CHARLES BAUDELAIRE Prof Lorenzo Redaelli V anno didatticainnovativa
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Il contesto storico • Negli stessi anni del Naturalismo si sviluppa una corrente alternativa, il Simbolismo. • Non guarda alla realtà sociale, bensì al mistero attraverso l’intuizione. • Rifiuto del Positivismo e della società borghese, verso la quale l’artista si sente a disagio. • Nuovo linguaggio poetico basato sull’analogia e sul simbolo. • I fiori del male di Baudelaire ispireranno: • • Il Parnassianesimo (1866 -1876) -> la poesia non deve avere alcuna utilità sociale (l’arte per l’arte). Il Manifesto del Simbolismo (1886). • Il Simbolismo è una fase del Decadentismo europeo. • Ricordiamo Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stephane Mallarmé. La morte del becchino (anni 1890) di Carlos Schwabe
La vita (1821 – 1867) § Nasce a Parigi nel 1821. § Dopo la morte del padre, la madre si risposa con un militare severo. § Dopo gli studi, compie un viaggio in India nel 1841. § Ottenuta l’eredità paterna, inizia una vita sregolata e anticonformista. § Ostenta la relazione con Jeanne Duval, frequenta i fumatori di hashish. § La madre lo fa dichiarare incapace di gestire i propri beni. § Nel 1857 pubblica I fiori del male. § Viene processato per oltraggio alla morale e ripubblica l’opera modificata nel 1861. § Nel 1860 pubblica I paradisi artificiali (poemetti), dedicati al rapporto tra arte e stupefacenti. § Nel 1864 pubblica le prose Lo spleen di Parigi. § Si trasferisce in Belgio, ormai malato. § Nel 1866 viene colpito da afasia e paralisi, ricoverato a Bruxelles e poi a Parigi. § Muore nel 1867.
Il fiori del male • Prima edizione 1857: sei poesie condannate per immoralità • Seconda edizione 1861: totale 126 componimenti • È un vero e proprio Canzoniere, articolato in 6 sezioni: 1. Spleen e ideale 2. Quadri parigini 3. Il vino 4. I fiori del male 5. Rivolta 6. La morte • L’opera rappresenta un itinerario spirituale del poeta che ricerca la bellezza nel degrado della città moderna, nel sesso, nella droga, nell’alcol fino ad arrivare alla morte (ultima sezione) in cui il poeta si ribella a Dio.
Il fiori del male • IL TITOLO: accostamento di un elemento positivo e simbolo di bellezza e di uno negativo, che rimanda a degrado e corruzione (ossimoro) • Lo Spleen: è la noia esistenziale di chi possiede una sensibilità maggiore rispetto alla società borghese in cui vive. • La bellezza non è però ricercata con superiore distacco, tendendo ad un’ascesi spirituale, ma immergendosi nel degrado della società.
Il fiori del male – I temi • Il contrasto tra spleen e ideale è il tema principale della raccolta • Parigi, descritta non nel suo splendore ma negli ambienti più degradati. La Parigi delinquenti e delle prostitute • Il contrasto con la borghesia, con quella mentalità perbenista che vuole solo il profitto • La diversità del poeta (Decadentismo) Edgar Degas, L’assenzio Bluevertigo, L’assenzio
La poetica delle corrispondenze • L’arte è un mezzo di conoscenza profonda • Il poeta ha una superiore sensibilità che gli permette di cogliere il mistero celato oltre le apparenze • La Natura è fatta da una fitta serie di simboli legati tra loro da una rete di «corrispondenze» tra profumi, suoni e colori • Cogliendo queste corrispondenze con la poesia, il poeta può comprendere il senso profondo della realtà • Ricorre pertanto al simbolo e all’analogia, alle sinestesie • Lo stile è elevato anche quando tratta gli aspetti degradati. Carlos Schwabe, Spleen et Ideàl
LE POESIE
Corrispondenze TESTO La Natura è un tempio in cui dei pilastri viventi lasciano talvolta uscire confuse parole; l'uomo vi passa attraverso foreste di simboli che l'osservano con sguardi familiari. Come lunghi echi che da lontano si confondono in una tenebrosa e profonda unità, vasta come la notte e come la luce, i profumi, i colori e i suoni si rispondono. Vi sono profumi freschi come la carne di un bambino, dolci come l’oboe, verdi come le praterie; ed altri corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno l'espansione de le cose infinite, come l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso, e cantano i trasporti de lo spirito e dei sensi • • • ANALISI È un manifesto di poetica Nelle quartine spiega i principi della poetica delle corrispondenze Nelle terzine fornisce degli esempi La Natura è dunque un luogo pieno di simboli, legati tra loro, che solo il poeta è in grado di decifrare Ci sono delle sinestesie Immagini raffinate
L’albatro TESTO Sovente, per divertirsi, i marinai prendono degli albatri, grandi uccelli marini che seguono, indolenti compagni di viaggio, il bastimento scivolante sugli abissi amari. Appena deposti su la tolda, ecco questi re dell'azzurro, inetti e vergognosi, lasciar miseramente penzolare ai loro fianchi, come remi, le grandi ali bianche. Com'è goffo e fiacco questo viaggiatore alato! Lui, già tanto bello, com'è comico e brutto! L'uno gli provoca il becco con la pipa, l'altro imita, zoppicando, l'infermo che volava! Il Poeta è simile al principe dei nembi, che vive fra le tempeste e si ride dell'arciere; esiliato su la terra fra grida di scherno, • • ANALISI Il poeta si paragona all’albatro, magnifico uccello marino che diviene comico e brutto quando catturato dai marinai. Le prime tre strofe sono dedicate all’albatro, la quarta al paragone È simbolo della condizione del poeta nella società borghese, che gli impedisce di vivere liberamente ed esprimersi perché meschina e votata solo al profitto. Lo stile, tra sublime e grottesco, riflette questo contrasto del poeta con la società.
