Didattica e laboratorio di Letteratura Italiana Universit degli
Didattica e laboratorio di Letteratura Italiana Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici P. A. S. a. a. 2013/14 Docente: M. L. Sancassano
L’attualità del dibattito sull’insegnamento della letteratura italiana Tra testo e classe: Il docente mediatore nella scuola del terzo millennio
Tra testo e classe: il docente mediatore nella scuola del terzo millennio � Indice: � Premessa: R. Luperini, Insegnare la letteratura oggi” in “Allegoria”, a. XX, terza serie, n. 58, luglio/settembre 2008, pp. 255 -263 � Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana � Riflessione su G. Baldi, “L’insegnamento della letteratura nelle superiori. Centralità del testo o centralità del lettore? ”, in A. A. V. V, , Cultura umanistica e scuola, Riflessioni e Analisi, Pearson Italia, Milano-Torino, 2011, pp. 9 -19 � (Appendice) La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno. � Riflessione su P. Cataldi, I confini della letteratura: un insegnante d’italiano per il terzo millennio, in “Allegoria”, a. XVIII, seconda serie, n. 54, settembre/dicembre 2006, pp. 89 – 97
Premessa � R. Luperini, Insegnare la letteratura oggi” in “Allegoria”, a. XX, terza serie, n. 58, luglio/settembre 2008, pp. 255 -263
Muovendo da Luperini (2008): l’interrogativo di fondo �“Insegnare a dare senso a un testo è importante perché significa insegnare a dare un senso alla vita. �E’ appunto questo il compito fondativo dell’insegnante, e soprattutto di quello delle discipline umanistiche. �Il problema è che oggi ciò va fatto senza più battere le vecchie vie dello storicismo, dell’identità nazionale, del racconto mitico del popolo-nazione. �E allora: come educare a una storia senza storicismo, a un’etica senza più una morale precostituita, a un impegno civile senza più popolo o nazione? ”
Le proposte della didattica d’avanguardia: come costruire? � Rifiuto di un metodo basato esclusivamente sulla successione lineare; � Lettura integrale di alcune grandi opere italiane/e o straniere al posto di medaglioni; � Collocazione di queste opere al centro di costellazioni di scrittori e opere delineati attraverso raggruppamenti per generi letterari e temi; � Approcci di tipo interdisciplinare e interculturale. �“Il nuovo racconto della letteratura riguarda qualcosa da costruire, non qualcosa che è stato costruito”
La marginalità dell’insegnante � punto � di partenza nell’elaborazione di qualsiasi progetto teorico od operativo, � di debolezza effettiva nel contesto attuale, � di forza se unito alla consapevolezza della varietà e molteplicità �delle prospettive �da cui è possibile guardare al mondo �
Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana Riflessione su G. Baldi, “L’insegnamento della letteratura nelle superiori. Centralità del testo o centralità del lettore? ”, in A. A. V. V, , Cultura umanistica e scuola, Riflessioni e Analisi; Pearson Italia, Milano-Torino, 2011, pp. 9 -19
Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana � Il titolo del saggio di Baldi “Centralità del testo o centralità del lettore? ” mette a confronto due modalità d’approccio all’insegnamento della Letteratura Italiana importanti nella storia della didattica della Letteratura degli ultimi decenni del Novecento: � l’uno segnato dall’esperienza dello strutturalismo e quindi caratterizzato da � un insegnamento focalizzato sul testo secondo un tipo di lettura tendenzialmente immanente; � l’altro influenzato dalla teoria della ricezione Jaussiana e dall’ermeneutica Gadameriana e quindi � concentrato sul lettore/studente.
Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana � A partire da questo interrogativo Baldi delinea una breve storia delle pratiche d’insegnamento adottate nel secondo Novecento, insistendo sulla diffusione di un modello passato in cui dominava � la centralità del manuale di storia letteraria = grandi epoche della storia culturale, sintesi storiche e problemi generali come illustrati dal manuale: � autori maggiori e minori, testi utilizzati ad esemplificazione delle enunciazioni generali o affidata alla lettura individuale a casa. � “ Grazie a questa impostazione didattica si dava il paradosso per cui il discente non era tenuto ad avere un rapporto diretto con l’oggetto d’indagine, ma si limitava a ripetere quanto era sostenuto da un’auctoritas: come nel Medioevo”.
Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana � “Meglio quindi abbandonare la pretesa di trasmettere un panorama esaustivo delle patrie lettere, attraverso la scorciatoia del manuale � (peraltro le nuove indicazioni ministeriali lo consentono, poiché suggeriscono di selezionare <i momenti più rilevanti della civiltà letteraria […] sottraendosi alla tentazione di un generico enciclopedismo>), � rinunciare alla quantità per puntare sulla qualità, � scegliere un numero limitato di testi campione altamente significativi, di tutti gli autori maggiori e di qualche minore, � dal cui esame diretto, compiuto in classe, ricostruire � le linee dello svolgimento storico della letteratura, � profili di generi, � percorsi tematici, � tendenze formali…"
Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana � “Solo tale scelta permetterà di soffermarsi con l’agio necessario sulla lettura dei testi; � e lavorando sui testi con gli allievi, trasformando la classe in una comunità interpretante, si potrà evitare � la trasmissione dogmatica e autoritaria di nozioni, � la riduzione del discente a mero recipiente di informazioni assorbite in modo acritico, � e al contrario si potrà renderlo soggetto attivo di apprendimento, � che partecipa a uno scambio di idee, � elabora interpretazioni e giudizi propri, � li confronta con quelli degli altri, dell’insegnante come dei compagni, � impara ad argomentare le proprie posizioni, � a criticare e a smontare quelle degli interlocutori, � ma sempre rispettandole”.
Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana �“al centro della didattica la lettura dei testi, come base di un dialogo intersoggettivo” �Ciò consente anche “l’attualizzazione delle opere letterarie del passato”, non più �”entità remote ed estranee ma, pur senza anacronismi arbitrari, solo dopo una loro collocazione entro le necessarie coordinate storiche, �di scoprire in esse ciò che hanno ancora da dire (…)oggi” � (cf. R. Luperini, Il professore come intellettuale. La riforma della scuola e l’insegnamento della letteratura, Manni Lecce 1998, + 2002).
Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana �“E’ evidente quindi come centralità del testo e centralità del lettore nella didattica della letteratura non siano in alternativa, �ma siano due facce della stessa realtà, due pratiche non possono stare l’una senza l’altra”.
Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana Pericoli e problemi � Attualizzazione allargata in prospettiva storica > no alla lettura del tutto immanente; � Attenzione al mantenimento della “memoria storica di una comunità” � (cit. da: L. Serianni, L’ora d’italiano. Scuola e materie umanistiche, Laterza e per Roma-Bari, 2010 p. 97) � di fronte alle “pericolose spinte disgregatrici della compagine del paese “ � (Baldi p. 12). � Il problema delle antologie e la critica alla frammentazione in brani di opere complete > le difficoltà di attuazione nel contesto della classe � Il problema della “illeggibilità” del nostro patrimonio letterario e la proposta delle “traduzioni”dei classici > un rimedio peggiore del male � Il problema del Novecento e il prezzo delle rinunce � Il problema della validità delle interpretazioni degli studenti nello scambio dialogico >no alla”deriva del senso”, sì al vaglio della sostenibilità delle varie affermazioni = acquisizione dello spirito critico e della capacità di argomentare
Il testo e il lettore al centro: l’ora di Letteratura Italiana � Aspetti positivi: � Insegnanti e studenti si misurano con il concreto oggetto d’indagine, il testo, con strumenti comuni a entrambi e in base a regole del gioco chiare e definite preventivamente. � Lo studente non è più costretto ad accettare passivamente ciò che gli viene detto ex cathedra, ma ha modo di verificarne la validità perché possiede alcuni strumenti per farlo > valenza democratica dell’uso di quegli strumenti. � Lo studente acquisisce specifiche abilità di analisi e di decodificazione da applicare poi su altri testi in altre occasioni: � come è fatto un testo, secondo quali codici e con quali procedimenti, il rapporto con il genere, con le tematiche di un’epoca, con il contesto sociale … � No a forme di lettura “selvaggia” >inesistenza di una lettura “vergine” � No ai test a scelta multipla> non esiste “LA” risposta giusta ….
