Capitolo 6 La disoccupazione Mankiw MACROECONOMIA Zanichelli editore

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Capitolo 6 La disoccupazione Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione

Capitolo 6 La disoccupazione Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 1

Il percorso La disoccupazione ¢ Tasso di disoccupazione naturale (§ 6. 1) ¢ CAUSE

Il percorso La disoccupazione ¢ Tasso di disoccupazione naturale (§ 6. 1) ¢ CAUSE della disoccupazione: Disoccupazione frizionale (§ 6. 2) ¢ Disoccupazione strutturale (§ 6. 3) ¢ ¢ salario minimo ¢ sindacati e contrattazione collettiva ¢ il salario di efficienza ¢ ¢ I connotati della disoccupazione (§ 6. 4) Tendenze nel tempo (Usa, Europa, Italia) Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 2

Tasso naturale di disoccupazione In questo capitolo viene studiata la disoccupazione presente nel sistema

Tasso naturale di disoccupazione In questo capitolo viene studiata la disoccupazione presente nel sistema economico anche nel lungo periodo. Definizione: Il tasso naturale di disoccupazione è il tasso di disoccupazione medio attorno a cui l’economia fluttua Il tasso di disoccupazione corrente può essere superiore o inferiore a quello naturale. È superiore a quello naturale durante periodi di recessione economica e inferiore durante i periodi di espansione (boom). Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 3

La disoccupazione Tasso naturale e tasso corrente 11 Percentuale della forza lavoro 10 9

La disoccupazione Tasso naturale e tasso corrente 11 Percentuale della forza lavoro 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1955 1960 1965 1970 Tasso di disoccupazione 1975 1980 1985 1990 1995 2000 Tasso naturale di disoccupazione Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 4

Il tasso naturale di disoccupazione Ogni giorno ci sono lavoratori che vengono licenziati o

Il tasso naturale di disoccupazione Ogni giorno ci sono lavoratori che vengono licenziati o che volontariamente lasciano il posto di lavoro, e ci sono disoccupati che trovano una nuova occupazione. Questo perpetuo flusso e reflusso determina la quota della forza lavoro che è disoccupata. Svilupperemo un modello della dinamica della forza lavoro che possa spiegare il tasso naturale di disoccupazione. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 5

Il tasso naturale di disoccupazione Notazione L: Forza lavoro totale (L = O +

Il tasso naturale di disoccupazione Notazione L: Forza lavoro totale (L = O + D) D: Stock di disoccupati in ogni istante di tempo O: Stock di occupati in ogni istante di tempo tasso di disoccupazione: D/L s: Tasso di separazione Percentuale di occupati che perde il lavoro in un dato periodo di tempo o: Tasso di ottenimento Percentuale di disoccupati che trova lavoro in un dato periodo di tempo Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 6

Il tasso naturale di disoccupazione Notazione Per stabilire cosa determina il tasso di disoccupazione,

Il tasso naturale di disoccupazione Notazione Per stabilire cosa determina il tasso di disoccupazione, ipotizziamo che la forza lavoro sia fissa e concentriamoci sulla transizione dei singoli individui che compongono la forza lavoro dalla situazione di occupazione a quella di disoccupazione e viceversa. Questa dinamica è sintetizzata graficamente nella figura 6. 2 Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 7

Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati sx. O Separazione

Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati sx. O Separazione dal lavoro O: occupati D: disoccupati Ottenimento del lavoro ox. D Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 8

Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati In ogni istante

Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati In ogni istante di tempo ci sono: sx. O nuovi disoccupati ox. D nuovi occupati Quando il numero di nuovi occupati è uguale al numero di nuovi disoccupati il tasso di disoccupazione non cambia: o x D=s x O Questa equazione definisce l’equilibrio di stato stazionario in cui la disoccupazione non cambia. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 9

Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati La condizione di

Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati La condizione di stato stazionario permette di identificare il tasso di disoccupazione naturale. Poiché O = (L – D) cioè il numero degli occupati è uguale alla differenza tra il numero dei partecipanti alla forza lavoro e quello dei disoccupati, allora: s x O = s x (L – D) = s x L – s x D In stato stazionario (o x D = s x O) : ox. D=sx. L–sx. D quindi: (o + s) D = s x L Calcoliamo il tasso di disoccupazione naturale: D/L =s/ (o + s) Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 10

Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati Tasso di disoccupazione:

Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati Tasso di disoccupazione: D/L =s/ (o + s) Questa equazione dimostra che il tasso di disoccupazione di stato stazionario (cioè quella a cui l’economia tende nel lungo periodo) dipende dal tasso di separazione s e dal tasso di ottenimento o Quanto più elevato è s, tanto più elevato è D/L ; quanto più elevato è o, tanto più basso è D/L Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 11

Esempio Calcolo del tasso di disoccupazione naturale Se ogni mese: ¢ L’ 1% dei

Esempio Calcolo del tasso di disoccupazione naturale Se ogni mese: ¢ L’ 1% dei lavoratori impiegati perde il proprio lavoro s = 0, 01 ¢ Il 20% dei disoccupati trova un nuovo lavoro o = 0, 20 Allora il tasso naturale di disoccupazione è dato da: Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 12

Il tasso di disoccupazione naturale Politiche economiche. Il tasso di disoccupazione naturale cala se:

Il tasso di disoccupazione naturale Politiche economiche. Il tasso di disoccupazione naturale cala se: ¢ o aumenta ¢ s diminuisce È necessario studiare le cause di o e s Attuare politiche permettano di cambiare questi tassi. Questo modello non riesce a dare risposta a una domanda fondamentale: perché c’è disoccupazione? Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 13

Cause della disoccupazione La ricerca del lavoro e la rigidità dei salari Esamineremo due

Cause della disoccupazione La ricerca del lavoro e la rigidità dei salari Esamineremo due delle cause della disoccupazione: ¢ la ricerca del lavoro (disoccupazione frizionale) ¢ la rigidità salariale (disoccupazione strutturale) Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 14

La disoccupazione frizionale La ricerca del lavoro Se il processo di ottenimento di lavoro

La disoccupazione frizionale La ricerca del lavoro Se il processo di ottenimento di lavoro fosse istantaneo (ovvero se o = 1), allora il periodo di disoccupazione sarebbe quasi nullo e il tasso naturale vicino a zero. L’economia ha disoccupazione anche se la domanda di lavoro sarebbe sufficiente a occupare tutti i lavoratori. La disoccupazione dovuta al tempo necessario per trovare un lavoro è detta: disoccupazione frizionale Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 15

La disoccupazione frizionale La ricerca del lavoro Per trovare un lavoro occorre tempo perché:

La disoccupazione frizionale La ricerca del lavoro Per trovare un lavoro occorre tempo perché: ¢ I posti di lavoro non sono tutti uguali e anche i lavoratori sono diversi tra loro (abilità, educazione, ecc. ). ¢ Reperire informazioni sui posti di lavoro e sui lavoratori richiede tempo ed è costoso. ¢ I posti di lavoro e i lavoratori sono distribuiti sul territorio e la mobilità geografica richiede tempo ed è costosa. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 16

La disoccupazione frizionale La ricerca del lavoro ¢ L’innovazione tecnologica cambia in continuazione la

La disoccupazione frizionale La ricerca del lavoro ¢ L’innovazione tecnologica cambia in continuazione la domanda di lavoro (richiede nuove competenze). ¢ Cambiamenti settoriali: (agricoltura – industria – servizi). La domanda di lavoro cambia. ¢ Spostamenti di attività produttive tra diverse regioni. La variazione nella composizione della domanda di lavoro tra settori o aree diverse si chiama spostamento intersettoriale Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 17

Occupazione e settori Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 18

Occupazione e settori Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 18

Disoccupazione frizionale Politiche economiche Il governo può rendere più facile l’incontro tra lavoratori e

Disoccupazione frizionale Politiche economiche Il governo può rendere più facile l’incontro tra lavoratori e imprese: o Uffici pubblici di collocamento: forniscono informazioni sui nuovi lavori e favoriscono l’incontro tra lavoratori e imprese. Il governo può attivarsi per riqualificare i lavoratori con competenze obsolete: o Programmi di formazione professionale: aiutano i lavoratori delle industrie in declino ad acquisire la professionalità richiesta nei settori emergenti. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 19

Disoccupazione frizionale Politiche economiche: i sussidi di disoccupazione Definizione: Il governo paga al disoccupato

