CHE COSE LA PASTORALE BATTESIMALE Pastorale Battesimale indica
CHE COS’E’ LA PASTORALE BATTESIMALE? • “Pastorale Battesimale” indica tutto il complesso delle attività pastorali, catechetiche, liturgiche, che sono connesse al battesimo dei bambini. Costituisce una occasione preziosa e alle volte unica per incontrare i genitori e far loro una proposta di fede.
Evento centrale è il battesimo del bambino/a. C’è un prima e un dopo. Per questo è opportuno parlare di “pastorale pre e post battesimale”. Essa ha come destinatari diretti i genitori dei bambini in età prescolare. Si estende dal tempo dell’attesa del figlio/a sino verso i sei anni circa. Battesimo Età 0 1 2 3 4 5 Pastorale pre e post Battesimale Risveglio della fede 6
PASTORALE BATTESIMALE: 3 FASI La pastorale pre e post battesimale è una proposta organica e unitaria. Si articola in tre fasi o momenti rispondenti alla crescita del bambino e alla specifica missione educativa dei genitori cristiani. Attesa Nascita Battesimo (4 -6 mesi) Tempo della preparazione dei genitori al Battesimo 3 anni Tempo della formazione al senso religioso del bambino 3 anni Tempo della prima educazione alla fede 6 anni
IMPORTANZA DELLA PASTORALE BATTESIMALE Ø Il documento CEI, Direttorio di Pastorale Familiare (DPF) al N° 105 così afferma: “Nell'ambito della cura pastorale delle giovani coppie riveste un'importanza particolare la pastorale battesimale. Solitamente per la coppia la nascita di un figlio è un evento gioioso, ed atteso, che di per sé sollecita le grandi domande sul senso della vita e interpella la fede stessa degli sposi che chiedono il battesimo per il loro figlio. ”
OBIETTIVI • 1. Aiutare i genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli a scoprire che la storia della loro famiglia è già una storia abitata da Dio: l’incontro con i genitori è sempre più occasione di prima evangelizzazione. È fondamentale farsi attenti alla diversità delle persone riguardo alla fede, all’appartenenza alla comunità cristiana, alle motivazioni che spingono a richiedere il Battesimo.
OBIETTIVI • 2. Coinvolgere la famiglia nel farle prendere coscienza che è la protagonista dell’educazione, sia umana, sia cristiana, del nuovo nato: la nascita di un figlio può rivelarsi occasione privilegiata per una riflessione sulla nuova dimensione di famiglia, diversa da quella di coppia, e per rimettersi in cammino verso una fede adulta.
OBIETTIVI • 3. Accompagnare i genitori in questa fase preziosa dell’accoglienza e della celebrazione del Battesimo di un figlio può diventare per la parrocchia occasione privilegiata per passare da una pastorale di conservazione a una pastorale missionaria: “la parrocchia missionaria fa della famiglia un luogo privilegiato della sua azione, scoprendosi essa stessa famiglia di famiglie, e considera la famiglia non solo come destinataria della sua attenzione, ma come vera e propria risorsa dei cammini e delle offerte pastorali” non perdendo mai di vista la dimensione comunitaria del Sacramento. (CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 2004, n. 9)
OBIETTIVI • 4. Creare e condividere una rete di relazioni significative tra persone e famiglie della Parrocchia che sfocino nella proposta di momenti comunitari da viversi negli anni successivi alla celebrazione del Battesimo Questo determina il sorgere di legami stabili tra la Famiglia/chiesa domestica e la Parrocchia/famiglia di famiglie, evitando quella distanza che inficia la trasmissione della fede
SOGGETTI COINVOLTI La pastorale pre e post battesimale prevede la presenza attiva di diversi operatori. • Genitori. Sono essi, in quanto maggiori artefici e principali educatori dei figli, i primi soggetti della pastorale battesimale. • Padrini. Il loro compito è quello di affiancare i genitori nella loro missione educativa e di avviare, nel tempo, una positiva relazione con il figlioccio/a per offrire il proprio consiglio e incoraggiamento. • Equipe battesimale Coppie di sposi, Diacono, Religiosa/o, Catechisti. Essi, insieme al Parroco, si fanno compagni di viaggio per sostenere il cammino formativo dei Genitori e per testimoniare la vicinanza materna della Chiesa. • Comunità parrocchiale che accoglie i nuovi figli.
