Concetto di famiglia Una famiglia costituita da un

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Concetto di famiglia • Una famiglia è costituita da un gruppo di persone che

Concetto di famiglia • Una famiglia è costituita da un gruppo di persone che vivono insieme, aventi in comune la discendenza (dimostrata o stipulata) da uno stesso progenitore o progenitrice, nel caso di famiglia matriarcale, da unione legale o da una adozione. Tra i membri di una famiglia si individuano varie relazioni e gradi di parentela, • Health 21 – OMS (Conferenza 1988) indica l’infermiere di famiglia come colui che, in seno ad un’èquipe multidisciplinare, può raggiungere 21 obiettivi di salute per il XXI SECOLO.

Ruolo dell’Infermiere di comunità e famiglia • Aiuta gli individui ad adattarsi alla malattia

Ruolo dell’Infermiere di comunità e famiglia • Aiuta gli individui ad adattarsi alla malattia ed alla disabilità cronica; può aiutare la famiglia (tutti i membri) a farsi carico insieme dei problemi di salute; promuove e protegge la salute della popolazione lungo tutto l’arco della vita; • consiglia, informa, educa riguardo agli stili di vita (prevenzione primaria, secondaria e terziaria); • attraverso la diagnosi precoce può facilitare l’individuazione di problemi sanitari delle famiglie, così che possano essere curati al loro insorgere; • identifica i fattori socio-economici che possono incidere sulla salute della famiglia; • facilita le dimissioni precoci, funge da raccordo tra famiglia e medico di base • sostiene e sviluppa il concetto e l’esperienza di famiglia sana.

Teorie infermieristiche di Family Nursing • Sono il fondamento teorico del nursing di famiglia.

Teorie infermieristiche di Family Nursing • Sono il fondamento teorico del nursing di famiglia. L’utente non è considerato come un’entità a sé stante, ma come elemento all’interno di un sistema familiare sempre in evoluzione. • Il Family Nursing può essere definito come l’erogazione di cure infermieristiche ai membri della famiglia in salute e malattia. I concetti sono: – – erogazione e cure alla famiglia; uso del processo di nursing applicato alle famiglie; lavoro con le famiglie in salute e malattia; lavoro con tutti i tipi di famiglia; • Il Family Nursing deve essere distinto dall’infermieristica di comunità, perché l’infermiere di famiglia ha come obiettivo l’assistenza alla famiglia.

Dimissione ospedaliera (1) • Occorre preparare tempestivamente il paziente alla dimissione, perché è un

Dimissione ospedaliera (1) • Occorre preparare tempestivamente il paziente alla dimissione, perché è un processo e non un evento isolato. • L’obiettivo è quello di anticipare, accompagnare i cambiamenti dei bisogni dei pazienti garantendo la continuità nelle cure. • Occorre pensare alle modalità di dimissione già all’ammissione del paziente in reparto. • Per una corretta dimissione, occorre attivare percorsi clinico-assistenziali integrati, che proseguono anche dopo il ricovero, e valorizzare il ruolo della famiglia • Il fine è quello di ridurre la ri-ospedalizzazione e garantire un’assistenza personalizzata.

Dimissione ospedaliera (2) • Può essere pianificata o protetta. • • preparare un paziente

Dimissione ospedaliera (2) • Può essere pianificata o protetta. • • preparare un paziente alla dimissione fa parte della pratica infermieristica; il piano di dimissione può prevedere una diversa gradualità di interventi come semplice informazione, educazione terapeutica, valutazione multidimensionale, attivazione di servizi; il piano di dimissione richiede una comunicazione tra professionisti diversi e con la famiglia, scritta ed orale; coordinamento dei e tra i servizi , deve essere individuato un referente del piano di dimissione; il team multidisciplinare dovrebbe discutere il caso ; effettuare una rivalutazione continua; la lettera di dimissione infermieristica: comunicazione scritta ad infermieri di un altro servizio o U. O. • • – Pianificata: percorso attivato durante la degenza; non tutti i pazienti ne hanno bisogno perchè alcuni raggiungono la guarigione e tornano allo stato premorboso. – Protetta: presa in carico e si basa su un approccio multidisciplinare che promuove l’integrazione delle prestazioni sociali e sanitarie. La continuità assistenziale consiste in una serie di passaggi in cui dovrebbero essere analizzati i problemi della persona. Per fare questo è possibile utilizzare uno strumento di valutazione (Indice di Brass), che può essere adottato già al momento dell’ammissione in reparto e che consente di identificare i pazienti a rischio di ospedalizzazione prolungata o di dimissioni difficili.

