1 Corso sui Campi Flegrei 2019 Parco Campi

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Corso sui Campi Flegrei 2019 Parco Campi Flegrei Sala Pan del Museo delle Arti

Corso sui Campi Flegrei 2019 Parco Campi Flegrei Sala Pan del Museo delle Arti – Napoli 18 maggio 2019 Il Piano Natura VERSO IL PIANO TERRITORIALE DEL PARCO Valori/Criticità/Prospettive/Opportunità di : Giulio Monda

Obiettivo per il quale calibare il “Piano Territoriale del Parco ”. Alla Politica spetta

Obiettivo per il quale calibare il “Piano Territoriale del Parco ”. Alla Politica spetta il compito di definire l’obiettivo; Ai soggetti istituzionali con compiti amministrativi compete la responsabilità di calibrare il “piano di azioni” perseguirlo. Gli articoli 9 e 32 della Costituzione sanciscono “l’obbligo di tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione” e la “tutela del diritto alla salute”. In materia di protezione e valorizzazione ambientale La Legge quadro sulle aree protette (L. 394/91) sancisce, le seguenti finalità: a) conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici; b) applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali; c) promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonchè di attività ricreative compatibili; d) difesa e ricostruzione degli equilibri idraulici e idrogeologici. La legge regionale n. 33 del 1993 di “Istituzione di parchi e riserve naturali in Campania” detta principi e norme per l' istituzione e la gestione delle aree protette, al fine di garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale della Regione Campania. Nella fattispecie dei Campi Flegrei poi c’è l’ obiettivo stringente dato dalla Politica Comunitaria a tutti gli Stati membri che è quello di agire per tutelare o ripristinare gli habitat al fine di salvaguardare il patrimonio delle biodiversità riconosciuto nei Siti di Interesse Comunitario (SIC) e nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Tale patrimonio rappresenta un bene universale collettivo da amministrare con il responsabile concorso di tutti. Definiti gli obiettivi e sancita la responsabilità collettiva, deve essere conseguentemente calibrato il “piano dazione ” al quale affidare la “MISSIONE”. Veduta aerea di Monte Nuovo nel Parco Regionale dei Campi Flegrei 3

MISSIONE, STRATEGIA E TEMI GLI OBIETTIVI E GLI STRUMENTI PERSEGUIRLI SONO INQUADRATI NEGLI IMPIANTI

MISSIONE, STRATEGIA E TEMI GLI OBIETTIVI E GLI STRUMENTI PERSEGUIRLI SONO INQUADRATI NEGLI IMPIANTI NORMATIVI DELLA LEGISLAZIONE: – STATALE - Legge 6 dicembre 1991, n. 394 “ LEGGE QUADRO SULLE AREE PROTETTE” – REGIONALE - Legge Regionale 1 settembre 1993 n. 33 “REGIONE CAMPANIA ISTITUZIONE DI PARCHI E RISERVE NATURALI IN CAMPANIA” NONCHÉ IN QUELLI DERIVANTI DALLE DIRETTIVE COMUNITARIE: – HABITAT - mirata alla conservazione della biodiversità delle piante e degli animali selvatici e degli habitat di interesse comunitario incardinati nella rete ecologica europea denominata "Natura 2000“ e costituita dalle "zone speciali di conservazione" - direttiva 92/43/CEE – UCCELLI - finalizzata alla conservazione degli uccelli selvatici in istituite zone di protezione speciale direttiva 79/409/CEE Cuma - Lecceta 4

VERSO IL PIANO TERRITORIALE DEL PARCO 1. In base all’impianto normativo di riferimento statale

