cos felice per il gesto fatto e cos
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È così felice per il gesto fatto e così soddisfatto di sè per l'aiuto dato, che non si è accorto della sua sofferenza. SCUDO DA SÉ STESSI E DAGLI ALTRI
SALUTE L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute non solo come assenza di malattia, ma anche come stato di benessere fisico, psicologico e sociale
D. lgs. n. 626/1994 – D. lgs. n. 81/2008
Assistenza VS Assistenzialismo Volontariato VS Amicizia
Solidarietà Perché si decide di fare volontariato? o Perché non lo si fa?
INTELLIGENZA EMOTIVA ED EMPATIA
INTELLIGENZA EMOTIVA L’intelligenza emotiva è la capacità che si ha di percepire, identificare e riconoscere i sentimenti propri ed altrui in maniera precisa nel momento stesso in cui sorgono. È anche la capacità di auto-motivarsi e gestire le proprie emozioni in modo costruttivo. Divenire consapevoli delle nostre emozioni ci permette di controllare i nostri comportamenti e di conseguenza capire meglio gli altri. Per poter conoscere a fondo i sentimenti degli altri è necessario innanzitutto conoscere i propri. Ciò implica la capacità di identificare i nostri bisogni e i desideri, riconoscere quali cose, persone o situazioni generano in noi le diverse emozioni, come queste si manifestano, come si esprimono e le conseguenze che generano queste reazioni. NEURONI SPECCHIO (G. RIZZOLATI, 1992)
EMPATIA L’empatia è un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un impegno di comprensione dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale. Capacità quindi anche di mettersi nei panni degli altri, di comprendere a fondo i loro pensieri e sentimenti. Una persona “empatica” è in grado di riconoscere le “ragioni degli altri” e di vedere il mondo e la realtà dal loro punto di vista. La mimica facciale delle emozioni va individuata su tre zone del volto: 1) la parte alta (sopracciglia e fronte) 2) la parte media (gli occhi) 3) la parte bassa (bocca e mascella) NEURONI SPECCHIO (G. RIZZOLATI, 1992)
GLI STEREOTIPI CARATTERISTICHE • Distorcono la percezione degli altri • Le persone in genere danno preferenza a informazioni che confermano le loro aspettative stereotipiche rispetto a quelle che le disconfermano. • Le informazioni ambigue tendono ad essere assimilate allo schema preesistente.
La profezia che si autoavvera (Rosenthal, 1966) (self-fulfilling prophecy) Gli stereotipi ci spingono ad agire in modo da produrre comportamenti in grado di confermare le nostre aspettative
ALCUNE CONSEGUENZE DEGLI STEREOTIPI • Steele e Aronson (1995) hanno sperimentalmente dimostrato che essere costretti a confrontarsi con lo stereotipo porta i membri di un gruppo svantaggiato a peggiorare le proprie prestazioni ad un compito per il quale sono ritenuti “meno adatti”. • Quando c’è l’attivazione dello stereotipo nella mente della persona che è vittima, assistiamo ad una sorta di preoccupazione di confermare le aspettative, seguita da un calo di prestazione
GLI STEREOTIPI CULTURALI Ricerca transculturale basata sul Stereotype Content Model (Fiske et al. , 2002), condotta in 7 paesi europei e 3 paesi orientali (Cuddy et al. , 2004): Secondo l’SCM, gli stereotipi culturali derivano da due fattori: • 1) il bisogno fondamentale di decidere se gli altri saranno amichevoli o ostili (caldi o no) e capaci o incapaci (competenti o no); • 2) la presenza di competizione intergruppi e differenze di status tra i gruppi.
STEREOTIPI E INTERAZIONI TRA GRUPPI • gli stereotipi negativi inducono aspettative negative e portano a temere che l’interazione con i membri dell’outgroup possa produrre conseguenze negative. • le minaccie realistiche appaiono quando si teme che l’altro gruppo metta in pericolo l’esistenza stessa dell’ingroup, o il suo potere politico ed economico o, ancora, il benessere fisico o materiale. • le minacce simboliche riguardano differenze di ordine morale, di valori, di tradizioni, di credenze. • l’ansia intergruppi è il senso di minaccia che le persone provano durante l’interazione sociale e la comunicazione con membri dell’outgroup.
Pregiudizio MODERNO, LATENTE, SIMBOLICO, AVERSIVO • MODERNO (Mc. Conahay, 1986; Sears, 1988): Atteggiamento pregiudiziale caratteristico di individui che, pur dichiarandosi non razzisti, affermano che le istituzioni stiano concedendo troppi privilegi agli americani di colore a causa di pressioni troppo forti da loro esercitate. Come conseguenza della coesistenza di sentimenti positivi e negativi, quindi, i razzisti moderni sarebbero in preda ad un’ambivalenza che si tradurrebbe in un rispetto solo formale della parità tra i diritti di bianchi e neri. • LATENTE (Pettigrew e Meertens, 1995): Forma di pregiudizio che si esprime secondo modalità distaccate e non eclatanti. Caratterizza, spesso, individui liberali, consentendo loro di non apparire razzisti all’opinione pubblica. Al rifiuto di mostrare sentimenti positivi nei confronti dell’outgroup si accompagnano la difesa dei valori tradizionali e l’esagerazione delle differenze tra culture.
Pregiudizio MODERNO, LATENTE, SIMBOLICO, AVERSIVO • SIMBOLICO (Sears, 1988): Atteggiamento pregiudiziale negativo nei confronti dei gruppi esterni che si afferma parallelamente all’esaltazione dei simboli del gruppo interno. • AVERSIVO (Gaertner e Dovidio, 1986): Pregiudizio negativo che caratterizza individui il cui impianto valoriale è improntato all’egualitarismo. Esso non implica manifestazioni di odio ed ostilità nei confronti dell’outgroup, ma, piuttosto, disagio ed inquietudine.
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