Dipartimenti Sanit Pubblica SERVIZI PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI
Dipartimenti Sanità Pubblica SERVIZI PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO STUDENTI ATTIVI IN SICUREZZA PREVENZIONE INCENDI parte 1 / 4 PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE Gruppo regionale Scuola SPSAL –Maggio 2019 File: 2019_ASAPP_2_PREV INC 1 -4_Formaz_docenti 1
Promozione della salute e della sicurezza nelle scuole Il progetto promuove la cultura della salute e sicurezza nei giovani, futuri lavoratori, sviluppando un approccio complessivo articolato in interventi integrati di tipo pratico-normativo ed 2 educativo, calati nelle singole realtà scolastiche.
Dipartimenti Sanità Pubblica SERVIZI PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO Il pacchetto formativo è stato curato dal gruppo regionale SPSAL SCUOLA – FORMAZIONE Componenti gruppo SCUOLA-FORMAZIONE: rappresentanti delle Az USL RER REGIONE Bernardini Mara BOLOGNA Piretti Fabio FERRARA Rometti Maria Cristina IMOLA Tarozzi Paola MODENA Lamberti Manuela PARMA Rapacchi Davide PIACENZA - Di Placido Alfredo Gabriele REGGIO EMILIA - Gallinari Lia – coordinatore ROMAGNA Bertoldo Michele (CESENA) Mosconi Chiara (RIMINI) Mazzavillani Marilena (FORLI) Orrico Raffaele (RAVENNA) Tecnici della prevenzione che hanno collaborato alla redazione del pacchetto formativo e allo sviluppo del progetto: BOLOGNA – MODENA – REGGIO EMILIA – Soddu Sergio Vitozzi Alessia Muzzioli Elisa Orsini Daniele
FORMAZIONE GRUPPO EMERGENZE AZIENDALE AI SENSI DEL DM 10/03/1998 4
All. to IX - Formazione – rischio elevato 16 ore 1) L'INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI (4 ORE) - Principi sulla combustione; - le principali cause di incendio in relazione allo specifico ambiente di lavoro; - le sostanze estinguenti; - i rischi alle persone ed all'ambiente; - specifiche misure di prevenzione incendi; accorgimenti comportamentali per prevenire gli incendi; - l'importanza del controllo degli ambienti di lavoro; - l'importanza delle verifiche e delle manutenzioni sui presidi antincendio. 2) LA PROTEZIONE ANTINCENDIO (4 ORE) - Misure di protezione passiva; - vie di esodo, compartimentazioni, distanziamenti; - attrezzature ed impianti di estinzione; - sistemi di allarme; - segnaletica di sicurezza; - impianti elettrici di sicurezza; - illuminazione di sicurezza. 3) PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO (4 ORE) - Procedure da adottare quando si scopre un incendio; - procedure da adottare in caso di allarme; - modalità di evacuazione; - modalità di chiamata dei servizi di soccorso; - collaborazione con i vigili del fuoco in caso di intervento; - esemplificazione di una situazione di emergenza e modalità procedurali-operative 4) ESERCITAZIONI PRATICHE (4 ORE) - Presa visione e chiarimenti sulle principali attrezzature ed impianti di spegnimento; - presa visione sulle attrezzature di protezione individuale (maschere, audioprotettore, tute. etc. ); 5 - esercitazioni sull'uso delle attrezzature di spegnimento e di protezione individuale.
