4 Strutturalismo e narratologia Strutturalismo et doro della

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4. Strutturalismo e narratologia

4. Strutturalismo e narratologia

Strutturalismo: età d’oro della teoria • Movimento intellettuale / Parigi e poi altri paesi

Strutturalismo: età d’oro della teoria • Movimento intellettuale / Parigi e poi altri paesi europei e USA / anni Sessanta-metà anni Settanta / tutte le science umane • Perché l’età d’oro? La teoria della letteratura gode di una posizione egemone, di prestigio presso case editrici, riviste, scuole e università e ampio pubblico

I nuclei concettuali fondanti dello strutturalismo (in letteratura) : • 1) i testi letterari

I nuclei concettuali fondanti dello strutturalismo (in letteratura) : • 1) i testi letterari possiedono certe proprietà, linguistiche o semiologiche li distinguono dai testi non letterari • 2) affermare il primato e la centralità del testo rispetto agli altri fattori della comunicazione • 3) fondare la teoria della letteratura su basi scientifiche (Cercheremo dunque di capire che cosa significa fondare la teoria della letteratura su basi scientifiche).

Genealogia • Importanza della linguistica strutturale di Ferdinand De Saussure (anni Dieci) • Eredità

Genealogia • Importanza della linguistica strutturale di Ferdinand De Saussure (anni Dieci) • Eredità del Formalismo russo (anni Venti) • Eredità del Circolo linguistico di Praga (anni Trenta)

Ferdinand de Saussure (1857 -1913) • Cours de linguistique générale (1914) • Obiettivo: proporre

Ferdinand de Saussure (1857 -1913) • Cours de linguistique générale (1914) • Obiettivo: proporre una teoria coerente del linguaggio, distinguendo il fenomeno linguistico dagli altri connessi / fare un esame analitico dei vari elementi e componenti della lingua per studiare le loro interrelazioni e collocare i singoli elementi all'interno del linguaggio come sistema • In quest’opera introduce alcuni concetti e opposizioni fondamentali per la linguistica e la semiotica contemporanee, ma che ispireranno anche altre discipline delle scienze umane, come l’etnologia, l’analisi letteraria e la psicanalisi lacaniana

1) Langue e parole • Linguaggio = la facoltà generale di esprimersi per mezzo

1) Langue e parole • Linguaggio = la facoltà generale di esprimersi per mezzo di segni. Questo non è proprio soltanto alle lingue naturali ma caratterizza ogni forma di comunicazione umana • Langue = insieme di segni utilizzati da una precisa comunità (lingua inglese, francese, il codice Morse, il linguaggio dei sordomuti, etc. ) ha una dimensione astratta, l’aspetto sociale del linguaggio, il codice, il sistema della lingua che permette tutti gli atti di parola concreti • Parole = utilizzo concreto dei segni linguistici in un contesto preciso – indica la dimensione concreta, l’esecuzione individuale di ogni parlante

2) sincronia e diacronia • la linguistica sincronica si interessa allo stato e alla

2) sincronia e diacronia • la linguistica sincronica si interessa allo stato e alla struttura di una lingua in un determinato momento. Ne studia, per cosi dire, un’istantanea. • La linguistica diacronica, invece, si interessa alla dimensione storica e studia l’evoluzione di una lingua e delle sue componenti.

3) significato e significante • il segno si compone di significato e significante, il

3) significato e significante • il segno si compone di significato e significante, il loro rapporto determina il segno • il significato designa il piano del contenuto, un concetto, la rappresentazione mentale di una cosa, rinvia all’oggetto, a un contenuto extralinguistico • il significante designa il piano dell’espressione, è la forma che rinvia al contenuto, insieme degli elementi fonetici e grafici • Rapporto tra significato e significante è ARBITRARIO = IMMOTIVATO MA NECESSARIO

4) rapporti sintagmatici e paradigmatici (o associativi) • Indicano due tipi di relazione tra

