DAL MEDIOEVO ALLA RIVOLUZIONE AGRICOLA DEL 1700 AVVENIMENTI

























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DAL MEDIOEVO ALLA RIVOLUZIONE AGRICOLA DEL 1700 AVVENIMENTI STORICI E CAMBIAMENTI NELLA SOCIETA’ AGRICOLA Prof. Manlio Baccichetto

TIMELINE DEI PIU’ IMPORTANTI AVVENIMENTI DAL MEDIOEVO ALLA RIVOLUZIONE AGRICOLA DEL 1700 Nascita dell'istituzione comunale 1/1/1100 - 1/1/1130 1/1/1100 - 2/14/1390 Età dei Comuni La peste nera 10/1/1337 - 12/31/1353 Le conseguenze della peste nera 1/1/1350 - 1/1/1390 Cambiamenti sociali e in agricoltura dal 1100 al 1400 1/1/1100 - 1/1/1400 Rinascimento e scoperta dell'America 1/1/1400 - 10/12/1492 Cambiamenti nella società agricola con la scoperta dell'America 1100 1179 1258 10/12/1492 - 1/1/1730 1337 1416 1495 1574 1653 1731 1/1/1100 10/12/1492 1/1/1730 Iniziano ad affermarsi i Comuni Scoperta dell'America Rivoluzio ne agricola 1/1/1347 Prima epidemia di peste e crisi del 1300

LA NASCITA DEI COMUNI

POTERI E FORMA DI GOVERNO DEI COMUNI

L’AGRICOLTURA IN EPOCA COMUNALE ASSIEME ALLA NASCITA DEI COMUNI ACCADONO UNA SERIE DI AVVENIMENTI CHE INFLUENZANO FORTEMENTE ANCHE IL MONDO AGRICOLO: 1. LE CITTA’ SI RIPOPOLANO PERCHE’ SONO SICURE E OFFRONO NUOVE OPPORTUNITA’ DI LAVORO, COME IL COMMERCIO E L’ARTIGIANATO 2. SPARISCE L’ECONOMIA CURTENSE, LA PRODUZIONE AGRICOLA NON RESTA PIU’ CONFINATA NELLA ZONE DI PRODUZIONE 3. IL COMMERCIO PORTA NUOVI PRODOTTI MA ANCHE AUMENTA LA POSSIBILITA’ DI VENDITA DEI PRODOTTI, INOLTRE PORTA NUOVE IDEE 4. AUMENTA LA POPOLAZIONE E DI CONSEGUENZA ANCHE LA DOMANDA DI PRODOTTI AGRICOLI 5. MIGLIORANO LE TECNICHE PRODUTTIVE E AUMENTA LA PRODUZIONE AGRICOLA

LE AZIENDE E LE PRODUZIONI AGRICOLE 1 IN EPOCA COMUNALE SI RITORNA ALLE PICCOLE IMPRESE CONDOTTE DA AFFITTUARI; I PROPRIETARI POSSONO CONDIZIONARE ANCORA LA GESTIONE DELLA TERRA, ATTRAVERSO CONTRATTI CHE PREVEDONO OBBLIGHI RIGUARDO ALLE COLTURE E AI MIGLIORAMENTI, MA IN SOSTANZA L’AFFITTUARIO E’ ABBASTANZA LIBERO. LE COLTURE ERBACEE VEDONO IL RITORNO AL FRUMENTO (I RICCHI MERCANTI VOGLIONO IL PANE DI FRUMENTO) DIMINUISCE LA COLTIVAZIONE DELL’AVENA RIMANE QUELLA DELLA SEGALE, NEL CENTRO-NORD EUROPA, LA COLTIVAZIONE DELL’ORZO SI TROVA SOPRATTUTTO NELLE ZONE DI PRODUZIONE DELLA BIRRA. TRA LE COLTURE ARBOREE PRIMEGGIA LA VITE, E’ COSI’ IMPORTANTE CHE ALCUNI PROPRITARI CONCEDONO AGEVOLAZIONI AGLI AFFITTUARI CHE LA COLTIVANO