VERSO IL PIANO TERRITORIALE DEL PARCO 1. In base all’impianto normativo di riferimento statale e regionale, la tutela dei valori naturali ed ambientali affidata all'Ente Parco è perseguita attraverso lo strumento del Piano Territoriale del Parco, che deve, in particolare, disciplinare i seguenti contenuti: a) organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree differenziate per uso, godimento e tutela; b) vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano c) sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani; d) sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agro-turistiche; e) indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull'ambiente naturale in genere. 1. Il piano suddivide il territorio delle aree protette in base al diverso grado di protezione, prevedendo : a) riserve integrali - nelle quali l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità; b) riserve generali orientate - nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell'Ente parco. c) aree di protezione - nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. d) aree di promozione economica e sociale - facenti parte del medesimo ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori. 5

LA COMPONENTE NORMATIVA COMUNITARIA DEL “PIANO DEL PARCO” Oltre alle leggi statali e regionali

LA COMPONENTE NORMATIVA COMUNITARIA DEL “PIANO DEL PARCO” Oltre alle leggi statali e regionali di disciplina della aree naturali protette, per le aree SIC e ZPS (Siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale) l’Ente Parco regionale dei Campi Flegrei deve riferissi anche al recepimento delle direttive comunitarie che, per esse, prioritariamente impongono di indicare il “soggetto gestore”. A quest’ ultimo è affidato il compito di definire ed attuare i “piani di gestione” necessari ad arrestare la perdita di biodiversità nelle aree della rete Natura 2000 – oggi sottoposte alle «Misure di conservazione dei SIC per la designazione delle ZSC della Rete Natura 2000 della Regione Campania» D. G. R. n. 795 del 19/12/2017 – B. U. R. C. n. 5 del 18 Gennaio 2018. In forma contestuale la norma fissa il livello gerarchico dei Piani di gestione rispetto ai piani territoriali e di settore La norma dovrebbe indicare gli strumenti operativi di natura ordinamentale, organizzativa e finanziaria. Belvedere Lago d'Averno 6

POTENZIALITÀ DELL’IMPIANTO NORMATIVO REGIONALE NEL DEFINIRE IL RUOLO DEGLI ENTI PARCO La componente normativa

POTENZIALITÀ DELL’IMPIANTO NORMATIVO REGIONALE NEL DEFINIRE IL RUOLO DEGLI ENTI PARCO La componente normativa riveste una funzione essenziale per rendere razionale il “sistema” di costruzione del Piano Territoriale del Parco da realizzare mediante un processo di pianificazione dinamico che passa attraverso la predisposizione di Piani Stralcio (settoriali, interdisciplinari ed interrelati in un disegno strategico unitario) Lo scenario operativo e procedimentale di riferimento è rappresentata dal modello gestionale che la L. R. 33/93 ha disposto per la definizione e l’attuazione della politica ambientale nelle individuate aree protette regionali. Fulcro istituzionale ed operativo del citato modello gestionale è rappresentato dagli Enti Parco Regionali Gli Enti Parco Regionali, istituiti ed operanti, sono il naturale e principale riferimento strumentale per calibrare il “sistema” regionale a cui affidare la costruzione del progetto di Piano Territoriale del Parco, ovvero la definizione e l’attuazione delle politiche di gestione del Patrimonio Naturale presente nelle aree protette regionali Il ruolo di Soggetti Gestori di aree SIC e ZPS, potenzialmente riconosciuto agli Enti Parco Il ruolo degli Enti Parco è di soggetto deputato alla definizione ed alla attuazione degli Strumenti di Gestione ed Attuazione delle politiche di protezione della Natura previsti dalle vigenti Legge, n. 394/91 “Legge quadro sulle aree protette” e Legge Regionale n. 33/93 “Istituzione di parchi e riserve naturali in Campania”. Tra l’altro, tale scenario normativo appare rafforzato dalla circostanza che preso atto del fatto la maggior parte delle aree SIC e ZPS ricadono nei territori di competenza degli istituiti Enti Parco regionali; 7

Potenzialità e criticità per la definizione del Piano Processo decisionale L’Ente Parco regionale dei

