COORDINATE POLARI Sia P ha coordinate cartesiane Le

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COORDINATE POLARI • Sia P ha coordinate cartesiane Le coordinate polari di P sono:

COORDINATE POLARI • Sia P ha coordinate cartesiane Le coordinate polari di P sono: 1

COORDINATE POLARI • P ha coordinate cartesiane (1, 1) Le coordinate polari di P

COORDINATE POLARI • P ha coordinate cartesiane (1, 1) Le coordinate polari di P sono: 2

COORDINATE POLARI • Esiste la seguente relazione tra le coordinate polari e cartesiane di

COORDINATE POLARI • Esiste la seguente relazione tra le coordinate polari e cartesiane di un punto: • si osservi che: 3

PRODOTTO SCALARE • Si chiama prodotto interno ( o moltiplicazione scalare) scalare tra due

PRODOTTO SCALARE • Si chiama prodotto interno ( o moltiplicazione scalare) scalare tra due vettori il numero definito da: • Si chiama norma euclidea di un vettore ili numero definito da: • La norma (euclidea) di un vettore rappresenta la lunghezza del vettore. 4

NORMA • Possono essere definite altri tipi di norma. • La norma di un

NORMA • Possono essere definite altri tipi di norma. • La norma di un vettore è una funzione che soddisfa: 1. 2. 3. 5

PRODOTTO SCALARE • Si considerino i due vettori : La lunghezza (la norma euclidea)

PRODOTTO SCALARE • Si considerino i due vettori : La lunghezza (la norma euclidea) dei due vettori è data da: 6

PRODOTTO SCALARE • Rappresentando le componenti dei 2 vettori in coordinate polari si ha

PRODOTTO SCALARE • Rappresentando le componenti dei 2 vettori in coordinate polari si ha : • Il prodotto scalare dei due vettori diventa: 7

PRODOTTO SCALARE • Si noti che il prodotto scalare dei due vettori non nulli:

PRODOTTO SCALARE • Si noti che il prodotto scalare dei due vettori non nulli: • è nullo in quanto i due vettori sono perpendicolari, per cui 8

VETTORI ORTONORMALI • Dato un qualunque vettore di norma si può introdurre il vettore

VETTORI ORTONORMALI • Dato un qualunque vettore di norma si può introdurre il vettore normalizzato espresso da: • Due vettori e si dicono ortonormali se sono ortogonali e ciascuno ha norma unitaria. • Se le colonne (o le righe) di una matrice sono a 2 ortonormali la matrice è ortogonale. 9

ESEMPIO: IL COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE LINEARE • Esempio Si considerino i due vettori e

ESEMPIO: IL COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE LINEARE • Esempio Si considerino i due vettori e costituiti dai prezzi di chiusura settimanale di 2 titoli nelle ultime settimane. Il coefficiente di correlazione lineare tra le due serie di prezzi può essere espresso da: dove rappresenta la media aritmetica dei prezzi di chiusura del titolo i-esimo. 10

ESEMPIO: IL COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE LINEARE • Siano dati 2 titoli i cui prezzi

ESEMPIO: IL COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE LINEARE • Siano dati 2 titoli i cui prezzi di chiusura nelle ultime 4 settimane sono stati: • Il prezzo medio nelle ultime 4 settimane per ciascun titolo è dato dalla rispettiva media aritmetica 11

ESEMPIO: IL COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE LINEARE • Per calcolare il coefficiente di correlazione lineare

ESEMPIO: IL COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE LINEARE • Per calcolare il coefficiente di correlazione lineare tra i 2 titoli è utile costruire i 2 vettori: • Per cui si ha: 12

SPAZI VETTORIALI Definizione ed esempi Si considerino 2 insiemi V e K. Si introducano

SPAZI VETTORIALI Definizione ed esempi Si considerino 2 insiemi V e K. Si introducano 2 operazioni: • “composizione interna” tra elementi di V; • “composizione esterna” tra elementi di V ed elementi di K. Esempio 1. Composizione interna = somma tra matrici quadrate; Composizione esterna = prodotto di una matrice per uno scalare. 13

SPAZI VETTORIALI Definizione ed esempi Esempio 2 Sia V l’insieme dei polinomi algebrici di

SPAZI VETTORIALI Definizione ed esempi Esempio 2 Sia V l’insieme dei polinomi algebrici di grado al massimo n. Composizione interna = somma tra polinomi; Composizione esterna = prodotto di un polinomio per uno scalare. N. B. Controllare cosa succede se V è l’insieme dei polinomi algebrici di grado n. 14

SPAZI VETTORIALI Un vettore in Fisica è definito come un ente costituito da un

SPAZI VETTORIALI Un vettore in Fisica è definito come un ente costituito da un punto di applicazione (O), una direzione (retta per O e per P) e un verso (da O a P), una lunghezza (misura di OP). 15

SPAZI VETTORIALI I vettori nella figura che segue sono equivalenti al vettore. Da questo

SPAZI VETTORIALI I vettori nella figura che segue sono equivalenti al vettore. Da questo momento faremo riferimento ai vettori applicati nell’origine. 16

