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CINOGNOSTICA APPLICATA AL CARLINO CONTEMPORANEO in esposizione e per l’allevamento Secondo gli studi aggiornati

CINOGNOSTICA APPLICATA AL CARLINO CONTEMPORANEO in esposizione e per l’allevamento Secondo gli studi aggiornati di cinotecnia morfofunzionale, morfostrutturale e morfotipologica Relatore: Antonio Crepaldi Convention CIAC – Imola 27 maggio 2012

ARGOMENTI DI CINOGNOSTICA • • Cinognostica generale Cinometria Cinognostica descrittiva Statica Dinamica Cinematica Valutazione

ARGOMENTI DI CINOGNOSTICA • • Cinognostica generale Cinometria Cinognostica descrittiva Statica Dinamica Cinematica Valutazione morfofunzionale Cinognostica speciale

CINOGNOSTICA GENERALE • Origine ed evoluzione storica della scienza zoognostica applicata al cane •

CINOGNOSTICA GENERALE • Origine ed evoluzione storica della scienza zoognostica applicata al cane • Forma e funzione • Concetto di bellezza zootecnica • Proporzioni ed armonia

ORIGINE ED EVOLUZIONE STORICA DELLA SCIENZA ZOOGNOSTICA APPLICATA AL CANE • Cronologia: • -

ORIGINE ED EVOLUZIONE STORICA DELLA SCIENZA ZOOGNOSTICA APPLICATA AL CANE • Cronologia: • - fine 800 = traduzione della zoognostica del cavallo in zoognostica del cane avvenuta in Francia da parte di Pierre Megnin • - prima metà del 900 = sviluppo della scuola cinognostica francese incentrata sulla morfologia (Pierre Megnin, Baron, Dechambre, Cornevin, Paul Megnin, Herout, Luquet) • - metà 900 = importazione in Italia della cinognostica francese con magistrale interpretazione e rielaborazione da parte di Giuseppe Solaro

CRONOLOGIA DELLA CLASSICA SCUOLA CINOGNOSTICA ITALIANA • • • Fondazione del procedimento di studio

CRONOLOGIA DELLA CLASSICA SCUOLA CINOGNOSTICA ITALIANA • • • Fondazione del procedimento di studio da parte di Giuseppe Solaro Ampliamento con integrazione dello studio morfologico mediante un approccio funzionale applicato al Pointer sempre da parte di Giuseppe Solaro Abbozzo di uno studio morfofunzionale sulla base del Pastore Tedesco da parte di Ignazio Barbieri Applicazione della cinognostica ad alcuni standard da parte di Fabio Cajelli Applicazione della cinognostica ai cani da caccia nelle prove di lavoro da parte di Giulio Colombo Applicazione della cinognostica nei commenti allo standard da parte di Mario Scagni, che è anche stato il primo ad affrontare il costituzionalismo Cinognostica applicata con rigore morfofunzionale al Boxer (da parte di Roberto De Sanctis) ed al Pastore Tedesco (da parte di Walter Gorrieri) che hanno importato in Italia la rigida scuola cinognostica tedesca Sviluppo dello studio del movimento da parte di Franco Bonetti e Walter Gorrieri Altri grandi giudici italiani non hanno purtroppo lasciato nulla di scritto ai posteri

SCUOLA CINOGNOSTICA ITALIANA MODERNA • Sistemazione ordinata della cinognostica classica da parte di Franco

SCUOLA CINOGNOSTICA ITALIANA MODERNA • Sistemazione ordinata della cinognostica classica da parte di Franco Bonetti • Cinognostica applicata al Boxer con particolare precisione tecnica da parte di Tomaso Bosi • Integrazione con studi morfologici, funzionali, biometrici, costituzionalistici e tipologici applicati alla biodiversità di tipi della selezione del San Bernardo da parte di Antonio Morsiani • Fondazione del concetto di cane da lavoro abbellito da parte di Antonio Morsiani • Cinognostica applicata al Cane Corso ed al Lagotto Romagnolo con standard tecnicamente rilevanti da parte di Antonio Morsiani • Se Giuseppe Solaro è il fondatore della scuola cinognostica italiana classica, Antonio Morsiani lo è di quella moderna, grazie ad un apporto tecnico ben dettagliato

