COMUNICAZIONE ASSERTIVA REGOLE BASE PER ESSERE EFFICACI SIMONE
COMUNICAZIONE ASSERTIVA REGOLE BASE PER ESSERE EFFICACI SIMONE RASETTI – MILANO 3 OTTOBRE 2015 1
CHI SONO IO… • SIMONE RASETTI • 46 anni • Militante, giornalista e formatore 2
OGGI PARLIAMO DI… • • Il valore delle relazioni nella comunicazione Comunicare non solo a parole Noi e i media Public speaking 3
RELAZIONI INTERPERSONALI & COMUNICAZIONE 4
LA CITAZIONE • “E’ bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio” (Abate Joseph Dinouart) 5
LA CITAZIONE “Comunque ci si sforzi, non si può non comunicare. L’attività e l’inattività, le parole e il silenzio hanno tutti un valore di messaggio” (Paul Watzlawick) 6
Modello dei determinanti reciproci del comportamento La relazione interpersonale i filtri valoriali ed emotivi Pathos Logos Dialogo Ethos
I FILTRI PERCETTIVI Tratti della personalità archivio delle esperienze razionali ed aspettative emotive contingenti Valori personali Input attività sensoriale realtà “interna” Attività Percettiva
• Comunicazione deriva dalla parola “communis” che sta a significare “mettere in comune” 9
• Le persone tendono a riprodurre come cliché quasi sempre il loro stile prevalente di comunicazione • E’ più autorevole non chi comunica di più ma chi comunica meglio 10
I CONDIZIONAMENTI DELL’ESPERIENZA Michele Fanello 11
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ASCOLTO ATTIVO • L’ideogramma cinese per la parola ASCOLTARE Tu Orecchio Occhi Attenzione unitaria Cuore
LA CITAZIONE • “Dio ci ha dato due orecchie e una sola bocca. Alcuni dicono che è perché voleva che il tempo che passiamo ad ascoltare fosse doppio del tempo che passiamo a parlare. Altri sostengono che è perché sapeva che ascoltare è il doppio più difficile che parlare”. (Anonimo) 15
UNA COMUNICAZIONE EFFICACE • Riduce le conseguenze negative prodotte da una situazione critica • Evita conflitti inutili • Aumenta i vantaggi di una situazione favorevole 16
• “Parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi” (Galileo Galilei) • Perciò dove trionfa l’antilingua – l’italiano di chi non sa dire ho fatto ma deve dire ho effettuato – la lingua viene uccisa”. (Italo Calvino) 17
REGOLE D’ORO • • • Conoscere il destinatario Usare appropriati veicoli di trasmissione Saper suscitare interesse Ascoltare e valutare le reazioni del destinatario La comunicazione non è mai a senso unico Comunicazione sartoriale 18
COMUNICARE NON SOLO CON LE PAROLE 19
NON SOLO PAROLE • Il 38% della valenza di una comunicazione è data dalla comunicazione paraverbale • Il 55% della valenza è data dalla comunicazione non verbale • Il 7% della valenza è data dalla comunicazione verbale 20
• Discorso standard 10%, con ausilio visivo 50% 21
PROSSEMICA • Distanza intima 4 -5 centimetri • Distanza personale (45 -120 centimetri) interazione tra amici • Distanza pubblica (oltre 3. 5 metri) 22
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• • Braccio “protettivo” Difformità interpretativa: il no bulgaro Orientazione fianco a fianco: intimità Orientazione frontale: formale e competitivo 24
La comunicazione deve essere centrata sull’interlocutore: • Età • Livello culturale • Caratteristiche della personalità • Opinioni politiche 25
DOMANDE DA PORSI • Che cosa voglio dire? (il messaggio) • A chi lo sto comunicando? (il pubblico bersaglio) • Quali risultati voglio che il mio messaggio produca? (impatto) • Qual è il modo migliore per raggiungere il mio uditorio? (il mezzo) • Qual è il momento migliore per dirlo? (il tempo) 26
RIASSUMENTO • Chi • Cosa • Come • Dove • Quando 27
LO SGUARDO PARLA 28
LA CITAZIONE “Tu non farmi domande, io non ti dirò bugie” (Anonimo inglese) 29
LO STUDIO NEUROLOGICO • Quando mentiamo l’attività cerebrale è molto simile a quando siamo impegnati in difficili calcoli 30
