BORGESE Ha rappresentato la coscienza critica della prima
BORGESE
• Ha rappresentato la coscienza critica della prima fase del 1900, partecipando alle scelte culturali, prendendo posizioni politiche, ravvisando nuovi compiti nella letteratura stessa. • Collaborò a giornali e riviste, si confrontò con le letterature straniere, elaborò un’ottica «mondiale» • Fu dichiaratamente antifascista; e rifiutò di prestare il giuramento chiesto dal regime ai proff universitari; • Andò in America
• Qui insegnò presso le maggiori università, tra il 1931 e il 1949. • B si laureò con una tesi sulla Storia della critica romantica in Italia; Croce fece pubblicare il lavoro nelle edizioni della «Critica» ; • Inizialmente sembrava subire tanto l’influenza della estetica di Croce quanto le suggestioni superomiste di DA • A GDA dedicò nel 1909 uno studio • B maturava una sua concezione dell’arte, che vedeva come coincidenza con la vita. Per questo andava oltre DA, così come oltre il frammentismo vociano
• In questa direzione andavano i saggi La vita e il libro (1910 -13) • Acceso interventista, osservava con stupore e delusione la situazione che stava creando la guerra • Non sopportava la cultura delle avanguardie, irrazionali, iconoclaste • In Tempo d’edificare 1923 proponeva una letteratura volta a costruire, nel segno dell’umanità • Colse il valore di Pirandello e Tozzi, che superavano il frammentismo e riprendevano il romanzo di contenuti
• Prova anch’egli a scrivere un romanzo. • 1921 Rubé • È diviso in 4 parti, ed è una riflessione critica e autocritica sulla cultura sovversiva e interventista • Il protagonista è un po’ un alter ego: Filippo Rubè è un piccolo borghese siciliano, con aspirazioni intellettuali, che vede mutare se stesso e la sua ideologia confrontandosi con il momento storico
• L’impianto del romanzo è costruito sul tema del perturbante, del doppio: mette in scena due coppie, Filippo e Eugenia e Federico e Mary. Rubè è roso dall’arrivismo, ha magniloquenti progetti. La sua complessità va al di là del tipo novecentesco dell’inetto. • Avvocato al quale l’avvocatura va stretta, intravede nella grande guerra la scala per il successo.
• È un interventista, che mostra il suo coraggio ma sempre si ritrae quando si tratta di agire. • Invoca il fronte per tratteggiare se stesso come eroe di guerra • Rube piange perché ha paura di non essere all’altezza del compito di grande soldato che si è cucito addosso • Dal fronte fugge appena può.
• Per Filippo, Federico è l’ alter ego, il doppio da emulare • Filippo inizialmente è invaghito di Mary, ragazza di origini americane, che sposa però Federico • La mancata conquista di Mary diventa per Filippo un’ossessione. Si darà ad amori “puri”, come quello per Eugenia, la sola che comprende il vero Rubè •
• Dall’interventismo acceso ai primi conflitti sociali del dopoguerra, tocca le contraddizioni del vitalismo irrazionalistico • Il personaggio è passivo, inetto: per questo sceglie l’abito dell’ intervento, della partecipazione alla storia per dare consistenza a sé • Partecipa ai destini collettivi • Nel contatto con la guerra, che eleva l’irrazionalità a sistema, costruendo un meccanismo che impedisce la scelta e non permette la costruzione del senso, egli protrae un’esistenza meschina, fatta di gesti automatici.
• Trovatosi per una ferita ai margini della guerra, vive una vita da imboscato e compie una lunga missione a Parigi • Rientrato nella vita normale non trova la sua strada, non sa fare molto, è inetto anche nell’amore. • Non si confronta con la dolce Eugenia che ha sposato • Intreccia una relazione con una donna conosciuta a Parigi • La incontra sul Lago Maggiore; il naufragio sul lago e la morte della donna lo renderanno sospetto
• Trascorre un breve periodo in carcere , scagionato intraprende un • viaggio alla ricerca di sé che si rivela una tortuosa deviazione verso il nulla, una conferma della propria assenza. • Percorre l’Italia in preda al disordine, tra moti proletari e azioni dei fascisti e dopo essere giunto alla stazione del pese natale torna indietro • Pensa di raggiungere la moglie incinta e si ferma a Bologna • Capita in mezzo a una manifestazione socialista ed è travolto dalla carica dei cavalleggeri
• Tra i pregi del romanzo sicuramente dobbiamo annoverare l’aver dipinto in modo parossistico ma veritiero la figura dell’interventista; Borgese intercetta in modo quasi scientifico il sovversivismo primonovecentesco, quell’intendere la politica di qualsiasi colore fosse come se rispondesse ad esigenze apolitiche, istintuali, individuali. • Non a caso, vedremo Rubè passare con disinvoltura da un polo politico all’altro nel giro di poche pagine
• Il protagonismo intellettuale, la tensione a immergere la forza vitale dell’io nel flusso di un presente in movimento è smentita nel romanzo • L’inettitudine nasce da un perverso intreccio tra la sopravvalutazione di sé e della propria esperienza e da un senso di inferiorità che non supera • È la radiografia della condizione intellettuale alla vigilia del fascismo, resa da una prosa, che cerca rapporti simbolici nei quali Rubé prova a riconoscere il suo destino
• La realtà oggettiva è espressa secondo i moduli naturalistici, il flusso dei pensieri introduce il flusso di coscienza
• La Voce è fu fondata nel 1908 da Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini. Attraverso diverse fasi continuò le pubblicazioni fino al 1916. • Intraprese spregiudicate battaglie culturali e di costume, e polemizzava con il conformismo della borghesia italiana d'inizio Novecento.
• La rivista intendeva tratteggiare una missione civile per l'intellettuale, • Intendeva rinnovare la classe dirigente, inadeguata a governare una fase storica caratterizzata da rapidi cambiamenti. • Nella prima fase della rivista vi furono Benedetto Croce Giovanni Amendola (Gaetano Salvemini, che scriveva sulla questione universitaria), Emilio Cecchi, Romolo Murri, Luigi Einaudi.
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