Che cos lOSS LOperatore Socio Sanitario una figura

  • Slides: 47
Download presentation
Che cos'è l'OSS? L’Operatore Socio Sanitario è una figura professionale codificata dall’Accordo Stato Regioni

Che cos'è l'OSS? L’Operatore Socio Sanitario è una figura professionale codificata dall’Accordo Stato Regioni 22/02/2001. La figura delineata dal profilo va a sostituire le precedenti, meno complete, indicate con gli acronimi OTA (per l’area sanitaria) e OSA (per l’area sociale). L' OTA, in collaborazione o su indicazione dell’infermiere professionale provvedeva: 1) al rifacimento del letto occupato; 2) all’igiene personale del paziente; 3) al posizionamento e al mantenimento delle posizioni terapeutiche.

Differenze tra OSA e OSS Ancora oggi si tende a fare confusione tra la

Differenze tra OSA e OSS Ancora oggi si tende a fare confusione tra la figura dell'operatore socio – assistenziale (OSA) e dell'operatore socio sanitario (OSS). Molto spesso infatti, le mansioni e gli ambiti di intervento di entrambi si sovrappongono, per questo motivo risulta doveroso fare un chiarimento. L'OSA è una figura professionale che ha competenze di tipo sociale, istituzionale e relazionale. Si occupa di persone diversamente abili, che hanno necessità di cure ed assistenza personalizzata, anche domiciliare. Il campo di attività dell’operatore socio-assistenziale comprende l’accompagnamento e l’assistenza globale della persona assistita nel suo ambiente abituale (a casa), in centri di degenza e strutture residenziali, in centri diurni nonché in strutture occupazionali. Opera anche nelle strutture scolastiche.

L’operatore lavora in piena autonomia nel settore dell’assistenza sociale e collabora in modo integrato

L’operatore lavora in piena autonomia nel settore dell’assistenza sociale e collabora in modo integrato con altri gruppi professionali al fine di mantenere e migliorare la qualità della vita della persona sul piano socioculturale, nei rapporti interpersonali e nelle attività pratiche della vita quotidiana. Può lavorare sia in servizi di tipo socio-assistenziale, che in quello ospedaliero o a domicilio. Le attività di assistenza globale alla singola persona sono volte a mantenere la salute, a promuoverne e a svilupparne l’autosufficienza e al sostegno in generale. Nello specifico l'OSA: a) collabora all’elaborazione del programma individuale o di gruppo volto a mantenere e sviluppare le facoltà intellettive e capacità fisiche delle persone assistite, e partecipa inoltre alla verifica dei risultati; b) accompagna le persone ai vari servizi; c) aiuta la persona assistita a mantenersi autosufficiente e a condurre una vita autonoma;

d) incoraggia forme di assistenza da parte dei vicini e forme di volontariato, inserendole

d) incoraggia forme di assistenza da parte dei vicini e forme di volontariato, inserendole nell’assistenza programmata. L'OSS, invece, è un professionista solitamente in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado e di qualifica ASA – Ausiliario Socio Assistenziale o OTA – Operatore Tecnico dell’Assistenza (oggi deve possedere il titolo OSA). A differenza dell’OSA, essendo una figura di carattere maggiormente infermieristico, può sostenere i concorsi pubblici per concorrere all’assistenza di personale ospedaliero infermieristico. Le sue competenze rientrano in quelle che possono essere definite di cura ai bisogni primari della persona e sono così riassunte:

 agevolare l’utente nell’espletamento delle funzioni primarie in relazione ai diversi gradi di non-autosufficienza;

agevolare l’utente nell’espletamento delle funzioni primarie in relazione ai diversi gradi di non-autosufficienza; applicare tecniche di mantenimento delle capacità motorie; adottare misure e pratiche adeguate per l’assunzione di posture corrette; riconoscere le specifiche dietoterapiche per la preparazione dei cibi adattamento domestico/ambientale; rilevare esigenze di riordino degli ambienti di vita e cura dell’assistito individuare soluzioni volte ad assicurare comodità e funzionalità dell’ ambiente di vita dell’utente; applicare protocolli di sanificazione, sanitizzazione e sterilizzazione di ambienti, materiali ed apparecchiature; adottare comportamenti idonei alla prevenzione/ riduzione del rischio professionale, ambientale e degli utenti; Trattamento sanitario di base alla persona;

 comprendere ed applicare le indicazioni inerenti la somministrazione dei farmaci e l’utilizzo di

comprendere ed applicare le indicazioni inerenti la somministrazione dei farmaci e l’utilizzo di apparecchi medicali; rilevare i parametri vitali dell’assistito e percepirne le comuni alterazioni: pallore, sudorazione, ecc. . . ; selezionare i dati e le informazioni significative in merito all’evoluzione dello stato di salute psico-fisica dell’assistito; riconoscere l’efficacia di massima degli interventi sanitari erogati in relazione agli obiettivi terapeutici prefissati; animazione individuale e di gruppo; stimolare le capacità espressive e psico-motorie dell’assistito attraverso attività ludico-ricreative; impostare l’adeguata relazione di aiuto, adottando comportamenti in sintonia con il bisogno dell’assistito; sostenere processi di socializzazione ed integrazione favorendo la partecipazione attiva ad iniziative in ambito residenziale e non; incoraggiare il mantenimento ed il recupero dei rapporto parentali ed amicali.