• Chi mente prova tre emozioni: ① Ansia e paura ② Senso di colpa ③ Autocompiacimento 31
LE SENTINELLE DELL’INGANNO ①Asimmetria: chiedete di imitare emozioni e ne avrete la prova ②Tempo troppo lungo ③Tempo di innesco sfasato ④Il mento non mente: Vespa (aquilano d’origine) mentre commenta in diretta il terremoto trattiene le lacrime ma non il mento che trema (costretto a comprimere le labbra) ⑤Sorriso imbarazzato 32
NOI E I MEDIA 33
LA CITAZIONE • “Tutti i giornalisti sono, per via del loro mestiere, degli allarmisti: è il modo di rendersi interessanti” (Schopenhauer) 34
LA LINEA GUIDA • Tra le prime notizie, gli abusi in Transilvania del Conte Dracula • Le quattro “s” (sesso, soldi, sangue e sport) 35
FORMA MENTIS • • Vive nella competizione continua coi colleghi Notizia: “il padrone morde il cane” e non viceversa Non esiste l’oggettività Non dirà mai che ha fatto lui il titolo 36
DOVE NASCE LA NOTIZIA • • La gerarchia all’interno delle redazioni Differenza tra chi scrive e chi mette in pagina E tra chi scrive e chi titola L’influenza della politica e delle amicizie 37
COSA PUO’ (E NON PUO’) FARE • • • Ha il diritto-dovere della riservatezza della fonte Gestire le informazioni sulla sfera personale Appartiene a un ordine, ha potere e sa di averlo Ha sempre l’ultima parola Ha l’obbligo della rettifica 38
LA RETTIFICA • La legge (1948) impone che la pubblicazione della rettifica avvenga entro due giorni dalla richiesta con le medesime caratteristiche tipografiche e sulla stessa pagina della notizia diffamatoria. Le rettifiche o dichiarazioni devono essere pubblicate nella loro interezza purché contenute entro il limite di trenta righe. • Multa irrisoria • La mancata rettifica è considerata non reato ma semplice illecito amministrativo 39
• Una smentita è una notizia data due volte (Mario Missiroli) • C’è da avere più paura di tre giornali ostili che di mille baionette (Napoleone) • Il giornale che si legge al mattino a mezzogiorno è buono per pulire i vetri (mia madre) 40
QUANDO UN FATTO DIVENTA NOTIZIA • • • Carica di novità in relazione al tipo di pubblico L’importanza pratica La vicinanza fisica o semplicemente psicologica Emozioni e senso di attesa Lo sviluppo che un argomento promette Il carattere di esclusiva 41
IL COMUNICATO STAMPA • • E’ lo strumento principe Va preparato secondo rigorosi criteri giornalistici (5 W) Scegliere in modo preciso gli argomenti Esporli rispettando un ordine logico Il testo deve essere chiaro e comprensibile Bisogna semplificare il linguaggio Deve avere un buon “attacco” 42
GLI ERRORI PIU’ COMUNI • • Non c’è la notizia La notizia c’è ma è in fondo al comunicato L’attacco è autoreferenziale Il tono è autocelebrativo Il lead non ha le 5 W Troppi gerundi e subordinate L’oggetto non c’è o è generico 43
LA CONFERENZA STAMPA • Si utilizza per eventi di grande rilevanza • Va adeguatamente preparata con comunicato e cartella stampa 44
L’APPROCCIO • Parlare in modo chiaro e il meno tecnico possibile • Meglio se si può fornire un testo di appoggio • Non entrare in conflitto perché l’ultima parola è sempre la sua • Mai dire più di quando è opportuno che scriva 45
L’INTERVISTA • Asimmetria dei ruoli di intervistato e intervistatore • Non sempre l’intervistato conosce le domande, fondamentale l’approccio iniziale • Siate voi stessi, il più naturali possibile, attenti ma non ansiosi, aperti ma concentrati • Rilassati, avete il diritto di sbagliare • Il vostro interlocutore vi aiuterà, se ha accettato di incontrarvi è perché in un modo o nell’altro vi trova il suo tornaconto 46
STESSA NOTIZIA, TITOLI DIVERSI • Osserviamo come ognuno di noi abbia il suo punto di vista e come ognuno di questi sia corretto LA VICENDA • Un giornalista intervista il sindaco sulla nuova viabilità cittadina 47
TITOLO OSTILE Nuova viabilità girone infernale Tanti cambi e molta confusione nonostante le rassicurazioni del sindaco: “Ci vuole tempo e pazienza prima di vedere i primi benefici” 48