SCUOLA CINOGNOSTICA ITALIANA CONTEMPORANEA • Importazione in Italia dei più recenti sviluppi degli studi

SCUOLA CINOGNOSTICA ITALIANA CONTEMPORANEA • Importazione in Italia dei più recenti sviluppi degli studi di cinotecnia morfofunzionale che forniscono supporto scientifico all’intuizione della cinognostica classica ed alla tecnica della cinognostica moderna con ragionamento critico da parte di Mario Canton, sulla base di numerose fonti di letteratura cinotecnica internazionale, in particolare: • - Brown, Curtis Maitland. Dog Locomotion and Gait Analysis, 1986 • - Cole, Robert. An Eye for a Dog, 2004

FORMA E FUNZIONE applicate al Carlino contemporaneo • La forma è l’immagine plastica della

FORMA E FUNZIONE applicate al Carlino contemporaneo • La forma è l’immagine plastica della funzione, ma essendo il Carlino un cane da compagnia, perciò senza una prova di lavoro, l’analisi del fenotipo rischia di venire limitata solo all’aspetto morfologico con valutazione estetica, mentre anche in questa razza bisogna procedere alla valutazione morfofunzionale, con criteri di giudizio in esposizione e di scelta dei riproduttori per l’allevamento basati su una concreta verifica attitudinale della morfologia adatta a produrre il miglior movimento caratteristico della tipologia di razza, per constatare la correttezza anatomica e la salute fisiologica

CONCETTO DI BELLEZZA ZOOTECNICA applicato al Carlino contemporaneo • In esposizione: il giudice è

CONCETTO DI BELLEZZA ZOOTECNICA applicato al Carlino contemporaneo • In esposizione: il giudice è obbligato a seguire lo standard, senza poter esternare il dubbio se è uno standard ben compilato, cioè in totale sintonia alle caratteristiche della razza; quando lo standard è poco esplicativo, come nel caso del Carlino (essendo uno standard di scuola inglese), si tende ad applicare la tradizione di allevamento, oppure a far prevalere ciò che è esteticamente piacevole rispetto a ciò che deve rappresentare il vero Carlino; nelle esposizioni vige inoltre la standardizzazione del trotto eseguito allo stesso modo per tutte le razze, che non ha fondamento logico (negli USA, dove il movimento in esposizione ha molta importanza, la standardizzazione del trotto è addirittura esasperata esclusivamente sul modello del Pastore Tedesco per tutte le razze; in Inghilterra il movimento ha meno importanza rispetto al giudizio da fermo; in Cina il movimento non ha importanza) • In allevamento invece l’allevatore ha due scelte: • - 1) selezionare un Carlino per le esposizioni, secondo quanto sopra riportato • - 2) selezionare un Carlino dalla bellezza zootecnica morfofunzionale che possa esprimere nel ring delle esposizioni non un trotto “ideale” uniformato alle altre razze, bensì un trotto ideale per le sue caratteristiche tipiche di razza

PROPORZIONI ED ARMONIA nel Carlino • Proporzioni importanti: • - traduzione italiana Enci dello

PROPORZIONI ED ARMONIA nel Carlino • Proporzioni importanti: • - traduzione italiana Enci dello standard = decisamente quadrato e raccolto • - originale inglese = decidedly square and cobby • Cobby non va tradotto in “raccolto”, bensì in “piccolo e tarchiato” (questo è ciò che hanno sempre inteso esprimere gli inglesi con tale terminologia) • Quindi, “proporzioni importanti”: decisamente quadrato e “piccolo e tarchiato” • Concetto di armonia nel Carlino: • - “multum in parvo” grazie alla forma compatta ed alla forte muscolatura

DISEGNO STANDARD FCI (non è necessariamente l’esempio ideale della razza)

DISEGNO STANDARD FCI (non è necessariamente l’esempio ideale della razza)