Disoccupazione frizionale Politiche economiche: i sussidi di disoccupazione Definizione: Il governo paga al disoccupato parte del suo precedente salario (per un periodo di tempo limitato) dopo la perdita del lavoro. Effetti: La disoccupazione frizionale aumenta all’aumentare del periodo di sussidio. Il tasso di occupazione si riduce perché il sussidio riduce l’urgenza di trovare lavoro. Vantaggi: I lavoratori possono cercare un lavoro più adatto alle loro esigenze e preferenze. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 20

Disoccupazione strutturale Rigidità dei salari La seconda ragione per cui esiste disoccupazione è la

Disoccupazione strutturale Rigidità dei salari La seconda ragione per cui esiste disoccupazione è la rigidità dei salari, ovvero l’incapacità dei salari di aggiustarsi istantaneamente, facendo sì che offerta e domanda di lavoro si eguaglino Se W/P è al di sopra del livello di equilibrio tra D e O, la quantità di lavoro offerta è > di quella domandata e le imprese razionano i posti di lavoro disponibili: si riduce il tasso di ottenimento di lavoro e, quindi, la disoccupazione aumenta. La figura 6. 3 spiega perché la rigidità dei salari provoca disoccupazione Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 21

La disoccupazione strutturale Rigidità e inefficienze del mercato del lavoro Consideriamo il grafico di

La disoccupazione strutturale Rigidità e inefficienze del mercato del lavoro Consideriamo il grafico di equilibrio sul mercato del lavoro PML Salario Se non esistono rigidità il salario reale si aggiusta fino a eguagliare domanda e offerta L’offerta di lavoro è costante e pari a tutto il lavoro disponibile nell’economia W/P LD = PML L Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 22

La disoccupazione strutturale Rigidità e inefficienze del mercato del lavoro Se il salario non

La disoccupazione strutturale Rigidità e inefficienze del mercato del lavoro Se il salario non è libero di aggiustarsi liberamente (per esempio, esiste un salario minimo) non tutto il lavoro viene impiegato: l’offerta è superiore alla domanda PML Salario (W/P)min Nell’equilibrio di mercato esiste quindi disoccupazione strutturale W/P LD = PML Quantità di lavoratori occupati Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 L Quantità di lavoratori disposti a lavorare 23

La disoccupazione strutturale Le cause principali QUINDI, vi è disoccupazione strutturale quando il salario

La disoccupazione strutturale Le cause principali QUINDI, vi è disoccupazione strutturale quando il salario reale corrente è più alto di quello di equilibrio per cui l’offerta di lavoro è superiore alla domanda Perché le imprese non riducono i salari? ¢ Leggi sul salario minimo ¢ Sindacati e contrattazione collettiva ¢ I salari di efficienza Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 24

La disoccupazione strutturale 1. Leggi sul salario minimo Definizione: salario minimo legale che le

La disoccupazione strutturale 1. Leggi sul salario minimo Definizione: salario minimo legale che le imprese devono corrispondere ai lavoratori ¢ Il salario minimo è inferiore al salario medio e non si applica alla maggioranza dei lavoratori (ovvero è inferiore al salario di equilibrio). ¢ Quindi non può essere causa del tasso di disoccupazione naturale in quanto non si applica alla maggioranza dei lavoratori. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 25

La disoccupazione strutturale Leggi sul salario minimo Tuttavia è spesso superiore al salario di

La disoccupazione strutturale Leggi sul salario minimo Tuttavia è spesso superiore al salario di equilibrio di: ¢ lavoratori a bassa qualifica ¢ lavoratori giovani con poca esperienza (per cui parte della remunerazione avviene sotto forma di formazione professionale) Un aumento del 10% del salario minimo riduce l’occupazione giovanile dell’ 1 -3%. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 26

La disoccupazione strutturale Leggi sul salario minimo Altre critiche: Strumento non mirato: spesso utilizzato

La disoccupazione strutturale Leggi sul salario minimo Altre critiche: Strumento non mirato: spesso utilizzato da giovani di classe media in part-time Strumenti alternativi: Credito d’imposta concesso in modo mirato a famiglie a basso reddito E’ una somma che alle famiglie povere sarebbe consentito detrarre dalle imposte dovute ATTENZIONE: tra gli economisti c’è grande disaccordo sull’effetto del salario minimo sulla disoccupazione. Si consideri Analisi di un caso: Un’interpretazione revisionata del salario minimo Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 27