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DIRITTI DEI LAVORATORI - (D. Lgs. 81/08 -Art. 44) Art. 14 - Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato 1. Il lavoratore che, in caso di un pericolo grave ed immediato, si allontana dal posto di lavoro, non può subire pregiudizio alcuno. 2. Il lavoratore che, in caso di un pericolo grave ed immediato e nell’impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, prende misure per evitare le conseguenze di tale pericolo, non può subire pregiudizio per tale azione, a meno che non abbia commesso una grave negligenza. 10
RESPONSABILITA’ DEI COMPONENTI LA SQUADRA DI Art. 14 - Diritti dei lavoratori EMERGENZA • La responsabilità dei componenti la squadra di emergenza non è maggiore rispetto a quella dei colleghi, soltanto la competenza, in caso di emergenza, richiede ai componenti della squadra di emergenza una maggiore perizia e disponibilità, in quanto la formazione ricevuta li mette nelle condizioni di operare meglio. 11
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DM 26/08/1992 e DM 10/03/1998 PREVENZIONE INCENDI e EDILIZIA SCOLASTICA CLASSIFICAZIONE DM 26/08/1992 0 -100 pers. tipo 0 DPR VRI 151/11 A valutazione rischio incendio (dm 10/03/98) BASSO CORSO G. E. (dm 10/03/98) 4 ORE 301 -500 pers. tipo 2 A(<150) BASSO B(>150) MEDIO C MEDIO 4 ORE 8 ORE+esame 501 -800 pers. tipo 3 C MEDIO 8 ORE+esame 801 -1200 pers. tipo 4 C ELEVATO 16 ORE+esame > 1200 pers. C ELEVATO 16 ORE+esame 101 -300 pers. tipo 1 tipo 5 1515
Aggiornamento del Gruppo Emergenze • Circolare Min Int. Dip. VV. F. prot 12653 del 23/02/2011 – 8 ore = rischio elevato – 5 ore = rischio medio • 1 ora – principi combustione, sostanze estinguenti, effetti incendio, misure comportamentali • 1 ora – misure antincendio, evacuazione, chiamata soccorsi • 3 ore – esercitazioni pratiche, estintori e naspi – 2 ore = rischio basso • Periodicità 3 anni Dip. VV. F. DIR-EMI. Registro Ufficiale U. 0001014. 26 -01 -2012
PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE 17
Triangolo del fuoco COMBUSTIBILE AUTOCATALISI COMBURENTE TEMPERATURA (INNESCO) L’insieme di questi 3 fattori costituisce il triangolo del fuoco. 18
CARATTERISTICHE: GAS INFIAMMABILI, COMBURENTI, INERTI, NOBILI • GAS • • peso / aria compressi (CH 4 – METANO) + leggero 15% H 2 – IDROGENO) liquefatti (GPL, PROPANO) + pesante refrigerati (OSSIGENO, AZOTO) + pesante disciolti (ACETILENE) + pesante LEL-UEL 44 -75% 1 -17% 4 -20% densità relativa all’aria più pesanti = densità > 1, 1 più leggeri = densità < 0, 9 • CAMPO INFIAMMABILITA’ (LEL o LIE -- UEL o LSE) • ENERGIA D’INNESCO (MIE=minimum ignition energy) 19
Limite Inferiore e Superiore d’Esplodibilità Concentrazione entro la quale la miscela gas / aria è potenzialmente innescabile LEL UEL CONCENTRAZIONE DI GAS in ARIA 0% LIE LEL = Lower Explosion Limit LSE 100% UEL = Upper Explosion Limit LIE = Limite Inferiore di esplosività LSE = Limite Superiore di Esplosività LFL = Lower Flammable Limit UFL = Upper Flammable Limit 20
Quali sono le loro grandezze fisiche caratteristiche 21
Peso specifico (densità relativa) dei vapori rispetto all’aria? H 2, CH 4 GPL, Acetilene Energia Minima d’accensione (o innesco)? 22
Densità relativa rispetto all’aria Gas pesanti (GPL, ACETILENE, PROPANO) Stratificano verso il basso, i sensori vanno messi in basso, le aperture di ventilazione attestate su spazio scoperto vanno messe in basso (e in alto per consentire il ricircolo d’aria) Gas Leggeri (Metano, Idrogeno) Si disperdono verso l’alto: i sensori vanno messi in alto, le aperture di ventilazione attestate su spazio scoperto vanno messe in alto (e in basso per consentire il ricircolo d’aria) 23