QUANDO IL CARLINO PUÒ ESSERE RITENUTO IDEALE? • Quando entro il tipo della razza

QUANDO IL CARLINO PUÒ ESSERE RITENUTO IDEALE? • Quando entro il tipo della razza un soggetto manifesta funzionalità nella locomozione, cioè con: • - correttezza dell’andatura favorita dai giusti meccanismi degli arti • - respirazione regolare senza affaticamento esagerato soltanto dopo pochi metri • Quindi: proporzionato ed armonico nella sua tipicità morfofunzionale • La cinometria fornisce gli elementi per determinare la tipicità morfofunzionale

CINOMETRIA • Misurazioni cinometriche: nel Carlino non c’è ancora uno studio biometrico che fornisca

CINOMETRIA • Misurazioni cinometriche: nel Carlino non c’è ancora uno studio biometrico che fornisca dati scientifici • Rapporti cinometrici: rapporto cranio-facciale + rapporto corporale • Indici cinometrici: indice cefalico + indice corporale • Tipologie morfologiche: il Carlino è un brachicefalo (brachignato) ed un mesomorfo o brachimorfo o meso-brachimorfo? • Tipologie morfocostituzionali: il Carlino non è sicuramente un longitipo ma nemmeno un normotipo, perciò è un brachitipo (perciò è un brachimorfo? ); • • • - tipo costituzionale brevilineo: corto e largo, muscolatura molto sviluppata - tipo dinamico-funzionale brevilineo: muscolatura sviluppata, funzionalmente forte - tipo morfofunzionale-dinamico: il Carlino è di tipo dinamico potente rispetto al tipo dinamico resistente ed al tipo dinamico veloce - tipo dinamico potente o tipo di forza: il Carlino è del tipo di forza rapida (rispetto al tipo di forza lenta: es. Bulldog) = grosso e pesante rispetto alla sua taglia ma con rapporto non quanto il Bulldog; il Carlino è armonico, lento nelle movenze, solido, arti robusti, notevole sviluppo dei diametri trasversali, con potenti contrazioni muscolari •

TIPOLOGIA DEL CARLINO • Secondo le caratteristiche tipologiche, il Carlino non rientra nel “modello

TIPOLOGIA DEL CARLINO • Secondo le caratteristiche tipologiche, il Carlino non rientra nel “modello biomeccanico del cane” elaborato da Eugene Yerusalimsky (pubblicato sulla rivista della FCI nel 2010)

MODELLO BIOMECCANICO DEL CANE (elaborato da Eugene Yerusalimsky) • • • Secondo Yerusalimsky, nel

MODELLO BIOMECCANICO DEL CANE (elaborato da Eugene Yerusalimsky) • • • Secondo Yerusalimsky, nel modello rientrano la maggior parte delle razze, tranne levrieri, razze conformazione speciale come Bobtail e Fila Brasileiro, nonché razze con caratteristiche degenerative come Bulldog, Pechinese, ecc. - Anche il Carlino non può rientrarvi essendo una razza fuori dal canone cinognostico Questo modello dovrebbe rappresentare l’ideale biomeccanico di un cane funzionale, sennonché la posizione a riposo dell’angolazione della spalla a 45° e dell’angolo scapolo -omerale a 90° come funzionalmente superiore a qualsiasi altro angolo è un mito ormai sfatato dalla ricerca scientifica con le rilevazioni cinometriche (Mario Canton)

ANGOLAZIONE DELLA SPALLA • Si è scritto tanto sull’azione della scapola ma senza prove

ANGOLAZIONE DELLA SPALLA • Si è scritto tanto sull’azione della scapola ma senza prove accettabili • Vanno dissipate false idee ed accettati fatti funzionalmente corretti • La diffusa credenza proveniente da almeno 150 anni fa che l’angolo della spalla a 45° sia superiore a qualsiasi altro angolo è derivato dall’osservazione e non dalla misurazione • L’angolo di inclinazione della scapola è determinato dalla spina acromiale • Nessuno si era mai preoccupato della correttezza del dato della scapola inclinata a 45° fornito dalla maggior parte degli autori • (tratto da Mario Canton)