4) rapporti sintagmatici e paradigmatici (o associativi) • Indicano due tipi di relazione tra le unità linguistiche • le relazioni orizzontali (sintagmatiche) e verticali (paradigmatiche o associative) • I rapporti sintagmatici sono rapporti in presentia • Capacità di un lessema di combinarsi con gli altri lessemi, compresenti sull’asse lineare del discorso, secondo regole combinatorie di tipo sintattico e semantico • ‘posto in un sintagma, un termine acquisisce il suo valore solo perché opposto a quello che precede o a quello che segue ovvero a entrambi‘ (Saussure) • Vincoli fonetici, sintattici, semantici, lessicali

 • Si parla invece di rapporto associativo tra elementi segnici nel senso che

• Si parla invece di rapporto associativo tra elementi segnici nel senso che sussiste una relazione tra gli elementi linguistici posti nella catena fonica ed altri, alternativi ai primi, che vengono però richiamati alla memoria da qualche elemento in comune con quelli opzionati. • I rapporti associativi o paradigmatici sono presenti nel discorso in absentia • [Vedi es. immagine]

Es. di rapporti paradigmatici o associativi

Es. di rapporti paradigmatici o associativi

 • Associazioni di significati affini • Casa: appartamento, casapecchia, alloggio, edificio • Associazioni

• Associazioni di significati affini • Casa: appartamento, casapecchia, alloggio, edificio • Associazioni morfologiche • Canto, cantare, cantando, • associazioni acustiche • pidocchio, malocchio, pastrocchio, finocchio • Ecc.

Struttura / sistema • De Saussure non parla mai di struttura, ma è proprio

Struttura / sistema • De Saussure non parla mai di struttura, ma è proprio dalla sua concezione della lingua che lo strutturalismo deriva la sua idea di struttura del testo. • Struttura, in senso generale, allude ai principi di organizzazione di un’opera, alla sua organizzazione interna, alla distribuzione e relazione tra le parti • (es. Struttura è lo schema modulare della Divina Commedia : tre cantiche di trentatré canti più uno in funzione di proemio, in totale 100. Struttura è la suddivisione in un dramma in atti e scene, ma struttura è anche la maniera in cui tutti gli elementi del testo in maniera più o meno invisibile interagiscono) • Saussure concepisce la lingua come “sistema in cui tutte le parti possono e debbono essere considerate nella loro solidarietà sincronica” • = la lingue è un sistema di relazioni in cui i singoli elementi non significano in quanto tali ma grazie alle differenze e alle opposizioni funzionali agli altri elementi: “nella lingua non vi sono che differenze”, “senza termini positivi” “un segno è se stesso nella misura in cui non è nessuno degli altri segni

 • Termine ‘struttura‘utilizzato dagli esponenti del Circolo linguistico di Praga (Pražský lingvistický kroužek),

• Termine ‘struttura‘utilizzato dagli esponenti del Circolo linguistico di Praga (Pražský lingvistický kroužek), fondato da emigranti russi (Nikolaj Sergeevič Trubeckoj, Roman Jakobson, Vilém Mathesius e Jan Mukařovský) • Nelle famose Tesi del ’ 29 si legge: “l’opera poetica è una struttura funzionale, e i vari elementi non possono essere compresi al di fuori della loro connessione con l’insieme. Elementi oggettivamente identici possono svolgere, in strutture diverse, funzioni assolutamente differenti” (Hravránek et al, Tesi del circolo linguistico di Praga, Napoli, Guida, 1979)

STRUTTURA • 1) sistema organizzato di relazioni e differenze • - ogni elemento non

STRUTTURA • 1) sistema organizzato di relazioni e differenze • - ogni elemento non può essere isolato dal sistema di cui è parte • - gli elementi si condizionano a vicenda • - ogni cambiamento apportato a un elemento implica un cambiamento in tutto il sistema

 • 2) sistema governato da leggi • il modello può essere trasposto: attraverso

• 2) sistema governato da leggi • il modello può essere trasposto: attraverso dei procedimenti di astrazione e formalizzazione si trovano delle invarianti (le categorie di analisi del racconto: fabula, intreccio, punto di vista, narratore ecc. si ritrovano in tutti i tipi di testi narrativi, dal Decameron al romanzo poliziesco alle fiabe di magia)

