BURNOUT INSEGNANTE BURNOUT dellINSEGNANTE Linsegnamento tra le professioni
BURN-OUT INSEGNANTE
BURN-OUT dell’INSEGNANTE L’insegnamento tra le professioni più predisposte allo sviluppo di problemi di salute mentale (ansia, depressione, rabbia, etc. ), malattie fisiche (mal di testa, ulcera, reattività cardiovascolare, etc. ), o sintomi comportamentali (assenza per malattia, minore impegno, assenteismo, etc. ), (Pulido-Martos, Lopez-Zafra, Estévez-López, e Augusto. Landa, 2016).
BURN-OUT dell’INSEGNANTE Sembra che gli insegnanti vivano un elevato e diffuso disagio nello svolgere la loro mansione. Gli studiosi di settore inseriscono questa professione tra le helping professioni da tenere sotto osservazione (Esteras, Chorot, e Sandín, 2016; Marcatto, Sclip, Di Blas, e Ferrante, 2016; Gabola e Iannaccone, 2015; Fiorilli, Albanese e Gabola, 2013; Simbula, Mazzetti e Guglielmi, 2011; Velasco et al. , 2013).
BURN-OUT dell’INSEGNANTE Studi scientifici effettuati sul burn-out degli insegnanti, hanno riguardato il rischio che gli insegnanti sviluppino la sindrome di Burn-out ed i possibili fattori di protezione In particolare, i fattori che paiono assumere maggiore rilevanza sono: A)Sociali es. , il tipo di supporto ricevuto nei momenti di difficoltà; B)Emotivi le competenze emotive e relazionali possedute dal docente; C)Cognitivi le credenze degli insegnanti sugli alunni e sul tipo di processo di insegnamentoapprendimento da adottare (Albanese et al. , 2008; Greenglass, Burke, e Konarski, 1997; Brouwers, Will, e Welko, 2001; Hakanen, Bakker, e Schaufeli, 2006; Day e Qing, 2009; Doudin et al. , 2009 a).
BURN-OUT dell’INSEGNANTE La nostra ricerca ha posto particolare attenzione sui fattori emotivi e sullo stile comportamentale e di gestione dello stress adottato dai docenti.
RESISTENZE AL CAMBIAMENTO Un approccio construtivista-srategico
DALLA PAURA DELLE RESISTENZE AL SAPERLE GESTIRE Come in fisica, ogni individuo cerca di mantenere quello che conosce e rispinge il cambiamento (teoria della omeosatasis) anche quando questo cambiamento è necessario o/e voluto.
I 4 TIPI DI RESISTENZA AL CAMBIAMENTO Oltre vent'anni di ricerca sul campo (clinico, scolastico ed aziendale), effettuata dal Centro di Terapia Strategica di Arezzo (Nardone, Watzlawick, 1993; Nardone, Watzlwick, 2004, Nardone Portelli, 2007, Papantuono, 2007, Portelli, Papantuono, Pojaghi (in press) hanno mostrato che ci sono 4 tipi di resistenza al cambiamento
POTENZIALMENTE COLLABORATIVO 1. Potenzialmente Collaborativo: motivato verso il cambiamente e possiede le necessarie abilità cognitiveemotive per realizzarlo. Resiste per mancanza di informazione e conoscenza operativa per attivare il cambiamento. (Papantuono, 2007) STRATEGIA DI BASE: Quando si vuole innescare un cambiamento in un sistema, è molto importante che il EL abbiamo un obiettivo bene definito e raggiungibile, che può essere communicato chiaramente a tutti i membri coinviolti. Il EL dovrebbe trasformare la sua vision in un piano d'azione ben definito, guidano I membri passo per passo verso l'obiettivo. (Balbi, Artini, 2009; Papantuono et al. , 2014).
