DAL NATURALISMO AL VERISMO IL NOME NATURALISMO Il

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DAL NATURALISMO AL VERISMO

DAL NATURALISMO AL VERISMO

IL NOME «NATURALISMO» • Il termine «naturalismo» compare per la prima volta in un

IL NOME «NATURALISMO» • Il termine «naturalismo» compare per la prima volta in un saggio di Hyppolite Taine, critico letterario e storico francese, che sul «Journal de Débats» si stava riferendo a Honoré de Balzac. • Per Taine lo scrittore «naturalista» studia il reale come uno scienziato e descrive «le cose come sono» , «per lui non ci sono sozzure […]. Se siete delicati, non aprite il suo libro: vi descriverà le cose come sono, cioè molto brutte, crudamente, senza fare cerimonie né abbellire» .

IL PRIMO MANIFESTO NATURALISTA • La prefazione a Germinie Lacerteux (1865) dei fratelli Edmond

IL PRIMO MANIFESTO NATURALISTA • La prefazione a Germinie Lacerteux (1865) dei fratelli Edmond e Jules Goncourt. • «Dobbiamo chiedere scusa al pubblico per questo libro che gli offriamo e avvertirlo di quanto vi troverà. Il pubblico ama i romanzi falsi: questo è un romanzo vero. Ama i romanzi che danno un’illusione di esser introdotti nel gran mondo: questo libro viene dalla strada […]. »

IL SECONDO MANIFESTO NATURALISTA • I temi sviluppati nell’opera di Zola Il romanzo sperimentale

IL SECONDO MANIFESTO NATURALISTA • I temi sviluppati nell’opera di Zola Il romanzo sperimentale (1880). 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Il rifiuto della letteratura romantica in nome di una riproduzione fedele della realtà Adozione del metodo di narrazione impersonale Al concetto di bello si sostituisce il concetto di vero: canoni estetici ribaltati Tutto ciò che è vero è moralmente accettato. Il vero è morale anche quando è crudo, crudele, patologico o pornografico. Impostazione scientifica della narrazione Primato del romanzo Il romanziere naturalista ha un ruolo morale, quello di individuare i meccanismi che regolano i fenomeni sociali, affinché le autorità competenti si adoperino ad eliminare quelli dannosi, per una maggior giustizia sociale.

A CONFRONTO NATURALISMO VERISMO • Imparzialità della narrazione • Ritrarre oggettivamente la realtà •

A CONFRONTO NATURALISMO VERISMO • Imparzialità della narrazione • Ritrarre oggettivamente la realtà • Rigorosa impostazione scientifica • Rifiuto della rigorosa impostazione • Denuncia sociale ed impegno politico • Fiducia nel progresso • Rivendicazione del ruolo civile e politico dello scrittore scientifica naturalista • Nessuna denuncia sociale né impegno politico • Nessuna fiducia nel progresso • Nessuna rivendicazione del ruolo civile e politico dello scrittore

GIOVANNI VERGA L’invenzione della realtà

GIOVANNI VERGA L’invenzione della realtà

LA VITA DI GIOVANNI VERGA

LA VITA DI GIOVANNI VERGA

LA VITA • Nasce a Catania nel 1840. • Compone romanzi fin dalla prima

LA VITA • Nasce a Catania nel 1840. • Compone romanzi fin dalla prima giovinezza. • Si trasferisce a Firenze nel 1869, dove scrive un romanzo di immediato successo Storia di una capinera, che sarà poi pubblicato nel 1871.

LA VITA • Vive a Milano dal 1872 al 1893, anche se in quegli

LA VITA • Vive a Milano dal 1872 al 1893, anche se in quegli anni torna in Sicilia per brevi periodi. • A Milano entra in contatto con gli esponenti della Scapigliatura, ma anche con drammaturghi ed editori. • Nel 1877 incontra Luigi Capuana, con il quale instaura un rapporto di amicizia piuttosto stretto. • Sono questi gli anni delle sperimentazioni letterarie. Scrive e pubblica infatti altri romanzi e la raccolta di novelle Primavera (1876), che comprende anche Nedda, edita qualche anno prima con grande successo di pubblico.