 • 3) principio di organizzazione latente o profondo (= lo scheletro di un

• 3) principio di organizzazione latente o profondo (= lo scheletro di un corpo: invisibile ma ne sorregge l’impalcatura) • Genette “Le strutture non sono degli oggetti che si possono incontrare, bensì dei sistemi di rapporti latenti pensati più che percepiti, che l’analisi costruisce mano a mano che scopre, e che anzi a volte rischia addirittura di inventare credendo di scoprirli”

 • Umberto Eco : strutturalismo ontologico ≠ strutturalismo metodologico • Tvetan Todorov, Grammaire

• Umberto Eco : strutturalismo ontologico ≠ strutturalismo metodologico • Tvetan Todorov, Grammaire du Décameron • Claude Bremond, Logique du récit • Propp: “Essi (i metodi formalisti e strutturalisti) sono possibili e proficui là dove ci si trovi di fronte a una ripetibilità su ampia scala come ha luogo nel linguaggio e nel folclore. […] sotto qualsiasi rubrica si iscrivano La Divina Commedia o le tragedie di Shakespeare, il genio di Dante e quello di Shakespeare sono irripetibili e non possono essere compresi soltanto con metodi esatti”.

 • Barthes in S/Z (1970) : il progetto dei primi analisti del racconto,

• Barthes in S/Z (1970) : il progetto dei primi analisti del racconto, cioè “vedere tutti i racconti del mondo […] in una sola struttura […] è un compito estenuante e infine indesiderabile, giacché il testo vi perde la propria differenza; non esiste un modello trascendente più testi, a maggior ragione tutti i testi, perché ogni testo è in qualche modo il suo proprio modello e deve essere trattato nella sua differenza.

Barthes, Introduzione all’analisi strutturale dei racconti (1966) • Il racconto = “gerarchia di istanze”

Barthes, Introduzione all’analisi strutturale dei racconti (1966) • Il racconto = “gerarchia di istanze” su 3 livelli • 1) FUNZIONI = unità narrative minime che si suddividono in • a) funzioni propriamente dette che rinviano a eventi o azioni • a 1): funzioni cardinali = indispensabili allo sviluppo della storia • a 2): funzioni satelliti = motivi di contorno, espansioni narrative

 • b) indizi che descrivono personaggi, ambienti, situazioni divisi in • b 1:

• b) indizi che descrivono personaggi, ambienti, situazioni divisi in • b 1: indizi veri e propri che connotano un carattere, un sentimento, un’atmosfera • b 2: informanti = dati informativi, coordinate spazio-temporali

 • 2) PERSONAGGI (considerati soprattutto come agenti – strutturalismo lascia in secondo piano

• 2) PERSONAGGI (considerati soprattutto come agenti – strutturalismo lascia in secondo piano tutto ciò che qualifica il personaggio in termini di carattere e essenza psicologica) • 3) NARRAZIONE = gli attori della comunicazione narrativa • narratore (diverso dall’autore) • lettore (o narratario)

Gérard Genette • STORIA / RACCONTO / NARRAZIONE • Storia = contenuto narrativo, insieme

Gérard Genette • STORIA / RACCONTO / NARRAZIONE • Storia = contenuto narrativo, insieme degli eventi narrati in un testo • Racconto = è l’intreccio, il modo in cui la storia viene organizzata nell’effettiva sequenza verbale che troviamo sulla pagina • Narrazione = è l’enunciazione narrativa / è l’atto che produce il racconto (che si esplicita per esempio con le intrusioni dell’io narrante e le allusioni a un quadro temporale preciso in cui avviene la redazione del testo)

Gérard Genette, Figure III, Paris, Seuil, 1972 • 1) TEMPO (ordine e durata) •

Gérard Genette, Figure III, Paris, Seuil, 1972 • 1) TEMPO (ordine e durata) • 2) VOCE (Chi parla? Chi è il narratore? • 3) MODO (distanza e occhio / Chi vede? Qual è il personaggio il cui punto di vista orienta la prospettiva narrativa? La focalizzazione)

TEMPO Ordine • Al racconto= corrisponde l’ordine degli avvenimenti così come appaiono nel testo.

