Corso di Immunologia molecolare The Mo Ab in
Corso di Immunologia molecolare The Mo. Ab in the pipeline Valentina Spaziani
SOMMARIO o o I Parte : Dalla ricerca ai trial clinici. II Parte : Mo. Ab in fase iniziale di sperimentazione
Dalla ricerca ai trial clinici Per trasformare una sostanza farmacologicamente attiva in una scatoletta di pillole o di fiale, sono necessari circa 350 milioni di dollari!!! Si comincia con le ricerche di base in «librerie chimiche» , che utilizzano la bioingegneria e le conoscenze sul genoma dell’uomo e dei microrganismi contenenti migliaia di molecole Solo quando la nuova molecola si dimostra efficace e senza effetti collaterali, si può passare agli esperimenti sugli uomini. Cominciano così i trial clinici. Spesso, soprattutto quando i farmaci in commercio non hanno più effetto, i pazienti con gravi patologie fanno di tutto per entrare in questi studi n Bioingegneria:
Indagini Farmacologiche n Determinazione delle caratteristiche farmacologiche delle molecole : n Indagini pre-cliniche n Indagini cliniche n Studi pre-clinici: Determinano le caratteristiche farmacologiche delle molecole, mediante studi in vivo ed in vitro. Vengono condotte Indagini di: Farmacocinetica, Farmacodinamica, Tossicologia. Attivita’ teratogena mediante studi di tossicita’ fetale in animali gravidi valutando le anomalie, il peso e il numero di feti nati morti; Mutagenesi in vitro su microrganismi (es. Salmonella Typhimurium) Cancerogenesi Stabilita’ chimica delle molecole Formulazione del dosaggio ottimale per iniziare a sperimentare sull’uomo. n n n n Gli studi pre – clinici durano in media dai 2 ai 5 anni ed al termine di essi meno del 50% delle molecole provate passa alla sperimentazione sull’uomo Studi clinici: sono suddivisi in 4 fasi principali finalizzate a dimostrare : Efficacia & Tollerabilita’ Le prime tre fasi vanno dalla somministrazione all’uomo sino all’immissione in commercio del farmaco n
Studi clinici: Fase I n n n Studi aventi scopi conoscitivi e non terapeutici Condotta su volontari sani, usualmente in numero inferiore a 100 Studio di tollerabilita’ della farmacocinetica, del metabolismo e della farmacodinamica. Si somministrano inizialmente frazioni delle dosi usate sugli animali via aumentando fino a determinare la dose massima tollerabile nell’uomo Consentono di stabilire anologie e differenze con dati ottenuti negli studi pre-clinici, fornendo elementi predittivi sull’attivita’ terapeutica e sulla posologia da impiegare nell’uomo. Dura circa 1 -2 anni ed il 50% delle molecole non lo supera. Se il Ministero della Sanita’ da’ il via libera alla fase II, la sperimentazione passa da pilota ad allargata http: //www. 3. unict. it/dfsc/trial. html
Studi Clinici: Fase II n n La molecola viene somministrata per la prima volta ai pazienti per i quali era stata formulata. Vengono coinvolti circa 200 -400 pazienti volontari con lo scopo di delineare il profilo farmacodinamico(dose-effetto). I criteri di ammissione sono molto restrittivi allo scopo di costituire campioni di soggetti il piu’ possibile omogenei per dare una minore variabilita’ nella risposta. Gli studi in fase II si suddividono in: • • Fase II a ( studi orientativi, aperti, in pazienti selezionati in modo accurato per la malattia in cui il nuovo farmaco e’ elettivamente indicato, finalizzati all’identificazione del range delle dosi attive e della posologia ottimale tollerabile) Fase II b (studi controllati in doppio cieco, finalizzati alla conferma, in condizioni sperimentali corrette, delle dosi terapeutiche, della posologia ottimale e della tollerabilita’ Al termine della sperimentazione di fase II solo 2 -3 molecole restano come candidate alla sperimentazione su vasta scala. E di essi si analizzano parametri di tipo tecnicoeconomico (potenzialita’ del mercato e la producibilita’) É in questa fase che c’è il rischio di stop alla commercializzazione di quei farmaci con elevato potenziale curativo ma che servono ad un numero ristretto di pazienti ( farmaci orfani) http: //www. 3. unict. it/dfsc/trial. html
