Cristo Botev Colui che cade in una battaglia
Cristo Botev . . . Colui che cade in una battaglia per la liberazione, non muore mai: è per lui che portano il lutto il cielo e la terra, la bestia e la natura, e anche i cantanti cantano canzoni dedicate a lui. . .
Cristo Botjov Petkov Nato il 6 gennaio 1848 (il 25 dicembre 1847 secondo il vecchio stile) nella città di Kalofer. Il padre: il maestro Botjo Petkov (1815– 1869)- insegnante, scrittore e personaggio pubblico, di Kalofer , studiò ad Odessa, compilatore e traduttore di libri. La madre: Ivanka Boteva (1823– 1911)- di una famiglia modesta di Kalofer, madre di nove bambini. I fratelli e le sorelle: Ana (1850– 1867), Petko (1852– 1872), Stefano (1854– 1890), Kiril (1856– 1944), Tota (1859– 1864), Ghenko (1861 -1863), Ghenko (1863– 1866) e Bojan(1866– 1885).
I genitori Ivanka Boteva Botjo Petkov
Biografia 1854 suo padre- Botjo Petkov entra in conflitto con il comune di Kalofer a causa del suo stipendio e tutta la famiglia si trasferisce nella città di Karlovo. Cristo Botev comincia a frequentare la scuola di Karlovo e il suo maestro è il padre stesso. 1858 Botjo Petkov accusa il governo del comune di Karlovo che cerca di usurpare i soldi lasciati in eredità all scuola e dopo ritorna nella città di Kalofer.
Istruzione Dopo il ritorno a Kalofer frequenta la scuola locale di tre classi dove il suo insegnante è il padre stesso. Nell’autunno del 1863, Cristo Botev ottiene la borsa di studio dal governo russo e parte, attraversando Plovdiv e Costantinopoli, per studiare ad Odessa dove arriva il 14 novembre. Entra nel Secondo Ginnasio come „ascoltatore volontario“ siccome non è abbastanza ben preparato par essere un alunno regolare e si sistema nella pensione del ginnasio.
Istruzione Nel 1864 Botev lascia la pensione del ginnasio e comincia a vivere indipendentemente in diverse dimore. Con il suo comportamento eccentrico respinge la comunità bulgara a Odessa e molti dei suoi rappresentanti limitano i loro contatti con lui. Passa molto tempo in diverse biblioteche- legge soprattutto dei libri di autori russi. Aiuta Vittor Grigorovich nella traduzione russa di canzoni bulgare popolari.
Istruzione Nel mese di settembre del 1865 diventa chiaro che Botev non è promosso nella terza classe per la sua „negligenza“ e la sua borsa di studio è interrotta. Ottiene una somma singola con cui debba ritornare in Bulgaria. Rimane a Odessa mantenendosi grazie alle lezioni private che dà e stabilisce dei contatti con la comunità polacca nella città. Si iscrive come „ascoltatore volontario“ nella facoltà storico-filologica dell’Università imperiale di Nuova Russia.
Biografia 1866 – nominato insegnante nel paese di Zadunaevo. 1867 - riceve la notizia che suo padre è gravemente malato e decide di ritornare a casa. Nel mese di aprile del 1867– sostituisce il padre malato prendendo una parte delle sue lezioni nella scuola di Kalofer. Il 15 aprile 1867 – il giornale „La zampogna“ di Costantinopoli, Petko Slavejkov vi pubblica „Alla madre“ scritto nel 1864 г.
Alla madre Sei tu, madre mia, che hai cantato così lamentosa, sei tu quella che mi ha maledetto per tre anni interi, così che io sto vagando come un misero vagabondo e mi sto imbattendo in ciò che l’anima mia sta odiando?
Biografia L’ 11 maggio 1867 - in occasione della festa dei santissimi fratelli Kiril e Metodii, Botev tiene un discorso improvvisato in cui sta criticando la moderazione del movimento nazionale orientato in quel periodo soprattutto alla creazione di un’indipendente chiesa. L’estate del 1867 la salute di Botjo Petkov sta migliorando ed è chiaro che suo figlio non riesce a farcela con l’insegnamento. La borsa di studio è rinnovata perchè Botev possa finire il suo studio a Odessa ma lui preferisce andare in Romania senza condividere la notizia della sua decisione con la famiglia.
