A CAVALLO CON I LONGOBARDI Il Ducato del
A CAVALLO CON I LONGOBARDI
Il Ducato del Friuli fu il primo ducato istituito dai Longobardi in Italia. Venne costituito nel 568 d. C. da Alboino e affidato a Gisulfo I del Friuli. Il ducato fu tra i più influenti della Langobardia Maior e dell'intero regno longobardo. Le diverse tappe del Tour sono state scelte dato che in passato erano zone a difesa del confine orientale del Ducato del Friuli.
Nelle zone sono state trovate testimonianze archeologiche di FAREE e ARIMANNIE. FAREE Terreno assegnato a un gruppo parentale comprendente tutti coloro che discendevano da progenitori comuni. ARIMANNIE Terre concesse agli Arimanni: guerrieri accantonati in punti particolarmente importanti. Un tale assetto fu introdotto dai Longobardi nella loro difesa militare.
UDINE CIVIDALE 22 min 16 km
CIVIDALE
STORIA DELLA CITTÁ Cividale fu fondata da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii, nel I secolo a. C. Divenne sede del primo ducato longobardo in Italia e in seguito, per alcuni secoli, residenza dei Patriarchi di Aquileia. Oggi, Cividale conserva ancora significative testimonianze longobarde, prima fra tutte il tempietto, una delle più straordinarie e misteriose architetture alto-medievali occidentali. Questo patrimonio storico e artistico nel 2011 è stato riconosciuto dall'UNESCO, che ha posto Cividale all'inizio del percorso longobardo in Italia in un itinerario che consente di scoprire tesori stupendi, anche se poco noti, a cominciare proprio dal Friuli Venezia Giulia.
TEMPIETTO LONGOBARDO Ne sono incerte le origini, la datazione e la funzione, ma si pensa sia stato costruito nella seconda metà dell’VIII secolo e si pensa fosse la cappella di un monastero benedettino femminile, il Monastero di Santa Maria in Valle. Ad esso si accede da piazza San Biagio attraverso una passerella pensile che offre una piacevole vista panoramica sul fiume Natisone.
PONTE DEL DIAVOLO Il ponte del Diavolo, sospeso sul Natisone, è uno dei simboli di Cividale del Friuli. Progettato da Iacopo Dugaro, venne costruito a partire dall’anno 1442. Purtroppo, a causa di motivi, perlopiù di interesse militare, venne distrutto varie volte, la forma attuale risale all’anno 1918, quando gli stessi austriaci lo ricostruirono con maestranze locali.
DUOMO Il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, è la principale Chiesa di Cividale. La prima chiesa risale al VIII secolo voluta dal patriarca Callisto. A metà del XV secolo venne affidata a Bartolomeo delle Cisterne per la ricostruzione dell'edificio sacro in stile goticoveneziano. Con la morte dell'architetto nel 1480, la costruzione rimase incompiuta e successivamente una colonna cedette provocando il crollo di buona parte di essa. Dopo breve tempo però, la ricostruzione venne affidata a Pietro Lombardo che realizzò l'attuale duomo in stile misto gotico-veneziano e rinascimentale.
MUSEO CRISTIANOLONGOBARDO Il Museo Cristiano di Cividale del Friuli si sviluppa in locali adiacenti al Duomo, in un vano rettangolare ricavato nel 1946 tra il cortile e la parete della navata destra, ed accoglie alcune tra le testimonianze più rappresentative della scultura alto medioevale, soprattutto di epoca longobarda. Nel museo è conservato il monumento più significativo di questo edificio, l’Altare in pietra, detto ‘’Ara del Duca Rachtis’’.
IPOGEO CELTICO L’ Ipogeo celtico consiste in vari ambienti sotterranei, scavati nella roccia con tecnica primordiale, che si sviluppano a diverso livello e con diverse diramazioni. La funzione originaria di questo particolarissimo monumento è ancora un quesito irrisolto, a parte le fantasiose interpretazioni amalgamate di leggenda, è stato ipotizzato un uso funerario dell’ipogeo in epoca celtica, mentre altri studiosi li ritengono i locali carceri del periodo romano o longobardo.
