10 ANTICO POST E MODERNO Il concetto dellantico

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10) ANTICO, POST E MODERNO. Il concetto dell’antico in Philip Johnson, Bob Venturi e

10) ANTICO, POST E MODERNO. Il concetto dell’antico in Philip Johnson, Bob Venturi e nel postmoderno. PROFILO BIOGRAFICO Nato a Cleveland nel 1906, è uno dei protagonisti dell’architettura mondiale contemporanea. Laureatosi ad Hervard in filosofia e filologia classica, si è dapprima accostato all’architettura come critico. Senza mai abbandonare l’attività di storico, saggista e conferenziere, a partire dagli anni ‘ 40 inizia la carriera di architetto. Tra le sue opere più importanti del periodo “modernista” la Casa di Vetro di New Caanan del 1949 e il Seagram Building di New York del 1958. Lo State Theater (Lincoln Center) sempre a New York, del ‘ 64, testimonia invece un ripensamento classicista. Dopo un periodo di inattività, Johnson inizia negli anni ‘ 70 una nuova impetuosa fase insieme con Burgee, di cui la realizzazione più celebre è l’AT&T Builiding di New York del 1978 (f. 1 -2), che a giudizio di molti segna l’inizio del post-moderno in architettura. Nel 1979 gli fu assegnato, al suo esordio, il premio Pritzker, considerato oggi il premio Nobel per gli architetti. a cura di Anna D’Oca BOB VENTURI PHILIP JOHNSON Spalato, Palazzo di Diocleziano Efeso, Tempio di Adriano PROFILO BIOGRAFICO Si laurea all'università di Princeton nel 1947 e vi ottiene un master (M. F. A. ) nel 1950; successivamente vince una borsa di studio dell'Accademia Americana di Roma dove soggiorna dal 1954 al 1956. Prima di aprire il proprio studio nel 1958 collabora con gli architetti Eero Saarinen e Luis Kahn. Nel 1964 si associa con John Rauch mentre alcuni anni dopo entra nello studio sua moglie, Denise Scott Brown anch’essa architetto. Rauch abbandona lo studio nel 1989 e questo prende il nome di Venturi, Scott Brown and Associates. Nel 1991 ottiene il prestigioso Premio Pritzker. Ha insegnato in numerose università come Yale, Princeton, Harvard e UCLA. Ha costruito numerosi edifici tra i quali ricordiamo la Casa Vanna Venturi a Chestnut Hill, Philadelphia, del 1962 (f. 1), l’ampliamento dell’Allen Art Museum a Oberlin, Ohio, (1973 -76), l’ampliamento della National Gallery di Londra del 1990 (f. 2), e numerose case di abitazione, ma è soprattutto la sua opera teorica che ha assunto notevole influenza: Complexity and Contradiction in Architecture del 1966 e Learning from Las Vegas del 1972 sono tra le più importanti.

Glass House, New Canaan, CT. l’AT&T Builiding di New York del 1978 Efeso, Tempio

Glass House, New Canaan, CT. l’AT&T Builiding di New York del 1978 Efeso, Tempio di Adriano Bell Tower, Crystal Cathedral, Garden Grove Community Church, California Transco Tower, Houston, TX Pennzoil Place and NCNB Center, Houston, TX

Casa Vanna Venturi a Chestnut Hill, Philadelphia l’ampliamento della National Gallery di Londra del

Casa Vanna Venturi a Chestnut Hill, Philadelphia l’ampliamento della National Gallery di Londra del 1990 fisher and bendheim halls princeton university 1986 90 Fire Station No. 4 - INDIANA Allen Memorial Art Museum Venturi Addition pilastro Sainsbury Wing National Gallery London 1985 91

Casa di Philip Johnson, Cambridge, Massachusetts, 1942 -1943. Johnson House, "The Glass House", New