LE AZIENDE E LE PRODUZIONI AGRICOLE 2 PER QUANTO RIGUARDA GLI ALLEVAMENTI I SUINI VENGONO ALLEVATI SOPRATTUTTO IN STALLE, DATA LA RIDUZIONE DEI BOSCHI DI QUERCIE; I CAVALLI SI ALLEVANO PER IL LAVORO, IL TRASPORTO E GLI ESERCITI; I BOVINI VENGONO ALLEVATI IN PARTICOLARE PER IL LAVORO; INFINE, CRESCE FORTEMENTE L’ALLEVAMENTO DEGLI OVINI, DOVUTO ALL’AUMENTO DELLA RICHIESTA DI LANA DA PARTE DI UN ARTIGIANATO DEI TESSUTI CHE SI SVILUPPA PARTICOLARMENTE NEL NORD EUROPA (FIANDRE) E IN INGHILTERRA, CIO’ FINISCE PER CAUSARE ALCUNI PROBLEMI ALL’AGRICOLTURA PER LA SOTTRAZIONE DI TERRENI COLTIVABILI. LE TECNICHE AGRONOMICHE CONSISTONO PREVALENTEMENTE NELLA ROTAZIONE TRIENNALE: CEREALI-FORAGGI-LEGUMI

LE AZIENDE E LE PRODUZIONI AGRICOLE 3

LE AZIENDE E LE PRODUZIONI AGRICOLE 3

LE CONDIZIONI SOCIALI ED ECONOMICHE NELLE CAMPAGNE NEL BASSO MEDIOEVO

XII SECOLO Nelle campagne italiane vediamo una maggiore libertà giuridica dei contadini, abbiamo così una più forte differenziazione sociale e proletarizzazione contadina. Nel mondo rurale cominciano ad agire sempre più gli usurai e i mercanti, perché per i contadini cresce il bisogno di denaro, necessario per acquistare bestiame, terre e attrezzi, e così via. Molti contadini contraggono prestiti, rimborsandoli spesso in grano (al prezzo del mese di maggio), per l’acquisto di un bue, di un asino, o di una casa. Impegnano i pochi beni che possiedono, spesso ipotecano anche il futuro, come il raccolto per un certo numero di anni. In questo contesto signori e ricchi mercanti cittadini riescono progressivamente ad impossessarsi di aziende contadine o di partecipare alla produzione agricola come investitori. Ci sono però anche casi di contadini che riescono ad arricchirsi, andando a formare un ceto di privilegiati rispetto alla grande massa dei rustici.

XIII SECOLO PRIMA META’ Nel corso del XIII secolo crescono gli investimenti cittadini nelle campagne e si diffondono nuovi tipi di contratti agrari. Si moltiplicano gli affitti di terra a scadenze sempre più brevi, pagati con un canone in natura o in denaro o con una quota del prodotto. Soprattutto nell’area centro-settentrionale, una delle forme tipiche dei contratti agrari è la mezzadria. Pur con diverse varianti, questo contratto prevede che il coltivatore riceva dal proprietario, oltre alla terra, anche una casa dove abitare, il bestiame e gli attrezzi da lavoro; al proprietario spetta, invece, ogni anno la metà del raccolto. Con la diffusione della mezzadria si assiste, a partire dal Trecento, a una profonda trasformazione del paesaggio, particolarmente evidente nelle campagne toscane, nota come “appoderamento”.

XIII SECOLO PRIMA META’ A ogni famiglia di mezzadri viene affidato un podere, permettendo ai contadini di abitare in mezzo ai terreni, anziché nei villaggi. Il podere (chiamato a seconda delle regioni “fattoria” o “cascina”) è composto da prati, campi, pascoli e vigne, e la casa a cui esso fa capo spesso è di grandi dimensioni e può ospitare un consistente numero di persone. Il podere incoraggia i mezzadri a tenere con sé i figli, anche quando questi sono ormai adulti e sposati perché, associandosi con i fratelli, possono, infatti, continuare la tradizione paterna nello stesso territorio. Nasce in questo modo la “famiglia patriarcale” che, con alterne vicende, durerà nelle campagne italiane praticamente fino alla seconda guerra mondiale.