Studi Clinici: Fase III La fase III ha come scopo la verifica su larga scala dei dati emersi in Fase II per un’accurata determinazionedella efficacia terapeutica e della tollerabilità La molecola viene messa a confronto con il placebo ed altri farmaci di riconosciuta efficacia al fine di dimostrare il vantaggio terapeutico. Si saggiano schemi posologici per la commercializzazione, interazioni con altri farmaci Ricerche condotte in ambito universitario ed ospedaliero Si ricorre a metodi in doppio cieco con utilizzo di placebo. La durata della fase III è di 3 - 4 anni. Se il farmaco supera questa fase si chiede l’autorizzazione all’immissione al commercio (AIC) http: //www. 3. unict. it/dfsc/trial. html
Fase IV n Include gli studi sperimentali e osservazionali post –marketing n Avviene la farmacovigilanza con la segnalazione di reazioni impreviste n È quindi importante continuare la sorveglianza delle reazioni avverse dopo l’autorizzazione dell’impiego clinico. http: //www. 3. unict. it/dfsc/trial. html
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Epratuzumab (h. LL 2) l E’ una Ig. G 1 monoclonale umanizzato anti CD 22 l Il CD 22 proteina transmembrana è espressa dall’ 85% delle neoplasie a cellule B. Essendo presente esclusivamente sui linfociti B maturi, questo antigene rappresenta un buon candidato per un utilizzo per l’immunoterapia. l E’ attualmente in fase di sperimentazione clinica per trattamenti di patologie quali: Linfomi non Hodking (NHL); Malattie autoimmuni : -Lupus -Sindrome di Sjrogher
EPRATUZUMAB *http: //www. immunomedics. com/5 clinical/clinical_pipeline. html
Struttura [1] CD 22 n EPRATUZUMAB Silo-glicoproteina a singola catena n n MW di 130 -140 k. Da V-set dominio legante l’acido sialico Possiede 7 domini di struttura immunoglobulinica (Ig-like) Ig-like C- set dominio immunoglobulinico n Il dominio N-terminale è Ig del tipo V n Altri 6 domini Ig del tipo C 2 n Il dominio citoplasmatico include 6 tirosine CITOSOL che sono possibili bersagli di fosforilazione. n Regioni della coda intra-citoplasmatica presentano omologia con i ITAM (Immunoreceptor Tyrosine-based Activation Motifs) n e altri con ITIM (Immunoreceptor Tyrosine ITIM based Inhibition Motifs) Dominio legante GRB 2 ITIM - like ITAM CD 22 or Siglec-2
BCR(B-Cell Receptor) EPRATUZUMAB n. Il CD 22 appartiene alla classe di recettori di membrana che modulano l’attivazione di BCR (B cell receptor) e ne è costitutivamente associato www. crystal. harvard. edu/structures. php
EPRATUZUMAB ØL’attivazione di BCR scatena segnali di fosforilazione a cascata che evolve nella via di MAPK e di AKT Apoptosi Fosfatasi di traslocazione ØCD 22 regolatore a feedback negativo anti apoptotico perché blocca la fosforilazione di BCR Monroe Nature Reviews Immunology 6, 283– 294 (April 2006) | doi: 10. 1038/nri 1808 Sopravvivenza Proliferazione
References [ 3 ] EPRATUZUMAB n Epratuzumab si lega al CD 22 nel dominio extracellulare con alta affinità causando una rapida internalizzazione di h. LL 2/CD 22 all’interno della cellula n All’interno della cellula induce fosforilazione delle code del CD 22 n La fosforilazione delle tirosine site sulla coda dell CD 22 induce legame crociati con BCR tramite ls fosfatasi di traslocazione SHP-1 n Che porta ad un feedback positivo con segnale apoptotico attivo n Poichè la caratteristica di CD 22 è la capacità di traslocare rapidamente dal citoplasma alla superficie cellulare, dopo legame con l’ anticorpo e successiva internalizzazione si ha una riduzione del numero di siti di legame CD 22 sulla superficie della cellula