STILE • accoglienza: sarà molto importante far sì che i Genitori si sentano accolti. Per questo l’EB dovrà fare in modo che le persone si sentano a loro agio. L’accoglienza inizia dall’invito che dovrà esser chiaro e facilmente comprensibile. Accogliere vuol dire porre al centro le persone ancor prima dei contenuti che si vuole trasmettere. • condivisione: il cammino dovrà essere condiviso dai genitori che si sentiranno protagonisti del cammino stesso.
CONTENUTI DELL’ITINERARIO • “Si valorizzi il Catechismo dei bambini “ Lasciate che i bambini vengano a me”: lo si consegni ai genitori durante la preparazione al battesimo dei figli, o almeno in occasione di esso; se ne raccomandi lo studio e la traduzione operativa da parte dei giovani sposi; si studi l’opportunità di prevedere momenti comunitari di ripresa dello stesso testo per favorirne un utilizzo più adeguato” CEI, (Direttorio di Pastorale Familiare, n. 105).
GLI INCONTRI: numero e luogo • Si dovranno prevedere almeno tre incontri, possibilmente con la partecipazione anche dei nonni e dei padrini. • 1° incontro: L’EB si reca nelle case per un primo contatto e conoscenza (accoglienza); • 2° incontro: L’EB si reca nelle case per la catechesi battesimale con la presentazione dei contenuti del Sacramento; • 3° incontro: L’EB in Parrocchia con il Parroco spiega il rito del Battesimo e prepara la celebrazione. • Celebrazioni comunitarie delle famiglie: prevedere un momento o più momenti di celebrazione della S. Messa in cui chiamare le coppie che hanno battezzato i figli; ( Festa della Santa Famiglia, Battesimo di Gesù, Giornata per la vita, Veglia Pasquale, Solennità di Pentecoste, Festa patronale………. ) Queste diverse celebrazioni, possibilmente arricchite con un momento di convivialità fraterna, hanno lo scopo di inserire genitori e figli nella vita della comunità parrocchiale
DIVERSE SONO LE SITUAZIONI SOCIO-RELIGIOSE DEI GENITORI - C’è chi ha un legame forte e vivo con la comunità cristiana; - C’è chi è più saltuario nella partecipazione; - C’è chi è indifferente o a volte ostile. - c’è spesso un forte divario nella fede degli stessi coniugi Tutto questo dove c’è inadeguatezza su temi educativi, timore di sbagliare, spesso assenza di responsabilità.
SVARIATE SITUAZIONI FAMILIARI • L’impegno più rilevante è quello di evangelizzare tutte le svariate situazioni familiari che si incontrano: sposati civilmente, separati, divorziati risposati, coppie di fatto, conviventi, ragazze madri, famiglie di non credenti in cui un solo coniuge si dichiara cristiano.