La disoccupazione strutturale 2. Sindacati e contrattazione collettiva Perché i sindacati possono cercare di

La disoccupazione strutturale 2. Sindacati e contrattazione collettiva Perché i sindacati possono cercare di ottenere salari superiori a quelli di equilibrio? ¢ I sindacati rappresentano (e massimizzano l’utilità) degli occupati (insider). ¢ I disoccupati preferirebbero salari inferiori che garantiscano la piena occupazione (outsider) Conflitto tra i due gruppi di lavoratori: gli effetti del processo di contrattazione sui salari e sull’occupazione dipendono dall’influenza di ciascun gruppo Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 28

La disoccupazione strutturale Sindacati e contrattazione collettiva Negli Stati Uniti la contrattazione salariale avviene

La disoccupazione strutturale Sindacati e contrattazione collettiva Negli Stati Uniti la contrattazione salariale avviene a livello di impresa o di singolo impianto produttivo. In Italia i contratti di lavoro sottoscritti dai sindacati sono efficaci anche per i non iscritti. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 29

La disoccupazione strutturale Sindacati e contrattazione collettiva Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 30

La disoccupazione strutturale Sindacati e contrattazione collettiva Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 30

La disoccupazione strutturale 3. Teoria dei salari di efficienza È possibile che le imprese

La disoccupazione strutturale 3. Teoria dei salari di efficienza È possibile che le imprese decidano volontariamente di pagare salari superiori a quelli di equilibrio? Sì, se salari elevati aumentano la produttività e permettono di aumentare i profitti. L’influenza dei salari sulla produttività potrebbe spiegare il fatto che le imprese non riescono a tagliare le retribuzioni anche in presenza di un eccesso di domanda di lavoro. La riduzione dei salari, secondo questa teoria, avrebbe l’effetto di ridurre la produttività dei lavoratori e, quindi, il profitto dell’impresa. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 31

La disoccupazione strutturale Teoria dei salari di efficienza Rapporto tra salari e produttività è

La disoccupazione strutturale Teoria dei salari di efficienza Rapporto tra salari e produttività è spiegato da diverse teorie: Paesi in via di sviluppo: migliore retribuzione migliora lo stato di salute e di nutrizione e quindi la produttività ¢ Riducono il “turnover” e i costi di formazione di nuovo personale ¢ Attirano i lavoratori migliori (selezione avversa) ¢ Aumentano l’impegno sul lavoro e riducono l’assenteismo. ¢ Riducono i conflitti sindacali e gli scioperi. ¢ Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 32

La disoccupazione strutturale Teoria dei salari di efficienza Conclusione: dato che a salari più

La disoccupazione strutturale Teoria dei salari di efficienza Conclusione: dato che a salari più elevati corrisponde una maggiore efficienza dell’impresa, questa può trovare conveniente mantenere i salari al di sopra del livello per cui domanda e offerta si equilibrano. A un salario superiore al livello di equilibrio corrisponde un tasso di ottenimento di lavoro più basso e una più alta disoccupazione strutturale Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 33

I connotati della disoccupazione ¢ La durata ¢ La disoccupazione in differenti gruppi demografici

I connotati della disoccupazione ¢ La durata ¢ La disoccupazione in differenti gruppi demografici ¢ Partecipazione e disoccupazione ¢ Indicatori del mercato del lavoro ¢ Tendenze della disoccupazione Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 34

I connotati della disoccupazione La durata della disoccupazione permette di capire se si tratta

I connotati della disoccupazione La durata della disoccupazione permette di capire se si tratta di disoccupazione frizionale o strutturale Disoccupazione: di breve periodo → frizionale di lungo periodo → strutturale Comprendere le cause della disoccupazione è cruciale per disegnare le politiche per combatterla. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 35

I connotati della disoccupazione La durata Esempio: Durata e disoccupazione ¢ 10 lavoratori sono

I connotati della disoccupazione La durata Esempio: Durata e disoccupazione ¢ 10 lavoratori sono disoccupati ¢ ¢ ¢ 8 per un mese e 2 per 12 mesi Totale mesi disoccupazione: 32 Il 75% dei mesi, 24 su 32, è a carico dei 2 disoccupati di lunga data L’interpretazione del fenomeno cambia se si prende in considerazione la durata o il numero di mesi complessivi di disoccupazione: i disoccupati a lungo termine sono la minoranza (2 su 8), però la maggiore quantità di disoccupazione si riferisce alla disoccupazione a lungo termine (24 mesi su 32) Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 36