Hash-esule, emigrato durante la dominizione ottomana Settembre 1867 Botev arriva nella città rumena Gjurghevo dove presto stabilisce dei contatti con gli emigrati bulgari. Dopo il funerale di Rakovski parte per Odessa ma arriva solo fino a Braila. Comincia a lavorare come tipografo in una tipografia, dove viene stampato anche il giornale: ”L’alba di Danubio“.
Gennaio 1868 sul giornale „L’alba di Danubio“ viene pubblicata la seconda poesia di Botev - „Al fratello“: E’ grave, fratello, vivere tra scemi frainteso; L’anima mia in fiamme si strugge, Il cuore in piaghe inciprignite.
L’inizio del 1868 a Braila Cristo Botev fa parte del drappello di Jeljo voivoda dove è nominato scrittore e proprio allora scrive la sua poesia „Addio“: Non piangere, madre, non essere triste, perchè io sono diventato un ribelle, madre, un rivoluzionario, chè ti ho lasciata infelice triste per il suo primogenito! ma maledici, madre, imprechi questo nero turco esilio, che cacciò via noi giovani in quelle terre straniere matrigne per errare, per vagare senzatetto, miserabili, senza amici!
Biografia Settembre 1868 Botev va a Bucarest con il gruppo teatrale dilettante di Dobri Vojnikov, scappando dalla polizia di Braila che lo sta cercando per una rissa con dei turchi nel parco cittadino. Cerca lavoro come insegnante ma non ci riesce perchè non parla bene il rumeno Si iscrive alla scuola di medicina di Bucarest per vivere nella sua pensione ma nell’ottobre la lascia.
Biografia Caduto in una situazione disperata, senza soldi, decide di ritornare in Bulgaria per diventarci insegnante, però non ha il denaro per il viaggio. Nel mese di novembre e l’inizio di dicembre 1868 lui vive in un mulino abbandonato insieme a Levski. Da lì manda una lettera al suo amico Kiro Tuleskov in cui descrive Levski.
La lettera a Kiro Tuleskov … Ti scrivo, amico mio, perchè sono rimasto qui [a Bucarest] con l’intenzione di diventare insegnante nella scuola bulgara ma mi sono ingannato abbastanza. Sono caduto in una situazione così misera che non riesco a descriverti. Vivo assai poveramente; gli stracci che ho sono laceratissimi e di giorno mi vergogno di uscire per le strade. Vivo nella periferia di Bucarest in un mulino a vento insieme al mio connazionale Vasil il Diacono.
La lettera a Kiro Tuleskov Dei mezzi di sussistenza non chiedermi perchè a malapena troviamo del pane a due tre giorni per sfamarci. . . Questi giorni penso di tenere una conferenza nella biblioteca "Amore fraterno", ma come presentarmi – non lo so! Nonostante tutta ‘sta situazione miserabile io non perdo mai il mio coraggio e non cambio per niente il mio discorso onesto…
La lettera a Kiro Tuleskov Il mio amico Levski con il quale sto convivendo ha un carattere particolare! Noi ci troviamo in una sitazione misera ma ciò nonostante lui è così allegro come quando viviamo decentemente bene. Fa freddo, un freddo da cani, siamo morti di fame da due o tre giorni mentre lui è sempre allegro, si diverte! La sera – prima di coricarsi – lui canta; la mattina, aprendo gli occhi, canta di nuovo. Per quanto tu stia triste, lui troverà il modo di farti felice , di farti dimenticare tutte le tristezze e le sofferenze. E’bello convivere con delle persone così …
Biografia Febbraio 1869 è nominato insegnante di bulgaro ad Alessandria ma più tardi è licenziato siccome entra in conflitto con dei bulgari abbienti della città che accusa di mancanza di patriotismo. Agosto 1869 è nominato insegnante nella città di Ismail nella parte rumena della Bessarabia del Sud. Nello stesso tempo a Kalofer muore suo padre lasciando la sua famiglia con tanti bambini con risorse limitate.
