17 00 di P Pierangelo Casella Le tante

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17. 00

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di P. Pierangelo Casella

di P. Pierangelo Casella

Le tante voci che si sentono su Medjugorie suscitano tante reazioni nei cuori: è

Le tante voci che si sentono su Medjugorie suscitano tante reazioni nei cuori: è vero o non è vero, è opportuno andare o è meglio non muoversi, che cosa dicono gli altri, che cosa sono questi segni che si vedono… ma alla fine io stesso sono chiamato a dare una risposta a quello che sento e vedo.

Ma quando nasce in me il desiderio di andare a Medjugorie e concretamente do

Ma quando nasce in me il desiderio di andare a Medjugorie e concretamente do la mia disponibilità a partire, sento sempre più forte la chiamata: “venite e vedete”. Effettivamente ognuno che si reca a Medjugorie, sia la prima volta o le successive, sente quasi irresistibile una chiamata a cui deve rispondere.

Certamente è una chiamata che si manifesta attraverso qualcuno che organizza il viaggio, ma

Certamente è una chiamata che si manifesta attraverso qualcuno che organizza il viaggio, ma che trova riscontro in ciascuno perché sembra far emergere dal cuore un invito irresistibile che attrae e domanda di essere portato a compimento. Da quel primo momento allora il desiderio cresce e i passi che conducono a Medjugorie sembrano far dilatare questo desiderio in una nostalgia infinita di un incontro atteso da tanto tempo.

Questo luogo aperto al cielo e racchiuso tra le montagne, è il luogo che

Questo luogo aperto al cielo e racchiuso tra le montagne, è il luogo che ha scelto la Vergine Maria per disporre i cuori ad entrare nella stanza superiore della propria interiorità. Ed è proprio nella verità della fede accolta che si rivela il mistero della nostra stessa vita, chiamata a partecipare alla vita stessa di Dio, a quel mistero di amore che ci lega all’amore stesso di Dio e al mistero della sua morte e risurrezione.

Qui il cuore si arrende ed è disposto a lasciare le sue vie e

Qui il cuore si arrende ed è disposto a lasciare le sue vie e ad intraprendere le vie di Dio, a lasciare i suoi desideri terreni e a rivestirsi desideri del cielo, qui il cuore trova che la via della vita e della gioia è quella di unire sempre più i suoi desideri a quelli di Gesù stesso. La parola di Dio, il Vangelo di Gesù, diventa allora il tesoro nascosto ai suoi occhi per tanto tempo e che ora viene posto sul candelabro dei suoi desideri perché illumini tutta la sua vita e doni agli occhi del suo cuore la luce per mettere in moto ogni sua scelta di vita.

Allora il suo cuore diventa un Cenacolo in cui si è disposti a prendere

Allora il suo cuore diventa un Cenacolo in cui si è disposti a prendere Gesù con sé, nel proprio intimo, nella stanza recondita e nascosta agli occhi degli altri, il luogo in cui anche noi entriamo nel mistero di noi stessi alla ricerca della luce che rischiara la nostra vita e ci dona il senso del nostro operare. Sì, sentiamo che la presenza di Gesù è fondamentale per trovare questa luce e da questa luce illuminare ogni domanda della mente e ogni anelito del cuore per trovare la via della vita e della gioia.

“Quando venne l’ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e

“Quando venne l’ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio» . ” (Lc 22, 14 -15).

Anche Gesù ha un desiderio grande nel cuore – “desiderio desideravi, ho desiderato ardentemente,

Anche Gesù ha un desiderio grande nel cuore – “desiderio desideravi, ho desiderato ardentemente, ho tanto desiderato” – sembra che Gesù sia venuto per adempiere questo desiderio che si portava nel cuore, proprio quello che il Padre gli aveva affidato: il compimento della sua volontà di salvezza attraverso l’adempimento della sua Pasqua.

Questo desiderio però resta non realizzato se Gesù non riesce a celebrare la sua

Questo desiderio però resta non realizzato se Gesù non riesce a celebrare la sua Pasqua con noi, con gli apostoli, con i discepoli, con tutti coloro che sono invitati a sedersi a mensa con lui. Quale gioia quando il credente scopre di essere lui stesso invitato alla mensa di Gesù.