Dimissione ospedaliera (3) Tipo di dimissioni: • dimissione tempestiva (sovrapponibile allo standard previsto per

Dimissione ospedaliera (3) Tipo di dimissioni: • dimissione tempestiva (sovrapponibile allo standard previsto per quel DRG); • dimissione precoce (quando la durata della degenza del paziente è inferiore rispetto alle attese di quel DRG); può provocare ricoveri ripetuti; • dimissione del fine settimana (sono quelle che si verificano nei fine settimana e possono mettere in difficoltà pazienti e familiari); • dimissione ritardata (quando la durata della degenza supera quella attesa per quel DRG); può essere legata alla difficoltà di collocare il paziente; • dimissione difficile (quando a seguito di un evento acuto, segue una situazione di disabilità permanente o temporanea che richiede una riorganizzazione famigliare).

Scale di valutazione del paziente anziano: Rischio di dimissione problematica La dimissione è un

Scale di valutazione del paziente anziano: Rischio di dimissione problematica La dimissione è un momento critico perché si modificano le terapie farmacologiche, cambiano i contesti e gli operatori; l’obiettivo è la continuità delle cure. Indice di Brass (Blaylock Risk Assessment Screening Score): strumento per la valutazione del rischio di dimissione difficile del paziente anziano. L’indice di Brass si adotta già al momento dell’ammissione in reparto e consente di identificare i pazienti a rischio di ospedalizzazione prolungata e di dimissione difficile; i dati vengono raccolti compilando la scala, intervistando i parenti o chi assiste il malato. Si prendono in considerazione 10 dimensioni: età, situazione di vita, supporto sociale, stato funzionale, stato cognitivo, modello comportamentale, deficit sensoriali, ricoveri pregressi/accessi al PS nei 3 mesi precedenti, problemi clinici attivi, n. di farmaci assunti.

Servizi presenti sul territorio • • • Casa protetta: struttura residenziale socio-sanitaria per anziani

Servizi presenti sul territorio • • • Casa protetta: struttura residenziale socio-sanitaria per anziani non autosufficienti che non possono più essere assistiti a domicilio che prevede permanenza anche per un lungo periodo. In genere è di proprietà del Comune o di privati convenzionati con il Comune. Le AUSL forniscono l’assistenza sanitaria. R. S. A. (Residenza Sanitaria Assistenziale): ha maggior valenza sanitaria rispetto alla casa protetta. Deve garantire una maggiore intensità assistenziale con una maggior presenza di personale medico e infermieristico. L’obiettivo è il recupero funzionale e il mantenimento delle abilità residue, fisiche, mentali e relazionali. Domicilio: Obiettivo della Regione è mantenere gli anziani al proprio domicilio; possibili ausili: telesoccorso (telecomunicazione che collega il domicilio dell’anziano con la centrale operativa); assegno di cura (è un sostegno economico a favore delle famiglie che assistono in casa proprio un anziano non autosufficiente); assistenza domiciliare (assistenza sociosanitaria, integrazione AUSL e Comuni); centro diurno (struttura semiresidenziale che offre e realizza programmi di mantenimento, socializzazione e animazione nelle ore del giorno); ricovero di sollievo (ricovero temporaneo per consentire alla famiglia un periodo di riposo); agevolazioni fiscali e contributi per l’adattamento della casa. Opportunità per le persone colpite da demenza: consultorio della demenza, centro diurno, associazione di famigliari, struttura protetta, assistenza domiciliare. Care privato (badante)

Counselling • Relazione tra infermiere e paziente. Vuol dire “dare consigli per orientare la

Counselling • Relazione tra infermiere e paziente. Vuol dire “dare consigli per orientare la condotta altrui”. E’ un processo di interazione a cui si ricorre per aiutare il paziente ad identificare i problemi e le difficoltà legate alla gestione della propria patologia, in modo che possa attivare le proprie risorse e prendere decisioni senza un’indicazione diretta o una rassicurazione da parte di chi esercita l’attività. Per costruire l’interazione è necessario: – saper ascoltare (costruzione dell’interazione); – la riformulazione (sostenere la relazione); – il contratto (facilitare il cambiamento).

