a chi crede nella necessit che limmaginazione abbia
“[…] a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione, a chi ha fiducia nella creatività infantile, a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. ” G. Rodari L’arte di inventare storie, centro dell’opera e del pensiero di Gianni Rodari, ha ispirato questo Progetto che, parafrasando il titolo della sua più celebre raccolta di favole, “Favole al telefono” (1962), desidera celebrare il suo messaggio, consentendo ai nostri allievi di interpretare e comprendere il delicato momento attraversato dalla nostra comunità scolastica, proiettata in un nuovo mondo tecnologico, ma pur sempre ricco di stimoli e fantasia. Le favole qui raccolte sono state ideate dagli alunni della classe prima A della scuola secondaria di I grado e i disegni realizzati dagli alunni della classe quinta di Satriano Laganosa, coordinati rispettivamente dalle docenti Paola Sinopoli e Anna Tropea.
“Non è che le fiabe dicono ai bambini che esistono i draghi, I bambini lo sanno già da soli. Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti!” R. Benigni Disegni dei bambini della classe quinta di Laganosa
La classe I A Scuola Secondaria I grado e la Classe V di Satriano Laganosa Presentano Il Mostro con la Corona Nicola Galeano
C’era una volta un bellissimo villaggio sereno e felice, con tante persone e bambini. Solo che nessuno, ma proprio nessuno, sapeva che nel villaggio c’erano posti segreti, ed anche dei maghi che, in caso di pericolo, entravano subito in azione. Un giorno il mago più saggio disse agli altri maghi: - Per ora tutto a posto, ma state attenti, in caso succedesse qualcosa -. Gli altri maghi annuirono, dicendo: -Sì, grande saggio!-. Il pomeriggio c’era la festa di una bambina di nome Alisha: doveva compiere quattordici anni. Tutto il villaggio era stato invitato al suo compleanno, anche i maghi che, per l’occasione, si travestirono, per non farsi riconoscere. Tutto sembrava andare bene quando, improvvisamente, arrivò una tempesta molto forte. La gente, però, era tranquilla: ballava e cantava come non mai! I maghi invece non la consideravano una tempesta normale, c’era qualcosa di strano. Dovevano mandare tutti a casa con una scusa per poter intervenire. Il mago saggio allora gridò: -Al fuoco, andate via da qui, via!-. Tutti scapparono a casa, solo Alisha non aveva paura: voleva vedere cosa stesse realmente accadendo. Si nascose sotto il tavolo, osservando attentamente. In realtà, nascosto tra le nuvole grigie, c’era un mostro. A lui piaceva molto rovinare le feste, spaventando tutti. I maghi usarono i loro poteri, ma non ne funzionava nemmeno uno. Dovevano fare qualcosa, e andarono in un posto segreto a cercare un modo per sconfiggerlo.
Nel frattempo Alisha era sconvolta per quello che aveva visto e si disse: - Non credo ai maghi! -. Alisha era sola con il mostro con la corona, ma lei non aveva paura. Uscì da sotto il tavolo e disse: Tanto tu non mi fai paura, sei solo un piccolo mostriciattolo che cerca di spaventare gli altri-. Il mostro era triste per quello che aveva detto la bambina, ma dopo un po, ’ si arrabbiò, e proprio quando stava cercando di infettarla, finalmente arrivarono i maghi con la pozione per sconfiggerlo. Lanciarono in aria la bottiglia con dentro la pozione e piano lui si rimpicciolì. Divenne così piccolo che aveva la voce minuta e infine scomparve per sempre. I maghi dissero ad Alisha: - Lei è stata molto coraggiosa, ehm… Alisha giusto? Ci potrebbe fare la cortesia di non dire a nessuno che ha incontrato dei maghi? - Alisha rispose: - Va bene, non dirò nulla a nessuno, promesso-. Ad un certo punto i maghi si accorsero che Alisha aveva una macchia sul suo vestito. Un mago disse: -Forse quando il mostro ha starnutito, è andato a finire un po’ del suo veleno sui suoi abiti! Ma niente paura bevi un po' di questa, dovrà guarirti!- Alisha infatti guarì subito e i maghi la portarono a casa dalla mamma, preoccupata perché non sapeva dove fosse. Alisha gridò: - A presto! E grazie tanto, è stato il giorno più bello della mia vita!-. I maghi risposero con un occhiolino e scomparvero nel nulla. La mamma le domandò dove fosse stata tutto quel tempo e lei rispose: -Niente mamma, mi sono fatta un giro qui intorno -facendo una piccola risatina. La mamma rispose: -Va bene, ma perché ridi? - Le rispose: -Niente, niente mamma-. Jlenia De Marco Giuseppe Calabretta
C’era una volta un borgo ai piedi di una montagna dove viveva un mago di nome Jack con i suoi amici. Un giorno il mago, dalla sua torre di cristallo, vide un mostro con una corona bellissima avvicinarsi verso il villaggio, prese subito il megafono e disse: - Attenzione a tutti gli abitanti del borgo: state nelle vostre case, sta arrivando un mostro! Appena possibile vi darò notizie - e così il giovane Jack ebbe più tempo per studiarlo: aveva una grande corona di diamanti e smeraldi che usava per fare strane magie e allora decise di prendere il libro magico che gli diede tre sole parole: Magia, incantesimo, Gordon era uno stregone, molto cattivo che faceva esperimenti pazzi e pensò: - Sicuramente è stato Gordon! -. In quel momento il mostro si avvicinò e scagliò un potente veleno contagioso sul più anziano del borgo che, siccome aveva perso l'udito, non aveva sentito l'avviso di Jack. Il mago andò subito a soccorrerlo ma, siccome il veleno aveva effetto solo dopo poche ore, sembrava tutto a posto e l'anziano tornò a casa, contagiando anche la sua famiglia. Poco dopo la vicina di casa andò ad avvertire Jack che l'anziano e sua moglie non stavano bene quindi lui si recò subito a vedere cosa fosse successo. Siccome non capiva bene lo stato del povero vecchietto chiese di nuovo aiuto al libro magico che gli diede altre parole: - Veleno, contagio, cura -. Allora andò subito a parlare con suo fratello più giovane, che era alchimista: - Ehi Mark! Mi serve una pozione curativa! - e Mark gli domandò: - Di che si tratta? Jack rispose: - Un veleno molto potente e anche contagioso! - e Mark gli rispose - Ci penso io fratello!-. Nel frattempo Jack andò nella torre di Gordon, una torre interamente di mattoni e cemento, entrò dentro e disse: - Gordon, hai per caso fatto un nuovo esperimento? - e Gordon gli rispose: - Certo che no! - e allora lui riprese: - E allora perché c’è un mostro gigante appollaiato davanti al nostro villaggio! - e Gordon rispose: - Non ne ho idea! -, Jack sapeva che era stato lui, ma lasciò perdere.