Allora la stanza del suo cuore diventa Cenacolo in cui Gesù prende posto e

Allora la stanza del suo cuore diventa Cenacolo in cui Gesù prende posto e lui con Gesù, allora i suoi occhi grondano lacrime di conversione perché Gesù passa a lavare non solo i piedi, ma tutta la sua persona dalle opere di morte, a rendere la sua vita splendente di quella veste di grazia che ci fa figli di Dio e partecipi del suo regno.

Il credente comprende allora di far crescere il suo desiderio secondo quanto ha manifestato

Il credente comprende allora di far crescere il suo desiderio secondo quanto ha manifestato Gesù in quella sera. “La cena assume – come scrive Paolo VI il 15 aprile 1976 – un carattere testamentario: Gesù stesso la definisce l’epilogo della sua vita terrena; Egli dà al convito un carattere conclusivo.

Scrive l’Evangelista Giovanni, il prediletto iniziato ai segreti del cuore del Signore: «Prima della

Scrive l’Evangelista Giovanni, il prediletto iniziato ai segreti del cuore del Signore: «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo ch’era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo d’aver amato i suoi ch’erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13, 1). Commenta S. Agostino: «Fino alla morte lo portò l’amore» (Commento a Gv, 55, 2: );

e parimenti l’esegeta moderno Ricciotti: «Gesù, che ha sempre amato i suoi, adesso dimostra

e parimenti l’esegeta moderno Ricciotti: «Gesù, che ha sempre amato i suoi, adesso dimostra il suo amore sino in fine, non solo cronologicamente sino alla fine della sua vita, ma molto più intensivamente sino al fine raggiungibile, sino all’estremo limite possibile dell’amore stesso» (Vita di Gesù Cristo, 541)”.

Questo desiderio cresce mano a mano che Gesù rivela sempre più il mistero della

Questo desiderio cresce mano a mano che Gesù rivela sempre più il mistero della sua Pasqua: della prossima morte cruenta, del gesto inatteso e imbarazzante della lavanda dei piedi, dell’annuncio del tradimento imminente, del supremo congedo: “Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» . (Gv 13, 33 -35)”.

Lasciare penetrare nel proprio cuore quell’amore che ha spinto Gesù a compiere quei gesti,

Lasciare penetrare nel proprio cuore quell’amore che ha spinto Gesù a compiere quei gesti, significa permettere a Gesù di celebrare la sua Pasqua con noi. Tutto questo Gesù ce lo dona come sacramento nell’Eucaristia. Per gli apostoli, stupiti e smarriti nel Cenacolo, come per tanti credenti ancora deboli nella fede, non comprendono la portata delle parole di Gesù perché non sono ancora capaci di portarne il peso di tutta la rivelazione.

Così le parole del memoriale della Pasqua, lasciata come dono ad ogni credente perché

Così le parole del memoriale della Pasqua, lasciata come dono ad ogni credente perché si manifesti in lui tutta la potenza della sua grazia, non vengono accolte dal discepolo se non quando è in grado di aprirsi al mistero d’amore di Dio.

“Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre

“Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo» . Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. (Mt 26, 26 -28)”.

Medjugorie diventa effettivamente un grande Cenacolo ove Gesù è adorato, venerato, celebrato, implorato, cantato,

Medjugorie diventa effettivamente un grande Cenacolo ove Gesù è adorato, venerato, celebrato, implorato, cantato, magnificato, esaltato. La statua di Maria che accoglie i pellegrini davanti alla chiesa o sulla collina delle apparizioni, ha la mano tesa verso di loro per accoglierli, ma anche per indicare loro Gesù e invitarli a seguirlo.

Sì, Gesù è al centro della preghiera e di ogni celebrazione e Maria si

Sì, Gesù è al centro della preghiera e di ogni celebrazione e Maria si mette accanto ad ogni suo figlio per guidarlo verso di lui. Permettere a Gesù di fare Pasqua con noi, significa riconoscere che la mia Pasqua di salvezza passa attraverso la Chiesa e il ministero dei sacerdoti, significa fare proprio l’adempimento del desiderio di Gesù.