VALUTAZIONE DELL’ANZIANO • • L’anziano mal si adatta ad un approccio clinico tradizionale centrato

VALUTAZIONE DELL’ANZIANO • • L’anziano mal si adatta ad un approccio clinico tradizionale centrato sul primato della patologia e della guarigione della stessa. Così infatti si tenderebbe a sottostimare la presenza delle disabilità funzionali con effetti negativi sulla programmazione degli interventi assistenziali e riabilitativi e quindi sullo stato funzionale e sul benessere del soggetto. Quando si affronta l’anziano è necessario ragionare in termini di “funzione” (a rischio, perduta parzialmente o totalmente, da recuperare) ricordando che all’origine del deficit funzionale esiste un intricato rapporto tra patologia organica, multipla, psichica e sociale (es. di fattori nocivi che possono incidere sull’autonomia funzionale: perdite personali, lutti, effetti collaterali di farmaci, ambiente e barriere, stile di vita personale). L’obiettivo principale che ci si pone nell’affrontare un problema di salute nell’anziano è garantire la qualità di vita ovvero il benessere del soggetto, cioè la capacità di vivere in maniera autonoma. Se l’OBV è quello di conservare il livello di autosufficienza presente e/o migliorare per raggiungere una maggiore autonomia e ridurre lo stato di dipendenza, allora è necessario procedere quantificando (e distinguendo) il livello di disabilità del soggetto quindi procedere utilizzando come metodo la Valutazione Multi. Dimensionale che consente di fare un quadro generale dello stato funzionale del paziente.

Valutazione Multi. Dimensionale • E’ un metodo di integrazione dei tradizionali procedimenti diagnostici, insostituibile

Valutazione Multi. Dimensionale • E’ un metodo di integrazione dei tradizionali procedimenti diagnostici, insostituibile ai fini di una precisa programmazione terapeutica, assistenziale e riabilitativa, basato sulla conoscenza delle funzioni residue di ogni singolo anziano. Viene definita multidimensionale perché indaga lo stato funzionale di ognuna delle 3 aree che congiuntamente determinano l’autosufficienza e l’autonomia dell’ individuo. I campi di indagine sono infatti: – stato di salute (anamnesi tradizionale, esame obiettivo, esami di laboratorio e strumentali) – stato funzionale (attività di vita quotidiana, capacità motorie) – condizioni mentali (affettività, capacità cognitive) – situazione sociale ed ambientale (rete di supporto sociale, condizioni economiche, sicurezza dell’ambiente) • Si è affermata come metodo di lavoro che coinvolge necessariamente un team multiprofessionale il cui nucleo centrale è costituito da: medico geriatra, infermiere, assistente sociale. Ciascun professionista si occupa in particolare di raccogliere dati su uno specifico settore (es. l’infermiere accerta le condizioni igieniche, la necessità di medicazioni e di ausili specifici, la capacità di assumere farmaci; analizza lo stato funzionale, osservando la capacità di svolgere attività di vita quotidiana). E’ nata negli anni 40 -50 in UK grazie all’attività della dr. ssa Warren, che sottopose molti pazienti cronici e allettati di un ospedale ad una sistematica ed attenta valutazione delle loro capacità funzionali residue, conseguente programma di mobilizzazione, riattivazione o riabilitazione (secondo i casi). Ebbe grande successo perché la maggior parte dei pazienti, per cui si riteneva possibile soltanto l’istituzionalizzazione a vita, poté tornare a casa. •

Strumenti di valutazione più frequentemente usati nella VMD Campo di indagine Strumento Salute fisica