- Andò da suo fratello che lo accolse dicendo: - Jack prego accomodati! Ho una buona notizia. Ho completato la pozione! - e Jack rispose: - Grazie fratello menomale che ci sei tu! Ora non mi resta che curare quel povero vecchietto e la sua famiglia! - Dopo averlo curato, il mostro si avvicinò nuovamente all'entrata del borgo, ma Jack non si lasciò sfuggire l'occasione per attaccarlo e con una magia colpÌ il mostro facendolo inciampare. Quest’ultimo si rialzò come se non fosse successo nulla e colpÌ Jack con una magia fatta dalla corona, fortunatamente anche lui si rialzò e colpì la corona con una sfera di fuoco, polverizzandola. Il mostro era disarmato ora, e Jack gli diede il colpo finale con un potentissimo fulmine. Infine è stato ringraziato e lodato da tutti. Rimaneva ancora da sistemare Gordon, quindi escogitò una magia per farlo confessare e salì subito sulla sua torre: Gordon hai l'ultima possibilitá per confessare altrimenti sarò costretto a passare alle maniere forti! - lui gridò - Jack sei giovane e forte, ma non potrai mai farmi confessare. . . - e così lo ipnotizzò: - Ora tu mi dirai tutta la verità - e lui: Sissignore! - e Jack riprese - Hai per caso fatto uno dei tuoi esperimenti? - e lui - Sì, ho creato un mostro e ho incantato una corona in modo tale da renderlo aggressivo-. Infine Jack chiamò le guardie che lo imprigionarono e disse: Finalmente è tutto finito! - Venne nominarono capo del borgo e vissero tutti felici e contenti Domenico Pittelli Andrea De Fazio
I n un piccolo villaggio di montagna dove vivevano poche persone, tra contadini e artigiani, c’erano pochissimi bambini che, per andare a scuola dovevano fare tanti chilometri a piedi. Uno di questi bambini viveva con i nonni. I suoi genitori, per poter lavorare, erano andati in un paese lontano. Il bambino si chiamava Carl ed era molto felice di stare con i nonni. Lui era molto bravo e tranquillo e passava il suo tempo a giocare a scacchi con il nonno. Un giorno nel piccolo villaggio arrivò un mago con un carretto. Erano tutti molto curiosi e si avvicinarono a lui. Il mago cominciò a fare le sue magie, facendo divertire tutti quanti. Quando ebbe finito disse: - Ora che avete sorriso e vi siete divertiti, devo dirvi una cosa molto brutta. . . devo avvisarvi che in questo villaggio sta per arrivare un brutto mostro che porta con sé una malattia e poi la morte! Voi tutti dovete stare chiusi in casa e non andare in giro nemmeno nei campi, i bambini non potranno andare a scuola finchè tutto sarà passato. Io con la mia magia, posso tenere lontano questo brutto mostro, ma solo se starete tutti dentro, nelle vostre case-. Il bambino corse subito dai nonni a portare questa brutta notizia: -Cari nonni, voi non dovete uscire fuori, sarò io ad occuparmi di voi finchè tutto sarà passato. Io aiuterò il mago a sconfiggere questo mostro e salveremo il nostro villaggio-. I nonni erano molto orgogliosi di avere un nipotino eroe. Ma un eroe era anche il mago perché trovò una cura e alla fine salvò tutti dal più brutto dei mostri: il Mostro con la corona! Maria Alessandra Chieravalloti Clarissa Posca
Orgrimmar ormai era alla fine, da quando il drago Hakkar aveva infettato i guerrieri di quella terra e si era trasformato in una creatura deforme. Egli aveva creato il proprio impero di mostri con capitale la sua terra di nascita: Zul’gurub Secondo alcuni non c'era speranza. Ma i capi dissero di aver chiamato un mago curatore di nome Ivo Magik, che si presento subito da dietro di loro. Era alto, rotondo, con due baffoni, un naso a punta, pelato, una tunica rossa e gialla con una striscia bianca nel mezzo e un borsone di cuoio; bevve una pozione color ferro e disse: - Buongiorno a tutti voi. Quella pozione gli aveva alzato la voce abbastanza, per farsi sentire da tutti. - Ho saputo di questo maleficio lanciato da Hakkar, ma, se mi darete del tempo e un campione di sangue infetto trovero l'antidoto. Si schiari la gola, dopodiche parlo con i capi dicendo. - Mi serviranno tutte le sarte del villaggio e tutto il cuoio che avete. I capi annuirono e se ne andarono, verso il proprio castello a preparare gli ordini, per le sarte e i sudditi. Non passo molto tempo che, arrivarono delle sarte (e si capiva dal grembiule pieno di fili e aghi) e tre carri di cuoio. - Ascoltatemi attentamente ! Le sarte smisero di bisbigliare e si girarono a guardare “ l'uomo baffuto”, che si schiari la voce e disse: Disegno di Giorgio Laratta
- Vi ho fatte mandare qui perche , finche non trovero l’antidoto, ai cittadini servira una difesa, per cui dovrete costruire delle mascherine con quel cuoio-. Indicando i carri. - Se gentilmente, la prima posso averla io, per quel campione di sangue che mi serve per l'antidoto? -Dopo di che, si allontano vedendo le sarte, che erano gia corse a prendere il cuoio necessario. Passarono cinque minuti ed entro una sarta con in mano una mascherina, la porse a Magik e se ne ando ; era gia pronto, si stava portando solo un piccolo bisturi e un ampolla per il sangue. Fatta l'operazione ando nella sua tenda-laboratorio e si mise a lavoro. Passarono due giorni ma, l’antidoto era pronto, lo porziono lasciando una goccia per se, per ricrearlo. Quindi ando dai capi, riferendo la notizia dell'antidoto e dicendo che serviva che i cittadini rimanessero a casa. I capi annuirono e diedero (dopo aver chiesto un sorso di quella pozione color ferro) l'ordine ai cittadini di stare rinchiusi in casa. Appena i guerrieri si ripresero, i capi li mandarono in battaglia con una fiala che, secondo Magik, se versata addosso al mostro, lo avrebbe fermato una volta per sempre, mentre gli altri maghi del villaggio portarono dell'antidoto ad altri villaggi. Passarono due mesi, i maghi erano gia tornati al villaggio e, appena iniziato il terzo mese, i guerrieri tornarono e unodi loro in mano aveva la corona del suo impero, simbolo che era finalmente finita. Si festeggio per tutto il mese in onore dei guerrieri e di Magik: era finalmente finita. Giorgio Laratta Gioia Malvaso