Grandezze fisiche caratteristiche La GUIDA CEI 31 -35 riporta in tab GA 3 un gran numero di sostanze 24
tib co nte mb ure us mb co ile CONDIZIONI DI PERICOLO D’ESPLOSIONE innesco 25
CARATTERISTICHE: LIQUIDI • CCFP = Temperatura d’infiammabilità (Close Cup Flash Point) A CCFP < 21 °C cat. B 21 °C < CCFP < 65 °C cat. C 65 °C < CCFP < 125 °C • cat. Alcool etilico, benzina Cherosene Gasolio, olii minerali CCFP > 125 °C = COMBUSTIBILI • densità relativa all’aria dei VAPORI più pesanti = densità > 1, 1 più leggeri = densità < 0, 9 • CAMPO INFIAMMABILITA’ (LEL o LIE -- UEL o LSE) • ENERGIA D’INNESCO • TEMPERATURA di AUTOACCENSIONE 26
Liquidi: grandezze fisiche caratteristiche MIE = Energia Minima di Innesco. Aumenta all’aumentare della dimensione della molecola. Bastano pochi m. J Un uomo che cammina su moquette può caricarsi elettrostaticamente con energie fino a 40 m. J 27
CARATTERISTICHE: SOLIDI COMBUSTIBILI • ENERGIA D’INNESCO • TEMPERATURA di AUTOACCENSIONE • POTERE CALORIFICO • COMPATTEZZA / PRESENZA D’ARIA ALL’INTERNO • CAPACITA’ di BRUCIARE senza FIAMMA • Per le POLVERI: GRANULOMETRIA / PEZZATURA • CAMPO INFIAMMABILITA’ (LEL o LIE -- UEL o LSE) 28
POTERE CALORIFICO dei COMBUSTIBILI Quantità di calore emesso da alcune sostanze combustibili legno benzina alcool carta 4. 400 Kcal/kg 11. 000 Kcal/kg 6. 500 Kcal/kg 4. 500 Kcal/kg Il carico d’incendio è il potenziale termico della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio ivi compresi i rivestimenti di muri, pareti e soffitti. 29
AT A G O AB R CARICO D’INCENDIO (circ. MISA N. 91 del 1961) 1/3 CARICO D’INCENDIO del COMPARTIMENTO somma dei poteri calorifici riferiti al legno per area unitaria q= i=1. . n (Hi * gi) / (4400 * A) 139. 228. 000 / (4400*287) = 110, 2 Kg di legna equivalente per ogni m 2 30
La classificazione dei fuochi Classe A Fuochi da materiali solidi, la cui combustione avviene con la formazione di brace (carta, legno, tessuti, pellame, gomma, ecc. ) Classe B Fuochi da materiali liquidi infiammabili o solidi liquefattibili (alcool, benzine, olii lubrificanti, cere, grassi) Classe C Fuochi da gas infiammabili (metano, idrogeno, GPL, acetilene) Classe D Fuochi da metalli spontaneamente combustibili alle alte temperature (alluminio, zinco, magnesio, sodio, potassio, ecc. ) E Classe E Fuochi che coinvolgono apparecchiature elettriche sotto tensione (trasformatori, alternatori motori, ecc. ) Classe F Olii da cucina, grasso e strutto 31
AGENTI ESTINGUENTI Intendiamo per agente estinguente la sostanza attraverso l’uso della quale l’uomo può attivamente combattere un incendio. ACQUA raffreddamento SCHIUMA soffocamento POLVERE soffocamento SABBIA soffocamento ANIDRIDE CARBONICA soffocamento HAL-ON E NUOVE FORMULAZIONI 32
ACQUA – POLVERE – SCHIUMA Acqua Schiuma bassa densità Polvere Schiuma alta densità 33
CO 2 34
PRINCIPALI CAUSE D’INCENDIO – DINAMICA DELL’INCENDIO 35
Cause d’incendio – statistica luoghi uso pubblico • 29% Fumatori • 16% Negligenza di lavoratore esterno • 14% Negligenza di addetto • 12% Macchinari ed attrezzature difettosi • 11% Negligenza di visitatori • 3% Impianto elettrico difettoso • 2% Atti al di là del controllo umano • 13% Cause sconosciute e non rilevate 36
Cause d’incendio – statistica luoghi uso pubblico 37
