19 00 Parrocchia Mater Ecclesiae di Campobasso Ritiro
19. 00
Parrocchia Mater Ecclesiae di Campobasso Ritiro presso le Monache Benedettine del Monastero di S. Luca in Fabriano (Ancona) 4 - 8 luglio 2019 di P. Pierangelo Casella
Monastero di S. Luca - Fabriano Vino nuovo in otri nuovi
“Si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano? » . (Mt 9, 14)
Presso gli Ebrei era facile sapere quello che la Legge prescriveva e vedere le persone che non la osservavano. Per cui i discepoli di Giovanni e i Farisei, che erano tutti “osservanti”, trovano strano che i discepoli di Gesù non compiano quanto la Legge prescriveva. E perciò si rivolgono direttamente a Gesù per conoscere le motivazioni che li guidano a non mettere in pratica le usanze comuni del popolo.
Nelle varie culture, il modo diverso di vivere, ha sempre posto domande per sapere quali siano i motivi che ci spingono ad agire in un modo piuttosto che in un altro.
Accettare che vi siano persone che non seguono la tradizione della maggior parte, aiuta a scoprire la visione della vita che soggiace e che si esprimeva nei popoli antichi attraverso i miti, ma anche le culture che ne illuminavano le scelte e le tradizioni. Spesse volte capita che troviamo nella Bibbia episodi in cui gli uomini agivano con violenza e crudeltà verso gli altri, e troviamo strano che coloro che agiscono con furbizia e inganno possano essere partecipi della benedizione di Dio.
Un esempio eclatante è la benedizione di Isacco per il primogenito Esaù, la scena è tutta intessuta di intrighi e imbrogli: da Rebecca che favorisce Giacobbe e da Giacobbe che mente al padre pur di avere la benedizione.
Quello che sembra strano è che la storia si volge a favore di Giacobbe che ottiene la benedizione ed esclude Esaù dalla primogenitura e sembra condannare Esaù. Forse anche la Bibbia si adegua alle vicende di questo mondo che spesso sono rette dalla violenza e dalla sopraffazione dei più forti, dei più furbi sui più deboli?
Se guardiamo il nostro mondo, se leggiamo i giornali, se vediamo la televisione o ascoltiamo la radio, sembra di essere immersi in tutte quelle vicende che siamo venuti a conoscere del passato, anzi sembra che il male dei nostri giorni cresca a dismisura. Ma la Bibbia viene chiamata anche “storia sacra”, non tanto perché sia già tutta storia santa, ma perché ci aiuta a volgere lo sguardo a colui che è venuto a portare a compimento ogni germe di santità e di bene.
La strada per giungere è lunga in quanto il cuore dell’uomo è inclinato al male e per liberarlo e renderlo capace del bene solo Dio può operare il passaggio. Se l’uomo è immerso nel male di questo mondo, Dio tuttavia ha un progetto di redimerlo e ridonargli la santità perduta e accoglierlo come figlio nella sua gloria.
Sembra che il soffio che Dio ha immesso nell’uomo alla creazione, soffi sempre nel suo cuore perché possa essere realmente soffio di vita che lo allontani da ogni scelta che conduce alla morte, e faccia crescere in lui
Allora la preghiera del salmista diventa un’invocazione che sorge nel cuore di ogni uomo e si dilata e contagia ogni essere umano perché il progetto di Dio possa diventare realtà
Sei stato buono, Signore, con la tua terra, hai ristabilito la sorte di Giacobbe. Hai perdonato la colpa del tuo popolo, hai coperto ogni loro peccato. Hai posto fine a tutta la tua collera, ti sei distolto dalla tua ira ardente.
Ritorna a noi, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi. Forse per sempre sarai adirato con noi, di generazione in generazione riverserai la tua ira?
Non tornerai tu a ridarci la vita, perché in te gioisca il tuo popolo? Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
Trovare in Gesù l’amore che rende presente la misericordia del Padre per ogni uomo, significa togliere il velo che rende opaca tutta la creazione e la storia, effettivamente la presenza di Gesù svela il senso della storia del mondo e rivela l’amore di Dio che non abbandona nessuno, e accogliendolo, redime e risana.
Quanta fatica fa l’umanità ad accogliere questa vita nuova che è segnata dall’amore, dalla verità, dalla giustizia. Quanta fatica fa l’umanità a lasciarsi abbracciare e baciare dalla misericordia di Dio, quando manifesta la sua tenerezza nel baciare le ferite inferte dal male, per risanare il nostro cuore e la nostra vita.
Riconoscere in Gesù la rivelazione sponsale di Dio con l’umanità, significa lasciarsi guarire da un amore incompiuto e lasciarsi guidare ad accogliere la grazia dell’amore di Dio che ci rigenera secondo la sua
Allora la nostra mentalità religiosa di rendere Dio propizio secondo il nostro modo di vedere, e quindi, di inserirlo nelle nostre tradizioni, si cambia nell’accogliere la fede in lui, nel suo amore che ci destabilizza per diventare partecipi della sua misericordia.
È la nostra relazione con Gesù che rende la nostra vita unita alla sua e quindi partecipe della vita nuova che ci dona. Per questo Gesù risponde a tutti coloro che mettono prima le pratiche alla nostra relazione d’amore con lui: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno» .
La nuova relazione di vita che unisce il discepolo al Maestro, crea rapporti nuovi, vita nuova. La parabola che Gesù racconta ci fa conoscere la novità della vita nuova che unisce noi e le nostre relazioni, alla vita nuova nello Spirito: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo.
E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Lc 8, 34 -38
Se la nostra vita crea una trama di un tessuto nuovo, non si può più rattoppare con un tessuto vecchio di mentalità che lacera la vita invece di rinnovarla. Così se la presenza di Gesù ci dona una vita nuova che nel Battesimo rende reale questa nascita, non può più manifestarsi con espressioni dell’uomo vecchio che invecchia e si corrompe.
L’espressione di Gesù “vino nuovo in otri nuovi”, indica che noi siamo resi uomini nuovi dalla vita nuova che abbiamo ricevuto, e quindi anche il cuore e la mente sono rinnovati dall’amore di Dio per noi, che ci rende partecipi del suo amore e della sua gioia. Allora il cuore è certo che l’amore del Signore non verrà mai meno ed è quindi capace di vederlo realizzare in ogni evento e giorno della storia.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. 85, 2 -14 Sal
O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
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