Ad oggi comunque la figura dell'OSS è in continua rivalutazione legislativa, e sta sempre

Ad oggi comunque la figura dell'OSS è in continua rivalutazione legislativa, e sta sempre più prendendo piede l'idea che sia necessaria una continua specializzazione in base agli ambiti di intervento specifici. Il DL 12 novembre 2001 n. 402, “Disposizioni urgenti in materia di personale sanitario” convertito con la legge 8 gennaio 2002, n. 1, dispone infatti all'art 1 comma 8: “. . . la formazione complementare in assistenza sanitaria che consente a detto operatore di collaborare con l’infermiere o con l’ostetrica e di svolgere alcune attività assistenziali in base all’organizzazione dell’unità funzionale di appartenenza e conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la supervisione”.

Secondo quanto affermato nella Conferenza Stato – regioni del 16 Gennaio 2003, l’OSS con

Secondo quanto affermato nella Conferenza Stato – regioni del 16 Gennaio 2003, l’OSS con formazione complementare in assistenza sanitaria coadiuva l’infermiere o l’ostetrica e in base all’organizzazione dell’unità funzionale di appartenenza e conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica o ostetrica e sotto la loro supervisione è in grado di eseguire: La somministrazione, per via naturale, della terapia prescritta, conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la supervisione; la terapia intramuscolare e sottocutanea su specifica pianificazione infermieristica o ostetrica o sotto la supervisione; esecuzione clisteri; il rilevamento e l’annotazione di alcuni parametri vitali (frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e temperatura); la cura, il lavaggio e la preparazione del materiale per la sterilizzazione; la pulizia, disinfezione e sterilizzazione delle apparecchiature, delle attrezzature sanitarie e dei dispositivi medici;

 la raccolta e stoccaggio dei rifiuti differenziati; il trasporto del materiale biologico ai

la raccolta e stoccaggio dei rifiuti differenziati; il trasporto del materiale biologico ai fini diagnostici; la somministrazione dei pasti e delle diete; sorveglianza di fleboclisi, conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica o ostetrica o sotto la supervisione; eseguire pedicure; preparazione della salma; eseguire tricotomie (è la procedura di rimozione dei peli o capelli presenti nella zona cutanea da sottoporre a un intervento chirurgico, per minimizzare l'interferenza con l'incisione e il seguente intervento).

Ambiti di intervento dell'OSS All’articolo 3 dell’Accordo Stato Regioni che individua il profilo professionale

Ambiti di intervento dell'OSS All’articolo 3 dell’Accordo Stato Regioni che individua il profilo professionale dell’Oss, è stabilito che l’Operatore Socio Sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale che in quello sanitario, residenziale o semiresidenziale, in ambiente ospedaliero o al domicilio dell’utente. L’Oss lavora con persone che vivono in una condizione di disagio sociale, fragili o che sono malate: anziani con problemi sociali e sanitari, famiglie, bambini e ragazzi problematici, persone disabili, adulti in difficoltà o con problemi psichiatrici, degenti in ospedale, case di cura private, residenze sanitarie, case di riposo, centri diurni o in ambito territoriale (domicilio del paziente). L'Operatore Socio Sanitario svolge il proprio lavoro nei servizi sanitari e sociali gestiti da enti pubblici, da cooperative sociali e da privati.

Rispetto alla collaborazione con altre figure professionali, deve saper lavorare in équipe nella quale

Rispetto alla collaborazione con altre figure professionali, deve saper lavorare in équipe nella quale confluiscono più professionalità, come assistenti sociali, educatori, medici, infermieri, fisioterapisti e animatori. L’Oss deve documentare il proprio lavoro in modo utile per gli altri operatori. L'Oss deve essere anche in grado di collaborare con Associazioni di volontariato e con le famiglie degli assistiti, coinvolgendo in particolare i caregiver nell’assistenza, garantendo educazione sanitaria e supporto nell’accesso ai servizi.

Uno sguardo alla Legge quadro 328/00 E' importante tenere a mente questa Legge poiché,

Uno sguardo alla Legge quadro 328/00 E' importante tenere a mente questa Legge poiché, nonostante non disciplini esplicitamente la figura dell'OSS, rappresenta un punto cardine nella promozione di interventi sociali, assistenziali e sociosanitari che garantiscano un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà. Scopo principale della legge è, oltre, la semplice assistenza del singolo, anche il sostegno della persona all’interno del proprio nucleo familiare. Per la prima volta, altresì, viene istituito un fondo nazionale per le politiche e gli interventi sociali, aggregando e ampliando i finanziamenti settoriali esistenti e destinandoli alla programmazione regionale e degli enti. In poche parole grazie a questa legge si è presa la consapevolezza che, per far fronte a tutti i bisogni dell'individuo, fosse necessaria l'introduzione di tutta una serie di figure esplicitamente preposte.