Potenzialità e criticità per la definizione del Piano Processo decisionale L’Ente Parco regionale dei Campi Flegrei, deve rappresentare, secondo quanto illustrato sino ad ora, il luogo della sintesi istituzionale per la definizione e l’attuazione della scelta strategica di pervenire alla realizzazione del Piano Territoriale del Parco Tale proposta si deve concretizzare in un articolato processo decisionale che, formalmente rappresentato dal Presidente dell’Ente Parco, deve esser il frutto del confronto degli organi collegiali dell’Ente Parco con le istituzioni regionali, della Città Metropolitana e con quanti, tra Enti ed Autorità, esercitano funzioni di governo dei processi di pianificazione e di controllo del territorio. Tutti detti soggetti potranno concorrere nella decisione con la consapevolezza che gli Organi delle’Ente Parco possono rappresentare la garanzia operativa per conferire efficacia alla decisione assunta, in relazione alla circostanza che in essi sono operanti e rappresentate specifiche competenze maturate e/o esercitate dai singoli componenti nelle funzioni e nei ruoli ricoperti presso gli uffici di provenienza. I componenti degli Organi dell’Ente infatti, provengono da vari livelli istituzionali (Regione Città Metropolitana e Comuni), dalle associazioni ambientaliste e naturalistiche nonché dalle organizzazioni Professionali Agricole maggiormente presenti sul territorio. Tarabusino - Ixobrychus minutus La citata articolazione persegue il principio della massima rappresentatività degli organi dell’Ente Parco nel processo decisionale ed esecutivo. L’obiettivo intrinseco è quello di abbattere nel percorso formativo della decisione e nel procedimento esecutivo della stessa il conflitto di competenze e/o il contenzioso per interessi non sufficientemente esaminati, 8

Dall’impianto normativo all’operatività degli Enti Parco nel “sistema” Per quanto riguarda il Parco Regionale

Dall’impianto normativo all’operatività degli Enti Parco nel “sistema” Per quanto riguarda il Parco Regionale dei Campi Flegrei l’impianto normativo dato dalle leggi istitutive e dal quadro normativo di riferimento (comunitario, statale, regionale ancorché in itinere) in materia di gestione delle aree protette trova naturale completamento nello Statuto dell’Ente Parco Regionale dei Campi Flegrei che è strutturato coerentemente alla definizione della missione e individua strumenti organizzativi attraverso i quali disciplina l’operatività dell’Ente – D. G. R. n. 307 del 02 marzo 2007 – B. U. R. C. n. 21 del 16/04/2007 Gabbiano reale del mediterraneo - Larus audounii 9

L’azione di coordinamento, indirizzo e controllo La funzione di coordinamento, indirizzo e controllo politico

L’azione di coordinamento, indirizzo e controllo La funzione di coordinamento, indirizzo e controllo politico - operativo sull’attività degli Enti Parco è per norma esercitata dalla Regione Campania Tuttavia al di la dell’assetto Istituzionale dettato dalla norma c’è la convinzione che Istituzioni, Enti, Organismi tecnici, organizzazioni associative e studiosi dei vari aspetti del territorio e della natura hanno tutti interesse e specifiche competenze da mettere al servizio del processo di costruzione di una politica gestionale della natura condivisa, efficace e coerente nel preservare il principio dello “sviluppo sostenibile” del territorio Flegreo. . Svasso Maggiore - Podiceps cristatus 10

Missione – Strategia e Temi La “MISSIONE” pertanto, è quello di realizzare , l’

Missione – Strategia e Temi La “MISSIONE” pertanto, è quello di realizzare , l’ indirizzo gestionale del patrimonio naturale delle aree protette, coordinato a scala regionale, e coerente ad un modello previsionale fissato in materia di tutela ambientale e di protezione del patrimonio naturale • Gli obiettivi gestionali sono intesi ad arginare il declino della biodiversità e a fissare le misure strategiche finalizzate al raggiungimento dei suddetti obiettivi stabiliti dalla commissione europea. • La strategia del Piano di Gestione del Parco è ispirata da quattro ” temi” principali, che, riprendono gli obblighi assunti dalla Comunità in virtù della Convenzione sulla diversità biologica • I temi sono: – conservazione e utilizzazione sostenibile della diversità biologica; – ripartizione dei vantaggi derivanti dallo corretta gestione delle risorse naturali (fisiche e genetiche); – ricerca, determinazione, controllo e scambio di informazioni; – istruzione, formazione e sensibilizzazione. 11