Scambio di esperienze �Domande guida: �La proposta di Baldi è concretamente applicabile alla realtà attuale di una classe, a Vostro giudizio? �Quali esperienze avete vissuto in questo ambito? �Quale concreto futuro per “l’ora di letteratura italiana”, secondo Voi? � > verso l’ideazione di Unità di Apprendimento di letteratura italiana attraverso le proposte del Progetto Compita
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno (Appendice) Riflessione su P. Cataldi, I confini della letteratura: un insegnante d’italiano per il terzo millennio, in “Allegoria”, a. XVIII, seconda serie, n. 54, settembre/dicembre 2006, pp. 89 – 97
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno La posizione della letteratura nel sistema dei saperi odierno �Necessità di una nuova configurazione dei suoi confini �Reazioni alla fine della “fase eroica” della letteratura nel recente passato: � Valorizzazione dello statuto specialistico del codice letterario > formalismo e strutturalismo > carattere autotelico e metalinguistico; � Valorizzazione dell’aspetto filosofico-esistenziale della letteratura > eteronomia e “carattere strumentale e sacralmente necessitato”.
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno La tutela dello statuto disciplinare � alla base � dell’ondata formalistica > � “Gli studenti sortivano la convinzione che i poeti scrivessero le poesie con finalità paraenigmistiche e i narratori scrivessero racconti e romanzi per dare sfogo a formule o esercitare la sintassi; e anche così per inciso si disamoravano di quei testi che solo la scuola si ostinava a considerare importanti, non si sa perché. La questione del significato e la sua congenita problematicità restavano fatalmente sullo sfondo, o non affioravano neppure”. � della prospettiva ludico-regressiva > � la spontaneità quale alternativa alla disciplina come protocollo di convenzioni sullo sfondo di una superficiale lettura di Blanchot, Barthes , Foucault e della neoermeneutica gadameriana: “qualsiasi testo (…) valeva ad affermare i valori genericamente libertari dell’individuo, secondo una sensibilità già new age.
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno � I progetti di riforma e le riforme dell’ultimo decennio mirano, secondo Cataldi, � “all’unificazione delle due eredità, � da una parte appiattendo l’educazione letteraria su quella linguistica e magari retorica, � e dall’altra prevedendo per essa un contenitore pieno di <cose belle> (dall’educazione stradale alla sessuologia)”. � “In una situazione così difficile, al docente di italiano spetta il compito arduo di resistere alla revoca del mandato educativo che anche la riforma Gelmini, nel suo conservatorismo enciclopedico, implica (…) e soprattutto spetta di tutelare la funzione storica e antropologica del proprio mandato = � “ridefinizione e difesa dei confini della letteratura”.
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno Quali confini? � “Anche se diminuita nel proprio prestigio sociale, la letteratura resta un ambito definito da rigorosi statuti disciplinari; accantonandoli si permette al dilettantismo di sostituirsi allo strumentario pertinente, infliggendo un altro, durissimo colpo alla credibilità culturale degli studi letterari. ” � Uno strumentario “al servizio delle finalità esistenziali e antropologiche della letteratura”, attraverso cui giungere anche alla definizione dei connotati retorici, stilistici, strutturali ed eventualmente narratologici di un testo, � nella consapevolezza della natura interdisciplinare della letteratura.