MANIFESTAZIONI MESSA DELLO SPADONE - rito religioso e corteo in costumi d'epoca con la rievocazione storica dell'entrata a Cividale del Patriarca Marquardo von Randeck, si tiene il 6 gennaio GIOCO DEL TRUC - antico e tradizionale gioco che si svolge nelle piazze della città nel periodo pasquale. MITTELFEST - nel periodo di luglio si tiene un importante appuntamento internazionale di spettacolo dell'area mitteleuropea, PALIO DI SAN DONATO - rievocazione storica in costumi medioevali con botteghe artigiane, giochi, gare di corsa pedestre e di tiro con l'arco nell'atmosfera medioevale di Cividale, si tiene nel periodo di agosto NATIBONGO - festival di musica etnica che si svolge nel Parco "Lesa" adiacente il fiume Natisone nell’ ultima settimana di agosto FIERA DI SAN MARTINO - mercatini e bancarelle nelle vie e piazze del centro storico nel periodo di novembre
LA GUBANA Il dolce è noto fin dal 1409 quando fu servito in un banchetto preparato in occasione della visita di papa Gregorio XII a Cividale del Friuli, come testimoniato dallo stesso papa veneziano. Facendo riferimento alla forma della gubana, la derivazione del nome è probabile che sia dallo sloveno guba, che significa "piega"; un altro riferimento sull'origine della gubana ci viene dato dalla presenza del cognome "Gubana" nelle Valli del Natisone. Dalla forma a chiocciola, si prepara in periodi di grande festa (Natale, Pasqua) o in occasioni particolari, a base di pasta dolce lievitata, con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa, scorza grattugiata di limone.
CIVIDALE CASTELMONTE 21 min – 11 km
CASTELMONTE
STORIA DEL MONASTERO Sin dalla suaformazione, Castelmonte si trovò nella sfera d'influenza del Patriarcato d'Aquileia, caratterizzato da singolare fervore mariano, si ipotizza infatti, che soldati romani cristiani della guarnigione di Cividale che si erano rifugiati sulla cima del monte, abbiano portato lassù segni della loro fede. Queste remote origini fanno di Castelmonte uno dei più antichi santuari mariani del nord-est d'Italia. Qui troviamo, la chiesa di “Santa Maria del Monte” che già dai tempi dei longobardi e dei franchi era una delle più importanti di tutto l'esteso Patriarcato di Aquileia.
CHIESA DI SANTA MARIA DEL MONTE A partire dal 1253 il santuario, già fortificato e custodito con le armi a protezione dei pellegrini, subì dei restauri per adeguarlo alle esigenze di un flusso sempre crescente di fedeli e per rafforzare le strutture difensive contro i turchi. Nel maggio e settembre 1976, il terremoto in Friuli causò mille morti e distrusse molti edifici. I frati di Castelmonte proposero un pellegrinaggio al santuario, per propiziare la ricostruzione materiale e morale delle terre perse. Da allora l'8 settembre di ogni anno vede migliaia di devoti, guidati dall'arcivescovo di Udine, salire a piedi lassù per ringraziare la Madre di Dio e implorarne la protezione.
CASTELMONTE SAN LEONARDO 19 min 7, 3 km
SAN LEONARDO
STORIA DELLA CITTÁ A partire dal secolo XI arrivarono, in più ondate, attraverso i valichi di Polava, di Solarie e di Climaz, popolazioni di etnia slava che intrapresero l'attività agro-pastorale. Nel periodo del dominio dei Patriarchi aquileiesi, fino al secolo XIII, le valli dell'Erbezzo e del Cosizza costituivano il feudo di Henricus dictus Birbiz di Cividale, successivamente, e fino alla fina del Settecento, si diedero una amministrazione autonoma e democratica facendo capo alla Banca o Consiglio di Merso (una specie di Parlamento o Consiglio generale che amministrava gli affari comuni e la giustizia).
CHIESA DI SAN LEONARDO La chiesa di San Leonardo Abate costruita presumibilmente prima dell’anno mille e nominata in un documento del 1351; all’interno, oltre all’altare principale, sono presenti due altari lignei del 1700.
