DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE DEI BENI CULTURALI
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE, DEI BENI CULTURALI E DEL TURISMO CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER LE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO PEDAGOGIA SPECIALE E GESTIONE DEL GRUPPO CLASSE Prof. ssa Angela Fiorillo Prof. ssa Sara Pellegrini
Terza lezione La cultura della formazione – Autori vari
JEROME BRUNER • L’educazione non solo deve trasmettere una cultura ma deve anche portare ad una nuova visione del mondo. • Speciale funzione dell’istruzione scolastica come introduttrice di nuove prospettive.
L’insegnamento strutturale • L’unità del conoscere va ricercata nella stessa struttura della conoscenza. • Il principio dell’apprendimento si fonda sul concetto di struttura. La programmazione e gli argomenti stessi che fanno parte del processo di apprendimento si realizzano mediante la struttura che è permanente perché utilizzabili e applicabili in situazioni nuove. • Si deve tenere conto della rivoluzione tecnologica.
• L’apprendimento perde la sua meccanicità • Le strutture favoriscono la trasferibilità delle conoscenze competenza • La strutturalità contribuisce alla continuità Imparare ad imparare per una formazione globale (cognitività, creatività, arte, poesia, competenze pratiche e operative)
Lo strutturalismo permette di salvaguardare l’unitarietà dell’apprendimento: • Sul piano orizzontale, integrando le discipline. • Sul piano verticale, insegnamento continuo e a spirale, ovvero l’alunno ritrova durante la crescita, le stesse strutture, con differenti rappresentazioni. • Sul piano trasversale, si utilizzano tutte le forme di rappresentazione.
• Il docente padrone delle strutture deve saper costruire gli itinerari didattici capaci di assicurare l’apprendimento. • Attraverso la ricerca delle strutture, si potenzia l’autonomia culturale, valorizzando l’euristica cioè l’apprendimento per problemi. Per fare questo bisogna tenere conto delle fasi dello sviluppo piagetiano che interessano l’intelligenza.
Verso una teoria dell’istruzione • Costruzione del curricolo e delle unità didattiche per una istruzione articolata ma organica, complessa e unitaria. Alla base dello sviluppo intellettivo c’è dunque la rappresentazione: - Attiva, basata sull’azione - Iconica, basata sull’immagine e richiede la organizzazione della percezione - Dei Sistemi simbolici, che costituisce il linguaggio delle scienze.
JOHN DEWEY • 1 Partire da una attività genuina di esperienza, ovvero dagli interessi • 2 Problema reale per stimolare il pensiero • 3 Dare all’alunno del materiale informativo per ricercare e indagare • 4 Sviluppare in modo organico le soluzioni che gli vengono in mente • 5 Dare opportunità e occasioni per saggiare le idee per mezzo dell’applicazione chiarire il significato e scoprire da sé la validità. • Il metodo non precede la materia di studio ma è connaturale
Linguaggio • Come strumento del pensiero costruzione dei discorsi attraverso la vita comune, i laboratori e la lezione partecipata. • Interrogazioni sono occasioni per risvegliare gli interessi. Regole per interrogare: - la materia si usa e non si ripete; indirizzare la mente; nella discussione continua; cogliere i significati fondamentali delle conoscenze; attraverso l’interrogazione spostare l’attenzione su qualche problema rimasto in sospeso.
• Funzionalismo ed esperienza: non tutte le esperienze sono educative. E’ il docente che orienta e promuove il soggetto in esperienza • Pensare e apprendere: laboratorio. • Democrazia, educazione e scuola. • La società è il fine dell’individuo e l’individuo è il fine della società ( società=comunità). Convergenza della cultura tecnicoprofessionale e umanistica = educazione democratica
Docente: Leader Intelletuale. Guida e stimola l’esperienza senza imposizioni, forzatura e eccessiva compiacenza. • Scuola-società partecipazione dei docenti allo sforzo di attuazione delle forme democratiche della scuola e della vita associata Scuola che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica. Dallo spontaneismo all’orientamento mediante criteri per orientarsi, per poi ri-orientare l’uomo nel fluire della vita. Scuola viva. Alla scoperta di latenze e di inclinazioni palesate. Luogo intenzionale di istruzione con apprendimenti significativi utili a leggere la realtà. • Educazione è: Ricostruire il legame tra scuola e società
Scuola attiva • Gioco • Attività di vita pratica • Collaborazione con gli adulti in piccoli lavori quotidiani
Laboratorio • Falegnameria, cucina, tessitura indirizzati verso una organizzazione progressiva della documentazione e delle idee il fine in vista Su ciò si costruiscono le conoscenze linguistiche, geografiche, scientifiche e storico-sociali. Il laboratorio esprime il collegamento pluridisciplinare tra le materie per favorire la socializzazione e l’educazione morale.