La legge di riforma dell’assistenza in sostanza, ha tra i suoi punti di forza

La legge di riforma dell’assistenza in sostanza, ha tra i suoi punti di forza il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati nell’erogazione dei servizi sociali. In questo scenario un ruolo principale spetta al Comune che, in quanto Ente più vicino ai bisogni dei cittadini, deve coinvolgere e cooperare con le strutture sanitarie, con gli altri enti locali e con le associazioni dei cittadini. Il Terzo Settore dunque è chiamato in questo scenario non più come soggetto passivo, ma come soggetto attivo, ovvero attore sia nella programmazione degli interventi, sia nella erogazione. In sintesi: la legge promuove attività socio-assistenziali da parte di associazioni di cittadini, quali le Onlus, le cooperative sociali, le organizzazioni di volontariato, gli enti di promozione sociale e le fondazioni. Questi organismi possono offrire e gestire alcuni servizi, alternativi a quelli degli enti pubblici, rivolti ai cittadini che ne hanno bisogno.

L'anno successivo all'emanazione di questa importante legge, sono stati definiti per la prima volta,

L'anno successivo all'emanazione di questa importante legge, sono stati definiti per la prima volta, con DPCM 29 Novembre del 2001, i cosiddetti LEA (livelli essenziali delle prestazioni). Ad oggi i LEA sono stati rivisitati mediante il DPCM del 12 Gennaio 2017. Essi non sono altro che le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse). Il decreto specifica le prestazioni di assistenza sanitaria garantite dal SSN e riconducibili ai seguenti Livelli Essenziali di Assistenza: - assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli (tutela dagli effetti dell'inquinamento, dai rischi infortunistici negli ambienti di lavoro, sanità veterinaria, tutela degli alimenti, profilassi delle malattie infettive, vaccinazioni e programmi di diagnosi precoce, medicina legale); - assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all'assistenza

farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai disabili, dai servizi

farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai disabili, dai servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi ai servizi territoriali consultoriali (consultori familiari, SERT, servizi per la salute mentale, servizi di riabilitazione per i disabili, ecc. ), alle strutture semiresidenziali e residenziali (residenze per gli anziani e i disabili, centri diurni, case famiglia e comunità terapeutiche); - assistenza ospedaliera, declinata nell'assistenza in pronto soccorso, in ricovero ordinario, in day hospital e day surgery, in strutture per la lungodegenza e la riabilitazione, e così via.

Gli Attori del Sistema Integrato di Interventi e Servizi Secondo la legge che disciplina

Gli Attori del Sistema Integrato di Interventi e Servizi Secondo la legge che disciplina il Sistema Sanitario Nazionale l. 833/78 (la quale assicura “il collegamento ed il coordinamento con le attività e con gli interventi di tutti gli organi, centri, istituzioni e servizi, che svolgono nel settore sociale attività incidenti sullo stato di salute degli individui e della collettività”), l'OSS può operare all'interno delle Aziende Sanitarie o tramite concorso o tramite assunzione indiretta per mezzo di ditte (ad esempio cooperative) che lavorano in convenzione. Le competenze dell'OSS si possono distinguere in: Competenze di tipo tecnico specifico - l' OSS conosce le norme di primo soccorso e pronto intervento, elementi di igiene, tecniche domestico alberghiere, metodologie di trasporto e mobilità degli utenti; Competenze di tipo intellettivo - l' OSS conosce le principali tipologie di utenti e le problematiche connesse.

L'OSS può essere impiegato in tutti i reparti ospedalieri come ad esempio: DSM: Distretto

L'OSS può essere impiegato in tutti i reparti ospedalieri come ad esempio: DSM: Distretto di Salute mentale - In questo contesto l'OSS ha a che fare con pazienti con disabilità mentali e/o fisiche sensoriali che vivono difficoltà particolari come: problemi motori permanenti o temporanei, disagi derivanti da patologie genetiche e/o degenerative. Hospice - Sono strutture che nascono all’interno di alcuni ospedali o di altri centri presenti sul territorio, gestiti direttamente dalle Aziende sanitarie (in questo caso pubbliche) o da associazioni di volontariato e consorzi in convenzione con le Aziende stesse, per l’assistenza ai malati terminali. Ospitano persone, non assistibili presso il domicilio, in fase avanzata e terminale di una malattia ad andamento irreversibile, non più suscettibile di trattamenti specifici per la guarigione o per il contenimento della progressione della malattia. A Catania uno dei più conosciuti è l'Hospice San Giovanni Paolo II, che si trova nel reparto Oncologia dell'Ospedale Garibaldi Nesima.