VORREI MA NON POSSO 2. Bloccato emotivamente: Vorrebbe collaborare ma non è in grado. Fortemente motivati, interessati e/o necessitano il cambiamento ma non sono in grado di attuarlo perchè sono incatenati e bloccati da una sensazione di base. Anche se raziolamente capiscono I benefici del cambiamento, mostrano una resistenza emotiva. (Milanese, Mordazzi, 2015; Papantuono, Portelli, Gibson, 2014). STRATEGIA DI BASE: Riconoscere e gestire questi emozioni dandoli uno spazio contenitore.
RESISTENZA IDEOLOGICA 3. L'Ideologia come forma di resistenza al cambiamento: pur essendo in grado di collaborare, si oppongono al cambiamento a causa delle loro ideologie rigide. Gli intellettuali-ideologici possono dissentire credendo convintamente dell'inopportunità, dell'inadeguatezza della proposta. Possono ritenere che essa causerà più danni che miglioramenti. La resistenza al cambiamento è il risultato di differenze intellettuali, di credenze, di sensazioni, di vere e proprie filosofie (Papantuono 2007). Il personale della scuola e/o genitori possono rifiutare un progetto perché ritengono che è sbagliato e/o perché sentono che viola i loro valori. STRATEGIA DI BASE: Riconoscere e rispettare la loro realtà e credenze, ma aiutarli ad esperire altre realtà. (Ipotesi del contatto, Allport, 1954)
OPPOSITIVI 4. Non-collaborativi, oppositivi, antagonisti: persone che oppongono al cambiamento, esplicitamente o inespilicitamente. Protestano, invalidano e deliberatamente non seguono gli istruzioni. Non desiderano il cambiamento perciò fanno di tutto per sabotarlo (Nardone, Portelli, 2005). OPPOSIZIONE ESPILCITATA: Oppongono, protestano per avere il controllo (Io comando), avere attenzione e/o per emergere dal gruppo (identità). STRATEGIA DI BASE: Prescrivere la resistenza. Resistenza vs Resistenza. Come negli Arti Marziali, utilizzare la forza del OPPOSIZIONE INESPLICITA: Quando il cambiamento minaccia di togliere dei vantaggi (potere, ruolo, compensi, status, ecc). La situazione attuale è troppo comoda da cambiare (comfort zone) (Papantuono, 2007). STRATEGIA DI BASE: Cominciare a ridurre i vantaggi attuali, portando la persone ad aspicare il cambiamento.
Se vuoi persuadere, parla di interessi, non di ragioni Benjamin Franklin La mente è come il paracadute. Funziona solo quando è aperta Albert Einstein
QUANDO SIAMO NOI A SABOTARE NOI STESSI! Coaching Strategico. Trasformare i nostri limiti in risorse
COACHING STRATEGICO Le nostre inclinazioni e qualità possono trasformarsi nelle nostre peggior difetti. . . quando si irrigidiscono diventano I nostri limiti (Milanese, Mordazzi, 2015)
SCHEMI MENTALI RIGIDI INTRAPPOLATI IN CIRCOLI VIZIOSI Spesso gli stessi tentativi per risolve il problema, contribuiscono al mantenimento e peggioramento del problema (Watzlawick et al. , 1974) QUALI SONO LE TENTATE SOLUZIONI RIDONDANTI?
Con le buone intenzioni finiamo con il produrre le conseguenze peggiori OSCAR WILDE
Le Tentate Soluzioni Fallimentari: I nostri copioni Finiamo con il sentirci incapaci e frustrati, quando applichiamo continuamente senza risultati tangibili, ciò che “noi crediamo debba funzionare” o “ciò che ha funzionato in altre situazioni” (Nardone, Portelli 2005). Spesso finiamo con il fare sempre di più, mentre assistiamo, amareggiati, al “nostro fallimento”.