MANIFESTAZIONI FESTA DELLO SPORT – sagra con torneo di calcio tra I comuni delle Valli del Natisone SAGRA DI SAN ROCCO – sagra con serate danzanti, intrattenimento con musica folkoristica e mostra mercato dei prodotti tipici delle Valli nel giorno di ferragosto FESTA DI SAN EGIDIO – sagra paesana e torneo di calcio ai primi di settembre a Cosizza SAGRA DI SANT’ANDREA – sagra paesana con giochi per bambini ed intrattenimenti danzanti nell’ ultima settimana di agosto
SAN LEONARDO DRENCHIA 26 min 16 km
DRENCHIA
STORIA DELLA CITTÁ Nel secolo VII popolazioni slave entrarono in Italia ed occuparono e colonizzarono le Valli del Natisone. Ebbero diversi scontri con i Longobardi, che dopo il 568 avevano occupato quasi tutta la penisola. Le azioni bellicose terminarono dopo la stipula di un trattato che definiva i confini tra le due comunità e lasciava le terre della zona collinosa alle popolazioni slave. Dopo l'invasione delle truppe napoleoniche e la caduta della Repubblica di Venezia, la regione perse la sua autonomia e venne divisa in "Comuni". Nel 1797, con il Trattato di Campoformio, la Benečija (Slavia veneta) venne assegnata in amministrazione all'Austria; successivamente, dopo la pace di Presburgo passò al Regno d'Italia napoleonico. Nel 1815, dopo la stipula della convenzione di Schiarino Rizzino tornò all'Austria come parte integrante del Regno Lombardo Veneto. Infine nel 1866, a seguito della terza guerra d'indipendenza, dopo la pace di Vienna ed un referendum popolare, si staccò dai domini absburgici per passare sotto il Regno d'Italia sabaudo.
MONTE COLOVRAT – RIFUGIO BIVACCO Dalla località di Casoni Solarie si sale verso il monte Colovrat e, dopo due chilometri si giunge dinnanzi ad un altro cippo che ricorda l’alpino Giuseppe Zanuso, che, a seguito di una tremenda tempesta di neve, morì tra la notte del 4 e 5 gennaio 1929. Nei pressi del cippo nel 1992, dal gruppo Alpini di Drenchia, è stato eretto un Rifugio-Bivacco dedicato alla sua memoria. Anche qui la prima domenica di settembre si svolge una cerimonia in ricordo dello sfortunato alpino. Il monte Colovrat fu uno dei posti in cui si combattè di più la Prima Guerra Mondiale.
CHIESA DI SAN VOLFANGO Dedicata al santo di Ratisbona nasce come cappellania della parrocchiale di Santa Maria Assunta a Cras. Non si sa bene quando fu costruita, probabilmente ai primi dell’Ottocento. Nel 1836 venne eretto l’altare dedicato a San Pietro e quello a San Floriano. Una generale ristrutturazione avvenne nel 1847 che portò a raddoppiare la superficie della chiesa. L’anno successivo fu costruito il campanile e nel 1849 venne risistemato il cimitero. Nel 1853 venne rifatto l’altare di San Floriano, adornato con 4 nuove statue. Durante la I Guerra Mondiale la canonica ospitò alti gradi dell’esercito. La chiesa di San Volfango fu nuovamente ristrutturata nel 1967, data ricordata dal mosaico sul sagrato. Si presenta in stile neoclassico, ad aula rettangolare. Nella facciata, il portale rettangolare è sormontato da una lunetta. In alto un timpano frontale.
MANIFESTAZIONI FESTA ALPINA – commemorazione di Riccardo di Giusto che si tiene la prima domenica di giugno SAGRA PAESANA DI SAN VOLFANGO – chioschi con specialità enogastronomiche, grigliata e intrattenimenti musicali nella terza domenica di luglio SAGRA DI ROSINZA – sagra paesana con chioschi di specialità enogastronomiche locali, si tiene il 15 agosto
DRENCHIA MERSINO 58 min 37 km
MERSINO
STORIA DELLA CITTÁ Mersino é diviso in due gruppi di frazioni e denominato Mersino alto e basso, entrambi dotati di una propria chiesa. Alla primitiva, costruita nel secolo XIII quindi di antica datazione, ubicata in luogo impervio su uno sperone di roccia sovrastante il Natisone, dedicata a san Lorenzo martire, si aggiunsero per comoditá ed esigenze di crescita demografica, quelle di Mersino Basso dedicata alla SS. ma Trinitá e successivamente a Mersino Alto dedicata al Sacro Cuore di Gesú. Quest’ultima venne costruita nel 1897 grazie al lascito della cospicua somma di settemila corone che il nativo Don Ivan Oballa, poeta e scrittore, invió dalla Carinzia dove svolgeva la sua missione pastorale. La lapide sulla facciata della chiesa recita: Ai bene fattore della chiesa del Sacro Cuore di Gesú il sac. Ivan Oballa Mersino superiore riconoscente pose in memoria.
