Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale Giovanni
Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale Giovanni Tortorici Purchasing Manager di Barilla - Cofondatore e Presidente di A. I. A. G. A.
INDICE q La Car Policy esiste ancora q Il TCO è ancora vivo q Mobilità “à la carte” q Il TCM come evoluzione q Maa. S q Conclusioni Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
La car policy esiste ancora q Punti di vista q Flotta: staying alive q Tasso di motorizzazione q L’automobile c’è ancora Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Punti di vista Ø Alcuni la descrivono come un documento lungo tra le cinque e le sei pagine. Ø Molti ne apprezzano solo l’aggiornamento della pagina delle vetture disponibili (car list). Ø Alcuni ne considerano, come ossatura, la gestione delle eccezioni e delle deroghe. Ø La car policy è uno strumento di attrazione dei talenti. Ø La car policy è un mezzo strumentale della direzione HR. Ø Eppure si tratta di un documento di semplice buon senso che dovrebbe regolare l’uso di un bene aziendale, spesso considerato personale, ma a carico dell’azienda. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Flotta: staying alive Ø Ebbene si, la flotta è ancora viva, anche se i cambiamenti sono in atto e si parla sempre più di mobilità e spesso l’auto è al centro di un ingiusto tiro al bersaglio. Ø Il 2018 è partito bene per il mercato dell’auto con un promettente +3, 4%, anche se ci sono le solite influenze dei km zero. Ø Il noleggio lungo termine nel 2018 mantiene un trend positivo di crescita dell’ 8, 3%. Ø Le flotte al momento godono di ottima salute. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Tasso di motorizzazione Il tasso di motorizzazione in Italia è il più alto in Europa ad esclusione del Lussemburgo. Paesi con una forte tradizione di industria automobilistica, come Germania e Francia, hanno un indice più basso rispettivamente di 7 e di 12 punti. Il tasso di motorizzazione aveva avviato un trend discendente dopo il valore massimo registrato nel 2011 (62, 5), ma dal 2013 è nuovamente in crescita. (Fonte ACI-Eurostat) Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
L’automobile c’è ancora L’automobile, non è una novità, tende a monopolizzare le scelte dei mezzi di trasporto degli italiani. Nel complesso, circa 2 spostamenti su 3 si effettuano in auto (in gran parte come driver), una incidenza che è cresciuta di quasi 8 punti negli ultimi 15 anni e che la crisi economica non sembra aver intaccato. I diversi mezzi del trasporto pubblico presentano quote modali frammentate, con una riduzione del peso dei vettori urbani in parte assorbiti dagli spostamenti intermodali. Quanto alla mobilità “attiva”, ovvero gli spostamenti a piedi o in bicicletta, lo share si attesta attorno al 20% in diminuzione nel lungo periodo anche per l’impatto dei processi di dispersione urbana e del conseguente allungamento dei viaggi dei pendolari. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Il TCO è ancora vivo q I fondamentali q Non c’è fretta q I principi restano validi Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
I fondamentali Ø È una metodologia e non uno strumento, che Gartner introdusse nel febbraio del 2004 nel campo dei computer desktop. A dire il vero la stessa Gartner ha poi introdotto il TVO (Total Value of Opportunity) che qualcuno (Gyga Group) ha poi chiamato TEI (Total Economic Impact). Ø Ma il caro vecchio TCO, nato da appena 32 anni, è ancora attivo: le sue basi sono la partenza per estendere i concetti a molteplici categorie e tra queste anche la mobilità. Ø Così come il canone del noleggio non equivale al TCO, il costo di hotel e mezzi non equivale al TCM: principi simili. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Non c’è fretta Ø “Un recente rapporto sul settore dei veicoli commerciali di una nota società di consulenza, rileva come l’interesse della clientela mondiale verso il Total Cost of Ownership stia rapidamente crescendo, tanto che entro il 2020 diventerà uno dei principali parametri nelle scelte di acquisto, eccezion fatta per alcune aree emergenti in cui si manterrà ancora una visione tradizionale del business focalizzata solo sul valore del mezzo”. Ø Questa previsione era di appena 18 mesi fa…. . elaborata da chi oggi decreta la fine del TCO a favore del TCM. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