LE TRAPPOLE DEL SISTEMA PERCETTIVO-REATTIVO: I NOSTRI COPIONI PERCEZIONE Se, gli altri & il mondo REAZIONI tentativi
Sistemi Disfunzionali Paradossalmente, un problema è spesso mantenuto o addirittura peggiorato, dai nostri sforzi di cambiarlo (Watzlawick, et al. 1974). Siamo coinvolti in un loop di retroazioni, intrappolati in sistemi/schemi percettivi-reattivi disfunzionali (Nardone, 1997)
USCIRE DALLE NOSTRE TRAPPOLE MENTALI Questa giornata guiderà i partecipanti a farsi carico del loro stress, guidandoli: 1. ad avere una migliore consapevolezza di ciò che percepisco ed esperiscano come una minaccia (percezione). 1. a valutare l’efficacia e l’efficienza delle loro tentate soluzioni (le reazioni), le quali spesso non risolvano, anzi mantengono ed esasperano la situazione stressante. 1. ad identificare una o più azioni, o schemi di percezioni e comportamenti ridondanti (circoli viziosi) 1. ad acquisire tecniche di coping e strategie efficaci (strategie), basate sull’Antica Saggezza Cinese e i suoi Stratagemmi, impiegati da grandi strategi e guarrieri, per vincere anche il più spietato nemico (risultati).
LE TRAPPOLE PERCETTIVO -REATTIVE In oltre 20 anni di ricerca, all’interno del Mental Research Institute (Palo Alto, California) e al Centro di Terapia Strategica (Arezzo, Italia), sono stati identificati 14 sistemi percettivi-reattivi ridondanti.
I Sistemi Percettivo-Reattivi Sono stati individuati 14 schemi di atteggiamento ridondanti e disfunzionali. Questi sono comuni nella nostra Società Occidentale Contemporanea, e ad essi e stato dato un nome, rifacendosi alla Letteratura, Mitologia, Storia e Film, come Amleto, L’Ideologista, L’Orlando Furioso, la Prima Donna, Achille e altri.
SPEEDY GONZALES
1. SPEEDY GONZALES PERCEZIONE: Devo fare. . immediatamente (paura di stare fermi) REAZIONE: fai, corri, corri. . (impulsività) Devo/dobbiamo fare Fai, fai, corriri, corri Con quest’atteggiamento di non fermasi mai e continuare a correre, finiamo con l’esaurire noi stessi e gli altri “La tensione è ciò che tu pensi debba essere. Il rilassamento è ciò che tu sei. ” Proverbio Cinese
SPEEDY GONZALES Strategie: LA TECNICA DELL’ANDARE PIANO: Uno stratagemma cinese recita “partire dopo per arrivare prima”. “Poichè vado di fretta, devo andare piano” Napoleone SNELLISCI LA TUA LISTA DELLE “COSE DA FARE” – Analizza i tuo impegni quotidiani, obiettivi e le tue responsabilità. Se hai troppe cose da fare, distingui tra ciò che dev’essere e dovrebbe essere fatto. Ignora quei compiti che non sono strettamente necessari, relativi o eliminali interamente. Se punti alla quantità, perderai la qualità. PRENDI FIATO E RIPOSATI: Anche Dio si è riposato il 7°giorno. DAI TEMPO AGLI ALTRI PER VEDERE, CAPIRE ED APPREZZARE (Per raggiungerti)
IL FUGGITIVO
2. Il Fuggitivo PERCEZIONE: la paura delle sfide (scadenze, confronti, decisioni, parlare in pubblico, etc) Io non sono capace. REAZIONE: evitare, rimandare o delegare le responsabilità PAURA DEL FALLIMENTO Esempio: sei costantemente preoccupato delle tue scadenze – è soprattutto il tuo procrastinare, e non gli impegni giornalieri, che spesso ti portano a vivere con stress le scadenze! EVITAMENTO
Il Fuggitivo Strategie: LA PAURA DELL’EVITAMENTO (ristrutturazione) Evitando, “Noi portiamo le ferite delle battaglie evitate” (Pessoa) LA PEGGIORE FANTASIA: Più tento di non pensarci più finisco con il pensarci. Evoca I tuoi fantasmi, e toccali per farli scomparire. Più vuoi rilassarti, più diventi teso. Aggiungi legna per spegnere il fuoco (Stratagemma Cinese) LA TECNICA DELLO SCALATORE: ridurre un macro-obiettivo in micro-obiettivi, riducendo così la paura del fallimento. L’Effetto Butterfly (Thom)
IL PERFEZIONISTA
3. Il Perfezionista PERCEZIONE: Le cose sono giuste, non vanno bene se sono perfette. REAZIONI: Richiede la perfezione e ha degli standard impossibili/insostenibili. Hanno difficoltà a gestire difficoltà e problemi quando gli si parano improvvisamente davanti. “Sforzatevi, lottate, correggete tutti i difetti” Judith Guest RICHIEDERE LA PERFEZIONE MISURARE IL PROPRIO FALLIMENTO Il perfezionismo è una fonte di stress che può essere evitato. Il perfezionismo è sia la creazione di un piano d’azione irraggiunbile, ma anche il tentativo di modellare noi stessi, gli altri a questi ideali. Il tentativo di creare qualcosa di perfetto, ci porta ad un’inutile scontro con noi stessi e ad una cattiva visione di se.