SECONDA META’ XIII SECOLO E INIZIO XIV Dalla metà del XIII secolo lo slancio dei dissodamenti che ha caratterizzato i due secoli precedenti comincia a diminuire, conoscendo un vero e proprio tracollo nel corso del XIV secolo, di fronte a una congiuntura sempre meno positiva. Questo accade non tanto perché non vi siano più superfici da strappare all’incolto e ai boschi, quanto piuttosto perché si trattava di terre con un rendimento sempre più scarso. Nello stesso tempo, a causa dell’aumento dei nuclei familiari e delle conseguenti spartizioni successorie, le aziende contadine subiscono un processo di frammentazione. Inoltre abbiamo la tendenza al ribasso dei salari dei lavoratori agricoli e l’ascesa dei prezzi dei prodotti di più largo consumo. Nei primi decenni del Trecento abbiamo una diffusa recrudescenza delle carestie in tutte o quasi le regioni europee - in particolare negli anni 131517 e 1340 -50.

LA PESTE NERA E IL TRACOLLO DELLA SOCIETA’ La crescita della popolazione si arresa, falcidiata con l’epidemia di peste del 1348. Le conseguenze immediate del crollo demografico sono l’abbandono di molte terre prima coltivate o la loro riconversione in boschi e pascoli, nonché la scomparsa di un certo numero di villaggi e di località minori. Tra il XIV e il XV secolo le campagne sono particolarmente colpite anche dalle distruzioni provocate da una nuova stagione di guerre (“guerra dei Cent’Anni”, che impegna fra il 1337 e il 1453 il regno di Francia e di Inghilterra). Gli effetti della Peste Nera e delle successive ondate epidemiche determinano una situazione sociale e economica grave. Il calo dei prezzi dei prodotti agricoli e delle rendite signorili a causa della diminuzione della popolazione, provoca un’erosione dei redditi dei proprietari e dei contadini.

LA PESTE NERA E IL TRACOLLO DELLA SOCIETA’ In questo clima di turbamento si verificano numerose esplosioni di malcontento sociale. Gli episodi più gravi riguardano la Francia e l’Inghilterra. Uno dei più importanti è il movimento contadino della jacquerie scoppiato nel 1358 nell’Île-de-France e da qui in Piccardia, Normandia, Champagne e nella stessa Parigi. I rivoltosi hanno l’obiettivo di estromettere dal potere i nobili, considerati degli intoccabili, accusati d’incapacità per le sconfitte subite per opera degli Inglesi. L’insurrezione viene però domata nel sangue. In Inghilterra si accende una vasta rivolta nel 1381. Scatenata dall’imposizione di una “tassa” sulle persone, anche questa viene domata con la violenza, ma scuote profondamente il paese, si diffonde nelle campagne e nella stessa Londra, perché alla base della rivolta ci sono precise rivendicazioni sociali, che predicano l’eguaglianza sociale e il comunismo dei beni.

LA PESTE NERA E IL TRACOLLO DELLA SOCIETA’ Non sono solo le pestilenze e le guerre a causare la crisi ma anche il raggiungimento dell’apice di un modello sociale e produttivo incapace di crescere ulteriormente. La gestione delle campagne, ancora in larga misura in mano alla classe nobiliare, non permette più di aumentare la produzione, le terre migliori sono tutte a coltura e le innovazioni tecnologiche tardano ad affermarsi, perché ai proprietari non interessano. Così la crisi, prima ancora di essere accelerata dalla peste e dalla guerra dei cent’anni, è già presente ed è soprattutto di tipo agricolo.

LA RIPRESA La crisi del ‘ 300, che culmina con la grave pestilenza di metà secolo, spazza via gli ordinamenti e le strutture feudali, comprese quelle che interessano la produzione agricola e l’uso e la gestione delle terre. I nobili, grandi proprietari terrieri, escono dalla crisi molto indeboliti, sia nel loro potere politico, sia nel loro potere economico. La società si riorganizza ed emergono nuove classi sociali, come i mercanti e i banchieri. La presenza di terre abbandonate e le difficoltà della classe nobiliare portano la ricca borghesia cittadina ad investire nelle campagne, soprattutto acquistando fondi agricoli.