C’era una volta un bellissimo villaggio nel verde ai piedi di una collina. In questo villaggio vivevano tanti bambini che ogni mattina andavano a scuola. Quando il tempo era bello si riunivano a giocare in un parco. Quando arrivò l’inverno, gli abitanti del villaggio, cominciarono ad avere la febbre e il raffreddore a causa della pioggia e del freddo. Con il passare dei giorni la febbre aumentava e il medico del villaggio capì che quella non era una semplice febbre di stagione poichè i sintomi peggioravano. Il medico allora tentò tutte le cure ed utilizzò tutte le erbe selvatiche conosceva, ma non riuscì a curare nessuno. In cima alla collina abitava un mago di nome Abbar; il medico decise di andare da lui per chiedergli aiuto, visto che lui non era stato capace di trovare alcuna soluzione. Il viaggio era lungo, si preparò portandosi un fagotto con un po’ di cibo che gli serviva per arrivare alla meta. Partì appena si fece giorno e, verso sera, arrivò in cima alla collina dove si trovava la capanna del mago. Bussò alla sua porta e il mago gli aprì subito. –Mago Abbar, mi serve il tuo aiuto, ti prego dammi una mano. Al villaggio c’è un grosso problema- Il mago rispose: –Cos’è successo? Come posso esserti d’aiuto? - Il medico cominciò a spiegargli ciò che era successo al villaggio, intanto il mago lo fece entrare nella sua casa dicendogli: -Adesso andiamo a dormire e domani mattina partiamo presto per il villaggio-. Prima che sorgesse il sole si misero in viaggio e quando arrivarono il mago cominciò a vedere qualche malato… Disegno di Clarissa Posca
Tutti gli abitanti, a causa di questa strana malattia, stavano chiusi nelle loro capanne. Il mago andò nel grande parco verde e aprì il suo grande libro, cominciando a studiarlo. Il giorno dopo chiamò il dottore e gli uomini più importanti del villaggio e disse loro: -Vi devo informare che questa brutta malattia è provocata dal Mostro con la Corona, so anche come sconfiggerlo, ma mi serve molto aiuto-. Gli uomini risposero: -Dicci quello che ti serve e noi ti aiuteremo-. Il mago allora rispose a sua volta: -Chiamate tutti i ragazzi e fateli venire qui-. Quando arrivarono i ragazzi, il mago disse : -Andiamo a cercare il drago perchè lui fa volare nell’aria delle bollicine che fanno ammalare tutta la gente del villaggio, solo le piante e gli animali non si ammalano-. Il mago si rivolse a loro ancora una volta: -Dobbiamo preparare tante pozioni magiche per poterlo sconfiggere -. Mandò allora dei ragazzi alla ricerca di erbe particolari e di pietre luccicanti. Dopo averle trovate, tornarono dal mago che iniziò a preparare le pozioni contro il mostro. Arrivarono alla sua tana e lo trovarono addormentato; con le corde che avevano portato, cominciarono a legarlo. Il mago si mise davanti a lui, aprì il grande libro e gli lanciò addosso le pozioni e dicendo le formule magiche e alla fine, il drago sparì. Tutti cominciarono a saltare e a festeggiare dalla pazza gioia e quando tornarono al villaggio videro che gli abitanti erano tutti guariti. La sera stessa diedero una grande festa. Raffaella Pittelli
C’era una volta… Fiaba ideata e disegnata da Letizia Posca Classe 1 A
C’era una volta in lontano regno, un villaggio dove si stava festeggiando in maschera, ma ad un certo punto arrivò un mostro con la corona che rapì una bambina vestita da principessa, e la porto al suo castello. Il mostro era grasso sempre arrabbiato e scorbutico, nessuno sapeva più che fare, finché non arrivò alla festa un bambino travestito da principe. Tutti pensavano che fosse un principe vero e gli chiesero: Puoi andare a salvare la principessa? - il bambino rispose: Ma non sono un vero Principe -, gli altri non lo ascoltarono e la mandarono a salvare la principessa. Lui ci mise tanto ad arrivare alla torre del mostro, però non sapeva che la sua corona si poteva trasformare in un drago. La corona si trasformò e affrontò il ragazzo. Il principe-bambino pensò: Visto che i Draghi non sopportano l’acqua, gli lancerò un bel secchio- e così iniziò a perdere le forze. Quindi prese un altro secchio, ci mise un po’ di acqua e gliela lanciò di nuovo. Il drago smise di combattere perché non aveva più forze, così il principe entrò nella torre, entrò nella stanza del mostro e il principe, senza accorgersene, lo fece scivolare. Alla fine riportò a casa la principessa e così vissero tutti felici e contenti. Leonardo Battaglia Sofia Rosso
Tanto tempo fa, in un villaggio sperduto abitava un mostro chiamato "Il mostro con la corona" perché si sentiva superiore e quindi si sentiva un re. Un giorno, arrabbiatosi col mondo perché troppo pacifico, mandò in Cina, un pipistrello malefico. Lì c'era anche Talurzu, un orco che dirigeva tutti i movimenti che doveva compiere il mostro. Quando il pipistrello partì per andare ad infettare tutto il pianeta, andò alla ricerca di un villaggio piccolo e quindi facile da contagiare. Dopo una lunga ricerca trovò un villaggio che si chiamava Klin. Visto che se ne parlava tanto, un mago fece innalzare delle mura difensive, con la magia e con l'aiuto di Hathol, un costruttore. E fu così che appena l'orco venne informato dal suo fidato della costruzione di queste mura difensive, si infuriò ancora di più e lanciò una sfida. Se avesse vinto il mostro, guidato dall'orco, avrebbe dovuto abbattere le mura difensive e quindi infettare gli abitanti di Klin, mentre, se avesse vinto Hathol avrebbe dovuto trasformare il pipistrello in un uccello buono come gli altri, annullare il contagio e diffondere in tutto il mondo la pace, l'amore, e l'armonia. La sfida consisteva nel lanciare una palla infuocata con la catapulta il più lontano possibile. Il lancio doveva essere fatto durante la prima notte di luna piena; rispettivamente il prescelto del Mago Hathol e il mostro con la corona.