I connotati della disoccupazione La durata Implicazioni di politica economica La politica economica deve

I connotati della disoccupazione La durata Implicazioni di politica economica La politica economica deve concentrarsi sulla disoccupazione a lungo termine, perché è quella a cui si riferisce la maggiore quantità di disoccupazione. In questo caso, però, gli interventi devono essere mirati, poiché i disoccupati a lungo termine sono una esigua minoranza Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 37

I connotati della disoccupazione Principali differenze per gruppi demografici Il tasso di disoccupazione varia

I connotati della disoccupazione Principali differenze per gruppi demografici Il tasso di disoccupazione varia tra i diversi gruppi di popolazione (in Italia, dati al 2006) Le differenze fondamentali: ¢ Il Il Uomini vs Donne tasso di disoccupazione femminile: 8, 8 tasso di disoccupazione maschile: 5, 4 Adolescenti vs Adulti tasso di disoccupazione : 6, 8 tasso di disoccupazione giovanile : 21, 6 Centro Nord vs Mezzogiorno tasso di disoccupazione Centro Nord: 4, 4 tasso di disoccupazione Mezzogiorno: 12, 2 Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forse lavoro Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 38

I connotati della disoccupazione Partecipazione e disoccupazione Finora abbiamo ipotizzato che la forza lavoro

I connotati della disoccupazione Partecipazione e disoccupazione Finora abbiamo ipotizzato che la forza lavoro sia fissa e cioè che non vi sia E e U dalla forza lavoro! In questo modo l’unica ragione della disoccupazione è la separazione dal lavoro e l’unica ragione di uscita dalla disoccupazione è l’ottenimento di un posto di lavoro Nella realtà le variazioni della forza lavoro rivestono grande importanza Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 39

I connotati della disoccupazione Partecipazione e disoccupazione Le variazioni della forza lavoro rivestono grande

I connotati della disoccupazione Partecipazione e disoccupazione Le variazioni della forza lavoro rivestono grande importanza: circa i 1/3 dei disoccupati sono nuovi entrati nella Forza Lavoro (giovani in cerca di prima occupazione, chi ha già lavorato ma aveva temporaneamente abbandonato la forza lavoro) non tutta la disoccupazione finisce con l’ottenimento di un posto di lavoro (la metà dei disoccupati escono dal mercato del lavoro) Questo rende più difficile interpretare le statistiche relative alla disoccupazione Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 40

I connotati della disoccupazione Partecipazione e disoccupazione Alcuni individui che si definiscono disoccupati, in

I connotati della disoccupazione Partecipazione e disoccupazione Alcuni individui che si definiscono disoccupati, in realtà non cercano attivamente un lavoro e dovrebbero essere considerati non partecipanti alla forza lavoro Altri vorrebbero un lavoro ma, dopo molte ricerche infruttuose, ha smesso di cercarlo. Questi lavoratori scoraggiati non sono inclusi tra i partecipanti alla forza lavoro e non sono perciò inclusi nelle statistiche sulla disoccupazione Poiché è difficile distinguere un disoccupato da un individuo che non partecipa alla forza di lavoro perché scoraggiato, esistono altre misure delle Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 forza lavoro Capitolo 6: La disoccupazione 41

Altri indicatori del mercato del lavoro Occupati a In cerca di occupazione b Forza

Altri indicatori del mercato del lavoro Occupati a In cerca di occupazione b Forza Lavoro c=a+b In età lavorativa ma non nella forza lavoro d Popolazione in età lavorativa (Attivi) e=c+d Popolazione non in età da lavoro (non attivi) f Popolazione totale g=e+f Fuori dalla forza lavoro h=d+f Tasso di disoccupazione In cerca di occupazione/Forza Lavoro b/c Tasso di attività (partecipazione) Forza lavoro/Pop. in età di lavoro c/e Tasso di occupazione Occupati/Pop in età di lavoro a/e Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 42

Le tendenze della disoccupazione STATI UNITI EUROPA ITALIA Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004

Le tendenze della disoccupazione STATI UNITI EUROPA ITALIA Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 43