Il Perfezionista Strategie: Ristrutturazione: La Perfezione è una lotta verso l’impossibile; misurare il proprio fallimento richiedendo la perfezione. In natura, tutti gli essere viventi si evolvano adattandosi a piccoli disordini, le specie che non ne sono capaci si estinguono (Darwin) Un piccolo disordine che mantiene l’ordine Immunizzare se stessi ai piccoli disordini. Prescriversi un piccolo disordine per mantenere l’ordine.
ACHILLE
4. Achille PERCEZIONI: il bisogno di apparire perfetti/impeccabili, in modo da essere rispettati dalle altre persone. REACTION: salvare le apparenze (impression management) ci induce a stressarci maggiormente così da renderci più vulnerabili. Il tallone d’Achille ci porta a focalizzarsi su una debolezza invece che su un punto di forza. Il tentativo di mascherare una debolezza, l’evidenzia. MASCHERARE UNA DEBOLEZZA VULNERABILITA’/AGITAZIONE
Achille Strategie: Dichiarare un segreto perturbante: Mentire dicendo la verità. Sola la persona forte è abbastanza forte per ammettere una debolezza. Dichiarare una piccola debolezza ci fa apparire più umani, umili e raggiungibili. Papa Giovanni Paolo II affermava che “se mi sbaglio, mi correggerete”. Trasformare una debolezza in un punto di forza.
ORLANDO IL FURIOSO
5. L’Orlando Furioso Lo stress è indotto dalla frustrazione. Noi diventiamo arrabbiati e frustrati quando non riceviamo meriti, non siamo ascoltati, le nostre idee sono criticate e quando ci sentiamo trattati iniquamente, etc… PERCEZIONE: Sentirsi trattati iniquamente, ma è sbagliato/inadeguato sentirsi arrabbiarsi REAZIONE: Controllare, trattenersi, per poi esplodere. . Accumulare, accumulare, fino ad esplodere (sfogarsi), in modo incontrollato, anche sulle persone ignare alla vicenda. Finiamo così con il sentirci peggio ed avere dagli altri un feedback negativo. Controllarsi/Accumulare Perdita di Controllo/Esplodere
L’Orlando Furioso Strategie: Cambiare la Percezione: La rabbia è un’emozione naturale, ed è normale sentirsi arrabbiati. La rabbia non è un problema, ma è un problema cosa facciamo con essa. La rabbia da sola è dannosa, quando è segregata e non lasciata sfogare, come Emily Dickinson dice. La rabbia appena nutrita muore. È il digiuno che la ingrassa Emily Dickinson Lettere di Rabbia: Noi dobbiamo trovare un luogo intelligente dove sfogare la nostra rabbia. Emil Cioran nel suo Esercizi di Ammirazione (1986). Quando noi rispettiamo la rabbia e ci relazioniamo con essa, apriamo delle porte invisibili. La rabbia può diventare una forza trainante. Yu il Grande. Puoi dare voce al tuo dolore, usando le parole giuste, trovando il giusto tempismo. Quello che inizia con la rabbia, finisce con la vergogna. Ben Franklin
IL VINCITORE ASSOLUTO
6. IL VINCITORE ASSOLUTO: Giocare al Tiro alla Fune PERCEZIONE: Io sono nel giusto, l’altro nel torto. Vincitoreperdente REAZIONE: Insistere nel mostrare che io sono nel giusto. Essere presi in un tiro alla fune infinito. Mostrare a tutti costi che abbiamo ragione, altrimenti temiamo di perdere credibilità. Io sono nel giusto/attacco