SPAZI VETTORIALI Dati i due vettori e si definiscono il vettore somma e il

SPAZI VETTORIALI Dati i due vettori e si definiscono il vettore somma e il vettore differenza come i vettori che hanno come componenti rispettivamente la somma e la differenza delle componenti di e di ; geometricamente sono le diagonali OQ e PR del parallelogramma OPQRO. 17

COMBINAZIONE LINEARE Sia V uno spazio vettoriale rispetto al campo degli scalari K. Se

COMBINAZIONE LINEARE Sia V uno spazio vettoriale rispetto al campo degli scalari K. Se W è sottoinsieme di V e W è a sua volta uno spazio vettoriale rispetto al campo degli scalari K, allora si dice che W è sottospazio vettoriale di V. Dati n elementi (vettori) di uno spazio vettoriale V ed n scalari si definisce combinazione lineare il vettore di V espresso da : 18

LINEARE INDIPENDENZA Gli n vettori dello spazio vettoriale V si dicono linearmente indipendenti se

LINEARE INDIPENDENZA Gli n vettori dello spazio vettoriale V si dicono linearmente indipendenti se risulta se e solo se gli n scalari sono tutti contemporaneamente nulli. Se il vettore nullo si ottiene combinazione lineare di n vettori con coefficienti non tutti nulli allora i vettori si dicono linearmente dipendenti. 19

LINEARE DIPENDENZA Gli n vettori dello spazio vettoriale V sono linearmente dipendenti, e supponiamo

LINEARE DIPENDENZA Gli n vettori dello spazio vettoriale V sono linearmente dipendenti, e supponiamo che allora , dividendo per ovvero , si ottiene: è combinazione lineare degli altri vettori. 20

ESEMPIO DI L. D. Si analizzi la lineare dipendenza o indipendenza dei seguenti 3

ESEMPIO DI L. D. Si analizzi la lineare dipendenza o indipendenza dei seguenti 3 vettori: . 21

SOLUZIONE DELL’ESEMPIO DI L. D. Per stabilire la dipendenza o indipendenza lineare dei 3

SOLUZIONE DELL’ESEMPIO DI L. D. Per stabilire la dipendenza o indipendenza lineare dei 3 vettori, occorre determinare le soluzioni del sistema: 22

SOLUZIONE DELL’ESEMPIO DI L. D. La matrice dei coefficienti: ha rango 2, quindi il

SOLUZIONE DELL’ESEMPIO DI L. D. La matrice dei coefficienti: ha rango 2, quindi il sistema ammette soluzioni : e risulta: 23

ESEMPIO 2 DI L. D. Si vuole esprimere il polinomio come combinazione lineare dei

ESEMPIO 2 DI L. D. Si vuole esprimere il polinomio come combinazione lineare dei seguenti polinomi: 24

GENERATORI E BASI Dati gli n vettori dello spazio vettoriale V Sia l’insieme delle

GENERATORI E BASI Dati gli n vettori dello spazio vettoriale V Sia l’insieme delle combinazioni lineari è un sottospazio vettoriale di e i vettori sono chiamati generatori di. Se h vettori tra gli n generatori sono linearmente indipendenti lo spazio vettoriale da essi generato coincide con. I vettori costituiscono una base di 25

GENERATORI E BASI I vettori costituiscono una base di. Il numero h dei vettori

GENERATORI E BASI I vettori costituiscono una base di. Il numero h dei vettori della base viene chiamato dimensione di. Dato un qualunque vettore esso può essere scritto come e i coefficienti della combinazione lineare vengono denominati coordinate (sono uniche!) del vettore rispetto alla base. Dato lo spazio vettoriale di dimensione h, esistono più basi. 26

GENERATORI E BASI Si considerino 2 basi di Un vettore può essere espresso nelle

GENERATORI E BASI Si considerino 2 basi di Un vettore può essere espresso nelle 2 basi da Ovvero come: Dove : 27

GENERATORI E BASI Uguagliando si ha da cui : ovvero La matrice cambiamento di

GENERATORI E BASI Uguagliando si ha da cui : ovvero La matrice cambiamento di base. è denominata matrice di 28

ESEMPIO DI GENERATORI E BASI Si consideri lo spazio vettoriale V dei polinomi algebrici

ESEMPIO DI GENERATORI E BASI Si consideri lo spazio vettoriale V dei polinomi algebrici di grado minore o uguale a 3: Si considerino i vettori di V : Essi sono generatori di V. Non sono linearmente indipendenti. I vettori sono linearmente indipendenti. 29

BASE CANONICA Si consideri lo spazio vettoriale V delle matrici quadrate di ordine 2.