Democrazia ed educazione • L’educazione come continuità sociale, ovvero come legame organico tra individuo e società, evitando situazioni di sovraccarico e condizionamenti. • L’esperienza non è determinata ma è dinamica. Il soggetto apprende le cose alla luce dell’uso che ne fa. Evidente lo strumentalismo poiché il pensiero è strumento attivo per verificare, nell’azione la validità di una idea che rappresenta ipotesi di lavoro che l’azione deve verificare. • Scuola è l’ambiente speciale, deputato a guidare l’esperienza per conoscere l’ambiente in modo graduale.
EDGAR MORIN I sette saperi 1. Le cecità della conoscenza: l’errore e l’illusione. La conoscenza non può essere utilizzata senza esaminarne la natura, per preparare ed affrontare i rischi permanenti d’errore e d’illusione, che non cessano di parassitare la mente umana. Si tratta di armare ogni mente nel combattimento vitale per la lucidità. È necessario introdurre e potenziare nell’insegnamento lo studio dei caratteri cerebrali, mentali, culturali della conoscenza umana, dei suoi processi e delle sue modalità, delle disposizioni psichiche e culturali che la inducono a rischiare.
2. I principi di una conoscenza pertinente Capace di cogliere i problemi globali e fondamentali per inscrivere in essi le conoscenze parziali e locali. La conoscenza frammentata nelle discipline rende spesso incapaci di effettuare il legame tra le parti e le totalità, e deve far posto a un modo di conoscere che cogliere gli oggetti nei loro contesti e nei loro insiemi. È necessario insegnare i metodi che permettano di cogliere le mutue relazioni e le influenze reciproche tra le parti e il tutto in un mondo complesso.
3. Insegnare la condizione umana L’essere umano è nel contempo fisico, biologico, psichico, culturale, sociale, storico. Questa unità complessa della natura umana è completamente disintegrata nell’insegnamento, attraverso le discipline. La condizione umana dovrebbe riconoscere l’unità e la complessità dell’essere umano riunendo e organizzando le conoscenze disperse nelle scienze della natura, nelle scienze umane, nella letteratura e nella filosofia, e come sia possibile mostrare il legame indissolubile tra l’unità e la diversità di tutto ciò che è umano.
4. Insegnare l’identità terrestre È opportuno insegnare la storia dell’era planetaria, che inizia nel XVI secolo con la comunicazione fra tutti i continenti, e mostrare come tutte le parti del mondo siano divenute intersolidali, senza tuttavia occultare le oppressioni e le dominazioni che hanno devastato e ancora devastano l’umanità. Si dovrà indicare il complesso di crisi planetaria che segna il XX secolo, mostrando come tutti gli esseri umani, ormai messi a confronto con gli stessi problemi di vita e di morte, vivano una stessa comunità di destino.
5. Affrontare le incertezze Si dovrebbero insegnare principi di strategia che permettano di affrontare i rischi, l’inatteso e l’incerto, e di modificarne l’evoluzione grazie alle informazioni acquisite nel corso dell’azione. Bisogna apprendere a navigare in un oceano d’incertezze attraverso arcipelaghi di certezza. La formula del poeta greco Euripide, antica di venticinque secoli, è più attuale che mai: “L’atteso non si compie, all’inatteso un dio apre la via”. L’abbandono delle concezioni deterministe.
6. Insegnare la comprensione La comprensione è nel contempo il mezzo e il fine della comunicazione umana. Data l’importanza dell’educazione alla comprensione, a tutti i livelli educativi e a tutte le età, lo sviluppo della comprensione richiede una riforma delle mentalità. Di qui la necessità di studiare l’incomprensione, nelle sue radici, nelle sue modalità e nei suoi effetti. Tale studio sarebbe tanto più importante in quanto verterebbe le forme di disprezzo. Costituirebbe nello stesso tempo una delle basi dell’educazione alla pace.
7. L’etica del genere umano L’insegnamento deve produrre una “antropo-etica” capace di riconoscere il carattere ternario della condizione umana, che consiste nell’essere contemporaneamente La complessità “ bio – socio – antropologica ”, è da considerarsi al pari di una bussola che orienta la navigazione.
CARL ROGERS Le tendenze dell’autoattualizzazione • sviluppare tutte le potenzialità dell’individuo, in modo da favorirne la conservazione e l’arricchimento; • Prolungamento e arricchimento dell’individuo attraverso la produzione e riproduzione; • Processo autonomo che si attua nello scambio tra l’organismo e l’ambiente; • Valorizzazione della motivazione e ricerca di tensioni generatrici di piacere, come la tendenza creativa e come la espressione emancipatrice.