PROVE SCIENTIFICHE SULL’ANGOLAZIONE DELLA SPALLA • Con la misurazione degli angoli scapolari, la cineradiografia

PROVE SCIENTIFICHE SULL’ANGOLAZIONE DELLA SPALLA • Con la misurazione degli angoli scapolari, la cineradiografia a raggi X (Museo di Zoologia Comparativa dell’Università di Harvard) ed il sistema delle lastre a pressione in grado di misurare le effettive forze che intervengono nella locomozione, il concetto della spalla a 45° come angolo desiderabile nel cane ha perso completamente credito • Le attuali misurazioni hanno dimostrato che l’angolo della scapola a 45° è praticamente inesistente • (tratto da Mario Canton)

SPALLA DEL CARLINO (ben più ripida dei 45°)

SPALLA DEL CARLINO (ben più ripida dei 45°)

MISURAZIONI DELL’ANGOLAZIONE DELLA SPALLA • Buoni trottatori: 28° (con variazioni da 23° a 33°)

MISURAZIONI DELL’ANGOLAZIONE DELLA SPALLA • Buoni trottatori: 28° (con variazioni da 23° a 33°) • Galoppatori velocissimi (levrieri): 10° più ripida (cioè 18° con variazioni da 13° a 23°) • Queste misurazioni però indicano gli angoli degli attuali cani da esposizione ma ciò non prova che siano ottimali • Dai risultati dei test con lastre a pressione l’angolo ottimale si presenta ancora un po’ più ripido • (tratto da Mario Canton)

ANGOLO SCAPOLO-OMERALE • Mito dell’angolo a 90° mai dimostrato che sia ottimale per una

ANGOLO SCAPOLO-OMERALE • Mito dell’angolo a 90° mai dimostrato che sia ottimale per una qualsiasi funzione • Esiste solo nei cani ad arti molto corti (es. bassotti): risulta ottimale per lo scavo in tana • Può essere eventualmente applicabile in piccoli cani da compagnia di struttura agile • Nel Carlino quindi l’angolo a 90° non può prestarsi ottimale, perché la sua struttura in rapporto alla taglia non gli consente di diventare un cane agile, essendo piuttosto di tipo dinamico potente o tipo di forza

ANGOLO SCAPOLO-OMERALE DEL CARLINO (ben più aperto dei 90°)

ANGOLO SCAPOLO-OMERALE DEL CARLINO (ben più aperto dei 90°)

ANTERIORE DEL CARLINO • Il tipo dinamico potente o tipo di forza ha scapole

ANTERIORE DEL CARLINO • Il tipo dinamico potente o tipo di forza ha scapole poco inclinate ed angolo scapolo-omerale anche superiore ai 120°: indicazione per l’allevamento del Carlino se si vuole mantenere la razza nel range della sua tipologia (che tra l’altro è da piccolo galoppatore pesante, perciò poco resistente) • Le esposizioni valutando il movimento solo al trotto possono portare ad angoli scapolo-omerali più chiusi (100°-120°), che sono più efficienti per i trottatori, specialmente quelli di resistenza • Indicazione in esposizione: sembrerà paradossale ma giudicare il Carlino al trotto solo brevemente può aiutare a non eccedere nella trasformazione dell’angolo scapolo-omerale = non trasformarlo in trottatore resistente

CINOGNOSTICA DESCRITTIVA Tipo e Aspetto generale • Concetto di tipo: il Carlino è un

CINOGNOSTICA DESCRITTIVA Tipo e Aspetto generale • Concetto di tipo: il Carlino è un molossoide di piccola taglia, tarchiato, con potente dinamicità, galoppatore pesante e lento; perciò in esposizione deve muoversi al trotto secondo queste sue caratteristiche tipologiche = trotto lento, poco resistente, ma poderoso nelle movenze; l’anteriore tipico del Carlino al trotto causa un saliscendi delle spalle al garrese, appunto con perdita di resistenza • Aspetto generale: la figura “cobby” (piccolo e tarchiato) è valorizzata dal torace largo a sezione frontale circolare che, per unità di peso del cane, ha un volume maggiore per alloggiare cuore e polmoni (maggiore funzionalità cardio-respiratoria); inoltre ha l’area minore per un dato volume, che vuol dire meno perdita di calore per unità di peso corporeo, il che è un vantaggio per i cani di piccola taglia (tratto da Mario Canton)