Reference [ 3 ] n Epratuzumab È possibile osservare l’internalizzazione del recettore Epratuzumab/CD 22 tramite l’anticorpo FITC e un microscopio confocale WT FITC-Epratuzumab permette l’osservazione delle vescicole endocitotiche
Reference [ 2 ] EPRATUZUMAB Patologia Fase sperimentazione Specie trattata e Dose sito di prelievo trattamento Risultato NHL Fine fase II N: 40 pazienti volontari 360 -480 mg/m quadro Completa regressione per alcuni Riscontro dopo diversi anni per altri pazienti volontari 360 mg/m quadro di epratuzumab e 375 mg/m quadro di rituximab a settimana per 4 settimane NHL Fase II Epratuzumab + Rituximab Lupus Inizio fase III Sindrome di sjrogher Fine fase II ? 60%
Reference [2, 4 ] NHL La citotossicità cellulare è maggiore in combinazione di epratuzumab + rituximab EPRATUZUMAB I pazienti trattati rispondono maggiormente a dosi di epratuzumab nel range da 360 a 480 mg/m 2.
In Conclusione Reference [ 3 ] q q EPRATUZUMAB Epratuzumab originato dalla “Immunomedics inc” è un Ig. G 1 totalmente umanizzato diretto contro CD 22 Sembra possedere un ruolo, nell’apoptosi e nell’arresto della crescita cellulare. Il motivo della non sicurezza di questi ruoli sta nella proprietà di CD 22 di avere molte interazioni con molteplici ligandi. È attualmente ancora in fase di studio.
Zanolimumab (Hu. Max-CD 4) l E’ un anticorpo monoclonale di tipo Ig. G 1 diretto contro il CD 4+ che è espresso l Dati recenti dimostrano la morte delle celule attraverso la citotossicità cellulare anticorpo-dipendente (ADCC). Zanolilumab non induce citotossicità dipendente dal complemento (CDC) in vitro. Viene impiegato nei linfociti e in misura minore nei macrofagi. Hu. Max-CD 4 compete con l’interazione tra il recettore CD 4 e la molecola MHC di classe 2 e qualche volta interagisce con l’attivazione delle cellule T come farmaco immunosoppressivo nel trattamento di: v Psoriasi v Artrite reumatoide (RA) v Cutaneous T-cell lymphoma (CTCL): -mycosis fungoides (MF). -Sezary sindrome (SS) v Noncutaneous T-cell lymphoma (NCTCL).
From Alberts ZANOLIMUMAB CD 4 Proteina Superfamiglia Espressa su Ligando cellula bersaglio funzione CD 4 Ig Cellule T-helper MHC classe II Adesione cellule APC Segnala a cellule T • molecola transmembrana glicoproteica di 55 KDa; • 4 domini extracellulari di tipo Ig-like. • coda terminale citoplasmatica Aumenta l’attivazione antigene mediata delle cellule trascrizione di IL-2, proliferazione, differenziazione aumento dei segnali di trasduzione dei recettori delle cellule T (attivazione di Zap 70 MAPK AKT
TCR (T Cell Receptor) ZANOLIMUMAB Eterodimero formato da ponte di-solfuro che tiene unite le catene alfa e beta che riconoscono i complessi MHC-Peptide üI complessi TCR ed i corecettori vengono aggregati dal riconoscimento dell’antigene üFosforilano i residui di tirosina dei domini ITAM üAttivazione delle chinasi ZAP-70 üStimolazione di vie di trasduzione (NFAT, Nfk. B e AP-1) che culminano nella modificazione dell’espressione genica nei linfociti T. From Lapenta’s slides
ZANOLIMUMAB From Lapenta’s slides
References [5] ZANOLIMUMAB Zanolilumab si lega al CD 4 e media il suo effetto attraverso 5 meccanismi potenziali tutti i quali hanno effetto di sotto regolazione dell’attivazione delle cellule T entrambi con deplezione o inibizione della loro attivazione: 1° una effettiva citotossicità cellulo-mediata anticorpo-dipendente (ADCC) che media la deplezione del CD 4+ delle cellule T ( in particolare le cellule CD 45 RO+ della memoria ) 2° un ingombro sterico della interazione tra il complesso CD 4/TCR sulle cellule T e della molecola MHC di classe 2, sulle cellule presentanti l’antigene (APC) 3° Dis-accoppiamento del meccanismo recettoriale delle cellule T da un segnale costimolatorio obbligatorio del CD 4 prodotto dal sequestro del p 56 lck (pk) 4° Segnale inibitorio diretto mediato attraverso DOK-1 e SHIP-1 che inibiscono l’attivazione di AKT/PKB 5° Modulazione di CD 4.