IL VINCITORE ASSOLUTO Strategie: • Cambiare la Percezione: Van Neuman parla di gioco a somma Zero. All’interno di un sistema o vinciamo tutti, o perdiamo tutti. Vincere senza combattere (Stratagemma Cinese) • Prendere una posizione one-down – in realtà in questo modo disarmare il nemico eezempio chiedendoli gentilmente un favore. Perdona sempre i tuoi nemici. Niente può darli più fastidio. Oscar Wilde Un uomo che medita la vendetta mantiene le sue ferite sempre sanguinanti, le quali si sarebbero rimarginate se non gli avesse dato peso. Francis Bacon
L'IDEALISTA
7. L’Idealista Spesso ci stressiamo quando la realtà non si adatta ai nostri ideali. Il mondo non rispecchia quello che pensiamo e crediamo. Delusi dal mondo e gli altri. Le aspettative sono dei veri killer! Esse creano la delusione. Spesso a causa delle nostre aspettative, siamo completamente ciechi ai cambiamenti di contesto. Illusioni rigide che non si adattano al mondo reale. Illusione->Delusione PERCEZIONE: Avere un’ideale o una credenza rigida REAZIONI: Lealtà totale ad un ideale, insistendo a modellare la realtà in base a questo ideale. . La rigidità non è stabile, è solo precaria…. e si rompe facilmente. Ann Wilson Schaef.
L’Idealista Quando ci incateniamo alle nostre ideologie, credenze, aspetative. . spesso perdiamo di vista il contesto… ovvero la vita. Strategie: Cambiare le lenti: I cambiamenti non sono solo possibili e prevedibili, ma negarli è essere un complice del proprio inutile immobilismo. Ci sentiamo sicuri, credendo che Dio sia statico, immobile. Ma questo è un problema nostro, non di Dio. Gail Sheehy Lo scenario allargato- individuare almeno 5 scenari oltre a quello atteso. La vita non ha l’obbligo di darci ciò che ci aspettiamo. Margaret Mitchell
WORKAHOLIC/STACANOVISTA
8. Workaholic/Stacanovista Tante persone, per avere una vita decente lavorano, scordanosi di vivere Margaret Fuller PERCEZIONE: Il lavoro è una cosa nobile e positiva, da all’uomo la gratificazione, la soddisfazione e un significato in questo mondo. Il lavoro è tutto. REAZIONE: lavoro sempre di più, trascuriamo il resto. Se agiamo compulsivamente ed ignoriamo ciò che lavoro non è, il lavoro diventa distruttivo ed avrà gli stessi effetti che l’alcol ha sull’alcolista. Ciò che inizia come qualcosa di costruttivo, finisce con l’essere distruttivo. Rimaniamo intrappolati in un circolo vizioso: Il lavoro diviene l’unico piacere nella nostra vita e la sola cosa che gli da un senso. Noi ci droghiamo di lavoro e niente sembra così soddisfacente ed importante. Noi rimaniamo risucchiati dal sistema
Workaholic/Stacanovista Strategie: DEI VERI ADDICTS/TOSSICI: Liberarci dalla nostra dipendenza: per superare un piacere compulsivo, dobbiamo aggiugere altri piaceri. Aggiungere per ridurre (Stratagemma Cinesa). Mentre rimaniamo leali al nostro piacere, consideriamo altri piacere e cerchiamo di dare ai nostri sensi qualcosa di piccolo che ci soddisfi. Ad esempio: musica, lettura, danza, coffee break, incontrare degli amici, etc. . Dopo tutto, una vita piacevole è una vita in equilibrio tra lavoro, relazioni, rilassamento e divertimento.
