COMPORTAMENTI PROBLEMA PREMESSA ESECUZION E GESTIONE DELLE CONSEGUENZE
COMPORTAMENTI PROBLEMA PREMESSA
ESECUZION E GESTIONE DELLE CONSEGUENZE RINFORZO COMPORTAMENTO PROBLEMA ANTECEDENTI COMPORTAMENTO
Comportamento problema Definizione Un comportamento è definibile come problematico se: 1. Rende più difficile imparare cose nuove; 2. Rende più difficile fare cose già acquisite; 3. Costituisce un elemento significativamente di disturbo; 4. Costituisce un elemento di pericolo
Esempi di comportamenti problema
Mangiare la colla Modalità di approccio sociale: Buttarsi a terra urla pianto Non accetta nulla che riguardi il pasto.
Esempi di comportamenti problema
Obiettivi di intervento 1. Far decrescere indirettamente la frequenza dei comportamenti inadeguati 2. Incrementare i comportamenti adeguati: • • abilità comunicative altre abilità
Procedure di intervento Estinzione Rinforzo differenziale
1. Decrescere i comportamenti inadeguati Procedure di intervento Estinzione Rinforzo differenziale
Estinzione Definizione Processo per il quale una conseguenza rinforzante, che fino ad un certo momento segue il comportamento non viene più fornita Si tratta di identificare le conseguenze positive che mantengono un comportamento ed eliminarle
PRIMO PASSO: ANALISI FUNZIONALE: 1. Grazie al suo comportamento il bambino ottiene attenzione? 2. Ottiene qualcosa di gradito? 3. Ottiene l’evitamento al compito?
Funzioni del comportamento 1. Ottenere oggetto o attività gradita; 2. Ottenere attenzione; 3. Ottenere un benessere fisiologico (stereotipie/autostimolazioni); 4. Evitamento/fuga; 5. Evitare malesseri fisici.
Analisi funzionale A-B-C Metodo che permette di analizzare la relazione tra due variabili e la funzione comunicativa del comportamento. Il comportamento è influenzato da eventi antecedenti e conseguenti: Gli antecedenti provocano il comportamento (stimoli discriminativi o avversativi); Le conseguenze determinano se il comportamento E aumenterà di frequenza o si estinguerà. S E M P I
A Antecedenti: Tutto ciò che viene prima o precede il comportamento B, ovvero • Data, orario, situazione • Persone presenti • Attività in corso • Cosa fa l’interlocutore subito prima del comportamento B B Comportamento: • Il comportamento problematico C Conseguenze: Tutto ciò che segue il comportamento B, ovvero • Cosa cambia nell’ambiente • Cosa fa l’interlocutore subito dopo il comportamento B
DESCRIZIONE DEI COMPORTAMENTI OPERATIVA OGGETTIVA comportamenti osservabili, che devono essere definiti in maniera tale chiunque osservi deve potersi trovare d’accordo sul fatto che il comportamento è stato emesso o meno. DESCRIVO QUELLO CHE VEDO NO GIUDIZI, INTERPRETAZIONI
DESCRIZIONE DEI COMPORTAMENTI Oggettiva- Operativa Soggettiva- interpretativa M. Sbatte la testa sul tavolo M. È arrabbiato M. Piange per 10 minuti M. È stanco di lavorare M. Corre e sventola le mani M. È agitato, infastidito …… ……
Esempi di analisi funzionale A-B-C A B C In classe; ore 11. 30 La maestra di classe dice ai bambini di scrivere G. Non prende la penna, continua a giocherellare con il didò L. (ins. Sost) gli apre il quaderno e gli dice di scrivere G. Va alla cattedra e giocherella con le card dei puffi L. Lo a prendere per riportarlo al banco G. Si butta per terra Le ins cercano di e dice “se non mi tirarlo su a forza danno la 77 non mi alzo” Le ins cercano di Ripete la frase e L. Offre a G. di
PICCO DI ESTINZIONE Quando iniziamo ad applicare la procedura di estinzione ci potremmo facilmente trovare di fronte a ciò che definiamo PICCO DI ESTINZIONE Incremento del comportamento problema in termini di intensità, durata e frequenza.
Rappresenta la fase più delicata del processo di estinzione, in quanto se cediamo in questo momento non verrà rinforzato il comportamento problematico originario, bensì quello attuale più intenso, frequente e duraturo, dal quale il bambino ripartirà la volta successiva.
Precauzioni d’uso 1. Identificare esattamente tutti i rinforzatori che mantengono il comportamento; 2. Modificare la situazione antecedente in modo da renderla meno avversiva evitando l’insorgere del comportamento; 3. Quando si inizia la procedura di estinzione va condotta con la massima coerenza e costanza; 4. Tenere presente “il picco di estinzione” e non cedere in quel momento; 5. Tutte le persone che vivono e lavorano introno al bambino dovrebbero concorrere alla medesima procedura di estinzione.