Biografia Vivendo ad Ismail Botev collabora ad alcuni giornali bulgari di Bucarest — il satirico „Il tamburo“ e quello pubblicato da Ljuben Karavelov „La libertà“.
1870 il giornale Libertà „Elegia“ Dimmi, dimmi, povero popolo, chi in questa culla schiava ti dondola? Colui che trafisse nelle costole in maniera terribile il salvatore sul crocefisso oppure colui che per anni e anni ti canta: «Soffri e salverai l’anima? !"
1870 il giornale Libertà „Partizione“ dedicata a L. Karavelov Per sentimenti siamo noi con te fratelli E pensieri uguali con te coviamo, E credo che, in questo mondo di niente con te ci pentiamo.
Biografia La primavera del 1871 il comune di Ismail decide di mettere la fine all’insegnamento del bulgaro nella scuola e smette di pagare a Cristo Botev. Maggio 1871 Cristo Botev si trasferisce a Braila. Comincia a pubblicare il giornale „ La parola degli emigranti bulgari“ – solo in 5 numeri, la parte principale è scritta da Botev stesso – „Al posto del programma“, „Gli esempi della giustizia turca“, „Il popolo -ieri, oggi e domani“, „Il pianto ridicolo“, „Петрошан“, „E’ risolta la questione riguardo la chiesa? “.
La parola degli emigranti bulgari
La parola degli emigranti bulgari- „Al mio primo amore“ Lascia questa canzone amorosa, Non versare il veleno nel mio cuore Sono giovane, ma la giovinezza non ricordo, E se ricordo, non rivango ciò che ho dispezzato e davanti a te ho pestato. Dimentica quei tempi quando piangevo Lo sguardo tenero e i sospiri: Ero shiavo allora- le catene trascinavo, Per un tuo sorriso, Folle io il mondo odiavo E i sentimenti nel fango ficcavo!
La parola degli emigranti bulgari -„La lotta“ In tristezza e sofferenza la giovinezza passa, Il sangue si commuove con rabbia nelle vene, Lo sguardo fosco, la ragione non vede È buono o cattivo ciò che arriva di fronte. . . Nell’anima giacciono gravi ricordi, La memoria ostile li ripete spesso, Dentro petto nè amore nè pizzico fede, nè speranza di poter svegliare da un sonno mortale un uomo onesto! Le persone oneste da noi considerano matti, Lo sciocco dappertutto viene rispettato: «E’ricco", dice, ma non gli chiede Quante persone ha arso vive, Quanti poveri ha derubato E all’oltare Dio ha ingannato Con le preghiere, maledizioni e bugie.
Biografia Giugno 1871 A causa di mancanza di fondi termina la pubblicazione del giornale „La parola degli emigranti bulgari“. 1871 -1872 Botev mantiene attivi i suoi contatti con i socialisti russi Nikolki Meletin e Sonja Rubinshtajn. Alla fine del 1871 Botev e Meletin cercano di ricattare un abbiente bulgaro di Braila di soldi ma sono scoperti dalla polizia e partono per Galaz. A Galaz tutti e due insieme ad altri complici fanno alcune rapine a diversi commercianti e perfino cercano di falsificare dei soldi.
1872 г. , Il giornale Libertà– „Lo sconosciuto“ Sbrigati, sconosciuto, va in fretta Per arrivare nella casa paterna, Davanti alla casa c’è il coro, Passerai attraverso il coro. "Benvenuto", ti diranno bambini, nonne e ragazze; Le ragazze- danzano Insieme alle loro amiche.
Biografia Aprile 1872– è arrestato, a casa sua scoperta la letteratura russa anarchica. Accusato di aver diffuso idee politiche radicali. Mandato nel carcere di Foksciani. Luglio 1872 liberato. Agosto 1872 arriva a Bucarest. Lavora come correttore nel giornale pubblicato da Karavelov„Libertà“ che più tardi ottiene il nome di „Indipendenza“.