SAMSONE
9. Sansone fece collassare il tempio dei Filistei su se stesso PERCEZIONE: Pensa di aver perso la sua forza e/o charm REACTIONS: Confronta il presente con il suo passato • Nostalgia del passato (“Oggi non c’è niente di buono come era in passato”). • Ricerca gli indizzi che confermano la sua tesi, ricercando gli elementi negativi Ciò che non mi distrugge, mi rende più forte. Sansone Agostino (l. 130)
Sansone Strategie: Contemplare le sue miserie e i suoi disastri, ricercando le cattive sensazioni. Per storcere qualcosa, prima dobbiamo imparare come storcerlo di più Stratagemma Cinese La Conguira del Silenzio (evitare negativamente ed evitare di lamentarsi) di parlare Cercare le eccezioni: usare la tecnica del piede nella porta
La Prostituzione Relazionale
10. La Prostituzione Relazionale Finiamo con lo stressarci in quanto abbiamo difficoltà a dire “no”. , per piacere a tutti I costi. PERCEZIONE: Sarò amato, solo se sono disponibile e carino. Paura del rifuito. REAZIONI: devo dire di si, non posso dire no. CIRCOLO VIZIOSO: Più dico di si, più gli altri si aspettano che dirò di si. . Così la sola volta che potrei dire di no o devo dire di no, crederò di essere cattivo e gli altri potrebberò non accertare questo…. in questo modo mi sentirò colpevole e avrò paura di essere rifiutato.
La Prostituzione Relazionale Strategie: Cambiare la Percezione – creare avversione vero il gioco della Prostituzione Relazioale. Facendo la prostituta relazionale finisco ad essere convinto che valgo o sono amato per ciò che faccio e non per ciò che sono, perciò questo mi shiavizza a dovere fare sempre. Prescrivere un piccolo no giornaliero – iniziare dalle più piccole cose. . . quasi impercetibili dagli altri.
AMLETO
11. Amleto “Essere o non essere? ” Amleto l’eterno dubbioso. Chi chiede troppo, finisce ad agire molto poco. PERCEZIONE: devo essere sicuro prima di agire REAZIONE: domandare ogni cosa, chiedere agli altri, cercare su internet, considerare tutte le opinioni, controllare. Cercare chiarificazioni Confusione Totale
Amleto Strategie: Cambiare le Lenti: guardare al futuro, con gli occhi del presente, mi porterà ad essere più confuso e terrorizzato. Non ci sono risposte intelligenti, a domande sbagliate Kant Epistolare- risposte e domande Abbiamo bisogno di controllare la mente che ci controlla. La paura di chiedere agli altri, incrementa l’insicurezza. Iniziare a prendere piccole, ma concrete decisioni. Se necessario lanciare la monetina.
LA PRIMA DONNA
12. Prima donna Lo stress può essere indotto dall’inabilità di delegare, così da sovraccaricarci di lavoro inutile. PERCEZIONE: Gli altri non sono bravi abbastanza REAZIONE: Lamentarsi degli altri, fino a fare ogni cosa da soli GLI ALTRI NON SONO ABBASTANZA BRAVI FARE TUTTO IO Spesso ci sentiamo più a nostro agio, se agiamo autonomamente, ma questo comporta che gli altri non saranno mai “abbastanza bravi”, saranno sempre più incompetenti e continueranno ad affidarsi a noi. Ci sentiremo bravi e capaci (piacere), ma alla lunga ci distruggerà.
Prima donna Strategie: Agire come un coach: possiamo essere la mente dietro il palcoscenico, organizzando, coordinando e supervisionando le azioni. Con il minimo otteniamo il massimo. Sprecare un pò di tempo ci fa guadagnare tempo. Chiedere piccoli lavori: spezzettare gli obiettivi in micro obiettivi e guidare gli altri verso quanto vogliamo.