I principi restano validi Ø l TCO resta un concetto vivo ed una metodologia valida non solo per le flotte, ma per innumerevoli applicazioni. Ø Probabilmente la sua evoluzione in ambito mobilità, sposterà l’interesse verso il TCM, esattamente come il focus si trasferirà da flotta a mobilità. Ø Chi ha sviluppato conoscenze sul TCO avrà sicuramente pochi problemi a comprendere il TCM. Ø Il TCO basicamente utilizza costi di acquisizione, costi operativi e costi del personale, ossia gli stessi principi cardine del TCM. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
La Mobilità “a la carte” q Mobilità sostenibile q Sistemi disgiunti e correlati q Mobilità dalla crisi ad oggi q Tasso di mobilità q Multimodalità q Integrazione Pubblico-Privato Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Mobilità sostenibile Ø Il termine mobilità sostenibile indica delle modalità di spostamento in grado di diminuire gli impatti ambientali sociali ed economici generati dai sistema di trasporti, con un particolare focus sui veicoli privati: mobilità sostenibile significa dare alle persone la possibilità di spostarsi in libertà, comunicare e stabilire relazioni senza mai perdere di vista l’aspetto umano e quello ambientale, oggi come in futuro. Ø Il settore dei trasporti consuma un quinto dell’energia primaria prodotta nel mondo. Il 40% di questa viene usata dal traffico urbano. Ø Le aree con media annua delle polveri sottili Pm 2, 5 con una media annua tra 26 e 35 microgrammi si concentrano nelle aree cittadine, in particolare in Pianura Padana. Tre le sostanze ‘killer’ sotto accusa: le polveri sottili (Pm 2. 5), il biossido di azoto (NO 2) e l’ozono, quello nei bassi strati dell’atmosfera (O 3), a cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) attribuisce rispettivamente 59. 500, 21. 600 e 3. 300 morti premature in Italia. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Sistemi disgiunti e correlati Ø Ancora oggi nelle aziende c’è una separazione tra fleet e travel, cosa che si nota spesso nelle piattaforme di prenotazione viaggi che non prevedono l’integrazione con le vetture della flotta: si tratta di un sistema di trasporto disgiunto, ossia con poca possibilità di sinergia. Ø Al contrario il car sharing, per sua natura è un sistema correlato che sta evolvendo stimolando gli utenti verso la scelta di nuove forme di mobilità. Ø Il mobility sharing ha grandi potenzialità, ma ancora si tratta di un mercato di nicchia. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Mobilità dalla crisi ad oggi • Dal 2008 al 2016, c’è stata una contrazione della domanda di mobilità, sia per spostamenti, sia per numero di utenti: non è quindi affatto crescita la domanda, ma probabilmente sono cambiate le necessità, con volume più bassi. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Tasso di mobilità Il tasso di mobilità misura la quota di popolazione in “movimento”, ovvero che ha effettuato almeno uno spostamento nel giorno medio feriale. Questo indicatore mostra una tendenza alla crescita dal 2012, dopo una lunga fase di irregolare e graduale regresso; nel nuovo modello di mobilità degli italiani che va configurandosi si effettuano quindi meno spostamenti e si riducono le distanze percorse, ma allo stesso tempo la domanda si “distribuisce” maggiormente tra la popolazione, con un tasso di mobilità in progressiva crescita. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Multimodalità Come era logico attendersi, le tendenze già osservate nella lettura delle quote modali degli spostamenti. La percentuale di chi prende soprattutto l’auto (o la moto) nel giorno medio feriale, pari al 54, 5% nel 2016, è nettamente la più ampia e mostra una dinamica di crescita negli ultimi 15 anni. Chi si muove soprattutto a piedi o in bicicletta costituisce il 19, 3% della popolazione (in calo dal 2001). Decisamente meno rappresentate le tipologie di chi si muove in prevalenza con i mezzi pubblici, attorno al 10% nel totale della popolazione, con un segmento più ampio (ma in riduzione) per il trasporto pubblico urbano rispetto al trasporto pubblico extraurbano (in crescita). Infine, è attorno al 15% la quota media dei cittadini che non effettuano spostamenti nel corso della giornata. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Integrazione Pubblico-Privato La tipologia prevalente della mobilità di scambio combina mezzi pubblici con mezzi privati: 3 spostamenti intermodali su 4 hanno questa caratteristica, quota in crescita costante. Uno spostamento su 5 invece combina tra loro solo mezzi pubblici e il restante marginale 5% solo mezzi privati. Da sottolineare che nello scambio pubblico-privato è soprattutto il “passeggero” dell’auto (non il “driver”) a salire sul mezzo pubblico; ben il 50% di tutti i viaggi multimodali rientra in questa tipologia. Le opportunità offerte dalla mobilità di scambio sono quindi ancora poco colte dal “popolo degli automobilisti” e dovrebbero essere maggiormente promosse, anche attraverso il potenziamento delle infrastrutture fisiche (nodi, parcheggi), tecnologiche (infomobilità) ed organizzative ad essa dedicate. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
TCM come evoluzione q Cosa sta accadendo q Un passaggio non immediato q TCM: c’è dentro tutto? Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Cosa sta accadendo Con l'aumento dei servizi di ridesharing, come il car sharing e il ride, molte persone in particolare nei centri urbani, si prevede che scelgano sempre più di utilizzare questi servizi piuttosto che possedere un'auto. I costruttori prevedendo il futuro nel mondo dei servizi di mobilità, stanno esaminando un nuovo modello di mobilità per i nativi digitali che sia profittevole come e più della proprietà. Ecco che il TCM (Total Cost of Mobility) prende vigore. Passare dal TCO al TCM sarà un vantaggio competitivo per i costruttori e per quelle società che aspirano a diventare provider di mobilità. I costruttori aspirano a vendere auto e mezzi ai provider di mobilità, riuscendo anche ad ottimizzare la produzione: l’auto come una componente di un servizio più ampio. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Un passaggio non immediato Siamo tutti d’accordo che qualcosa sta cambiando e che la mobilità viene vissuta con sempre maggiore attenzione da parte delle aziende: non perché siano particolarmente virtuose, ma perché una mobilità fatta bene costa meno. Non è l’anima green che ci muove, ma il denaro. Non è una cattiva notizia, anche se eticamente ci fa un po’ riflettere……la mobilità ha un futuro, perché costa meno e diventa un business per molti provider di mobilità. Ci vorrà del tempo, non tantissimo, ma arriverà anche a noi. Certo che il piacere di guida ed altre antiche visioni saranno piano il passato. Oggi esistiamo solo se abbiamo lo smartphone e quindi questo strumento prenderà il sopravvento anche sull’auto…. . continuiamo pure a fare selfie ed a fotografare i piatti che mangiamo per pubblicarli (dobbiamo dire postarli, altrimenti non siamo cool)…. . siamo diventati solo una noiosa periferica da spostare attraverso un’app su mobile. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
TCM: c’è dentro tutto? Sulla flotta siamo abbastanza preparati, avendo vissuto di pane e TCO negli ultimi anni. Sul TCM ci stiamo lavorando e iniziamo a comprenderne le potenzialità. Essendo molto più articolato del TCO, la domanda che ci si fa è se abbiamo considerato tutti gli aspetti di spesa nel TCM. La quantità di dati da analizzare non è banale, non solo per quantità, ma anche perché provengono da mondi che per anni hanno viaggiato su binari paralleli: fleet e travel. E’ palese la necessità di una piattaforma IT…. . ma qui la parola IT fa sorgere un dubbio: i costi IT di mobilità li abbiamo mai considerati? La vidoeconferenza non è affatto gratuita ed i costi per la mobilità virtuale e lo smart working chi li sostiene? Fanno parte del TCM o li teniamo separati come costi IT? Anche in questo caso IT è sempre rimasto separato dal discorso mobilità, ma se guadassimo senza pensare, il TCO nasce in ambito IT e la mobilità è un altro argomento cardine gestito dai dispositivi IT. Il TCM va diviso in mobilità reale e mobilità virtuale? A Voi l’interpretazione. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Maa. S q Cosa è Maa. S? q Funziona se si lavora insieme q Beneficio per tutti q Un modello già “familiare” q Tre ragioni per il successo q La struttura q Un esempio: Whim in Finlandia Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Cosa è Maa. S? Maa. S, acronimo di Mobility as a Service è una soluzione tecnologica online che consente alle aziende di trovare, gestire ed analizzare il viaggio dei propri dipendenti. Maa. S unifica tutti i modi di trasporto per un'azienda in una piattaforma semplice e facile da usare con l'obiettivo di migliorare costi ed efficienza attraverso una pianificazione dei viaggi più breve ed un confronto dei costi. Essenzialmente, Maa. S fa affidamento su una piattaforma digitale che integra la pianificazione del viaggio end-to-end, la prenotazione, la biglietteria elettronica ed i servizi di pagamento attraverso tutti i modi di trasporto, pubblico o privato. Come tutti gli “as a service”, prevede un abbonamento mensile a forfait che garantisce l’utilizzo personalizzato di un bundle di trasporti pubblici e privati: treni, bus, taxi, car e bike sharing utilizzabili illimitatamente con un solo abbonamento (all in one). Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Funziona se si lavora insieme L’Unione Europea ha creato la Maa. S Alliance, una partnership che facilita lo scambio di informazioni tra i players della mobilità. Sono stati creati 4 gruppi di lavoro che si occupano di problemi legali, questioni tecniche, impatto sociale e sviluppo del mercato. Il Maa. S senza collaborazione tra i players non può funzionare. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Beneficio per tutti Qualunque soluzione multimodale di Maa. S per avere successo, richiede accesso ai dati del sistema di trasporto pubblico ed ai dati di localizzazione in tempo reale. Gli operatori del trasporto pubblico dovrebbero quindi fornire almeno le API (Application Programming Interface) agli sviluppatori. A Londra il programma di noleggio biciclette è stato sponsorizzato da grandi banche, che contribuiscono a circa il 10% dei costi più un importo aggiuntivo per l’espansione della copertura. Le banche, in cambio, beneficiano della pubblicità ed ottengono l'accesso ai dati di tutti quelli che si iscrivono al servizio. In definitiva, probabilmente se pubblico e privato collaborano, il buon funzionamento dell’ecosistema Maa. S può potenziare l'economia e la competitività di una città, con beneficio per tutti. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Un modello già “familiare” Maa. S è una soluzione nascente, ma è un modello che la maggior parte delle persone ha già vissuto. Un aggregatore di viaggi basato sul web, ad esempio offre una gamma di opzioni di volo basate sulle preferenze dell’utente che viaggia, in funzione della disponibilità e del prezzo di mercato. Gli utenti possono quindi aggiungere una serie di altri servizi: hotel, noleggio auto, e così via. Invece di utilizzare questo modello due volte l'anno per un grande viaggio, immaginiamo di farlo più volte al giorno. L'ascesa della mobilità come servizio per semplici spostamenti. Ma invece di pagare “à la carte” per ogni componente aggiuntivo, tutti i servizi sono raggruppati in un unico prezzo e pagato in un solo click. Non siamo ancora arrivati a questo, ma ce ne sono tre ragioni per credere che Maa. S potrebbe rapidamente evolvere oltre la fase pilota già attiva in alcuni paesi (p. e. Finlandia e Svizzera). Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Tre ragioni per il successo Primo: i vantaggi per le città sono convincenti. È probabile che l'aggiunta di più strade, più treni e più parcheggi risolva i problemi delle nostre aree urbane sovra-sfruttate. I grandi investimenti di capitale non sono fattibili per le città. Con sempre più persone che si spostano nelle città, questi problemi quasi certamente peggioreranno senza una soluzione di trasporto unificata. Si fa con quel che c’è. Secondo: i vantaggi per le persone sono convincenti. Le forme di trasporto non collegate alla rete non soddisfano le esigenze dell'urbanità moderna. In molte città, spostarsi dal punto A al punto B è difficile in qualsiasi momento della giornata, e talvolta addirittura deprimente. Gli abitanti delle città hanno mostrato una propensione a provare nuove opzioni di viaggio che rendono più sopportabile attraversare l'ambiente urbano. Terzo: la tecnologia che rende Maa. S funzionante è già qui. Con smartphone e reti 4 G/5 G, deep learning ed intelligenza artificiale, unità autonome e routing dinamico, il mondo è pronto a costruire e gestire i nuovi servizi più richiesti. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
La struttura Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Un esempio: Whim in Finlandia Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Conclusioni q Verso il futuro q Perversioni tecnologiche q C 2 L Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Verso il futuro Abbiamo nuove tecnologie abilitanti, ma dobbiamo essere più decisi nell’affrontare la quotidianità e non accettare che possano esistere voragini nelle strade mentre parliamo di guida autonoma. Lo scandalo del diesel rischia di diventare strumentale: come tutte le tecnologie mature il motore termico ha un suo ciclo di vita. Il motore a scoppio nasce nel 1854 ed ancora è attivo nelle auto, ibride comprese. Il motore elettrico nasce nel 1885, e le batteria di Volta nacque nel 1799. Sicuramente le velocità delle tecnologie sono aumentate tantissimo, ma non aspettiamoci domani mattina di trovare auto elettriche ovunque. Pensate che il tutto funziona ancora su ruota, invenzione che ha qualche annetto, mentre negli anni 60 si immaginavano le auto del futuro sospese nel vuoto. Piccoli passi possono dare grandi risultati, purché siamo percorsi su basi solide. La mobilità non è il vero problema: il sovraffollamento lo è. Cosa affrontiamo per primo? La mobilità ovviamente. Non possiamo risolvere i problemi del mondo in un convegno, ma soffermarci a tentare di capire cosa realmente accade possiamo farlo. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Verso il futuro Le nostre infrastrutture sono ancora molto carenti e ricordiamo negli ultimi 50 anni che si doveva rendere il paese omogeneo. Se 5 cm di neve bloccano una nazione, siamo sicuri di avere basi solide sulle quali sviluppare un sistema di mobilità? Se riuscissimo ad avere strade che non si sbriciolano come un cracker, potremmo pensare di avere una segnaletica orizzontale decente per poter iniziare a sostenere la mobilità semi autonoma? Se invece di scandalizzarci per il sacchetto ortofrutta, pensassimo che i costi delle autostrade siano fuori mercato in Europa, e parliamo di un asset più strategico del sacchetto, non potremmo magari riflettere su privatizzazioni forse un po’ troppo allegre? Il futuro è nostro e quindi dobbiamo lavorare per costruircelo, altrimenti vivremo una vita disegnata da altri sperando nella fortuna che qualche altrui interesse sia in comune con i nostri: esattamente come accade oggi……ci lasciamo vivere. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Perversioni tecnologiche • Il futuro con un click. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
C 2 L Diceva Darwin “Non è il più forte che sopravvive, né il più intelligente, ma il più aperto al cambiamento”. Ecco cosa si intende con C 2 L, ossia “Change to Last”…. cambiare per esserci. Pensare alla nuova mobilità ci permetterà di esserci ancora e soprattutto in un modo probabilmente meno invasivo, cosa necessaria in funzione del continuo aumento della popolazione mondiale. Il pianeta non ha risorse infinite: pensiamoci insieme, pensiamoci in tempo. Dalla Car Policy alla Mobility Policy aziendale
Dalla Car Grazie per l’attenzione Policy alla Mobility Policy 38 aziendale
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