STUDI PRELIMINARI Gli studi dovrebbero riguardare le componenti principali: • Fisica Collocazione e confini

STUDI PRELIMINARI Gli studi dovrebbero riguardare le componenti principali: • Fisica Collocazione e confini del sito, clima, geologia e geomorfologia, substrato pedogenetico e suolo, idrologia. • Biologica Habitat e processi ecologici, flora, fauna, minacce. • Socio-economica Attività umane interne ed esterne al sito, aspetti economici della popolazione. • Archeologica, architettonica e culturale Manufatti archeologici, monumenti storici, uso dei terreni in passato. • Paesaggistica Come sintesi delle caratteristiche e dei valori fisici, biologici, storici e culturali. • Legislativa Status del sito, proprietà, diritti legali, altri piani, gestione delle infrastrutture. • Fondi utilizzabili Regionali, nazionali, comunitari. 12

Percorso logico operativo avviato dall’Ente Parco regionale dei Campi Flegrei Fasi prodromiche al processo

Percorso logico operativo avviato dall’Ente Parco regionale dei Campi Flegrei Fasi prodromiche al processo di pianificazione considerate: • • • Organizzazione del quadro conoscitivo di base di natura analitica per gli aspetti territoriali relativi alle aree naturali protette: Descrizione fisica (Collocazione e confini del sito, geologia e geomorfologia, substrato, pedogenetico e suolo, idrologia) Descrizione biologica (Habitat e processi ecologici, flora, fauna – terrestre, lacuale e marina) 13

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Percorso logico operativo avviato dall’Ente Parco regionale dei Campi Flegrei Fasi prodromiche al processo

Percorso logico operativo avviato dall’Ente Parco regionale dei Campi Flegrei Fasi prodromiche al processo sono stati considerate: • Organizzazione del quadro conoscitivo di base di natura analitica per gli aspetti di: • Descrizione socio-economica (Attività umane interne ed esterne al sito, aspetti economici della popolazione) • Descrizione dei valori archeologici, architettonici e culturali (Manufatti archeologici, monumenti storici, uso dei terreni in passato) • Descrizione del paesaggio (Come sintesi delle caratteristiche e dei valori fisici, biologici, storici e culturali) 18

Potenzialità e criticità per la definizione del Piano Partendo dalla considerazione che il paesaggio

Potenzialità e criticità per la definizione del Piano Partendo dalla considerazione che il paesaggio del parco Campi Flegrei è intrinsecamente caratterizzato dai sistemi fisiografici del territorio unitamente all’uso umano secolare e che da quest’ultimo ne è stato quindi fortemente condizionato, anche connotazioni negative, la tutela degli habitat non può prescindere dal risanamento e dalla riqualificazione ambientale che di per se stesso costituisce una forte occasione di sviluppo economico e occupazionale declinato in attività di rimozione delle condizioni di degrado, interventi di bonifica, rinaturalizzazione e infrastrutturazione (depuratori urbani, fogne, rimozione detrattori ambientale…. ) … Pertanto obiettivo primario specifico del piano di gestione è quello di mitigare il rischio sull’integrità fisografica degli habitat esercitato dalla pressione antropica sul territorio mediante un adeguato intervento di sostegno che da un lato incentivi le attività socio-economiche sostenibili che contribuiscono al mantenimento ed al miglioramento della qualità paesaggistica, dall’altro, riduca le attività che impattano negativamente sullo stato qualitativo dell’habitat e mitigano e/o riparino tali conseguenze. Monte di Procida - Acquamorta 19