TIPO E ASPETTO GENERALE DEL CARLINO

TIPO E ASPETTO GENERALE DEL CARLINO

BIOMECCANICA: STATICA (valutazione morfofunzionale del Carlino da fermo) • Principi basilari: • Equilibrio statico:

BIOMECCANICA: STATICA (valutazione morfofunzionale del Carlino da fermo) • Principi basilari: • Equilibrio statico: il Carlino è molto stabile • Stazione quadrupedale: ampia in larghezza rispetto alla lunghezza • Baricentro corporeo: molto stabilizzante per l’ampia base d’appoggio anche in larghezza e perché situato relativamente basso • Volumi corporei: il Carlino è abbastanza voluminoso rispetto alla sua taglia • Distribuzione del peso corporeo: il Carlino scarica più peso sugli arti anteriori che posteriori rispetto alla media (il fatto che ogni cane scarichi più peso sull’anteriore [60%] che sul posteriore [40%] è stato provato sperimentalmente con le lastre a pressione

CARLINO CON BUON EQUILIBRIO STATICO

CARLINO CON BUON EQUILIBRIO STATICO

CARLINO CON MINOR EQUILIBRIO STATICO per baricentro corporeo più alto

CARLINO CON MINOR EQUILIBRIO STATICO per baricentro corporeo più alto

CARLINO CON STAZIONE QUADRUPEDALE MENO STABILE per posteriore più aperto che sposta il baricentro

CARLINO CON STAZIONE QUADRUPEDALE MENO STABILE per posteriore più aperto che sposta il baricentro più avanti

BIOMECCANICA: DINAMICA • Principi basilari: • Equilibrio dinamico: i cani con arti ben distanziati

BIOMECCANICA: DINAMICA • Principi basilari: • Equilibrio dinamico: i cani con arti ben distanziati come il Carlino per essere corretti devono “rollare” ed il rollio è dato dallo spiazzamento laterale che il cane lascia svolgere senza utilizzare troppo sforzo muscolare per controllarlo • Organi di movimento: i cani del tipo dinamico potente o tipo di forza con spalle relativamente ripide come il Carlino non possono muoversi senza un certo movimento di saliscendi al garrese • Struttura, conformazione e movimento: nel considerare la potenza della leva, il corpo corto risulta vantaggioso nel galoppo a singola sospensione e nel canter ma non nel trotto normale o nel galoppo a doppia sospensione = ciò conferma il Carlino come tipico galoppatore lento, per cui: - per l’allevamento: bisogna continuare a selezionarlo così correttamente, senza però pretendere che: - in esposizione: manifesti un trotto normale efficiente come i veri trottatori • •

BIOMECCANICA: CINEMATICA • Punti essenziali: • Equilibrio ed andatura: se il cane è proporzionato

BIOMECCANICA: CINEMATICA • Punti essenziali: • Equilibrio ed andatura: se il cane è proporzionato ed armonico lo si nota immediatamente durante il movimento; se il posteriore e l’anteriore non sono in giusto equilibrio strutturale l’andatura è scoordinata Morfologia funzionale: il rapporto peso/altezza del Carlino (che vede il peso significativamente elevato rispetto all’altezza) rende la sua andatura meno efficiente della media e poco resistente sulle lunghe distanze; infatti, più pesante è un cane rispetto alla sua altezza, più sforzo deve fare in movimento e più sotto sforzo viene messo il suo sistema muscolo-scheletrico Disposizione degli arti: il posteriore vaccino (diffuso nei molossoidi) è trattato come difetto grave in tutte le razze tranne che nel Bulldog, ma molti cani da caccia vincitori di prove di lavoro e molti lupi artici sono vaccini, per cui probabilmente non è un difetto funzionale così grave per il movimento come invece si ritiene in esposizione; quindi un Carlino vaccino viene penalizzato in esposizione anche se presenta un movimento funzionale Distensione degli arti: mito sfatato dalla ricerca scientifica con l’analisi sulle lastre a pressione • • •