Biografia La primavera del 1873 guida la pubblicazione del giornale „La sveglia“. Pubblica i feuilleton O, tempora! O, mores!“ e „E’ ciò che vi aspetta!“, come le poesie„Perchè non sono. . . ? “, „San Giorgio“ e „Patriota“.
Il giornale „La sveglia“ - San Giorgio Sii allegro, popolo! Giovani e vecchi, Lodate anche oggi Dio e lo zar! Oggi è san Giorgio. Un branco di pecore ieri belava dietro il suo pastore, quando lo zar spensierato, sciocco come tutti gli zar della terra condusse il branco con il suo bel bastone e i suoi cani intelligenti – i ministri fedeli, senza il portafoglio ma anche senza lo stipendio ai quali se lo zar bada potrebbe dire: «Beata la pecora, vive meglio del mio popolo!"
Il giornale „La sveglia“ - Patriota E’ un patriota- dà l’anima per la scienza per la libertà; Ma non la propria anima, fratelli, Ma l’anima del popolo! E ad ognuno fa del bene, solo, dovete saperlo, per i soldi, Come un uomo- cosa potrebbe fare? Si vende l’anima.
1873 traduce un libro russo di aritmetica ma vi introduce dei commenti politici e il libro è annientato dopo la sua edizione a Plovdiv. 1873 Cristo Botev pubblica nel giornale „Indipendenza“ alcune delle sue più famose poesie: „Hadji Dimitar“, „Nella locanda“, „La mia preghiera“ e„E’ apparsa una nuvola tenebrosa“.
Biografia L’autunno del 1873 traduce il libro„La questione orientale e la Bulgaria“ dell’ufficiale dei servizi russi segreti Ivan Liprandi. La primavera del 1874 Botev lavora come insegnante nella scuola bulgara di Bucarest. Si trasferisce a vivere nella scuola che si trova nella casa del vescovo Panaret Rascev. Conosce la sua futura sposa Veneta Vesireva, la nipote del vescovo.
Nella locanda La mia preghiera E’difficile! Datemi del vino! Ubriaco almeno dimentichi io ciò che voi gli sciocchi non sapete è vergogna o gloria! Oh, Dio mio! Non tu che sei in cielo, ma tu che sei dentro di me Dio. Me nel mio cuore e nella mia anima. . . Che dimentichi io il mio paese, la carissima casa paterna e quelli che mi hanno lasciato in eredità lo spirito della libertà e della lotta! Non tu davanti al quale s’inginocchiano sia i monaci che i vescovi E in onore del quale accendono delle candele le bestie ortodosse;
Biografia L’estate del 1874 Cristo Botev lavora molto attivamente per Il Comitato centrale bulgaro rivoluzionario e diventa il suo segretario. L’autunno del 1874 Botev finisce la traduzione del libro „Dell’origine slava dei bulgari del Danubio“ dello storico russo Dmitrii Ilovajski. 1874 – comincia a pubblicare il giornale„La bandiera“, lascia il suo posto di insegnante che occupa subito dopo suo fratello Stefano.
Biografia Marzo 1875 Karavelov e Botev entrano in un conflitto pubblico e Karavelov sequestra per debiti l’ultimo numero del giornale „La bandiera“. Il conflitto suscita emozioni tra gli emigrati bulgari e mette in dubbio l’efficacia del comitato rivoluzionario. giugno 1875 - riesce a comprare la propria tipografia, continua a pubblicare il giornale „La bandiera“. luglio 1875 – sposa Veneta Vesireva.
Biografia Il 12 agosto 1875– la riunione comune del comitato rivoluzionario. Risoluzioni: 1. Presidente – Dimitar Cenovich. 2. Vicepresidente – Cristo Botev. 3. L’organizzazione di un’insurrezione al più presto possibile per approfittare della crisi nell’Impero ottomano risultato della rivolta di Hercegovina. 4. Botev è mandato dal comitato per raccogliere dei soldi e delle armi eper organizzare i volontari per l’insurrezione tra i bulgari locali.
Entra in conflitto con la comunità bulgara di Kiscinev e un gruppo, al quale appartengono ufficiali di origine bulgara, che deve partecipare alla futura insurrezione. Tali gruppi sono formati ad Odessa e Nikolaev. A Odessa convince Filip Totjo di partire per la Romania dove deve essere il capo del drappello di volontari locali.
