Anno scolastico 20162017 Classe 1B Alessandro Barchiesi Giulia
Anno scolastico 2016/2017 Classe 1^B -Alessandro Barchiesi -Giulia Veronese -Giovanni Mangano Argomento: Religione Egizia
INTRODUZIONE STORICA La religione egizia è l'insieme delle credenze religiose, dei riti e delle relazioni con il sacro degli Egizi. Nell'antichità la religione egizia era considerata come un corpo dottrinale sostanzialmente unitario, caratterizzato da un'ininterrotta osservanza da parte del popolo presso il quale si era originato ed impermeabile ad influenze esterne o mutamenti evolutivi. fonte: wikipedia Stele raffigurante l'offerta d'incenso di un sacerdote al dio Ra-Atum
PRINCIPALI DIVINITA’ EGIZIE AMON: Dio il cui nome significa " il nascosto " è una divinità molto antica con caratteristiche guerriere. A partire dal Medio Regno diventa la principale divinità di Tebe, e, in sincretismo con il Dio Ra, prende il nome di Amon-Ra. ATUM: il principale Dio egizio, creatore del mondo e padre di tutti gli Dei. Ebbe origine dal “Nun”, il brodo primordiale in cui già esisteva come spirito, ma divenne realtà solo quando Ptah ne pronunciò il nome. RA: il disco solare nascente, viene anche raffigurato con la forma di un falco. Diede vita a due figli: Tefnut e Shu. TEFNUT: rappresentata con la testa di leonessa, impersonifica la sostanza umida. Una tradizione riporta che, avendo litigato col padre, fuggì in Nubia e ritornò solo grazie all’intercessione di Thot.
• SHU: il Dio dell’aria, porta sul capo una piuma di struzzo, che costituisce anche il geroglifico del suo nome. Con Tefnut, sposa-sorella, generò il cielo (Nut) e la terra (Geb). • NUT: Dea del cielo e, in generale, di tutti i corpi celesti, viene immaginata come un corpo di donna. • GEB: E’ la terra sulla quale vivono gli uomini e gli animali. Rappresentato con figura maschile, porta sul capo un’oca che è anche il simbolo geroglifico del suo nome. Dall’unione tra Geb e Nut, nascono quattro figli: Osiris, Isis, Set e Nefti. • OSIRIS: Figlio prediletto di Geb, a lui venne affidato il regno della terra. Assassinato dall’invidioso fratello Set che ne sparse le membra nel Nilo, venne ricomposto nel corpo dalla sposa-sorella Isis. Da allora è il signore dell’Oltretomba.
• ISIS: Oltre che protettrice dell’unione familiare, è anche la Dea della magia. Porta sul capo il simbolo di una scala. • SET: Rappresentato con la testa di un animale non identificabile, è il Dio cattivo e terribile fratricida. Viene considerato il Dio del deserto e dei popoli stranieri. Nel periodo del Nuovo Regno, diventa il protettore dell’esercito. • NEFTI: Sposa di Set, lo abbandonò dopo il fratricidio. Protettrice del focolare domestico, porta sul capo il disegno di un fornello. Ebbe un figlio, Anubis. • ANUBIS: Rappresentato in forma di sciacallo. Sempre presente nei giudizi del Tribunale dell’Oltretomba, accompagna per mano lo spirito dei defunti nel Duat.
BASTET -Dea-gatta solare figlia di Ra. Bastet nel corso dei secoli fu rappresentata con le sembianze di gatta, assumendo caratteristiche miti e protettive. Il suo nome può anche essere tradotto come Baast, Ubaste e Baset. Nella mitologia greca era anche nota come Ailuros (dal greco áilouros, gatto). Era una delle più importanti e venerate divinità dell'Antico Egitto, dea della casa, dei gatti, delle donne, della fertilità e delle nascite. HATHOR Dea-vacca dell'amore e della bellezza, sposa di Horo. Era della gioia, della sessualità, della maternità e della bellezza. Fu una delle divinità più importanti e venerate; il suo culto si estendeva dalla corte faraonica (era ritenuta la madre simbolica dei faraoni) ai ceti più umili. Veniva solitamente raffigurata nelle tombe con l'epiteto di Signora dell'Occidente, cioè Signora dei morti e si credeva che accogliesse le anime nell'aldilà (DUAT). Gli egizi la adoravano anche come dea della musica, della danza, delle terre straniere e della fertilità, e pensavano che assistesse le partorienti. Inoltre, anche le miniere erano poste sotto la sua protezione, così come le sorgenti del Nilo. Era comunemente raffigurata come una vacca con il disco solare, provvisto di ureo, fra le corna; in epoca tarda veniva talvolta rappresentata con due piume e con il pettorale menat, tipico attributo delle sue sacerdotesse.