LA VITA L’INIZIO DELLA STAGIONE VERISTA • La stagione verista di Giovanni Verga inizia

LA VITA L’INIZIO DELLA STAGIONE VERISTA • La stagione verista di Giovanni Verga inizia nel 1880 con la raccolta di novelle Vita dei campi. • Al 1881 risale il romanzo I Malavoglia, seguito da altre raccolte di novelle: le Novelle rusticane (1883), Per le vie (1883), Vagabondaggio (1887). • Nel 1889 viene pubblicato Mastro-don Gesualdo. • Verga ritorna definitivamente nella sua Catania del 1893. nel periodo catanese si dedica soprattutto al teatro componendo alcuni drammi. Si interessa anche di fotografia e cinema. • Muore a Catania nel 1922.

LE IDEE E LA POETICA L’esordio letterario, le sperimentazioni e l’approdo al Verismo.

LE IDEE E LA POETICA L’esordio letterario, le sperimentazioni e l’approdo al Verismo.

L’ESORDIO E IL TIROCINIO LETTERARIO IN PROVINCIA • La formazione di Verga non è

L’ESORDIO E IL TIROCINIO LETTERARIO IN PROVINCIA • La formazione di Verga non è basata sui classici latini o sulla grande tradizione letteraria italiana, ma sugli autori più in voga in quel tempo: • I Tre moschettieri, Alexandre Dumas padre • La signora delle camelie, Alexandre Dumas figlio • Manzoni • Narratori e poeti siciliani di fama locale • Verga non scrisse mai versi: il suo interesse è da subito rivolto al romanzo e al teatro di prosa. Si tratta delle espressioni letterarie più gradite ad un vasto pubblico borghese.

L’ESORDIO E IL TIROCINIO LETTERARIO IN PROVINCIA • Primi successi letterari con romanzi incentrati

L’ESORDIO E IL TIROCINIO LETTERARIO IN PROVINCIA • Primi successi letterari con romanzi incentrati su grandi passioni amorose di stampo romantico. • Stile enfatico, toni iperbolici. • Il suo modello è il melodramma, il genere di spettacolo allora più in voga. • Questi temi sono sviluppati nel romanzo Storia di una capinera (1871). • Anche nei primi anni milanesi continua l’analisi delle passioni costrette a scontrarsi con la realtà.

DUE MODELLI: LA SCAPIGLIATURA E LA NARRATIVA RISORGIMENTALE SCAPIGLIATURA NARRATIVA CAMPAGNOLA RISORGIMENTALE • Atteggiamento

DUE MODELLI: LA SCAPIGLIATURA E LA NARRATIVA RISORGIMENTALE SCAPIGLIATURA NARRATIVA CAMPAGNOLA RISORGIMENTALE • Atteggiamento polemico verso i • Esaltazione dei valori della disvalori della società del suo tempo • Contrarietà per la caduta degli ideali nella moderna società borghese, perbenista e ipocrita. • L’arte e i sentimenti e i valori disinteressati sono ormai avvertiti come inutili, «un lusso da scioperati» . campagna contro i disvalori cittadini. • Episodi di vita rurale dove i protagonisti, pur privi di beni materiali, risultano ricchi di valori morali

DALL’ESPERIENZA… DELLA SCAPIGLIATURA • All’arte non resta che essere vera, dar voce alle miserie

DALL’ESPERIENZA… DELLA SCAPIGLIATURA • All’arte non resta che essere vera, dar voce alle miserie e ai dolori creati da una civiltà che si identifica solo con il benessere. DELLA NARRATIVA CAMPAGNOLA RISORGIMENTALE • Composizione del «bozzetto siciliano» Nedda (1874) • Verga volge lo sguardo agli umili contadini della sua terra. • Non è una svolta verista, perché il narratore colto guida ancora il lettore attraverso il dipanarsi della vicenda.