ZANOLIMUMAB Il bersaglio dell’anticorpo monoclonale anti CD 4 delle cellule T viene utilizzato a scopo terapeutico in pazienti affetti da malattie indotte da un’ inappropriata attivazione del CD 4 o in cellule T CD 4+ maligne. Zanolimumab (human CD 4, Merck Serono, Geneva, Switzerland ) originato dalla Medarex Inc
Zanolimumab Reference [ 5, 6, 7 ] Patologia Fase sperimentazione Specie trattata e sito di prelievo Dose trattamento Psoriasi Fase IIa Topi transgenici iniezione 20 mg/Kg nriduzione del al day 1 e 10 mg/kg numero di cellule al giorno 8 e 15 e 10 infiammatorie mg/kh ogni due mononucleate (Fig 1) giorni dopo il 15° n riduzione del numero di cellule aventi CD 4+. (Fig. 2) Artrite Reumatoide risultato n. p. CTCL* : mycosis fungoides (MF). Fase II a Pazienti volontari n=38 17 weeks infusione Deplezione iniziale da 280 a inadeguata 560 mg 81 weeks infusione 56% di 280 a 980 mg CTCL* : Sezary Sindrome (SS) Fase II a Pazienti volontari n=9 4 pazienti con 280 mg 5 pazienti con 980 mg 22% Noncutaneous Tcell Lymphoma (NCTCL). fase. II 2007 N: 21 pazienti volontari 980 mg ogni sett. per 12 sett. 24% ( 5 su 21) *cutaneous T-cell lymphoma (CTCL)
References [5] Psoriasi Fig. 1 (E/E) Fig 2 (Ki-67) Zanolimumab
Reference [ 7 ] CTCL § 15 % grado di risposta § 50% “ § 75 % “ • 25% grado di MF ss risposta • 20 % “ “
In Conclusione Zanulimumab n Nel mese di aprile 2005, e Genmab United States Food and Drug Administration (FDA) ha raggiunto un accordo in merito alla concezione del suo studio pivotal protocollo per Hu. Max CD 4 - per il trattamento di CTCL sotto il processo di valutazione protocollo speciale (ZPS). n Nel marzo del 2004, ha annunciato che Genmab Hu. Max - CD 4 era stato designato un Fast Track prodotto dalla US Food and Drug Administration (FDA). Questa denominazione comprende i pazienti con CTCL per i quali non esiste una terapia disponibile, e hanno fallito almeno due regimi di trattamento sistemico. n Hu. Max CD 4 - per il trattamento di MF è stato concesso lo status Orphan Drug negli Stati Uniti e in Europa. n Hu. Max - CD 4 è in fase di sviluppo sotto una collaborazione con Serono. www. genmab. com
Ustekinumab (CNTO 1275) l Ustekinumab è un anticorpo monoclonale, che ha come target la subunita p 40 dell’ interleuchina 12( IL-12 ) e dell’interleuchina 23 ( IL-23 ). . l Ustekinumab CNT 1275 è stato sviluppato da Medarex’s Ultimab® tecnology, Per il potenziale trattamento di malattie di origine infiammatoria come l Psoriasi l Artrite psoriasica l Sclerosi Multipla (MS) l Sindromi di Crohn (CD).
