Continuit B Granieri 1 Continuit Dal lat Continuitas
Continuità B. Granieri 1
Continuità Dal lat. Continuitas- atis Continuo da continuus legato a continere (Devoto, 1968) Contenimento Funzione adulta di accoglienza empatica dell’altro che lo fa sentire in presenza di un oggetto amichevole e apportatore di benessere. Comprensione ed elaborazione da parte degli adulti degli stati mentali (emozioni, ansie, bisogni…) che il figlio/allievo evacua con i suoi comportamenti. . B. Granieri 2
Continere l Tenere insieme l Unire l Tenere vivo l Portare con sé l Comprendere l Contenere l Rinchiudere B. Granieri 3
Discontinuità Composto da dis- negat. e continuità. Dis indica “negazione, dispersione, movimento in direzione opposta” B. Granieri 4
Livelli di lavoro: l Relazione del docente con gli allievi, i colleghi e famiglie l Relazione l Cultura nei gruppi e fra i gruppi istituzionale e relazionale diffusa B. Granieri 5
Dimensione emotiva e relazionale l Ruolo centrale delle emozioni nei meccanismi di funzionamento cerebrale l Collegamento fra lo sviluppo di un patrimonio cognitivo adeguato e le capacità affettive e relazionali delle figure educative. Rispecchiamento affettivo. l Neuroni specchio B. Granieri 6
La mente Oggi è vista come costituita dall’intreccio di elementi innati e di fattori esperenziali più legati alla relazione con l’ambiente. ↓ Sviluppo/interdipendenze sane B. Granieri 7
RELAZIONE Il bambino, il ragazzo, l’adolescente devono poter incontrare, nei diversi ordini di scuola, adulti non troppo pre-occupati da preconcetti, finalità e convinzioni, ma accessibili e responsivi nella relazione, relazione che è la base per la costruzione mentale di ogni persona, in tutta la sua complessità. B. Granieri 8
Metodo dell’ascolto OSSERVAZIONE DELL’INTERAZIONE Osservazione delle proprie reazioni Osservazione dei comportamenti e delle reazioni dell’allievo B. Granieri 9
Ascolto nella relazione educativa ASCOLTO Ascolto della risposta dell’allievo/interlocutor e istituzionale Ascolto dell’allievo/interlocutore B. Granieri 10
Metodo: Osservare e ascoltare “Ascoltare significa privilegiare la novità presentificata dall’esistenza dell’altro, rispetto al già noto di cui ognuno è portatore nella propria mente. Significa rinunciare alla rassicurante certezza di “sapere” il bisogno dell’altro prima di sperimentarne la presenza. ” (M. Viola, 2010) B. Granieri 11
Capacità di identificazione Osservare e ascoltare, dentro e fuori di sé Senza memoria né desiderio ↓ Comprendere il significato del comportamento del minore B. Granieri 12
La Responsabilità della risposta l Dimensione non verbale l Dimensione verbale l Organizzazione di un ambiente favorevole allo sviluppo di relazioni sicure B. Granieri 13
Culture mentali collaborative Meccanismi regolativi di integrazione capacità di relazione, responsabilità e cura per gli altri ↓ lungimiranza, solidarietà, sicurezza ↓ Cultura della cura e della responsabilità ↓ atteggiamento etico (non intrusività) rispetto ascolto delle ragioni dell’altro (Di Chiara, 1999) B. Granieri 14
Culture mentali anticomunicative Meccanismi difensivi di scissione e proiezione (diniego, maniacalità, demoralizzazione, rassegnazione, onnipotenza) ↓ cultura paranoide o maniacale ↓ negazione e falsificazione della realtà esaltazione dell'aggressività svuotamento delle capacità costruttive ↓ eccitazione nei fenomeni di massa irrigidimento dei rapporti tra i sottogruppi clima di sospetto reciproco senso di persecuzione (Di Chiara, 1999) B. Granieri 15
Sistema / Continuità l “Le istituzioni sociali hanno bisogno di essere capite nei loro propri termini di sistemi di ruolo – e i sistemi di ruolo hanno bisogno di essere disegnati per produrre fiducia piuttosto che paranoia” (Jaques, 1995 a, citato in Quaglino, 1996, p. 15). B. Granieri 16
Funzioni gestionali l Devono essere assicurate quelle funzioni mentali suppletive atteggiamenti relazionali maturi necessarie affinché possano crescere e consolidarsi: esame di realtà, ascolto reciproco, integrazione istituzionale cioè uno spazio psichico e organizzativo rigoroso ma non rigido, stabile nel luogo e durevole nel tempo. B. Granieri 17
Comunicazione e coinvolgimento l Comunicazione ha a che fare con il latino communicare che significa “far comune”, “accomunare”, “condividere”, “rendere partecipe”, “associare”, “consigliarsi”, “sopportare insieme”, “essere in relazione”. l Coinvolgimento si collega al latino coinvolgere composto da co- e involgere a sua volta legato a invulgere - che significa “pubblicare” e “divulgare” - e a vulgus, “volgo”, “popolaccio”, “moltitudine”, “folla”, “plebe (Traduzione – si deve “dire quasi la stessa cosa”, Umberto Eco) B. Granieri 18