TITOLO NEUTRALE Nuova viabilità Ecco la mappa Sensi unici e parcheggi a rotazione. Il sindaco: provvedimento operativo entro due settimane 49
TITOLO FAVOREVOLE Nuova viabilità “Ascoltati i cittadini” Il piano straordinario varato dal Comune porterà subito benefici. Il sindaco: “Pochi disagi e molti vantaggi” 50
PARLARE IN PUBBLICO 51
LA CITAZIONE • “Solitamente mi ci vogliono tre settimane per preparare un valido discorso improvvisato” (Mark Twain)
LA MASSIMA • I professionisti semplificano, gli inesperti complicano 53
PREMESSA • Per essere un buon comunicatore non è necessario essere dotati di parlantina • La postura del capitano • Tecnica dei due millimetri 54
Può essere molto difficile o molto facile, dipende da: • personalità e carattere • da quello che il relatore rappresenta agli occhi dell’uditorio • dagli umori del pubblico • dalle aspettative del pubblico e dalla sua disponibilità ad ascoltare • dal contenuto del discorso che l’oratore può o deve formulare nel tempo a sua disposizione • dalla precisa situazione ambientale e psicologica nella quale l’oratore si trova a parlare 55
• La nostra immagine e il contenuto del messaggio non sono frutto del caso ma sono il risultato di una nostra programmazione 56
Per dare forma a un messaggio ricordare: ① la comunicazione ha sempre una finalità (obiettivi) ② la comunicazione ha sempre un destinatario (pubblico) ③ la comunicazione ha sempre una fonte (noi) ④ La comunicazione ha sempre una struttura (scaletta) 57
• E’ importante stabilire cosa voglio dire e cosa voglio ottenere • Per mancanza di tempo si dimentica di pensare bene • Per essere efficaci bisogna chiarire subito qual è l’obiettivo cercando di rispondere a queste domande: ① sto proponendo problemi od offrendo soluzioni? ② sto formulando degli interrogativi o illustrando delle risposte? 58
• Alleggerire le esposizioni molto tecniche con degli esempi • Al contrario è bene supportare discorsi emozionali con qualche dato 59
APERTURA • • Presentazione personale Attirare l’attenzione Commentare i punti principali e gli obiettivi Spiegare la metodologia che si utilizzerà 60
CORPO • • Discorsi facili da seguire Tutti devono essere in grado di seguire Esporre in modo ordinato gli argomenti Servirsi di dati o esempi 61
CONCLUSIONE • Il modo migliore per realizzare un buon discorso è terminarlo bene • Le persone tendono a ricordare gli inizi e le conclusioni 62
LE OBIEZIONI ① Emotive (contro il relatore) ② Razionali (nel merito) 63
Possono essere gestite con tre tecniche fondamentali: ① La tecnica dell’eco ② La tecnica dello specchio ③ La tecnica del perché 64
I CINQUE POTERI DI UNA PRESENTAZIONE ① Obiettivo ② Schema ③ Uno-a-uno ④ Sintesi ⑤ Forma 65
I CINQUE SASSOLINI DI KRYPTONITE • Il caos • Il troppo che stroppia • La sindrome di Arlecchino • Il terrore del pixel bianco • Il complesso del tuttologo 66
I SI’ DELLE SLIDE • Frasi brevi, che occupano al massimo 4 righe • Se le righe sono meno di quattro, tanto meglio 67
L’ORDINE DEL SERGENTE • Dico ciò che dirò • Lo dico • Ridico ciò che ho detto 68
Dico ciò che dirò • Attenzione: ora vi dirò che cosa dovrete mettere nello zaino domattina quando partiremo per la marcia 69
Lo dico • Nello zaino dovete mettere: il sacco a pelo, il telo tenda, la carta topografica, la bussola, la biancheria di ricambio, la gavetta … 70
Ridico ciò che ho detto • Dunque, abbiamo visto come dev`essere composto lo zaino • Attenti: chi si presenterà con l`equipaggiamento incompleto sarà punito 71
COME SI FA UN TITOLO • Pensiamo ai giornali • Esprime il concetto e solitamente è ad effetto • Ha un’alta dose di soggettività 72
ESERCITAZIONE • Secondo voi quanti errori sono presenti in questo “setting” di presentazione? 73
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