• Antideterminista il soggetto possiede una intrinseca capacità di autoregolazione e cerca di realizzare una vita pienamente vissuta. • Si tratta di un individuo in esperienza, che al centro pone il sé, fatto di coscienza e di valori. L’uomo con il suo Sé è in relazione con l’ambiente storico e sociale, che lo condiziona lo sviluppo dell’individuo. L’individuo è un continuum un processo vitale che reagisce per cercare di vivere.
Situazione di partenza Situazione di arrivo Incongruenza Non accettazione di sé Non comunicazione Schematismo mentale Rifiuto della responsabilità Isolamento Rigidità Sfiducia nella natura umana Povertà di vita Eterodipendenza Congruenza Accettazione di sé Comunicazione Flessibilità Accettazione Sociabilità Creatività Fiducia Ricchezza di vita Autodeterminazione
• Il miglioramento è legato anche al clima che si instaura nella relazione di aiuto e al comportamento del docente che deve essere sincero, autentico e competente.
Pedagogia della non direttività L’apprendimento è la disponibilità della persona a mutare, per rispondere in modo attivo alle mutevoli contingenze dell’esperienza. L’individuo si cambia mentre apprende. Il docente non cambia il discente. la non direttività è l’esercizio dell’autorità come forma di vigilanza volta d assicurare al gruppo degli alunni spazi capaci di lasciar esprimere le loro potenzialità.
Il soggetto va aiutato ad affrontare la vita. Per cui il soggetto va stimolato a valorizzare le energie autonome e a migliorare l’adattamento diretto all’esistenza per essere apprezzato come persona autonoma che è protagonista del processo di mutamento.
KURT LEWIN Climi sociali • mette in relazione le modalità del conduttore di un gruppo ( leader comunicativo e autocratico) e i comportamenti messi in atto dai membri del gruppo. • Adulto autoritario che ordina e dispone, : autorità e apatia • Adulto laissez-feire, che informa amichevolmente, evita suggerimenti o sostegno: fortissima aggressività nei ragazzi • Adulto democratico, che interviene solo se interpellato, offre il punto di vista, interagisce nei casi opportuni offrendo la libertà di decidere sulla base degli elementi del pensiero.
ELIO DAMIANO Didattica per concetti Sviluppare un intreccio infinito di connessioni come in una rete a maglie Ciascun concetto è potenzialmente correlabile all’intero contesto che ad altri concetti. L’insieme delle conoscenze attinenti ad un ambito in realtà stanno insieme in modo sinergico e vivono simultanee relazioni. Ciascun concetto può sviluppare simultanee relazioni.
Rappresentazione dei concetti • Mappa concettuale • Conversazione clinica • Rete concettuale • Unità didattiche
Mappa concettuale • Esprime un possibile ordine di relazioni in un argomento (concetti, attributi, connessioni). • Costituisce uno schema significativo e socialmente riconosciuto dei saperi, recuperabile dalla Cultura dai Programmi scolastici. • Le M. C. realizzano la definizione di un concetto in forma grafica, per evidenziare le connessioni tra gli attributi. • Opera la delimitazione del campo concettuale entro cui lavorare didatticamente, richiedendo l’aggiornata conoscenza della materia.
Conversazione clinica Oggetto della conversazione sono le conoscenze pre – ordinate, i concetti spontanei, presenti prima della riorganizzazione esercitata dalla scuola. Ponendo le condizioni per la transizione dal livello spontaneo a quello formale ed organico. Modalità educativa di mediazione, duale o collettiva. Parte dall’accertamento delle credenze spontanee, improprie…. attraverso domande stimolo, domande strategiche
Rete concettuale • È la più dettagliata delle operazioni cognitive da perseguire per cogliere gli elementi del concetto e le relazioni tra i concetti. • Si ricava a seguito della conversazione clinica e si articola in unità didattiche.
I mediatori attivi iconici analogici simbolici Esplorazioni. Esercitazioni per realizzare oggetti. Ricostruzione dell’esperienza. Esperimento per ideare, progettare e realizzare oggetti. Esplorazione per controllo di conoscenze predefinite, esercitazioni per applicare e controllare Materiale visivo documentale. Disegno organizzato Schematizzazioni Con organizzatori percettivi. Schematizzazione per il controllo delle conoscenze ed esperienze Drammatizzazione ( anche in role play) Giochi di simulazione. Esecuzione di copioni. Identificazione delle regole. Simulazione finalizzata all’applicazione e controllo di conoscenze e esperienze precedenti. Discussione clinica Narrazione dell’insegnante Raccolgono le informazioni. narrazioni degli alunni. Definizione di concetti e formulazione di pensieri. Riflessione dei linguaggi per individuare le regole Applicazione delle regole e presa di coscienza.
ESERCITAZIONE
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