6. Fondamentale che il comportamento problematico non sia mai seguito da NESSUNA CONSEGUENZA GRATIFICANTE Tecnica del TIME OUT allontanare il bambino per qualche minuto da ogni possibile fonte di rinforzo o stimolo; può essere utile a tal scopo predisporre una sedia o un luogo utilizzato sempre e solo a tal scopo in modo che venga riconosciuto dal bambino in maniera chiara e concreta.
ALCUNI ACCORGIMENTI 1. Spiegare al bambino cosa non deve fare e quale sarà la conseguenza delle sue azioni avvalendosi quando occorre di supporti gestuali e/o visivi; 2. Nel momento della manifestazione del comportamento problematico limitarsi a descrivere brevemente ciò che ha fatto (hai buttato a terra il materiale) e cosa dovrà fare (siediti sulla sedia); 3. Se il bambino protesta, ignorarlo e riportarlo sempre al luogo dedicato al time-out fino a che non rimane consecutivamente nel time-out per il tempo prestabilito (dai 2 ai 5 minuti). 4. Quando il tempo è scaduto dire semplicemente “puoi andare” (avvalendosi se occorre di una sveglia o un campanello che segna il termine del time-out) e gratificare ogni comportamento adeguato.
Sperimentale adeguatamente e con coerenza la strategia MA accertarsi che il comportamento inizi a ridursi altrimenti cambiare strategia
2. Incrementare i comportamenti adeguati: Procedure di intervento Estinzione Rinforzo differenziale
Rinforzo differenziale Premessa: La sola eliminazione di un comportamento problematico non è sufficiente Le strategie di estinzione saranno maggiormente efficaci se accompagnate da strategie che mirano a “riempire” il buco lasciato dal comportamento problema con comportamenti più funzionali. Si tratta dunque di Insegnare nuove abilità che permettano all’allievo di raggiungere il medesimo risultato desiderato che prima otteneva con il comportamento problematico
EQUIVALENZA FUNZIONALE Tra il comportamento alternativo ed il precedente schema di comportamento disfunzionale permettendogli di ottenere dall’ambiente le stesse conseguenze positive Non tolgo i rinforzi MA li dirigo verso comportamenti adattivi
Definizione pratica La strategia si fonda sull’estinzione del comportamento problematica attraverso l’eliminazione delle conseguenze che li mantengono, re-distribuendo tali rinforzi verso comportamenti utili, adeguati e funzionali. DRO DRI DRC
DRO Rinforzare comportamenti “ALTRI” (Other) ovvero gratificare periodi di assenza del comportamento problema Vantaggi: semplice e di buona efficacia; Svantaggi: poco precisa e diretta. DRI Rinforzare comportamenti “INCOMPATIBILI” rispetto al comportamento problema (per ogni comportamento problematico è possibile individuare diverse azioni incompatibili). DRC Rinforzare comportamenti comunicativi adeguati
I comportamenti incompatibili o alternativi dovrebbero già esistere nel repertorio della persona • Meglio sarebbe se richiedessero uguale, o minor sforzo del CP • Devono essere presenti ad un livello tale da permettere sufficienti opportunità di rinforzamento (se così non fosse è necessario intervenire attivamente per promuoverli e non attendere la loro emissione spontanea) • Devono avere la possibilità di essere rinforzati naturalmente dall’ambiente, dopo la fine dell’intervento I comportamenti alternativiincompatibili devono essere rinforzati immediatamente (subito dopo la loro emissione) e, Inizialmente, in modo continuo (ogni volta che vengono emessi), per poi passare ad un rinforzo intermittente.
Esempi
ESECUZIONE TECNICHE COMPLESSE CHAINING SHAPING
TECNICHE COMPLESSE Le tecniche di intervento complesse sono solitamente utilizzate per la costruzione di abilità molto lontane da ciò che il bambino è in grado di fare e per le quali le procedure di rinforzamento non possono bastare. Oltre alle tecniche fin’ora illustrate ne esistono altre che prevedono una gestione più Complessa degli antecedenti e contemporaneamente delle conseguenze del comportamento da insegnare
ESECUZIONE TECNICHE COMPLESSE CHAINING SHAPING Utile per l’insegnamento di abilità inerenti la sfera delle AUTONOMIE
Chaining: concatenamento Premessa Molte abilità complesse sono costituite da una sequenza di azioni semplici che si susseguono in un ordine praticamente fisso, che solitamente vengono messe in pratica meccanicamente, in modo automatico. Al termine di tutte le sequenze la conseguenza finale (rinforzo) consolida l’intera abilità.
In tali sequenze l’esecuzione di ogni anello della catena costituisce lo SD per l’attivazione del comportamento che realizzerà l’anello successivo. Il rinforzo della catena è solitamente uno solo collocato al termine E dell’intera sequenza S E M P I O Mani sporche: SD per andare verso il lavandino Lavandino: SD per aprire il rubinetto Rubinetto aperto: SD per mettere le mani sotto l’acqua Mani bagnate: SD per asciugarle. Rinforzo: mani pulite
Nella pratica … üÈ necessario identificate le singole azioni che compongono la sequenza della catena; analisi del compito o TASK ANALYSIS üInsegnare ogni azione nell’ordine corretto üFare in modo che il rinforzo finale consolidi l’intera catena.