Descrizione socio-economica La storia dello spazio urbano dei Campi Flegrei è stata profondamente segnata

Descrizione socio-economica La storia dello spazio urbano dei Campi Flegrei è stata profondamente segnata da due fattori: • le politiche di industrializzazione con la localizzazione di grandi fabbriche • l’espansione edilizia che ha interessato tutta l’area della provincia di Napoli, fino alla fine degli anni ’ 80 A questo processo di espansione della dotazione per l’edilizia residenziale (ma anche di carattere produttivo e di servizio) è corrisposto un sostanziale incremento della densità abitativa di tutta l’area, che, in media, è pari a circa 2. 574 abitanti per kmq che hanno generato un fenomeno di inurbamento che ha condotto ad un cospicuo aumento della popolazione dell’area 20

Tra le fasi prodromiche al processo sono considerate: • Organizzazione del quadro conoscitivo di

Tra le fasi prodromiche al processo sono considerate: • Organizzazione del quadro conoscitivo di base di natura analitica per gli aspetti normativi (Status del sito, proprietà, diritti legali, altri piani, gestione delle infrastrutture) Parte essenziale del processo di costruzione ed organizzazione del quadro conoscitivo del territorio risulta quella afferente l’esatta definizione dello Status Giuridico dei siti rientranti nelle aree protette oggetto dell’atto di Pianificazione. Diventa fondamentale conoscere il regime proprietario e quello dei diritti legali correlati per calibrare in forma efficace i modelli gestionali che non devono ledere eventuali legittimi diritti proprietari , ma devono poter consentire di individuare efficaci misure giuridiche di gestione (anche di tipo negoziale) per tutelare e valorizzare quel patrimonio naturale che, in quanto bene universale collettivo, deve essere amministrato con il responsabile concorso di tutti 21

Gli Enti Parco nella Programmazione Finanziaria della Campania La Regione Campania ha formalmente riconosciuto

Gli Enti Parco nella Programmazione Finanziaria della Campania La Regione Campania ha formalmente riconosciuto negli anni una competenza centrale agli Enti Parco Regionali quali organismi intermedi deputati ad attuare l’iter programmatico definito per gli obiettivi strategici sanciti e previsti dalla pianificazione Campania in materia di politica ambientale. L’attribuzione della centralità gestionale degli Enti Parco Regionali è coerente allo specifico indirizzo operativo sancito a livello Comunitario nella pianificazione POR. La Comunità Europea ha infatti subordinato la erogazione dei fondi strutturali in materia ambientale al riconoscimento della capacità di governare i necessari meccanismi di gestione ordinaria degli interventi sostenuti dalle specifiche misure comunitarie. La Regione Campania in coerenza alla sua scelta strategica avrebbe, tuttavia, l’assoluta necessità di dimostrare concretamente alla Comunità Europea che tutto il potenziale apporto strumentale ed operativo richiesto agli Enti Parco regionali è effettivamente garantito da un assetto sistematico organizzato e strumentalmente adeguato al mandato attribuito. Mela annurca 22

Organizzazione del quadro conoscitivo di base dei Fondi utilizzabili per: • Realizzazione di infrastrutture

Organizzazione del quadro conoscitivo di base dei Fondi utilizzabili per: • Realizzazione di infrastrutture immateriali e materiali, finalizzate a migliorare la qualità e la fruibilità delle sedi e dei servizi accessori ed al fine di migliorare l’interfaccia con l’utenza del Parco (cittadini dei Comuni che ricadono nell’area, imprese, turisti, ecc. ) • Valorizzazione del patrimonio della rete ecologica, dando priorità a progetti e strumenti innovativi (parchi didattici, mobilità sostenibile, sperimentazione di modelli per l’e-participation, ecc. ) • Recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio storico-culturale, archeologico, naturale, etnografico presente nel sistema dei Parchi e delle aree protette e della Rete Natura 2000 • Incentivi per lo sviluppo di microfiliere imprenditoriali nell’ambito dei sistemi locali naturalistici (Parchi, aree protette e Rete Natura 2000), con priorità alla diffusione dell’innovazione di processo ed organizzativa nell’offerta di prodotti tipici ed artigianali, nell’offerta turistica tradizionale e complementare, nel piccolo commercio e negli esercizi di vicinato, nei servizi per la comunicazione e l’informazione, valorizzando l’offerta di servizi in rete. 23