MAAT - Dea della giustizia, della saggezza e della verità. Maat è il Principio regolatore dell'universo e 42 sono i suoi preziosi e saggi consigli. Maat era l'antico concetto egizio della verità, dell'equilibrio, dell'ordine, dell'armonia, della legge, della moralità e della giustizia. Era inoltre personificata come una dea antropomorfa, con una piuma in capo, responsabile della disposizione naturale delle costellazioni, delle stagioni, delle azioni umane così come di quelle divinità, nonché propagatrice dell'ordine cosmico contro il caos. Mandata nel mondo da suo padre, il dio-sole Ra, perché allontanasse sempre il caos, Maat aveva anche un ruolo primario nella pesatura delle anime (o pesatura del cuore) che avveniva nel DUAT, l'oltretomba egizio. La sua piuma era la misura che determinava se l'anima (che si credeva residente nel cuore) del defunto avrebbe raggiunto l'aldilà o meno
1. Non uccidere e non permettere che nessuno lo faccia. 2. Non commettere adulterio. 3. Non essere collerico. 4. Non causare terrore. 5. Non assalire e non provocare dolore al prossimo. 6. Non sfruttare il prossimo. 7. Non fare danni che possano provocare dolore all'uomo o agli animali. 8. Non causare spargimento di lacrime. 9. Rispetta il prossimo. 10. Non rubare ciò che non ti appartiene. 11. Non prendere più cibo di quanto te ne spetti. 12. Non danneggiare la natura. 13. Non privare nessuno di ciò che ama. 14. Non dire falsa testimonianza. 15. Non mentire per far del male ad altri. 16. Non imporre le tue idee agli altri. 17. Non agire per fare del male. 18. Non parlare delle cose altrui. 19. Non ascoltare di nascosto. 20. Non ignorare la verità e la giustizia. 21. Non giudicare male gli altri senza conoscerli. 22. Rispetta i luoghi sacri. 23. Rispetta e aiuta chi soffre. 24. Non arrabbiarti senza valide ragioni. 25. Non ostacolare il flusso dell'acqua. 26. Non sprecare l'acqua. 27. Non inquinare la Terra. 28. Non nominare Dio invano. 29. Non disprezzare le credenze altrui. 30. Non approfittare della fede altrui per fare del male. 31. Non pregare né troppo poco gli dei. 32. Non approfittare dei beni del vicino. 33. Rispetta i defunti. 34. Rispetta i giorni sacri anche se non credi. 35. Non rubare le offerte fatte agli dei utilizzandole per te stesso. 36. Non disprezzare i riti sacri. 37. Non uccidere i sacri animali senza una ragione seria. 38. Non agire con insolenza. 39. Non agire con arroganza.
40. Non vantarti delle tue condizioni migliori di fronte ad altri. 41. Rispetta i tuoi doveri. 42. Rispetta la legge e non abusarne. Maat espressa dal geroglifico che la raffigura, sull'obelisco situato nel tempio di Luxor. Maat alata inginocchiata su fiori di loto, simbolo dell'Alto Egitto. Disegno da una scena nella tomba di Ramesse III nella Valle dei Re. Maat, con la piuma in capo, raffigurata sulle pareti della tomba di Seti I nella Valle dei Re.
