ARCHEOLOGIA CLASSICA Anno Acc 2016 17 La nuova
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ARCHEOLOGIA CLASSICA Anno Acc. 2016 -17
La nuova fisonomia della città di Pompei agli inizi dell’Impero
FORO CIVILE A sinistra: il foro nella fase tardo-sannitica. A destra: il foro nel I sec. d. C.
Gli edifici del Foro riprodotti in dipinti pompeiani e nel rilievo del larario della Casa di Lucio Cecilio Giocondo con rappresentazione degli effetti del terremoto del 62 d. C. (immagine in alto).
Il Macellum. L’edificio, il cui primo impianto risale al II sec. a. C. , è il risultato di vari interventi di ristrutturazione eseguiti prima e dopo il terremoto del 62 d. C.
Santuario dei Lari pubblici, di età claudio-neroniana
In alto: portale di ingresso all’Edificio creato da Eumachia in età augustea (con tralci imitanti quelli dell’Ara Pacis di Augusto)-verosimilmente destinato al culto imperiale. In basso: statua-ritratto della sacerdotessa Eumachia dedicata dai lanaioli di Pompei. Nell’iscrizione di dedica dell’edificio, redatta in due copie, l’una apposta sull’ingresso principale sul Foro, l’altra apposta su quello laterale dell’edificio-di fronte alla fontana c. d. dell’Abbondanza, ma in realtà raffigurante la Concordia con in mano la cornucopiasi legge: “Eumachia, figlia di Lucio, sacerdotessa di Venere, a proprio nome e del figlio Numistrio Frontone edificò a proprie spese il chalcidicum [portico antistante all’ ingresso], la crypta [criptoportico delimitante l’area centrale aperta] e il portico dedicandoli alla Concordia Augusta e alla Pietas [imitazione della aedes Concordiae edificata dall’imperatrice Livia ] (CIL X, 810).
Palestra grande, creata in età augustea presso l’Anfiteatro
Edificio termale degli inizi dell’età imperiale. Terme del Sarno (Regio VIII)
Rifacimento del Teatro grande. Età augustea
Statua di Marco Olconio Rufo , patronus di Pompei in età augustea. Insieme al fratello e Marco Olconio Celere curò a proprie spese la costruzione di una galleria anulare al di sopra della cavea del teatro e di un nuovo ordine di gradinate, la costruzione dei palchetti sopra le parodoi di ingresso ai lati del proscenio per gli spettatori illustri ed il rifacimento di tutta la gradinata in marmo(CIL X 833). Iscrizioni sulle gradinate della cavea, che indicano il posto riservato al bisellium di Marco Olconio Rufo.
Tempio di Iside , crollato in seguito al terremoto del 62 d. C. , ricostruito da Numerio Popidio Celsino. Iscrizione apposta sopra l’ingresso all’area sacra di Iside: “Numerio Popidio Celsino, figlio di Numerio, ricostrui a proprie spese fin dalle fondamenta il Tempio di Iside, distrutto dal terremoto. Per questa munificenza i decurioni, pur avendo egli solo sei anni, lo ammisero nel proprio ordine senza alcuna spesa (CIL X, 846)
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