TEMPO Ordine • Al racconto= corrisponde l’ordine degli avvenimenti così come appaiono nel testo. L’autore può decidere di non raccontarli in ordine cronologico. Avremo allora • analepsi = flash-back (narratore racconta un avvenimento che precede nella successione) • prolessi = flashforwards (anticipazione degli avvenimenti futuri)

TEMPO DURATA • = il rapporto tra il tempo della storia e il tempo

TEMPO DURATA • = il rapporto tra il tempo della storia e il tempo del racconto: tra la durata di un avvenimento e il tempo impiegato per raccontarlo • 4 variazioni di velocità • 1) la pausa: TR=n, TS=O • 2) la scena: TR = TS • 3) Il sommario: TR < TS • 4) ellissi: TR = 0; TS = n

E’ importante descrivere ma ancora più importante interpretare… • Roland Barthes, l’effetto di realtà

E’ importante descrivere ma ancora più importante interpretare… • Roland Barthes, l’effetto di realtà • (lettura)

Es. Barthes, L’effetto di reale in Il brusio della lingua • Quando Flaubert, descrivendo

Es. Barthes, L’effetto di reale in Il brusio della lingua • Quando Flaubert, descrivendo la sala in cui si trova Madame Aubain, la padrona di Félicité, ci dice che “un vecchio pianoforte sosteneva, sotto un barometro, una piramide di scatole e di cartoni”, quando Michelet, raccontando la morte di Charlotte Corday e riferendo che nella sua prigione, prima dell’arrivo del carnefice, ricevette la visita di un pittore che le fece il ritratto, arriva a precisare che “dopo un’ora e mezza qualcuno bussò dolcemente a una porticina che si trovava dietro di lei, questi autori (come molti altri) (…) producono (…) dettagli superflui rispetto alla struttura (…) riempitivi dotati di un valore funzionale indiretto (…)

LA VOCE (chi parla? ) • 1) secondo il livello • narratore extradiegetico =

LA VOCE (chi parla? ) • 1) secondo il livello • narratore extradiegetico = narratore di primo grado • narratore intradiegetico = narratore di secondo grado / personaggio diventa a sua volta narratore e produce un racconto nel racconto.

LA VOCE (chi parla? ) • 2) secondo il suo rapporto con la storia

LA VOCE (chi parla? ) • 2) secondo il suo rapporto con la storia • narratore eterodiegetico = narratore assente dalla storia che racconta • narratore omodiegetico = narratore che è anche personaggio della storia che racconta • - autodiegetico = ne è anche il protagonista. - allodiegetico = non ne è il protagonista / osservatore / testimone.

livello Extradiegetico (narratore di primo grado che si rivolge ai lettori) Rapport con la

livello Extradiegetico (narratore di primo grado che si rivolge ai lettori) Rapport con la storia Intradiegetico (narratore di secondo grado, personaggio del racconto che si rivolge ad altri personaggi del racconto) Eterodiegetico Narratore dei Promessi Sposiintradiégétique Sherazade nelle Mille e una extradiégétique (narratore esterno alla storia notte Hétérodiégétique raccontata, « in terza Narratore principale persona » ) dell’Odissea ( « Omero » ) i giovani del Decameron Suor Teodora nel Cavaliere inesistente di Calvino Omodiegetico (narratore è anche un personaggio della storia che racconta ) - Autodiegetico (protagonista) Allodiegetico (non protagonista / testimone / personaggio secondario) Marcel ne La recherche di Proust Zeno nella Coscienza di Zeno di Svevo Robinson Crusoé di Defoe Watson Suor Teodora Ulisse alla corte dei Feaci Sherazade in una novella delle mille e una notte

MODO (1 distanza) • Distanza tra il narratore e la storia • 4 tipi

MODO (1 distanza) • Distanza tra il narratore e la storia • 4 tipi di discorso • 1) discorso diretto: parole dei personaggi citate tra virgolette • 2) discorso indiretto: le parole dei personaggi sono riportate dal narratore e introdotte par verbi come dire, rispondere, domandare • 3) il discorso indiretto libero: le parole e le azioni dei personaggi sono riportate dal narratore ma senza l’uso verbi dichiarativi • 4) il discorso narrativizzato: parole e azioni dei personaggi integrate nella narrazione. Il discorso li riassume.

