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Disabilità: il giusto linguaggio Disabilità, informare con le parole Di Antonio Giuseppe Malafarina giuste Numero diapositive: 11 + copertina
1 COS’È LA DISABILITÀ Definizione: condizione di salute di una persona in un ambiente sfavorevole Conseguenza: condizione di salute e ambiente contribuiscono a generare disabilità A parità di condizione di salute, diversa è la disabilità che l’ambiente sia ostile o favorevole Il linguaggio è un fattore ambientale e contribuisce a rendere l’ambiente ostile o favorevole
QUANDO NASCE LA DISABILITÀ 2 • La disabilità esiste da sempre, infatti: • • • Il primo uomo disabile di cui si ha traccia (Homo heidelbergensis) risalirebbe a 500. 000 anni fa Tutankhamon, Cesare, imperatore Claudio, Roosvelt, Churchill, Stalin… sono solo alcune delle testimonianze più note della presenza della disabilità fra noi La disabilità nasce con l’uomo, cioè quando questi incontra la
3 LA DISABILITÀ NEL TEMPO Fonti accreditate inducono a pensare che gli uomini primitivi si prendessero cura delle persone con disabilità Nel periodo classico la disabilità è una sorta di male da curare, tuttavia ad Atene erano previste forme di sostentamento per alcune disabilità Nel medioevo sussiste il retaggio della disabilità come male, ciononostante aprono i primi centri di accoglienza per malati L’approccio alla disabilità negli anni ha seguito un percorso inatteso e non lineare sino ai giorni nostri, condizionando la vita di milioni di persone nel mondo
4 L’ABILISMO L’abilismo è la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità Il termine è moderno (fine anni ’ 80) e di origine anglosassone Si attua in molti modi, attraverso il linguaggio verbale, gli atteggiamenti, la mancanza di leggi e con qualsiasi comportamento non inclusivo, ovvero di respinta della persona disabile L’abilismo non è un concetto nuovo, benché lo sia il termine Dovere del linguaggio è non praticare abilismo, ovvero praticare un linguaggio che sia fattore favorevole nel rapporto fra persona e ambiente
5 PORSI VERSO LA DISABILITÀ La persona prima di tutto La disabilità non è una malattia La persona non è la sua disabilità Rivolgersi alla persona, non all’accompagnatore (dove possibile) Non temere l’uso d’espressioni del linguaggio comune Non escludere a priori argomenti tabù Rivolgersi frontalmente alle persone con difficoltà uditive Non considerare incapace di intendere chi comunica faticosamente
6 IL LINGUAGGIO Corretto non politicamente corretto Neutro lontano dal pietismo e dall’eroismo Positivo nel rispetto della neutralità considerare la persona a partire da ciò che ha invece da ciò che non ha Degno verso le difficoltà della persona e il diritto alla cronaca Legittimo ligio verso l’esatta terminologia ma rispettoso dei termini della legge
7 I TERMINI DA NON USARE Handicap, handicappato… E ogni riferimento all’obsoleta cultura, dell’handicap Disabile, come sostantivo, perché omette il concetto di persona Affetto da disabilità (la disabilità non è una malattia) Portatore di (la persona non porta niente, ha una caratteristica) Diversamente abile, la locuzione mette in ombra la funzione della persona, stigmatizza la diversità ed è uscita dal linguaggio anglosassone (dove è nata) ancor prima che entrasse in Italia Sordomuto, perfino la legge 95/06 lo ha abolito Anormale, anormalità, deforme… se non in raro e ristretto campo medico Poverino, sfortunato, infelice e tutta la terminologia che nulla ha di neutro ed è pregiudizievole verso lo stato della persona Persona Down, perché Down non è un aggettivo
8 I TERMINI DA USARE Persona con disabilità Persona disabile, turista disabile, ragazzo disabile e ogni locuzione con il termine «disabile» in funzione di aggettivo Disabili, in Italia è accettato, a differenza di disabile, poiché considera un gruppo per cui si sottintende l’unione di persone Ciechi, sordi, paraplegici… Cioè disabilità come sostantivo ma al plurale, purché il plurale indica la preesistenza di una comunità di persone Carrozzina, e non carrozzella (che è quella trainata dal cavallo) Persona (con): persona con sindrome di Down, persona con nanismo, persona sorda, persona Down… Persona con disturbo o disagio mentale invece di «ritardato (mentale)» , salvo che il ritardo mentale non sia patologia accertata Persona con sindrome di Down, di Asperger…
9 TERMINI AMBIGUI Affetto da (patologia), non tutte le disabilità hanno origine patologica, se è inaccettabile parlare di «affetto da disabilità» può essere corretto parlare di «affetto da malattia rara» , quindi scegliere la locuzione «(persona) con (patologia)» salvo essere sicuri della certezza dell’origine patologica Costretto in carrozzina, è una locuzione da non usare mai, tuttavia può essere plausibile in una narrazione neutra e sensata ( «da quel momento fu costretto a muoversi in carrozzina» ) Non udente, non vedente… Termini comunemente accettati che tuttavia evidenziano la negazione , criterio da evitare Menomazione, è un termine lecito e anzi consigliato, tuttavia da usarsi in senso tecnico, ovvero evitando di cadere nell’errore di considerare la persona menomata o la menomazione una caratteristica che definisce la persona (Tizio era un menomato, Caio era menomato…)
10 LA QUESTIONE DEI SINONIMI Il modo più appropriato per definire la persona con disabilità è proprio «persona con disabilità» , come suggerito dall’Icf (international classification of functioning, disability and health) e sottinteso dalla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Nessuna paura a ripetere la locuzione, perché non trasferibile, può fungere da escamotage il gioco con l’aggettivo «disabile» : persona disabile, studente con disabilità, turista con disabilità…
APPROFONDIMENTI 11 • • Icf Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità Paralimpici (Hoepli, Claudio Arrigoni) National center on disability and journalism (http: //ncdj. org/)
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