DECLINAZIONI DELLA LIBERT DI SCELTA A cura del
DECLINAZIONI DELLA LIBERTÀ… DI SCELTA A cura del prof. Renato Pilutti (Ph. D): Filosofo pratico, Teologo e Consulente direzionale 23 Gennaio 2020 – Cavallino-Treporti
La Metodologia Innanzitutto, per rispetto di chi ascolta, è necessario chiarire la metodologia che sarà utilizzata, cioè una certa fondazione scientifica degli asserti. Ciò che si cercherà di mostrare, innanzitutto, è: La Polisemia etimologica del concetto di Libertà La sua Valenza Analogica Il suo legame con un’Etica declinata Il suo legame necessario con la SCELTA
Diverse idee della Libertà “Non vale la pena avere la libertà se questo non implica la libertà di sbagliare” (Mahatma Gandhi) “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) (Rudolf Höss da Lorenz Diefenbach) “(…) conoscerete la verità vi farà liberi, (…)” (Giovanni 8, 32) “(…) και γνώσεσθε τη ν α λήθειαν και η α λήθεια ε λευθερώσει υ μα ς (…)” (Gv 8, 32)
La Libertà per i Greci Ad esempio, i Greci avevano due termini per dire Libertà: 1. ε λευθερία, cioè una sorta di “libertà di fare”. Una condizione, beninteso, legata alla condizione sociale, non a quella di servitù o schiavitù (iloti, meteci, etc. ) 2. παρρησία, cioè una “libertà del dire”. Era essenzialmente la libertà del filosofo, cioè dello “studioso totale” che ricercava la verità attraverso la logica.
“Libertà” è un termine Analogo In ogni caso, libertà non ha un significato univoco, ma analogo, polisemico, come il termine vita… così, se si dice vita si può intendere, sia la vita umana, sia la vita di un monocellulare come l’ameba e uno zigote. Inoltre, se si dice vita umana si può intendere, sia la vita di un divo come Cristiano Ronaldo, sia la vita di un bimbo del Darfur, sia la vita che era di Eluana Englaro, ad esempio. Vite diverse, ma vite…
I molti modi della Libertà La Libertà si può dire in molti modi, come insegnava Aristotele. Comunemente la Libertà è intesa come un “essere privi di costrizioni o di eterodirezione”. La scelta libera avviene solitamente attraverso un processo articolato: - Giudizio (iudicium) - Riflessione (consilium) - Scelta (electio) - Consenso (consensus) - Azione (actio)
L’apparentemente contradditorio Le azioni umane libere possono anche apparire contradditorie, come nel caso della scelta del digiuno per motivi etico-religiosi o fisico-igienici. Talora la scelta libera dell’uomo può mettere a repentaglio la sua stessa vita, come nel caso di pericoli affrontati coscientemente, nella difesa della propria casa, della matriapatria, e nella legittima difesa personale o dei propri cari, o di persone deboli… …oppure “incoscientemente” (? ) come magari può accadere nei casi che trattiamo oggi.
La non-assolutezza della Libertà Non si può dare mai la Libertà assoluta, perché vi sono dei confini, dei limiti, delle barriere, e altri interessi che collidono; compatibilità, regole da rispettare (ad esempio non si può esercitare l’arte medica se non si possiedono i titoli adeguati). L’uomo è “libero” di auto-progettarsi, autodirigersi e infine auto-realizzarsi, anche se sempre nei limiti della sua creaturalità fisica, psichica e spirituale. Ma vi sono dei limiti e dei vincoli oggettivi che appartengono alla natura stessa dell’uomo, se pure temperata dalla “cultura”: l’uomo è anche una bio-macchina studiata
Le scuole antropologicofilosofiche Vediamo insieme qualche dottrina antropologica nella storia: Gli antichi Stoici ritenevano che le azioni umane fossero sempre frutto della necessità. I grandi Maestri greci Socrate, Platone e Aristotele, invece, ritenevano che l’uomo potesse disporre del “libero arbitrio”. Sant’Agostino, dopo un lungo travaglio, rimase su questa linea (tenendo conto della grazia, però), così come la grande filosofia e teologia medievali, con San Tommaso d’Aquino, il Beato Giovanni Duns Scoto, Sigieri di Brabante e San Bonaventura da Bagnoregio, anche se con accenti diversi (intellettualistici in Tommaso, volontaristici in Duns Scoto e in Bonaventura).
Martin Lutero Per il grande monaco agostiniano che iniziò la Riforma protestante, invece, all’uomo non è data veramente la Libertà, perché servo delle passioni e orientato al peccato. All’uomo, secondo Lutero, è dato il “servo arbitrio” (cf. polemica con Erasmo da Rotterdam), e una vita redimibile solo dalla “Grazia di Dio”, per il tramite della Fede e della Sacra Scrittura.
La Modernità La dottrina liberale classica della libertà si può far risalire alla riflessione dei pensatori anglosassoni del diciottesimo secolo (J. Locke in particolare), distingue nella libertà ciò che può essere consentito ai singoli per rapporto alla reciprocità delle relazioni, cioè “la mia libertà finisce dove inizia la tua”. Si può dire che tale visione non rende giustizia di tutto l’amplissimo campo di significati della Libertà, dalla democrazia alla dittatura, e viceversa, nei suoi vari ordini e gradi.