DISTENSIONE DEGLI ARTI • Recentemente sono state fatte significative scoperte mediante le lastre a

DISTENSIONE DEGLI ARTI • Recentemente sono state fatte significative scoperte mediante le lastre a pressione, che misurano le forze applicate da ciascun piede in ogni direzione ed in ogni istante di tempo: • risultati: • - arto anteriore: quando durante il trotto, l’ambio o il galoppo appoggia sul terreno davanti alla scapola, il cane non accelera ma rallenta • - arto posteriore: quando durante il trotto o l’ambio appoggia sul terreno davanti all’articolazione dell’anca, il cane non accelera ma rallenta • - al contrario, accelerano quando appoggiano dietro ai punti citati • - in esposizione: invece si premiano i cani che hanno la distensione maggiore degli arti in avanti, che le prove scientifiche oggi disponibili dimostrano non essere produttiva, perciò non funzionale

VALUTAZIONE MORFOFUNZIONALE DEL CARLINO IN MOVIMENTO • • • Concetto di funzionalità: nel Carlino

VALUTAZIONE MORFOFUNZIONALE DEL CARLINO IN MOVIMENTO • • • Concetto di funzionalità: nel Carlino si deve basare sul movimento e sulla respirazione Funzionalità e principi scientifici: tutte le razze di piccola taglia si muovono con il “tempo” degli arti molto più veloce che nei cani di grande taglia (cronometrazione effettuata dal momento in cui il piede si solleva e quando appoggia: 20 secondi dei cani piccoli rispetto ai 32 secondi dei cani grandi) Limiti del movimento in esposizione: specialmente il cane da compagnia deve piacere alla gente, per cui vige automaticamente l’applicazione che l’andatura basta che sia attraente per il pubblico a bordo ring Limiti dell’allevamento: allevare cani di piccola taglia con caratteristiche di buona andatura, specialmente a corpo pesante come il Carlino, è molto più difficile che nei cani di media taglia Efficienza nell’andatura: ogni razza deve trottare in modo efficiente per quanto possibile ottenere dai propri requisiti strutturali Trotto come andatura di valutazione: il trotto ideale è molto importante in alcune razze e meno in altre; non esiste uno stile universale di trotto valido per tutte le razze, come purtroppo si cerca nelle esposizioni; bisogna conoscere la proporzionale importanza dello stile di locomozione del Carlino relativamente alle sue caratteristiche strutturali e tipologiche

MOVIMENTO DEL CARLINO • Il movimento funzionale specifico del Carlino ottenuto in allevamento e

MOVIMENTO DEL CARLINO • Il movimento funzionale specifico del Carlino ottenuto in allevamento e che va applicato in esposizione lo vede deviare dallo stile ideale di trotto, perché essendo costruito per galoppare ed avendo una tipologia dinamica potente o di forza deve trottare in modo da indicare la sua efficienza nel galoppo lento • Solo le razze la cui funzione richiede di trottare con resistenza devono mostrare lo stile ideale di trotto, invece purtroppo richiesto universalmente nelle esposizioni, soprattutto in ring d’onore quando si confrontano razze differenti • Si deve quindi entrare nella cinognostica speciale del Carlino per uniformarsi al suo movimento caratteristico

CINOGNOSTICA SPECIALE DEL CARLINO • Movimento caratteristico di razza: l’unico fattore comune a tutte

