Azienda di Servizi alla Persona ISTITUTI MILANESI MARTINITT

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Azienda di Servizi alla Persona ISTITUTI MILANESI MARTINITT E STELLINE E PIO ALBERGO TRIVULZIO

Azienda di Servizi alla Persona ISTITUTI MILANESI MARTINITT E STELLINE E PIO ALBERGO TRIVULZIO IL NUCLEO ALZHEIMER R. S. A. COME COMUNITA’ CHE SI PRENDE CURA D. P. S. CAI Alessandro Adduci Istituto Frisia Modelli di assistenza e cura: i bisogni, la flessibilità, le risposte possibili

Modelli di assistenza e cura: i bisogni, la flessibilità, le risposte possibili Alessandro ADDUCI

Modelli di assistenza e cura: i bisogni, la flessibilità, le risposte possibili Alessandro ADDUCI - Maria SCARANGELLA Coordinatori Infermieristici – Nucleo Alzheimer Istituto Frisia (Merate) A. S. P. I. M. M. e S. e PAT

Il Nucleo Alzheimer Garantisce assistenza e ambiente adeguato a pazienti con problemi di demenza

Il Nucleo Alzheimer Garantisce assistenza e ambiente adeguato a pazienti con problemi di demenza con disturbi comportamentali rilevanti Caratteristiche del N. A. ØAmbiente fisico adattato ØSeparato dal resto della struttura con accesso controllato ØAmmissione solo per pazienti con diagnosi di demenza ØPersonale preparato ad hoc ØPresenza di un coordinatore

Il Nucleo Alzheimer: costituisce in termini organizzativi ed assistenziali, una realtà molto complessa, da

Il Nucleo Alzheimer: costituisce in termini organizzativi ed assistenziali, una realtà molto complessa, da richiedere al Coordinatore conoscenze e competenze altamente specifiche finalizzate a saper assistere globalmente con una visione olistica l’anziano istituzionalizzato Funzioni del Coordinatore • sorveglianza nell’applicazione dei Pi-Pai degli ospiti • educazione – formazione per gli operatori OSS- Infermieri, Volontari, Ospiti, Famiglie degli ospiti • Collante tra le linee di indirizzo operativo del D. P. S. e il personale di reparto

Modello di accoglienza terapeutico Accoglienza INCONTRO essere persone che incontrano altre persone Non solo

Modello di accoglienza terapeutico Accoglienza INCONTRO essere persone che incontrano altre persone Non solo conoscere l’anamnesi (diabete, incontinenza) MA § La loro vita § La loro storia § I loro valori § Le esperienze che li hanno fatti gioire, soffrire La BIOGRAFIA deve avere pari dignità dell’anamnesi Raccontata dalla famiglia

I nostri Ospiti sono esseri umani Non sono fatti di bisogni MA sono la

I nostri Ospiti sono esseri umani Non sono fatti di bisogni MA sono la somma dei loro DESIDERI Solo così quella parte correlata dalle emozioni può uscire Se ti lascio essere un individuo che esprime emozioni, ti incontro Solo se ci crediamo fino in fondo è possibile incontrare un malato Alzheimer …. E allora il sorriso che noi faremo troverà dall’altra parte gli occhi di qualcuno che non avrà paura di noi, ma di qualcuno che avrà voglia di incontrarci…. .

VERSO UN MANAGEMENT INFERMIERISTICO DEL NUCLEO ALZHEIMER RSA REALTA’ COMPLESSA: ORGANIZZAZIONE FLESSIBILE Consapevolezza che

VERSO UN MANAGEMENT INFERMIERISTICO DEL NUCLEO ALZHEIMER RSA REALTA’ COMPLESSA: ORGANIZZAZIONE FLESSIBILE Consapevolezza che tutti i programmi, i tempi e i ritmi del gruppo di lavoro devono rispettare i DESIDERI dell’ospite e non i nostri

FATTORI DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DI UN’ORGANIZZAZIONE FLESSIBILE QUALE IL NUCLEO ALZHEIMER Obiettivi 1.

FATTORI DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DI UN’ORGANIZZAZIONE FLESSIBILE QUALE IL NUCLEO ALZHEIMER Obiettivi 1. Essere realmente utile ed efficace ed essere percepita come tale dal territorio in cui è inserita. 2. Mantenere la coerenza con i mandati Aziendali (Carta dei servizi, regolamenti, indirizzi, obiettivi assegnati, ecc. ). 3. Avere un riconoscimento positivo interno ed esterno assicurandosi una buona immagine esterna ed interna, un credito “efficace” ed una soddisfazione degli stakeholders. 4. Avere capacità di sopravvivenza e sviluppo tramite un contenimento della spesa. 5. Attivare un piano assistenziale altamente individualizzato e flessibile, con l’obiettivo di prendersi cura delle emozioni dell’ospite e della sua famiglia. 6. Risolvere problemi organizzativi, con buona allocazione delle risorse a disposizione con unitarietà di uno staff motivato