L'OSS può anche essere impiegato in tutte quelle strutture sanitarie esterne all'ASP, ma che

L'OSS può anche essere impiegato in tutte quelle strutture sanitarie esterne all'ASP, ma che sono direttamente gestite da essa (o da Cooperative e consorzi accreditati). Un esempio sul territorio siciliano potrebbe essere “l'Associazione Assistenziale Villa Sandra”. Essa, è una Struttura Sanitaria che eroga trattamenti riabilitativi diretti al recupero funzionale dei soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali da qualunque causa dipendente, finalizzati a restituire e mantenere il più elevato livello di autonomia acquisibile e limitare il rischio evolutivo e proiettati al suo inserimento o reinserimento nei cicli della vita sociale ed al miglioramento della qualità della vita. L’attività di riabilitazione è fondamentalmente diretta al recupero di disabilità importanti, modificabili, che richiedono un elevato impegno diagnostico medico specialistico ad indirizzo riabilitativo e terapico in termini di complessità e/o di durata degli interventi.

L'associazione è convenzionata sia con l'Università di Catania (per le attività di tirocinio degli

L'associazione è convenzionata sia con l'Università di Catania (per le attività di tirocinio degli studenti), sia con l’AS. A. FORM – En. A. I. P. (attraverso cui vengono organizzati vari laboratori nel settore della ceramica, falegnameria, tessitura, cucito ricamo, lavori d’ufficio ecc. . . ). Le prestazioni erogate dall’Associazione variano anzitutto a seconda della patologia del disabile e del regime di trattamento. Poiché l’Azienda opera nei confronti di utenti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, le prestazioni si suddividono in trattamenti a convitto, semiconvitto, ambulatoriali e domiciliari.

Comuni Il Comune rappresenta uno degli enti più vicini ai bisogni e ai disagi

Comuni Il Comune rappresenta uno degli enti più vicini ai bisogni e ai disagi sociali della popolazione, per questo motivo opera secondo i principi della 328/00 in correlazione con le ASL (ma anche e soprattutto con i soggetti del Terzo settore) per l'implementazione di interventi a carattere socio – assistenziale e sanitario rivolte alle categorie più svantaggiate. In linea di massima, la gran parte degli interventi riguardano l'erogazione di: aiuti monetari (bonus, voucher, detrazioni dalle bollette di luce e gas) e progetti di inserimento lavorativo e sociale (ad es: cantieri di servizi). In ambito strettamente sanitario, il servizio che viene maggiormente erogato (e nel quale è presente la figura dell'Oss) è l'Assistenza Domiciliare per diversamente abili ed anziani.

Esistono vari tipi di assistenza domiciliare, ma quella che viene fornita dai comuni di

Esistono vari tipi di assistenza domiciliare, ma quella che viene fornita dai comuni di concerto con le ASL è la cosiddetta ADI (Assistenza domiciliare integrata). In sostanza si tratta di una forma di assistenza rivolta a soddisfare le esigenze quasi esclusivamente degli anziani, dei disabili e dei pazienti affetti da malattie cronico-degenerative aventi necessità di un'assistenza continuativa, che può variare da interventi esclusivamente di tipo sociale (pulizia dell'appartamento, invio di pasti caldi, supporto psicologico, disbrigo di pratiche amministrative, ecc. ) ad interventi socio-sanitari (attività riabilitative, assistenza infermieristica, interventi del podologo, ecc. ). Il suo obiettivo è quello di consentire all'utente di rimanere al proprio domicilio, ovvero il più a lungo possibile all’interno del suo ambiente di vita domestico. Generalmente i costi inerenti il servizio per tutte le categorie a bassissimo reddito sono a carico sia del Sistema Sanitario Nazionale sia del Comune.

Terzo Settore Con questa espressione, usata spesso come sinonimo di non profit, si indica

Terzo Settore Con questa espressione, usata spesso come sinonimo di non profit, si indica l'insieme dei soggetti che operano secondo logiche e meccanismi che non appartengono né allo Stato né al mercato. “Il Terzo Settore rappresenta il tentativo della società civile di riappropriarsi della funzione di produrre beni e servizi di interesse sociale, da sempre di competenza dello Stato. Rappresenta oggi essenzialmente la capacità di risposta a bisogni diffusi che i servizi pubblici non sono in grado di soddisfare”. La crescita attuale del Terzo Settore è connessa da un lato alla nascita di bisogni sociali nuovi derivanti da mutamenti sociali profondi (ad esempio l’invecchiamento della popolazione e relativo accrescimento della necessità di cure e assistenza per anziani); dall’altro con le crescenti difficoltà finanziarie che in anni recenti lo Stato moderno ha incontrato nell’assolvere quel compito di garante del benessere sociale che esso si era assunto a partire dai primi decenni del dopoguerra.

Un esempio: le Cooperative sociali Secondo la legge 381/91 che le istituisce, la "società

Un esempio: le Cooperative sociali Secondo la legge 381/91 che le istituisce, la "società cooperativa" è quello lo strumento idoneo per il perseguimento di finalità sociali e di promozione umana. Più in generale, le cooperative sociali provvedono ad istituire e gestire servizi sociosanitari ed educativi (tipo A) e sviluppano attività lavorative finalizzate all'inserimento di persone svantaggiate sia sul piano fisico che su quello psichico (tipo B), operando anche tramite convenzioni con i servizi dell'assistenza pubblica. Per lo svolgimento di tale attività è prevista la possibilità di utilizzo di soci volontari che, prestano gratuitamente la loro attività all'interno della cooperativa. I soci volontari non percepiscono retribuzioni per l'attività svolta bensì godono di una piena tutela assicurativa contro gli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, avendo comunque diritto al rimborso delle spese eventualmente sostenute.