Strumenti di valutazione più frequentemente usati nella VMD Campo di indagine Strumento Salute fisica Visita medica tradizionale (anamnesi ed esame obiettivo) Stato cognitivo Affettività Stato funzionale Capacità motorie Condizioni sociali Test diagnostici di laboratorio Test diagnostici strumentali Mini Mental State Examination Geriatric Depression Scale ADL/IADL Scala di Tinetti per l’equilibrio e la marcia Raccolta di informazioni su: condizione abitativa, economica, rete di supporto familiare ed ambientale

Finalità della VMD • • Miglioramento della accuratezza diagnostica Ottimizzazione del trattamento medico Miglioramento

Finalità della VMD • • Miglioramento della accuratezza diagnostica Ottimizzazione del trattamento medico Miglioramento dei risultati terapeutici Miglioramento dello stato funzionale e della qualità della vita Ottimizzazione delle condizioni abitative Limitazione all’uso improprio di servizi Corretta collocazione del paziente (domicilio, struttura, RSA, etc. ) • Da una corretta e completa VMD scaturisce un programma di interventi sul soggetto. E’ sempre necessario informare l’anziano circa il progetto che lo riguarda e l’impegno che può richiedergli, permettendogli di esprimere la propria volontà, che gli operatori devono impegnarsi a rispettare. • Il programma di interventi definito in sede VMD è terapeutico, assistenziale e riabilitativo. L’obiettivo che non si deve perdere di vista è la qualità di vita dell’anziano e, dove possibile, il recupero anche parziale dell’autosufficienza.

RAPPORTO TRA AUTOSUFFICIENZA, AUTONOMIA E MALATTIA IN ETA’ AVANZATA. MENOMAZIONE, DISABILITA’, HANDICAP • •

RAPPORTO TRA AUTOSUFFICIENZA, AUTONOMIA E MALATTIA IN ETA’ AVANZATA. MENOMAZIONE, DISABILITA’, HANDICAP • • • Autonomia: capacità di pensare ed agire liberamente; è un modo maturo di adattarsi alle situazioni nuove ed alle limitazioni che si possono incontrare nella vita quotidiana, mantenendo o conservando sempre la libertà di scelta. Interessa la globalità pisco-fisica del soggetto. Ciò che identifica l’uomo autonomo è la capacità di adattarsi all’ambiente e di poter utilizzare le possibilità offerte. Il termine è quello che meglio definisce il rapporto tra individuo nella sua completezza ed ambiente. Autosufficienza: capacità di aver cura di se stessi; definisce la persona in grado di far fronte autonomamente a tutte le necessità quotidiane. Vi può essere perdita parziale o totale dell’autosufficienza senza compromissione dell’integrità della persona, in altri termini, senza la perdita obbligatoria dell’autonomia. Non autosufficienza: fenomeno relativo ai compiti richiesti all’individuo, alla sua capacità e motivazione nell’affrontarli e quindi svolgerli ed alla disponibilità di ausili, protesi, etc. che gli consentano di ridurre al minimo gli effetti della malattia. Infatti il livello di autosufficienza si modifica nel tempo, per una stessa persona, e, di solito, diminuisce con l’aumentare dell’età. Viene fortemente influenzato da malattie, incidenti e lesioni, a prescindere dall’età.

Già dagli anni 80, l’OMS ha inquadrato i rapporti tra malattia e dipendenza (o

Già dagli anni 80, l’OMS ha inquadrato i rapporti tra malattia e dipendenza (o non autosufficienza) nel seguente modo: • Menomazione: qualsiasi perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica • Disabilità: qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o con l’ampiezza considerati normali per un essere umano • Handicap: condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione od ad una disabilità che in un soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale in relazione all’età, al sesso ed ai fattori socioculturali. Si manifesta, di solito, quando alla menomazione o disabilità si aggiungono barriere architettoniche, psicologiche, sociali, economiche, vale a dire limitazioni imposte dall’ambiente e dalla comunità cui l’individuo appartiene.