IL CICLO DEI VINTI • Nel 1875 Verga inizia a lavorare ad un «bozzetto

IL CICLO DEI VINTI • Nel 1875 Verga inizia a lavorare ad un «bozzetto marinaresco» , Padron ‘Ntoni, che però non vedrà mai la luce e diventerà il primo nucleo del romanzo I Malavoglia. • Verga condivide i fondamenti della cultura positivista, basata sull’analisi del reale condotta con rigore scientifico. La letteratura sarebbe quindi un strumento di conoscenza critica della realtà.

IL CICLO DEI VINTI • Verga si propone un’indagine completa della società italiana a

IL CICLO DEI VINTI • Verga si propone un’indagine completa della società italiana a lui contemporanea, in un ciclo di cinque romanzi. 1. 2. 3. 4. 5. L’umile condizione del pescatore siciliano: I Malavoglia L’arrampicatore sociale di provincia: Mastro-don Gesualdo Le classi aristocratiche: Duchessa di Leyra, opera incompiuta I rappresentanti politici: L’onorevole Scipioni, solo progettato L’intellettuale: L’Uomo di lusso. Solo i primi due volumi furono ultimati, del terzo abbiamo solo poco più del primo capitolo.

IL CICLO DEI VINTI • Le numerose raccolte di novelle, palestra in vista delle

IL CICLO DEI VINTI • Le numerose raccolte di novelle, palestra in vista delle prove impegnative dei romanzi, si incontrano innumerevoli ambienti sociali. • • Il Verismo, secondo Verga, non comporta una scelta preventiva di temi. • È piuttosto uno strumento, un metodo con cui indagare e rappresentare ogni aspetto del reale.

LA «FIUMANA DEL PROGRESSO» • Personaggi della sua prosa sono «vinti» , abbattuti e

LA «FIUMANA DEL PROGRESSO» • Personaggi della sua prosa sono «vinti» , abbattuti e trascinati via dalla «fiumana del progresso» . • Inevitabile destino di sconfitta e dolore accomuna ogni classe sociale, spinta dalla febbre del denaro, dalla «brama di meglio» . • Verga non critica il progresso, ma vuole sfatare il mito ingenuamente ottimistico che gli si è costruito intorno. • Sceglie di mostrare il lato oscuro del progresso, le sue vittime.

GLI ULTIMI «EROI» • Narra vicende in cui l’antico mondo delle tradizioni si scontra

GLI ULTIMI «EROI» • Narra vicende in cui l’antico mondo delle tradizioni si scontra con le nuove logiche aggressive dell’interesse e del possesso. • In Vita dei campi e nei Malavoglia si assiste allo scontro tra un antico mondo di tradizioni e affetti e le nuove logiche aggressive dell’interesse e del possesso. • I protagonisti sono ultimi «eroi» rimasti ancorati agli antichi valori, ma isolati nel contesto sociale e destinati alla sconfitta. • I toni della prosa di Verga non sono mai populistici, né mirano ad alcuna rivendicazione sociale.

PRIMA DI PROCEDERE CON L’ANALISI DELLA POETICA DI VERGA, ECCO UN RIPASSO DI ALCUNI

PRIMA DI PROCEDERE CON L’ANALISI DELLA POETICA DI VERGA, ECCO UN RIPASSO DI ALCUNI ELEMENTI DI TECNICA NARRATIVA IL NARRATORE E IL DISCORSO INDIRETTO LIBERO

CHI RACCONTA LA STORIA IN UN TESTO NARRATIVO? L’AUTORE? IL NARRATORE? • No! •

CHI RACCONTA LA STORIA IN UN TESTO NARRATIVO? L’AUTORE? IL NARRATORE? • No! • Sì! • L’autore è la persona • Il narratore è una persona reale, lo scrittore che elabora il testo narrativo. fittizia, la voce narrante a cui l’autore affida il compito di riferire le vicende raccontate nell’opera.

I TIPI DI NARRATORE IL NARRATORE INTERNO v Il narratore può essere interno (detto

I TIPI DI NARRATORE IL NARRATORE INTERNO v Il narratore può essere interno (detto anche omodiegetico oppure autodiegetico) quando colui che racconta è uno dei personaggi della vicenda e riferisce fatti ai quali ha partecipato, parlando in prima persona § Omodiegetico: il narratore è interno ed è testimone o partecipe delle vicende. § Il narratore omodiegetico a sua volta può essere autodiegetico quando narra una vicenda che è inerente a lui stesso e lo vede protagonista. § Dante Alighieri (Dante auctor) è un narratore autodiegetico, perché narra le sue vicende (quelle di Dante agens) attraverso i regni dell’aldilà.