IL-12 Ustekinumab IL-12 www. ebi. ac. uk Ø IL-12 è una citochina prodotta da macrofagi attivati e cellule dendritiche Ø Il suo recettore è presente su linfociti T ; Ø Modula l’ attivazione dei linfociti T-helper; Ø Producono IL-2 e TNF-alfa From Fiorito’s slides citochine svolgono un importante ruolo nel sistema immunitario, e sono coinvolte nelle malattie infiammatorie mediate dal sistema immunitario
Ustekinumab Patologia Fase sperimentazione Specie trattata e sito di prelievo Dose trattamento risultato Psoriasi a placche (moderata grave) Fase III Studio phoenix 2 (january 2006) N=1230 Pazienti volontari Doppio cieco random placebo e ustekinumab dose da 45 mg o 90 mg alle sett. 0 e 4 ed in seguito ogni 12 sett 67% pazienti con dose 45 mg Fase II (July 2004) Solo pochi pazienti Sclerosi multipla (MS) Malattia di Crohn (CD) Artrite psoriatrica Fase II (may 2005) Phase II (Dec 2005) *Dati Xagena_2007 np 76% pazienti trattati con dose 90 mg Ottima clearence renale
In conclusione n Ustekinumab è un anticorpo monoclonale, che ha come target l’interleuchina 12 ( IL-12 ) e l’interleuchina 23 ( IL -23 ), citochine che svolgono un importante ruolo nel sistema immunitario, e che sono coinvolte anche nelle malattie infiammatorie mediate dal sistema immunitario. E’ stato anche osservato che il trattamento con Ustekinumab migliora la qualità di vita dopo 4 settimane nei pazienti trattati con i 2 dosaggi di Ustekinumab. Alla quarta settimana, si ha un netto miglioramento come riportato dell’indice DLQI ( Dermatology Life Quality Index )
Golimumab (CNTO 148) , Golinumab (CNTO 148)è un anticorpo monoclonale umanizzato che ha come bersaglio il Fattore di necrosi tumorale (TNFα) l Il TNF-alpha è una citochina prodotta dal sistema immunitario innato, come i macrofagi, in risposta alle infezioni o a danno tissutale. Questa citochina pro-infiammatoria si lega a recettori di superficie e attiva. NFK-k. B proteine latenti che attivano la trascrizione di geni che si trovano al centro di molte risposte infiammatorie Possiede un ruolo critico nella patogenesi dell’artrite reumatoide
TNF-Alfa n n TNFα n induce le cellule endoteliali ad esprimere molecole di adesione per favorire la diapedesi di cellule immunitarie (soprattutto neutrofili, che rilasciano ROS ed enzimi proteolitici dannosi per i tessuti) n E’ responsabile di infiammazione e danno tissutale www. ebi. ac. uk TNFα -citochina prodotta dai macrofagi, linfociti Th 1, cellule NK From Fiorito’s slides citochina prodotta dai macrofagi, linfociti Th 1, cellule NK… l’ IFN-ɣ (prodotto dai linfociti Th 1) ne stimola la produzione da parte dei macrofagi
Trimero di TNF-α Reclutamento ed attivazione di IKKK Recettore del TNF-α TRADD RIP Fosforilazione ed attivazione di IKK da parte di IKKK attivata TRAF 2 IKKK attiva Fosforilazione di IκB IKKK inattiva IκB chinasi (IKK) ŷ ŷ αβ αβ ۱ ŷ Migrazione di NF-k. B nel nucleo p IKK-β attivata Segnale di localizzazione nucleare IκB Ubiquitinazione e degradazione di Ik. B nei proteasomi P P Coattivatore NF-κB DNA Trascrizione geni bersaglio
Artrite Reumatoide L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica debilitante che provoca dolore, tumefazione, rigidità e danno funzionale alle articolazioni. I segni e sintomi dell’artrite reumatoide comprendono: n infiammazione articolare, n edema, n difficoltà di movimento e dolore. Le articolazioni colpite con maggiore frequenza sono quelle delle mani e dei piedi