IL NOSTRO ESEMPIO DI CURA: CON-TATTO SITUAZIONALE BASATO SULLA COMPLESSITA’ Indirizzare Sostenere Guidare Sostituire

IL NOSTRO ESEMPIO DI CURA: CON-TATTO SITUAZIONALE BASATO SULLA COMPLESSITA’ Indirizzare Sostenere Guidare Sostituire Compensare

Se vediamo solo il problema non saremo capaci di vedere la soluzione; bisogna guardare

Se vediamo solo il problema non saremo capaci di vedere la soluzione; bisogna guardare oltre: i disturbi del comportamento sono un linguaggio dell’animo che non ha voce e tenta di entrare in relazione con noi. L’ Operatore è la prima terapia non farmacologica che bisogna utilizzare Consapevolezza che gli eventi possano essere anche tragici , ma il modo attraverso il quale noi viviamo gli eventi farà sempre la differenza. Per fare questo Bisogna essere competenti e la competenza è figlia della passione.

Caratteristiche degli obiettivi assistenziali OBIETTIVI: • Non standardizzati ma individualizzati • Reali • Flessibili

Caratteristiche degli obiettivi assistenziali OBIETTIVI: • Non standardizzati ma individualizzati • Reali • Flessibili • Tolleranti • Comuni e condivisi con l’equipe • Condivisi con i familiari (quando possibile) • Rivalutati in maniera funzionale alla malattia (malattia lunga) OBIETTIVI CHE NON PORTANO ALLAGUARIGIONE MA ALLA CURA INTESA COME PRENDERSI CURA

OBIETTIVI COMUNI 1. Ottimizzare lo stato funzionale 2. Compensare la perdita di memoria e

OBIETTIVI COMUNI 1. Ottimizzare lo stato funzionale 2. Compensare la perdita di memoria e il disorientamento 3. Ridurre e gestire disturbi comportamentali 4. Prevenire le complicanze (cadute – malnutrizione – L. D. D. ) 5. Garantire la sicurezza 6. Educare e sostenere la famiglia

Quando curi una malattia puoi vincere o perdere. . . Quando ti prendi cura

Quando curi una malattia puoi vincere o perdere. . . Quando ti prendi cura di una persona, vinci sempre!! ♥♥♥ (Patch Adams) GRAZIE PER LA CORTESE ATTENZIONE

Bibliografia essenziale • Bianchetti A, Rozzini L. Aspetti etici delle demenze. In: Trabucchi M

Bibliografia essenziale • Bianchetti A, Rozzini L. Aspetti etici delle demenze. In: Trabucchi M (ed): Le demenze. UTET Ed, Torino, 1998; 361371 • 6° Congresso Nazionale Parma P. A. Bonati • Associazione Geriatri Exstraospedalieri • Bianchetti A, Trabucchi M: La valutazione clinica del demente. In: Le demenze (2 nd ed). Trabucchi M (ed. ). UTET, Torino, 2000; pp 57 -126 • Bianchetti A, Zanetti O, Trabucchi M. Non pharmacological treatment in Alzheimer's Disease. Funct Neurol, 1997; 12: 215 -217 • Bianchetti A, Zanetti O. La rete dei servizi per le demenze. In: Zanetti E (ed) Il nursing delle demenze. Lauri ed, Milano, 89 -99 (1997) • Bianchetti A. , Zanetti O. : Dipartimento di Ricerca Clinica per la Malattia di Alzheimer: una possibile risposta ai problemi della demenza. Psichiatria Oggi 1991; 4: 94 -98. • Bianchetti A. : Lo spazio per il demente. Arco di Giano, 1993; 3: 127 -135 • Bianchetti A, Metitieri T: Il controllo farmacologico dei sintomi comportamentali. Geriatria 1999; 11(S 1): 89 -98 • Feil N. (1992). Validation. The Feil Method. Cleveland: Edward Feil Productions. • Il valore della selezione per la creazione dei servizi idonei ed efficaci. . . Il valore della formazione Letizia Espanoli. http: //www. youtube. com/watch? v=SQiqn. WEf 7 MQ • 16 novembre 2007 : "L'ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN RSA: IL PRESENTE E LE PROSPETTIVE FUTURE" Collegio Ipasvi Milano-Lodi Atti Convegno. Alessandro ADDUCI

EDUCARE E SOSTENERE LA FAMIGLIA, NON PERDIAMO LA CALMA: Le richieste dei familiari Il

EDUCARE E SOSTENERE LA FAMIGLIA, NON PERDIAMO LA CALMA: Le richieste dei familiari Il malato di Alzheimer è un pesante carico assistenziale soprattutto diventano difficili da gestire alcuni disturbi comportamentali. Il famigliare diventa un secondo paziente, forniamo informazioni sul decorso della malattia e quando necessario consuelling psicologico