I TIPI DI NARRATORE IL NARRATORE ESTERNO v. Il narratore può essere anche esterno

I TIPI DI NARRATORE IL NARRATORE ESTERNO v. Il narratore può essere anche esterno (detto anche eterodiegetico): quando colui che racconta non partecipa alla vicenda narrata nell’opera ma riferisce dall’esterno i fatti, parlando in terza persona.

I TIPI DI NARRATORE • Il narratore è definito palese quando manifesta apertamente il

I TIPI DI NARRATORE • Il narratore è definito palese quando manifesta apertamente il proprio ruolo, intervenendo per dare spiegazioni al lettore, commentare il significato di un episodio, esprimere giudizi e riflessioni. • Il narratore è onnisciente quando conosce ogni particolare della vicenda e dei suoi protagonisti. È la soluzione narrativa per eccellenza dei grandi romanzi ottocenteschi, dai Promessi sposi di Manzoni a Dickens, Stendhal e Balzac. • Nei Promessi sposi il narratore è eterodiegetico (esterno), palese (interviene nella narrazione) e onnisciente (sa tutto, compresi sentimenti o motivazioni segrete che animano i personaggi).

I TIPI DI NARRATORE • Il narratore esterno è definito occulto/nascosto, quando è esterno

I TIPI DI NARRATORE • Il narratore esterno è definito occulto/nascosto, quando è esterno ed estraneo alla vicenda, informato solo di ciò che vede e ascolta. • Registra ciò che si verifica attorno a lui ma non conosce i pensieri e i sentimenti non espressi apertamente. • Ha una conoscenza più ridotta rispetto ai personaggi che descrive. • È una tecnica adoperata per dare rappresentazione oggettiva e imparziale della realtà. • La adoperano ad esempio i romanzieri naturalisti francesi come Zola e Maupassant, ma anche Verga in alcuni passaggi di Mastro Don Gesualdo.

I TIPI DI NARRATORE • Il narratore interno è detto soggettivo quando il suo

I TIPI DI NARRATORE • Il narratore interno è detto soggettivo quando il suo punto di vista coincide con quello di uno dei personaggi della vicenda v. Il narratore sa solo ciò che sa il personaggio e vede le cose dalla sua prospettiva limitata e soggettiva. • Può trattarsi di un personaggio-narratore che racconta in prima persona la storia di cui è stato protagonista o testimone. • Il narratore può anche assumere la prospettiva di un determinato personaggio parlando in terza persona. Espone quindi la vicenda dal punto di vista di quel personaggio, con le sue parole e le sue opinioni, come egli stesso le racconterebbe. • Verga ne fa il caposaldo della propria poetica dell’impersonalità, ricorrendo alla voce di un anonimo narratore popolare.

I TIPI DI NARRATORE I GRADI DELLA NARRAZIONE • Può anche essere inserito un

I TIPI DI NARRATORE I GRADI DELLA NARRAZIONE • Può anche essere inserito un narratore che racconti una storia compresa in quella riferita dal narratore primario: una sorta di «racconto nel racconto» . In questo caso si parla di narratore di secondo grado. • Ci possono essere anche narratori di terzo, quarto grado e così via. • In Inferno, canto II • Dante auctor narra la vicenda di Dante agens: narratore di I grado • Virgilio narra le sue vicende a Dante agens: narratore di II grado • Beatrice narra le sue vicende a Virgilio: narratore di III grado

IL DISCORSO INDIRETTO LIBERO • Si tratta di un mezzo stilistico non nuovo per

IL DISCORSO INDIRETTO LIBERO • Si tratta di un mezzo stilistico non nuovo per la narrativa ottocentesca. Manzoni, ad esempio, lo utilizza nel suo romanzo. • Verga ne farà uno dei punti di forza del proprio stile a partire dalle novelle di Vita dei campi e poi soprattutto nei Malavoglia.