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno la Letteratura nel suo contesto: un compito complesso � La letteratura VIVA solo all’incrocio di storia, filosofia, arte, musica, scienze, nel vivo dei conflitti ideologici e delle dinamiche sociali � in una prospettiva pluriprospettica nel confronto con i testi. � La consapevolezza delle radici nazionali entro la dimensione europea e mondializzata della nostra identità: � il modello Leopardiano e la costruzione di “un secondo livello di civiltà, tendente a dare fondamento a comunità umane più larghe e comprensive, fino a includere l’umanità intera”. � “Lo studio della letteratura ha la facoltà di assolvere in modo autorevole a questo compito complesso”
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno I compiti del docente di letteratura italiana oggi �Dialettica tra nazionalità e dimensione europea: � “costruire l’identità nazionale degli allievi servendosi anche dell’educazione letteraria, onorando un mandato che risale al modello desanctisiano e che vede oggi ragioni di civiltà nuove”; � “prestare una più sistematica attenzione alla dimensione europea della letteratura, per costruire, oltre che un cittadino italiano non grettamente provinciale, anche un cittadino d’Europa capace di condividere con i cittadini europei di altre nazioni contenuti culturali e valori civili comuni. ”
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno I compiti del docente di Letteratura Italiana oggi � Il compito interculturale: � No alla chiusura; no all’apertura nel senso dell’interscambialità > � “Per fare spazio all’altro abbiamo innanzitutto bisogno di sapere chi siamo noi; anzi: l’altro è tale, ovvero è riconoscibile come tale, solo se noi siamo in grado di essere qualcosa e non di naufragare in una caotica babele di tradizioni e problematiche culturali. � Il problema del canone e il problema del metodo: � ”far dialogare i mondi lontani che i testi letterari di diversa tradizione necessariamente evocano nel senso <contrappuntistico> indicato da Said “> � “lavorare sui confini frastagliati ma non incerti, ricordando che le nostre esperienze interculturali valgono in quanto si collocano, contrappuntisticamente appunto, di fronte a un codice e a un sapere storicamente dati”.
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno Il cambiamento della connotazione sociale della fruizione artistica � Dissoluzione del nesso tra sensibilità artistica e dominio sociale: � “Il prestigio sociale e la posizione di privilegio nel sistema della cultura detenuto dalla letteratura, dall’arte e dalla musica è stato l’equivalente di un prestigio e di un privilegio della borghesia moderna. ” � Le nuove gerarchie sociali sono diverse da quelle del docente di Italiano: � “… quegli studenti che cinquant’anni fa arrivavano nelle aule ritenendo lo studio della letteratura l’equivalente se non altro simbolico del potere e del successo sociale, oggi vi vedono – e non a torto – il segno più eloquente dell’inadeguatezza del sistema scolastico. � “Il tardo”capitalismo esonera il potere dal bisogno di legittimarsi. ” � Il fallimento della scuola di massa: � “Proprio lo studio letterario avrebbe infatti potuto ben collaborare a una leopardiana società nella quale tutti condividessero la sensibilità dell’eroe romantico e l’acume critico del philosophe parigino. ”
La letteratura al crocevia: scenari e orizzonti di azione del docente nel contesto odierno Che cosa resta? � Un’eredità inattuale: � “difendere l’idea di un sapere critico e problematico, la necessità di valori condivisi e comuni, l’importanza dell’attribuzione del significato come spiegazione generale (e non parcellizzata) del mondo”, � esercitandola “nella dialettica tra rigore disciplinare e rivendicazione interdisciplinare, cioè fra difesa dei confini e loro costante attualizzazione filosofica. � Se Cataldi non risparmia previsioni pessimistiche sui destini dell’insegnamento della letteratura nella scuola italiana, non può d’altronde esimersi dal constatare che � “perfino quei giovani cui la letteratura non dice più nulla sono talvolta interessati (. . ) semplicemente a un senso. Quali che siano – conclude –le condizioni in cui gli verrà concesso di farlo, l’insegnante di italiano potrà, nel terzo millennio, sapere che parla per loro. ”
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