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Stati Uniti Il tasso di disoccupazione negli Stati

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Stati Uniti Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti Tasso di disoccupazione 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 44

Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) Cause Il comportamento del tasso naturale di disoccupazione

Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) Cause Il comportamento del tasso naturale di disoccupazione (USA) ¢ ¢ Aumentato dal 1950 ai primi anni 1980 poi è diminuito: Possibili spiegazioni: o cambiamento della composizione demografica della forza lavoro (babyboom) o spostamenti intersettoriali o rallentamento della produttività Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 45

Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) 1. Caratteri demografici Il baby-boom del dopoguerra –

Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) 1. Caratteri demografici Il baby-boom del dopoguerra – negli anni 1950 – ha creato un aumento dei lavoratori negli anni 1970 che è rallentato negli anni 1990. Questo effetto tuttavia non spiega l’andamento della disoccupazione Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 46

Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) 2. Spostamenti intersettoriali Gli shock petroliferi possono avere

Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) 2. Spostamenti intersettoriali Gli shock petroliferi possono avere indotto una riallocazione da settori basati sul petrolio ad altri. In effetti la caduta della disoccupazione negli anni 1990 coincide con bassi prezzi del petrolio. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 47

Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) 3. Il rallentamento della produttività Se i salari

Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) 3. Il rallentamento della produttività Se i salari sono vischiosi la disoccupazione cala quando la produttività del lavoro cresce. Negli anni 1970 la produttività è cresciuta meno che nei decenni precedenti e questo può aver portato a disoccupazione. Negli anni 1990 la produttività è cresciuta maggiormente (information technology). . Ma in Europa? Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 48

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 49

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 49

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Il tasso di disoccupazione medio in Europa

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Il tasso di disoccupazione medio in Europa è aumentato in modo permanente a partire dagli anni 1970 mentre negli Stati Uniti è prima aumentato e poi diminuito. Quali possono essere le cause di queste differenze? Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 50

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa IPOTESI 1. Eurosclerosi (Rigidità del mercato del

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa IPOTESI 1. Eurosclerosi (Rigidità del mercato del lavoro) + progresso tecnologico Anche se è difficile stabilirlo con esattezza due fenomeni possono (congiuntamente) spiegare il fenomeno: 1. La regolamentazione del mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali (sussidio di disoccupazione) 2. La riduzione della domanda di lavoratori a bassa qualifica. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 51

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Il progresso tecnologico ha portato a un

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Il progresso tecnologico ha portato a un aumento della domanda relativa di lavoratori ad alta qualifica. Negli Stati Uniti i salari dei lavoratori a bassa qualifica sono calati relativamente a quelli ad alta qualifica. Questo ha portato anche a un aumento della disuguaglianza nella distribuzione dei redditi. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 52

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Gli ammortizzatori sociali in Europa hanno impedito

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Gli ammortizzatori sociali in Europa hanno impedito ai salari dei lavoratori a bassa qualifica di calare eccessivamente. Inoltre molti lavoratori non qualificati hanno preferiti sussidi e cassa integrazione a salari bassi. Il risultato: • Minore disuguaglianza • Maggiore disoccupazione Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 53

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa IPOTESI 2 - ISTERESI Intuizione: il tasso

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa IPOTESI 2 - ISTERESI Intuizione: il tasso naturale di disoccupazione dipende dal tasso di disoccupazione effettiva. Al crescere del tasso effettivo cresce il tasso strutturale che l’economia è in grado di tollerare Il lungo periodo di disoccupazione degli anni ’ 70 (crisi petrolifera) e anni ’ 80 (politiche monetarie restrittive) ha innalzato il tasso naturale. Il tasso di disoccupazione non è tornato ai livelli precedenti gli anni 1970. Perché? Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 54

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Come il tasso di disoccupazione effettiva influenza

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Come il tasso di disoccupazione effettiva influenza il tasso naturale? 1. Lunghi periodi di disoccupazione elevata possono indurre i governi al aumentare i sussidi di disoccupazione al fine di ridurre i costi sociali della disoccupazione (+ sussidi, + disoccupazione) 2. Periodo di disoccupazione elevata fa comparire i disoccupati di lunga durata, i quali tendono a perdere capacità e abitudine al lavoro. Ciò implica che: • la loro probabilità di essere riassunti è bassa • quindi, essi sono irrilevanti ai fini della determinazione del salario (insider contano di più) • I salari e i prezzi restano invariati invece di diminuire Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 55