Organizzazione del quadro conoscitivo di base dei Fondi utilizzabili Altri obiettivi di cui il

Organizzazione del quadro conoscitivo di base dei Fondi utilizzabili Altri obiettivi di cui il Parco può essere beneficiario di fondi comunitari: • “Migliorare la salubrità dell’Ambiente” • “Migliorare lo stato dei corpi idrici superficiali” • “Messa in sicurezza dei territori esposti a rischi naturali” • “Prevenzione dei rischi naturali ed antropici” • “Promuovere la conoscenza della Campania” • “Offerta energetica da fonte rinnovabile” • “Contenimento ed efficienza della domanda ” 24

I progetti di investimento a carattere collettivo, devono essere predisposti sulla base di un

I progetti di investimento a carattere collettivo, devono essere predisposti sulla base di un approccio integrato volto a garantire il miglioramento dei sistemi di governance locale ovvero l’organizzazione di un sistema di relazioni realmente partecipato con la finalità di promuovere e realizzare nelle aree di particolare pregio ambientale interventi pubblici coordinati aventi l’obiettivo di: • adeguare l’infrastruttuazione necessaria alla migliore fruizione delle risorse del territorio; • prevenire i rischi ambientali; • migliorare la qualità della vita degli abitanti; 25

La Pianificazione dell’uso delle risorse attivabili deve basarsi sulla condivisione di una visione strategica,

La Pianificazione dell’uso delle risorse attivabili deve basarsi sulla condivisione di una visione strategica, coerente con la piattaforma delle risorse del Parco, per integrare interventi pubblici attorno al principale tema portante: ambiente e miglioramento della qualità della vita nelle aree protette. 26

La finalità è “Valorizzare le risorse naturali, culturali e paesaggistiche locali, trasformandole in vantaggio

La finalità è “Valorizzare le risorse naturali, culturali e paesaggistiche locali, trasformandole in vantaggio competitivo per aumentare l’attrattività, anche turistica, del territorio, migliorare la qualità della vita dei residenti e promuovere nuove forme di sviluppo economico sostenibile” 27

IL Processo di Costruzione del Piano di Gestione – Definizione obiettivo generale di breve,

IL Processo di Costruzione del Piano di Gestione – Definizione obiettivo generale di breve, mediolungo periodo sulla base dell’organizzazione sistematica degli elementi di conoscenza territoriale con le correlate analisi; – Individuazione delle modalità partecipate di decisione progettuale attraverso l’individuazione e il coinvolgimento degli stakeholders; – Individuazione delle linee strategiche e degli obiettivi generali; 28

Attraverso il procedimento sopra delineato si arriva alla stesura del piano in cui si

Attraverso il procedimento sopra delineato si arriva alla stesura del piano in cui si approfondiranno gli elementi di criticità, le possibili soluzioni e le componenti da valorizzare con le corrispondenti linee d’azione e di gestione e l’individuazione di indicatori per il monitoraggio e il controllo. Al piano si assoceranno: • Strategie di gestione e norme di attuazione (le misure, le azioni ed i progetti); • Mappa dei ruoli • Cronoprogramma. • Modalità di revisione e manutenzione del Piano • Ricognizione ed attivazione delle possibili fonti finanziarie utilizzabili • Gli allegati (le liste, la cartografia, la copertura fotografica, la bibliografia) 29

Il FORUM della Partecipazione Popolare L’Ente Parco regionale dei Campi Flegrei garantisce ai sensi