Casa di Philip Johnson, Cambridge, Massachusetts, 1942 -1943. Johnson House, "The Glass House", New Caanan, Connecticut, 1949. Casa di John de Menil, Houston, Texas, 1950. Hodgson House, New Canaan, Connecticut, 1951. (con Landis Gores) Oneto House, Irvington, New York, 1951. (con Landis Gores) Reattore nucleare, Rehovot, Israel, 1960 -1964. Amon Carter Museum, Fort Worth, Texas, 1961. Museum for Pre-Columbian Art, Dumbarton Oaks, Washington, D. C. , 1963. Kline Geology Laboratory, Yale University, New Haven, Connecticut, 1965. (con Richard Foster) New York State Theater, Lincoln Center, New York, 1964. (con Richard Foster) Kline Science Center, Yale University, New Haven, Connecticut, 1965. (con Richard Foster) Henry L. Moses Institute, Montefiore Hospital, Bronx, New York, 1965. Galleria d'arte a Bielefeld, Germania, 1968. John F. Kennedy Memorial, Dallas, Texas, 1970. Philip Johnson Sculpture Gallery, New Canaan, Connecticut, 1970. Albert and Vera List Art Building, Brown University, Providence, Rhode Island, 1972. Tisch Hall, New York University, New York, 1972. (con Richard Foster) Pennzoil Place, Houston, Texas, 1976. (Johnson & Burgee) Garden Grove Church (Crystal Cathedral), Garden Grove, Los Angeles, California, 1978 - 1980. (Johnson & Burgee) AT&T Building (oggi Sony Plaza), New York, 1980 - 1984. (Johnson & Burgee) Museum of Television and Radio, West 52 nd Street, New York, 1991. OPERE PRINCIPALI DI PHILIP JOHNSON 1962 : Casa Vanna Venturi a Chestnut Hill, Philadelphia, Pennsylvanie Disegni e foto 1966 -1968 : Caserma dei vigili del fuoco a Columbus 1970 : Casa Trubek a Nantucket Island, Massachusetts 1970 : Casa Wislocki a Nantucket Island, Massachusetts 1973 : Casa Brant a Greenwich, Connecticut 1973 -1976 : Ampliamento dell' Allen Art Museum a Oberlin, Ohio 1975 : Casa per privati a Tucker Town (Bermude) 1975 : Casa Tucker a Mount Kisco, New York 1983 : Padiglione Gordon Wu all'Università di Princeton, New Jersey 1990 : Ampliamento della National Gallery a Londra 1992 -1999 : Hôtel du département de la Haute-Garonne a Tolosa (Francia) in collaborazione con Anderson/Schwartz Architects e Hermet-Blanc-Delagausie-Mommens OPERE PRINCIPALI DI ROBERT VENTURI Complexity and Contradiction in Architecture, New York 1966 (trad. it. Complessità e contradizioni nell'architettura, Ed. Dedalo, Bari 1980) con D. Scott Brown et S. Izenour, Learning from Las Vegas, Cambridge (Mass. ) 1972 (trad. it. Imparando da Las Vegas, Ed. Cluva, Venezia 1985) Iconography and Electronics upon a Generic Architecture : A View from the Drafting Room, MIT Press, 1996 Con D. Scott Brown, Maniera del moderno, Laterza, 2000 I SUOI SCRITTI

DESCRIZIONE DELL’OPERA BIBLIOGRAFIA D’APPROCCIO A. CAPPELLIERI, Philip Johson: dall’International Style al Decostruttivismo, Napoli, 1996.

