni che simboleggiano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico
C. L’ evitamento persistente degli stimoli associati all’evento traumatico, iniziato dopo l’evento traumatico, come evidenziato da uno o entrambi i seguenti criteri: 1. Evitamento o tentativi di evitare ricordi spiacevoli, pensieri o sentimenti relativi o strettamente associati all’evento traumatico 2. Evitamento o tentativi di evitare fattori esterni ( persone, luoghi, conversazioni, attività oggetti, situazioni) che suscitano ricordi spiacevoli, pensieri o sentimenti relativi o strettamente associati all’evento traumatico D. Alterazioni negative di pensieri ed emozioni associati all’evento traumatico, iniziate o peggiorate dopo l’evento: 1. Incapacità di ricordare qualche aspetto importante dell’evento ( «amnesia dissociativa» ) 2. Convinzioni o aspettative negative relative a se stessi, altri, al mondo 3. Persistenti distorti pensieri relativi alla causa o alle conseguenze dell’evento, che portano l’individuo a dare la colpa a se stesso o ad altri 4. Persistenti stati emotivi negativi 5. Marcata riduzione di interesse o partecipazione ad attività significative 6. Sentimenti di distacco o estraneità 7. Persistente incapacità di provare emozioni positive (felicità, amore, soddisfazione ecc. . )
DISTURBI DELL’ADATTAMENTO • A. Lo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali in risposta a uno o più eventi stressanti identificabili che si manifesta entro 3 mesi dell’insorgenza dell’eventi stressante • B. Questi sintomi o comportamenti sono clinicamente significativi, come evidenziato da uno o da entrambi i seguenti criteri 1. Marcata sofferenza che sia sproporzionata rispetto alla gravità o intensità dell’evento stressante, tenendo conto del contesto esterno e dei fattori culturali che possono influenzare la gravità e la manifestazione dei sintomi 2. Compromissione significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre importanti aree • C. Il disturbo correlato con lo stress non soddisfa i criteri per un altro disturbo mentale e non rappresenta solo un aggravamento di un altro disturbo mentale preesistente • D. I sintomi non corrispondono a un lutto normale • E. I sintomi non persistono per più di 6 mesi dall’evento stressante o dal superamento delle sue conseguenze
DISTURBI DELL’ADATTAMENTO • I disturbi dell’adattamento sono molto comuni. Pazienti ambulatoriali con tale diagnosi sono il 5 -20% • Per definizione il disturbo inizia entro 3 mesi dall’insorgenza di un evento stressante e non dura più di 6 mesi dopo la cessazione dell’evento o delle sue conseguenze • Normale reazione allo stress: Quando accadono cose spiacevoli, la maggior parte delle persone è turbata. Questo non è un disturbo dell’adattamento. La diagnosi dovrebbe essere posta soltanto se la dimensione della sofferenza ( per es. , alterazione dell’umore, ansia, condotta, ) eccede ciò che si aspetterebbe normalmente o quando l’evento avverso causa compromissione funzionale.
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