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Misure di politica economica: A differenza dell’ipotesi

Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Misure di politica economica: A differenza dell’ipotesi 1, che prevede misure di riforme nell’organizzazione del mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione naturale può diminuire se: • disoccupati possono essere reinseriti e in quanto tempo • si riduce la presenza di lavoratori scoraggiati • si recuperano le abilità lavorative con programmi di formazione lavoro Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 56

Approfondimento Tassi di disoccupazione nei paesi OCSE Tasso di disoccupazione (tabella 14), tasso di

Approfondimento Tassi di disoccupazione nei paesi OCSE Tasso di disoccupazione (tabella 14), tasso di occupazione, partecipazione e forza lavoro (tabella 20) OECD: Economic Outlook, dicembre 2006 http: //www. OECD. org (disponibile tramite sistema bibliotecario di Ateneo) Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 57

Il mercato del lavoro in Italia Totale OECD Italia Tasso partecipazione 71, 1 62,

Il mercato del lavoro in Italia Totale OECD Italia Tasso partecipazione 71, 1 62, 6 Tasso occupazione 66, 5 57, 7 Tasso disoccupazione 6, 6 7, 7 Fonte: Economic Outlook, dicembre 2006 Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 58

Il mercato del lavoro in Italia Centro Nord Mezzogiorno Totale Tasso partecipazione 68, 8

Il mercato del lavoro in Italia Centro Nord Mezzogiorno Totale Tasso partecipazione 68, 8 53, 2 62, 7 femmine 58, 4 37, 3 50, 8 maschi 77, 6 69, 3 74, 6 Tasso occupazione 65, 0 46, 6 58, 4 femmine 54, 9 31, 1 46, 3 maschi 75, 0 62, 3 70, 5 Tasso disoccupazione 4, 4 12, 2 6, 8 femmine 6, 0 16, 5 8, 8 maschi 3, 3 9, 9 5, 4 Fonte: ISTAT (dati al 2006) Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 59

Mercato del lavoro in Italia Nel 2006 è cresciuta l’occupazione (dal 57, 5 al

Mercato del lavoro in Italia Nel 2006 è cresciuta l’occupazione (dal 57, 5 al 58, 4), il tasso di disoccupazione è diminuito (da 7, 7 a 6, 8), è aumentato il tasso di partecipazione (dal 62, 4 al 62, 7), ma i divari territoriali di occupazione e partecipazione al mercato del lavoro si sono ulteriormente ampliati. Tasso di attività Nord: da 53, 4 Sud: da 43, 1 a 42, 6 Tasso di occupazione Nord: da 50, 7 a 51, 4 Sud: da 37, 4 Tasso di disoccupazione Nord: da 4, 2 a 3, 8 Sud: da 14, 3 a 12, 2 (sebbene la riduzione sia stata maggior, in termini assoluti il divario è molto ampio) Fonte: Banca d’Italia, Relazione del Governatore, tavola a 8. 7 Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 60

Mercato del lavoro in Italia Nel 2006 è sono proseguiti i flussi migratori interni

Mercato del lavoro in Italia Nel 2006 è sono proseguiti i flussi migratori interni verso il Centro Nord, che sono tornati ad ampliarsi nel corso dell’ultimo decennio. Questo fenomeno interessa soprattutto i giovani e le persone più istruite. L’occupazione femminile ha ripreso a crescere dopo il rallentamento che aveva caratterizzato il quadriennio precedente. Nell’ultimo decennio il tasso di occupazione femminile è aumentato dell’ 8%, ma il divario con la media UE, pur essendosi ridotto di circa ¼, resta ancora intono al 10%. Nel 2006 meno della metà della maggiore occupazione alle dipendenze ha assunto la forma di impiego a tempo indeterminato, concentrandosi quasi esclusivamente nel Centro-Nord; oltre ¼ del maggior numero di occupati a tempo determinato era residente nel Mezzogiorno. Fonte: Banca d’Italia, Relazione del Governatore Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 61