cause e pericoli di incendio piu' comuni a) b) c) d) e) f) g) h) i) j) k) l) deposito. . infiammabili o. . combustibili in luogo non idoneo o manipolazione senza le dovute cautele; accumulo di rifiuti, carta od altro materiale combustibile che può essere incendiato accidentalmente o deliberatamente; negligenza … nell’utilizzo di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore; inadeguata pulizia … e scarsa manutenzione delle apparecchiature; uso di impianti elettrici difettosi o non adeguatamente protetti; riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate; presenza di apparecchiature elettriche sotto tensione anche quando non sono utilizzate (salvo che siano progettate per essere permanentemente in servizio); utilizzo non corretto di apparecchi di riscaldamento portatili; ostruzione delle aperture di ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e di ufficio; presenza di fiamme libere in aree ove sono proibite, compreso il divieto di fumo o il mancato utilizzo di portacenere; negligenze di appaltatori o degli addetti alla manutenzione; inadeguata formazione professionale del personale sull'uso di materiali od attrezzature pericolose ai fini antincendio. 38
Dinamica dell’incendio TEMPERATURA flash-over ca. 450 °C 1 -2 min 5 min Innesco propagazione estinzione Impianto Elettrico Mozziconi di Sigarette Surriscaldamento Fulmine Dolo TEMPO incendio generalizzato Compartimentazione Materiali (Reazione al F. ) Mezzi attivi non efficaci Non capacità utilizzo Errate manovre Resistenza al fuoco Evacuatori fumo calore Intervento di squadre esterne 39
Ignizione – fase iniziale Richiamo aria - crescita Fumi caldi invadono l’ambiente Flash over o Incendio generalizzato 40
Sviluppo dell’incendio – albero natale «sintetico» T=10 s incendio generalizzato 41
Principali cause di propagazione CATTIVA COMPARTIMENTAZIONE MATERIALI IMPIEGATI NON IDONEI. ATTREZZATURE ANTINCENDIO NON EFFICACI INCAPACITA’ DI UTILIZZARE LE ATTREZZATURE ANTINCENDIO ERRATE MANOVRE 42
Principali cause di morti e feriti FUMO CROLLI PANICO / SCHIACCIAMENTI COMPORTAMENTI IRRAZIONALI CALORE 43
Prodotti della combustione La combustione dà come risultato il FUOCO, il quale fornisce grandi quantità di energia sotto forma di CALORE ad elevata temperatura con EMISSIONE DI LUCE ed una serie di prodotti secondari: ANIDRIDE CARBONICA (CO 2) per combustione completata in abbondanza di presenza di ossigeno OSSIDO DI CARBONIO (CO) per effetto di una combustione incompleta VAPORE ACQUEO (H 2 O) ANIDRIDE SOLFOROSA E SOLFORICA (SO 2 e SO 3) FUMO in presenza di combustibili contenenti zolfo 44
Prodotti della combustione • ANIDRIDE CARBONICA (CO 2) per combustione completata in abbondanza di presenza di ossigeno – inodore e incolore • OSSIDO DI CARBONIO (CO) per effetto di una combustione incompleta inodore e incolore - TOSSICA • VAPORE ACQUEO (H 2 O) • ANIDRIDE SOLFOROSA E SOLFORICA (SO 2 e SO 3) in presenza di combustibili contenenti zolfo • FUMO (riduce visibilità + vapori caldi > 60 °C bruciano i polmoni) 45
Prodotti della combustione ANIDRIDE CARBONICA - CO 2 La dose massima tollerabile varia dallo 0, 5 al 4% in volume d’aria, durante tale soglia possiamo avere malessere, affanno, cefalea, ecc. In concentrazioni elevate è pericolosa in quanto riduce la percentuale di ossigeno nell’aria. Viene perciò considerata dannosa perché aumenta notevolmente il ritmo della respirazione, fattore negativo quando nell’aria ci sono altri gas tossici. 46
Prodotti della combustione OSSIDO DI CARBONIO – CO Molto tossico, si lega all’emoglobina 50 volte più rapidamente dell’ossigeno 47
Prodotti della combustione COMPOSTI TOSSICO NOCIVI DERIVANTI DALLA COMBUSTIONE SOSTANZA PVC CO, HCI (acido cloridrico), Benzene, Toluene Poliammidi CO, HCN (acido cianidrico) Poliesteri Resine fenoliche CO, HCN (acido cianidrico), HCI (per i materiali clorurati), COCl 2 (Fosgene) CO, fenolo e derivati Poliacrilici CO, metacrilato di metile Polistirene CO Legno e derivati CO, HCI (acido cloridrico), Benzene, Toluene Lana CO, HCN (acido cianidrico) 48