Ritorna a Bucarest e il 30 settembre lascia il comitato. Finisce la pubblicazione del giornale„La bandiera“. Apre nella casa propria una libreria mentre i suoi fratelli cominciano a girare per la Romania e Bessarabia per vendere i suoi libri tradotti e l’unica sua raccolta di poesie pubblicata mentre era in vita. Ottobre 1875 - pubblica anche „Calendario murale del 1876“ con la poesia„L’impiccagione di Vasil Levski“.
L’impiccagione di Vasil Levski Оh, madre mia, patria mia, Perchè piangi in maniera così lamentosa? Corvo, e tu , maledetto uccello, A quale tomba lì stai gracchiando così orribilmente ? Oh, lo so, tu piangi, madre, Perchè sei una schiava nera, Perchè la tua voce santa, mamma, È una voce debole, una voce in deserto.
La strada verso la morte Làautunno del 1875è formato un nuovo gruppo- il comitato rivoluzionario di Ghjurghevo da Stefano Stambolov e Stojan Zaimov. I membri del comitato rivoluzionario sono isolati appositamente. Il programma del comitato di un’insurrezione prevede un lavoro attivo dentro la Bulgaria che è divisa in 4 regioni rivoluzionarie e l’organizzazione di alcuni drappelli in Romania che debbano oltrepassare il confine e appoggiare i ribelli. Si mettono a preparare l’insurrezione di aprile.
La strada verso la morte L’inizio del 1876 gli attivisti del comitato preparano questi drappelli raccogliendo volontari, denaro e armi. Aprile 1876 – è già chiaro che Panajot Hitov non sarà al capo del drappello previsto per la regione di Vraza. il 13 aprile 1876 nasce la figlia di Cristo Botev e Veneta. Ivanka. Il 14 aprile 1876 gli Apostoli di Vraza Nikola Obretenov e Gheorghi Apostolov incontrano Botev- lui stesso gli propone di capeggiare il drappello.
La strada verso la morte Il 20 aprile 1876 - Botev parte per Kiscinev e Odessa per cercare dei volontari per il drappello e riesce ad ottenere una somma di denaro in donazione. Il 1 maggio 1876 – Botev ritorna a Bucarest. Nel frattempo l’insurrezione a Koprivshtica è scoppiata e gli apostoli di Vraza vogliono che il drappello parti prima dellla data prevista l’ 11 maggio. Decidono che il drappello parti il 5 maggio 1876. Nei giorni fino alla partenza pubblica l’unico numero del suo ultimo giornale „La nuova Bulgaria“.
La strada verso la morte La decisione che il drappello passi in Bulgaria il 5 maggio non viene realizzata a causa di difficoltà logistiche soprattutto legate alla fornitura di armi. Il programma include in sè il rapimento della nave a vapore con lo scopo di un a notevole risposta internazionale. I partecipanti al drappello sono sparpagliati in diverse città del Danubio per non attirare l’attenzione.
La strada verso la morte Il 13 maggio 1876 – Botev arriva a Ghjurghevo. Il 16 maggio 1876– Insieme ad una parte del drappello sale sulla nave „ Radecki “ come giardinai. Nelle casse come strumenti da giardinaio sono raccolte le divise dei ribelli e le armi.
La strada verso la morte Fermandosi in diversi porti rumeni lungo il Danubio sulla nave salgono anche gli altri partecipanti del drappello. Il 17 maggio 1876 la mattina Botev riceve ad Orjahovo una lettera da Stojan Zaimov in cui dice che la trasferta del drappello in Bulgaria dopo la sconfitta della rivolta intorno a Panaghjurishte non ha senso e il drappello deve continuare la propria strada verso la Serbia ma Botev rifiuta di prendere in considerazione queste indicazioni.
La strada verso la morte A mezzogiorno dello stesso giorno lui costringe il capitano a fermare la nave alla riva destra del fiume presso il paese di Kozloduj e i ribelli scendono dalla nave. Si avviano verso la città di Vraza, il centro della regione rivoluzionaria, attraversando i paesi di Butan e Borovan ma nessuno dei bulgari locali si unisce ai ribelli nonostante le aspettative in precedenza.