n L’artrite reumatoide colpisce più di 9, 7 milioni di persone in tutto il mondo; secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), nella prossima decade l’artrite reumatoide andrà incontro in Europa a un aumento dell’incidenza legata all’invecchiamento della popolazione n Farmaco in uso Metatrexate Patologia Fase sperimentazione Specie trattata e Dose sito di prelievo trattamento Artrite Reumatoide Fase II n. 172 pazienti volontari n. Uso combinato Golimumab e metatrexate *dati American College of Rheumatology Risultato Random, in doppio 20 % cieco dalla 20° settimana (3 su 5) fino alla 48° o gni 4 settimane dose da 50 a 100 mg Fino al 50 %
In conclusione Il nuovo anti-TNF alfa ha migliorato in maniera stabile segni e sintomi dell’artrite reumatoide da moderata a grave; al controllo dopo un anno, un terzo dei pazienti era in stato di remissione clinica. I dati a un anno dimostrano che circa il 75 % dei pazienti con artrite reumatoide da moderata a grave trattati con golimumab (CNTO 148) e metotrexate hanno raggiunto e mantenuto un miglioramento almeno pari al 20 % nella sintomatologia artritica n n Lo stesso studio ha inoltre dimostrato che in media più di un terzo di questi pazienti, valutati con il Disease Activity Score 28, raggiungeva a un anno la remissione della malattia n Golimumab è un anticorpo monoclonale anti TNF-alfa totalmente umano che si lega e neutralizza sia il TNF-alfa solubile sia quello di membrana. Sviluppato da Centocor e Schering-Plough, golimumab è somministrabile sia per iniezione sottocutanea sia per infusione endovenosa una iniezione al mese ed una ogni 12 giorni di circa 30 minuti ognuna.
Tremelimumab (CP-675, 206) Ø Anticorpo monoclonaledi tipo Ig. G 2, umanizzato specifico per la citotossicità dei linfociti T associati all’antigene (CTLA-4 linfociti T associati all’antigene 4 ) Ø Viene impiegato in clinica per pazienti che presentano: Melanoma localizzato Melanoma con metastasi con buoni risultati. v v
From Alberts CTL-4 n n TREMELIMUMAB CTLA-4 (citotossicità associata all’ antigene 4) è una proteina di superficie che agisce inibendo la segnalazione intracellulare dopo l’attivazione della cellula T. Si lega a proteina B 7 sulla superficie della cellula APC ( presentante l’antigene)bloccando il processo di attivazione delle cellule T necessarie per quasi tutte le rispoate immunitarie adattative. Quando Tremelimumab si lega competitivamente con CTL-4 con maggior affinità rispetto a B 7 vi è un aumento di cellule T attive che vanno incontro a proliferazione e differenziamento cellule T effetrici
TREMELIMUMAB www. The. Oncologist. com Aumento cellule T attivate
Reference [8] TREMELIMUMAB CTL-4 può essere espressa sulla superficie di cellule di melanoma L’Ab che blocca il CTL-4 può condurre a morte cellulare per apoptosi o per ADCC (citotossicità cellulare mediata da Ab) Tremelimumab è presso la casa farmaceutica “Pfizer”, in fase di studio anche se in modo discontinuo a causa di trombocitopenia transiente nei pazienti volontari
TREMELIMUMAB Reference [8] Patologia Fase sperimentazione Specie trattata e Dose sito di prelievo trattamento risultato Melanoma Con metastasi Fase II Pasienti volontari 1°dose alcuni paz. Fino a 15 mg/Kg 1 singola dose produce remissione a lungo termine 36 mesi Melanoma con metastasi Fase I Pazienti volontari Dose massima 6 mg /Kg piu dose CPG 7909 Tremelimumab associato con vaccino anticancro CPG 7909, ?
