con Lombroso la Scuola Criminale Antropologica coltivata dai
• con Lombroso la Scuola Criminale Antropologica, coltivata dai suoi allievi Mario Carrara (Reggio Emilia 1866 - Torino 1937) nell’Università di Torino e Salvatore Ottolenghi (Asti 1861 - Roma 1934) nell’Università di Roma, fondatore e organizzatore della Scuola di polizia scientifica, e sviluppata con originalità da Benigno Di Tullio (Forlì del Sannio 1896 Roma 1979), discepolo dell’Ottolenghi, che continuò, con orientamento costituzionalistico, lo studio delle caratteristiche bio-psicologiche dei delinquenti.
• Di Tullio riprese con una nuova impostazione la teoria lombrosiana, iniziò uno studio clinico e pluridisciplinare della criminalità, cui erano chiamati a collaborare la biologia per l’individuazione dei fattori organici delitto, la psicologia per lo studio dei meccanismi individuali e di gruppo che conducono all’azione delittuosa, e la sociologia per la precisazione dei fattori ambientali. Confortato dai risultati di ampie e sistematiche ricerche, condotte su una massa di circa 15. 000 delinquenti, nelle conclusioni della sua monografia
Di Tullio • . la vera criminalità, non quella occasionale né quella politico- sociale, si sviluppa sempre sulla base di un’individualità abnorme indicata con il nome di costituzione delinquenziale che è la conseguenza di una ereditarietà morbosa o degenerativa, che «agisce alterando le cellule germinali e lo sviluppo, embrio-fetale specialmente, della personalità individuale, che viene così in generale a presentarsi limitata e difettosa, specialmente per lo scarso sviluppo di quelli che sono gli attributi morfo-fisio-psichici di maggiore dignità evolutiva e quindi di maggiore importanza per la socializzazione e la moralizzazione dell’individuo stesso» ;
• le diverse anomalie psico-fisiche, che si riscontrano nei delinquenti, sono manifestazioni varie della costituzione delinquenziale; • i più importanti orientamenti della costituzione delinquenziale sono: l’ipo-evolutivo o regressivo atavico, il neuro-psicopatico Io psicopatico e il misto; • il concetto di costituzione delinquenziale chiarisce il meccanismo di sviluppo delle diverse forme di criminalità; la personalità abnorme o costituzione delinquenziale rappresenta il fattore essenziale e specifico della vera criminalità, mentre gli altri (di tipo psicologico e sociologico) sono sempre seconda importanza
Questi fattori agiscono attivando le tendenze e le attitudini delinquenziali originarie, favorendone la realizzazione. Tanto, «anche allo scopo di una più facile ed esatta comprensione del meccanismo di sviluppo della stessa pericolosità criminale, e delle sue forme diverse, da quelle cioè più gravi, in cui le stesse tendenze e attitudini delinquenziali originarie si presentano con una facilità maggiore a realizzarsi in forme criminose comuni, da quelle invece meno gravi, in cui la realizzazione delle varie tendenze delinquenziali originarie è subordinata più o meno fortemente all’influenza di quei particolari fattori secondari» , che sono sempre di duplice natura: biologica e sociologica, • - la conoscenza della costituzione delinquenziale ha importanza nella lotta contro la criminalità
• In definitiva, l’azione di fattori biologici e psicologici, biopatologici e psicopatologici - preformati rispetto al crimine e formatisi nel corso delle situazioni criminose è sempre, o quasi sempre, facilitata, nella genesi dell’atto criminoso, dalla spinta di una latente predisposizione al comportamento asociale che si trova nella costituzione individuale. Mentre nella generalità degli individui definiti normali questi fattori criminoimpellenti costituzionali sono contenuti ed equilibrati da altri crimino-repellenti, nei delinquenti costituzionali le pulsioni criminogene risultano più accentuate e, quindi, più facilmente riescono a travolgere la resistenza individuale. Il criminologo deve studiare il reo cosi come il medico studia il suo paziente, allo scopo di individuare caso per caso l’importanza dei vari gruppi di fattori causali, tenendo presente che ogni autore di reati è un individualità psico-biologica che, per un insieme di caratteristiche, si differenzia da ogni altra
• Di Tullio, tra i fondatori della Società Internazionale di Criminologia (1934), ha il merito di aver conservato e utilizzato gli spunti migliori del pensiero lombrosiano, arricchendone l’eccessivo somatismo con le intuizioni sociologiche del Ferri
Edoardo, frate Agostino, Gemelli • Tra i critici della Scuola Positiva si annovera, tra gli altri, Edoardo, frate Agostino, Gemelli (Milano 1878 - 1959) che nel 1911 dopo la morte di Lombroso, intitolava un suo scritto Cesare Lombroso: i funerali di un uomo e di una dottrina. Egli contesta la validità scientifica delle concezioni naturalistiche e deterministiche del reato, che conducono a considerare il delitto come atto necessitato. La reazione del Gemelli e della sua Scuola si inquadra nell’opposizione al positivismo e nella difesa del libero arbitrio posto a fondamento della responsabilità individuale che la tesi dellorigine biologica delitto finiva per disconoscere.
• Il delinquente con le sue azioni persegue fini personali che a lui si presentano «come valori» , e l’intelligenza e la volontà costituiscono il principio unitario e di guida del complesso della personalità, capace di controllare anche condizioni biologiche predisponenti, che non siano tali da acquisire significato di malattia mentale; pure le cause esterne, per divenire motivo dell’azione criminosa, devono essere interiorizzate ed elaborate nella psiche individuale
• Il delitto si consuma tutto nella personalità umana che lo idea, lo prepara, lo organizza e lo realizza, per influenza anche di condizioni esterne che agiscono come stimoli. Agostino Gemelli, che vedeva scossi con il positivismo i postulati della sua fede, difende il libero arbitrio e si oppone a qualsiasi spiegazione che necessariamente, con un’interpretazione totalizzante dell’etiologia del crimine, teorizzi il delitto come destino
• l’approccio psicologico del Gemelli e quello costituzionalistico del Di Tullio trovano però un punto di incontro laddove entrambi affermano la necessità di spostare l’indagine dal reato al reo e di approfondire l’esame della sua personalità, per cogliere, nella palpitante realtà, le cause e i motivi della sua condotta.
• Così, gli studi di antropologia criminale orientati già con Di Tullio all identificazione dei fattori bio-psico-sociologici concorrenti a determinare il comportamento criminoso, e tesi, attraverso proposte di prevenzione e di trattamento individualizzato, alla difesa sociale - finirono per trovare consensi anche nell’ambiente cattolico
• ogni approccio individualistico, è di per sé incapace di fornire spiegazioni scientifiche a un fenomeno la cui definizione e la cui esistenza sono dialetticamente connesse con variabili economico-sociali, politiche, culturali e normative
- Slides: 13