Un'altra particolarità della religione egizia riguarda l'adorazione per gli animali, essa era cioè una religione zoolatrica. Questo aspetto della religione egizia ha una origine molto antica, che si perde nella preistoria ed il cui ambiente naturale di sviluppo è stato quello pastorale: ecco perché la vacca, il cui latte era indispensabile per la vita umana, assunse il ruolo di madre del genere umano, così come il toro e l'ariete personificarono le forze virili. Un’altra opinione in merito all’origine della zoolatria egizia sembra essere quella che fa riferimento anche ad un'originaria componente totemica. Quasi tutte le antiche divinità del pantheon egizio presentano caratteristiche zoomorfe, basti pensare a Bastet (il gatto), ad Hathor (la mucca), ad Anubi (lo sciacallo) e così via. Nel periodo dinastico, la religione egizia si avviò gradatamente verso uno sviluppo antropomorfico della nozione del dio, anche se i precedenti elementi naturalistici e totemici si integrarono con la nuova concezione. Gli dei vennero raffigurati con un aspetto umano dalla testa animale e gli animali continuarono ad essere oggetti di culto in molte regioni perché ipostasi delle divinità. Statua di gatto personificazione della dea Bastet. Il culto dei gatti ebbe una popolarità enorme fra gli egizi.
AMIT: è una strana divinità, una entità mostruosa del panteon egizio. Amit è preposta alla distruzione dello spirito del defunto nel caso di sfavorevole verdetto del tribunale osiriaco. Ha la qualifica di Colei che annienta i colpevoli. Ha un aspetto composito: capo di coccodrillo, zampe anteriori e tronco di leonessa, zampe posteriori di ippopotamo.
MITO DI ISIDE ED OSIRIDE La del cielo Nut e il dio della terra Geb generarono Osiride, Iside, Nefti e Seth. Iside, dea dell'amore, sin da quando erano insieme nel ventre materno amava Osiride e i due, dopo la nascita, divennero faraoni e civilizzarono il mondo. Un giorno Osiride, ubriaco, mise incinta Nefti che era la sposa di Seth, che decise di uccidere il fratello. Assieme ad alcuni complici costruì quindi un sarcofago e, durante una festa, proclamò che l'avrebbe regalato a chiunque fosse riuscito ad entrarci perfettamente. Mentre Osiride, incoraggiato dal fratello, tentava di entrarvi, il fratello lo chiuse dentro e gettò il sarcofago nel Nilo, uccidendo il malcapitato all'interno. Il sarcofago discese il fiume fino al mare per poi fermarsi a Biblo, dove un'acacia lo avvolse coi propri rami. In tempi successivi l'acacia venne tagliata e dal tronco si ricavò un pilastro per il palazzo del re di Biblo. Nella disperata ricerca di Osiride, Iside giunse a Biblo dove, sotto le sembianze da comune mortale, riuscì ad entrare a far parte della corte reale, a guadagnarsi la fiducia della regina Nemano ed a divenire nutrice del giovane principe della città. Un giorno Nemano scoprì Iside mentre poneva il principe bambino sulle braci ardenti: non consapevole del fatto che si trattava di un rito atto a garantire l'immortalità al bambino, la regina si allarmò ed Iside fu costretta ad assumere le sue vere sembianze ed a svelare il vero motivo per cui si trovava nella città.
Messa al corrente, Nemano consegnò il sarcofago, che ancora era contenuto nel pilastro d'acacia, alla dea. Iside tentò invano di resuscitare Osiride, ma ne rimase fecondata. Ne nascose quindi il corpo a Buto, mentre qualche tempo dopo partorì Horus e lo allevò in segreto nelle paludi del Delta. Un giorno Seth trovò il corpo di Osiride. Furibondo, lo smembrò e ne disperse i pezzi per l'Egitto, sicuro che Iside si sarebbe arresa ed infine, per maggior sicurezza, mise Iside e Nefti sotto chiave. Queste vennero liberate successivamente da Selket e altre sette dee, e si misero subito alla ricerca delle parti del corpo di Osiride. Dopo averlo ricomposto lo mummificarono, affinché il dio potesse rinascere nei campi Aaru, una sorta di paradiso egizio. Iside sarebbe poi andata, insieme ai cari di Osiride, nell'Oltretomba per vivere in eterno con Lui. Sarebbe spettato ad Horus, il figlio di Iside ed Osiride concepito a Biblo, sconfiggere lo zio Seth in una serie di battaglie e divenire faraone.