Es. • ‘Il bravo disse a don Abbondio: «Questo matrimonio non s'ha da fare»

Es. • ‘Il bravo disse a don Abbondio: «Questo matrimonio non s'ha da fare» ‘ (Alessandro Manzoni, I promessi sposi) DISCORSO DIRETTO • Il bravo disse a don Abbondio di non celebrare il matrimonio • Don Abbondio non può celebrare il matrimonio, secondo l’ordine del bravo

Es. • Stavolta i Malavoglia erano la , seduti sulle calcagna, davanti al cataletto,

Es. • Stavolta i Malavoglia erano la , seduti sulle calcagna, davanti al cataletto, e lavavano il pavimento dal gran piangere, come se il morto fosse davvero fra quelle quattro tavole, coi suoi lupini al collo, che lo zio Crocifisso gli aveva dati a credenza, perche aveva sempre conosciuto padron ‘Ntoni per galantuomo; ma se volevano truffargli la sua roba, col pretesto che Bastianazzo s’era annegato, la truffavano a Cristo, com’è vero Dio! Ché quello era un credito sacrosanto come l’ostia consacrata, e quelle cinquecento lire ei l’appendeva ai pedi di Gesù crocifisso; ma santo diavolone! Padron ‘Ntoni sarebbe andato in galera! La legge c’era anche a Trezza! (G. Verga, I Malavoglia, cap. IV)

MODO (Focalizzazione - chi vede? ) • il punto di vista (o focalizzazione) =

MODO (Focalizzazione - chi vede? ) • il punto di vista (o focalizzazione) = uno strumento di regolazione dell’informazione narrativa • 3 opzioni fondamentali (secondo Genette) • 1) focalizzazione zero o racconto non focalizzato (è il classico racconto con narratore onnisciente. Il narratore conosce tutto dei personaggi, sa più di qualunque di essi, anche del più informato. N>P) • 2) focalizzazione interna: il narratore restringe la prospettiva a uno o più personaggi, dunque riferisce soltanto quello che personaggio in questione può verosimilmente sapere o percepire. N= P • La focalizzazione interna può essere fissa / variabile / multipla

 • 3) focalizzazione esterna: il narratore ne sa meno dei personaggi (Focalizzazione molto

• 3) focalizzazione esterna: il narratore ne sa meno dei personaggi (Focalizzazione molto difficile da tenere per ampie porzioni di testo)

 • Altre terminologie: • ‘racconto con punto di vista‘ (Percy Lubbock), restrizione di

• Altre terminologie: • ‘racconto con punto di vista‘ (Percy Lubbock), restrizione di campo (Georges Blin) • ‘visione con‘ (Jean Pouillon), • ‘posizione percettiva o concettuale dalla quale vengono presentati situazioni o gli eventi narrat‘” (Gerald Prince, Dictionary of Narratology, 1987) • uso letterale: attraverso gli occhi di qualcuno • figurato: attraverso la visione del mondo di qualcuno • (Le due cose sono naturalmente legate perché la selezione di quello che si vede o meno implica anche un punto di vista sul mondo in generale).