Connessione e interdipendenza l L’interdipendenza fra le parti è importante nel definire la qualità di comunicazione e di coinvolgimento nell’istituzione e fra istituzioni: le procedure di informazione e di interazione, ma anche tutti i modi in cui le persone e i gruppi fanno contatto fra loro (sguardi, gesti, toni di voce, prassi organizzative e codici che promuovono interdipendenze reciproche sane, quelle che permettono di realizzare un autentico scambio di competenze e una rispettosa integrazione dei ruoli). B. Granieri 19
Reciprocità l “Questo non vuol dire che tutti devono essere simpatici agli altri, ma che ci si aspetta che cerchino di aiutarsi reciprocamente rispetto al lavoro da fare. E quando lavoriamo insieme, dobbiamo poterci fidare degli altri, per …le responsabilità e l’autorità di cui siamo investiti dal nostro ruolo. Questa regola deve essere resa assolutamente chiara a ciascuno, dal livello più alto a quello più basso della nostra organizzazione” (Jaques, 1989, p. 162) B. Granieri 20
Autonomia l Quanta autonomia e quanto sostegno all’autonomia si può concedere all’altro attraverso la delega istituzionale? Quanto è possibile permettere a se stessi e agli interlocutori di esplorare problemi e soluzioni, spazi e tempi, modulando aspetti di controllo e di pregiudizio? B. Granieri 21
Confini. Le persone e i gruppi, quando si incontrano, provano spesso il bisogno di porre o rafforzare confini e distanze. L’efficacia di una relazione comunicativa ha a che fare confini non troppo rigidi, cioè con la capacità di mettere i confini e al tempo stesso di adattarsi ai confini posti dall’altro. B. Granieri 22
Confini l- fra spazio interno e spazio esterno, fra le persone, fra i ruoli e fra le diverse commissioni di lavoro istituzionali e interistituzionali, fra i docenti di diverse materie; l - possono facilitare o impedire il passaggio di informazioni, di risorse, di valori e significati. B. Granieri 23
CONFINI l Sono necessari confini istituzionali chiari e definiti ma sufficientemente flessibili e permeabili, affinché i docenti possano essere aperti alle richieste, agli eventi e alle risorse degli interlocutori e dell’ambiente esterno, ma al tempo stesso non perdano il contatto con il compito primario della scuola che rimane quello di “educare istruendo le nuove generazioni” (Indicazioni per il curricolo, 2007, p. 1). B. Granieri 24
Organizzazione del tempo e dello spazio Le scelte e le scansioni organizzative con cui vengono resi disponibili strutture e ruoli adeguati, spazi più o meno confortevoli e tempi più o meno appropriati ai ritmi di incontro fra i diversi interlocutori istituzionali. In questo senso, l’organizzazione è “indispensabile” (Jaques, 1989) per valorizzare una cultura istituzionale sufficientemente attenta alla continuità. B. Granieri 25
Linguaggio l Il lessico con cui ogni istituzione sottolinea significati e valori importanti per la sua cultura. Quali parole si usano e con quale scopo? Il linguaggio teorico, moralistico o burocratico è uno degli strumenti più utilizzati dai docenti e dai dirigenti per proteggere se stessi e la propria istituzione, quando avvertono la minaccia del dubbio o del disaccordo. B. Granieri 26
Uso difensivo del linguaggio Prevale per il bisogno di difendersi dalla responsabilità e dai timori narcisistici di essere non ascoltati o sopraffatti dalle richieste e dalle aspettative dei clienti/utenti, dei colleghi, dei superiori. l Invece: “Si possono usare il pensiero e il linguaggio astratti per arrivare a soluzioni, solo se raggiungono attraverso il loro contenuto simbolico gli oggetti reali” (Jaques, 1989, p. 126). l B. Granieri 27
Scuole per la continuità Promuovono al loro interno modalità di relazione e di azione funzionali in cui è possibile riconoscere l'interlocutore e a sua volta sentirsi riconosciuti l Permettono agli allievi e agli adulti di vivere e interiorizzare modalità di rapporto che fanno star bene sul piano sociale e collettivo. l B. Granieri 28
Scuole per la continuità Un certo modo di impostare la comunicazione: l anche l'altro possiede il problema e non ne viene spodestato; l - anche l'altro è portatore di conoscenze, competenze e punti di vista differenti e può proporli nella individuazione dei bisogni e nella formulazione di nuove soluzioni; l - la leadership può transitare fra i vari interlocutori a seconda delle fasi e delle problematiche affrontate. B. Granieri 29