Il mago scelse Will mentre l'orco scelse Blizz. Ma il mago, furbo, diede a Will un mantello per l'invisibilità e mise nella bibita energetica del prescelto dell’Orco, un'afflosciante che faceva perdere la sensibilità delle braccia e quindi non poteva lanciare le palle di fuoco con la catapulta. Così all'inizio della sfida il mago disse all'orco: -Attento che ti farò scomparire!- e l'orco rispose: - Attento tu che con il mio pipistrello il tuo villaggio sparirà!- Appena dato il via alla gara Blizz bevve la bibita energetica afflosciante, dopo ebbe subito i primi sintomi di perdita di forze e grazie a questo tranello benevolo vinse la sfida Will. Quindi il contagio si fermò definitivamente; il pipistrello si trasformò in uccello paradiso e nel mondo si diffuse la pace, l'amore e armonia. Tutti gli abitanti di Klim invasero le strade facendo balli, canti e giochi fino all'alba. Mentre il mostro con la corona, sconfitto, per punizione si ritirò nel suo villaggio per tanto tempo, dove rimase solo, senza più nessun amico, fino a quando una bella mattina di primavera capì di aver sbagliato e divenne un mostro buono. Martina Andrighetto Margherita Sergi
T anto tempo fa in un Regno molto lontano di nome ARRET, viveva Vacci, il quale voleva seguire le orme del nonno, ovvero essere un mago. Lui viveva sulla sponda del fiume OP. Il Regno di Arret era il più sereno dell’Universo: era pieno di alberi, erba, fiumi limpidi, mari e i suoi abitanti vivevano in pace e serenità! Allevavano il bestiame, erano contadini e costruivano case: insomma era abili costruttori e lavoratori. Vacci però era un mago molto pasticcione, infatti nessuno credeva in lui, tranne i suoi aiutanti: AMU, MASCHE e SIRI. Si richiudevano ogni pomeriggio in camera sua o nel giardino per fare esperimenti strampalati e a volte usciva una nuvola nera. - Oh! Per dindirindina!- disse stupito Vacci -Ma che hai fatto Siri!? - disse Amu -Infatti, guarda cosa hai combinato!- lo rimproverò Masche. Scusatemi, sono sbadata, non so più quello che faccio- si scusò scocciata Siri. Intanto, in un lontano villaggio del Regno, girava voce che uno strano essere, a cavallo di un pipistrello, terrorizzava tutti gli abitanti, obbligandoli a restare chiusi in casa. Chi sarebbe uscito, sarebbe stato infettato dai suoi milioni di aiutanti che, come lui, portavano in testa una grande corona dal potere magico! Questo misterioso mostro si chiamava COVID: era un essere bizzarro, tutto verde e il suo corpo assomigliava quasi a una corona. Lui non era mai stato fermato da nessuno e in tutti i regni lo temevano. Covid un giorno arrivò ad Arret e arrivò anche dove abitava Vacci, ovvero ad Ailati. Tutti gli abitanti erano terrorizzati: -Aiuto!- gridò un abitante del paese , -Chi ci salvera’? - urlò un contadino. - Aiuto Re!- disse un altro. - Mi dispiace, ma non vi posso aiutare!- disse il Re, che era il padre di Vacci, e si rinchiuse nel castello. Vacci con i suoi aiutanti, sentendo tutto quel frastuono, chiese al Re , suo padre: - Papà, papà, cosa sta succedendo in città ? - Appunto, ci sono tutte queste urla!dissero tutto insieme -Vacci, Siri, Amu e Masche, e’ arrivato anche qui!- rispose preoccupato il Re. - Chi? Dai, parla chi è arrivato ? - esclamano tutti molto incuriositi. -E’ arrivato … Covid !- Cosa ? -disse Vacci stupito -Venite ragazzi!, - Ma dove andate, lui è qui ! Vi prendera’!- disse il padre di Vacci. Intanto, Amu, Masche e Siri, si stavano dirigendo in casa di Vacci. -Allora ragazzi dobbiamo trovare un rimedio!- disse Vacci. - Ma come facciamo? Sappiamo appena mettere il succo di mucca nel mini forno e farlo uscire senza che sia bruciato! - chiese Amu. -Bhe! questo è vero !- disse Masche. -Mi dispiace, dirlo, ma questo e’ vero!- confermò Siri un po’ triste. -Ma come ragazzi, non vi potete arrendere senza nemmeno provarci!- li interruppe Vacci agguerrito. E così i quattro amici si misero all’opera. Intanto Covid continuava la sua invasione, i cittadini erano impauriti, ma non lo facevano vedere e si limitavano ad appendere cartelloni con su scritto : ANDRA’ TUTTO BENE, CE LA FAREMO , IO RESTO A CASA!
Passarono mesi e i quattro avevano quasi terminato il lavoro, ma un giorno la notizia arrivò a Covid, che decise di andare subito da loro: si travestì e si presentò a casa di Vacci, dove vivevano tutti insieme, bussò e disse: - Apritemi, sono un povero contadino! Per favore-. -No! Non lo sai che c’e’ Covid e i suoi amici con la corona? Non ti possiamo aprire, mi dispiace!rispose Masche. Allora quell’essere ruppe la finestra ed entrò. Ehi! avete sentito? - chiese Amu, - Anche io ho sentito un rumore!- disse Siri. -Come quando si rompe un vetro? domandò Vacci agli altri -Sì, sì !? - esclamarono in coro. Ad un certo punto la casa volò via e loro si ritrovarono davanti a Covid. Subito Siri si fece riempire da Vacci, si pulirono tutti con Amu, si difesero con Masche e dissero: - Noi non ti temiamo! Dai su, fatti sotto!- Covid disse: -Pensate di farmi paura? Siete solo un’amuchina, una mascherina, una siringa e un vaccino!-. Ma loro attaccarono: due spruzzi e Covid cadde a terra morendo con tutti i suoi aiutanti. Gli abitanti del Regno lo vennero subito a sapere e Vacci e i suoi amici, diventarono degli eroi! E da quel giorno in poi un grande arcobaleno brillò per sempre sul cielo del Regno. Rebecca Cocuzza Ludovica Tomaino
C ’era una volta un piccolo villaggio situato nei pressi di una valle oscura in cui si narrava vivesse un mostro con una corona magica. Gli abitanti del villaggio trascorrevano le giornate tranquillamente, ognuno svolgeva il proprio lavoro: i contadini coltivavano, le donne tessevano, i fabbri producevano attrezzi, ma in cuor loro ognuno si chiedeva se veramente il mostro esistesse davvero e se fosse buono o cattivo. Mentre tutti si ponevano questa domanda, un giovane, affascinato dai racconti sul mostro con la corona, studiava e arti magiche per essere pronto ad affrontarlo qualora si fosse fatto vedere. Il giovane mago, restava nel suo laboratorio giornate intere, a volte dimenticava anche di mangiare e di riposare, finchè un giorno sentì la madre chiedere aiuto disperatamente: "Aiuto, aiutatemi. . . mio marito si è addormentato e non riesco in nessun modo a svegliarlo…aiuto!" Il giovane mago corse in suo aiuto e andò a vedere cosa avesse il padre, ma nulla, non c'era verso di farlo svegliare. Fu chiamato anche il medico che, dopo averlo visitato, disse: "Non trovo una spiegazione a questo sonno profondo”. Il ragazzo allora esordì dicendo: "Io so cos'è successo! Questa mattina ho visto dalla finestra un'ombra scura passare nel cielo. E' di