COMUNICAZIONE LINGUE MINORITARIE DIALETTI La comunicazione verbale dal
COMUNICAZIONE, LINGUE MINORITARIE, DIALETTI La comunicazione verbale, dal latino cum + munire, legare, costruire da cui il verbo latino communico, mettere in comune, far partecipe è il processo con cui secondo determinate modalità si trasmettono informazioni da un individuo ad un altro
Nel processo interagiscono soggetti diversi, perché la comunicazione verbale non è mai unidirezionale. Se un soggetto parla, ma non ascolta, avviene soltanto una trasmissione di informazioni o di segni
La differenza? La prima è la comunicazione come atto di cooperazione tra due o più individui (famiglia, scuola ufficio ecc. ) La seconda è soltanto una trasmissione unidirezionale, senza possibilità di replica, (es. la televisione, a parte le trasmissioni interattive).
La comunicazione di cui parliamo in geografia è quella verbale, cioè l’uso del linguaggio sia scritto che orale, e che dipende da precise regole sintattiche e grammaticali. Altre forme: • Comunicazione non verbale (mimiche facciali, sguardi, gesti, posture) • Comunicazione para verbale (volume e ritmo della voce di chi parla, pause)
“Cominciai a parlargli dicendo che lo avrei chiamato Venerdì, poi gli insegnai a dire padrone … ugualmente gli insegnai a dire sì o no
I glottologi fanno risalire il linguaggio ad un periodo comparso tra 165. 000 e 300. 000 anni. Le lingue parlate attualmente sono 103. (Association for Language Learning)
Le lingue più diffuse nei cinque continenti sono l’inglese, il francese, lo spagnolo, cui alcuni analisti aggiungono il portoghese; quest’ultimo, in realtà si parla solo in Portogallo, in Brasile e in minuscole isole del planisfero: i 210 milioni di brasiliani che lo hanno come lingua ufficiale costituiscono il 90% di coloro che parlano portoghese.
La lingua, dunque, essendo mezzo di comunicazione, assume minore o maggiore importanza in funzione della sua diffusione. Ma ci sono eccezioni: nel caso dell’ U. E. , ad esempio, il gran numero di lingue parlate dovrebbe essere considerato una ricchezza, diventare strumento di apertura e tolleranza, capace di trasformare la diversità linguistica in opportunità.
Il multilinguismo è importante anche dal punto di vista dell’integrazione. Un caso particolare è il pidgin, alterazione fonetica cinese del termine inglese business, nato come mezzo di comunicazione verbale semplificato e costituito da vocaboli appartenenti ai vari gruppi di lingue dei partecipanti a riunioni d’affari, con grammatica pressoché inesistente. Quando il pidgin si evolve, si trasforma in lingua creola
La lingua può essere anche strumento di discriminazione. In questo senso la città è oggi una realtà plurilingue, che da un lato è strumento di standardizzazione linguistica e unificazione e dall’altro luogo di contatto conflittuale, di meticciaggio, nonché di colonizzazione linguistica. (Es. il serbo non si scrive più con i caratteri latini, solo cirillici)
La lingua è un organismo in movimento, come dimostrano i nostri 180. 000 lemmi in continua evoluzione
Il linguaggio sul web Molti, però, sostengono che le lingue sono in estinzione, sopraffatte dal linguaggio mediatico sostenendo che: 1. il linguaggio di internet è una interazione che ci consente di scrivere quello che una volta dicevamo in modo enfatico; 2. Il linguaggio di internet è più veloce e immediato.
Un consiglio per l’elaborazione della tesi 1. Utilizzare il linguaggio tradizionale 2. . 2 B||!2 B: (questa è la soluzione) VIETATO 3. Ricordarsi di George Foki (To quack)
Le lingue minoritarie • La problematica delle lingue minoritarie ha acquistato rilievo e visibilità dal secolo scorso, a causa dei cambiamenti sociali, culturali, economici e geopolitici che si sono succeduti. Oggi è uno dei temi più ‘caldi’ nell’ambito delle questioni che concernono le relazioni fra la lingua, la cultura e la società.
Una lingua minoritaria è un sistema linguistico che deve essere : a) utilizzato presso una o più comunità o gruppi parlanti in una determinata entità politico-amministrativa; b) diverso dalla lingua ufficiale e nazionale di cui l’area in questione fa parte; c) parlato da una minoranza della popolazione dell’entità politico-amministrativa d) simbolico di identità etnica o culturale per una quota considerevole della popolazione.
Un manifesto pubblicato dalla Comunità Montana di Pinerolo
Le lingue minoritarie sono afflitte da un processo di regressione (obsolescenza linguistica), che porta alla morte della lingua. Esse, considerate retaggio del passato e marginali nel mondo moderno, sono soggette in vario modo alle pressioni della cultura e della lingua o delle lingue dominanti nel Paese, quindi minacciate di estinzione. Gli esempi non sono solo europei, ma riguardano un po’ tutti i continenti
Dichiarazione sui diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche 18 dicembre 1992 Le Nazioni Unite promuovono e incoraggiano il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione. La Dichiarazione ribadisce la necessità di garantire la realizzazione di strumenti internazionali per assicurare eguali diritti delle persone appartenenti a minoranze nazionale o etnica, religiosa e linguistica
IL NAPOLETANO: LINGUA O DIALETTO? Il dialetto è la fornma linguistica più diffusa nel popolo e nel popolo si conserva pressoché invariata l’eredità linguistica precedente Ogne scarrafone è bello â mamma soja
Ne Lo cunto de li cunti esiste la prima trascrizione della favola della letteratura occidentale
. Nel 2010 l’UNESCO, paladina delle diversità linguistiche pubblicò la terza edizione dell’Atlas in the World’s Languages in Danger. In quest’opera il napoletano è definito “lingua vulnerabile”, perché parlato da molti, ma limitato ad alcuni ambiti sociali, come la casa e la famiglia
Cuore di mamma napoletana
Il riconoscimento Unesco è ben altra cosa dall’affermazione (molto divulgata) che sia la seconda lingua ufficiale dell’Italia, ma costituisce implicitamente una conferma che sia la più parlata in Italia dopo l’italiano, grazie alla sua diffusione in tutto il Mezzogiorno d’Italia, sebbene con alcune differenze linguistiche e lessicali
Alcuni esempi • • Lazaro Faragliune Muorzo Nippolo Pàccaro Riggiola Sparatrappo
ALCUNI ESEMPI • • Tamarro Tavuto Vrenzola zimmaro
Se va male l’esame, potrete consolarvi in napoletano Meglio ‘nu ciuccio vivo, ca ‘nu scenziato muorto (per il troppo studio) Ciuccio, termine che molti vogliono derivato dall’italiano ciuco e tanti altri definiscono genericamente onomatopeico, ma risale etimologicamente alla radice sciach dell’arabo sciacharà= ragliare, che è il verso proprio dell’asino
La Facoltà di Sociologia dell’Università Federico II ha istituito un corso di sociolinguistica, con particolare riferimento al quadro linguistico e dialettale della Campania: nel 2017 i professori Nicola De Blasi (Linguistica italiana) e Francesco Montuori (Storia della lingua italiana) hanno tenuto un seminario di trenta lezioni gratuite di dialettologia
- Slides: 42