SACERDOTI Il compito fondamentale del sacerdote egizio non era quello di guidare il popolo alla fede, per aiutarlo nel suo cammino spirituale, ma di prendersi cura della divinità che "abitava" nel suo tempio. Perché potesse adempiere ai suoi doveri, il sacerdote era tenuto a mantenere la sua purezza fisica: doveva fare abluzioni quattro volte nel corso della giornata, aveva l'obbligo di radersi e depilarsi completamente, doveva essere circonciso, era necessario che si astenesse dai rapporti sessuali nel periodo in cui il tempio gli era affidato, e tutti i suoi abiti dovevano essere di lino, senza lana e cuoio. Nelle classi sacerdotali molto spesso si usava tramandare la propria attività da padre in figlio. Ma si poteva divenire sacerdoti anche per scelta del sovrano, il quale in questo modo cercava di mantenere un maggiore controllo di questa grande forza nello Stato. Della gerarchia ecclesiastica facevano parte anche gli amministratori che si occupavano della gestione economica del tempio e dei possedimenti annessi, nonché i rappresentanti dell'alto e del basso clero. Questi ultimi avevano un ruolo di importanza molto minore e officiavano nei templi più poveri. I sacerdoti ai quali era affidata la cura di un tempio, erano divisi in quattro gruppi che si alternavano ogni mese nell'espletamento delle loro funzioni. Nel periodo in cui erano liberi dalla loro attività, vivevano normalmente insieme al popolo.
I TEMPLI
Tempio di Abu Simbel Fonte: I tesori della fine dell’arcobaleno
IL CULTO DEI DEFUNTI Gli Egizi erano convinti che la vita continuasse dopo la morte, ma solamente a condizione che il defunto potesse disporre : • di una solida abitazione; • del cibo per nutrirsi e degli utensili per l'uso quotidiano come anfore, monili, vestiti, ecc. . ; • che il suo corpo fosse preservato dal disfacimento. Inizialmente gli egiziani pensavano che la vita dopo la morte fosse un privilegio proprio del solo faraone. Successivamente si iniziò a credere che esso fosse un diritto di tutti, purché potessero permettersi una tomba e i riti funebri.
Secondo gli Egizi, nel corpo umano vi erano due anime: la prima, che prendeva il nome di ba, era destinata ad effettuare il viaggio verso l'aldilà, dove riceveva il premio o la punizione che le spettava; la seconda, che prendeva il nome di ka, era destinata a rimanere con il corpo e a custodirlo nella tomba. Per evitare il disfacimento del corpo dei defunti, gli egiziani avevano appreso la tecnica della mummificazione o imbalsamazione. La salma del defunto, dopo un breve periodo di lutto, veniva portata in un locale adibito all'imbalsamazione situato al di fuori della città dove i sacerdoti imbalsamatori preparavano la mummia: questo era il termine con cui veniva chiamato il defunto una volta imbalsamato.
COME VENIVA ESEGUITA LA MUMMIFICAZIONE Dal corpo del defunto si estraeva il cervello per mezzo di un ferro ricurvo fatto passare attraverso le narici. Quindi veniva praticata un'incisione nel ventre e venivano asportati gli intestini. Questi erano lavati con vino di palma e fatti essiccare. Quindi erano posti in vasi detti canopi, che riproducevano il volto delle divinità. Il cuore veniva lasciato nel corpo perché si pensava che il dio Anubi lo pesasse. Il ventre veniva riempito con mirra tritata, cannella e altri aromi, e poi era ricucito. Il corpo veniva poi disseccato tenendolo coperto per 70 giorni con il natron, un tipo di sale. Quindi veniva lavato e coperto con strisce sottili di lino cosparse all'interno di resina.
LE PIRAMIDI Le piramidi sono le tombe dei faraoni. Il primo faraone che fece costruire una tomba fu il faraone Gioser. Essa aveva l'aspetto di una piramide a gradoni. Successivamente furono costruite delle piramidi aventi le pareti lisce. Le più grandi piramidi furono costruite da Cheope, Chefron e Micerino a Giza.