Le Cooperative Sociali di tipo A gestiscono servizi socio-sanitari educativi e possono farlo sia

Le Cooperative Sociali di tipo A gestiscono servizi socio-sanitari educativi e possono farlo sia direttamente sia in convenzione con enti pubblici. Possono gestire servizi sociali (progetti di reinserimento sociale, centri di aggregazione per ragazzi, centri sociali per anziani, centri rieducativi per malati psichici, case alloggio, case famiglia, ecc), sanitari (strutture sanitarie, assistenza domiciliare ad anziani ecc. ), educativi (centri educativi per ragazzi, centri ludici, animazione di strada, formazione per operatori sociali, ecc. ). Il tutto cercando di intercettare sul territorio i bisogni e trasformarli in domanda, offrire servizi qualificati , adottare forme di gestione democratica, essere presenti nella ridefinizione delle politiche sociali, conquistarsi un'autonomia rispetto al mercato mantenendo i propri valori, è il delicato compito di chi partecipa alla crescita della cooperazione sociale.

Esempi di servizi gestiti da Cooperative Centri Diurni: detti anche strutture semi-residenziali, sono strutture

Esempi di servizi gestiti da Cooperative Centri Diurni: detti anche strutture semi-residenziali, sono strutture aperte almeno sei-otto ore al giorno, che offrono vari servizi di natura socioassistenziale agli anziani. L'obiettivo è quello di aiutare le persone anziane disabili a mantenere la propria autonomia e a vivere nella propria casa. Gli utenti possono usufruire dell'ospitalità e dei servizi del centro per una parte della loro giornata. Il Centro Diurno è indicato per l’anziano che presenta due condizioni: disabilità grave e disagio sociale. In base alle indicazioni del Ministero della salute, oltre ad essere privi di barriere architettoniche, gli spazi interni del Centro: devono facilitare l’orientamento e l’accesso ai servizi igienici e favorire l’attività fisica, sia all’interno (palestre, spazi per l’attività motoria), sia all’esterno (giardini anche terapeutici e utilizzabili per attività di giardinaggio).

Inoltre, queste strutture dovrebbero trovarsi nei centri abitati, a poca distanza da punti di

Inoltre, queste strutture dovrebbero trovarsi nei centri abitati, a poca distanza da punti di riferimento sociali, quali chiese, mercati e piazze, ed essere facilmente raggiungibili dai parenti degli ospiti, in modo da non dare all’anziano l’idea dell’allontanamento e dell’isolamento. Per essere ammessi ad un Centro Diurno, bisogna avere riconosciuta la condizione di non autosufficienza, ma deve poter contare, al proprio domicilio, su un’assistenza adeguata per il periodo notturno. La figura dell'OSS è prevista anche all'interno dei più specifici Centri diurni per disabili e per minori disabili.

Servizi Offerti Assistenza di carattere sociale: oltre all’assistenza alla persona (igiene personale, bagno assistito)

Servizi Offerti Assistenza di carattere sociale: oltre all’assistenza alla persona (igiene personale, bagno assistito) devono essere garantite: attività motoria programmata; attività di animazione e di socializzazione, iniziative socioculturali, supporto sociale; attività formative-educazioni, rivolte ai familiari e ai caregiver sulle modalità di assistenza all’anziano. Assistenza di carattere sanitario: assistenza infermieristica (somministrazione di terapie, misurazione della pressione, gestione del catetere, ecc. ); riabilitazione (fisiokinesiterapia, terapia occupazionale); assistenza medica garantita dal medico di medicina generale; servizio podologico; protocolli riguardanti il ricorso alla contenzione fisica concordati fra i vari operatori. Assistenza di carattere preventivo: il Centro Diurno non deve avere soltanto finalità di cura, né tantomeno di custodia, dovendo preparare e attuare programmi formali di prevenzione, riguardanti, ad esempio, vaccinazioni e prevenzione di sindromi geriatriche quali le cadute, l’incontinenza urinaria, la malnutrizione, il decondizionamento fisico, le lesioni da pressione, la depressione ecc.

R. S. A: Residenza Sanitaria Assistenziale - Sono strutture sociosanitarie dedicate ad Anziani non

R. S. A: Residenza Sanitaria Assistenziale - Sono strutture sociosanitarie dedicate ad Anziani non autosufficienti, che necessitano di assistenza medica, infermieristica o riabilitativa, generica o specializzata. Anche nelle Rsa sono previste attività ricreative da parte di animatori, ma la vera differenza tra Casa di Riposo e Rsa consiste nel personale sanitario. È prevista la presenza di un medico 24 ore su 24, un terapista ogni 40 Ospiti e un infermiere ogni 5. Proprio perché gli Ospiti della Rsa non sono autosufficienti, è necessaria la costante presenza medica ed infermieristica, oltre che un aiuto continuativo per garantire lo svolgimento delle attività quotidiane, come per l’igiene personale.