certo opera del mostro che vive nella valle!” Tutti restarono interdetti. "Ho deciso", continuò, "Andrò nella valle , troverò il mostro, ruberò la sua corona e risveglierò mio padre!” Si diceva, infatti, che fosse la corona la fonte di tutti i sortilegi prodotti dal mostro. "Tra due giorni partirò e, statene certi, lo troverò”. Purtroppo i giorni successivi non furono sereni, perchè l'ombra scura sorvolò più e più volte il villaggio e ad ogni passaggio qualche abitante si addormentava. . . chi sul banco da lavoro, chi nei campi, chi seduto a tavola. Il giovane mago prese la sua borsa , nella quale erano custodite le pozioni che aveva preparato, e si mise in cammino. Perlustrò in lungo e largo la valle finchè s'imbattè in un enorme castello dall'aspetto tutt'altro che rassicurante. Entrò e dopo aver percorso diversi corridoi, si trovò in una grande sala, piena di alberi, fiori e piante e una meravigliosa sedia di rami intrecciati sulla quale era posta una corona scintillante d'oro purissimo, con un prezioso rubino al centro. Luigi Ionadi
C’era un gran silenzio, sembrava non ci fosse nessuno. Il giovane decise di prendere la corona, ma più lui si avvicinava alla sedia, più quella sembrava distante. Fu un attimo. Comparve in lontananza una figura scura, imponente, che faceva paura sebbene fosse distante. Ma quella sì che si avvicinava, e più si avvicinava più sembrava enorme e spaventosa. Eccolo, il mostro di cui tanto aveva sentito parlare esisteva davvero, era di fronte a lui, si era accomodato sulla sua sedia e aveva indossato la sua preziosa corona. Ma a guardarlo bene non faceva poi così tanta paura. In fondo se avesse voluto fargli del male avrebbe potuto farlo durante il suo vagare nella valle… aveva una corona magica e volava tranquillamente nel cielo. “Chi sei tu, perché sei qui, e soprattutto, come hai fatto a trovarmi? ” disse con tono minaccioso il mostro. “Sono Remdes, mago del villaggio. Ho sentito tanto parlare di te, ho creduto esistessi ed ho studiato sino ad oggi per inventare delle pozioni magiche in grado di sconfiggere i tuoi malefici. Perché addormenti i miei amici e le persone a me care? Cosa ti abbiamo fatto per essere puniti così? ” rispose il ragazzo con voce ferma. Il mostro ascoltò in silenzio, e rispose: “Le tue domande sono sagge. Le mie azioni sono frutto dei comportamenti della tua gente. Tutto ciò che una volta aveva valore è stato tralasciato e deturpato ed io, che ero una di quelle cose di valore, ho deciso di vendicarmi, di fermare il corso delle cose affinchè tu e i tuoi pari troviate la giusta direzione. ” Il mago sembrava perplesso, cose di valore giusta direzione… Non riusciva a comprendere il senso. “Non riesco a capire, cosa può aver scatenato tutto questo? Sii più chiaro!” “Va bene, te lo spiegherò meglio” gli rispose. “Una volta l’ amore , la solidarietà il rispetto e la cura della natura erano tutti valori che si intrecciavano come i rami della mia sedia e mantenevano il villaggio al riparo dalle difficoltà. Ecco , mi presento, io sono la Natura.
La tua gente non ha più alcun rispetto per me. Ha distrutto alberi, incendiato foreste, ha ucciso animali e avvelenato i fiumi per le sue comodità. Questo è il risultato. Io sono diventata cattiva e ho deciso che addormentarvi è l’unico modo permettere alla valle di tornare com’era, per far sì che ritrovi lo splendore di un tempo. ” Remdes la ascoltava con attenzione ed ora davvero non faceva più paura, anzi. “Quando gli abitanti del tuo villaggio comprenderanno che bisogna rispettarmi e rispettarsi , solo allora li risveglierò e smetterò di essere una minaccia per tutti voi. Torna al villaggio, racconta ciò che ti ho detto, e, se comprenderanno, tutto tornerà normale ed io ti consegnerò la mia corona magica, così che tu possa distruggerla. ” Remdes pensò che usare le pozioni che aveva con sé avrebbero potuto rabbonire sua maestà la Natura, ma sarebbe stato un effetto momentaneo, non sarebbero servite a risolvere definitivamente il problema. Decise quindi di tornare al villaggio per spiegare quanto aveva appreso e trovare un modo per migliorare la situazione. Gli abitanti del villaggio ascoltarono con attenzione il racconto del giovane mago, e, comprese le sue motivazioni decisero di impegnarsi per far tornare la valle florida come un tempo. Piantarono alberi, tornarono ad essere rispettosi dell’ambiente intorno a loro e riscoprirono il piacere di condividere la vita con i propri simili. Non passò molto tempo che il mostro, o Madre Natura con il suo vero nome, si recò al villaggio in cerca di Remdes. Lo trovò, non più chiuso nel suo laboratorio, ma in riva al fiume intento a pulirne gli argini. “Remdes, tu sei stato la pozione magica che ha curato il villaggio, la valle e soprattutto me. Ti consegno la corona magica, fanne ciò che ritieni più giusto, e ricorda sempre che anche da una cosa spaventosa può nascere qualcosa di buono, che ciò che ci spaventa può essere utile per farci superare le nostre paure, farci ritrovare il coraggio perduto , che nelle difficoltà il meglio che c’è in noi deve essere al servizio di tutti. Rispettatemi sempre e rispettatevi tra voi ed io veglierò su di voi, proteggendovi”. Remdes salutò affettuosamente quel mostro, che ormai mostro più non era, non ebbe il coraggio di aggiungere altro. Prese la corona magica e la lanciò nel fiume e da quel momento in poi tutto tornò in perfetto equilibrio. Milena Modugno Luigi Ionadi
C ’era una volta un mago che abitava in una casetta in cima ad una montagna. Questo mago faceva pozioni magiche per aiutare le persone. Un giorno due ragazzi di nome Marco e Luca andarono da lui per chiedere una pozione che potesse aiutare la loro madre che era in fin di vita. Arrivati alla casa bussarono, ma in casa non c’era nessuno. La porta però era aperta; disperati cercarono di fare una pozione da soli. Trovarono un libro magico dove c’erano tante ricette. Trovarono una ricetta che si chiamava “Guarisci presto”. Iniziarono a mettere in un pentolone in ebollizione gli ingredienti che vi erano elencati. Marco disse a Luca: -Siamo sicuri che funzionerà? e Luca rispose: - Deve funzionare, non abbiamo altra scelta-. Alla fine Marco fece cadere tre corone che erano vicine alla pentola. Luca disse: -Ma cosa hai fatto! - e Marco rispose: - Tranquillo, non credo che cambierà qualcosa -. Misero quindi la pozione in un’ampolla e la portarono alla madre. La pozione funzionò, la mamma guarì, ma si trasformò in un mostro tondo con tanti aghi intorno, sembrava avesse tante corone. Questi aghi erano velenosi e se qualcuno li toccava si infettava e moriva. Il mostro iniziò