CINOGNOSTICA SPECIALE DEL CARLINO • Movimento caratteristico di razza: l’unico fattore comune a tutte le razze nel trotto sono gli arti che si muovono quasi a cadenza, mentre il resto si differenzia quantomeno per gruppi di razze affini (il Carlino, come già detto, rientra nel tipo dinamico potente o di forza, che comprende il tipo bull), se non da razza • - Caratteristiche differenziali del trotto specifico del Carlino: • - - maggior movimento in verticale (su e giù) rispetto ai trottatori ideali • - - il tipico leggero rollio del posteriore induce la spina dorsale a curvare a destra ed a sinistra, cioè fuori della direzione di movimento rispetto ai trottatori ideali, che invece proseguono con la spina dorsale che si mantiene dritta nel senso direzionale di movimento • - - gli arti posteriori oscillano in avanti lungo una traiettoria ad arco rispetto alla maggior parte delle razze in cui invece oscillano avanti ed indietro nel senso della direzione di movimento ed incolonnati dritti (in alcuni casi la colonna dell’arto può pendere verso l’interno) • - - gli arti si muovono paralleli per via dei diametri trasversali molto sviluppati rispetto ai trottatori ideali che invece fanno convergere gli arti verso la linea centrale di avanzamento • La valutazione morfofunzionale del Carlino va quindi verificata sulla sua specifica struttura e tipologia che lo classifica in un preciso settore dei stili di trotto eseguiti nelle esposizioni dalle varie razze

DIFFERENTI STILI DI TROTTO NELLE ESPOSIZIONI (tratto da Mario Canton) • A) Trottatori di

DIFFERENTI STILI DI TROTTO NELLE ESPOSIZIONI (tratto da Mario Canton) • A) Trottatori di resistenza con single tracking o quasi single tracking: Collie, Dalmata • • • B) Trotto alterato dalla selezione umana: - B 1) trotto volante: Pastore Tedesco - B 2) trotto con corpi quadrati ed estrema distensione degli arti: Barbone Nano, Boxer - B 3) trotto con arti ascendenti: Pointer, Setter Irlandese - B 4) trotto con arti paralleli e perpendicolari visti frontali, con poca angolazione anteriore: terrier a gambe lunghe - B 5) trotto con anteriore simile a B 4 ma con maggior piegatura delle articolazioni: Harrier • • C) Trotto di razze costruite per il galoppo puro: - C 1) trotto dei galoppatori resistenti: Samoiedo, Siberian nativi - C 2) trotto dei galoppatori veloci con arcuatura sfuggente: Greyhound, Borzoi - C 3) trotto dei galoppatori a velocità mantenuta: Saluki - C 4) trotto dei galoppatori da salita o da montagna: Levriero Afgano aborigeno - C 5) trotto dei galoppatori pesanti di grande taglia: Irish Wolfhound, Alano

CLASSIFICAZIONE NEL GRUPPO DI TROTTO DEL CARLINO • D) Trotto per scopi particolari (ossia

CLASSIFICAZIONE NEL GRUPPO DI TROTTO DEL CARLINO • D) Trotto per scopi particolari (ossia di razze particolari): • • - D 1) trotto con arti corti: - - D 1 a) trotto con anteriori avvolgenti: Bassotto, Welsh Corgi Pembroke, Scottish Terrier - - D 1 b) trotto con anteriori piegati: Welsh Corgi Cardigan, Basset - - D 1 c) trotto con anteriori paralleli: Cairn Terrier • - D 2) trotto con stabilità laterale e • - - D 2 a) con massimo rollio: Bulldog, Pechinese • - - D 2 b) con moderato rollio: Carlino, Bouledogue Francese • - - D 2 c) con minimo rollio: Bull Terrier • • • - D 3) trotto con azione alta dell’anteriore: Zwergpinscher, Piccolo Levriero It. - D 4) trotto con arti rigidi a trampoli: Chow - D 5) Ambio rollato: Bobtail - D 6) trottatori pesanti di grande taglia: San Bernardo, Terranova - D 7) trottatori lenti di grande taglia: Bloodhound - D 8) trotto dei cani di piccola taglia (tutti con ritmo veloce ma diversi in tutto il resto): razze varie

TIPOLOGIA DEL CARLINO Tendenze di selezione entro la razza • Caratteristiche specifiche delle linee