TESTI e SUSSIDI Testi per la formazione degli operatori SCANZIANI Francesco, PIRRONE Cecilia Preparare al battesimo. . come? Itinerario di formazione per operatori. EDB Ufficio catechistico di Bergamo Itinerario battesimale (Percorso di catecumenato) San Paolo Edizioni
NARCISI Fabio Nasco, cresco e dico Gesù Pastorale pre e post battesimale per genitori e bambini da 0 a 2 anni Edizioni Paoline FONTANA Andrea Battesimo: un dono e una sfida. Itinerario da 0 a 7 anni LDC
Testi per Genitori la formazione dei NARCISI Fabio, Il rito del battesimo - Guida per genitori, madrine e padrini. Edizioni Paoline LARICCIA Matteo e Roberta Perché il battesimo Secondo mamma e papà. Effatà COSTABILE Antonio Con la Parola di Dio verso il Battesimo Centro Ambrosiano
Testi per la formazione di Padrini e Madrine FONTANA Andrea, Sarò padrino madrina. LDC PAPPALARDO Prepariamo il Battesimo EDB sarò Mariano AA. VV. Celebriamo il Battesimo EDB
Testi per la formazione dei Bambini SALVI Laura Pesciolino del cielo. Il battesimo raccontato ai bambini. San Paolo
Massimo Diana DIO E IL BAMBINO Psicologia e educazione religiosa Elle Di Ci, Leumann (TO) 2007, pp. 159, € 12, 00
DIRETTORIO PASTORALE FAMILIARE Alcuni orientamenti li troviamo al N. 106 • Qualora la richiesta del battesimo fosse avanzata da genitori che vivono in situazione matrimoniale irregolare, si dovrà ve rificarese ci sono le condizioni che ne rendono possibile la celebrazione e, in particolare, se esiste la fondata speranza che il figlio riceverà una vera educazione cristiana. Si viva perciò questo momento come un'importante occasione per evangelizzare questi genitori, per aiutarli a riflettere sulla loro vita alla luce del Vangelo e invitarli a conversione. • Cf. sotto, al n. 232. • Cf. Codice di diritto canonico, can 868, 2; La pastorale dei divorziati risposati. . . , nn. 51 -53.
LE INDICAZIONI DEL MAGISTERO IN OCCASIONE DELLA DOMANDA DI BATTESIMO
Ø La Nota pastorale della Commissione episcopale per la dottrina della fede, la catechesi e la cultura e della Commissione episcopale per la famiglia della CEI sulla «Pastorale dei divorziati risposati e di quanti vivono in situazioni matrimoniali irregolari o difficili» (26. 04. 1979 – PD), nn° 52 -54
ØL’Istruzione Pastoralis actio della Congregazione per la dottrina della fede circa il «Battesimo dei bambini» (20. 1980 – PA), nn° 27 -33.
Ø Conferenza Episcopale Italiana Direttorio di Pastorale Familiare per la Chiesa in Italia (25. 07. 1993) nn. 105 -106; 232
• Il battesimo è trattato, nel Codice di Diritto Canonico (abbreviato in CIC, dal titolo latino Codex Iuris Canonici), dagli articoli 850 a 879 e nel Catechismo della Chiesa Cattolica dal n. 1213 al 1284
PASTORALIS ACTIO • L’istruzione Pastoralis Actio sul battesimo dei bambini emanata dalla Congregazione per la Dottrina della fede evidenzia la necessità che i sacramenti siano capiti come “sacramenti della fede” e precisa come ogni sacramento abbia un particolare rapporto con la fede: • “Il battesimo non è mai amministrato senza la fede, che nel caso dei bambini è la fede della Chiesa […]. Il battesimo non è soltanto un segno della fede: ne è anche la causa” (PA 17).
PASTORALIS ACTIO • La fede della Chiesa, in linea di principio, dovrebbe essere in primo luogo testimoniata ed educata dai genitori stessi. Non a caso sempre la Pastoralis Actio precisa: • “Devono essere prese delle garanzie perché tale dono (il Battesimo) possa svilupparsi mediante una vera educazione nella fede e nella vita cristiana, sicché il sacramento possa raggiungere pienamente la sua verità. Di solito esse sono date dai genitori e dai parenti stretti, benché possano essere supplite in modo diverso dalla comunità cristiana. Ma se tali garanzie non sono veramente serie, si potrà essere indotti a differire il sacramento, o addirittura a rifiutarlo, qualora siano certamente inesistenti” (PA 28).