R. S. S. A: Residenza Socio Sanitaria Assistenziale - eroga prevalentemente servizi socio assistenziali

R. S. S. A: Residenza Socio Sanitaria Assistenziale - eroga prevalentemente servizi socio assistenziali a persone anziane, in età superiore ai 64 anni, con gravi deficit psico-fisici, nonché persone affette da demenze senili, che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse, ma che richiedono un alto grado di assistenza alla persona con interventi di tipo assistenziali e socio-riabilitativo a elevata integrazione sociosanitaria, che non sono in grado di condurre una vita autonoma e le cui patologie, non in fase acuta, non possono far prevedere che limitati livelli di recuperabilità dell'autonomia e non possono essere assistite a domicilio. Possono essere ospitate persone con età non inferiore ai 64 anni, esclusivamente nel caso di persone affette da demenze senili, morbo di Alzheimer e demenze correlate.

La R. S. S. A. è collegata funzionalmente con i servizi sociosanitari dell'Ambito e

La R. S. S. A. è collegata funzionalmente con i servizi sociosanitari dell'Ambito e del Distretto, comprendenti l'assistenza medicogenerica, l'assistenza farmaceutica, il segretariato sociale, l'assistenza domiciliare integrata, i centri a carattere residenziale diurno, anche al fine di programmare la continuità degli interventi assistenziali agli ospiti dopo la dimissione e per ridurre l'incidenza del ricovero in strutture ospedaliere ovvero in strutture extra-ospedaliere sanitarie per ospiti che abbiano le caratteristiche sopra individuate.

Comunità Alloggio per minori - il servizio funge da intervento di sostituzione temporanea del

Comunità Alloggio per minori - il servizio funge da intervento di sostituzione temporanea del nucleo familiare volto a garantire al minore condizioni esistenziali per quanto possibile normali e gratificanti, offrire un contesto di vita stabile, di tipo familiare, favorire un equilibrato sviluppo comportamentale, psicologico, affettivo, relazionale e sociale del minore allontanato dal nucleo d’origine. Si rivolge a minori di età compresa tra 6 e 18 anni segnalati dai Servizi Sociali sulla base di Decreti di allontanamento emessi dai T. M. o sulla base di progetti psico-educativi consensuali che indichino nell'allontanamento dal nucleo familiare la scelta educativa utile e necessaria ai fini della tutela, della cura e della crescita del minore stesso. Inoltre sono ammessi ragazzi maggiorenni in regime di proseguo amministrativo concesso dai T. M. In via eccezionale anche i minori nella fascia 3 -6 anni che non sono stati collocati in famiglie mediante l'affido familiare.

Il Privato Sociale L'Italia oltre ad essere uno dei paesi europei con la più

Il Privato Sociale L'Italia oltre ad essere uno dei paesi europei con la più limitata disponibilità di servizi pubblici destinati all'assistenza degli anziani non autosufficienti, è al contempo quello che fa più ricorso alle badanti impiegate privatamente dalle famiglie. Ciò fa sì che gli anziani siano talvolta affidati a persone non qualificate per gestire l’assistenza nell’ottica della prevenzione e della guarigione. Ecco perché oggi stanno prendendo piede delle Aziende specializzate nel settore dell'assistenza. Una delle più conosciute è Privat. Assistenza, una rete nazionale di Punti Operativi in grado di offrire interventi personalizzati 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno e che permette il mantenimento del paziente nel proprio ambiente di vita vicino ai propri affetti, evidenziando un miglioramento della qualità di vita ed evitando ricoveri impropri.

Alcuni dei servizi offerti comprendono, la già citata assistenza domiciliare, espletata anche dall'Oss che

Alcuni dei servizi offerti comprendono, la già citata assistenza domiciliare, espletata anche dall'Oss che fornisce: - Igiene personale, bagno assistito, vestizione - Assistenza ai pasti, assistenza diurna e veglia notturna - Accompagnamento per visite, esami, passeggiate - - Assistenza incontinenti, malati cronici e pazienti affetti da Alzheimer e Parkinson. - Segretariato sociale e disbrigo di pratiche di ogni genere (esenzione e pagamento ticket, Invalidità civile) e presso qualsiasi ente (Medico di Base, ASL, Comune, Inps, Agenzia dell'Entrate, CAF, patronati ecc).

Legislazione in ambito Disabilità

Legislazione in ambito Disabilità

Fino ad ora abbiamo visto quale sia il ruolo dell'Operatore socio sanitario e quale

Fino ad ora abbiamo visto quale sia il ruolo dell'Operatore socio sanitario e quale sia la rete di servizi nella quale è inserito. In questa sezione si passeranno in rassegna le leggi che ad oggi tutelano le persone affette da disabilità e che l'OSS è tenuto a conoscere nei suoi principi fondamentali. Lo scopo è quello di fornire un conoscenza base delle norme in vigore, al fine di saperle “utilizzare” al meglio nel proprio ambito lavorativo.