L’uomo e il mare TESTO Sempre il mare, uomo libero, amerai! II mare è il tuo specchio; tu contempli la tua anima ne lo svolgersi infinito della sua onda, e il tuo spirito è un abisso non meno amaro. Ti compiaci nel tuffarti in seno a la tua immagine: l'avvolgi con li occhi e con le braccia, e il tuo cuore si distrae talvolta dal suo battito al rumore di quel lamento indomabile e selvaggio. Siete ambedue tenebrosi e prudenti: uomo, nessuno ha mai scandagliato il fondo de' tuoi abissi; o mare, nessuno conosce le tue intime ricchezze, tanto siete gelosi dei vostri segreti! E pure ecco, da innumerevoli secoli vi combattete senza pietà né rimorso, tanto amate la carneficina e la morte, ANALISI • È uno dei testi più famosi di Baudelaire • Paragona le profondità dell’animo umano con gli abissi inesplorati del mare • Inizialmente l’uomo si contempla nel mare, come ne fosse incluso • Poi si mette allo stesso livello • Infine c’è antagonismo, nel comune diletto per la carneficina e la morte • Questo cambiamento di prospettiva, comune ne I Fiori del male, è emblema del rapporto conflittuale tra uomo e natura.
Il vampiro TESTO Tu, che penetrasti come una lama nel mio cuore gemente; tu, che forte come un branco di demoni venisti folle e festante, a fare del mio spirito umiliato il tuo letto e il tuo regno; — infame a cui sono legato come il forzato alla catena, come il giocatore ostinato al giuoco, come l'ubbriacone alla bottiglia, come i vermi alla carogna, — che tu sia maledetta! Ho pregato la fulminea spada di conquistare la mia libertà, e ho detto al perfido veleno di soccorrere la viltà mia. Ahimè! Il veleno e la spada mi hanno disprezzato dicendomi: "Non sei degno di esser tolto a la tua maledetta schiavitù, "imbecille! – se i nostri sforzi ti liberassero dal suo imperio, i tuoi baci risusciterebbero il cadavere del tuo vampiro!" • • • ANALISI Baudelaire si riferisce all’attrice Jeanne Duval, simbolo dell’amore carnale (mentre Madame Sabatier era il simbolo dell’amore sublime e mistico) La Duval è per lui una dipendenza, la odia ma non può farne a meno La figura retorica della personificatio del veleno e della spada crea un’immagine di straordinaria potenza di questo suo stato d’impotenza Se anche lo aiutassero ad ucciderla, egli la risusciterebbe con un bacio, dato che ella è un vampiro Baudelaire è innamorato di una donna che vuole solo il piacere C’è il tema del suicidio, che Baudelaire non portò mai a termine
Ad una passante TESTO La via assordante intorno a me urlava. Lunga, sottile, in gran lutto, dolore maestoso, una donna passò, sollevando e dondolando con la superba mano la frangia e lo strascico; agile e nobile, con la sua gamba di statua. Io bevevo, inebetito come un pazzo, ne l'occhio suo, cielo livido in cui si prepara l'uragano, la dolcezza che affascina ed il piacere che uccide. Un lampo. . . poi la notte! – Fuggitiva beltà il cui sguardo mi ha fatto subitamente rinascere, non ti vedrò più che ne l'eternità? Altrove, ben lungi di qui! troppo tardi? mai forse! Perché ignoro ove tu fuggi, tu non sai ove io vada, o te che avrei amata, o te che lo sapevi! ANALISI • È nella sezione Quadri parigini • Il poeta si lascia trascinare dalla città con curiosità • Nello squallore quotidiano ogni tanto avviene un incontro piacevole, come quello con questa passante • È però solo un piacere fuggitivo ed effimero • È una vedova, figura che affascina Baudelaire (la madre lo era) • Il bellissimo verso finale è una corrispondenza, che non ha bisogno di parole, tra la donna e il poeta Ascolta Le passanti di Fabrizio De André
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