Due varianti pratiche Concatenamento retrogrado Concatenamento anterogrado
Concatenamento retrogrado: all’indietro Con questa tecnica si guida l’alunno in tutte gli anelli della catena dell’azione eccetto l’ultimo al quale segue un rinforzo; quando l’allievo dimostra di aver acquisito in maniera automatica questo ultimo anello procederemo facendo fading: la guida verrà data a tutti gli anelli eccetto gli ultimi 2 poi gi ultimi 3 e così via facendo sempre seguire all’ultimo anello della catena il rinforzo. E S Vantaggi: E M • apprendimento in modo graduale; P • modalità naturale di apprendimento; I • uso modesto del rinforzo (solo al termine dell’intera sequenza). O
ABILITA’: fare un panino SUDDIVISIONE in azioni semplici: a)prendere il pane dalla dispensa; b) prendere prosciutto e formaggio dal frigorifero; c)mettere gli ingredienti dentro al panino; d) chiudere il panino; e) mettere il panino nel tostapane; f) impostare il timer. a) b) c) d) e) f) a) b) c) d) e) f) R R R R Con guida Autonomo R Rinforzo
Concatenamento anterogrado: in avanti Con questa tecnica si lascia l’alunno agire autonomamente durante la prima azione, dopo la quale viene rinforzato, poi viene guidato in tutte le rimanenti azioni; E S E M P I O
ABILITA’: fare un panino SUDDIVISIONE in azioni semplici: a)prendere il pane dalla dispensa; b) prendere prosciutto e formaggio dal frigorifero; c)mettere gli ingredienti dentro al panino; d) chiudere il panino; e) mettere il panino nel tostapane; f) impostare il timer. a) b) c) d) e) f) a) R b) c) d) e) f) a) b) R c) d) e) f) a) b) c) R d) e) f) a) b) c) d) R e) f) a) b) c) d) e) R f) a) b) c) d) e) f) R Con guida Autonomo R Rinforzo
ESECUZIONE TECNICHE COMPLESSE CHAINING SHAPING
Shaping: modellaggio Tecnica per l’insegnamento di comportamenti nuovi, diversi da ciò che il bambino sa fare attualmente. üÈ necessario identificare gli obiettivi intermedi che permettano di raggiungere l’obiettivo terminale rinforzando ogni gradino fino a che dimostra di essere acquisito; üdopo di ché andrà rinforzato solo il gradino successivo, che si approssima alla meta.
Lo shaping può essere sia applicato sul comportamento dell’alunno Obiettivo terminale: meta Stefano starà seduto e lavorerà ad un semplice Shapin compito per 5 minuti g consecutivi; E S E M P I O OBIETTIVI INTERMEDI 1. giocherellare a terra ma seduto e non disteso; 2. giocherellare vicino alla sedia; 3. giocherellare sulla sedia; 4. Iniziare una semplice attività su richiesta sulla sedia; 5. rimanere seduto sulla sedia a svolgere l’attività per tempi progressivamente più lunghi; 6. svolgere la stessa semplice attività sul banco per tempi progressivamente più lunghi.
Sia sullo stimolo (per facilitare compiti di associazione e discriminazione). Rendere lo stimolo più o meno evidente per facilitare l’emissione della risposta corretta E S E M P I O Insegnare il colore giallo in comprensione. Di fronte al bambino due colori giallo e rosso; quello rosso viene disegnato più piccolo oppure quello giallo più grande. Anche in questo coso il modellaggio dello stimolo sarà gradualmente più sfumato fino a scomparire.
-Aiuti ; -Modellaggio; -Semplificazione del compito; -Rinforzi Perché facciamo tutto questo?
Apprendimento senza errori Insegna da subito il comportamento corretto; rendi l’apprendimento ricco di successi (occasioni di rinforzo). Vantaggi: 1. evita la frustrazione dell’errore; 2. Evita che l’errore diventa parte della risposta corretta. E S E M P I
Abbinamento colore: Il bambino mette la pallina rossa nel cestino giallo; lo correggo la mette nel cestino rosso e rinforzo. Il bambino potrebbe non associare che l’azione corretta sia di abbinare giallo con giallo ma abbinare prima giallo con rosso e poi giallo con giallo: apprende l’intera catena comprendendo l’errore.
Come generalizziamo? Fattori che favoriscono la generalizzazione (Stokes and Baer - 1977) Insegnamento nell’ambiente in cui l’abilità dovrà essere esibita. Variazione delle condizioni d’insegnamento, estendere l’intervento ad altre condizioni. Programmazione di stimoli comuni e rinforzi presenti nell’ambiente naturale. Insegnamento con un numero sufficiente di varianti dello stimolo. Insegnamento di numero sufficiente di varianti della risposta. Portare il comportamento sotto controllo delle contingenze naturali di rinforzo. Uso di un programma di rinforzo intermittente.
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