“Legge 104/92 Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” Principali

“Legge 104/92 Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” Principali destinatari sono i disabili, ma non mancano riferimenti anche a chi vive con loro. Il presupposto è infatti che l'autonomia e l'integrazione sociale si raggiungono garantendo alla persona handicappata e alla famiglia adeguato sostegno. Questo supporto può essere sotto forma di servizi di aiuto personale o familiare, ma si può anche intendere come aiuto psicologico, psicopedagogico, tecnico. La legge individua con la parola "diversamente abili", coloro che presentano una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

Per essere riconosciuti come portatori di handicap, ai sensi della Legge 104/92, bisogna sottoporsi

Per essere riconosciuti come portatori di handicap, ai sensi della Legge 104/92, bisogna sottoporsi a visita medica presso un'apposita commissione mista dell’ASL dove, assieme a quella del medico, compaiono altre professionalità come quella dello psicologo/psichiatra, dell’assistente sociale e del medico di categoria onde valutare da più punti di vista ogni singolo caso. È prevista la possibilità di visite domiciliari per quelle persone con documentata impossibilità ad essere trasportate. Parte dei benefici previsti dalla legge sono fruibili da tutte le persone con handicap mentre altri benefici sono riconosciuti in relazione alla gravità dell’handicap. Generalmente si possono avere: agevolazioni lavorative, agevolazioni per i genitori, agevolazioni fiscali.

Agevolazioni lavorative: I lavoratori che sono riconosciuti portatori di handicap ai sensi della legge

Agevolazioni lavorative: I lavoratori che sono riconosciuti portatori di handicap ai sensi della legge 104/92, art. 3 comma 3, possono usufruire di n. 3 giorni di permesso mensile. I lavoratori che invece assistono un familiare in situazione di gravità ex art. 33 comma 3 (e successive modificazioni), possono fruire di tre giorni mensili di permesso sempre che il disabile sia parente o affine entro il terzo grado di parentela. Agevolazioni per i genitori: hanno diritto ad agevolazioni lavorative in base all'età del figlio disabile. Se minore di 3 anni, prolungamento dell'astensione facoltativa; tra i 3 e i 18 anni, tre permessi mensili dal lavoro. Agevolazioni fiscali: I soggetti portatori di handicap hanno diritto alle seguenti: riconoscimento delle spese sanitarie quali oneri deducibili e non quali detrazioni; applicazione dell'IVA agevolata al 4% per l’acquisto di protesi, sussidi e strumenti tecnologici;

applicazione dell'IVA agevolata al 4% per l’acquisto e la trasformazione di veicoli per il

applicazione dell'IVA agevolata al 4% per l’acquisto e la trasformazione di veicoli per il trasporto di persone con handicap; esenzione bollo auto; detrazione in misura del 19% per l'acquisto di beni dei disabili. ---> non tutti i disabili possono godere di queste agevolazioni fiscali. Solo coloro che ricadono nell'articolo 3 comma 3 della legge. “Legge 17/99 Integrazione e modifica della legge 104/92”: Vengono inserite importanti integrazioni a favore dell’iscrizione e della frequenza all’università da parte delle persone con disabilità. Ovvero: la garanzia di sussidi tecnici e didattici e di un servizio di tutorato specializzato; l’individuazione di un docente delegato dal rettore con funzioni di coordinamento di tutte le iniziative concernenti l’integrazione nell’ambito dell’ateneo; la possibilità di effettuare prove di esame, anche equipollenti, con l’ausilio del servizio di tutorato o con il supporto di ausili tecnici concordandone precedentemente le modalità con il docente.

Grazie alla l. 104/92, sono stati introdotti tutta una serie di servizi a tutela

Grazie alla l. 104/92, sono stati introdotti tutta una serie di servizi a tutela della persona disabile soprattutto per quanto riguarda l'integrazione scolastica. Il Servizio Integrazione Scolastica e Sociale (SISS), è un Servizio finalizzato alla piena integrazione e partecipazione della persona con disabilità nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e paritarie, e nei diversi contesti di vita attraverso l’affiancamento di Operatori Socio Sanitari (OSS). Questi ultimi vengono assegnati all'alunno con disabilità che, insieme agli insegnanti curriculari e di sostegno, collaborano all’attuazione degli obiettivi previsti nel Piano Educativo Individualizzato (PEI).

“Legge 68/99 Norme per il diritto al lavoro dei disabili e successive modifiche e

“Legge 68/99 Norme per il diritto al lavoro dei disabili e successive modifiche e integrazioni” L'articolo 1 della legge recita così - “La presente legge ha come finalità la promozione dell'inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato”. L'articolo 18, inoltre, prevede che i datori di lavoro che occupano oltre 50 dipendenti hanno l'obbligo di assumere: vedove e orfani del lavoro, per servizio, di guerra e i profughi italiani, nella misura di un'unità nel caso d'aziende che occupano da 51 a 150 dipendenti e nella misura dell'1% per le restanti (percentuale che si aggiunge al 7% previsto per l'assunzione dei disabili). Anche i cittadini extracomunitari, regolarmente presenti in Italia, riconosciuti disabili da uno degli enti italiani preposti al riconoscimento dell'invalidità, rientrano nel computo delle categorie protette.

