CONDURRE UN GRUPPO BIBLICO I PARTE CONSIDERAZIONI GENERALI
CONDURRE UN GRUPPO BIBLICO
I PARTE: CONSIDERAZIONI GENERALI
Cosa definisce un gruppo § la condivisione del/degli obiettivi § un'interazione più o meno stretta § che i suoi membri vivano l'appartenenza al gruppo stesso (sentimento di appartenenza ad un'entità superindividuale, un noi). Il gruppo è un divenire, non un fatto definito una volta per tutte. Questo perché cambiano i componenti (gruppo aperto), si verifica un processo di crescita di ogni partecipante e del gruppo stesso; maturando il gruppo possono emergere esigenze/proposte nuove.
VARIABILI DA CONSIDERARE NELLA FORMAZIONE E CONDUZIONE DI UN GRUPPO § Composizione del gruppo: omogeneità/eterogeneità dei partecipanti (vantaggi e svantaggi) § Numero dei partecipanti: l'ampiezza è il primo dei parametri critici. Se i partecipanti sono troppo pochi si rischia povertà di scambi, se troppi si rischia di avere un eccesso di relazioni che penalizza le persone più in difficoltà. Il limite inferiore perché si possa iniziare un gruppo è quattro persone. Questo perché psicologicamente due individui fanno una coppia e non un gruppo; anche in tre è facile che i rapporti scivolino nell'accoppiamento di due, con la relativa esclusione del terzo. Al limite superiore possiamo mettere più di un numero, come numero massimo 10 / 12 (max 15)
VARIABILI DA CONSIDERARE NELLA FORMAZIONE E CONDUZIONE DI UN GRUPPO ü Obiettivo è l’elemento che tiene assieme i membri del gruppo; anche quando l’obiettivo è già definito è necessario chiarirlo, comprenderlo, definirlo, farlo proprio. Un insieme di persone diventa gruppo quando elabora al suo interno, in maniera più o meno consapevole, obiettivi comuni all'intero gruppo. ü Aspettative ü Motivazione ü Tempo e spazio di realizzazione del gruppo (una volta la settimana, durata massima dell’incontro 90’) ü Conoscenze ed esperienze pregresse, appartenenza passata o presente ad altri gruppi ü I vincoli esterni (familiari, lavorativi, pastorali)
BISOGNI A CUI ASSOLVE UN GRUPPO ü conformità (trovare persone simili a me, che la pensano come me): area cognitiva ed esistenziale; ü appoggio e sostegno (lenire la solitudine, la mancanza di una rete di scambio): area affettiva e relazionale; ü produttività e crescita (elementi di processo): area della realizzazione, crescita, autostima, aumento del sentimento di competenza ed efficacia. N. B. I bisogni soddisfatti dal gruppo possono essere diversi per i vari membri
EVOLUZIONE DEL GRUPPO ü Una volta costituitosi, il gruppo tende a conservarsi, anche al di là dei bisogni soddisfatti: nuovi bisogni si imporranno, pur di evitare la disintegrazione del gruppo. ü Dopo un certo tempo ogni membro si trova ad avere nel gruppo una specifica posizione, che indica la sua relazione con gli altri membri del gruppo. ü L'insieme delle posizioni costituisce la struttura.
I CONFLITTI INTERNI AL GRUPPO I conflitti possono sorgere per molti motivi: § § lotta per la leadership; discordanza su alcune scelte di fondo; disaccordo sulla distribuzione dei compiti; disaccordo sugli obiettivi da raggiungere. Tali conflitti possono permanere allo stato latente. Le manifestazioni del conflitto possono andare dalla passività (scarsa partecipazione, assenteismo, ritardi ecc. ) fino all'aperta aggressività o all'esplicito sabotaggio del lavoro di gruppo. Non è opportuno soffocare il conflitto: è meglio esplicitarlo e discuterlo perché il conflitto latente può minacciare il gruppo o disgregarlo. Resta comunque la tendenza omeostatica che porta il gruppo a cercare riassestamenti tesi all'autoconservazione.