BASE CANONICA Si consideri lo spazio vettoriale V delle matrici quadrate di ordine 2. Una base è costituita da Si considerino i vettori di V : Sono una base per V, detta canonica. 30

ESEMPIO DI CAMBIAMENTO DI BASE Si considerino i 2 vettori dello spazio vettoriale delle

ESEMPIO DI CAMBIAMENTO DI BASE Si considerino i 2 vettori dello spazio vettoriale delle matrici 2 x 1: Si determini la matrice di cambiamento di base rispetto alla base canonica. 31

TRASFORMAZIONI LINEARI Dati due spazi vettoriali W e si definisce trasformazione lineare di W

TRASFORMAZIONI LINEARI Dati due spazi vettoriali W e si definisce trasformazione lineare di W in ogni funzione tale che: • • Nucleo di T, ker(T), l’insieme dei vettori di W che hanno come immagine il vettore nullo di. Immagine di T, Im(T), l’insieme di vettori di che provengono da vettori di W. 32

ESEMPIO DI T. L. Dati i due spazi vettoriali e si consideri la trasformazione

ESEMPIO DI T. L. Dati i due spazi vettoriali e si consideri la trasformazione lineare di in : • L’immagine della t. l. è l’insieme. Il nucleo di T, ker(T), è l’insieme dei vettori di che hanno come immagine il vettore nullo di , ovvero Da cui si ricava: Quindi 33

ESEMPIO DI T. L. Dati i due spazi vettoriali e si dimostri che la

ESEMPIO DI T. L. Dati i due spazi vettoriali e si dimostri che la legge seguente è una trasformazione lineare : • dove Analogamente si dimostra che la trasformazione che associa al vettore la media aritmetica delle componenti è una trasformazione lineare: 34

ESEMPIO DI T. L. Si determini la trasformazione lineare tra e che fa corrispondere

ESEMPIO DI T. L. Si determini la trasformazione lineare tra e che fa corrispondere ad ogni vettore il vettore degli scarti dalla media aritmetica. • 35

TEOREMA DI RAPPRESENTAZIONE Si consideri la trasformazione lineare tra i due spazi vettoriali e

TEOREMA DI RAPPRESENTAZIONE Si consideri la trasformazione lineare tra i due spazi vettoriali e , si può dimostrare il seguente teorema di rappresentazione: Se La trasformazione lineare viene denominata isomorfismo. 36

EQUAZIONE CARATTERISTICA L’equazione caratteristica è data da: ovvero: Le soluzioni vengono denominate autovalori. Le

EQUAZIONE CARATTERISTICA L’equazione caratteristica è data da: ovvero: Le soluzioni vengono denominate autovalori. Le soluzioni del sistema: vengono denominate autovettori corrispondenti all’autovalore. 37

EQUAZIONE CARATTERISTICA Per l’equazione caratteristica valgono i seguenti teoremi: 1. Il coefficiente della potenza

EQUAZIONE CARATTERISTICA Per l’equazione caratteristica valgono i seguenti teoremi: 1. Il coefficiente della potenza può essere ottenuto dalla somma degli minori principali di ordine i della matrice A moltiplicata per. 2. Il coefficiente della potenza può essere ottenuto dalla somma degli prodotti degli autovalori presi i alla volta moltiplicata per. 38

EQUAZIONE CARATTERISTICA • Si verifichino i teoremi nel caso della matrice:

EQUAZIONE CARATTERISTICA • Si verifichino i teoremi nel caso della matrice:

EQUAZIONE CARATTERISTICA Teorema 3 “Una matrice quadrata ammette l’autovalore nullo se e solo il

EQUAZIONE CARATTERISTICA Teorema 3 “Una matrice quadrata ammette l’autovalore nullo se e solo il determinante è nullo”. Teorema 4 “Ogni matrice quadrata soddisfa la sua equazione caratteristica”.

EQUAZIONE CARATTERISTICA Teorema 5 “Se il rango di una matrice quadrata è r allora

EQUAZIONE CARATTERISTICA Teorema 5 “Se il rango di una matrice quadrata è r allora l’autovalore nullo ha molteplicità algebrica ”. Teorema 6 “Gli autovalori di una matrice triangolare coincidono con gli elementi della diagonale principale”.

MOLTEPLICITA’ Teorema 7 “Ad autovalori diversi corrispondono autovettori linearmente indipendenti”. Molteplicità algebrica Molteplicità geometrica

MOLTEPLICITA’ Teorema 7 “Ad autovalori diversi corrispondono autovettori linearmente indipendenti”. Molteplicità algebrica Molteplicità geometrica Teorema 8 “La molteplicità algebrica dell’autovalore è maggiore o uguale alla moteplicità geometrica ”.

MATRICE MODALE Si definisce matrice modale della matrice A la matrice le cui colonne

MATRICE MODALE Si definisce matrice modale della matrice A la matrice le cui colonne sono costituite dagli autovettori della matrice A” Teorema 9 “Gli autovalori di una matrice simmetrica sono reali” Teorema 10 “La matrice modale di una matrice simmetrica è ortogonale. ”

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Un sistema di equazioni differenziali lineari è:

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Un sistema di equazioni differenziali lineari è:

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Un sistema di equazioni differenziali lineari omogeneo è:

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Un sistema di equazioni differenziali lineari omogeneo è:

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esempio 2.

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esempio 2.

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esempio 3.

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esempio 3.

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esempio 4.

SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esempio 4.