Mercato del lavoro in Italia Nel 2006 l’offerta di lavoro è cresciuta a causa

Mercato del lavoro in Italia Nel 2006 l’offerta di lavoro è cresciuta a causa sia dell’aumento della popolazione residente sia dell’ aumento del tasso di partecipazione. Tale dinamica è diversa tra Nord (aumento di circa 263 mila persone) e al Sud (riduzione di 53 mila). La maggiore offerta di lavoro è costituita per l’oltre 80% da cittadini stranieri residenti. Il tasso di partecipazione delle donne è aumentato, ma resta sempre inferiore rispetto a quello maschile (tavola a 8. 6). E’ aumentata la crescita della partecipazione per classe di età e si è ridotto il numero di giovani con meno di 25 anni che partecipano al mercato del lavoro (tavola a 8. 6). Fonte: Banca d’Italia, Relazione del Governatore Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 62

Mercato del lavoro in Italia Una notevole parte del capitale umano formatosi nelle Università

Mercato del lavoro in Italia Una notevole parte del capitale umano formatosi nelle Università non è impiegato nei processi produttivi. Nel 2006 circa il 30% dei laureati tra i 25 -34 anni non era occupato, una quota doppia rispetto a quella media della UE. Il tasso di non occupazione dei laureati varia tra i diversi gruppi disciplinari: solo il 15% laureati di ingegneria; 45% area umanistico-letterarie. Vi è una diversa dotazione di conoscenze tra Centro-Nord e Mezzogiorno: i quindicenni del Mezzogiorno hanno livelli di apprendimento inferiori a quelli del Centro Nord (dati indagine PISA dell’OCSE). Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Fonte: Banca d’Italia, Relazione del Governatore 63

Mercato del lavoro in Italia Banca d’Italia, Relazione Annuale sul 2006 , 31 maggio

Mercato del lavoro in Italia Banca d’Italia, Relazione Annuale sul 2006 , 31 maggio 2007 Capitolo 8. Il mercato del lavoro http: //www. bancaditalia. it/pubblicazioni/relann/rel 06 it ISTAT “I diversi mercati del lavoro”, Sintesi Rapporto Annuale 2006 p. XX-XXII http: //www. istat. it/dati/catalogo/20070523_00/ L’Italia in cifre 2007 - Approfondimenti su Lavoro http: //www. istat. it/dati/catalogo/20070517_00/09 lavoro. pdf “Stipendi: alzarli al Nord, abbassarli al Sud” di R, Querzé, Corriere della Sera, 9 febbraio 2001 Articoli disponibili su: http: //rassegna. camera. it/chiosco_new/pagweb/rassegna. Quotidiana. Frame. asp “L’Italia insegue Eurolandia” di R. Bocciarelli e V. Da Rold, Il Sole 24 ore del 16 maggio 2007, p. 6 “Draghi: l’Italia è in crescita ma vanno tagliate tasse e spese” di E. Polidori, Repubblica del 1 giugno 2007 p. 2 Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 64

In sintesi Il tasso naturale di disoccupazione: ¢ ¢ La media di lungo periodo

In sintesi Il tasso naturale di disoccupazione: ¢ ¢ La media di lungo periodo o il tasso di disoccupazione di stato stazionario Dipende dai tassi di separazione e ottenimento del lavoro Disoccupazione frizionale ¢ ¢ Dovuta al tempo necessario a lavoratori e imprese per “incontrarsi”. Può crescere con i sussidi di disoccupazione. Disoccupazione strutturale ¢ ¢ Risulta dalla rigidità dei salari: il salario reale è superiore a quello di equilibrio. Cause: salari minimi, sindacalizzazione e salari di efficienza. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 65

In sintesi I connotati della disoccupazione Il comportamento del tasso naturale di disoccupazione (USA)

In sintesi I connotati della disoccupazione Il comportamento del tasso naturale di disoccupazione (USA) ¢ ¢ Aumentato dal 1950 ai primi anni 1980 poi è diminuito: Possibili spiegazioni Disoccupazione europea ¢ ¢ È aumentata sostanzialmente a partire dagli anni 1980. Due sono le ipotesi: 1. Eurosclerosi (esistenza di protezioni sociali) e cambiamenti tecnologici che riducono la domanda di lavoro non qualificato 2 Isteresi Disoccupazione in Italia ¢ ¢ ¢ Confronti con paesi OECD. Confronti tra Centro Nord e Mezzogiorno Fotografia del mercato del lavoro in Italia nel 2006. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 Capitolo 6: La disoccupazione 66