DESCRIZIONE DELL’OPERA BIBLIOGRAFIA D’APPROCCIO A. CAPPELLIERI, Philip Johson: dall’International Style al Decostruttivismo, Napoli, 1996. AA. VV. Philip Johnson, Verso il Postmoderno, Genesi di una deregulation creativa, Ed. Costa e Nolan. D. WHITNEY, Philip Johnson, la casa di Cristallo, Milano, 1996. P. JOHNSON, Philip Johnson Recent Work, London, 1996. AT&T Building 560 Madison Avenue (at 56 th Street) New York NY L’AT&T Building viene considerato la reazione più opportuna e tempestiva contro il modernismo di Mies e le sue derivazioni. Ne fa un’accurata analisi Karl Galinsky in Classical and Modern Interactions del 1992, in cui appunto lo descrive come “. . . un corpo Modernista su piedi classici che sfoggia sul capo un un ornamento variamente definito e articolato. C’è subito un antropomorfismo di riferimento e un legame con l'architettura dei grandi grattacieli di New York esemplificati dall’Empire State Building e il Chrysler Building, che nacquero prima del nichilismo delle scatole di Mies. La base, comunque, è deliberatamente modellata su quella del Municipal Building della città di New York, creato nel 1908 dalla firma di Mc. Kim, Mead & White, da cui il grande arco centrale, il portico colonnato, ecc. In più, le decorazioni architettoniche del basamento che si ispirano ampiamente a quelle degli edifici sacri: gli oculi che richiamano il Duomo di Firenze, le arcate sono una reminiscenza del Sant’Andrea a Mantova, la loggia, di Carolingia memoria, con le sue crociere dorate e i capitelli romanici, ecc. . Carter Wiseman descrive invece l’edificio come “…una fusione unica di ribellione estetica e corpo commerciale, più che architettura era un logo, meno opera d’arte più un ornamento in legno”. Paradossalmente l’ironia sta nel fatto che se l’edificio era un logo, pubblicizzava sé stesso, era chiaramente non idoneo al suo stesso cliente. L’AT&T voleva rinnovare la sua immagine negli ultimi anni ‘ 80, e l’ultima cosa di cui aveva bisogno era un massiccio blocco di granito come quartier generale, con decorazioni classiche autoritarie. La società lasciò l’edificio nel 1992.

DESCRIZIONE DELL’OPERA BIBLIOGRAFIA D’APPROCCIO G. PETTENA, M. VOGLIAZZO, a cura di, Venturi, Rauch and

DESCRIZIONE DELL’OPERA BIBLIOGRAFIA D’APPROCCIO G. PETTENA, M. VOGLIAZZO, a cura di, Venturi, Rauch and Scott Brown, Milano, R. VENTURI, Complexity and Contraddiction in Architecture, New York, 1966. R. VENTURI, D. SCOTT BROWN, Learning from Las Vegas, Cambridge, 1972. L’ala Sainsbury della National Gallery di Londra rappresenta il punto più alto di tutto il sapere dell’architettura contemporanea messo in pratica. L’estensione, piccola in proporzione a dal profilo basso adotta le proporzioni, l’articolazione della facciata e i materiali (splendida la pietra Portland generosamente utilizzata) dei maggiori edifici neo-classici a partire dal 1837, mentre il ritmo dei pilastri della sua fronte curva crea una sorta di preciso e lavorato paravento: il gioco dell’imitazione e dell’interpretazione, della maschera e della realtà, viene condotto sino al limite del virtuosismo. All’interno una massiccia scalinata d’ingresso con una vista spettacolare su Trafalgar Square e una spaziosa sequenza di stanze dedicate ai servizi del museo come il foyer d’ingresso, il book shop, il ristorante e l’auditorium, lavorano insieme per creare un nuovo tipo di edificio museo, la cui funzionalità ed indole architettonica mai muoiono nella mera esibizione di stanze da esposizione per le collezioni del primo piano. Sedici stanze, illuminate da un clastorio (qui il John Soane Museum, che in origine era la sua casa, è la chiara ispirazione) sono organizzate in tre “appartamenti” e connesse le une alle altre da corridoi incrociati. Queste stanze sono state progettate proprio per assicurare che le particolari pitture che contengono siano esposte nella maniera migliore. Ad esempio, l’impressione data un capolavoro come il Battesimo di Cristo di Piero Della Francesca, posto in posizione assiale sapientemente studiata, circondato da muri grigio chiaro e nervature in pietra serena, e illuminato da una splendida luce naturale indiretta, lascia senza parole.