La conversione che si sperimenta attraverso il sacramento della Confessione, diventa il luogo in

La conversione che si sperimenta attraverso il sacramento della Confessione, diventa il luogo in cui Gesù può celebrare la sua Pasqua con noi e ci fa dono di unire la propria vita con lui e di vivere sempre in comunione con lui. Comunione con Cristo, Sacerdote e vittima, per ristabilire una comunione di grazia fra gli uomini vivi e defunti, con Dio Padre onnipotente e misericordioso.

Comunione con Cristo della nostra umile e caduca vita umana e mortale: «Io sono

Comunione con Cristo della nostra umile e caduca vita umana e mortale: «Io sono il Pane della Vita» (Gv 6, 35); per cui ognuno può dire: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal. 2, 20). Comunione con Cristo nella Chiesa: «Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane» (1 Cor. 10, 16 -17).

Comunione con Cristo e con l’umanità: il pane eucaristico, Gesù stesso, accompagna gli uomini

Comunione con Cristo e con l’umanità: il pane eucaristico, Gesù stesso, accompagna gli uomini per tutti i loro sentieri e chiama tutti con voce pentecostale alla sua unica Chiesa, perché tutti siano una cosa sola! Comunione con Cristo nel tempo, fino al suo ritorno (1 Cor 11, 26): «Ecco Io sono con voi ogni giorno fino alla fine del mondo» (Mt. 28, 20).

La presenza di Maria a Medjugorie sembra prendere per mano i credenti in Cristo

La presenza di Maria a Medjugorie sembra prendere per mano i credenti in Cristo perché si decidano con coraggio a vivere la loro adesione al Signore e seguirlo con amore. Le remore e le difficoltà che frenano la volontà ad accogliere la Pasqua del Signore, vengono allora superate.

Le parole profetiche di Paolo VI sembrano diventare possibili a quanti si recano con

Le parole profetiche di Paolo VI sembrano diventare possibili a quanti si recano con fede a Medjugorie. Il tempo della presenza di Maria a Medjugorie apre i cuori alla grazia di accogliere il desiderio di Gesù di mangiare la sua Pasqua con ogni discepolo.

“Se Cristo è il centro, nel sacramento del suo sacrificio, che attrae tutti a

“Se Cristo è il centro, nel sacramento del suo sacrificio, che attrae tutti a sé (Gv 12, 32), viene spontanea la domanda: sono davvero tutti affascinati ed attratti a questa comunione con Lui? Quanti siamo noi compaginati nell’unità di cui Egli ci lasciò la sua testamentaria aspirazione? (Gv 17, 22)

E siamo veramente in quell’unità di fede, di amore e di vita ch’è nel

E siamo veramente in quell’unità di fede, di amore e di vita ch’è nel desiderio sovrano e misericordioso di Gesù, disposti a fare dell’unità interiore della Chiesa e nella Chiesa la nostra aspirazione costitutiva, il nostro programma di vita ecclesiale?

È davvero e sempre soffio di Spirito Santo quello che spesso con spinta centrifuga

È davvero e sempre soffio di Spirito Santo quello che spesso con spinta centrifuga e ambizione individualista rallenta e talora infrange i vincoli della nostra benedetta comunione nel corpo visibile e mistico di Cristo? Non è questo il giorno, il momento di lasciar cadere ogni egoistica riserva alla riconciliazione fraterna, al perdono reciproco, all’unità dell’umile amore?

Possiamo noi far giungere ai figli lontani un affettuoso richiamo per il loro ritorno

Possiamo noi far giungere ai figli lontani un affettuoso richiamo per il loro ritorno alla mensa spirituale comune? Quale fervore missionario nasce in noi dalla celebrazione di questo Giovedì santo! Quale spirito fraterno, quale zelo pastorale, quale proposito d’apostolato! quale speranza di comunione cristiana!” (15 aprile 1976).