Esempi: • incidente perdita di un arto impossibilità di comunicare compromissione del rapporto con

Esempi: • incidente perdita di un arto impossibilità di comunicare compromissione del rapporto con gruppo di amici che nel tempo libero praticano il podismo • ictus emiparesi difficoltà nel camminare, scrivere e parlare compromissione dell’attività lavorativa e/o del tempo libero

Disabilità • • E’ uno dei più importanti problemi del mondo contemporaneo. La presenza

Disabilità • • E’ uno dei più importanti problemi del mondo contemporaneo. La presenza di disabilità è una caratteristica delle età della vita più avanzate (pur non essendo esclusiva della popolazione anziana). L’autosufficienza, intesa come caratteristica funzionale globale dell’individuo, è un problema tipicamente geriatrico; la sua compromissione comporta gravi ripercussioni sociali ed economiche generali oltre che individuali. Nell’anziano la malattia assume una connotazione diversa rispetto al giovane o all’adulto, dove, in genere, si presenta come acuta ed è caratterizzata da guarigione senza esito in menomazione, disabilità etc. Nell’anziano la comparsa di un evento patologico viene ad incidere su uno scenario di variabili biologiche, psicologiche e sociali eterogeneo, spesso già compromesso da altre patologie e sorretto da meccanismi omeostatici di compenso notevolmente ridotti sia per cause naturali che patologiche, conseguente facilità all’innesco di complicanze “a cascata”. Nell’anziano il superamento della fase acuta della malattia spesso non coincide con la guarigione ma con l’inizio di uno stato di cronicità più o meno stabilizzata che inficia progressivamente e spesso in modo definitivo il recupero dell’autosufficienza. La perdita dell’autosufficienza è una condizione che deriva, il più delle volte, da una malattia ben definita, tuttavia appare come conseguenza distinta dalla malattia che l’ha provocata. Un esempio tipico è quello dell’allettamento per malattia acuta con esito di guarigione che determina comunque un peggioramento dello stato funzionale e un’alta percentuale di mortalità, non dipendente dalla gravità della malattia in causa.

 • Le – – malattie più invalidanti nell’anziano sono, in ordine decrescente: Demenza

• Le – – malattie più invalidanti nell’anziano sono, in ordine decrescente: Demenza Ictus, Neoplasie Traumi e fratture; Più specificatamente si possono individuare 2 gruppi di anziani in relazione alle menomazioni cause di disabilità e di dipendenza: 1. gli anziani parzialmente non autosufficienti sono soprattutto affetti da malattie cardiovascolari e locomotorie 2. gli anziani totalmente dipendenti sono prevalentemente affetti da demenza e malattia cerebrovascolare • Da ciò si comprende come la totale dipendenza dell’anziano è, in genere, espressione di profonde menomazioni della competenza mentale, tali da impedire una comprensibile comunicazione dei propri bisogni e problemi.

ORGANIZZAZIONE, MODALITA’ E STRUMENTI PER LA RIABILITAZIONE NEL PAZIENTE ANZIANO • • Riabilitazione =

ORGANIZZAZIONE, MODALITA’ E STRUMENTI PER LA RIABILITAZIONE NEL PAZIENTE ANZIANO • • Riabilitazione = uso di tutti i mezzi volti alla riduzione dell’impatto della disabilità e della condizione di handicap allo scopo di permettere a persone disabili di ottenere un’integrazione sociale (OMS). Secondo il modello sistemico di riabilitazione, è fondamentale concepire il soggetto come unità bio-psico-sociale, considerare sempre la centralità della persona e tenere a mente i risultati che si vogliono raggiungere. La riabilitazione non deve essere identificata con la semplice rieducazione funzionale (che è solo uno degli strumenti tecnici), ma interviene sull’individuo nella sua globalità Presupposto fondamentale per il raggiungimento di questi obiettivi sono: – – • la presenza di un team multidisciplinare l’impiego di protocolli validati e standardizzati la continuità del programma terapeutico il coinvolgimento attivo del malato e della famiglia Quando si parla di team riabilitativo si intende un gruppo interprofessionale variegato, costituito da componenti fisse e variabili (persona disabile e famiglia, fisiatra, fisioterapista, infermiere, logopedista, psicologo, terapista occupazionale, tecnico ortopedico, assistente sociale, educatore professionale, animatore, assistente spirituale, volontario, dietista, etc. ).