a camminare nel villaggio infettando tanti anziani. Marco e Luca si sentirono colpevoli di tutto quello che stava accadendo, quindi andarono dal mago a scusarsi e raccontarono l’accaduto. l mago disse loro: -E’ successo questo perché le corone che vi sono cadute nel pentolone per errore appartenevano a tre re molto crudeli. Tanti anni fa morirono in guerra e presi le loro corone, l’unico modo per sconfiggerlo è trovare altre corone appartenenti però a tre re buoni, le corone non devono essere rubate ma i re devono darvele spontaneamente -. I ragazzi chiesero: Dove possiamo trovare questi re? - ed il mago ripose: -Dovete andare in una penisola a forma di stivale dove l’arcobaleno splende di tre colori: verde, bianco e rosso. Cercate il re del nord, il re del centro, ed il re del sud. I ragazzi andarono e trovarono i re di questo posto meraviglioso. Riuscirono a convincerli e tornarono dal mago con le corone. Il mago fece una nuova pozione aggiungendole e disse ai ragazzi: -Adesso dovrete far bere questa pozione a vostra madre-. I ragazzi ringraziarono il mago ed andarono al villaggio. Arrivati parlarono al mostro dicendogli: - Mamma ci riconosci? Siamo noi, i tuoi figli, Marco e Luca, ti prego aiutaci a liberarti da questo mostro- e le diedero la pozione. Il mostro, bevuta la pozione, cadde a terra e riapparve al suo posto la mamma. Tutti felici fecero una grande festa ed in onore dei tre re buoni dipinsero tutte le mura del villaggio con il verde, il bianco ed il rosso. Domenico Spinzo Denis Pellecchia
U n giorno in un villaggio molto tranquillo, arrivò dopo un lungo viaggio un mostro con tante spine. Chiunque si fosse avvicinato a lui, rischiava di pungersi e rimanere avvelenato. Tutti gli abitanti erano terrorizzati e decisero di non uscire fuori per non prendere questo veleno. Un mago, quando seppe di questo mostro, iniziò a fare qualche ricerca, facendosi aiutare da qualche abitante della zona. Egli cercava di trovare un rimedio per sconfiggerlo, ma intanto dall’altra parte del mondo trovarono altri di questi mostri, ma neanche gli altri maghi riuscirono a trovare una soluzione al problema. Tutti si riunirono per cercare di capire come sconfiggere il mostro. Alcuni riuscirono a contattare il mago – Vorresti unirti alle nostre ricerche? - gli dissero – No, cercherò di risolvere il caso da solo – rispose il mago. I re intanto avevano dato delle regole da rispettare: non uscire di casa e di chiudere tutto. Dopo un mese non riuscirono ancora a trovare un modo per combattere il mostro. Un giorno il mago capì con tanto entusiasmo che il mostro era allergico ad un tipo di pianta. Allora creò una pozione per far crescere la pianta velocemente, e la sparse per tutto il villaggio. Il mago diede questa pozione agli altri, e anche loro la sparsero nei loro villaggi. La gente non ce la faceva più a rimanere in casa per tutto quel tempo. E finalmente si accorsero che il mostro cercava un posto dove non sentiva quell’odore di quella pianta che lo faceva stare molto male e si allontanò e non tornò più in quella zona. Gli abitanti furono felici di tornare ad uscire e ringraziarono tutti il mago con una bellissima festa. Andrea Corapi Dalila De Padova
I n un regno lontano vivevano un re e una regina e i loro sudditi. Un giorno arrivarono a far visita due sconosciuti che si spacciarono per tessitori. Mostrarono al re e alla regina i loro vestiti più belli e loro, rimasti incantati, li fecero rimanere in un villaggio del regno come ospiti, per farsi cucire dei nuovi vestiti. Vennero accolti nel villaggio in una piccola casetta vicino al palazzo reale. Quella sera fecero festa, ma già dal giorno dopo si misero a cucire. Uno di loro però iniziò a stare poco bene già dal terzo giorno. Aveva febbre alta e non respirava bene. Il compagno chiamò subito la guardia che fece avvisare il re. Quando lo videro iniziarono a preoccuparsi, così il re fece chiamare lo stregone del villaggio per capire cosa si potesse fare. Quando lo stregone lo vide, si spaventò perché aveva capito che quello per loro era un posto pericoloso poiché quell’uomo aveva qualcosa di incurabile. Nella notte all’uomo accadde qualcosa di brutto. Si trasformò in un mostro violento e iniziò a distruggere ogni cosa che si trovava davanti a lui. L’amico riuscì a nascondersi e a scappare dal re per dirglielo. Il re ordinò subito la caccia del mostro, ma quando le guardie uscirono, si accorsero che aveva distrutto tutto il villaggio e aveva ucciso tutti gli abitanti. Il re si mise al riparo nei sotterranei del castello, mentre i soldati cercavano di bloccare il mostro e ucciderlo. Fu una battaglia molto dura perché il mostro diventava sempre più forte e i soldati erano stanchi. Ma un bel giorno da lì si trovò a passare il re di un altro villaggio con i suoi soldati e, non appena si resero conto dell’accaduto, corsero in soccorso dell’esercito del villaggio ed insieme ai due re, dopo una lunga battaglia, riuscirono ad uccidere il mostro e a seppellirlo nel bosco lontano dal villaggio. Quando rientrarono si accorsero che non era rimasto nulla. Solo macerie e polvere. Cosi i due re si unirono, crearono un nuovo regno ed iniziarono a costruire case e strade grazie all’aiuto dei soldati. Domenico De Fazio Nicole Pia Carnevale
C ’era una volta un bellissimo villaggio, dove tutti vivevano felici, in cui viveva un mago buono di nome Good. Un giorno, da lontano, arrivò un mostro che però si finse aiutante del mago, e quando non era visto, si volatilizzava: il suo nome era Corox. Dall’arrivo di questo mostro, gli abitanti di questo bellissimo villaggio, si iniziarono ad ammalare ed alcune persone morirono. Alcuni allora, molto preoccupati, si recarono dal mago Good per chiedergli di fare qualcosa, ma tutte le magie tentate non servirono a nulla! Good non riusciva a capire … Quando usciva, Corox, viaggiava nell’aria, nessuno lo vedeva e per nutrirsi entrava nella bocca e nel naso degli abitanti facendoli ammalare. In pochissimi giorni, la popolazione si dimezzò. Gli abitanti per proteggersi dovettero modificare le loro abitudini: non uscire, stare a casa, non abbracciarsi e non avere contatti con le altre persone. Le magie di Good non funzionavano perché al suo fianco c’era sempre il mostro. Tutti erano disperati. Si ammalò anche Good, ma di lui fortunatamente si prese cura il mostro. Alla fine Good bevve una pozione magica, che lo fece guarire. Un po’ di questa pozione cadde per terra accanto al letto del mago, facendo sparire misteriosamente il mostro Corox. Così Good uscì con la sua pozione e la sparse per tutto il villaggio. Corox sparì grazie alla pozione magica a base di disinfettante del mago. Gli abitanti incoronarono il mago con una corona d’oro, decorata con delle pietre preziose e quel giorno divenne festa sacra e ogni anno verrà festeggiata in tutto il villaggio. Martina Monterosso Gabriele Maiolo