IL MONTE MATAJUR Il monte Matajur svetta sui rilievi che incorniciano la bellissima valle del fiume Natisone. Il Matajur è una di quelle montagne storiche, da sempre scelta come punto di riferimento e linea di confine. Lo storico longbardo Paolo Diacono racconta di come il proprio re Alboino salì sulla sua cima per ammirare nella loro interezza i territori che si apprestava a conquistare, mentre in tempi più recenti un giovane tenente Rommel ne conquistò la vetta dando il via alle proprie imprese militari. I motivi di interesse storico si legano a quelli naturalistici e culturali; gli occhi più attenti ed esperti potranno apprezzare una vegetazione ricca e con rare specie floreali, mentre abbondano malghe, villaggi e altri segni di una civilizzazione ormai perduta.
MANIFESTAZIONI ACCENSIONE DEL KRIES – un falò propiziatorio dal quale si ricavano presagi per il nuovo anno, viene fatto per l'epifania al tramonto – 5 gennaio SAN LORENZO – festa dedicata al santo e alle stelle cadenti 10 agosto PUSTJE – cerimonia in cui troviamo le belle figure dal cappello infiorato e ornato di nastri che accompagnano un gallo (petelìn) e una gallina (kakuoša) giganteschi, coinvolti in maliziosi assalti – fine gennaio
MERSINO PULFERO 12 min 5, 4 km
PULFERO
STORIA DELLA CITTÁ Il centro più interessante del comune, per singolarità di monumenti e richiami storici è Antro, nei cui pressi si trova una grande grotta che è uno dei luoghi più caratteristici del Friuli e costituisce uno dei fenomeni naturali ipogei più suggestivi. Il luogo è caratterizzato da un’ampia vista sulla valle del Natisone e risulta abitato da tempo immemorabile: in un ripiano antistante, è stato infatti ritrovato un primordiale forno scavato nella roccia: In epoca cristiana la grotta di Antro è stata adibita a un luogo sacro con la costruzione della chiesetta di San Giovanni.
GROTTA DI SAN GIOVANNI D’ANTRO La grotta di San Giovanni d'Antro ha offerto riparo alla popolazione autoctona fin dall'antichità ed è diventata un luogo di culto almeno dall'ottavo secolo. Al suo interno si scoprono una cappella e un pregevole altare ligneo settecentesco di scuola slovena, contenente delle statue risalenti al Cinquecento e attribuite alla bottega di Giovanni Martini.
PULFERO CIVIDALE UDINE 22 min 30 km
IL FRICO Il frico è un piatto che si usava limitatamente nell’area della Carnia. Del Frico se ne parla anche nel Libro ‘de arte coquinaria’ del 1450, dove viene presentata la versione di Martino da Como, capocuoco a Roma del Patriarca di Aquileia, Lodovico Trevisan, tra il 1439 al 1465. Il nome del Frico nel Libro è molto più diretto, era il Caso in Patellecte, ossia il Formaggio nel padellino. Un piatto che ogni vero friulano ha provato almeno una volta nella sua vita, a base di patate, formaggio e cipolla volendo.
GNOCCHI DI SUSINE Gli gnocchi di susine è uno dei piatti che caratterizza la tradizione culinaria del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di scrigni di pasta di patate ripieni di susine dal croccante cuore dolce di pane tostato, zucchero e cannella. E' una pietanza che può esser servita sia come primo piatto che come dessert. Questo tipo di gnocchi sono di origine boema, vennero infatti introdotti sotto il dominio austro-ungarico in regione. Le susine infatti erano una delle coltivazioni più diffuse sopratutto sul confine sloveno, come testimonia anche la produzione della Slivovitz, il distillato di susine.
BROVADE E MUSET Il musetto è un tipo di insaccato simile al cotechino. Prende il nome dai tipi di carne utilizzata per l'impasto da insaccare: la carne utilizzata per l'impasto del musetto deriva esclusivamente dal muso del maiale. È un tipico piatto invernale friulano che solitamente viene accompagnato con la brovada. La brovada è un piatto tipico della cucina friulana, usato per accompagnare carni arrosto o bollite. Si ottiene tagliando in piccole fettine delle rape macerate nelle vinacce e cucinandole a lungo in pentola.
SALAME ALL’ACETO Piatto della tradizione povera friulana la cui ricetta varia di zona in zona e da famiglia. Si ottiene facendo soffriggere la cipolla nell’olio a cui poi si aggiungono fette di salame di circa due centimetri di spessore, affogandolo nella’aceto e, volendo, nel vino bianco.
CREDITI Angelica Cavaliere – 4 A TT Amina Gutic – 4 A TT Sara Iannotti – 4 A TT Silvia Morocutti – 4 A TT Serena Ronchi – 4 A TT Docenti coordinatori: Giancarlo Martina - Cristiano Meneghel
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