IL DISCORSO INDIRETTO LIBERO IL DISCORSO DIRETTO • Riproduce, tra virgolette o lineette, le

IL DISCORSO INDIRETTO LIBERO IL DISCORSO DIRETTO • Riproduce, tra virgolette o lineette, le parole pronunciate da un personaggio. IL DISCORSO INDIRETTO • È la parafrasi in terza persona del contenuto di un discorso attribuito ad un personaggio, introdotta da un verbo di dire o di sentire.

IL DISCORSO INDIRETTO LIBERO • Il discorso indiretto libero consiste nella parafrasi di un

IL DISCORSO INDIRETTO LIBERO • Il discorso indiretto libero consiste nella parafrasi di un discorso altrui, in terza persona, ma priva di verbi reggenti, e fedele alle parole e alle espressioni impiegate dal personaggio. • Le parole e i pensieri dei personaggi sono quindi inseriti direttamente all’interno della narrazione, senza distinguerli con le virgolette o il trattino del discorso diretto. Permette di mantenere nel testo la stessa immediatezza espressiva e affettiva delle parole del personaggio. Si possono così conservare frasi esclamative e interrogative, espressioni ellittiche, interiezioni, modi di dire, termini gergali o dialettali. • In questo modo si possono esprimere i pensieri e le sensazioni dei personaggi senza la mediazione dell’autore.

LO STILE Le invenzioni narrative nelle opere di Verga

LO STILE Le invenzioni narrative nelle opere di Verga

LA TECNICA DELL’IMPERSONALITÀ • Lo scrittore non è più una guida • Anche lo

LA TECNICA DELL’IMPERSONALITÀ • Lo scrittore non è più una guida • Anche lo scrittore è travolto dalla «fiumana» . • Non gli resta che osservare, con occhio critico ma disincantato, le cose come sono, ritraendole in modo assolutamente oggettivo.

LA TECNICA DELL’IMPERSONALITÀ • È ormai soppressa la voce del narratore onnisciente, che accompagna

LA TECNICA DELL’IMPERSONALITÀ • È ormai soppressa la voce del narratore onnisciente, che accompagna il lettore attraverso le vicende. • L’autore ora deve nascondersi dietro le quinte e le sue emozioni non devono comparire sulla pagina. • La pagina diventa impersonale. • Il modello è il metodo narrativo di Gustave Flaubert, che il 9 dicembre 1852 scriveva: «L’autore, nella sua opera, deve essere come Dio nell’universo, presente ovunque, ma visibile in nessun luogo» .

IL NARRATORE POPOLARE • Per mettere il lettore «faccia a faccia col fatto nudo

IL NARRATORE POPOLARE • Per mettere il lettore «faccia a faccia col fatto nudo e schietto» , come scrive nella prefazione alla novella l’Amante di Gramigna, occorre ripetere il racconto come l’avrebbe raccolto «pei viottoli dei campi, press’a poco colle medesime parole semplici e pittoresche della narrazione popolare» . • L’impersonalità richiede che il racconto non segua il punto di vista dell’autore, ma quello di un narratore popolare anonimo che appartiene allo stesso piano sociale dell’ambiente e dei personaggi rappresentati, condividendone gli usi, le abitudini e le credenze. • Si tratta di una voce anonima, espressione corale dell’ambiente rappresentato. • Questa voce e il racconto imitano l’andamento della narrazione popolare. • È come quindi se ambiente e personaggi si raccontassero da soli

NOVITÀ STRUTTURALI E STILISTICHE • Pensieri e parole dei personaggi sono spesso inseriti all’interno

NOVITÀ STRUTTURALI E STILISTICHE • Pensieri e parole dei personaggi sono spesso inseriti all’interno della narrazione tramite l’uso del discorso indiretto libero. • Verga scarta la lingua letteraria convenzionale e il dialetto. Modula quindi la lingua italiana su strutture sintattiche e cadenze locali. Ne imita i costrutti, i toni realistici, le espressioni e le sgrammaticature del parlato.