C’era una volta un piccolo mostro. Il suo sogno più grande era quello di viaggiare nel mondo. Passava giornate intere a sognare paesi lontani. La sua corona da principe e il suo migliore amico gli permettevano di poter andare ovunque, ma non aveva capito in che modo sarebbe riuscito ad andare lontano. Improvvisamente il mostro capì che per intrufolarsi nelle persone doveva utilizzare gli abbracci, le strette di mano e i baci. Quindi approfittò di questa cosa per girare il mondo. Ma un mago molto capace, capì piano come mandare via il mostro, cioè lavando le mani in modo accurato, starnutendo e tossendo nel gomito. Il mostro era diventato un flagello. Pian piano le persone cominciarono a dedicare gentili gesti agli altri, facendo diventare virale la gentilezza. Il mostro allora dovette fermarsi, togliendosi la corona e salutando il mago che lo aveva sconfitto. Azzurra Sia Antonio Mellace Giuseppe Altamura
C ’era una volta un mostro che la gente non poteva vedere, ma era tanto temuto. Si chiamava Coroncella. Aveva un aspetto molto sgradevole, sembrava un pallone deformato con molti prolungamenti appuntiti che al solo sfiorare, le persone venivano uccise, aveva occhi neri e una corona in testa. Apparteneva ad una specie di mostri particolari che si generano ogni cento anni. Si era stabilito in un piccolo villaggio dove c’erano uomini molto potenti, dei maghi, in particolare uno che aveva fisso in testa di dover eliminare questo mostro. Lui però era talmente potente da far paura anche ai re e alle regine. Tutta la gente del villaggio, si rinchiudeva nella propria casa. Per molti giorni e molti mesi, tutte le persone stettero chiuse, ma solo fino a quando non finirono le scorte di cibo! Il mago Harry, uscì solo per cercare una soluzione, una magia o un incantesimo per eliminare dal mondo il mostro. Andò nella sua grotta segreta, dove teneva il suo libro di magie, dopo aver letto tante, tantissime pagine, trovò finalmente una formula per vedere le cose impossibili, proprio come il mostro. Subito formò un esercito di maghi che usarono le magie e andarono in cerca del mostro. Con dei cavalli alati cercarono nell’aria il mostro che non era assolutamente facile da trovare. Il primo giorno non lo trovarono, il secondo nemmeno, il terzo neanche. Si presero tre giorni di pausa e poi ripartirono. Ed ecco il mostro che, anche lui fornito di un esercito, si mise a parlare: - Calma, calma. Senza le maniere forti, parliamone -Harry infastidito rispose: - Non c’è niente per cui parlare, io ti devo uccidere, come tu hai ucciso tutte le persone del mio villaggio - il mostro, facendo il finto tonto disse: - Non so di che cosa stai parlando. Harry non ne poté più e lui, a colpo sicuro con la sua bacchetta, pronuncio la formula: - Abracadabra. -. Finì tutto così? No, perché il principale, il capo, il mostro in assoluto, morì, ma c’era ancora un esercito da distruggere che per Harry e gli altri maghi non fu tanto difficile vista la loro dimensione. Oltre ad essere più piccoli di loro, infatti erano molto più piccoli del loro capo ormai morto. Detto fatto, del mostro e dell’esercito rimase solo il loro invisibile corpo. Tutto il villaggio felice preparò una festicciola, soprattutto per Harry che si prese tutti gli applausi e anche per il suo esercito. Giacomo Battaglia
C ’era una volta, tanto tempo fa, un mostro volante con la corona che non smetteva mai di infettare tutto il mondo. Un giorno un mago cercò di fermarlo ma non ci riuscì. Allora pensò di preparare una pozione che si chiamava “SCIXAT”. Però c’era un problema , ovvero, che lo “SCIXAT” poteva curare solo una persona alla volta , quindi ne doveva preparare almeno 3000 e doveva prendere tanti ingredienti. Al mago servivano : FAGIOLI MAGICI, DELL’ ACQUA, UN CALZINO SUDATO DEL RE, E DELLE CIOCCHE DI CAPELLI BIONDI. Il mago si mise in cammino alla ricerca degli ingredienti. Per prima cosa andò a prendere i FAGIOLI MAGICI da i 7 NANI. Ai quali disse: - BUONGIORNO CARI AMICI IO SONO IL MAGO GIMBO E MI SERVIREBBERO 3000 FAGIOLI , SAPETE DOVE POSSO TROVARLI? - I 7 nani risposero : - BUONGIORNO A LEI QUEL CHE CERCA PUÒ SMETTERE DI CERCARE PERCHÉ QUI NOI ABBIAMO tre CASSE DA MILLE FAGIOLI PER TE , TI AIUTIAMO NOI A PORTARLI ALLA TUA TORRE. Allora si misero in cammino fino alla torre del mago, con il primo ingrediente. Il secondo ingrediente era L’ACQUA , allora il mago si recò alla fonte dei desideri mentre il mostro spaventava tutta la gente del villaggio. Il mago, arrivato alla fonte dei desideri, chiese: - SALVE FONTE DEI DESIDERI , POTREI AVERE UN POCO DELLA TUA ACQUA? Allora la fonte rispose : - SALVE A LEI MIO CARO MAGO, QUEL CHE CHIEDI SARÀ DIETRO DI TE. Finita la discussione il mago si girò e trovò quel che cercava. Allora il mago si recò alla sua torre con il secondo ingrediente. Il terzo ingrediente era il più puzzolente ovvero UN CALZINO SUDATO DEL RE. Il mago per far prima si trasportò con la sua magia nella biancheria del re. Il mago per la puzza che veniva da quel calzino stava per svenire, allora si recò subito alla sua torre a farsi una bella doccia perché puzzava di sudore di calzino. Il mago senza indugio si mise in viaggio per l’ultimo ingrediente. Per trovare l’ultimo ingrediente si recò da PINOCCHIO, vedendolo da lontano gridò : -CIAO PINOCCHIO, SONO IL MAGO GIMBO VOLEVO SAPERE DOVE POSSO TROVARE DELLE CIOCCHE BIONDE. ” -Pinocchio gli rispose : “ CIAOO MAGO GIMBO, BE, Sì AVREI UNA COMPAGNA IN MENTE CON CIOCCHE DI RICCIOLI BIONDI OVVERO RICCIOLI D’ORO, LEI TI POTRÀ AIUTARE, CIAO E BUON PROSEGUIMENTO. Allora il mago si recò da RICCIOLI D’ORO: - CIAO RICCIOLI D’ORO, AVREI UNA richiesta OVVERO , POTREI AVERE QUALCHE TRECCIA BIONDA DELLE TUE. ” Riccioli d’oro gli rispose: CIAO A TE MAGO GIMBO , QUEL CHE VUOI SARÀ TUO. Il mago allora tutto felice si recò alla sua torre con l’ultimo ingrediente. Il mago ci mise due giorni per formare 3000 SCIXAT e poi ne diede a tutti gli abitanti del villaggio. Lui aveva fatto uno SCIXAT anche per il mostro con la corona , la tirò nella sua bocca e il MOSTRO CON LA CORONA FU SCONFITTO E VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI. Teodoro Palaia Ludovica Tomaino