IMPORTANZA DEI CONTROLLI e DELL’HOUSEKEEPING (ordine e pulizia) 49
DM 10/03/98 - Art. 3 - MISURE PREVENTIVE, PROTETTIVE E PRECAUZIONALI DI ESERCIZIO 1. All'esito della valutazione dei rischi di incendio, il datore di lavoro adotta le misure finalizzate a: a) ridurre la probabilità di insorgenza di un incendio criteri allegato II b) realizzare vie/uscite di emergenza • art. 1. 5 all. to IV D. Lgs 81/08 • allegato III, DM 10/03/98 c) realizzare rapida segnalazione dell'incendio e attivazione dei sistemi di allarme e procedure di intervento allegato IV d) assicurare estinzione di un incendio allegato V e) garantire l'efficienza dei sistemi di protezione antincendio allegato VI f) fornire ai lavoratori una adeguata informazione e formazione sui rischi di incendio allegato VII Per le attività soggette a C. P. I. il D. M. 10/3/98 si applica solo per le lettere a), e), f) 50
All. to II – RIDURRE LA PROBABILITÀ MISURE INTESE A RIDURRE LA PROBABILITÀ DI INSORGENZA DEGLI INCENDI A. MISURE DI TIPO TECNICO: - realizzazione di impianti elettrici realizzati a regola d'arte; - messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di evitare la formazione di cariche elettrostatiche; - realizzazione di impianti di protezione contro le scariche atmosferiche conformemente alle regole dell'arte; - ventilazione degli ambienti in presenza di vapori, gas o polveri infiammabili; - adozione di dispositivi di sicurezza. B. MISURE DI TIPO ORGANIZZATIVO - GESTIONALE: - rispetto dell'ordine e della pulizia; - controlli sulle misure di sicurezza; predisposizione di un regolamento interno sulle misure di sicurezza da osservare; - informazione e formazione dei lavoratori. 51
DM 10/03/98 - All. to II – una possibile check list VERIFICHE PERIODICHE e FREQUENTI DI : • deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili 60 cm ! 52
DM 10/03/98 - All. to II – una possibile check list VERIFICHE PERIODICHE e FREQUENTI DI : • utilizzo di fonti di calore • impianti ed attrezzature elettriche • apparecchi individuali o portatili di riscaldamento ! 53
DM 10/03/98 - All. to II – una possibile check list VERIFICHE PERIODICHE e FREQUENTI DI : • presenza di fumatori • lavori di manutenzione e di ristrutturazione • rifiuti e scarti di lavorazione combustibili Posacenere all’esterno delle aree di pertinenza scolastica Cestino autoestingente 54
DM 10/03/98 - All. to II – una possibile check list VERIFICHE PERIODICHE e FREQUENTI DI : • aree non frequentate • mantenimento delle misure antincendio 55
All. to II 2. 2. – cause e pericoli d’incendio più comuni a) b) c) d) e) f) g) h) i) j) k) l) deposito. . infiammabili o. . combustibili in luogo non idoneo o manipolazione senza le dovute cautele; accumulo di rifiuti, carta od altro materiale combustibile che può essere incendiato accidentalmente o deliberatamente; negligenza … nell’uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore; inadeguata pulizia … e scarsa manutenzione delle apparecchiature; uso di impianti elettrici difettosi o non adeguatamente protetti; riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate; presenza di apparecchiature elettriche sotto tensione anche quando non sono utilizzate (salvo che siano progettate per essere permanentemente in servizio); utilizzo non corretto di apparecchi di riscaldamento portatili; ostruzione delle aperture di ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e di ufficio; presenza di fiamme libere in aree ove sono proibite, compreso il divieto di fumo o il mancato utilizzo di portacenere; negligenze di appaltatori o degli addetti alla manutenzione; inadeguata formazione professionale del personale sull'uso di materiali od attrezzature pericolose ai fini antincendio. 56