Reference [8] Tremelimumab
In conclusione n n n Tremelimumab L’anticorpo monoclonale totalmente umanizzato tremelimumab risulta avere attività antitumorale in molti pazienti In particolare lmab anti CTL-4 circolante produce una maggior risposta immunitaria adattativa. I trial clinici sono tutt’ora in fase di studio.
Ofatumumab (Hu. Max-CD 20 ) l Genmab and Glaxo. Smith. Kline Hu. Max-CD 20® è un anticorpo monoclonale totalmente umanizzato con alta affinità verso il CD 20 molecola presente sulla membrana cellulare dei linfociti l Hu. Max-CD 20 viene impiegato per il trattamento di : l Non-Hodgkin's lymphoma (NHL), Chronic lymphocytic leukemia (CLL), Rheumatoid Arthritis (RA) Diffuse large B-cell lymphoma (DLBCL) l l l
CD 20 Ofatumumab • Presente sui linfociti B • MW 35 k. Da • Proteina non glicosilata • 4 domini transmembrana • N e C terminale sono intracellulare. • Non viene internalizzada dopo legame con l’Ab. Funzioni: q Differenzazione e attivazione dei linfociti, qregolazione del ciclo cellulare q- canale del calcio From Bagatto’s Slides
Reference [ 8 ] Ofatumumab Ø Il CD 20 é riscontrato in circa il 90% dei linfomi a cellule B ed anche in altri tumori di tipo linfoide che originano dai linfociti. Ø CD 20 appartiene alla famiglia MS 4 A di cui si conoscono almeno 12 membri espressi nell'uomo, Ø Le proteine di questa famiglia sembrano funzionare come canale del calcio ma il loro ruolo fisiologico è sconosciuto. Ø CD 20 appare sui linfociti B allo stadio maturativo pre-B e scompare durante la differenziazione terminale dei linfociti B a plasmacellula. Quindi i linfociti B immaturi e quelli maturi nonché le cellule B della memoria esprimono tutte il CD 20
Ofatumumab . Patologia Fase sperimentazione Specie trattata e Dose sito di prelievo trattamento risultato NHL Linfoma follicolare Phase III 81 Pazienti volontari refrattari al rituximab 1° settimana Risultati valutabili infusione di 300 mg al 3° 6° 12° mese alla 7° settimana fino al 24° una infusione di 1000 mg CLL (leucemia linfatica cronica) Phase III 150 paz. volontari Refrattari alla fludarabine e ad alemtuzumab Due gruppi di 66 paz valutati separatamente 8 infusioni settimanali alla 1° dose 300 mg nelle seguenti 2000 mg; DLBCL (linfoma a grandi cellule. B) Phase II 75 paz vol 1 infusione di 300 Ancora in studio mg 7 infusioni seguenti di 1000 mg Per un totale di 24 mesi sospendendo ogni ciclo per tre mesi RA (Artrite reumatoide) Phase III 250 paz volontari 700 mg per due settimane ancora in studio 78%
Terapia combinata Ofatumumab • Studio trattamento combinato: Hu. Max. CD 20 con cyclophosphamide, doxorubicin, vincristine and prednisone (CHOP) Patologia Fase sperimentazione Specie trattata e Dose sito di prelievo trattamento risultato NHL Fase II (jun 2007) 56 pazienti volontari con NHL non trattato Osservazione dopo 3 mesi 2 gruppi 28 paz. 6 infusioni totali: dose 300 mg di Hu. Max CD 20 alla prima infusione Le seguenti dose da 500 a 1000 mg Ogni 3 sett. in combinazione con 6 infusioni CHOP
In conclusione n Humax CD 20 sembra avere prorprieta’ di uccidere i tumori che sono risultati resistenti al Rituximab. n Hu. Max CD 20 ha un potente effetto di induzione della citotossicita’ mediata dal complemento (CDC) quindi distruzione cellulare delle cellule tumorali di tipo. B. n Inoltre dati recenti dimostrano che Hu. Max-CD 20 e’ cosi’ efficiente da indurre la citotossicita’ delle cellule B mediata dalle NK
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GRAZIE A TUTTI!!
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