LA RIPRESA I ricchi mercanti sono abituati, a differenza dei nobili, a far fruttare i propri investimenti, sono quindi più propensi ad effettuare degli interventi migliorativi (es. irrigazioni, bonifiche), che fanno aumentare la produttività dei suoli. Inoltre sono interessati a nuove tecniche produttive e a nuovi prodotti. Il ‘ 400 vede perciò una rinascita economica dell’Europa e una crescita demografica, supportata da un aumento della produttività agricola. Le aziende praticano prevalentemente la policoltura cercando di intensificare le produzioni.

COSA SUCCEDE NEL VENETO? Per quanto riguarda la proprietà agraria nelle nostra zone (provincia di Treviso e di Padova) si assiste, tra il ‘ 400 e il ‘ 500, all’espansione della repubblica di Venezia, che non è di tipo militare ma, essendo Venezia una società mercantile, di tipo commerciale, in pratica i Patrizi veneziani (che sono mercanti e non nobili) acquistano ingenti quantità di terreni nelle due provincie partecipando anche alle aste per la vendita dei territori di due signorie decadute, come quella dei Carraresi e quella degli Scaligeri. Queste proprietà finiranno per costituire quel modello, che conosciamo ancora oggi, detto della Villa Veneta.

VIVA COLOMBO!!! - LA SCOPERTA DELL’AMERICA E’ il 12 ottobre 1492 quando la spedizione del navigatore genovese scopre il Nuovo Mondo (per sbaglio, conosciamo tutti la storia). Non sono le Indie ricercate da Colombo ma – per nostra fortuna – l’America, che si rivela comunque una terra ricchissima dalla quale anche le spedizioni successive riporteranno nel nostro vecchio Continente diverse nuove varietà di frutta e verdura. Quali in particolare? Tra le verdure, l’Europa importa: fagioli, mais, patate, peperoni e peperoncini, pomodori e zucche. In aggiunta si scoprono anche ananas, arachidi, cacao e fichi d’india

COME UTILIZZARE QUESTI NUOVI PRODOTTI? In Europa passarono tuttavia alcuni anni prima di comprendere l’uso corretto di queste straordinarie scoperte. Il pomodoro ad esempio, di cui gli Spagnoli importarono i semi, fu in principio ritenuto velenoso e quindi utilizzato solo per abbellire parchi e giardini nobiliari! Una sorte simile toccò alla patata che, nei suoi primi decenni nel nostro Continente, fu utilizzata in principio solo per alimentare il bestiame, per giungere solo successivamente alle case e alle cucine degli Europei.

COME UTILIZZARE QUESTI NUOVI PRODOTTI? Grande successo ebbe invece il mais che, sin dalla sua scoperta a Cuba da parte dello stesso Colombo, divenne subito popolare nelle cucine spagnoli e portoghesi per la preparazione della farina. Anche i fagioli si diffusero rapidamente tanto da soppiantare, per la loro maggiore resa nell’orto e le migliori doti nutrizionali, la varietà che pur era conosciuta nel Mediterraneo da antichi Romani e Greci (e che oggi per noi è introvabile).

E COSA ESPORTARONO GLI EUROPEI VERSO LE AMERICHE? Frutta e verdura viaggiarono tuttavia anche in direzione contraria. Nei secoli successivi alla scoperta di Colombo, i navigatori europei portarono infatti nel nuovo Continente diversi prodotti già comuni sulle nostre tavole. Fu così che l’America scoprì: asparagi, cetrioli, carciofi, cardi, cavoli, lattuga e sedano, oltre a frutti come melograni, more e pere.

ALCUNE CURIOSITA’ Nel Settecento i coloni spagnoli e francesi introdussero il carciofo in Nord America, rispettivamente in California e in Louisiana. In California arrivarono anche i cardi, che però trovando un ambiente favorevole privo di parassiti divennero quasi una infestante. Un discorso particolare va fatto per gli zucchini che, derivati dalle zucche, scoperte ed importate in America grazie, agli agricoltori italiani, furono poi portati in dote dagli emigrati italiani che nel ‘ 900 attraversarono l’Oceano Atlantico verso il Nuovo Mondo! Ecco perchè in America si dice “one zucchini“! Infine gli asparagi che, nati e sviluppati sulle calde coste del Mediterraneo, si sono diffusi in Sud America fino a rendere il Perù uno dei maggiori produttori ed esportatori al mondo (non proprio a chilometro zero)!
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