Grazie a questa legge sono nati servizi come il Servizio di Integrazione Lavorativa, che

Grazie a questa legge sono nati servizi come il Servizio di Integrazione Lavorativa, che promuove e sostiene l'integrazione lavorativa delle persone con disabilità e/o svantaggiate. Il SIL svolge istituzionalmente la funzione di raccordo tra i Servizi Socio Sanitari, il Sistema della Formazione professionale e i molteplici Attori e Istituti del mondo del lavoro. Specificatamente si raccorda con la Provincia competente e i Centri per l’Impiego per promuovere il collocamento mirato. Il SIL offre: informazioni, consulenza e orientamento; Interventi di sostegno e affiancamento previo la presa in carico e la predisposizione di progetti personalizzati; azioni di mediazione che prevedono: la conoscenza delle aziende e la valutazione delle potenzialità e dei bisogni individuali del richiedente; la scelta del posto di lavoro adatto e compatibile; la programmazione di percorsi individualizzati d'integrazione lavorativa; Monitoraggio e valutazione degli esiti.

“La Legge 18/09, ovvero la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”: E’

“La Legge 18/09, ovvero la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”: E’ il primo trattato del nuovo secolo con ampi contenuti sui diritti umani e segna un punto di svolta nelle relazioni verso le persone con disabilità; non più individui bisognosi di carità, ma “persone” capaci di rivendicare i propri diritti e prendere decisioni per la propria vita, basate sul consenso libero e informato, ed essere membri attivamente inclusi nella società. L’articolo 1 definisce lo scopo della Convenzione, che è quello di promuovere tutti i diritti delle persone con disabilità (concetto sempre in evoluzione) al fine di assicurare uno stato di uguaglianza.

L’articolo 3 indica i principi stessi entro i quali la Convenzione si muove, elencandoli

L’articolo 3 indica i principi stessi entro i quali la Convenzione si muove, elencandoli esplicitamente: -il rispetto della persona nelle sue scelte di autodeterminazione; -la non discriminazione; -l’integrazione sociale; -l’accettazione delle condizioni di diversità della persona disabile; -rispetto delle pari opportunità e dell’uguaglianza tra uomini e donne; -l’accessibilità; -il rispetto dello sviluppo dei bambini con disabilità. Il suddetto articolo istituisce l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. L’Osservatorio ha il compito: di predisporre un programma biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità; di promuovere la realizzazione di studi e ricerche per individuare aree prioritarie verso cui indirizzare azioni ed interventi per la promozione dei diritti delle persone con disabilità.

Il Piano di Intervento Integrato per l'assistenza

Il Piano di Intervento Integrato per l'assistenza

Dall'analisi delle norme sopra citate (e come già ampiamente espletato nella Legge Quadro 328/00),

Dall'analisi delle norme sopra citate (e come già ampiamente espletato nella Legge Quadro 328/00), si evince chiaramente come sia fondamentale un'azione integrata da parte di diversi professionisti, per la buona riuscita di un progetto di presa in carico a lungo termine della persona disabile. Ad oggi, tutte le regioni italiane hanno previsto nella stesura dei relativi Piani di Zona, la redazione dei cosiddetti Piani di Intervento Integrato per l'Assistenza (ovviamente avranno diciture diverse in base alla regione). Un esempio oltre il PEI nelle scuole, è il Piano di Assistenza Individualizzato (PAI). Si tratta di un documento che sintetizza in un’ottica multidisciplinare le informazioni relative al soggetto in condizioni di bisogno, con l’intento di postulare e attuare un progetto di cura e assistenza che abbia l’obiettivo primario di favorire la miglior condizione di salute e benessere del soggetto in questione. Si tratta in questi casi di situazioni ad alta complessità sanitaria e socio-assistenziale (anziani disabili o malati, soggetti affetti da SLA o da altre malattie neuromuscolari degenerative, pazienti oncologici gravi, soggetti affetti da

demenza, minori con disabilità gravi). Il PAI comprende gli aspetti clinico-sanitari, la valutazione degli

demenza, minori con disabilità gravi). Il PAI comprende gli aspetti clinico-sanitari, la valutazione degli operatori che quotidianamente si prendono cura del soggetto (per esempio, infermieri, OSS), gli interventi eventualmente necessari (per esempio, la valutazione degli interventi di riabilitazione o riattivazione a opera del fisioterapista). Evidenzia anche aspetti inerenti la sfera affettivo-relazionale e linguistico-comunicativa. La stesura avviene con il contributo di tutti gli operatori coinvolti (medici, infermieri, OSS, fisioterapisti, assistenti sociali, educatori, psicologi, logopedisti). Sono chiaramente necessarie l’integrazione e la condivisione con il nucleo famigliare. Il PAI individua gli obiettivi di cura e assistenza che l’èquipe multidisciplinare che si prende carico del soggetto intende perseguire. Tali obiettivi sono soggetti a verifica e adeguamento periodico e devono essere quindi misurabili e quantificabili.