Problemi… • Come fa il lettore dunque a orientarsi tra i punti di vista

Problemi… • Come fa il lettore dunque a orientarsi tra i punti di vista cangianti del testo? Come fa a capire se un punto di vista è autorevole oppure no? Come fa a costruire un punto di vista complessivo, una visione unitaria? • W. Booth, Retorica della narrazione • 1) distinzione tra narratore attendibile e non attendibile • 2) nozione di autore implicito

Testo Autore reale Autore implicito narratore narratario Lettore Reale lettore implicito

Testo Autore reale Autore implicito narratore narratario Lettore Reale lettore implicito

 • • • Punto di vista generale del testo è ≠ dalle singole

• • • Punto di vista generale del testo è ≠ dalle singole focalizzazioni ≠ dal narratore ≠ dall’autore reale Coincide appunto con ‘l’autore implicito‘

 • Dopo aver ‘ucciso l’autore‘ la narratologia vi fa ritorno ma sotto forma

• Dopo aver ‘ucciso l’autore‘ la narratologia vi fa ritorno ma sotto forma di ‘autore implicito‘ • La nozione di autore implicito ci aiuta a capire come punti di vista e narratori inattendibili si costruiscono nel testo • Dopo averle distinte grazie a Genette, la voce e il modo (chi parla e chi vede) devono essere ricongiunti e incrociati con l’autore implicito

Uso dell’indiretto libero nel verismo italiano • Indiretto libero riguarda sia la voce sia

Uso dell’indiretto libero nel verismo italiano • Indiretto libero riguarda sia la voce sia la focalizzazione • Implica innanzitutto una focalizzazione interna, ma chiama in causa un’imitazione più o meno accentuata del personaggio di cui si ‘citano‘ le parole

In una scala approssimativa che va da un minimo a un massimo di imitazione,

In una scala approssimativa che va da un minimo a un massimo di imitazione, le parole del personaggio possono essere… • 1 soltanto parafrasate nel discorso del narratore • 2 parafrasate ma anche parzialmente imitate • 3 largamente imitate e un po’ parafrasate • 4 riportate quasi integralmente, ma sempre con le regole sintattiche del discorso indiretto • 5 diventare sostanzialmente identiche a un discorso diretto, ma senza che questo venga chiaramente segnalato

Es. G. Verga, ‘Jeli il pastore‘, in Vita dei campi (1880) • Insomma Jeli

Es. G. Verga, ‘Jeli il pastore‘, in Vita dei campi (1880) • Insomma Jeli non lo capiva quel che vuol dire becco, e non sapeva cosa fosse la gelosia; ogni cosa nuova stentava a entrargli in capo, e questa poi gli riesciva così grossa che addirittura faceva una fatica del diavolo ad entrarci, massime allorché si vedeva dinanzi la sua Mara, tanto bella, e bianca, e pulita, che l’aveva voluto lei stessa, e le voleva tanto bene, e aveva pensato a lei tanto tempo, tanti anni, fin da quando era ragazzo […]. – Ed anche se pensava a don Alfonso, non poteva credere a una birbonata simile, lui che pareva di vederlo ancora, cogli occhi buoni e la boccuccia ridente con cui veniva a portargli i dolci e il pane bianco a Tebidi, tanto tempo fa – un’azionaccia così nera!

Es. G. Verga, I Malavoglia (fine 2 cap. ) • Le stelle ammiccavano più

Es. G. Verga, I Malavoglia (fine 2 cap. ) • Le stelle ammiccavano più forte, quasi s’accendessero, e i Tre Re scintillavano sui fariglioni colle braccia in croce, come Sant’Agata. Il mare russava in fondo alla stradicciuola, adagio, e a lunghi intervalli si udiva il rumore di qualche carro che passava nel buio, sobbalzando sui sassi, e andava pel mondo il quale è tanto grande che se uno potesse camminare sempre, giorno e notte, non arriverebbe mai, e c’era pure della gente che andava pel mondo a quell’ora, e non sapeva nulla di compar Alfio, né della Provvidenza che era in mare, né della festa dei Morti; così pensava Mena sul ballatoio aspettando il nonno.

 • Mena a compare Alfio poco prima: ‘guardate quante stelle ammiccano lassù‘ •

• Mena a compare Alfio poco prima: ‘guardate quante stelle ammiccano lassù‘ • Compare Cipolla: ‘sulla strada si udivano passare lentamente i carri. ‘Notte e giorno c’è sempre gente che va attorno per il mondo‘, osservò compare Cipolla