IMPORTANZA DEI CONTROLLI DEI PRESIDI ANTINCENDIO 57
VULNERABILITA’ DEI SISTEMI ANTINCENDIO (anche dovuta a possibile terremoto) ALIMENTAZIONE ELETTRICA Sistemi ridondanti Gruppi elettrogeni Motopompe diesel Gruppi batterie ALIMENTAZIONE IDRICA Ancoraggio serbatoi Rottura tubazioni di collegamento 58
VULNERABILITA’ DEI SISTEMI ANTINCENDIO (anche dovuta a possibile terremoto) GRUPPO di POMPAGGIO Rottura ancoraggio basamento Disallineamento pompa-motore Rottura tubazioni di collegamento TUBAZIONI FISSE CON ACQUA IN PRESSIONE Distacco degli ancoraggi Perdite ingenti d’acqua Rotture da attraversamenti strutture murarie Rottura di testine sprinkler dovute alla caduta di elementi di controsoffitto 59
VULNERABILITA’ DEI SISTEMI ANTINCENDIO (anche dovuta a possibile terremoto) TUBAZIONI • Fuoriuscita dalla sede di scorrimento (rullini) e conseguente caduta • Oscillazioni trasversali e longitudinali • Compressione e schiacciamento negli attraversamenti SISTEMI DI ACCESSO DELLE SQUADRE DI EMERGENZA ESTERNE • Cancelli e vie di passaggio bloccati • Vegetazione in ingombro • Parcheggi in zone non autorizzate 60
VULNERABILITA’ DEI SISTEMI ANTINCENDIO (anche dovuta a possibile terremoto) SISTEMI DI ALLERTAMENTO SQUADRE DI EMERGENZA ESTERNE / INTERNO • Non funzionamento dovuto a mancanza di energia elettrica • Gruppi batteria non collegati / non ricati / non testati • Non possibilità di raggiungere il luogo di chiamata • Non funzionamento dei sistemi di chiamata 61
QUALI DISSERVIZI PER MANCANZA ENERGIA ELETTRICA ? • BLOCCO ASCENSORI • BLOCCO TELEFONIA (telefoni VOIP) • SISTEMI DI ASPIRAZIONE (laboratori) • ILLUMINAZIONE EMERGENZA • CANCELLI di ACCESSO • STAZIONI DI POMPAGGIO • FALSA CONDIZIONE DI SICUREZZA (gruppo di continuità)
ALTRE INFORMAZIONI UTILI 63
Adempimenti di prevenzione incendi Riconoscere le sostanze: Stoccaggio Bombole CODICE COLORE BOMBOLE – obbligatorio Il colore dell’ogiva indica il contenuto Bianco OSSIGENO Nero Grigio AZOTO Arancio ACETILENE Argento Miscele per saldatura Amaranto ARGON Giallo CLORO Bianco-Nero ARIA COMPRESSA BIOSSIDO DI CARBONIO (CO ) 2 64
Adempimenti di prevenzione incendi Stoccaggio Bombole – alcune particolarità STOCCAGGIO 1. In luogo riparato dai raggi del sole e da potenziali urti meccanici 2. Sempre legate a struttura fissa 3. Chiaramente identificate e separate le piene dalle vuote 4. Fluidi esplodenti con muro di separazione antiscoppio 5. Tetto in materiale cedevole 6. Mai stoccate in posizione orizzontale 65
Adempimenti di prevenzione incendi Stoccaggio Bombole – Alcune particolarità OSSIGENO 1. Raccorderia Sinistrorsa (si avvita in senso antiorario) 1. Mai usare grasso sulla raccorderia per ossigeno ACETILENE - PROPANO 1. Mai stoccate in posizione orizzontale La bombola di acetilene contiene un elemento poroso in fogli avvolti (costituito da carbone o silicato di calce) impregnato di acetone liquido. Tale liquido contiene 20 volte il suo peso di acetilene. Il propano è stoccato liquido all’interno della bombola (come il GPL) 2. MAI utilizzare tubi di RAME o di leghe con più del 70% di Rame. A contatto con l’acetilene il rame crea Acetiluri di Rame che esplodono se soggetti a urti 1. Dadi tagliati per il facile riconoscimento 66
Adempimenti di di prevenzione incendi Riconoscere le sostanze: Tubazioni trasposto CODICE COLORE TUBI – facoltativo Tipico ma può variare da installazione Azzurro ARIA COMPRESSA Verde ACQUA SANITARIA Marrone OLIO Giallo GAS COMBUSTIBILI (CH 4) Rosso ANTINCENDIO Arancio ACQUA RISCALDAMENTO Deve anche essere indicato il senso del flusso 67
Arrivederci al Prossimo incontro 68
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