Scuole per la continuità l Condividono realmente e operativamente un modello educativo; l Assicurano con inesauribile continuità il confronto e la comunicazione istituzionale e interistituzionale fra le diverse figure e i diversi gruppi in gioco; l Producono pensiero e capacità di riconoscere allo stesso tempo bisogni e desideri delle persone coinvolte, ma anche i limiti della realtà. B. Granieri 30
Fattori di discontinuità Nella relazione : Indifferenza Oppositività polemica Apatia e passività Demoralizzazione Eccitata iperattività Forme di onnipotenza Dimenticanza B. Granieri 31
Fattori di discontinuità Carenze: A livello di dinamica e struttura organizzativa A livello di interazione con le famiglie e il territorio B. Granieri 32
Fattori di discontinuità l l l l ambiguità nella definizione delle deleghe, dei compiti e delle responsabilità delle figure di gestione cesure nelle comunicazioni turn-over nella partecipazione al progetto incoerenza tra gli obiettivi dichiarati e quelli realizzati malumori e conflitti tra individui, funzioni, scuole ed Enti o parti di scuole o Enti, rigidità ed eccesso di burocrazia stereotipia burocratizzazione B. Granieri 33
Percezione e realtà quanto le singole scuole si sentono ascoltate, sostenute e apprezzate dalle famiglie, dalle altre scuole e dagli Enti del territorio; l quanto sentono di potersi fidare del territorio l come si caratterizzano: - il regolamento scolastico (non conta soltanto quello che sancisce, ma come è l presentato, interpretato e applicato dal dirigente e dagli insegnanti) - i rapporti con le altre scuole ed Enti (prevalentemente competitivi o collaborativi) - il clima psicologico all’interno delle classi e delle istituzioni - la reale discontinuità organizzativa e strutturale fra i diversi ordini di scuola 34
Vantaggi l Il docente, che presenta il protocollo di osservazione o il caso, avvicina le sue difficoltà, I suoi aspetti infantili, il suo modo di percepire, vivere e narrare, sia pure nella situazione riservata e protetta del gruppo di formazione l I membri del gruppo, che ascoltano e condividono l’approfondimento del protocollo o del caso, si avvicinano ad una sensibilità psicologica e avvertono quanto sia difficile rinunciare al bisogno di razionalizzare e ricorrere alle conoscenze teoriche. B. Granieri 35
Vantaggi Incremento della capacità di: l tollerare l’ansia di apprendere dall’esperienza l di sentire, narrare, “pensare pensieri” ricchi di valore germinativo l tollerare e contenere il silenzio e il disagio vissuto nel gruppo l rivedere alcuni aspetti della propria identità umana e professionale. B. Granieri 36
Formazione 1. Partire dallo studio dell’interazione così come si attua nell’esperienza viva e concreta per arrivare poi alla teoria valorizzando, da una parte, coincidenze e somiglianze nei diversi accadimenti indagati e, dall’altra, differenze e imprevisti ricorrenti in esperienze didattiche simili B. Granieri 37
Formazione 2. Lavoro educativo come risultante di una interazione umana: incontro asimmetrico e compartecipe di persone – docenti e allievi cresciuti a partire da una particolare storia psichica - in un contesto istituzionale che stabilisce un funzioni e ruoli diversi rispetto al compito comune; l ricerca come spazio di pensiero e riflessione per ampliare la consapevolezza di come e quanto la dimensione emotiva condizioni l’efficacia dell’interazione educativa. l B. Granieri 38
Formazione 3. La complessità del rapporto educativo con determinati allievi fa sì che questi non possano essere incasellati in un unico schema di riferimento: necessità di una cultura teorica aperta e variegata una cassetta degli attrezzi-teorie ben fornita, in cui scegliere a seconda delle caratteristiche dell’allievo o della fase che docente e allievo stanno vivendo; l capacità di riflettere per comprendere quale teoria stata usata, magari inconsapevolmente, nella pratica quotidiana con l’allievo. l B. Granieri 39
Ambiti di ricerca e formazione l Gestione del gruppo classe: contraddizione fra individuo e gruppo l Gestione dell’ambiente scolastico: fragilità della mente istituzionale (funzioni mentali gestionali) l Gestione del tempo B. Granieri 40
Prevenzione disagio scolastico La condizione di soggetti in età scolare che per deficienze o scompensi di ordine psicologico-caratteriale trovano difficoltà ad inserirsi nell’ambiente scolastico …. nella classe e a seguire proficuamente l’attività didattica …” (Enciclopedia Treccani ) B. Granieri 41
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