LA COSTRUZIONE DELLE PIRAMIDI Le piramidi erano realizzate con pesantissimi blocchi di pietra squadrata di granito o di calcare. Le pietre venivano estratte dalle cave e fatte arrivare sul luogo attraverso il Nilo su dei barconi. Per alzare i blocchi all'altezza voluta si usavano rampe di terra appoggiate alla piramide in costruzione.
PSICOSTASIA Con il termine psicostasia si vuole indicare la cerimonia a cui, secondo il Libro dei morti, veniva sottoposto il defunto prima di poter accedere all'aldilà. Più usualmente, la psicostasia è nota come "pesatura del cuore o "dell'anima". Anubi pone il cuore del defunto sul piatto di una bilancia, mentre sull'altro piatto si trova la "piuma", ovvero la Maat, la verità, la giustizia. Il dio della saggezza, Thot, prende nota dell'esito della pesatura: se, infatti, il cuore, come depositario di tutte le azioni, buone o malvagie, compiute durante la vita, bilancerà la piuma, allora il defunto sarà dichiarato maakheru ovvero "giusto", o "giustificato", ed ammesso al regno dei morti. In caso contrario, il cuore verrà dato in pasto ad Ammit, "colei che ingoia il defunto", rappresentata da un mostro composito ai piedi della bilancia, che somma in sé gli animali più pericolosi dell'Egitto: il coccodrillo, il leone e l'ippopotamo.
PSICOSTASIA
KA Nel mondo fisico è in grado di conservare i ricordi e i sentimenti della vita terrena. Cresce con l'uomo (oppure con il dio) e non lo abbandona mai. Per questo, dopo la morte, deve essere pregata e ricordata dai cari del defunto. Il Ka conduce nella vita terrena un'esistenza indipendente, è impalpabile e può superare ogni ostacolo del mondo sensibile. Il termine Ka, indicava la forza vitale di ciascun individuo. Con caratteristiche individuali molto marcate, costituisce il temperamento e l'insieme delle qualità degli esseri viventi.
Il Ba è la parte divina, totalmente spirituale, riconducibile alla personalità dell'anima di una persona. È l'essenza soggetta alla permanenza nei mondi spirituali. Esso poteva moltiplicarsi in relazione alla potenza del suo detentore. Il Ba usciva dal corpo del defunto e vi ritornava a mummificazione avvenuta. Il BA era la parte dello spirito che poteva lasciare la tomba durante il giorno, ma doveva tornare nelle ore dell’oscurità. Questo era il momento più pericoloso, Inoltre il BHA poteva esistere solo quando il KA e il corpo del defunto erano uniti. Era qualcosa di speciale, che solo la creatura umana possedeva e che la differenziava all’animale (senza anima). E’ stato interpretato, pertanto, come la parte divina che è in ogni essere umano: l’Anima, che Dio trasfuse all’uomo quando lo creo, soffiandogli attraverso le narici. (concetto ripreso successivamente dalla cultura ebraica: basta leggere la Bibbia e la Creazione dell’uomo) Il Ba è raffigurato come un uccello (quasi sempre un airone) con testa umana, forse a causa della presenza dei numerosi stormi d’uccelli che stazionavano sulle cime dei monti delle necropoli. BA
ANKH Ankh è un termine del vocabolario religioso dell'antico Egitto che si ritiene indichi essenzialmente lo splendore del numinoso e la sua potente energia. La nozione di Akh indica quindi la potenza del Dio che si esprime attraverso l'aspetto luminoso. L’AKH era la terza parte dello spirito che viveva nel regno degli dei. Gli AKH erano le stelle circumpolari che non scomparivano mai oltre l’orizzonte. Lo spirito, per diventare AKH, doveva dimostrare il suo valore davanti agli dei, quando ci riusciva diventava parte permanente dell’universo. L'Akh era il simbolo di una forza interiore che permetteva all'uomo, tramite un lungo lavoro su se stesso, la riascesa alla coscienza spirituale, portando l'anima, attraverso uno stato di perfetta illuminazione, a ritornare alla divinità. Gli Egizi, infatti, ritenevano che l'anima dell'uomo dovesse infine ritornare all'Essere divino da cui fu all'inizio irradiata. L'Akh era raffigurato dall'ibis, un uccello dal becco molto lungo.
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