CASSANDRA
13. Cassandra Noi stressiamo e sabbottiamo noi stessi, lanciando profezie negative che finiscono per realizzarsi. PERCEZIONE: Le cose andranno male REAZIONE: Cercare gli indizzi che confermano la nostra tesi, parlare male di noi stessi e delle cose, atteggiamento di sconfitta, si lamenta. Intrappolarsi nella profezia che si autoavvera
Cassandra Strategie: Epistolare – Sfogare i sentimenti negativi, contemplando le nostre miserie e prevedendo le tragedie così che non ci appesantiscano ed oscurino il nostro giorno. Evitare di parlare negativamente. Cambiare la Profezia: • Prescrizione del Miracolo: Come Se • Cercare un’eccezione
IL MARTIRE
14. Il Martire Ogni uomo dovrebbe bere e mangiare e divertirsi di tutto il suo lavoro – è un regalo del Signore. ” Ecclesiaste 3: 13 PERCEZIONE: Puoi avere successo nella vita solo attraverso il dolore e il sacrificio. Se io do, ricevo. REAZIONE: evitano il piacere e si sacrificano per gli altri ”Io lo faccio per te. . ” Aspettano di essere gratificati dagli altri. Le persone con un “atteggiamento da martire” agiscano per il senso di dovere, non del piacere. Si sentono colpevoli a godersi la vita. Tendono ad invidiare la felicità di chi li circonda. Provano risentimento quando gli altri non fanno le cose per loro. Non chiedono niente dagli altri, ma creano un senso di obbligo. I martiri si lamentano che gli altri non apprezzino i loro sacrifici ma comunque continuano a sacrificarsi. Aspettina che gli altri li danno goia, ma rimangono spesso assetati.
Il Martire STRATEGIE: Imporsi una dose di sano egoismo, permettendosi di godere di piccoli piaceri, i quali li fanno sentire valevoli e piacevoli a se stessi. . Uno deve imparare ad amarsi, in modo sano e completo, per stare in pace e non vagare a vuoto. Friedrich Nietzsche Se non ti ami abbastanza, avrai difficoltà ad amare qualcun’altro, poichè proverai sempre risentimento per il tempo e le energie che hai dato agli altri, quando avresti dovuto tenerle per te. Dr. Barbara De Angelis Concedersi piccoli piacere e tenere a bada i propri sensi di colpa. . . scrivendoli “colpa mia, tutta colpa mia. . . ”
USCIRE DA QUESTE TRAPPOLE! Identificare: • le situazioni stressogene e le nostre percezioni ed emozioni • le nostre reazioni di coping inefficaci Usare strategie adeguate per • modellare le nostre rigide percezioni e contenere le nostre travolgenti emozioni • modificare le nostre reazioni. Spesso, questo significa cambiare il nostro modo di comunicare e di porsi davanti alla vita.
USCIRE DELLE PROPRIE TRAPPOLE L’impotenza induce la disperazione e la storia si insegna che, è la mancanza di speranza e non la perdita di vite umane, a decide la guerra. B. H. Liddell Hart
Bibliografia Milanese R. , Mordazzi P. , (in press) Strategic Coaching: transforming difficulties into resources Nardone, G. & Portelli, C. (2005) Knowing Through Changing: The Evolution of Brief Strategic Therapy. Crown Publishing House UK. Seyle, H. (1956)The Stress of Life. New York: Mc. Graw-Hill. Von Senger, H. (2005) The 36 Stratagems for Business: Achieve Your Objectives Through Hidden and Unconventional Strategies and Tactics Cyan Communications. Watzlawick P. , et al. , (1974) Pragmatics of Human Communication WW Norton USA Watzlawick P. (1983)The Situation is Hopeless, but not Serious, W W Norton USA Watzlawick P. , (1988 )Ultra-Solutions, or, How to Fail Most Successfully, WW Norton USA
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