L’imperativo morale in Kant Baruch Spinoza sosteneva che tutto, sia il dolore, sia la gioia, dovessere affrontato con calma e razionalità, poiché non dipende dalle scelte umane. Immanuel Kant, invece, insegnava che l’uomo può esercitare il suo libero arbitrio, ma lo deve esercitare all’interno di un “imperativo morale”. “Fai in modo che la massima del tuo agire possa costituire legislazione universale”. La massima kantiana contenuta ne La Critica del Giudizio, introduce un’etica deontologica, che si fonda sul valore delle scelte, e quindi sulla necessità di operarle in quanto valore. Fai ciò che devi”, è la lezione di Kant sulla Libertà.
Il Sì e il No Fernando Savater scrive che l’esercizio della libertà è il poter dire “sì” o “no”, lo faccio o non lo faccio, dicano quello che vogliono i miei capi o gli altri: libertà è “decidere”, ma non dimenticare anche “si sta decidendo”. E de-cidere è tutt’altro che “lasciarsi andare”, perché de-cidere è un tagliare… Decidere è un muoversi consciamente verso… o no? e su questo oggi le neuroscienze hanno molto da dire (cf. il recente saggio di Adrian Raine L’anatomia della violenza. Le radici biologiche del crimine). E noi qui potremmo dire “vi sono radici biologiche nell’agire umano quando il soggetto è irresponsabile”…
Il Relativismo contemporaneo In generale oggi sembra stia prevalendo una sorta di relativismo cognitivo: sembra che non possiamo conoscere nulla di certo…, e tantomeno di vero! Tale relativismo si riflette anche sulla morale, per cui pare che se l’uomo si libera dalla paura (Feardom) può conquistare la Libertà (Freedom). In realtà vi sono ragionevoli dubbi su quanto sopra, poiché la paura può essere un sentimento o passione molto utile, anche per l’argomento che stiamo trattando.
Una Critica propositiva Infatti, possiamo constatare che non sempre facciamo quello che vogliamo, oppure, che a volte crediamo di fare quello che vogliamo, ma non è vero, perché siamo condizionati: - dalla moda, - dal consenso del gruppo al quale apparteniamo, - dal timore, - dalla pigrizia. . . Sperimentare qualsiasi cosa a volte sembra sinonimo di Libertà, ma non lo è. Chi prova le droghe non si libera di nulla, come diceva anche David Bowie…
Il paradosso della Libertà Si tratta forse di passare da un “fare quello che si vuole” a un “volere ciò che si fa”, ovvero a un “sapere dove si deve andare”, prima di decidere che cosa fare, a un “fare quello che si deve per diventare quello che si è, pure non conoscendolo ancora”. La nostra umanità prevede che utilizziamo tutte le parti/ dimensioni/ facoltà intellettuali…
La presunzione dell’atto libero L’errore , o il “colpo de mona” (come ama chiamarlo l’amico ing. Badin) può avvenire in due modi: a) per stupidità o istupidimento momentaneo; b) per un atto di presunzione legato a un eccesso di confidenza con un ambiente o una procedura che, appunto, si presume di controllare in maniera quasi automatica, come accade nel rispetto delle regole stradali e dei colori semaforici: invece non sempre gli automatismi sono garanzia di un agire
Il tema del male Il male è un’assenza di bene (un dito che manca a seguito di un infortunio) secondo Agostino (defectio boni), ovvero la conseguenza di una scelta mala consapevole. Teniamo conto che nella dottrina morale cristiana il “peccato mortale” sussiste quando si dà: a) materia grave, b) piena avvertenza e, c) deliberato consenso. Ed ecco che siamo nel nostro “territorio”… Quando vi è la piena avvertenza, ad esempio, visto che, nel caso del morto sul lavoro la materia è grave e il deliberato consenso assai dubbio? Questione psicologica?
La Libertà e la Colpa …per cui un passaggio necessario mostra l’esigenza di accettare l’integrazione dell’Io con il Sé, l’individuazione, (Tommaso, K. G. Jung) comporta l’ammissione della colpa; L’uomo, conoscendosi, abbisogna di ammettere il proprio limite (M. Buber): 1. autorischiarandosi, 2. permanendo nell’autorischiaramento, 3. accettando espiazione e risarcimento.
I rischi per la Libertà Vi è un rischio reale per la libertà individuale e collettiva di supercontrollo da parte della “società dell’informazione e della telematica digitale”. Potrebbero crearsi condizioni di consolidamento di nuove oligarchie surrettiziamente assurte a un potere di condizionamento dei cittadini. Ma l’Uomo, in quanto Persona, cioè razionale autocosciente, è -neuroscienze permettendofondamentalmente Libero, perché può scegliere, sempre nei limiti, fra il bene e il male. La Libertà dell’uomo è dunque anche la condizione di possibilità per la quale egli deve accettare la Responsabilità e la Colpa.
Forse allora la Libertà … è l’intenzione/la capacità di scegliere di fare il bene, in ogni occasione e situazione, e modo, e tempo; … è l’espressione della volontà buona, ispirata dall’autocomprensione del proprio essere-a-questo-mondo, alimentata dalla riflessione razionale sull’uomo (su se stessi), e dall’amore. È la dimensione della persona, che è libera… nei limiti, ancora, di un’umanità in divenire.
La scelta consapevole Se quanto abbiamo detto sta in piedi sotto il profilo razionale, dunque la libertà è la dimensione che si deve considerare per acquisire a se stessi la consapevolezza, e l’importanza di essa per una scelta radicale, ad esempio come quella della salute… Sapendo sempre che noi, esercitando questa scelta, siamo gli autori e i gestori di uno solo – se pure importantissimo – dei vettori causali che generano le cose della vita: altri vettori e fattori sono indipendenti dalla nostra volontà e dall’esercizio del libero arbitrio: l’ambiente, la
La Persona e il suo Destino è progetto in parte non conosciuto, contemplazione e speranza…
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