TIPOLOGIA DEL CARLINO Tendenze di selezione entro la razza • Caratteristiche specifiche delle linee di sangue inglesi: • Caratteristiche specifiche delle linee di sangue americane: • tipicità di razza elevata grazie ad un’espressione meravigliosa, con occhi grandi e perfetto disegno di rughe • Testa di maggior volume ma pur sempre solcata da rughe, che rende più accattivante l’espressione, ma non più tipica • Costruzione armoniosa • Taglia superiore e costruzione più pesante, con ossatura poderosa, diametri trasversali molto sviluppati, solidamente impiantato sugli arti, angolature ben marcate • Aspetto generale molto tipico con forma corporea ben disegnata • Aspetto generale forte e robusto, piuttosto “multum in parvo”, con testa molto evidente per dimensione, insieme alquanto spettacolare

MODELLI DI TESTA DEL CARLINO FULVO Linee inglesi Linee americane

MODELLI DI TESTA DEL CARLINO FULVO Linee inglesi Linee americane

MODELLI DI TESTA DEL CARLINO NERO Linee inglesi Linee americane

MODELLI DI TESTA DEL CARLINO NERO Linee inglesi Linee americane

MODELLI DELL’ASPETTO GENERALE DEL CARLINO Linee inglesi Linee americane

MODELLI DELL’ASPETTO GENERALE DEL CARLINO Linee inglesi Linee americane

ALTRO MODELLO DI CARLINO AMERICANO CON EVIDENTE TESTA VOLUMINOSA

ALTRO MODELLO DI CARLINO AMERICANO CON EVIDENTE TESTA VOLUMINOSA

ALTRO MODELLO DI CARLINO AMERICANO PIUTTOSTO MASSICCIO

ALTRO MODELLO DI CARLINO AMERICANO PIUTTOSTO MASSICCIO

ALTRO MODELLO DI CARLINO AMERICANO STRUTTURALMENTE PIÙ EQUILIBRATO

ALTRO MODELLO DI CARLINO AMERICANO STRUTTURALMENTE PIÙ EQUILIBRATO

ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE CON SPICCATA FEMMINILITÀ

ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE CON SPICCATA FEMMINILITÀ

ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE COMPATTO ED ARMONIOSO

ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE COMPATTO ED ARMONIOSO

ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE COMPATTO ED ELEGANTE

ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE COMPATTO ED ELEGANTE

ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE CON MAGGIOR ANGOLATURA

ALTRO MODELLO DI CARLINO INGLESE CON MAGGIOR ANGOLATURA

MODELLO DI CARLINO INTERMEDIO

MODELLO DI CARLINO INTERMEDIO

MODELLO DI CARLINO ESTREMAMENTE ALLEGGERITO

MODELLO DI CARLINO ESTREMAMENTE ALLEGGERITO

Bibliografia italiana classica, moderna e contemporanea per un approfondimento cinognostico • • • Barbieri,

Bibliografia italiana classica, moderna e contemporanea per un approfondimento cinognostico • • • Barbieri, Ignazio. Lezioni di Cinognostica. Edizioni Enci Bonetti, Franco. Zoognostica del Cane. Editrice San Giorgio Bonetti, Franco & Gorrieri, Walter. Il Cane si Muove. Editrice San Giorgio Bordignon, Franco. La Valutazione Morfofunzionale del Cane di Razza. Umberto Cuomo Editore Canton, Mario. Cani e Razze Canine. Questioni di Cinotecnia Morfofunzionale, Morfostrutturale e Morfotipologica. Antonio Crepaldi Editore Canton, Mario & Crepaldi, Antonio. Inchiesta sulla Cinotecnia. Passato, Presente e Futuro degli Studi sul Cane. Antonio Crepaldi Editore Misuraca, Lucrezio. Cinotecnia Illustrata. Editoriale Olimpia Renai della Rena, Piero. Giudicare in Esposizione. Editoriale Olimpia Solaro, Giuseppe. Sunto delle Lezioni di Zoognostica Canina. Edizioni Enci Prossimamente nuova collana “Tecnologia Canina” (ideatore, curatore e direttore di collana Mario Canton): Prontuario di Cinometria, Principi di Locomozione, Appunti illustrati di Cinognostica, ecc.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE e ARRIVEDERCI

GRAZIE PER L’ATTENZIONE e ARRIVEDERCI