Il FORUM della Partecipazione Popolare L’Ente Parco regionale dei Campi Flegrei garantisce ai sensi dell’art. 30 del vigente STATUTO il principio Democratico della partecipazione, avendo istituito il Forum della Partecipazione Popolare attraverso il quale è garantita e sarà regolamentata: – la promozione e la consultazione delle popolazioni – – – locali, di gruppi e associazioni, stabilendo forme di partecipazione popolare finalizzate ad assicurare il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza della attività dell’Ente nel rispetto delle leggi vigenti. l’acquisizione del parere di soggetti economici su specifici problemi, in ordine al conseguimento delle finalità istitutive e/o dei Piani di Gestione la possibilità dei cittadini, delle associazioni, dei comitati e dei soggetti collettivi in genere di rivolgere al Presidente del Parco istanze, petizioni o proposte dirette a promuovere lo sviluppo sostenibile con interventi per la miglior tutela di interessi collettivi. la facoltà delle Università e degli altri Enti di ricerca pubblica e privata di rivolgere al Presidente istanze, petizioni, proposte e richieste di intese per proporre, promuovere e realizzare forme di collaborazione per lo svolgimento di attività di studio, di ricerca o di didattica perseguire, nel rispetto delle rispettive competenze operative, le finalità e gli obiettivi istituzionali e statutari del Parco, nonché dei Piani di Gestione Pozzuoli - Solfatara 30

Il Processo Partecipativo • • • Durante le varie fasi di preparazione e costruzione

Il Processo Partecipativo • • • Durante le varie fasi di preparazione e costruzione del Piano di Gestione della Natura saranno consultati e coinvolti gli stakeholders pubblici e privati locali, in particolar modo i gruppi (associati e non) che esercitano attività socio- economiche sul territorio e le organizzazioni ambientaliste, in modo da concertare con loro il contenuto del piano e renderli partecipi alla definizione delle “misure” da inserire nel piano stesso, anche in coerenza con la disciplina della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Il coinvolgimento sarà articolato: I° FASE (work in progress) – confronto strutturato con le istituzioni, con gli Enti interessati e con i portatori di interesse (stakeholders) finalizzato al processo di costruzione del progetto di piano) ; II° FASE – produzione e raccolta delle osservazioni in merito al progetto di Piano adottato e proposto dall’Ente Parco. III° FASE – (di esclusiva competenza dell’Ente Parco) illustrazione delle ragioni di recepimento delle osservazioni o di rigetto motivato delle stesse (tutte o parte di esse) 31

Misure Il Piano individuerà misure tese alla conservazione, alla valorizzazione e alla fruizione sostenibile

Misure Il Piano individuerà misure tese alla conservazione, alla valorizzazione e alla fruizione sostenibile delle aree naturali protette mediante: • MISURE REGOLAMENTARI • MISURE AMMINISTRATIVE • MISURE CONTRATTUALI Tali misure saranno individuate ed opportunamente correlate dall’Ente Parco nelle NORME ATTUATIVE quale allegato del PIANO DI GESTIONE Il Piano sarà presentato con una relazione illustrativa che espliciti: 1) gli obiettivi generali e di settore assunti; 2) i criteri programmatici e di metodo seguiti; 3) le scelte operate; 4) indicazioni sul programma finanziario per l' attuazione del Piano. 32

MISURE REGOLAMENTARI • Interventi normativi o regolativi calibrati per garantire e/o ripristinare lo stato