La strada verso la morte
La strada verso la morte Il drappello entra in scontri sporadici con dei circassi locali ma senza conseguenze significative. La mattina del 18 maggiovicino al paese Banica a circa 20 chilometri da Vraza il drappello entra in uno scontro più serio con un grande gruppo di circassi dopo di che si ritira sull’altura Malin kamak. Tutto il giorno del 18 maggio il drappello di Botev si difende sull’altura di Malin kamak attaccato da circa 200 -300 circassi e altri bascibosuk.
La strada verso la morte Sperano inutilmente in aiuto da Vraza. Verso Malin kamak sono mandate parti del regolare esercito ottomano e circa 30 dei ribelli sono uccisi o feriti, gli altri si ritirano verso il sud della montagna. Il 19 maggio a Vraza entrano un significativo numero di eserciti turchi e la possibilità di una rivolta nella città è interrotta. Il drappello di Botev va verso la parte interna delle Montagne Vecchie.
La strada verso la morte La notte del 20 maggio il drappello giunge alla località Vola dove rimane pernottare ma presto è scoperto dai circassi e bascibosuk( i turchi) e comincia la lotta. Lo scontro continua per tutta la giornata, il drappello subisce gravi danni e rimane quasi senza munizioni. Al tramonto del 20 maggio(il primo giugno secondo il nuovo stile) 1876 quando la battaglia si era placata, un proiettile trafigge Botev e lui muore sul posto.
Immortalità Dopo la morte di Botev la sua testa è tagliata dagli ottomani ed è esposta nella piazza della città di Vraza la quale oggi porta il suo nome.
Convinzioni e ideologia Continua l’attività di Gheorghi Rakovski e Vasil Levski. L’unico mezzo radicale con cui risolvere la questione nazionale per lui è la rivoluzione. Internazionalista secondo le sue convinzioni, Botev difende il diritto del popolo bulgaro di consapevolezza e autogoverno. Sostiene l’idea della lotta rivoluzionaria radicale a scapito dell’ideologia illuminante. . E’ contro lo sfruttamento dei più deboli socialmente da parte dei più forti.
Convinzioni e ideologia Conosce personalmente molti rivoluzionari russi del suo tempo. Legge i libri di Harbart Spensar, Charls Darvin, Karl Marx, Mikhail Bachunin ecc. E’ un grande difensore del comune di Parigi nella primavera del 1871. Le visioni filosofiche e politiche di Botev si formano sotto l’influsso del pensiero pubblico europeo – i rivoluzionari russi democratici, i socialisti utopisti francesi.
Convinzioni e ideologia Le sue visioni ideologiche includono molte idee delle concezioni di G. Rakovski, V. Levski, L. Karavelov ma nello stesso tempo influisce molti altri rappresentanti socio-politici del pensiero filosofico dell’ideologia sinistra. (Prudon, Bachunin, Cerniscevski, Karl Marx).
L’anima Carissimi Veneta, Dimitar e Ivanka! Perdonatemi per non avervi detto la verità dove andavo. L’amore che provo per voi mi fa fare questo. So che piangerete e le vostre lacrime sono molto care per me! Veneta, tu sei mia moglie e devi darmi ascolto e credermi in tutto quello che faccio. Prego i miei amici di non lasciarti e di appoggiarti. Dio mi guarda e se rimango vivo saremo i più felici al mondo. Se muoio, devi sapere che dopo la Patria , ho amato soprattutto te e perciò prenditi cura di Ivanka e ricordati per sempre tuo marito! Cristo Il 17 maggio 1876 «Radecki" [Sul dorso della lettera, custodita da D. Rascev, Botev ha scritto con le proprie mani]: Questa lettera venga recapitata a mia moglie Veneta Botjova a Bucarest 182
Il capolavoro …Si fa la sera – la luna sorge, Le stelle coprono L’arca celeste; La foresta si mette a stormire, il vento soffia, – Le montagne vecchie cantano la canzone del ribelle!. .
La fine
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