Un giorno in un Regno lontano, apparve un mostro, chiamato mostro con la corona. Fece il giro del mondo spaventando e divorando migliaia di persone; arrivò anche nel mio villaggio. Purtroppo, quando arrivò, tutti si spaventarono e si chiusero in casa. Poi gli venne in mente di mettere delle mascherine in faccia, per cercare di spaventare questo grande mostro. Queste mascherine hanno intimidito il grande mostro con la corona , ma non era abbastanza per sconfiggerlo. I maghi del villaggio volevano creare una pozione, ma ci avrebbero messo un po’ di tempo a trovare gli ingredienti giusti. Ma l’ importante è che sono riusciti a sconfiggerlo. Giuseppe Rossomanno Aldo Grattà
T anto tempo fa in un villaggio circondato da un folto bosco vivevano felici gli abitanti di Chimera, così si chiamava quel bellissimo posto. Intorno regnava la tranquillità, ogni abitante aveva un compito da svolgere; nel villaggio si conoscevano tutti e si aiutavano a vicenda. Ogni problema veniva risolto dal mago Raidon persona assai stimata da tutti. Un giorno, mentre si svolgeva una festa nel villaggio tra canti e balli, la fanciulla più bella venne colpita da una fortissima tosse, e febbricitante cadde a terra svenuta. Improvvisamente in molti furono attaccati dallo stesso malessere e subito chiamarono in aiuto il mago. Nell’aria, un mostro dalle sembianze di una corona e dall’aspetto orribile, aleggiava tra le persone divertendosi a colpire tutti. Nessuno aveva la forza di combatterlo, quando arrivò il mago e alla vista di ciò che stava accadendo, intervenne immediatamente dicendo: -Essere malefico abbandona questo villaggio! Il mostro ridacchiando rispose: -Non ho ancora finito, ho intenzione di fermarmi a lungo. Il mago allora si levò il cappello dalla testa e ne fece uscire innumerevoli gocce zampillanti che odoravano di disinfettante. Gli zampilli bagnarono il mostro inzuppandolo fradicio e annientandolo. Il mago come sempre era riuscito a salvare tutti e il villaggio riprese serenamente a vivere. Nicola Galeano Sofia Rosso
C ’era una volta, in un piccolo villaggio incantato, un uomo con poteri magici, che tutti i giorni faceva dei piccoli spettacoli per far divertire i bambini. Nonostante il suo aspetto orribile, aveva barba e capelli folti e grigi, i bambini non avevano paura di lui, ma lo aspettavano tutti i giorni per giocare insieme. Pozioni magiche, racconti fiabeschi e incantesimi facevano di questo mago l'intrattenitore del villaggio. Lui si chiamava Forest. Intanto tra gli alberi si aggirava un piccolo mostriciattolo, tondo con tanti aculei rossi. Quest’ultimo era conosciuto per essere molto dispettoso e pericoloso. Indossava una corona nera sulla testa perchè voleva diventare il re del mondo. Svolazzava e correva nel villaggio perchè voleva contagiare tutti. Era talmente tanto piccolo che nessuno lo vedeva. Il suo obiettivo era quello di conoscere tutti, non gli interessava di causare danni. Era un gran nemico dell’uomo perchè quando entrava nel suo corpo, procurava febbre altissima e tosse. E in brevissimo tempo riuscì a infettare l’intero villaggio. Tutti lo volevano sconfiggere…e quando si resero conto del pericolo, chiesero aiuto al mago Forest: –Mago Forest… Abbiamo bisogno del tuo aiuto-E il mago rispose– Questo brutto mostro non ci fermerá! Prepareremo una pozione per sconfiggerlo!- Preparata la pozione il mago Forest e il ragazzo corrono al villaggio e dividono la pozione per tutte le persone. L’unico modo per sconfiggere questo mostro era quello di lavarsi sempre le mani e non uscire di casa. Passarono i giorni, i mesi senza che nessuno del villaggio si facesse vedere. Cosí il mostro da solo e per le strade non trovando nessuno, iniziò a perdere la corona e a diventare sempre piú piccolo. Stanco e furiuoso di non trovare e vedere più nessuno, decise di andare via. Dopo tanti giorni chiusi in casa, gli abitanti del villaggio organizzarono una festa per ringraziare il mago di aver sconfitto quel brutto mostro e la sua corona acuminata. Luci, coriandoli e addobbi colorano il villaggio e vissero tutti felici e contenti senza mai più paura. Teodoro Chieravalloti Dalila De Padova
C ’era una volta un villaggio molto tranquillo dove la gente non conosceva paura e rabbia, dove tutti andavano d’accordo e c’erano molte persone che svolgevano lavori diversi: chi era panettiere, chi era postino, chi era dottore, chi era poliziotto e chi non aveva lavoro e stava a casa con i figli. Nel bosco viveva un mago con strani e incredibili poteri magici, come far rivivere le piante o ricostruire le case distrutte, però ci riusciva solo con le pozioni e per queste pozioni usava delle erbe che prendeva dal bosco. Lui poteva prevedere il futuro, ma non bene perché una volta aveva provato, prevedendo che un lupo gigante avrebbe distrutto il villaggio, ed era andato a dirlo a tutti e la gente si era spaventata, ma quel giorno ci fu un sole caldissimo e tutti andarono in spiaggia. Il mago allora prese il suo bastone e disse: - Spostus Casus!- e la mise nel bosco. Un giorno volle riprovare ma si ripromise di non dirlo a nessuno: aveva previsto un mostro rotondo con una specie di corona che infettava e faceva morire e le persone che, per non farsi contagiare, dovevano rimanere in casa. Si accorse anche di un piccolo dettaglio, quel giorno pioveva. Era passata una settimana e questo mostro non era ancora arrivato, allora il mago iniziò a pensare che anche quella volta aveva previsto male e decise che la mattina seguente si sarebbe svegliato tardi. Quella mattina pioveva e ad un certo punto la terra iniziò a tremare e poi venne fuori un mostro con il viso rotondo e una corona, che iniziò a infettare molta gente e il resto del villaggio si chiuse nelle case. Il mago si alzò e guardò fuori dalla finestra e vide il Mostro Corona all’opera distruggendo e infettando un sacco di cose e persone, ma non gli animali perché loro si potevano difendere da soli. Allora corse subito nel bosco e prese un sacco di erbe speciali che erano: la Calendula, la Malva, la Stella Alpina, il Rosmarino che doveva essere trasformato in un olio essenziale, il Timo, la Lavanda e la Salvia; le mise in un sacco e si mise a correre verso la sua casa. Accese il fuoco e mise sopra un grosso pentolone di ferro e ci mise dentro l’acqua, mise tutte le erbe tranne il rosmarino che trasformò in un olio e lo unì insieme all’acqua con le erbe ed infine mise tutto nel bastone magico. Uscì e si ritrovò ai piedi del Corona e disse: -Adesso io ti infetterò e morirai!- ma il mago puntò il bastone magico contro il mostro e pronunciò un incantesimo: Coronavirus spariscius con amuchinus! e il lui scomparve per sempre e tutte le persone fecero festa per giorni e giorni. Simone Bucchi De Giuli Gabriele Maiolo
The end
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