MISURE REGOLAMENTARI • Interventi normativi o regolativi calibrati per garantire e/o ripristinare lo stato di conservazione degli elementi naturali in base ai quali sono stati individuati, descritti e rappresentati i siti ed i rispettivi livelli di criticità e di rischio (cartografie tematiche) con rappresentazioni grafiche in numero adeguato ed in scala non inferiore al rapporto 1: 25. 000, per riprodurre l' assetto territoriale previsto dal Piano e per assicurare l'efficacia ed il rispetto dei suoi contenuti; • In dette aree, classificate e rappresentate, si applicano disposizioni generali e astratte riferite alle attività ammesse, disciplinate o vietate all’interno dei siti individuati e classificati. Dette norme di attuazione del Piano comprendono tutte le prescrizioni necessarie ad integrare le tavole grafiche e a determinare la portata dei suoi contenuti, nonchè le direttive ed i criteri metodologici che operano per i Piani comunali ed intercomunali, la specificazione degli obiettivi da perseguire, le indicazioni quantitative, le modalità di controllo ed attuazione dei detti Piani, gli standards urbanistici; • Le fonti regolamentari, sono i “regolamenti” comunitari, governativi, regionali, provinciali, comunali, i provvedimenti di natura legislativa, quali le leggi statali (decreti legislativi o decreti legge) e leggi regionali, gli interventi di natura secondaria non regolamentare (ad esempio fonti statutarie, circolari interpretative, atti d’indirizzo e coordinamento) e gli interventi di natura pianificatoria o programmatoria a contenuto generale (PTR – PTCP) o di Settore (Piano Paesistico Campi Flegrei – Piano Stralcio Assetto Idrogeologico ( PAI ) – Piano Difesa Erosione Costiera) già esistenti e vigenti o in corso di approvazione per il territorio in questione 33

MISURE AMMINISTRATIVE Gli Enti Parco regionali sono chiamati dalla legge istitutiva ad esercitare mediante

MISURE AMMINISTRATIVE Gli Enti Parco regionali sono chiamati dalla legge istitutiva ad esercitare mediante strumenti di gestione le funzioni di: – vigilanza, – sorveglianza – applicazione delle sanzioni Tali Funzioni si propone che siano esercitate attraverso interventi operativi che, affidati ad autorità amministrative e di vigilanza, sono a contenuto provvedimentale (cioè concreto e puntuale) che comprendono le modalità operative e procedimentali di emanazione ed il controllo applicativo di ordini, autorizzazioni, divieti, prescrizioni nonché l’applicazione di eventuali sanzioni riferibili ad illeciti riconoscibili, non in termini generali, ma puntuali, in singole aree o per singoli elementi interni alle aree. 34

MISURE CONTRATTUALI Gli strumenti di gestione ed attuazione: – Il “Piano territoriale del Parco”

MISURE CONTRATTUALI Gli strumenti di gestione ed attuazione: – Il “Piano territoriale del Parco” – Il “Piano pluriennale economico sociale per la promozione delle attività compatibili”; – Il “Regolamento del Parco” – Il disciplinare della “vigilanza” e della “sanzione” – Il proposto Piano di Gestione della Natura Devono illustrare i Servizi operativi previsti in accordi tra più soggetti, riguardanti lo stato di fruizione e conservazione dei valori naturali che hanno determinato l’individuazione del sito e la funzionalità complessiva degli stessi. • Tali accordi potranno essere stipulati tra autorità pubbliche e soggetti privati (preferibilmente se organizzazioni private no profit ) in forma di convenzioni (come da art. 14 della L. R. 33/93) e contratti per la gestione (piani di manutenzione e di fruizione sostenibile) delle aree o per il loro uso. Tra le misure contrattuali possono essere compresi anche gli strumenti della cosiddetta “programmazione negoziata”, come gli Accordi di programma, i Contratti d’area e i Patti territoriali. 35

Questo sin qui illustrato è solo un sintetico percorso teorico di come e per

Questo sin qui illustrato è solo un sintetico percorso teorico di come e per cosa occorre costruire il Piano Territoriale del Parco, ma dal piano teorico si potrà passare al reale solo se c’è una concreta convergenza di interessi, strumenti e risorse tra comunità ed organismi istituzionali di rappresentanza. Tutti devono con le loro responsabili azioni determinare le condizioni operative affinché l’Ente Parco possa, con efficienza ed efficacia, assolvere alla MISSION per la quale è stato Istituito. GRAZIE Giulio Monda