IL RUOLO PSICOLOGICO DEL CONDUTTORE/ FACILITATORE ALL’INTERNO DI UN GRUPPO Ø Il conduttore come osservatore Un conduttore attento alle dinamiche di gruppo è soprattutto un buon osservatore. Afferra ciò che succede, selezionando dalla mole di dati visibili, quelli che, in quel momento, sono significativi. Quando viene interpellato dal gruppo che vuole da lui un parere, prima ancora di darlo, è importante che capisca cosa vuole il gruppo da lui attraverso quella richiesta (gli si chiede di fare l'arbitro? O qualcuno sta cercando la sua alleanza a scapito di qualche altro? O lo si vuole mettere alla prova? Etc. etc. ) Cerca, per quanto possibile, di non trasferire i propri desideri e timori sul gruppo
IL RUOLO PSICOLOGICO DEL CONDUTTORE/ FACILITATORE ALL’INTERNO DI UN GRUPPO Ø Il conduttore come facilitatore Ascolta in maniera empatica e attiva tutto ciò che arriva dal gruppo, riesce pertanto a non confondere quello che l'altro gli sta dicendo con quello che gli suscita, non emette giudizi. E' flessibile, disponibile anche a mettere in discussione le sue idee, consapevole di non essere il “detentore” della verità. Favorisce un clima di spontaneità e fiducia, facilitando le relazioni all’interno del gruppo. Non ha ansia di fornire soluzioni affrettate, ma può tollerare un po’ di confusione, permettere che gradualmente si costruisca insieme una “soluzione”.
EMPATIA L’empatia riguarda la capacità di ogni individuo di comprenderne un altro, sia cognitivamente sia emotivamente; è la capacità di mettersi nei panni di un’altra persona. Si differenzia della simpatia poiché la simpatia riguarda solo le emozioni, mentre l’empatia riguarda sia le emozioni che le cognizioni. Vi sono due dimensioni fondamentali nel comportamento del leader empatico: § orientamento alle persone: considerazione per i bisogni delle persone, motivazione alla collaborazione, compensazione del lavoro ben fatto, preoccupazione per la soddisfazione individuale; favorire la partecipazione e l'armonia interna del gruppo; § orientamento al compito: azione di istruzione dei membri sul loro compito, di programmazione delle attività, di coordinamento, di sintesi, di presa di decisione.
FUNZIONI DEL LEADER § § § § § organizzare le attività, diffondere informazioni, avere competenza e preparazione, essere un esempio, fissare gli obiettivi del gruppo, essere portavoce del gruppo, fare da arbitro dei conflitti, rappresentare una figura paterna o materna, fungere da responsabile. Tutte queste funzioni non sono specifiche del conduttore ma possono essere svolte da vari membri del gruppo.
TIPOLOGIE DI LEADERSHIP Ø La leadership autoritaria Il leader è autocratico, stabilisce e assegna i compiti autonomamente, loda e critica senza spiegare i criteri di giudizio, è indifferente alla vita del gruppo. I comportamenti nei confronti del leader sono di tipo remissivo, assumono la forma di risposta alle sue richieste; ogni individuo, inoltre, cerca di attirare l’attenzione del leader. Il clima del gruppo è teso, manca la cooperazione e prevale l’antagonismo, i membri sono irritabili e insoddisfatti. La produttività è qualitativamente e quantitativamente buona purché ci sia la presenza e il controllo del leader. In sua assenza, infatti, il gruppo non lavora ed esplode l’aggressività.
TIPOLOGIE DI LEADERSHIP Ø La leadership democratica Il leader incoraggia e stimola il gruppo a prendere decisioni, vigila sul lavoro e funge da consigliere, spiega chiaramente i criteri adottati per le lodi e le critiche, cerca di essere un membro del gruppo. I comportamenti tendono ad essere cooperativi e i membri del gruppo sono poco dipendenti dal leader. Il clima è amichevole. La produttività è quantitativamente moderata, ma qualitativamente alta. Il gruppo, inoltre, lavora anche in assenza del leader.
TIPOLOGIE DI LEADERSHIP Ø La leadership laissez-faire o permissiva Il leader ha un ruolo passivo, lascia al gruppo completa libertà, si limita ad indicare i mezzi a disposizione e dà la propria disponibilità a intervenire se richiesto, non interferisce e non valuta l’attività del gruppo, il suo ruolo è quello di un amico. I comportamenti dei membri del gruppo riguardano personali assunzioni di responsabilità e la dipendenza dal leader è bassa. Il clima è connotato da scontento, irritabilità e aggressività. La produttività è bassa, i membri del gruppo lavorano poco e male, il tempo viene sprecato. In assenza del leader è possibile che aumenti la produttività se uno dei membri del gruppo assume il ruolo di leader e riorganizza il gruppo in maniera più funzionale. N. B. Il leader incide notevolmente sulla storia del gruppo.
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