PASTORALIS ACTIO • Le considerazioni della Pastoralis Actio ribadiscono del resto la norma prescritta al can. 868 § 1 dal Codice di Diritto Canonico. “Perché un bambino sia battezzato lecitamente è necessario: 1. che i genitori, o almeno uno di essi oppure coloro che tengono legittimamente il loro posto, vi acconsentano; 2. che vi sia fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori”.
TIPOLOGIE FAMILIARI • Componendo le indicazioni dei testi, siamo in grado di ricostruire quattro tipologie di genitori che chiedono il battesimo per i loro figli. • La tipologia della condizione familiare che presentiamo vuole essere semplicemente indicativa dei problemi principali che si incontrano oggi in relazione alla richiesta del battesimo per i figli
a. Genitori credenti e praticanti Il primo caso è quello auspicabile, per il quale si ribadisce che il bambino riceva il battesimo nelle prime settimane di vita ed anche prima, in caso di pericolo di morte. Il testo si sofferma piuttosto sull’importanza di preparare spiritualmente i genitori e i padrini I genitori devono […] avvertire i loro pastori d’anime della nascita attesa, prepararsi spiritualmente. Da parte loro i pastori d’anime visiteranno le famiglie, anzi cercheranno di riunirne insieme diverse e impartiranno loro la catechesi ed altri opportuni suggerimenti, e inoltre le inviteranno a pregare per i bambini, che si accingono a ricevere (PA, 29).
b. Genitori poco credenti e solo occasionalmente praticanti Ø In questo caso (PA 30 -31), è previsto anzitutto un colloquio «perspicace e pieno di comprensione» con questi genitori, colloquio orientato a «suscitare interesse per il sacramento che chiedono» e a «richiamarli alle responsabilità che essi si assumono» . La Chiesa infatti «non può venire incontro al desiderio di questi genitori, se essi non danno la garanzia che, una volta battezzato, il bambino riceverà l’educazione cristiana richiesta dal sacramento» . Il problema è quello di «garanzie sufficienti» a fondare la speranza che il battesimo porterà i suoi frutti.
c. Genitori conviventi o sposati solo civilmente • Il terzo caso è affrontato più direttamente dal documento CEI sulla pastorale dei divorziati: “Se la richiesta di battesimo per il figlio è presentata da genitori conviventi o sposati solo civilmente, ai quali nulla proibisce di regolarizzare la loro posizione o di sposarsi anche religiosamente […] il sacerdote mostrerà loro la contraddizione tra la domanda del battesimo per il figlio ed il loro stato, che rifiuta di vivere l’amore coniugale da battezzati e quindi rifiuta il battesimo stesso, che fonda ed esige il sacramento del matrimonio, e li inviterà, per quanto possibile, a sistemare la loro posizione prima di procedere, con le necessarie garanzie di educazione cristiana, al battesimo del figlio”. (PD n. 53; cf. DPF n. 232; cf. Arch. Napoli, Norme pastorali N. 19)
DIRETTORIO PASTORALE FAMILIARE n. 232 • In occasione della richiesta dei sacramenti per i figli, la comunità cristiana sia particolarmente attenta a cogliere questa opportunità per una discreta ma puntuale opera di evangelizzazione innanzitutto dei genitori, per aiutarli a riflettere sulla loro vita alla luce del Vangelo, per invitarli a “regolarizzare”, per quanto possibile, la loro posizione, per esortarli e accompagnarli nel loro compito educativo.
d. Genitori divorziati e risposati solo civilmente • L’ultimo caso riguarda la situazione in cui almeno uno dei due genitori sia divorziato e risposato (ovviamente solo al civile). Nell’attuale contesto sociale, la condizione di divorziato risposato non è di per sé indice sufficiente di una grave mancanza di fede. Il criterio decisivo sarà perciò ancora una volta l’accertamento della garanzia che o da parte dei genitori stessi, o almeno di uno dei due, o da parte del padrino (madrina), di qualche parente o della stessa comunità cristiana, il bambino potrà venire educato nella fede della Chiesa.
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